di Giacomo Biffi
“Con molta frequenza si sente dire che tutte le religioni sono uguali; tutte hanno del buono; fra tutte ciascuno può scegliere liberamente, press’a poco come liberamente si può scegliere tra le diverse squadre di calcio da sostenere.
In chiaro contrasto, noi dobbiamo insegnare senza ambiguità e senza paura la singolarità di Cristo e l’assoluta irriducibilità del cristianesimo.
I «luoghi comuni» che propongono l’interscambiabilità e la relatività di tutte le religioni non toccano e non chiamano in causa il cristianesimo, il quale, primariamente e per sé, non è una religione né un’ideologia né una cultura né una morale né una liturgia. Primariamente e per sé è un «fatto», anche se è un fatto che implica e contiene delle concezioni religiose, delle norme etiche e dei riti propri. E in quanto «fatto» è imparagonabile con quelli che si presentano soltanto come «culti» o «dottrine».
Essendo assolutamente eterogeneo, il cristianesimo non può essere classificato; e non tollera di essere collocato «tra» le varie forme espressive dello spirito. Così come Gesù, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, non può essere assimilato ai fondatori di religione o agli altri uomini della storia: classificarlo e collocarlo significherebbe fraintenderlo.
Tutto ciò andrà ribadito senza stanchezza nelle catechesi a tutti i livelli, in tutte le occasioni di annuncio e di testimonianza, in tutti i momenti di confronto e di dialogo, in tutti gli ambienti, perché molti nostri fratelli sono vittime dell’indifferentismo – quando addirittura non si fanno buddisti, musulmani, adepti alle sette (crocifiggendo così il Figlio di Dio una seconda volta, secondo la severa parola di Ebrei 6,4-8) – solo perché non sanno chi sia Cristo in se stesso e che cosa propriamente sia il cristianesimo.
Questo sarà il secondo cardine della nostra azione pastorale dei prossimi anni: riscoprire e far riscoprire l’unicità di Gesù Cristo e il primario carattere di «avvenimento» della salvezza cristiana”.
Cardinale Giacomo Biffi, “Christus Hodie”.
Biffi illuminante come sempre. Grazie di averlo riproposto.
“Tutto cio’ andrà ribadito…in tutte le occasioni…in tutti i momenti…” Purtroppo accade sempre piu’ raramente. Ma noi dobbiamo fare la parte nostra!
Un grande grazie di cuore.
Grazie di cuore al Signore per averci dato il grande CARDINALE BIFFI
Gesù Cristo è il Figlio di Dio e dell’Immacolata, questo basta per fare di Lui il NOSTRO Re e Signore.
… oggi la sensazione è che nella Chiesa l’unicità riguardi interventi come questi: quanti sacerdoti hanno il coraggio (coraggio che deriva da un Incontro realmente avvenuto, per loro, con la persona di Cristo) di affermare questa verità?
Venendo all’oggi, come mai molti sacerdoti sono prontissimi ad accogliere i migranti nelle loro parrocchie senza per questo sentire il benchè minimo bisogno di insegnare a questa gente la Verità?
Ottima domanda. Non so come funzioni in facoltà teologiche altrove, ma in quella di Milano ho provato una volta a porre a un docente (sacerdote) la questione dell’evangelizzazione, dovere fondamentale di qualunque cristiano (sempre che non sia stato abrogato a mia insaputa), la quale da molto tempo non pare essere in cima ai pensieri delle gerarchie vaticane. La risposta che ne ho ottenuto è stata lodevole, piena di buone intenzioni, praticamente perfetta. Peccato che fosse una risposta interamente umanistica, senza una sola parola specificamente e propriamente cristiana. Zero annuncio della “lieta novella”, zero necessità di conversione, zero fede.
Da cui deduco che i casi sono due: o i pastori hanno definitivamente rinunciato a svolgere il loro compito perché lo considerano troppo arduo (ma allora che ci stanno a fare?). Oppure anche per loro la Verità è diventata di fatto un concetto relativo, quindi per definizione non più vera. Il che fa dubitare della loro fede.
Io mi chiedo perche accogliere migranti in parrocchia e non ragazze madri , padri separati , famiglie sfrattate? Perche i migranti sono i vip dei bisognosi , secondo la chiesa attuale ?
Illuminante non direi. Non è certo per essere un “fatto” che il Cristianesimo può pretendere di distinguersi dalle altre religioni. Anche l’illuminazione del Buddha è un “fatto”, e il Buddhismo si fonda su quello (in sua assenza non esisterebbe); anche la rivelazione del Corano a Maometto è un “fatto”, e l’Islam si fonda su quello (in sua assenza non esisterebbe). La vera differenza è di significato: i cristiani credono per fede che il “fatto” Gesù Cristo sia unico, irriducibile a tutti gli altri “fatti” su cui sono state fondate religioni, e che sia l’unico “fatto” in grado di salvare. Cosa che non credono gli appartenenti ad altre fedi.
Il Cristianesimo si pone nella storia come un FATTO storico, ossia l’Eterno che entra nel tempo. Questa è la logica dell’incarnazione. Non, quindi, un tentativo dell’uomo di raggiungere l’Infinito (come le altre religioni), ma l’Infinito che si fa carne per raggiungere l’uomo.
E quindi il cristianesimo non si pone essenzialmente come una “religione”, ma come il fatto storico di Dio che si è reso incontrabile nella carne. E che, quindi, è l’unico in grado di salvare.
Lei non fa che confermare quanto ho scritto io. Sostenere che si tratti di un “fatto” non è sufficiente a differenziare il Cristianesimo dalle altre religioni, perché anch’esse si basano su “fatti”. Quello che fa la differenza è l’interpretazione che di questi fatti si dà (l’ermeneutica, per usare un termine più specifico). Le ricordo che anche per i musulmani Gesù è un fatto, solo che loro ne danno un’interpretazione radicalmente diversa da quella cristiana. Chi dei due ha ragione può deciderlo solo la fede (credo quia absurdum), altrimenti sarebbe troppo facile, non trova?
Due annotazioni:
1) Non faccia di ogni erba un fascio: credo sia noto che l’Islam, a differenza delle filosofie religiose scaturite in India, neghi nella maniera più assoluta che all’uomo sia consentito di raggiungere l’Infinito. Sarebbe blasfemia pura, e diversi sufi (mistici) ci hanno rimesso la vita per questo.
2) Quella cristiana è certamente classificabile come religione, dal punto di vista di tutte le categorie riconosciute dagli studiosi: ha un fondatore, dei luoghi di culto, dei riti, dei simboli caratteristici, obblighi e divieti, ricordo dei defunti, ecc.
Davvero non capisco la necessità di negare che quella cristiana sia una religione. Si tratta di una religione nata per rendere conto di un fatto straordinario: qual è il problema?
Ho cercato di sintetizzare un pensiero in poche righe. Il Cardinal Biffi ha ripreso un concetto fondamentale, tra l’altro attingendo a varie fonti, tra cui il servo di Dio mons. Giussani, Romano Guardini, ecc.
Non è questione di non classificarla tra le religione, ma mi pare che Lei non abbia colto il punto.
@rossini
dipende cosa intende per “fatto”.
l’illuminazione di gautama l’ha avuta solo lui.( Dopo sei anni spesi alla ricerca del significato ultimo, riconobbe la natura della mente, mentre era in meditazione profonda in quello che oggi è la città di Bodhgaya. Egli raggiunse l’illuminazione – uno stato di felicità duraturo e senza limiti che è il pieno sviluppo del potenziale di corpo, parola e mente. Il Buddha insegnò per quarantacinque anni in India, dal sito buddhism.it)
che il corano gli sia stato dettato dall’arcangelo gabriele lo può testimoniare solo maometto.
Sostenere che si tratti di un “fatto” non è sufficiente a differenziare il Cristianesimo dalle altre religioni, perché anch’esse si basano su “fatti”. (@GioacchinoRoss2)
Non mi pare sia così. A parte l’ebraismo (guarda caso!) tutte le religioni citate fin qui si basano su una filosofia proposta o elaborata da un singolo (Maometto, Budda, Lao Tse, Confucio e via dicendo). Queste persone in genere si dichiarano uomini inviati o ispirati. Sono nati e sono morti. Il cristianesimo invece afferma, sostanzialmente, che a un certo Gesù è capitato d’essere resuscitato (fatto storico, credibile o meno) e che questo (attenzione!) è la garanzia che anche noi siamo salvi perché se Dio l’ha resuscitato vuol dire che Dio è buono e farà così anche con noi. Questa notizia (che uno può ovviamente respingere) è ricevibile da qualsiasi persona di qualsiasi cultura di qualsiasi tempo e luogo. Non richiede, stando al vangelo, particolari pratiche (anche se storicamente abbiamo offuscato il vangelo con un apparato che piace tanto a certi cattolici ma non è assolutamente necessario). Non richiede riti complessi, né percorsi di illuminazione. Mangiamo di tutto. Non è una Umma che esclude gli altri (anche se certi cattolici lo vorrebbero): Gesù infatti è andato da tutti, ma proprio tutti, ebrei e non, giusti e non, credenti e non. Storicamente abbiamo seguito la filosofia greca ma questa non è necessaria al cristianesimo.
Gioacchino, non so se sia sufficiente a differenziare il Cristianesimo, ma quanto dice Thelonious non solo è fondamentale, ma è un classico tema del pensiero cristiano.
Il Cristianesimo dipende dal “fatto” Gesù Cristo, nel senso che non è una verità superiore rivelata da Gesù, ma che sussisterebbe anche se lui non ci fosse stato.
La verità Buddista permarrebbe anche se Buddha non ci fosse stato: un altro potrebbe avere la stessa illuminazione, o anche una migliore.
L’Islam potrebbe benissimo esserci, immutato nella sostanza, con un profeta diverso da Maometto.
Invece, se Gesù Cristo non si fosse incarnato noi non saremmo salvi e il contenuto della fede sarebbe diverso: perchè qui il centro è che DIO STESSO si fa fatto. Guardi che questo è uno scadalo per la ragione, tanto che la maggior parte della teologia contemporanea tenta di svicolare e riportare il Cristianesimo nell’ambito delle idee; affermazioni oggi molto diffuse sulla possibiltà che il contenuto della fede cambi, in senso contraddittorio rispetto al passato, hanno qui la loro origine.
ho sempre pensato che l’unicità del Cristianesimo e` basata sul fatto che non e` una religione, non e` una filosofia, non e un sistema morale/etico, ma e` una persona: Cristo.
sono Cristiano quando mi apro all’incontro e alla relazione con questa persona.
ora provo a pregare e considerare che potrebbe essere un “avvenimento”. vediamo dove mi porta!
Claudia, quanto dice è senz’altro vero ma mi permetto di fare qualche osservazione.
Il Cristianesimo è rapporto con Cristo, ma ovviamente si tratta di una relazione particolare, essendo Cristo sia uomo che Dio. Ma anche le altre religioni sono rapporto con Dio, per il tramite di qualche intermediario; difficilmente troverà un musulmano o un buddista che dicano: “La mia religione è un atto puramente formale in cui io non intrattengo alcuna esperienza spirtuale con …”
La differenza, quindi, non è nel fatto che solo il Cristianesimo è relazione con qualcuno, ma che in Cristo Dio e l’intermediario sono la stessa persona. Questo si traduce anche nel fatto che nel mio rapporto con il prossimo incontro Dio, ma non per una superiore verità filosofica (indipendente da Cristo) che inerisce in tutti gli uomini, ma per il fatto che Cristo è l’Alfa e l’Omega: tutti gli uomini sono stati creati a Sua immagine, e lui si è spezzato per tutti per raccoglierci alla fine.
Quindi, il Cristianesimo è ANCHE una religione (perchè l’uomo è simbolico), una filosofia (perchè centra la verità), un sistema morale/etico (perchè i peccati e il perdono sono realissimi), ma tutto ciò solo nel concreto uomo-Dio Gesù Cristo.
Grazie, grazie, grazie per queste parole del card. Biffi!
Bisognerebbe adesso trovare, se esiste, un breve testo ugualmente incisivo e cristallino che enunci la seconda e la terza parte di questo percorso di cui abbiamo tutti un gran bisogno e che, complessivamente, secondo me, dovrebbe risultare così:
1) “Il Cristianesimo… primariamente e per sé, non è una religione né un’ideologia né una cultura né una morale né una liturgia. Primariamente e per sé è un «fatto»” (G.Biffi).
2) serve la spiegazione del perché questo «fatto» chiamato Gesù Cristo è così fondamentale anzi unico. Cosa cambia per l’uomo qualsiasi?
3) occorre la descrizione delle conseguenze che questa unicità e diversità del Cristianesimo ha nel nostro modo di rapportarci agli altri. Ad esempio: se la Verità Cristiana non è una verità dottrinale non si insegna ma si testimonia. Dunque non ha granché senso fare corsi di catechesi ai richiedenti asilo musulmani che ospitiamo…
Io ho una mia risposta per i punti 2 e 3 ma non sono così bravo da saperla esporre bene ad altri dunque, almeno per ora, la tengo per me.
Qualcuno direbbe che lei è “rigida e testarda”.
Ormai non si può affermarela verità senza essere additati con aggettivi poco edificanti.
Ha ragione Biffi: il Cristianesimo è un fatto, capace, perciò, di cambiare le cose. Anche perché è un fatto che esprime GRAZIA soprannaturale.
Per questo le conclusioni di questo sinodo (che in verità conosco ancora in modo incompleto), mi hanno in parte deluso.
Riguardo all’omosessualità, ad esempio, si è detto che la Chiesa deve accompagnare gli omosessuali, cosa buona e giusta, ma non mi pare (ma sono disposto a ricredermi) che si sia parlato di un processo di CAMBIAMENTO di vita (castità) e, perché no?, anche di guarigione.
Sembra che questo accompagnamento serva a rafforzarli nella decisione di perseverare nel male.
Io mi fido della pastorale della Chiesa, per cui so che i toni riguardo all’omosessualità possono cambiare, ma non può cambiare la verità.
Una pastorale che tace parte della verità in modo che, almeno a me, pare SISTEMATICO, può ancora essere chiamata pastorale?
Sembra a volte che tanti Pastori non credano troppo nell’efficacia della GRAZIA. C’è da rimpiangere il Card. Biffi
@astore
dici: Sembra che questo accompagnamento serva a rafforzarli nella decisione di perseverare nel male.
non,sembra. ma serve proprio a rafforzarli….
https://infovaticana.com/2018/10/10/cupich-no-es-nuestra-politica-negar-la-comunion-a-los-matrimonios-gays/
In una delle sue stupende catechesi, papa Giovanni Paolo I disse: ” Signore, se Tu non prendi l’iniziativa, io non parto”.
Questa era per lui la caratteristica imprescindibile del cristianesimo. Non credo che in quella occasione pretendesse di insegnare alcunché, semplicemente pregava.
Chesterton nel suo libro Ortodossia fa un paragone chiarissimo per dimostrare la differenza fra cristianesimo e budismo. Dice, piú o meno, pensate a la statua di Buda grasotello, seduto con gli occhi chiusi, ora pensate alle statue dei santi magrissimi, sofferti sempre in piedi con gli occhioni aperti. E si domandava possono due religioni simili avere simboli cosi diversi?
Mi é venuto in mente guardando la foto sopra il post.
Bello, anche se off-topic.
Ma chi l’ha detto che siamo tutti figli di Dio? Sono figli di Dio i battezzati, non gli altri. Se fossimo tutti figli di Dio, a cosa servirebbe il battesimo?
veramente io ho postato il video del Papa perché dice esattamente l’opposto di Biffi . A me quel video non piace affatto (e mi inquieta anche un po’).
Benissimo, infatti io ribattevo a tuc9182.
Infatti. O forse meglio: siamo figli di Dio, ma non basta; perchè siamo figli di Dio bisognosi della salvezza.
Sbaglio se dico che la necessità della salvezza è l’articolo di fede più vilipeso dalla modernità? Infatti è quello che più direttamente offende la pretesa di autosufficienza dell’uomo moderno, laico e religioso. Che, in pratica, si traduce nel dovere di andare da un omosessuale e dirgli – nel contesto di un cammino e di una compagnia – che certe cose sono peccato; e così, per il divorziato risposato, eccetera.
Ovvio che è più comodo sposare una visione in cui l’accompagnamento e il “dialogo” sono più che mai, poi ciascuno decida in coscienza. Ne risultano avvantaggiate in particolare le carriere pubbliche e nel mondo accademico.
Veramente il primo obbligo è quello di essere noi prima di tutto irreprensibili , prima di ammonire gli altri (e poi gli altri sono sempre gli omosessuali e i divorziati? E gli evasori fiscali? E i truffatori? E i calunniatori per interesse ? E i tirchi ? E i violenti? Ce ne sono parecchi da ammonire semmai…)
In ogni caso Gesù consiglia di rimuovere la trave dal nostro occhio prima di guardare la pagliuzza in quello altrui. Il primo dovere di salvezza lo abbiamo nei nostri confronti. A meno che l ditino puntato su altri non serva pe r distogliere l’attenzione su qualche nostro peccatuccio a cui siamo affezionati …
@fra’ Centanni
Ma chi l’ha detto che siamo tutti figli di Dio?
Il vangelo, caro signore. Lo ha detto Gesù coi fatti (e rieccoci ai “fatti”): andando a pescare e salvare le persone più improbabili secondo i canoni pii e devoti di tute le altre religioni e di tanti cattolici altrettanto pii e devoti.
Il battesimo è un segno. Ma occorre troppo tempo e mi stanno chiamando a cena!
“A dare il primo impulso alla storia cristiana non c‘è qualcosa che può essere rubricato come soggettivo. Non c’è un intuizione perspicace, una teoria geniale, un’esperienza psicologica, una fantasia estetica, una autosuggestione, una elaborazione consolante, non c’ è niente di tutto questo, c’è un fatto”
http://www.internetica.it/risurrezione-Biffi.htm
E il fatto è la resurrezione di Cristo dai morti, senza la quale vana è la nostra fede.
E qui c’è anche il dialogo, con la voce di Biffi.
“allorché movimenti ecclesiastici vasti come CL professano, da don Giussani al cardinale Scola che ” Gesù Cristo è un evento, è “un avvenimento”, incorrono nell’errore indicato: levano con un paralogismo il carattere primo del Cristianesimo, essere esso una “notitia”( la Buona Novella, lat.Evangelium), un insegnamento, una verità, spostandolo e snervandolo in un fatto, in un “incontro”, dicono, però così defezionando dall’oggetto pensato all’oggetto impensato, ossia senza norma, senza progetto, senza idea, anzi senza l’Idea, uno sciogliersi del Cristianesimo in “pura sostanza, senza direzione e senza terminazione”. L’errore è anticipare il seguente, in quanto fu perché Gesù solo “aveva parole di vita eterna” che gli apostoli seguirono il Maestro: “l’incontro con una Persona” c’è, e è vero, ma esso è la fine, e le parole che individuano quella persona e il pensiero che esse inculcano negli apostoli il principio; sintetizza R. Amerio: ” l’azione umana nasce dalla persuasione della Verità”. (E.M. Radaelli).
Per me questo punto di vista è stato illuminante in quanto una realtà senza una comprensione della stessa non sarebbe tale. Come lo stesso amore che qualora non fosse definito dalla verità, quindi compreso come tale, condurrebbe all’aberrazione. Credo anche che i molti errori e derive presenti nella Chiesa attuale derivino dalla suddetta inversione logica.
Le due cose non devono essere per forza separate. E’ altrettanto importante l’unicità irripetibile del fatto e la sua caratteristica di incontrabilità e quindi di pertinenza al mondo dei rapporti personali, quanto l’aspetto di senso e progettualità inerente al fatto stesso.
Purtroppo esiste da tempo nella Chiesa un problema cristologico. Se Cristo non viene colto nel senso giusto, diventa solo una etichetta, perde il suo potere salvifico. Ha detto bene il card. Biffi, non altrettanto il Papa nel video giustamente appositamente postato. Invito a leggere Benedetto XVI, ultima luce, sia le encicliche che ”Gesù di Nazareth ”… Si riceverà una luce meravigliosa sulla ”Persona” di Gesù.
Le due cose non devono essere per forza separate.
Io ci ho messo un po’ prima di capire in cosa consistesse la critica alle modalità di evangelizzazione che puntano sull'”evento”, come quelle citate. Poi pian piano ho iniziato a capire. Intuisco che non ho studiato l’argomento quanto Massimo, per cui ho ancora molte incertezze, ma credo che il punto di Radaelli sia valido. La critica non consiste nel sostenere che le due cose non possano andare insieme, né nel sostenere che quelle modalità di evangelizzazione (come p.es. quella di Giussani) abbiamo volontariamente separato le cose. La critica, mi pare, sostiene che se non si parte dalla Verità e si parte dall’evento, con tutte le buone intenzioni di questo mondo si finisce per cadere negli errori che sono stati indicati.
Che questo stile di evangelizzazione abbia un problema me lo dimostra, in qualche modo, tutta la sequenza di commenti. Sono state dette varie cose, a confronto tra Gesù, Buddha e Maometto, dal Buddha grassottello di Chesterton alla discussione se il Cristianesimo è una religione e anche una filosofia. Grossomodo sono cose anche giuste, ma sono del tutto secondarie. Solo dopo sono arrivati i punti chiave: a me interessa Gesù perché è la Verità, il Logos, Dio incarnato; non ha solo predicato, ma è morto in Croce per noi. Roba che tutti quegli altri signori si sognano; e se poi hanno detto cose sagge, a me cosa dovrebbe fregarmene, sono solo uomini; e poi, chi lo dice che sono “sagge”? Cosa è saggio?
Insomma, due frasi invece di tanti discorsi complicati. Se vogliamo aggiungere qualche altra frase, prendiamo l’incipit del Vangelo di Giovanni.
La fede dei cristiani è(la resurrezione di Cristo.
Ossia di un fatto storico, non di una teoria o di una filosofia.
Senza la resurrezione di Cristo è vana la nostra fede. Su questo ci siamo?
Questo sta dicendo Biffi, ed è la chiave di volta di tutto.
Perché sì, Cristo è la Verità, ma questo si capisce non in astratto, ma ATTRAVERSO il fatto della resurrezione, e secondo la modalità di un incontro con una carne viva.
Il Verbo si è fatto Carne, non: carta, non: libro.
Questi non sono “discorsi complicati”, ma descrivono semplicemente la dinamica della fede.
Perché, anche volendoLo considerare un “semplice profeta” (non così i Cristiani ovviamente), Cristo è l’UNICO che è tornato dal cimitero! L’UNICO che ha sconfitto la Morte.
L’Unico che si è ri-presentato a testimoni non come visione o come “ectoplasma”, ma con un corpo visibile e tangibile.
“…fu perché Gesù solo “aveva parole di vita eterna” che gli apostoli seguirono il Maestro”.
Questo fu vero sino a quando il Maestro non morì in croce e non fu sepolto…
Le parole allora ascoltate, per quanto vere e “di vita eterna”, non furono sufficienti e salvarli dal timore e dallo sconforto.
Fu l’apparizione di Cristo risorto, esperienza concreta e tangibile a riportare la pace nei loro cuori e dare loro nuovo coraggio
Fu la discesa dello Spirito Santo, la Pentecoste (anch’Essa fatto storico) il “motore” e “principio” di ciò che diverrà la Chiesa (Sacramento di Salvezza).
Lo Spirito Santo, diede agli Apostoli, la forza e la capacità della Testimonianza sino al Martirio.
Grazie allo Spirito coloro che sono Figli di Dio possono fare esperienza della Resurrezione di Cristo nella loro vita ed essere Testimoni credibili non solo “annunciatori”
Di nuovo (essendo lo Spirito Santo la Terza Persona della Trinità) Dio irrompe nella Storia dell’Umanità. Di nuovo prende l’iniziativa.
La differenza sostanziale da TUTTE le altre religioni, è che non è l’Uomo che si mette in cerca di Dio, magari attraverso particolari percorsi di ascesi o di “illuminazione” o di riti o di sacrifici, ma è Dio che si china sull’Uomo (anche oggi continua a farlo) e lo fa indipendentemente dalla ricerca dell’Uomo stesso. Rispettando la libertà dell’Uomo, ma presentandosi a lui anche quando gli è nemico.
Tutti gli uomini che verranno ritenuti degni di salvezza, quale che sia la loro religione, otterranno la Salvezza solo e soltanto, per i meriti e il sacrificio di Cristo Nostro Signore.
Riprendendo il commento chiarificatore di Fabrizio Giudici credo che il Problema che oggi abbiamo nella Chiesa sia il rinnegamento del Cristo-Logos. E mi meraviglio costantemente di quanto scientemente non se ne voglia prendere atto, particolarmente nel clero. Non c’è futuro per un Cristianesimo così sovvertito nell’essenza. L’ eutanasia della “dottrina” (termine ormai
allergizzante per ogni bravo cattolico) cela realmente l’ennesima uccisione del Dio Vivente, la più grave in quanto opera della Chiesa e non dei singoli, oltre che agita in piena avvertenza, perché preparata e perseguita da più di cinquanta anni.
Il Verbo si è fatto Carne, non: carta, non: libro.
Questi non sono “discorsi complicati”, ma descrivono semplicemente la dinamica della fede.
I contenuti della risposta fanno intendere che non si è minimamente colto il significato delle obiezioni. Infatti nessuno dei commenti sopra ha contestato queste cose; né sono questi i “discorsi complicati”, anzi, questo è esattamente quello che contrapponevo ai “discorsi complicati”. Quello che non si coglie è che non basta se non si collega il Verbo alla Verità. Perché si può sostenere che Dio si è fatto carne per venire a dispensarci consigli, che si possono accettare o no; oppure che non si è sacrificato; oppure che il suo sacrificio vale già la salvezza per tutti, indipendentemente da fede ed opere. Sono tutte eresie al potere in questo momento, parti fondamentali della “pastorale” di Papa Francesco, e almeno superficialmente non contestano la “dinamica della fede” come è stata descritta (io sospetto che i predicatori di eresie nel loro intimo la contestino eccome, tant’è che mandano in avanscoperta altri a sostenere cose del tutto diverse; ma non è questo tanto importante, perché nel loro intimo non possiamo andarci, né è compito nostro farlo, mentre è importante capire perché tanti cattolici si fanno gabbare da questi insegnamenti fasulli).
Padre Martin SJ, per esempio, non contesta esplicitamente queste cose. Lui però predica un Cristo falso, spacciandolo per quello vero (troppi cattolici non hanno compreso che una buona parte degli anticristi non si contrappongono a Cristo, ma si spacciano per tale). Per esempio, Padre Martin ripete – come altri – il mantra dell’ammore all’infinito, basandosi su un altro punto reale della dinamica della fede, cioè che Dio è amore. Però manipola la comprensione di cosa sia l’amore. Anche su questo Radaelli ha commentato con acutezza, parlando della “dislocazione della Monotriade”: l’amore fa così parte dell’essenza di Dio che è addirittura una Persona, lo Spirito Santo; ma per comprendere cosa fa e cosa vuole, si deve partire dal Logos, ovvero dalla Verità e dalla Legge. Ecco perché nel Credo diciamo che lo Spirito Santo procede dal Padre _e_ dal Figlio. Comprendere questo vuol dire comprendere che Legge e Carità non sono affatto in contrapposizione. Metterlo prima apre la strada a infinite mistificazioni, come quella che mette in contrapposizione Legge e Carità.
@Fabrizio Giudici La seconda metà del tuo commento è completamente off-topic, almeno rispetto a quanto intendevo io: quanto precisi tu non mi è passato neppure per l’anticamera del cervello, e francamente trovo stancante questo ribadire in continuazione l’ovvio anche quando l’argomento è un altro.
@Thelonious
Ma anche quello che tu hai scritto nella tua risposta, è relativo a obiezioni che non mi sono mai passate per l’anticamera del cervello. È la tua risposta che non era pertinente alle obiezioni mosse ieri. Poi questo è un forum pubblico, non privato: si scrive non solo per l’interlocutore, ma anche per gli altri che leggono.
Non c’è dubbio che anche partendo dall’assunto dalla Resurrezione di Cristo, dalla sua valenza storica, spirituale, mistica e universale (e gli aggettivi non bastano), si può arrivare a proporre e spacciare idee che, se non apertamente anticristiche, sono quanto più lontano si possa immaginare dalla Verità… (Cristo è Via Verità e Vita).
Questo è lo stesso procedere del Maligno con l’Uomo sin dai primi secoli. E’ la stessa dinamica nelle tentazioni di Cristo nel deserto (dove Satana utilizza la stessa Scrittura), ed ecco che l’Annuncio “semplice e cristallino”, deve quasi obbligatoriamente entrare in “discorsi più complessi” (piuttosto che complicati). Sebbene Cristo ha saputo tagliare corto con le illazioni e i sofismi del Demonio.
Sulla querelle @Fabrizio @Thelonious, questa mi pare priva di qualunque costrutto e neppure capisco Fabrizio la tua prima obiezione (invero inutilmente polemica) a Thelonius, giacché, seppure in modo diverso (a ognuno bisogna riconoscere il prorio “modo”) non mi pareva diceste cose diverse.
Anche partire dall’Assunto della Verità può divenire risibile agli occhi dei più… chi stabilisce quale sia la Verità? Quale Verità? (sto facendo la parte dell’avvocato del diavolo).
Nell’annuncio dell’Evento è insita la Verità, in quanto si testimonia la Verità-Realtà di un “accaduto reale e vero”…
Il resto dello scambio è a mio modo di vedere, “orticaria personale” 😛
Per la verità l’incarnazione del Verbo e’ cominciata con il farsi Parola rivelata ai profeti. Ha cominciato quindi a farsi libro per ammaestrare un popolo nel quale poter trovare coloro che potessero accogliere la scandalosa novità di un Dio che si incarna in uno di noi e che così abbatte l’incolmabile distanza tra il Tutto e l’uomo. Una Parola, che sia pure letta alla luce di questa incredibile verità, rimane valida anche per noi cristiani.
Per quanto riguarda Radaelli, per mia ignoranza, so solo quel poco che emerge da alcuni blog. Con questa premessa cautelativa, posso dire che a me sembra uno di quelli che si e’ specializzato a trovare errori e difetti anche in autori che sono certamente ortodossi. Intanto dobbiamo comprendere che di Dio possiamo dire in positivo solo ciò che lui ci ha rivelato e che quindi non siamo noi a possedere la Verità, ma e’ e’Verità che cii possiede, se Dio nel Cristo vive in noi, o meglio se noi viviamo in Lui. Quando Giussani parla di cristianesimo come evento non mi pare che lo consideri un fatto privo di un contenuto preciso, ma come incontro con Cristo così come e’ presentato dalla Chiesa nella sua bimillenaria esistenza. Può darsi che la sua teologia, sul piano di un’esplicitazione dialettica, sia debole, ma questo e’ un problema che riguarda non da oggi tutta la chiesa (con la minuscola), che fa fatica ad esporre in una sintesi adeguata l’enorme patrimonio spirituale che, partendo dalla parola rivelata e dai Sacramenti, esprime, per quanto su questa terra ci e’ consentito, il significato di questo incredibile evento. Senza pero’ dimenticare che anche questa carenza nel presentare la Verità e”sempre. dimostrazione che quel che manca veramente e’ la santità, cioe’ l’unione a Cristo nella nostra vita. Se c’è lo ricordassimo, forse eviteremo inutili polemiche tra di noi.
@Sabino, sono interessanti anche le tue riflessioni…
Io mi permetterei aggiungere che può essere un errore pensare, immaginare o pretendere un “esplicitazione dialettica” dell’unica Fede in Gesù Cristo, che sia unica, univoca e “mono-formulata” (se non ovviamente nel suo fondamento).
Ad esempio la “teologia di Don Giussani”, per quel che la conosco e l’ho ascoltata, mi sembra tutt’altro che “debole” sul piano dialettico, laddove si rivolge in modo specifico ai “lontani” (ma non solo) proprio come evento, accadimento che irrompe nella vita personale di ognuno.
Dico questo per dire che come con la Pentecoste, lo Spirito diede agli Apostoli di parlare e farsi comprendere in idiomi diversi, quanti erano quelli degli astanti, in modo simbolico, a chi annuncia, Dio da di avere il linguaggio giusto per chi ascolta e per il momento in cui ascolta.
Ci sarà quindi “l’esplicitazione” per i pagani, piuttosto che per il “Greci”, per i “dotti”, piuttosto che per i “semplici”, per i “lontani” piuttosto che per i “vicini” (che certo non possono essere esenti da un rinnovato ascolto), così come persino gli stessi Vangeli erano orientati verso una diversa “platea”.
La Chiesa oggi forse fa fatica proprio in questo “annuncio”, che è e dovrebbe essere l’Annuncio di sempre, impelagata forse proprio in quei “discorsi complicati” di cui sopra o a cercare nella “tipologia dialettica” la soluzione ad un “calo di credibilità” e di Fede che ha ben altre cause.
“…dimostrazione che quel che manca veramente e’ la santità, cioe’ l’unione a Cristo nella nostra vita.”