Annunciate ai ragazzi la vita eterna!

di Costanza Miriano

Quello che ho ascoltato alle conferenze stampa del Sinodo mi fa pensare a quando una volta don Vincent Nagle, trovandosi davanti a una marea di ragazzi e parlando senza riuscire ad attirare la loro attenzione, si interruppe, fece silenzio, poi gridò: “Ragazzi, voi dovete morire”. Il brusio cessò e tutti si misero ad ascoltare (e poi, una volta che cominci ad ascoltare don Vincent, se lo fai entrare nel cuore, sei spacciato).

I ragazzi, che sono solo uomini e donne con qualche giorno di meno, sono alla ricerca del senso. Se la Chiesa non parla loro di morte e di vita eterna, che gliene può importare ai ragazzi dell’opinione dei preti sul mondo? Che autorità hanno i preti, se non quella dell’accesso al sacro? Ci sono sociologi migliori di loro, e psicologi, e animatori, e anche operatori sociali. Perché mai qualcuno dovrebbe ascoltarli? Da dove viene loro l’autorità?

C’è stato un uomo che diceva di essere Dio, che è stato crocifisso sotto l’imperatore Tiberio. Che alcuni suoi amici andati alla tomba non lo hanno trovato. Si è sparsa la voce che era risorto. Come ci mettiamo davanti a questo fatto? Sarà vero oppure quello lì era un bugiardo? La Chiesa sostiene di essere cominciata lì, e questo è l’unico fondamento della sua autorità.

Invece ad ascoltare quello che del Sinodo si racconta nelle conferenze stampa – ma magari quello che succede dentro è diverso – sembra di sentire deboli tentativi di adulti, anziani anche, che cercano goffamente di attirare l’attenzione dei ragazzi, tentando di usare il loro linguaggio, di scendere sul loro terreno. Un po’ come capita a me quando faccio “la predichella” ai miei figli, i quali – se per caso non hanno gli auricolari, evento rarissimo – sono interessati come a una dimostrazione di un nuovo modello di caldaia.

I padri sinodali continuano a dire “vi ascoltiamo”, ma ai ragazzi non importa niente di essere ascoltati, se la domanda non parte prima da loro. Se invece parliamo loro di cose grosse, trattandoli da adulti, di morte, di destino eterno, di soprannaturale, di inferno e paradiso, allora sì, ascolteranno. Magari al paradiso (ancora) non credono, ma che devono morire lo sanno bene, anche se a quell’età la morte pensano di poterla sfidare. Non gliene frega niente del video dei padri sinodali, non sono interessati ai tweet o ai brevi testi promozionali che alcuni padri propongono di scrivere. È inutile inseguire i giovani sul loro terreno, perché noi per loro saremo sempre vecchi. Se la Chiesa non è originale, non attrae nessuno: se proponi a un ragazzo il concerto, il video, la musica, nella speranza di imbroccare il linguaggio giusto, lui non ti stimerà. Non vorrà l’imitazione, ma l’originale: il vero concerto del cantante cool, non personaggi di terza fila. Quel ragazzo capirà che tu stai cercando di acchiapparlo – ma il Papa non dice sempre che l’evangelizzazione deve essere per inseguimento?

Peraltro i ragazzi – ammesso che esista un’entità chiamata giovani, e non invece delle persone che stanno cercando di diventare adulte – non hanno alcun bisogno di essere ascoltati, è la generazione più ascoltata di sempre: sono generalizzazioni, lo so, e ci sono certo moltissime eccezioni, ma credo che mai nella storia i bambini e i ragazzi siano stati così tanto ascoltati, assecondati, privati di punti fermi che contenessero le loro emozioni, con tanta cura nell’evitare loro durezze e asperità che i nostri genitori, e molto più i nonni, non si sono sognati di risparmiare ai figli. Per cui delle analisi sociologiche dei padri sinodali secondo me i giovani non sanno che farsene. Soprattutto se qualche padre non abita sulla terra ma proviene da altri pianeti del sistema solare, tipo quello che ha affermato che “il divieto dei rapporti prematrimoniali “costringe” i ragazzi a sposarsi troppo presto”. Ovviamente questo non avviene in nessun paese del mondo, tutte le statistiche lo dicono: ci si sposa sempre di meno e sempre più tardi, e oltre il 90% dei partecipanti ai corsi prematrimoniali, almeno nelle parrocchie italiane, non solo vive tranquillamente la propria relazione anche sessuale, ma non si pone neppure minimamente il problema, né avverte il contrasto con l’idea di sposarsi in chiesa. Non si può davvero sollevare questo problema in buona fede, se non si vive nel 1950. E questo desiderio di compiacere i ragazzi, di non contrastarli con richieste impegnative – questa lo è senza dubbio – viene dal fatto che non si crede davvero che c’è una convenienza a vivere secondo la proposta della Chiesa, che il tipo di amore che propone Gesù è qualcosa di stratosfericamente più bello e più grande, e chi si permette di toglierlo ai ragazzi, proponendo qualcosa di meno, o non ci crede o ha una gravissima colpa. Col risultato, peraltro, di perderli comunque, perché i ragazzi già fanno come gli pare nell’ambito della sessualità e in tutti gli altri, non sentono alcuna costrizione, e non gliene importa niente se qualcuno apre loro una porta che hanno già sfondato da tempo.

L’unica spiegazione plausibile che mi do è che alcuni di questi padri che fanno discorsi simili abbiano perso la fede. Poi ce ne sono altri che invece sono proprio in mala fede, tipo padre Martin che continua a far suonare il disco rotto dell’accoglienza alle persone omosessuali. Non spiega mai, però, né dove concretamente sarebbero queste mancanze, né a cosa dovrebbe portare questa accoglienza che lui chiede con i soliti toni vittimistici, ma che nella realtà già c’è (nel catechismo, nella lettera di Ratzinger sulla cura pastorale delle persone omosessuali, nella realtà di tanti pastori e consacrate e uomini e donne di fede che si spendono per la cura delle persone con tendenze omosessuali). Il tentativo della lobby di cui Martin è la vedette è di far affermare che l’omosessualità è un variante normale della sessualità umana, quando non è così. Lo dimostrano tra l’altro i tantissimi casi di abusi dentro la Chiesa, e anche i rapporti consenzienti omosessuali: se l’omosessualità è un disordine, la conseguenza evidente è che chi è affetto da questo disordine farà molta più fatica a essere ordinato nella propria sessualità. Il fatto che non si voglia vedere il nesso tra gli abusi e l’opera di normalizzazione dell’omosessualità è davvero uno scandalo che grida vendetta. Dire che si tratta di un disordine non significa far sentire qualcuno poco accolto, anzi. La presa di coscienza è il primo passo, sia che sia possibile intraprendere un cammino verso l’eterosessualità, sia che l’obiettivo sia “solo” quello di gestire l’attrazione disordinata e farla entrare in un piano di vita ordinato.

Tra quelli in mala fede e quelli che la fede l’hanno persa, io sono certa che ci sono invece tantissimi padri che la fede ce l’hanno, eccome, e che danno la vita per noi, popolo di Dio. Ma fateli parlare! Lasciate che annuncino ai ragazzi la vita eterna, la salvezza, la felicità dopo la morte e anche qui. Non abbiate paura di turbare i giovani parlando di inferno e paradiso: la misericordia di Dio sarà più credibile se prima avranno capito qual è la posta in gioco: non una melassa indistinta di buoni sentimenti, ma la nostra anima contesa come in un campo di battaglia tra Dio che ci ama infinitamente e il diavolo che ci odia, e per questo ci vuole sedurre con le sue bugie.

78 pensieri su “Annunciate ai ragazzi la vita eterna!

      1. Nome*Gisella Cerva

        Grazie per la chiarezza dei tuoi pensieri, che condivido e ritengo preziosi.I ragazzi,i giovani hanno bisogno di semplice verità.

  1. Cara Costanza,
    custodire la verità e farla gustare ai figli è un processo che non ha ancora trovato una forma standard. Ammiro la tua chiarezza e la tua capacità espressiva, è importante che qualcuno combatta sul terreno del nemico. Perchè questo è il suo terreno e ci vuole coraggio, abnegazione, tensione al martirio per affrontarlo qui.
    Io sono un povero nonno che mendica l’amore della sua famiglia e non mi interesso delle vicende mediatiche, ma leggendoti capisco quanto può essere feroce la battaglia su questo terreno malefico.
    Faccio il tifo per te e anche se non sono al tuo fianco fisicamente lo sono spiritualmente.
    E alla fine spero di aver custodito il mio metro di trincea.
    N

  2. E parlate loro di felicità, di gioia, di coraggio, di forza, di allegria, del senso profondo del sentirsi vivi e amati, dell’unica concreta possibilità di amare senza egoismi, di Verità e Libertà, di una pienezza della vita sconosciuta ai più, che è anche combattimento, fatica e sacrificio.

    Di “qualcosa” per cui la vita vale la pena di essere spesa tutta intera sino persino a “perderla” per gli altri.

    Di una Vita Eterna che non è solo una “misteriosa promessa” (si, ma, forse, quando, come, dove), ma esperienza che si può iniziare a gustare qui su questa terra, perché su questa terra Cristo ha camminato da risorto prima di ascendere al Cielo.

    Difronte a tutto ciò è talmente risibile, ingannevole e soprattutto fragile, inconsistente e incerto, instabile, ciò che il mondo è il principe del mondo ti propone (che oggi al massimo è di avere 100.000 followers e diventare un “influencer”), che non c’è certo bisogno di inventarsi delle “novità” per affascinare i “giovani”.

    L’unica vera novità oggi come ieri, come sempre, è Cristo! È fare esperienza del suo Amore, della sua morte e resurrezione!

  3. Adriana Leo

    Dopo una catechesi il sacerdote che ci ascoltava ci rimprovero’, non dovevamo parlavamo della morte ai giovani, perché si spaventano…
    Purtroppo non si rendeva conto( come tanti sui colleghi che presentano un Gesù mieloso) che tantissimi giovani vivono nella morte, nella solitudine, nel buio più totale tutti i giorni e hanno bisogno di sentire ma sopratutto di vedere realizzato in te che c’è qualcuno che ha vinto la morte e conviene aggrapparsi a lui con tutte le forze per trovare la pace, la libertà e la felicità

  4. cinzia

    “L’unica spiegazione plausibile che mi do è che alcuni di questi padri che fanno discorsi simili abbiano perso la fede. Poi ce ne sono altri che invece sono proprio in mala fede, ”

    Su questo non ci sono dubbi. ma il problema è, come sempre, chi li ha messi lì a parlare? Chi li ha scelti? Chi ha dato l’ok? Chi non ha detto “NO, questi non vanno bene”?
    Perché continuiamo a prendere in giro i ragazzi e a non dire loro la verità?

    E’ tutto davvero molto triste e avvilente….

  5. Arianna A.

    Grazie!!! Ti stimo Costanza perché dai voce a chi non ne ha, e cioè noi, che, se diciamo il tuo stesso pensiero, non veniamo neppure ascoltati.

  6. ANTONIETTA PETROSINO

    grazie per questo articolo chiaro e concreto. Sono convinta che la Chiesa deve affascinare con il linguaggio usato da Gesù.

  7. Giovanni Paolo

    Condivido in pieno le domande di Cinzia. Chi ha scelto i padri sinodali? Chi ha fatto vescovi e cardinali certi individui? Esiste ancora nella Chiesa un’autorità che possa porre un freno a certi eccessi?Che richiami all’insegnamento bimillenario della Chiesa?Oppure la Chiesa è diventata una nave senza nocchiere in gran tempesta dove chiunque possa dire qualsiasi cosa magari appellandosi al soffio dello Spirito Santo?

  8. Carlo Massone

    Costanza, permetta a uno che ha una certa età, di chiamarla per nome e di dirle che, se non ci fosse già,dovremmo inventarla. Perché queste affermazioni dobbiamo sentirle quasi esclusivamente da laici illuminati? Perché tanti pastori hanno paura di annunciare la buona novella con altrettanta chiarezza?

  9. Manuela

    Grazie Costanza, quando leggo i tuoi articoli mi accorgo di non essere sola . Tu hai dono di scegliere il modo e le parole giuste per far capire la verità costi quel che costi. Ti leggeranno i padri sinodali ? Il demonio sta raggiungendo una grande battaglia ma non vincerà, grazie ai cuori semplici . Grazie sempre

    1. Mah…!

      E il più ricercato il Santo Graal??
      👻👽👾🤖🤡🤯🎃

      Si potrebbe anche lanciare un nuovo format x i canali tv: “Nella casa del Piccolo Fratello” 🤪☹️

  10. Annalisa

    Sarei curiosa di sapere cosa studiano i preti di oggi riguardo alle morale sessuale.
    Siamo passati dalla severità più totale con minacce di castighi divini (ho 57 anni)al lassismo ,al giustificare i rapporti per matrimoniali e le vacanze insieme.
    Non si tratta di essere moralisti,ma di far capire che esiste un progetto sulla sessualità pensato dell inizio del mondo che non prevede rapporti al di fuori del matrimonio meno che mai omosessuali.
    E un venir meno al senso del rapporto uomo donna.

    1. Antonio

      @Annalisa

      “Siamo passati dalla severità più totale con minacce di castighi divini (ho 57 anni)al lassismo ,al giustificare i rapporti per matrimoniali e le vacanze insieme”

      Le vacanze insieme possono anche essere caste.

      In ogni caso il problema più che il peccato (purtroppo certi peccati si sono sempre commessi, perché vanno ad intaccare una sfera dove l’uomo, dopo il peccato originale, è davvero molto fragile. Il che non esime dal cercare di lottare contro il peccato, ovviamente) è la giustificazione del medesimo.

      Oggi alcuni vogliono giustificare i peccati e chiedono che la Chiesa faccia lo stesso. Quello di cui non si rendono conto è che fintanto che il peccato non viene giustificato chi lo commette ha comunque mezzi per redimersi prima della morte, fino all’ultimo istante infatti il Signore ci cerca, specialmente (ma non solamente, specialmente ho scritto perché è il momento più importante) in punto di morte. Ma se togliamo alle persone la coscienza del peccato, se le spingiamo a peccare e a giustificarsi, le spingiamo verso la perdizione, anche perché comunque oggi il deposito della Fede Cattolica è a disposizione di tutti e chiunque può informarsi, quindi è ben difficile parlare di ignoranza incolpevole.

      Cito un passaggio del Diario di Santa Faustina che dovrebbe essere illuminante riguardo ai rischi estremi della giustificazione dei propri peccati

      “La misericordia di Dio raggiunge molte volte il peccatore nell’ora estrema in un modo singolare e misterioso. Esteriormente si direbbe che ormai tutto sia perduto, ma non è così. L’anima, illuminata dal raggio di una potente ultima grazia, nel momento conclusivo può rivolgersi a Dio con tanta forza d’amore che, in un attimo, riceve da lui il perdono delle colpe e il condono delle pene. Esternamente però, non vediamo nessun segno di pentimento, né di contrizione, perché il morente non reagisce più visibilmente. Quanto la misericordia di Dio è inscrutabile! Ma, orrore! Vi sono ancne delle anime che, volontariamente e coscientemente, respingono perfino l’estrema grazia con disprezzo!
      Sia detto, dunque, che anche in piena agonia, la divina misericordia depone nell’intimo dell’anima questo momento di chiarezza, mediante il quale l’anima, se vuole, trova la possibilità di ritornare a lui. Accade tuttavia che vi siano anime di un tale interiore incallimento, da scegliere consapevolmente l’inferno, rendendo vane non solo le preghiere innalzate a Dio per esse, ma vanificando perfino gli sforzi medesimi di Dio.”

      1. Francesco Paolo Vatti

        Sono d’accordo sul fatto che l’errore più grave sia quello di giustificare l’errore. Non sono, invece, tanto convinto che il deposito sia a disposizione di tutti. Esistono oggi, nella nostra cattolica (si fa per dire…) Italia bimbi che non hanno mai sentito parlare di Cristo…. Ed esistono cristiani che si dicono tali sulla base di una tradizione, senza il desiderio di approfondire.

  11. Luca Del Pozzo

    Articolo impeccabile. Ma chissà perché ho come l’impressione che non finirà nella rassegna stampa dei padri sinodali…

  12. Francesco Paolo Vatti

    E’ un problema a tutto campo: la Chiesa cerca di recuperare adepti edulcorando (senza rendersi conto che così lo tradisce) il Messaggio. Peccato che -come disse mi pare il vescovo di Volterra- il Mondo certe cose le sappia fare molto meglio. Nell’intervento si parla del concerto: è evidente che mandare uno sconosciuto sedicente cattolico a fare concorrenza a Vasco Rossi non può portare da nessuna parte. Era proprio indispensabile questo sinodo?

  13. Paolo da Genova

    Mi dispiace ammetterlo, ma personalmente temo il documento che tirerà le somme del Sinodo sui giovani. Se dopo i Sinodi sulla famiglia è seguita Amoris Laetitia, che ha creato casotto, chissà quale casotto seguirà il documento dopo il Sinodo sui giovani.

  14. Domenico Carlucci

    Padre Martin! Viscido. E poi chi lo fa parlare chiede di recitare il Santo Rosario nel mese di ottobre per scacciare il Demonio….!

    1. Francesco Paolo Vatti

      Non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca.Il Rosario per scacciare il demonio è sacrosanto e sto cercando di dirlo. Penso che scacciare il demonio sia doveroso e che chi l’ha chiesto l’abbia fatto in un momento di ispirazione…

  15. Barbara

    Grazie Costanza! Qualcuno che abbia il coraggio di dire (e scrivere) la Verità ci vuole!!

  16. Nicola

    I giovani sono una categoria fortemente eterogenea, per età, provenienza geografica, gusti, interessi, sensibilità. Anche considerando i soli italiani, il panorama è così frammentato che mi pare difficile delineare una strategia pedagogica univoca per evitare che si perdano nelle cose del mondo. Dall’esperienza personale non è certo consentito indurre principi generali, tuttavia qualche spunto di riflessione si potrebbe trarre. Dalle mie parti, di norma, la quasi totalità dei bambini frequenta la catechesi; però una volta ricevuto il Sacramento della Cresima – o, al più tardi, alla conclusione delle scuole medie – almeno la metà di essi abbandona. Spesso quelli che abbandonano la Parrocchia hanno genitori indifferenti all’educazione religiosa, bisognosi quanto i loro figli di conoscere Gesù. E così una buona parte dei ragazzi entra nell’adolescenza avendo già chiuso i ponti con l’Oratorio e in breve con la partecipazione alla S. Messa. Ritengo che l’efficacia della catechesi durante gli anni dell’adolescenza non sia stata delle migliori. Penso che per molti, forse anche per me, la catechesi fosse un elemento accessorio alla partita di pallone; eppure, senza il pallone, forse non ci sarebbe stata catechesi. La squadra di calcio dell’oratorio, intitolata ad un Santo, di santo aveva ben poco: niente preghiere, niente riferimenti a Gesù da parte degli educatori. La catechesi era incentrata sul dialogo e poco sulla dottrina. Si leggevano e commentavano (in realtà con poca partecipazione da parte dei giovani) episodi di adolescenti spesso ribelli. Nessuno di noi si identificava con quei giovani, erano troppo stereotipati in ottica trasgressiva. A 18 anni ho smesso, con un anno di anticipo, di frequentare la catechesi; ero comunque uno dei pochi rimasti. All’epoca avevo letto mea sponte il Vangelo, rimanendone entusiasta. Mi domandavo perchè non si studiasse il Vangelo. Come può un cristiano non conoscere il Vangelo? I ragazzi a scuola studiano di tutto; eppure non il Vangelo, ciò che davvero conta nella vita. Perchè la Parrocchia non supplisce? Perchè non si insegna la dottrina della Chiesa? Ecco, questa la mia esperienza. E ora, cosa fare? Ritengo prioritario annunciare chiaramente e integralmente il Vangelo e tornando alle mie considerazioni iniziali, potrebbe essere proficuo implementare le attività in Parrocchia, diversificandole in relazione alla varietà di interessi e alle sensibilità dei ragazzi, così da recuperare il senso di comunità. Ogni attività dovrebbe essere cristianamente orientata. Forse non sarebbe peregrino ipotizzare una valorizzazione dell’Oratorio, affinchè divenga una sorta di isola felice, un punto di riferimento educativo, culturale, spirituale per i giovani e i meno giovani, una realtà vivace, come un monastero che possa proteggere la cristianità dai barbari nichilisti.

  17. Sergio Rovagnati

    Bellissimo pezzo che condivido da cima a fondo. Oltretutto quanto lei dice è confermato anche dalla mia esperienza di insegnante di Religione Cattolica alle “superiori”. Gli adolescenti che tendono ad annoiarsi e a “perdersi” non li recuperi certo facendo lezioni “liquide”, facili, furbe, ammiccanti a certo “giovanilismo” e parlando sempre e solo di attualità, anzi così facendo perdi anche quelli meglio disposti e che tendono ad approfondire sempre i temi che studiano. Se invece proponi loro lezioni “solide” collegandoti con competenza alla Filosofia, alla Storia e alle altre discipline verrai sicuramente più apprezzato. So bene che, nonostante due lauree e un dottorato di ricerca, ho anche vari difetti come insegnante ma sono convinto di quello che insegno (alcuni miei colleghi sembra che addirittura si vergognino della Dottrina Cattolica) e i “ragazzi” questo lo capiscono. Ai miei studenti non piace che li riempia di melassa ma vogliono che “porti a loro la spada”….

  18. Sarei curiosa di sapere cosa studiano i preti di oggi riguardo alle morale sessuale.

    In molti casi non studiano, si dedicano direttamente alla pratica. E purtroppo non è una battuta.

    1. vale

      @F.GIUDICI E PAOLO VATTI

      http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/preti-piace-dare-cu-hellip-ore-sapevate-che-meta-rsquo-186187.htm

      SAPEVATE CHE META’ DEI SACERDOTI HA UN RELAZIONE SENTIMENTALE STABILE, CON UN UOMO O UNA DONNA? – LO SVELA L’INCHIESTA “LA SCELTA – I PRETI E L’AMORE”, DI PAOLO MONDANI E DANIELE AUTIERI, IN ONDA STASERA SUL CANALE “NOVE” – LE STORIE DELLE DONNE CHE SONO DIVENTATE AMANTI DEI RELIGIOSI: “I VESCOVI NON HANNO INTERESSE A OSTACOLARE LE STORIE D’AMORE, VOGLIONO SOLO EVITARE LO SCANDALO” – VIDEO

      1. MA FATEMI IL PIACERE!

        Certo che se li vai a cercare ne trovi, quanti ne vuoi e quanti te ne servono per poi sparare la bomba…

        e @vale il senso del fare qui da tromba per simili proclami, quale sarebbe di grazia??

        1. Francesco Paolo Vatti

          Appunto! Metà mi sembrano davvero di gran lunga troppi. Evidentemente io conosco solo l’altra metà….

        2. vale

          @bariom

          intanto era una segnalazione ai due citati. ( ovviamente ot )

          e a parte il maiuscolo non voluto( non mi ero accorto del blocca maiuscola) è solo una notizia che conferma il fatto che la morale sessuale, qualora la trasmissione sia fatta in modo giornalisticamente attendibile, è un problema che non riguarda solo i preti omo.

          tant’è che,recentemente, lo stesso Papa ha autorizzato un anziano sacerdote che aveva abbandonato la talare per sposarsi e metter su famiglia,a celebrare messa su sua richiesta e del suo vescovo.
          http://sacerdotisposati.altervista.org/2018/10/17/preti-sposati-possono-celebrare-prete-sposato-di-reggio-emilia-riammesso-con-moglie-a-celebrare-messa-con-intervento-mons-camisasca-di-cl/

          niente di più. e nessun intento polemico. solo la constatazione che tale problema è,forse, un po’ più ampio di quanto si creda.

          1. Ma certo che c’è e c’è sempre stato…

            Come quello dei “cristiani” che abbandonano il coniuge!
            Di cosa vogliamo parlare??

            Poi mo’ passiamo da la META’ alla storia di UNO… che dovrebbe validare cosa?

            O era solo per andare dietro alla sagace (sic) battuta di Fabrizio?

            1. vale

              @bariom

              aho,non ho voglia di far polemiche. l’esempio della storia di uno non valida nulla e non aggiunge nulla.è solo un esempio di come è in cambiamento la questione. e al di là della iperbole giornalistica ( la metà) che non condivido-almeno per la mia esperienza- mostra come sia in corso un cambiamento nel giudicare certi avvenimenti.
              piaccia o meno.

  19. Ciao sono io Giulia.ti seguo sempre perché sei diretta e perchsorridendo riesci a dire e far capire.
    E sei molto autoironica…….io invece…zero a sinistra la mia megafamiglia sparsa per l’Italia ed il mondo …mi vuole bene E mi prende in giro.
    Io però , nonna ,mamma e “mamma del marito” … Non demordo e continuo ad assolvere la funzione che mi sono assunta : ricordare a tutti che nella vita oltre scuola lavoro sport etc etc esiste un filo rosso che tutto unisce….e mando articoli.pensieri.preghiere riflessioni su tutto anche sul ricordare il nostro essere popolo on cammino!
    In questo mi sei di grandissimo aiuto Grazie! Continua così!
    P.s.cerco di fare parte del monastero wifi…..anche questo mi aiuta! Grazie costanza vai avanti così.
    Chissà se riuscirò a rientrare a Roma!!!Mi piacerebbe riprendere i miei percorsi! Ma ero giovane e forse Roma non è più quella.
    Ciao

  20. Liso

    E brava Costanza.
    Ho la quasi certezza che questa volta saranno le donne a salvare la Chiesa.
    Da quelle preziosissime racchiuse nei monasteri di Clausura, a quelle in prima linea nelle battaglie quotidiane.
    W le donne, Ave Maria.

  21. Ciò che è più orribile di quello che sta avvenendo è che viene fatto del male ulteriore a ragazzi e adolescenti che magari già vivono in pessime situazione familiari. Dopo che le famiglie sane sono rarissime, perchè la generazioni si sono allontanate da Dio, adesso si degrada anche la Chiesa o quanto meno la maggior parte degli ecclesiastici. Io, e penso molti altri, non abbiamo nemmeno più il conforto di fratelli nella fede, che si sono tutti allontanati o professano dottrine sbagliate, nè di sacramenti correttamente impartiti, come la confessione e la comunione in grazia. Persino moltissime suore hanno rovesciato le verità cristiane. Penso a quelli come me, che devono vivere in situazioni di grande immoralità in brutte famiglie e che non trovano neppure un aiuto all’esterno. Quando finirà tutto questo?

  22. Fabio

    Grazie Costanza per aver detto cose che anche molti miei amici condividono. Continua a parlare liberamente per la Verità! Grazie!

  23. Pingback: Guardatevi intorno: non vedete che siamo pieni di santi? | Matrimonio Cristiano

  24. Francesco Paolo Vatti

    Si parla tanto di Misericordia in questi anni, ma ci si dimentica spesso che una delle più grandi opere di Misericordia spirituale è di correggere gli erranti; quando il Cardinal Scola lo fece leggere nelle parrocchie di Milano ne rimasi quasi stupito, tale è il clima che si respira oggi, quando si parla di odio invece che di misericordia. Mah!

  25. Ma certo che c’è e c’è sempre stato…

    Non considero particolarmente affidabile Dagospia o il canale 9; comunque sui preti omosessuali padre Oko ha dato stime di tassi molto alti in certe diocesi. Ma “certe” diocesi non ci permette di fare una stima globale. Quello che però va notato è che “c’è sempre stato” è vero, ma non così tanto. Da La Salette in poi, passando per la visione “macellai!” di Padre Pio, uno dei messaggi chiari è stato “il clero è corrotto” quanto non lo è mai stato prima.

    1. Francesco Paolo Vatti

      @Giudici
      Non saprei dire se non sia mai stato così corrotto prima; epoche di corruzione nella Chiesa ce ne sono state tante anche in passato, difficile fare una classifica.

  26. @ Fabrizio

    Io comincio ad avere qualche dubbio se l’organizzazione tradizionale della Chiesa Cattolica funzioni nella società attuale. Tutti questi giri di corrotti che riescono a salire la gerarchia e a far promuovere i loro simili… la carriera di McCarrick è emblematica. Si è fatto vedere nei posti in cui viaggiava GP II, gli ha organizzato delle belle accoglienze. Può essere normale che un papa, per quanto santo, scelga i suoi collaboratori in base sull’impressione avuta in due, tre, quattro eventi ufficiali? Suona molto feudale, nel senso deteriore del termine.
    Non metto certo in dubbio il primato petrino, ma non è dogma che questo debba strutturarsi così. Per esempio sembra, ma correggetemi se sbaglio, che le Chiese ortodosse se la stiano cavando meglio sul piano morale. Non tutto il clero (ho sentito recentemente di un sacerdote di un paese ucraino che è scappato con la cassa delle offerte, cosa che era già avvenuta con alcuni predecessori. Ma maggior parte degli abitanti del paesino ha smesso di andare in chiesa o si è unito alla chiesa protestante locale), ma pare che a livello di vescovi riescano a selezionare quasi sempre delle guide vere e moralmente solide. Cosa impedisce di imitarli? (Per la verità non ho idea di come vengano scelti o vescovi presso gli ortodossi. Forse è il predecessore che decide? E se un vescovo è indegno? Cosa ha impedito che ogni chiesa ortodossa col tempo si facesse la propria dottrina?). Il papa può esercitare il suo potere in altro modo, ad esempio inviando osservatori e mantenendo il potere di rimuovere vescovi a sua discrezione. Dico questo non perché non pensi (“ortodossamente”) che le diocesi abbiano un qualche diritto all’autogestione, ma perché il papa sembra non avere più un’idea di chi nomina e promuove.

    1. Sui greci-ortodossi non ho personalmente una visuale sufficientemente dettagliata. Da certi punti di vista sembrano messi meglio, ma temo che sia un’illusione ottica. Per esempio, sul matrimonio e sul divorzio hanno ceduto da secoli. Inoltre non fanno altro che frammentarsi (di queste settimane l’ultima clamorosa rottura tra Mosca e Costantinopoli, che si sta consumando sulla linea di faglia dell’Ucraina, con evidenti pressioni politiche dietro entrambe le parti; credo che finiranno per prendersi a bastonate per il controllo delle chiese e, visto il contesto in Ucraina, temo anche peggio). Mi pare il classico caso dell’erba del vicino che appare più verde. Probabilmente li teniamo in grande considerazione perché sono sopravvissuti allo schiacciasassi sovietico, il che è stata certamente un’impresa, e crollata l’URSS non potevano che rifiorire. Ma hanno molti problemi. Sono anche loro infiltrati: Atenagora sarebbe stato un massone – su questo punto non so valutare l’attendibilità dei documenti, ma ci sarebbe stato un pronunciamento di Padre Paisios, un mistico molto popolare.

      Si può dire che non hanno il problema dell’apertura alla modernità, perlomeno non nella misura in cui l’abbiamo noi, che ci siamo andati a cercare col lanternino; inoltre dal punto di vista culturale in qualche modo il blocco comunista li ha preservati dalle evoluzioni della modernità, e quando il muro è caduto il popolo ha potuto constatarne il grado di marcescenza (che per noi è stato meno evidente, perché l’abbiamo vissuto incrementalmente) e dunque diffidarne.

      Tornando a GPII, colgo l’occasione per precisare alcune cose che non ho fatto in tempo a scrivere prima che i commenti dell’articolo precedente si chiudessero. Non ho detto che non ci sono motivi per considerarlo santo (né è inteso questo nell’articolo di Don Ariel, che evidentemente non è stato neanche letto; anche se comprendo che è molto lungo). Che abbia fatto cose grandiose è evidente. Temo però che – a parte gli errori veri e propri – abbia in parte disperso le proprie energie a scapito di altre cose importanti che avrebbe dovuto fare (come per l’appunto la selezione di vescovi e cardinali). Se inoltre è vera la metà delle cose che leggo sul suo segretario… beh, diamine, scegliersi la persona sbagliata come segretario personale è madornale, certo che non c’è da aspettarsi di meglio dagli altri collaboratori.

      Tuttavia negli ultimi cinquanta/sessant’anni c’è una specie di dicotomia ricorrente: pare che tutti i papi facciano contemporaneamente grandi cose da un verso e pessime cose dall’altro. Ci possono essere ragioni culturali dietro (il Concilio, o il post-concilio, vari errori compiuti), ma può esserci anche un motivo soprannaturale orientato ad un fine: in questo modo i fedeli si dividono nettamente in due gruppi, chi è felice di seguirli nel bene e chi invece nel male; la Chiesa e l’antichiesa citata dallo stesso GPII, di cui vediamo sempre più chiaramente la contrapposizione (cfr. anche l’ultimo pezzo di Valli). Come dire: chi scalpita per fare a modo suo sia facilitato nell’uscire dalla Chiesa, in modo che dentro rimanga solo chi è veramente convinto.

      1. Thelonious

        @Fabrizio Giudici: “…scegliersi la persona sbagliata come segretario personale è madornale, certo che non c’è da aspettarsi di meglio dagli altri collaboratori.”

        Ti sentiresti di traslare questo ragionamento a Cristo e a Giuda, per esempio (ma anche a Pietro, visto che l’ha rinnegato tre volte)?

        1. Non mi sentirei di fare l’esempio, perché non c’entra un tubo. Sono quelle frasi fatte nel mondo cattolico che servono per cercare di ignorare i problemi nascondendoli dietro un aforisma, e che hanno contribuito a farci trovare nella situazione in cui troviamo.

          Infatti non si ragiona sul fatto che il problema non è la scelta dei collaboratori, ma l’incapacità di rendersi conto con chi si ha a che fare e/o prendere provvedimenti contro di lui.

          Giuda è stato scelto; ma Cristo ha capito che l’avrebbe tradito; e di fatto l’ha cacciato durante l’Ultima Cena. Ormai aveva fatto danno, ma si sa che Cristo si è incarnato per farsi crocifiggere, dunque quel passo era inevitabile. Invece i Mc Carrick e i segretari particolari non sono stati riconosciuti, e consequenzialmente non sono stati cacciati.

          Per non dire che Giuda era una sola mela marcia su dodici, e gli altri undici hanno fatto un ottimo lavoro. Cosa che non si può dire della gerarchia contemporanea, visto lo sfascio attuale.

          Più che pensare agli Apostoli, peraltro, è pertinente pensare a come si è sempre comportata la Chiesa: i traditori venivano individuati e cacciati, con scomuniche e altri provvedimenti. Non tutti, certo: ci sono sempre traditori che sono bravi a nascondersi. C’è un tasso fisiologico. Ma complessivamente la Chiesa non si è mai trovata nella situazione in cui è oggi, dunque vuol dire che ha fatto peggio di quanto non abbia fatto nei duemila anni precedenti.

          1. Sarà bene ricordare che Cristo non “cacciò” Giuda…

            Leggiamo infatti:

            Giovanni 13

            ” …In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. 17 Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. 18 Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. 19 Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20 In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
            21 Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». 22 I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. 23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24 Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». 25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26 Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. 27 E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». 28 Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; 29 alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30 Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.”

            Gesù persino si commuove sapendo che uno dei Dodici, per il quale comunque sarebbe stato disposto a donare la Sua vita, era ormai pronto a tradirlo*. Compreso che ormai non vi era alcuna speranza per Giuda, su un suo ripensamento, lo invita addirittura a compiere ciò che doveva compiere.

            *(molto interessante sarebbe approfondire i motivi di quel tradimento…)

            1. Non solo non caccio’ Giuda, ma Gesù si tenne gli altri 11 che, salvo Giovanni, lo tradirono e comunque fuggirono. Il buon lavoro lo fecero dopo.

          2. Thelonious

            @Fabrizio Giudici:
            “Non mi sentirei di fare l’esempio, perché non c’entra un tubo. Sono quelle frasi fatte nel mondo cattolico che servono per cercare di ignorare i problemi nascondendoli dietro un aforisma, e che hanno contribuito a farci trovare nella situazione in cui troviamo.”

            Che non c’entri un tubo lo dici tu.
            Che io ignori i problemi nascondendoli dietro un aforisma è una tua illazione senza fondamento perché non mi conosci.
            Che frasi come la mia (che è una semplice osservazione sul fatto di dare giudizi troppo affrettati) “avrebbero contribuito a farci trovare nella situazione in cui ci troviamo” è una vera e propria idiozia.
            Vedi Fabrizio, lo sgarbo con cui rispondi è a mala pena celato dal tuo italiano corretto e dalla logicità del tuo periodare, ma tracima verso chiunque faccia non dico un’obiezione a quello che ti asserisci, ma una semplice osservazione.

            E comunque no, gli altri Apostoli, mentre Cristo era ancora vivo prima della crocifissione, non fecero “un ottimo lavoro”, ma semplicemente giocarono la loro umanità, coi loro pregi e anche coi loro (molti) difetti. Pietro per primo, a cui Cristo affida le chiavi del Regno di Dio.

  27. Teresa

    Ciao Costanza leggo spesso i tuoi articoli ma non ho mai commentato! questa volta non riesco a non scrivere “due righe” sulla argomento giovani che mi sta tanto a cuore!!!io credo tanto nei giovani sto pregando tanto per i giovani perché sono tanto bisognosi…hanno bisogno delle nostre preghiere e soprattutto del nostro esempio.il tuo bellissimo articolo sembrava fosse la discussione che io e marito abbiamo fatto una di queste sere proprio le stesse parole(ed è stato bellissimo sapere che una persona mai vista e conosciuta abbia gli stessi nostri pensieri e sentimenti).anche noi abbiamo 4 figli(ma tutti maschi)e anche noi pensiamo che STIAMO TRADENDO I NOSTRI GIOVANI!!! In questi giorni essendoci i consigli di classe ci si incontra con gli altri genitori ed è capitato di sentire come progetto l educazione sessuale in 3 media alla mia perplessità mi è stato detto che ormai i ragazzi sono svegli… Si si saranno svegli ma non nel bene dico io…non è vero che tutti sono svegli dipende da che realtà vengono da cosa si guarda in casa,da come si vive in casa…quindi chi non è ancora”sveglio”viene svegliato per forza con immenso danno!io mi sento responsabile davanti a Dio dell educazione che do ai miei figli e soprattutto ne dovrò rendere conto.Se non avessi avuto insegnamenti buoni sarei di fronte a Dio meno colpevole ma siccome li ho avuti devo insegnare bene anche a loro!Tradiamo i giovani perché non insegnamo loro la strada della felicità che passa attraverso i comandamenti che sono i consigli che Dio ci da per essere felici…forse non si riflette abbastanza su questo…
    Mio figlio più grande in seconda Superiore ha fatto un progetto sull argomento della sessualità chiamato w l amore(come se a 16 anni si sapesse cosa vuole dire la parola amore)che non ho capito in che senso venisse inteso comunque non essendo stata informata ed essendo stato un progetto di molte ore non ho potuto lasciarlo sempre a casa e gli ho spiegato che lui poteva benissimo partecipare a questi incontri ma che per me non erano buoni insegnamenti anzi di veto tradimento…è stato poi lui a decidere che a certi incontri(tipo in consultorio) non voleva partecipare!Fare certi progetti mi sembra come dire che noi adulti ci arrendiamo davanti ai giovani…come dici tu per evitare malattie o gravidanze ma la bellezza dell incontro fra uomo e donna il fare un bel cammino insieme e prendersi l impegno per tutta la vita(con annessi rapporti intimi)no questo non si insegna meglio una cosa sbrigativa accoppiamoci come gli animali ma usate qualcosa per cortesia!mi fermo qui per carità… Ci sarebberoaltre mille cose da dire e che ho tralasciato come la mia esperienza personale molto bella!!!un saluto da teresa

  28. Gesù non cacciò Giuda.

    Sofisma, che mi aspettavo. Non lo cacciò così come Dio “non punisce”, né “manda all’inferno”, ma i peccatori si tirano addosso la punizione da soli, e si mandano all’inferno da soli, eccetera. Ma nei fatti, Dio punisce e manda all’Inferno, perché così ha stabilito che vadano le cose.

    Con quel “chi mi tradisce…”, per non parlare del “sarebbe meglio non fosse mai nato”, Giuda è stato messo fuori. Certo: si è messo fuori da solo. Il concetto non cambia. Cambia nel senso che si è trovato in una situazione in cui aveva solo due vie d’uscita, e non ha voluto scegliere quella giusta. Cerchiamo di non essere sofisti, per favore, perché è ridicolo: qui non siamo parlando di Mc Carrick pentiti, e se sia o no il caso di accoglierli di nuovo nella Chiesa: parliamo di impuniti che continuano a far danni, che la via giusta d’uscita l’hanno a disposizione come tutti, ma scelgono quella sbagliata. Anche perché nessuno dice loro quel che dovrebbe dire.

    D’altronde Cristo è la pietra d’angolo su cui certi trovano fondamenta solide, altri ci si sfracellano sopra (anche se dalle Letture questa frase è stata espunta).

    E la Chiesa per secoli ha cacciato eretici e prelati indegni.

    1. Te lo aspettavi ed eri pronto… prendo atto della tua prontezza.

      Sul resto, se ritieni che il mio commnento fosse solo la presentazione di un “sofisma”, perdippiù volto al “buonismo”, a sostenere che Dio non punisce, non si adira, che tutto sempre deve essere perdonato senza agire di fronte al male… beh non hai capito un tubo.

      Ma questo è un problema tuo, tutto preso come sei a sostenendo sempre e comunque, l’assoluto “rigorismo”.

  29. @Bariom

    Mi ha sempre colpito il fatto che Giuda (almeno secondo Giovanni) fa questo passo interiore, lasciare entrare Satana proprio quando si è appena “comunicato”. Forse l’unione sacramentale ha un effetto “chiarificatore” sull’anima? Riempie di grazia chi ha già cominiciato ad accogliere Gesù e suscita rifiiuto in chi ha già cominciato a rifiutarlo?

    1. @Zimisce, è una interessante riflessione la tua…

      Io sono però portato a credere che ovviamente Giuda avesse già in animo di compiere ciò che ha poi compiuto. Di fatto la Scrittura se non sbaglio ci ricorda che aveva già preso accordi in tal senso con i Farisei.

      Quindi questo ci insegna che neppure l’unione sacramentale, la vicinanza persino così fisica con Gesù, il trasalire dell’animo che avrebbero dovuto suscitare le parole di Gesù che dichiarava di sapere, che in questo caso non pareva neppure puntare il dito (in altri si – altrimenti Fabrizio, si scatena…), ma come per Pietro, mette nella verità sperando questa porti ad un cambio della coscienza e dell’agire, nessuna di queste cose appunto, sono state capaci in Giuda, e nella vita di ognuno talvolta, di chiamare(rci) a conversione.

      Non per la debolezza dell’azione di Cristo, ma per la pervicacia dell’animo nostro quando si volge al male, quando si chiude alla Grazia, quando come per Giuda, lasciando la comunione con Cristo e i Fratelli, si esce nella notte… nelle tenebre (per compiere il male)!

    2. Beatrice

      @ Zimisce

      Suor Gloria Riva usa la metafora del sale per spiegare quello che tu dici qui. Cito le sue esatte parole:

      “L’eucaristia è una iniezione di eternità, prepara e abitua l’uomo a stare con Cristo ma – come dicevano i Padri della Chiesa – essa è come il sale, conserva nello stato in cui sei. Se sei in grazia di Dio, sei conservato nel bene; se non sei in grazia di Dio si accelera il processo di corruzione. Lo dice appunto tutta la vicenda di Giuda che, dopo aver preso il boccone uscì e la sua uscita fu nefasta. Non solo tradì il suo Maestro con il quale aveva condiviso la mensa ma, e questo fu l’aspetto peggiore, disperò del suo perdono. Non ebbe la forza di pentirsi e di ritornare in seno alla comunità. Egli diede su di sé un giudizio inappellabile tale da togliersi la vita”.

      Qui si trova il resto dell’articolo: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/13/alla-comunione-ai-divorziati-risposati-anche-il-beato-angelico-dice-no/

      1. Ma Essa è anche vero cibo…

        Nutrimento dell’anima e persino dello stesso “corpo fisico”, come ci dimostrano sante che hanno vissuto di sola Eucaristia per anni e anni.

        😉

        1. Beatrice

          Sì, ma diventa nutrimento per l’anima e il corpo se è assunta quando si è in grazia di Dio, altrimenti è dannosa, come ci ricorda San Paolo.

  30. Vedi Fabrizio, lo sgarbo con cui rispondi è a mala pena celato dal tuo italiano corretto e dalla logicità del tuo periodare, ma tracima verso chiunque faccia non dico un’obiezione a quello che ti asserisci, ma una semplice osservazione.

    Quello che tracima è semplicemente la volontà di far notare discorsi senza senso – e a volte avrei voglia di farlo usando un italiano da zappaterra, visto che è il concetto ad essere importante e non la forma (se poi volessi scendere sul livello retorico di certe risposte facili, potrei fare presente che pure i Farisei si stracciavano le vesti a proposito degli “sgarbi” di Cristo; ma non lo faccio). Per esempio, far notare il ridicolo di chi insiste a dire che quegli undici “non fecero un ottimo lavoro”, quando sono tutti martiri (tranne uno) e santi. È la fiera del sofismo, dei discorsi forbiti ma che girano intorno al nulla, frutto probabilmente di troppa letteratura cattolica sofista che imperversa da decenni e che ha stufato una moltitudine di fedeli, me incluso. Tutto per girare poi intorno al nocciolo del problema di turno (che, ricordo, in questi giorni è la responsabilità della presenza di così tanti pastori degeneri) che, in ottimo stile vaticansecondista viene seppellito da strati e strati di discussioni. Mi ricorda le pagine di commenti, mesi fa, per contestare l’affermazione che il problema è anche dovuto al fatto che non si prega abbatanza: una cosa nota ed evidente per i fedeli semplici, eppure ci si è dovuto costruire sopra un castello di carte.

    a sostenere che Dio non punisce, non si adira, che tutto sempre deve essere perdonato senza agire di fronte al male… beh non hai capito un tubo.
    Non penso che sei buonista: solo che anche tu a volte parti per la tangente con discorsi senza senso, volti a dimostrare il niente.

    lasciare entrare Satana proprio quando si è appena “comunicato”
    Tu metti le virgolette, in effetti non tutti gli esegeti e i teologi sono d’accordo sul fatto che quel boccone offerto da Cristo sia stato accettato. Vedo che Beatrice comunque ha già risposto. Aggiungo che quel momento chiave della vita di Giuda consiste nell’essere stato forzato a prendere atto di Gesù, quello vero, e non l’anticristo rivoluzionario antiromano da lui immaginato. È il momento inevitabile che prima o poi arriva per tutti: è molto più grave di vedersi “puntare il dito”: era l’offerta di pentirsi, l’ultima. Anche gli altri undici hanno dovuto passare quel momento critico, e l’hanno superato; un po’ perché ci hanno messo la propria buona volontà e hanno assecondato la guida dello Spirito Santo, ma anche perché hanno sempre ricevuto un rimprovero da Gesù quanto hanno toppato; ora dolce (come quando due discutevano su chi fosse il più grande), ora durissimo, come il “vadre retro Satana” (per non parlare di chi, fuori dagli undici, cadde da cavallo).

    Che alla fine è quello che vediamo oggi: prelati eretici che imperversano e diffondono dottrine cervellotiche e false perché, come Giuda, non hanno ancora fatto i conti con il Cristo vero, mentre si trastullano con i loro personali anticristi; e chi avrebbe il dovere di richiamarli alla realtà non lo fa, da decenni.

    1. Aggiungo che quel momento chiave della vita di Giuda consiste nell’essere stato forzato a prendere atto di Gesù, quello vero, e non l’anticristo rivoluzionario antiromano da lui immaginato. È il momento inevitabile che prima o poi arriva per tutti: è molto più grave di vedersi “puntare il dito”: era l’offerta di pentirsi, l’ultima.

      È infatti questa è la più corretta chiave di lettura (che non è così difficile ritrovare nei miei “discorsi privi di senso, volti a dimostrare il niente”) e do quindi quel “cacciò” è realmente termine fuori di senso e di luogo ma che tu azzardi ad attribuire a Cristo a sostegno dei tuoi ragionamenti…

      Ma naturalmente non sei mai tu che parti per la tangente … non sia mai 😝

  31. Gianluca

    Grazie Costanza! …non penso di esagerare…..ma credo sono trent’anni che aspetto quest’articolo! ….in pochi e parzialmente mi hanno sempre risposto!
    Grazie!
    Gianluca

  32. francesco

    leggere bariom (e amici) fa capire tante cose.
    comunque, facciano e dicano pure.
    alla fine Chi puo’ fara’ i conti.

    nel frattempo, a proposito di conti e a scanso di equivoci, l’otto per mille va a qualcun altro.

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