Sinodo: il grande assente

di Costanza Miriano

Il documento finale del Sinodo sui giovani è stato reso pubblico e consegnato a tutti noi, fedeli. E credo che sia importante leggerlo davvero, per questo sono le 3 e 17, e ho appena finito: l’ho letto tutto, dall’inizio alla fine, e ci ho trovato tante cose buone, davvero. Soprattutto il desiderio sincero di ascoltare i giovani, e di trovare un linguaggio per farsi capire da loro. Un sincero desiderio di raccapezzarsi in questo universo sconosciuto e impenetrabile a noi vecchi (per i giovani si è vecchi dai trenta anni in su).

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Annunciate ai ragazzi la vita eterna!

di Costanza Miriano

Quello che ho ascoltato alle conferenze stampa del Sinodo mi fa pensare a quando una volta don Vincent Nagle, trovandosi davanti a una marea di ragazzi e parlando senza riuscire ad attirare la loro attenzione, si interruppe, fece silenzio, poi gridò: “Ragazzi, voi dovete morire”. Il brusio cessò e tutti si misero ad ascoltare (e poi, una volta che cominci ad ascoltare don Vincent, se lo fai entrare nel cuore, sei spacciato).

I ragazzi, che sono solo uomini e donne con qualche giorno di meno, sono alla ricerca del senso. Se la Chiesa non parla loro di morte e di vita eterna, che gliene può importare ai ragazzi dell’opinione dei preti sul mondo? Che autorità hanno i preti, se non quella dell’accesso al sacro? Ci sono sociologi migliori di loro, e psicologi, e animatori, e anche operatori sociali. Perché mai qualcuno dovrebbe ascoltarli? Da dove viene loro l’autorità?

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