Giovanni Paolo II: quarant’anni fa dalla Polonia la “scintilla” che avrebbe preparato il mondo all’ultima venuta di Cristo

di Luca Del Pozzo

“Simone dorme, Pietro veglia”. Queste le parole dell’allora cardinale Montini, futuro S. Paolo VI, alla notizia della morte di Pio XII. Parole che esprimono tutto il mistero, la grandezza e l’umanità del servizio petrino. Parole che mi sono tornate in mente in questi giorni pensando alla straordinaria figura di S. Giovanni Paolo II, uno dei giganti del XX secolo, di cui ricorre in questi giorni il quarantesimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio Come molti miei coetanei, il pontificato di Karol Wojtyla ha coinciso con gli anni della mia giovinezza.

Ero a Roma, all’epoca diciassettenne, in occasione del Giubileo straordinario del 1984. Ci tornai l’anno dopo, la Domenica delle Palme, per la prima Giornata Mondiale della Gioventù, e da allora sono stato, come si dice, un “papa boy”. Anche oggi, che ho girato la boa dei cinquanta, mi sento ancora parte dei tanti milioni di giovani che hanno seguito in giro per il mondo papa Wojtyla. Solo ora mi rendo conto del privilegio che ho avuto, anzi meglio, della “grazia” che mi è stata concessa di poter vivere quella che è una parte fondamentale della vita di un uomo, sotto il suo pontificato. Le parole, gli scritti, ma soprattutto la testimonianza di questo papa – che è andato ad aggiungersi alla schiera dei santi dopo che lui stesso ne ha proclamati più di tutti i suoi predecessori messi assieme – resteranno pietre miliari nel mio cammino di cristiano e di uomo. Indubbiamente la figura e l’opera di Giovanni Paolo II si prestano a molteplici letture. Due sono gli aspetti che vorrei qui ricordare.

Primo, il fatto di aver saputo incarnare in pieno l’essenza della missione petrina, ossia di “confermare i fratelli nella fede”. Da questo punto di vista il papa polacco è stato davvero una “roccia”, un porto sicuro, una parola vera in mezzo alle tante, troppe chiacchere che quotidianamente ci stordiscono, fuori ma anche dentro la Chiesa. Nel magistero di S. Giovanni Paolo II ho potuto trovare la Tradizione viva declinata con una sensibilità ed un linguaggio moderni, ma soprattutto centrata sui reali bisogni dell’uomo contemporaneo, prima fra tutti il bisogno di trogare un senso alla propria vita. La Chiesa di S. Giovanni Paolo II è stata una Chiesa in cui non ci si sentiva uno tra tanti, confuso nella moltitudine anonima del “popolo dei credenti”. Al contrario, anche grazie al santo papa polacco è pian piano maturata la consapevolezza che l’annuncio cristiano, la Buona Notizia, fosse innanzitutto un fatto che “mi” riguardava da vicino, stante l’unicità e l’irripetibilità di ogni persona. E proprio in questo consiste il secondo aspetto che vorrei sottolienare: il fatto cioè che S.Giovanni Paolo II ha saputo incanalare il suo pontificato nella linea di un rinnovamento nella, non contro nè oltre la Tradizione – ciò in cui consiste il vero spirito del Concilio Vaticano II – in linea con quella “ermeneutica della riforma” di cui parlò Bendetto XVI nel memorabile discorso alla Curia romana del 22 dicembre 2005. Concilio rispetto al quale entrambe le letture prevalenti, quella tradizionalista che lo vede come un evento di rottura rispetto alla “vera” Chiesa – con ciò intendendo quella tridentina – e quella progressista che, all’opposto, lo interpreta anch’essa come discontinuità ma in questo caso positivamente intesa come apertura alla modernità, peccano di miopia. A costo di ripetermi per averlo già detto e scritto, se è fin troppo facile dimostrare come durante e dopo il Vaticano II ci furono sbandamenti, eccessi ed errori, è altrettanto vero che ciò accadde non a causa del Concilio – come erroneamente sostiene la scuola tradizionalista – ma nonostante il Concilio e sulla base di una precisa interpretazione del Vaticano II, che poi è quella che storicamente ha prevalso, sviluppata in primis dalla Scuola di Bologna, che lo ha interpretato a mo’ di cesura col passato e apertura alla modernità. E’ sulla scia di questa lettura che più d’uno si è sentito autorizzato a vivere e pensare la chiesa come se il Concilio fosse l’anno zero, in nome del quale si potevano (e forse si dovevano) mutuare acriticamente categorie e forme della modernità per stare finalmente al passo con i tempi. I risultati li conosciamo bene e non vale la pena di starle ad elencarli. Fatti e misfatti che hanno, per contro, confortato i critici da destra del Concilio, che hanno avuto buon gioco nel prendersela direttamente con il Vaticano II, visto come la causa remota di tutti i mali.

Ma proprio questa è, a ben vedere la grande eredità di Karol Wojtyla: di fronte alle sfide di oggi, prima fra tutte l’apostasia dilagante in Europa, occorre riprendere e attuare il Vaticano II, quello vero. Che nell’ottica giovanpaolina vuol dire, semplicemente, tradurre in atteggiamenti concreti quello che il Concilio ha detto, cioè vivere in prima persona quell’arricchimento – categoria con cui Wojtyla intese riassumere il significato più profondo dell’evento conciliare – sia come approfondimento dei contenuti della fede sia come arricchimento della vita del credente, in senso cioè soggettivo, umano,  esistenziale. Il che a sua volta implica mettere al centro di ogni pastorale l’annuncio del Vangelo, cercando di “accordare” le verità di sempre sulla lunghezza d’onda degli uomini del proprio tempo, in linea con quella “nuova evangelizzazione” che, divenuto papa, S. Giovanni Paolo II lanciò nel 1985 e per la quale si spese in prima persona fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. E non è un caso se l’anelito missionario che animava Karol Wojtyla ha coinciso anche con la riproposizione di una verità spesso dimenticata, il fatto cioè che la Chiesa è chiamata ad essere “segno di contraddizione” per il mondo, con tutto ciò che ne consegue. S. Giovanni Paolo II ha vissuto in pieno questa che è, lo ripetiamo, la cifra essenziale del cristianesimo: lo testimonia non solo il suo pontificato ma anche, e direi soprattutto, il modo in cui ha vissuto l’ultimo scorcio della sua vita terrena profondamente segnata dalla malattia e dalla sofferenza. In un mondo che predilige gli schieramenti, gli aut-aut, le prese di posizione nette e via dicendo, il santo papa polacco è stato un outsider in cui la legge per eccellenza del cattolicesimo, quella dell’et-et ha brillato di luce smagliante facendo risaltare in una mirabile sintesi dilalettica i due poli che a torto sono considerati antitetici: modernità e tradizione. Anche in questo aspetto sta una delle ragioni che hanno fatto di Karol Wojtyla un’icona vivente del suo tempo, pur in mezzo a critiche e opposizioni dentro e fuori la Chiesa. Et-et, dunque: debole e forte, materno e autorevole, aperto al dialogo e fermo sui principi, capo della chiesa e compagno di viaggio degli ultimi della terra. Tutto questo e molto altro ancora è stato il Papa polacco: un “segno di contraddizione” che non cessa di stupire. E di commuovere.

La celebre locuzione interiore avuta da Santa Faustina Kowalska, “Amo la Polonia in modo particolare, e se ubbidirà al Mio volere, l’innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venutra”, può sicuramente applicarsi a Karol Wojtyla. Chiudo questa mia breve riflessione prendendo a prestito dal suo ultimo libro, “Quando il cielo di fa segno”, queste parole di Vittorio Messori, che ebbe il privilegio – come lui stesso dice – di intrattenersi con S. Giovanni Paolo II preparando il libro-intervista “Varcare le soglie della speranza”: “…posso dirlo senza esitare: stando vicino a quell’uomo, ascoltandolo, guardandolo negli occhi mentre gli parlavo, avvertivo chiarissima quella che la teologia mistica chiama «l’aura della santità». La sua sola presenza era più efficace di qualsiasi enciclopedia di apologetica, si «sentiva» che il Padre, in attesa di incontrarci nell’Aldilà, nell’aldiquà ci aveva dato un «padre» vicario che rifletteva la Sua immagine.”. Parole che non potrebbero esprimere meglio il “segreto” di Karol Wojtyla”.

 

 

77 pensieri su “Giovanni Paolo II: quarant’anni fa dalla Polonia la “scintilla” che avrebbe preparato il mondo all’ultima venuta di Cristo

  1. eleonora

    “Queste le parole dell’allora cardinale Montini, futuro S. Paolo VI, alla notizia della morte di Pio XII.”

    quando muore pacelli, montini non è ancora cardinale, SVEGLIA

  2. msilvia2

    Grazie a Luca Del Pozzo per quanto ha scritto.
    Ho avuto la grazia di partecipare in udienza privata , a Castelgandolfo, ad una Eucaristia di S. giovanni Paolo II.
    Lui viveva la Messa e trasmetteva la presenza di Dio. Era sua trasparenza.
    Una esperienza indicibile, indubitabile, indimenticabile.
    Grazie !

  3. Conosco la locuzione interiore avuta da Santa Faustina Kowalska, “Amo la Polonia in modo particolare, e se ubbidirà al Mio volere, l’innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta”

    La guerra del Golfo nel ’91, la guerra nella ex Jugoslavia nel decennio ’90, poi l’11 settembre 2001, poi l’Afghanistan, poi la Siria, la Libia, tsunami 2004, la crisi in Ucraina, lo tsunami 2011, i terremoti in Italia : mai avuto sensazioni o senso di castigo/ sventure/punizioni/catastrofi imminenti in quei momenti.

    Oggi come oggi NON è così : un oppressione, un peso mi schiaccia, una nube oscura ammanta tutto e tutti…..non so come altro esprimerlo, ma la sensazione, la consapevolezza, se così si può dire, è questa.
    Non so se il tempo rimasto è veramente poco, perchè anche i primi cristiani e ogni generazione di cattolici ha sempre avuto questa “sensazione”, che il tempo che stessero vivendo fossero “gli ultimi tempi”….quindi, che dire ? °_°

    Quanto a me sono davvero esausto e provato e vado avanti per pura Fede, non so neanche io come : i retti di cuore e di vita – che cercano e imitano Gesù – soffrono, questo lo si vede e si constata tutti i giorni….. e prego di essere pronto e chiedo a Dio di conservare sempre l’umiltà e la perseveranza…e che Lui mi doni sempre la Fede, la Speranza, e la Carità….forse mi sfugge qualcosa, forse non vedo qualcosa, forse sono un ingrato e presuntuoso…ma tant’è.

    La mia anima ha sete di Te Signore ed è inquieta e non trova pace finchè non riposa in Te ! Grazie Signore per la Tua pazienza ! Beata Vergine Maria, consolatrice degli afflitti, prega per noi !

    1. Non so se il tempo rimasto è veramente poco, perchè anche i primi cristiani e ogni generazione di cattolici ha sempre avuto questa “sensazione”, che il tempo che stessero vivendo fossero “gli ultimi tempi”….quindi, che dire ? °_°

      È un’osservazione interessante. In tutta onestà, la crisi attuale della Chiesa non ha precedenti: mai si era vista un’apostasia e una corruzione diffusa in tutta la gerarchia, fino alla cima. C’è stato un certo numero di papi disastrosi in passato, ma o lo erano solo nel comportamento privato, o sbagliarono solo qualche decisione di governo, pure fondamentale, o si mossero intorno a qualche idea dottrinale errata, ma isolata, senza riuscire a diffonderla in pubblico. Mai un disastro come quello che vediamo, con l’inversione totale di tutto. Mai la Madonna apparve in passato con la frequenza con cui è apparsa in questi ultimi centocinquant’anni (più o meno), con tutta una serie di messaggi che contengono una parte comune ricorrente moto chiara (per un riassunto veloce e recente, vedasi qui: https://www.aldomariavalli.it/2018/10/17/quelle-rivelazioni-sulla-grande-apostasia/).

      Detto questo, non possiamo sapere – salvo che qualcuno abbia una rivelazione privata diretta – se quello che vediamo è veramente la Grande Apostasia dell’Apocalisse o un momento precursore. Comunque, si reagisce nello stesso modo.

  4. come erroneamente sostiene la scuola tradizionalista

    Ma bisognerebbe dimostrarle, le asserzioni. Quello che dovrebbe invece apparire ovvio è che è proprio l’ermeneutica della continuità ad essere fallita, e la dimostrazione sono le dimissioni di Benedetto XVI. I problemi del Concilio sono del Concilio, sin dal suo inizio, anzi anche prima, negli errori e nello “scellerato ottimismo” di Giovanni XXIII. Io ho grande affetto per GPII, ma retrospettivamente non mi nascondo che dietro i panegirici di GPII c’è l’omissione di tutta una serie di fatti. La cospirazione della setta c’è stata senza dubbio, ma non è difficile vedere che una gran parte dei personaggi orribili che ora stiamo subendo hanno fatto carriera sotto GPII e, in parte, anche BXVI. La Chiesa non è stata invasa da un giorno all’altro. I Padre Maciel e i Mc Carrick non sono saltati fuori l’altro ieri. Vedo che i cattolici americani in questo sono mediamente molto più avanti di quelli italiani, perché stanno facendo i conti con la realtà (e non sono solo i tradizionalisti), mentre da noi si preferisce ancora ignorarla. Più ci si ostina ad ignorarla, più a lungo rimarremo a marcire nella palude. Ci sono le eccezioni: p.es. sull’Isola di Patmos (che non sono tradizionalisti, che hanno un’idea certamente più ottimista del Concilio di quella che sto esponendo) hanno pubblicato vari articoli ricordando i gravi errori dei pontefici del passato. Ci vuole un po’ più di coraggio e magari meno sentimentalismo nel gestire i ricordi di gioventù.

    1. Mentelibera65

      Salve, indicheresti questi articoli dell’isola di patmos sugli errori dei pontefici del passato? Non è facile trovarli in mezzo a tanti pubblicati negli anni. Grazie.

      1. MenteLibera65

        Salve Fabrizio Giudici. Ripeto la domanda di prima che forse ti è sfuggita non avendo citato il nome. Avresti qualche link di questi articoli dell’isola di Patmos?

  5. Aggiungo una considerazione: gli estimatori di GPII e BXVI pongono grande enfasi sull’opera di evangelizzazione che fecero (o se preferite, sull’annuncio). Fecero davvero molto, in questo campo. Peccato che non è propriamente questo il compito principale di un Papa. Tant’è che si tratta in gran parte di una novità relativamente recente, venuta fuori con la mediaticità dei pontefici (specialmente da quando c’è la televisione). Per quasi duemila anni l’annuncio è stato affidato ad una frotta di santi, religiosi e in parte laici, di tutti i tipi, gli ordini e i gradi, non certo ai papi. Il Papa, in quanto roccia della Chiesa, deve preservarla nella sua solidità e nell’adesione della parte visibile a Cristo. Questo sia dal punto di vista dottrinale (e qui GPII e BXVI hanno grandemente operato, per ora soprassediamo su alcune cose) che da quello del governo: ma su questo punto hanno fallito, grandemente. Inutile ribadire la solidità della dottrina se lasci gli eretici liberi di far danni e oltretutto lasci loro accesso nelle università e nei seminari.

  6. Maria Cristina

    Vado controcorrente contro la vulgata del “ santo subito” : tante cose di cui oggi vediamo i velenosi se non squallidi risvolti sono iniziate sotto il Papa polacco: le adunate “ oceaniche” , i ritrovi mondiali della “ gioventu’ , gli incontri ecumenici di Assisi. Tutto questo trionfalismo apparente e intanto , dietro le quinte,Marcinkus e Maciel, nomine di vescovi discutibili, il Segretario di Stato discutibile ecc ecc.
    Non perdono al papa polacco l’ aver fatto della figura del Papa una specie di star mediatica. Forse alcuni cattolici hanno bisogno di un papa stile “ vedette” di avanspettacolo. Io sogno un papa silenzioso, ritirato in preghiera, ma vigile ed attento ed efficace sui minimi particolari del governo della Chiesa, sui vescovi , sui collaboratori, piuttosto che una “ icona” come si suol dire adesso dall’ effimera notorieta’ .

    1. daniela

      quelli che hai descritto, Maria Cristina, sono aspetti, credo, di quella ” scintilla” di cui si dice nel titolo. Ciao, grazie.

      1. In parte sono aspetti di quella scintilla (sempre che fosse riferita a GPII). Ma purtroppo tutte quelle cose ci si sono ritorte contro, come dice Maria Cristina.

    2. @Maria Cristina, non lo perdoni “al papà polacco”?

      Certamente lui non avrà difficoltà a perdonare te, per il resto, con il metro con cui si giudica si verrà giudicati.

      1. Thelonious

        @Bariom: sono perfettamente d’accordo con te.
        @Maria Cristina: mi permetto di ricordarti il racconto della luna e del dito che la indica.

  7. nat

    Vero! Peccato che oggi la figura (e il magistero) di questo grande Papa è stata prima santificata, poi messa in una bella nicchia sotto una campana di vetro a cui ogni anno si darà una bella spolverata. Promoveatur ut amoveatur, diamo semore lì.
    Lo stesso avverrà con Paolo VI, solo che lui verrà fatto a tranci perché, come si è già preoccupato di chiosare il defensor in carica del Concilio in salsa bolognese Alberto Melloni, il Paolo VI santificato, sia ben chiaro, è quello progressista mica quello del “Credo del popolo di Dio”.

  8. Giudici
    Anche i papi santi possono aver commesso degli errori nel governo della Chiesa, ma quello che mi pare sfugga alla tua analisi e’ il fatto che GPIi e BXVi avevano intuito l’incombere di uno scisma che essi hanno fatto del tutto per evitare, rinunciando a provvedimenti drastici e puntando sulla predicazione della retta dottrina e anche sulla nomina di presuli che non condividessero – almeno in apparenza – convinzioni eretiche. Certo a GPII, uomo non di curia, erano sfuggite la profondità e l’estensione della corruzione nei vertici vaticani e di tanti episcopati, ma essa, come oggi scopriamo, si era occultata in modo sapiente, grazie alle amicizie e alle connivenze interne per cui il ricambio non sempre si e’ rivelato felice.Poi la sua malattia ha rafforzato l’influenza dei corrotti e degli eretici.
    Questa corruzione non era sfuggita a BXVI (la sporcizia della chiesa), anche se l’estensione delle sue enormi ramificazioni deve averla scoperta, quando capi’ che non sapeva più di chi si poteva fidare e che le sue forze e capacità di uomo di studio e non di governo erano impari al compito che aveva davanti, tanto da indurlo alle dimission per passare la mano a persona più adatta.
    Il fatto e’ che, per quanto possano essere necessari i provvedimenti disciplinari (si può espelllere dalle università pontificie qualche professore, ma con chi lo sostituisci? Lo stato della maggior parte dei teologi e’ quello di chi considera la teologia una scienza umana e non l’ascolto umile della parola di Dio che solo all’uomo di fede, che ha dentro di se Dio, riesce), essi non risolvono i problemi della Chiesa che sono problemi di fede e santita’ che quando sono carenti, non evitano i disastri, che il Signore permette in vista di una purificazione, sempre dolorosa. Le analisi della situazione, anche impietose, sono sempre utili, ma quello che veramente conta e’ che nella Chiesa ci sia un nuovo fiorire di santità, che e’ compito di ciascuno di noi. In questo senso l’iniziativa di Costanza mi sembra quanto mai felice ed appropriata. Se ne seguiranno altre in Italia e nel mondo, come spero, il Signore avrà misericordia di noi e rinnoverà la sua Chiesa.

  9. Adolfo

    @Sabino
    “… GPIi e BXVi avevano intuito l’incombere di uno scisma che essi hanno fatto del tutto per evitare, rinunciando a provvedimenti drastici e puntando sulla predicazione della retta dottrina…”

    Ma il succo del problema sta proprio qui, ossia nel rinunciare a provvedimenti drastici.
    Dal Vangelo sappiamo che i tralci che portano frutto vengono potati, e quelli che non portano frutto vengono eliminati.

    Nel momento in cui si rinuncia a eliminare i rami infruttuosi – o addirittura dannosi -, il male non può che crescere, nel corso del tempo.

    Spesso si dice che è bene evitare gli scismi, e per questo si scende a compromessi. Ma gli scismi ci sono comunque, anche se non vengono formalmente riconosciuti.

    Non dimentichiamo che basta una mela marcia, per rovinare tutto il cesto.

    Si dice che il diavolo divide, ed è verissimo. Ma pure Cristo divide: lo disse il saggio Simeone (Egli è qui come segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori), e lo confermò Cristo stesso: “Non sono venuto a portare la pace, bensì la spada”.

    Esiste sempre la divisione, fra chi vuol veramente seguire Nostro Signore, e chi Lo rifiuta. Credere che basti ignorare certi problemi, per vederli scomparire, è pia illusione.

    Ed è assurdo che si chiamino “pontificie” certe università, se in esse insegnano individui eterodossi. Nell’ipotesi in cui non ci siano validi professori (coi quali sostituire professori eretici), è meglio mutare denominazione. Se non lo si fa, si diventa conniventi.

    1. Purtroppo la questione non si ferma alla mancanza di provvedimenti drastici. Che Kasper fosse eretico si sapeva, non era uno che si muoveva nell’ombra. È GPII che lo fece vescovo prima e poi cardinale. Non si possono neanche invocare i problemi di salute negli ultimi anni, perché un conto è nominare vescovo un uomo sconosciuto di cui si leggono relazioni scritte da altri, che possono essere mendaci: lo conosceva bene. E vescovo lo nominò negli anni ’80. E Kasper non è l’unico. Il sig. Enzo Bianchi è noto da decenni, e BXVI lo nominò tra gli esperti del sinodo dei vescovi del 2008. Ancora: ottima la Dominus Iesus di GPII: ma se la pubblichi dieci anni dopo che i buoi sono scappati agli incontri interreligiosi di Assisi, il danno è già stato fatto. È evidente che oggi la setta al potere può imperversare con il suo sincretismo perché da trent’anni il gregge è stato bombardato da immagini di incontri interreligiosi dalle quali ha percepito che il compromesso è giusto e che la “fratellanza universale” è la vera missione della Chiesa.

      Questi ovviamente sono solo alcuni esempi.

      Ora, si può dire in sintesi che la Chiesa visibile negli ultimi decenni è stata una cacofonia: da un lato c’erano gli insegnamenti dei papi, dall’altro tutto e il contrario di tutto. Quando la gente vede che c’è disaccordo tra dottrina e prassi, la prassi prevale, nel senso che fa scuola: pochi leggono, molti vedono ed imitano. Dunque: eretici manifesti non solo non sono stati cacciati, non solo hanno avuto il circuito mediatico laico che li magnificava, ma sono stati promossi e messi in posizione di prestigio dai papi passati. Hai voglia a dire, tu semplice prete, catechista, giornalista o fedele, che quello lì è un eretico: quanto può pesare la tua osservazione se la gente vede che gode della fiducia del Papa? Magari non è d’accordo con il Papa su molte cose, ma alla fine il Papa lo promuove: vuol dire che ne ha stima. E allora quello che fa non sarà poi così sbagliato.

      Sabino dice bene che la soluzione è la santità. Ma è per l’appunto questo il problema: tantissime persone empie non solo non sono state messe in grado di non nuocere, ma sono state favorite, in un modo o nell’altro, nella loro azione.

      Il Diritto Canonico dice che la prima sede non può essere giudicata, nel senso di condannata e sanzionata, da nessuno. Questo è perfettamente sensato, perché deve poter esercitare un magister ed un governo senza costrizioni poste da entità esterne. Questo, dunque, implica anche che non ha alibi se sbaglia. Più voci profetiche, inascoltate, da La Salette a Padre Pio hanno detto che la radice della crisi era il marcio che dilagava tra i sacerdoti. Ora, i papi non hanno il potere di imporre alcunché ai laici; dunque alla fine se i laici non diventano santi è per propria colpa, perché non ascoltano: dunque una società può marcire per via del libero arbitrio. Ma su preti e vescovi hanno giurisdizione e dovrebbero fare selezione.

  10. daniela

    Il titolo di questo articolo mi sembra di un realismo e di una intelligenza sorprendente.
    Di più: sconvolgente.

  11. Adolfo e Giudici
    Il governo di un’istituzione e’ sempre molto complesso e deve tener conto di tanti fattori che spesso impongono o consigliano soluzioni che non sono quelle idealmente migliori. Ancor più vero per quanto riguarda la Chiesa.
    Per la scelta degli uomini, bisogna considerare quale era la conoscenza della loro vera personalità da parte chi li nomina. Noi oggi sappiamo molto di più di quel poteva sapere GPII, anche perché personaggi come Kasper e Bianchi e tanti altri, erano durante quel pontificato molto più prudenti. Un papa saggio e amorevole poteva e doveva sperare che essi potessero eliminare, anche per l’insegnamento che GPIi porto’ avanti con indefessa attività, aspetti problematici e discutibili della loro dottrina, come poteva ritenere che la loro influenza potesse essere contenuta senza adottare una guerra senza quartiere contro le correnti moderniste che avrebbe compromesso questa azione di correzione paterna a largo raggio su cui quel grande papa sperava. Con Francesco queste persone sono venute allo scoperto e hanno mostrato il loro vero volto e le loro vere idee. Voi giudicate senza tener conto di questo svelamento che allora non era ancora avvenuto per cui un atteggiamento più morbido nei loro confronti poteva essere giustificato e date per scontato che non ci fossero differenze sostanziali tra il modo con cui si mostravano allora e quello di oggi.E non parliamo della corruzione morale, che un atteggiamento omertoso e di copertura reciproca aveva in gran parte accuratamente occultato. Non nego il diritto al giudizio, a condizione che si tenga conto della complessità dei fattori in gioco e non si trascurino gli straordinari meriti che gli devono essere riconosciuti a difesa della verità della fede, nonché la grande carita mostrata verso le persone. Per non parlare della sua santità che chi, come me ha avuto una volta la fortuna di avvicinarlo, vedeva trasparire dal suo volto e da tutta la sua persona.

    1. Adolfo

      Ma io sono fondamentalmente d’accordo con te, Sabino: io non intendo (e non credo che lo intenda Fabrizio) certo “tirar pietre” a GPII, perché l’ho amato molto e ho ricavato grandi frutti dai suoi insegnamenti.

      La mia è semplicemente una critica a un certo modo di fare, una critica “facile da elaborare” col senno di poi, ossia conoscendo ciò che conosciamo oggi. Infatti è verissimo che gli eretici, fino a Benedetto XVI, avevano tenuto un profilo basso. Oggi sanno di essere protetti, e hanno abbandonato le maschere.

      Governare la Chiesa è un compito immane, e spesso mi trovo a pensare che un futuro buon Papa dovrebbe avere in dono da Dio la capacità di leggere i cuori (come Padre Pio, per intenderci): proprio per non lasciarsi abbindolare dagli eretici che si travestono da uomini pii e ortodossi.

    2. @Sabino personaggi come Kasper e Bianchi e tanti altri, erano durante quel pontificato molto più prudenti.

      Questo non è affatto vero. Per esempio, questo articolo della Bussola ripercorre i punti salienti della guerra tra Kasper e GPII/Ratzinger, come si vede essa risale ai primi anni ’90 ed è del tutto evidente, sui punti che poi ci sono scoppiati tra le mani in questo pontificato:

      http://www.lanuovabq.it/it/francesco-e-leredita-dello-scontro-kasper-woijtyla

      È stato fatto cardinale nel 2001, un decennio dopo. Dico: cardinale, mica pizza e fichi; un ruolo che spetta a poco più di un centinaio di persone in tutto il pianeta. Saranno stati molti i candidati, ma GPII pensò invece che era proprio necessario nominare lui.

      Credo che dobbiamo affrontare più oggettivamente certi aspetti della storia recente della Chiesa, e a me sembra che l’emotività e l’affetto (legittimo) facciano ancora troppo velo. Io non pretendo di chiudere un giudizio definitivo (come dici sono molti i fattori e, oltretutto – e devo anche dire: purtroppo – molte cose non le sappiamo perché da troppo tempo la Chiesa ha troppi segreti), ma di non leggere ancora articoli che sono totalmente agiografici. Ecco però che se il giudizio non si può ancora chiudere, si comprende benissimo perché molti – anche personalità illustri nel mondo cattolico – esprimono pesanti riserve sulle ultime canonizzazioni: sono avvenute troppo in fretta. Una volta si lasciava passare molto più tempo, c’era un giudizio storico più consolidato e, soprattutto, l’emotività si era decantata.

      1. Adolfo

        Ho riletto tutto, Fabrizio, e mi pare che la tua analisi sia migliore della mia: è vero – purtroppo! – che tanti prodromi sono stati bellamente ignorati.

        Puntualizzo che, quando ho parlato di basso profilo, mi riferivo (anche) al fatto che, in linea generale, la sfacciataggine degli eretici non era certo ai livelli attuali.
        Cito P. Scalese:
        “A parte le rettifiche tardive, colpisce l’arroganza con cui Cupich risponde alla domanda dell’intervistatrice: Il Papa ha un’agenda piú ampia! Non può perdere tempo dietro a certe bazzecole; lui deve pensare all’ambiente e ai migranti, non può mica occuparsi di abusi.
        Qualche anno fa, se un Cardinale si fosse permesso di rispondere così, sarebbe venuto giù il mondo; ma oggi evidentemente i tempi sono cambiati… Ci si può permettere anche un po’ di insolenza. Tanto si sa che i media non si stracceranno le vesti per così poco”.
        https://querculanus.blogspot.com/2018/09/il-papa-ha-unagenda-piu-ampia.html

  12. francesco

    scomunicare mons. Levebvre e’ stato un provvedimento drastico?

    parce sepulto, ma da qui alla santificazione ce ne corre…..

    (per non voler parlare del bacio al corano e di tutto il resto)

    1. “il bacio al Corano” è una falsa prospettiva fotografica, falso flag : chiedete a un fotografo professionista e/o googolate su Bastabugie.it o informatiperresistere.it : anche io se mi spolvero il gomito e mi guardi da lontano in obliquo, può sembrare che faccio il “gesto dell’ombrello” ! 🙂

      1. francesco

        certo certo…cosi’ come i copricapi piumati, le benedizioni degli stregoni, le preghiere sincretistiche.

        del resto l’apocatastasi e la scomunica di Lefebvre sono fake news.

        1. Senti, la foto che va in giro potrebbe essere una falsa prospettiva, ma googolando oggi stesso però, ho letto che avrebbe baciato un Corano nel 1985, poi ci sono le cose che dici tu, ok, l’apocatastasi non so cosa è, va bene, adesso mi informo e su Lefebvre non mi permetterei mai nè di pensare nè di dire che sono fake news, contento ora ? °_° ……:-)

          Però una cosa , ascolta, da francescano secolare ti posso dire che San Francesco d’Assisi, prima della conversione, NON era assolutamente uno “stinco di santo”….come la mettiamo ?
          Sant’Agostino , lui proprio era un peccatore convinto prima della conversione, Santa Angela da Foligno non ne parliamo proprio (per modo di dire)…..e te ne potrei citare molti, molti altri……cosa voglio dire ?…..
          …..voglio dire che la Santità è il cammino di una vita, che i Santi anche loro hanno peccato, perchè quì sulla terra, solo Gesù Cristo e la Vergine Maria non hanno mai peccato.

          p.s. bada però a non scandalizzare e a non scandalizzarti : perchè noi cristiani non siamo di “primo pelo”, che si dice “i panni sporchi si lavano in casa” e che il Maestro ci ha detto “Siate prudenti come i serpenti e candidi come le colombe” 😉

    2. Thelonious

      @francesco:
      La questione è che a certa gente (come te) non va mai bene niente, e di fronte ad un grande segno puntano il dito solo su quello che non va.

      ti ricordi quelli che condannavano Gesù perché compiva miracoli di sabato?
      E che si scandalizzavano perché era “un mangione e un beone”?
      Il proprio metro eretto a criterio, con la foglia di fico della tradizione. Auguri.

  13. daniela

    cortesemente, mi ” moderate ” Il mio commento del 19 ottobre alle 21.04 ( altri commenti successivi al mio sono già pubblicati). Grazie

  14. Luca Del Pozzo

    @Giudici
    Concordo, ci vuole più oggettività e meno emotività nelle analisi dei fatti di chiesa. Tutto sta a vedere dove sta sta l’oggettività e dove l’emotività . Detto ciò la sua analisi fa acqua da tutte le parti , a partire dal presunto fallimento dell’ermeneutica della continuita’ la cui sarebbero le dimissioni di BVVI. Un’ermeneutica per definizione è un’interpretazione di qualcosa , ossia un fatto squisitamente intellettuale e culturale che in quanto tale non può ne’ fallire ne avere successo. diverso è il discorso relativo alle scelte pastorali che si fanno a partire dall’una o l’altra interpretazione, e da questo punto di vista tra la linea pastorale ispirata all’ermenutuca della rottura in chiave progressista e quella di GP II è fuor di dubbio che GP II è stato un argine , un faro e un difensore della fede come pochi nel XX secolo . Quanto alle dimissioni di BXVI esse sono piuttosto riconducibili ad una dimensione personale che riguarda come lui stesso ebbe a dire l’impossibilita di portare avanti il ministero . Cosa c’entri questo con il fallimento presunto dell’ermeneutica della continuità mi sfugge . Così come l’addebitare al Concilio presunti errori quando è di tutta evidenza che senza il Concilio staremmo ancora ad assistere passivamente ad una messa incomprensibile ai più dove del mistero Pasquale di Cristo manco l’ombra. Certo anche GPII ha fatto errori (d’altra parte non conosco papi che non ne abbiano fatti) ma eleggere cardinale Kasper francamente lo conidero meno di una scivolata su una buccia di banana , a meno di non voler creder che uno diventato cardinale è più pericoloso di quando non lo era. La verità è che con GP II i teologi considdetti progressisti non hanno toccato palla, e in alcuni casi – come per la famigerata teologia della liberazione – GP II è arrivato a un passo dalla scomunica , dunque di che stiamo parlando? Ripeto, nessun papa è immune da errori (chi scrive per dire è un fan di papa Borgia , che forse non era quello che si dice uno stinco di santo ma è stato lo stesso un grande Papa), quel che conta è che confermi nella fede i fratelli e da questo punto di vista , l’unico , GP II è e resta un faro per la chiesa .

    1. Maria Cristina

      Sicuramente il pontificato di GPII ha avuto luci ed ombre come tutti i pontificati, ma le luci sono state subito sfavillanti e hanno portato alla precoce canonizzazione, mentre le ombre stanno uscendo fuori adesso, a poco a poco .
      Gli effetti seguono le cause a distanza di tempo : certo al tempo di GPII tanti scandali non erano ancora scoppiati, ma davvero il Papa era all’ oscuro di tutto?permettete che se ne possa dubitare. La evidente corruzione progressiva del clero,e la presa di potere ai vertici della Chiesa di vescovi e cardinali indegni , di cui oggi vediamo gli effetti “ a valanga” , era davvero ignota o era “ ignorata” volutamente sotto il pontificato di GPII? Si dice che negli ultimi tempi la malattia di GPII impedisse il governo che era stato di fatto preso nelle mani del Segretario di Stato.Si dice che proprio aver assistito a questo abbia spinto Benedetto XVI a paventare una fine del proprio pontificato simile e a dare preventivamente le dimissioni. Sta di fatto che al di la’ dell’ apparenza, il declino della Chiesa cattolica e’ iniziato proprio sotto il pontificato del “ santo subito” . Oggi che cadono soffitti e vengono giu’ cornicioni forse dovremmo ammettere che la “ crepa nel muro” era iniziata decenni fa.

    2. Adolfo

      “senza il Concilio staremmo ancora ad assistere passivamente ad una messa incomprensibile ai più dove del mistero Pasquale di Cristo manco l’ombra”

      Ah, invece nelle Celebrazioni odierne, per la maggior parte piene di applausi, di schitarrate e di varie trovate teatrali (a causa del protagonismo di molti preti), il Mistero Pasquale di Cristo si avverte senza alcuna difficoltà
      *_*

      1. francesco

        vuoi mettere la bellezza dei bonghi? e le preghiere dei fedeli?
        e le omelie creative? e l’Eucaristia in mano!!!

        grazie CVII!!! ( ah gia’ ….l’Ostia in mano fa parte del vaticano secondo me)

        1. Tutte cose brutte e abominevoli, ok, hai ragione !
          Cominciamo da noi stessi ! Cominciamo da noi per primi ! Non guardiamo agli altri !
          Pierpaolo, ama tu per primo !
          Pierpaolo, quando entri in chiesa e c’è il Tabernacolo con la fiammella rossa, genuflettiti ! Il Segno della Croce fallo per bene, non fare ghirigori e gesti inconsulti !
          Pierpaolo, prima della Messa, inginocchiati al banco e prega e fai silenzio !
          Pierpaolo, non prendere la Comunione sulla mano, ma sulla lingua, perchè non hai le mani consacrate dall’Ordine !
          Pierpaolo ama il Signore con tutto il tuo cuore e con tutto te stesso come l’unica cosa giusta da fare nella vita !
          Pierpaolo se gli altri parlano in chiesa, tu sta zitto e prega !
          Pierpaolo, se gli altri dopo la Benedizione finale e il congedo scappano via come se c’è la peste bubbonica , tu rimani a ringraziare il Signore e a dirGli che Gli vuoi un mondo di bene !

          Cominciamo da noi stessi !

          Diceva ai frati: “ Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco ” (San Francesco d’Assisi, poche ore prima di morire. Fonti Francescane, n. 1237)

          1. Ricorda a tutti che la Chiesa NON vieta a NESSUNO di ricevere la Santa Eucaristia nelle proprie mani, come non impone a nessun Ministro, che sia un consacrato o semplice ministro straordinario, di consegnare, porgere la particola, solo se il fedele a sua volta porge le labbra o la lingua.

            Come ministro straordinario ogni volta che assisto il celebrante nella distribuzione ai fedeli della Santa Eucaristica, vedo decine di volti e decine di mani tese e oltre a coloro che conosco bene, vedo decine di persone di ogni età ricevere e desiderare in modo degno il Corpo di Cristo (della loro disposizione spirituale non posso certo giudicare…) sia tendendo le mani (la maggior parte), sia accostando le labbra.

            Quindi ognuno può pensare di fare “cosa più degna di altri” e magari insegnare così ad altri a “far cosa più degna” o “fatta meglio”, non ricevendo il Corpo di Cristo tra le mani, ma questa è solo un pia e aleatoria idea che alberga nella propria testa, almeno per quanto concerne questo preciso aspetto.

            Questa pia idea può persino avere risvolti negativi, quando il nostro cuore si volge facilmente a giudizio di chi fa ciò che riteniamo “meno degno” o conforme a ciò che NOI riteniamo giusto.
            Al tempo stesso si crede di far meglio di ciò che la Chiesa permette di fare, pensando in buona sostanza che tutti dovrebbero comportarsi come noi.

            Sino a che la Chiesa non si pronunzierà diversamente o a chiare lettere non indicherà un diverso comportamento, momento in cui non esiterei un attimo ad adeguarmi, le cose così stanno.
            Se qualcuno crede di fare meglio diversamente, non contravvenendo a ciò che è ritenuto lecito, libero di farlo, ma senza tanti proclami o asserzioni che fanno sembrare altri in difetto.

            Chi crede di stare saldo in piedi, badi piuttosto di non cadere.

            1. Sì, sì, le conosco le disposizioni della CEI e non giudico nessuno: ciascuno faccia secondo la propria coscienza, eppure è evidente che questo è un argomento divisivo, una faccenda divisiva, visto che i fedeli per 1700 anni hanno preso la Comunione sulla lingua, che il CVII non è una “riforma” o un colpo di spugna/”ricominciamo da zero” e che la massoneria vuole corrompere la Chiesa, visto che non la può distruggere.

              p.s. io la mano la stringo a tutti, ma il bacio in bocca lo do solo a mia moglie : chi vuol capire capisca. E con questo chiudo, perchè non devo convincere nessuno, ma solo dirle le cose. Il resto lo fa il Signore.

              1. Cavaliere di San Michele

                Vorrei sapere come facevano, quei cristiani che vivevano nell’impero romano in tempo di persecuzione ed avevano il privilegio di conservare la santa Eucaristia presso di sè per potersi comunicare da soli, ad assumerla in altro modo che con le mani…

                1. Beatrice

                  @ Cavaliere di San Michele

                  Quella a cui accenni era, però, una situazione d’emergenza. Oggi per fortuna, almeno da noi, le cose stanno diversamente.
                  In merito alla questione della Comunione sulla mano un po’ di tempo fa si era espresso niente meno che il Prefetto del Culto Divino in persona, quello che sulla materia sembra essere il più autorizzato a parlare. Tra l’altro è un cardinale sulla cui fede e ortodossia penso ci siano pochi dubbi (infatti è molto apprezzato da Costanza e dai frequentatori del blog). Parlo ovviamente del cardinale Robert Sarah. Cito il suo pensiero da un articolo de “La Stampa”:

                  “il «più insidioso attacco diabolico consiste nel cercare di spegnere la fede nell’Eucaristia, seminando errori e favorendo un modo non confacente di riceverla». Lo scopo di Satana è il «Sacrificio della Messa e la Presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata». […]
                  Per il Prefetto del Culto Divino la fede nella presenza reale «può influenzare il modo di ricevere la Comunione, e viceversa». Riceverla sulla mano comporta «indubbiamente una grande dispersione di frammenti; al contrario, l’attenzione alle più piccole bricioline, la cura nel purificare i vasi sacri, non toccare l’Ostia con le mani sudate, diventano professioni di fede nella presenza reale di Gesù, anche nelle parti più piccole delle specie consacrate: se Gesù è la sostanza del Pane Eucaristico, e se le dimensioni dei frammenti sono accidenti soltanto del pane, ha poca importanza quanto un pezzo di Ostia sia grande o piccolo! La sostanza è la medesima! È Lui!», esclama.
                  Al contrario, la disattenzione ai frammenti fa «perdere di vista il dogma: pian piano potrebbe prevalere il pensiero: “Se anche il parroco non fa attenzione ai frammenti, se amministra la Comunione in modo che i frammenti possano essere dispersi, allora vuol dire che in essi non c’è Gesù, oppure c’è “fino a un certo punto”».
                  L’altro «binario» su cui si «snoda l’attacco contro l’Eucaristia è il tentativo di togliere dal cuore dei fedeli il senso del sacro». Scrive Sarah: «Mentre il termine “transustanziazione” ci indica la realtà della presenza, il senso del sacro ce ne fa intravedere l’assoluta peculiarità e santità. Che disgrazia sarebbe perdere il senso del sacro proprio in ciò che è più sacro! E come è possibile? Ricevendo il cibo speciale allo stesso modo di un cibo ordinario». […]
                  Sarah propone l’esempio di due «grandi santi dei nostri tempi: Giovanni Paolo II e Teresa di Calcutta. […]
                  «Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio?». Poi ammonisce: «Che nessun sacerdote osi pretendere di imporre la propria autorità su questa questione rifiutando o maltrattando coloro che desiderano ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua: veniamo come i bambini e riceviamo umilmente in ginocchio e sulla lingua il Corpo di Cristo».
                  Sarah poi sostiene che ricevere l’Eucaristia sulla mano è diventata prassi perché «per una riforma liturgica che avrebbe dovuto essere omogenea con i riti precedenti, una concessione particolare è divenuta il grimaldello per forzare e svuotare la cassaforte dei tesori liturgici della Chiesa».
                  Il Prefetto del Culto Divino cita anche il papa emerito Benedetto XVI, «che negli ultimi anni del suo pontificato volle distribuire l’Eucaristia in bocca e in ginocchio».”

                  http://www.lastampa.it/2018/02/23/vaticaninsider/sarah-c-un-attacco-diabolico-alleucaristia-che-si-riceve-solo-sulla-lingua-inginocchiati-JeGRVH1L79cu6878QGsqeK/pagina.html

                  1. @Beatrice, stimo e ammiro il Cardinal Sarah, ma torniamo al punto di partenza…

                    Il problema qui non è “che nessun sacerdote osi pretendere di imporre la propria autorità su questa questione rifiutando o maltrattando coloro che desiderano ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua…” che sarebbe certamente un abuso, piuttosto il fatto che continuamente si legge da più parti che sono coloro che ricevono l’Eucaristia tra le mani che commettono (commetterebbero) un abuso (!). Cosa NON vera.

                    E se non lo si dice a chiare lettere, lo si dà ad intendere (vedi commento da cui si è partiti in questa querelle). Che c’è cioè chi si comunica in modo degno e chi meno (se non addirittura indegno).
                    Su questo fronte mi dispiace l’affermazione di Sarah: «Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio?», perché questa affermazione presuppone una giudizio sulla disposizione degli animi, di cui NULLA possiamo sapere.

                    Vero è che talvolta gli atteggiamenti esteriori sono segni di quelli interiori, ma questa non è affatto un regola certa e la carità cristiana insegna a non presumere o meglio a presumere sempre per il bene.
                    Invece, anche frasi come questa, se pronunciate da un “pinco pallino” amen, ma se pronunciate da una figura di spessore come Sarah, giustificano e alimentano coloro che ritengono comportamenti diversi, come poco degni (se non addirittura blasfemi) o peggio segno di mancanza di Fede, anche se voglio credere Sarah l’abbia pronuziata come autocritica di pastore.

                    Altre affermazioni sono degne di nota e di giusta attenzione, altre sono considerazioni, convinzioni personali di Sarah, che saranno confermate qualora Sarah (o altri), come strumento divino cambieranno le regole e ciò che la Chiesa concede su questo particolare aspetto.
                    Sino ad allora, ubi maior minor cessat e non si faccia credere a chi è nel giusto non contravvenendo alcuna regola, di non esserlo o che fedeli “semplici”, che non hanno opportunità o modo di leggere Sarah (cosa auspicabile per tantissimi altri aspetti) o altri più o meno autorevoli commentatori, si comportino in modo non degno o che non abbiano fede nella reale presenza del Santissimo Corpo di Cristo.

                    L’attacco al sacro è in atto da tempo e si è sviluppato su tantissimi fronti… veramente il portarmi verso l’Eucaristia, in quei momenti che precedono questo indescrivibile contatto che diviene assimilazione di Dio in me stesso (!), passando per le mie mani o direttamente dalle mie labbra, non mi scuote e non mi fa tremare di timore e assieme di infinita di gratitudine?
                    I Segni aiutano ed educano, ma forse dobbiamo fare un passo “indietro” per tornare ai “fondamentali”, perché il problema di fondo è la dicotomia tra il vivere “il sacro” e il vivere l’ordinario, il “feriale”.
                    Laddove il primo, pare trovare oggi, ben poco riscontro nel secondo.

    3. daniela

      …senza il Concilio staremmo ancora ad assistere passivamente ad una messa incomprensibile ai più dove del mistero Pasquale di Cristo manco l’ombra…( Luca del Pozzo).
      Affermazione a dir poco eretica: anatema sit.

      1. Luca Del Pozzo

        Affermazione eretica? Mai letto la costituzione Sacrosanctum concilium del Vaticano II?

        1. Molti degli acerrimi detrattori (da blog) del CVII, non hanno mai letto un bel nulla dei Documenti del Concilio in questione…

  15. Giudici
    Del Pozzo ha risposto meglio di quanto avrei fatto io, che mi accingevo a farlo. Voglio solo ripetere e approfondire un argomento cui non era stato data nessuna attenzione e cioè l’eccessiva enfasi prestata alla necessità di provvedimenti disciplinari e alla scelta di presuli ortodossi. Il caso Vienna mi sembra esemplare. E’ stato eletto un ratzingheriano che poi ha dimostrato di essere molto diverso da quello che fino alla sua elezione sembrava. Per non parlare poi di tutti quelli che sotto l’attuale papato hanno cambiato casacca. Vero invece e’ che senza santità nessuna difesa o riforma della Chiesa sono feconde. G.P.II e’ stato lasciato solo, anche se la sua parte l’ha fatta con coraggio e senza arretrare. Uno dei pochi, non solo per santità di vita, ma per capacità di dare risposte di verità alle correnti moderniste e’ stato, come non mi stanco di ripetere in questo blog, don Divo Barsotti, che purtroppo e’ rimasto ancora nell’ombra in una chiesa distratta che non ha raccolto le perle di un pensiero teologico capace di superare le secche di un tradiziolismo sterile e cieco che vedo affiorare in alcuni dei frequentatori di questo sito. Ebbene don Barsotti, che pure scrisse a GPIi, disapprovando il modo con cui aveva condotto l’incontro di Assisi, più volte ripete’ che quel pontificato era stato per la Chiesa una vera grazia. Non credo che nella mia difesa di un grande papa sono scaduto nel sentimentalismo o nell’agiografia, perche mi sembra ovvio, di fronte ad un giudizio che nella sostanza salva ben poco di esso, che non potevo non mettere in evidenza ciò che di grande e di valido era stato da lui compiuto.

    1. Adolfo

      “… un pensiero teologico capace di superare le secche di un tradizionalismo sterile e cieco che vedo affiorare in alcuni dei frequentatori di questo sito”

      Vero, ma teniamo anche presente che molti, nati dopo il Concilio, oggi “guardano” ai tradizionalisti semplicemente perché comprendono che la grave deriva attuale della Chiesa si è aggravata proprio in seguito al Concilio. I gravi peccati nel clero esistevano anche prima, tant’è che Maria Ss ha progressivamente moltiplicato le Sue apparizioni, da due secoli a questa parte, e in molti casi ha invitato prima di tutto alla conversione del clero (e per questo, tra l’altro, molte apparizioni sono state fortemente osteggiate da una parte della gerarchia ecclesiastica), ma nell’ultimo mezzo secolo gli argini sono stati rotti… fino a ritrovarci con un papa che ha rinnegato il mandato dato da Gesù a Pietro: confermare i fratelli nella fede.

      Che poi, se non vado errato, non mi pare che don Barsotti fosse felice della piega che aveva preso il Concilio. E ne aveva ben donde, purtroppo…

      1. Sono molto vecchio e quindi ho fatto in tempo a vedere la Chiesa preconciliare nei suoi pregi e nei suoi difetti e sono quindi vaccinato da ogni sua idealizzazione. “Ecclesia semper riformanda” , nel senso che ha sempre bisogno di purificazione e di vivere in modo più aderente al Cristo che con la morte e resurrezione ci ha unito strettamente nella sua persona al Dio Trinitario. Don Barsotti era perfettamente consapevole di questo e tutta la sua opera e’ stata ispirata a questo principio. Non pote’ quindi non preoccuparsi di certe correnti dottrinarie che affiorarono nel dibattito preconciliare, ma non dubito’ che lo Spirito Santo avesse operato nella stesura definitiva dei documenti conciliari. Le sue critiche si appuntarono sulla costituzione non dogmatica Gaudium et spes che riteneva ispirata ad un ottimismo troppo umano e sul concetto di popolo di Dio, se inteso, come oggi si intende ai più alti livelli, come se la Chiesa dovesse fare ancora un cammino nella rivelazione e che quindi ci fosse ancora qualcosa sa aggiungere ad essa dopo la Redenzione, che chiude per lui
        la storia, tutto essendo stato detto ed operato con il sacrificio del Cristo. Rimane solo la storia individuale di ogni uomo per aderire alla salvezza.
        Attribuire la crisi odierna al Concilio e non alle sue spesso fantasiose interpretazioni non mi pare corretto, come ha riconosciuto recentemente Gnocchi, citato da A.M. Valli. Si può dire che il Concilio avrebbe dovuto dire molto di più e che per certi aspetti sia stata un’occasione perduta, ma questo e’ dipeso dalla crisi della Chiesa che parte molto da lontano e che deriva dalle infedeltà degli uomini e quindi anche nostre e dall’opera instancabile del Maligno.

  16. daniela

    Gent.ma Costanza Miriano, rassicuri il suo ” moderatore” che una voce fuori dal coro in un modo così leggero ed implicito non è in fondo pericolosa per lo ” status quo” del blog. Ad maiora!

  17. Barbara

    Ho letto tutti i vs commenti e sinceramente rimango un po’ perplessa. Mi sembra che ci sforziamo di trovare nella storia recente della Chiesa, il bandolo di una matassa che non troviamo perché, scusate se lo dico e’ , al momento, impossibile!
    Solo il Signore sa il senso di tante cose che riguardano il ns passato ( anche recente) e soprattutto il ns presente (..) nella Chiesa.

    Giusto e sacrosanto aprire gli occhi (…), riflettere, confrontarsi (..) e…pregare (!) ma ci rendiamo davvero conto di cosa voglia davvero dire “scintilla che avrebbe preparato il mondo all’ultima venuta di Cristo”???
    No! Perché la ns conoscenza e’- ovviamente – umanamente limitata e fuorviata dalla umana incredulità e – e scusate- dalla poca Fede (…).
    Forse se capissimo di +:… a qualcuno verrebbe un infarto, altri si convertirebbero davvero, altri giudicherebbero meno e pregherebbero di più…

    Dunque mi permetto solo di porre l’attenzione, come già qualcuno ha tentato di fare, sul fatto che le parole di Santa Faustina sembrerebbero davvero vicine.
    Ovviamente non possiamo conoscere i tempi e i modi, ma di certo non possiamo sottovalutarle…
    Chi di noi può escluderlo?

    Io sono sempre stata quella che non aveva bisogno di miracoli, rivelazioni, messaggi vari…( E infatti continuo a pensare che x credere non ne ho bisogno!) Ma, pur restando piuttosto scettica, non posso nascondere che alcune “rivelazioni” che negli anni ho captato qui e là (da Fatima a Santa Faustina…) mi hanno piano piano cominciato a far pensare…

    Certo, ovviamente, la mia indole piuttosto restia ai sensazionalismi mi ha portato a stare sempre molti passi indietro rispetto a questi argomenti di cui in realtà nessuno può dire granché (chi di noi può parlarne con certezza?)
    Sta di fatto che sono anni che una mia conoscente (convertita al Cattolicesimo anni fa dopo un pellegrinaggio a Medjugorje che le ha fatto letteralmente cambiare vita) mi cerca di sensibilizzare ai messaggi della Madonna e ai famosi 10 segreti secondo cui dobbiamo aspettarci un segno che farà da ultimatum per chi davvero si vuol convertire…
    Le ho sempre risposto in maniera evasiva. A Medjugorje non sono mai andata. Eppure, ultimamente, dopo i fatti più recenti che hanno interessato la Chiesa, ci ho progressivamente ripensato e… sfido chiunque a non considerare seriamente questa possibilità!
    Il tempo dirà la sua.

  18. daniela

    ho letto commenti apparentemente più caustici dei miei che sono stati pubblicati ed ai quali è stato risposto. Perché ai miei no? Fanno paura per davvero?

      1. admin @CostanzaMBlog

        Daniela la smetta di fare la vittima, sono da solo a gestire il blog e ho spesso impegni importanti e urgenti che ritardano l’approvazione dei commenti (che comunque non mi sembrano particolarmente “destabilizzanti”, mi dispiace forse ci sperava…)
        Se questa gestione la disturba non posso farci niente, forse è meglio per lei frequentare blog dove i moderatori sono più solerti.
        Saluti

    1. francesco

      l’unica cosa che fa paura è il male che domina ovunque. E che peraltro ci meritiamo vista la nostra incapacita’ di estirparlo.

      1. daniela

        Nella vita dei cristiani i meriti non contano.
        Conta solo la predilezione del Signore Gesù.
        È quella che fa diventare più buoni.

  19. francesco

    diciamo pure che , a parte Giovanni Paolo I e per motivi abbastanza ovvii, tutti i papi “conciliari” sono stati santificati (ovviamente qualcuno neghera ‘ anche questo!).

    Lo trovo molto interessante.

    1. Antonio

      Ancora più interessante sarà quando -Dio non voglia- qualcuno tenterà pure di canonizzare questo Papa disastroso per la Chiesa (l’albero si giudica dai frutti e il disastro della Chiesa sotto questo Papa è non contestabile, è un semplice fatto).

    2. Maria Cristina

      Canonizzando TUTTIi papi post -conciliari si e’ voluto canonizzare il Concilio Vaticano II , si e’ voluto cosi’ “ blindare” senza possibilita’ di critiche o ripensamenti un evento come il CVII ch3 e’ uno spartiacque nella storia della Chiesa cattolica. Indietro non si torna. E’ lo stesso atteggiamento dei governanti laici che canonizzano e santificano la Costituizione Italiana, la Costituzione piu’ bella del mondo per impedire che si possa anche solo pensare di rivederla in qualche parte.

  20. fuor di dubbio che GP II è stato un argine , un faro e un difensore della fede come pochi nel XX secolo

    Nessuno lo nega, lo è stato in massima parte.

    una dimensione personale che riguarda come lui stesso ebbe a dire l’impossibilita di portare avanti il ministero

    Siamo in molti a non berci questa che è la versione ufficiale, così come non ci beviamo che Ratzinger veste di bianco perché “era l’unico abito disponibile”.

    Un’ermeneutica per definizione è un’interpretazione di qualcosa , ossia un fatto squisitamente intellettuale e culturale che in quanto tale non può ne’ fallire ne avere successo

    L’ermeneutica non può né fallire né avere successo, ma la gente può adottarla o rifiutarla. Si possono anche proporre modi diversi perché sia accettata: per esempio, lasciare proliferare coloro che la contestano, pur messi all’opposizione (ma le opposizioni possono poi andare al govern), oppure sterilizzarli assicurandosi che vengano insegnate solo cose corrette.. Se non consideriamo questo, stiamo parlando di cose astratte. E nel concreto, la gente la sta rifiutando, perché pensa che tutto si possa cambiare. E pensa così perché i cattivi maestri di fatto (p.es. scuola di Bologna) sono stati lasciati liberi di scorrazzare.

    senza il Concilio staremmo ancora ad assistere passivamente ad una messa incomprensibile ai più dove del mistero Pasquale di Cristo manco l’ombra

    Questa è veramente irricevibile, sotto un gran numero di punti di vista. Per prima cosa perché la riforma non la fece il Concilio, ma Paolo VI. Se sia stato o no in coerenza con lo “Spirito del Concilio”, o se sia stata una questione del famigerato post-concilio, lo lascio decidere agli estimatori del Concilio. Il Concilio, per dirne una, ribadì la centralità del latino e del canto gregoriano.

    Secondariamente, è veramente ridicola la risposta: per quasi duemila anni la gente non avrebbe capito niente, eppure la Chiesa ha resistito a tutti gli attacchi. Ora invece con la nuova Messa in cui tutti capirebbero tutto, un sacco di fedeli, preti in testa, non crede più nella Presenza Reale. Di tutte le obiezioni che si possono fare sulla Liturgia, la più insensata è questa faccenda del “capire”. Un modo alla rovescia.

    La verità è che con GP II i teologi considdetti progressisti non hanno toccato palla, e in alcuni casi – come per la famigerata teologia della liberazione – GP II è arrivato a un passo dalla scomunica , dunque di che stiamo parlando?

    Esponenti della teologia della liberazione sono appena stati canonizzati ed altri sono in catena di montaggio. Lei non sta rispondendo nel merito: non nego che con GP II ci sia stato un’argine, ma si sono curati i sintomi, non la malattia. Il cancro si è sviluppato sotto traccia, perché non è stato eradicato. Oggi è esploso. Sennò di cosa staremmo parlando? Sono forse sbarcati i marziani nel febbraio 2013?

    1. Luca Del Pozzo

      Esponenti della teologia della liberazione sono stati appena canonizzati: da chi, da S. Giovanni Paolo II? A occhio non direi . Quanto al cancro sotto traccia ecc. ecc. : mai letta la parabola della zizzania? Una chiesa pura e senza macchia esiste solo sui libri o nei sogni di chi si trastulla in un mondo senza peccato. O vogliamo una chiesa di catari? Ad ogni modo, si può discutere quanto si vuole ma quando la chiesa proclama santo qualcuno le chiacchiere stanno a zero. In passato la chiesa ha chiesto perdono per gli errori del passato (non suoi ovvio, ma dei suoi figli) ma non è mai e dico mai accaduto che abbia detto rispetto a un santo: “no, scusate ci siamo sbagliati”. E visto che domani la chiesa celebra proprio S. Giovanni Paolo II, forse un ripasso di storia non farebbe male . A partire dalla riforma liturgica : anche lei farebbe bene a rileggersi Sacrosanctum Concilium , Paolo VI ha solo varato ciò che il Concilio aveva già deciso .

      1. @Luca Del Pozzo

        Intanto evitiamo le frasi fatte e banali come “non vogliamo una chiesa di catari” o priva di macchie, che nessuno qui ha mai pronunciato. Il titolo dell’articolo evoca l’ultima venuta di Cristo, dunque ha toni apocalittici. Presumo si dia dunque per scontato quello che è ovvio, ovvero che la crisi attuale è senza precedenti. Questa situazione eccezionale non è confrontabile con il fisiologico tasso di problemi che la Chiesa ha sempre avuto e che conosciamo bene, pertanto le suddette frasi fatte c’entrano come i cavoli a merenda. Ci dev’essere una causa per questa eccezionalità. È qui che non vedo i suoi argomenti: se il Concilio non era il problema, lo sarebbe stato il post-concilio, allo stesso tempo per decenni abbiamo avuto papi che non hanno fatto gravi errori, argini perfetti all’eresia, com’è che ci troviamo come siamo oggi? Destino cinico e baro?

        Quanto ai santi, la cosa non è così semplice. Don Ariel ha scritto recentemente un lungo articolo che tocca vari problemi, compreso quello della canonizzazione:

        http://isoladipatmos.com/dal-bello-al-moro-la-santita-non-e-il-decaduto-premio-nobel-le-canonizzazioni-sono-atti-del-magistero-infallibile-dalle-quali-poi-indietro-non-si-torna/

        Riporto solo un breve passaggio, anche se ce ne sono molti altri significativi:

        Chiarito che la simonia si affaccia sulla scena sin dalla prima epoca apostolica, sebbene con totale insuccesso, dato che in quel caso l’interlocutore era il Beato Apostolo Pietro e non altri personaggi della storia che poi seguiranno, è legittimo domandarsi: come possono aver proceduto taluni vescovi per diversi secoli nel proclamare Beati o Santi? Purtroppo non sempre la storia è generosa, specie laddove documenta senza pena di facile smentita le gesta di soggetti che erano ben lungi dall’avere anche un solo e vago pallore di santità. Così come la storia ha infine documentato che certi venerati Beati e Santi non sono proprio mai esistiti, in testa a tutti San Giorgio, o che altri non erano se non veri e propri duplicati di altri Beati e Santi ai quali fu cambiato il nome per poterli adottare in altre città e paesi come Beati e Santi propri, creando su di loro storie e leggende che si potessero adattare a quella precisa località e società civile.

        Dunque, la questione non è semplice. Si dirà: il brano si riferisce a prassi di secoli fa, quando le canonizzazioni erano competenza dei singoli vescovi. Ma su San Simonino apparentemente la Chiesa è tornata indietro, recentemente, proprio in conseguenza del Concilio. La cosa è nota e il beato fu proclamato da un Papa con regolare processo di canonizzazione. Vista la tendenza a divagare nei precedenti commenti, puntualizzo subito che non andrò dietro a questioni relative ai rapporti con l’ebraismo, perché la questione non mi interessa. Mi interessa far notare che c’era un beato a cui si tributava il culto dal 1588 e poi non più dal 1965. Dunque? Don Ariel nel suo pezzo non cita San Simonino, ma la riforma del calendario dei santi compiuta da Paolo VI da cui si può dedurre almeno un punto evidente: che la Chiesa ha già deciso che per “motivi pastorali” si possono depennare dal culto certi santi già canonizzati. Dunque se dico che certe canonizzazioni incombenti possono avere effetti pastorali deleteri (alla fine è questo tutto il senso dell’articolo di Don Ariel come si intuisce dal titolo), posso farlo senza contraddire nessuna parte del Magistero.

        Per tornare sul punto: queste nuove canonizzazioni dunque possono essere un nuovo momento di grave confusione, creato dagli stessi che da cinque anni stanno creando confusione e che non sono piovuti da Marte, ma hanno allignato ed espanso la propria rete sotto i precedenti pontificati.

        1. Luca Del Pozzo

          @ Giudici
          Non vedo dove sia il nesso tra la situazione di oggi , oggettivamente grave e la cui cifra è la confusione (copyright card. Caffarra, non esattamente uno sprovveduto ) e i presunti errori dei papi del post Concilio , in primis GP II. Il post Concilio è stata una stagione di grave crisi per la chiesa (ma anche di luci, vedi la fioritura di movimenti e carismi laicali che hanno “puntellato” una chiesa che stava sbandando) dove tante correnti teologiche alquanto discutibili per non dire eretiche , alcune sorte prima del Concilio, hanno trovato terreno fertile per svilupparsi e allignare (una su tutte: la dottrina dei cristiani anonimi di Rahner, ma potrei citarne molte altre). Ma , ripeto, non fosse stato per GP II (e prima ancora per Paolo VI) che ha alzato una diga a quest’ora staremmo messi molto ma molto peggio. E se oggi la chiesa sta come sta, cioè male, è esattamente perché quell’argine è venuto meno di modo che Il mistero dell’iniquità dilaga, la chiesa avendo rinunciato al ruolo di “colui che si frappone” di cui parla Paolo in 2Ts. Ora addebitare le cause dei mali di oggi al Concilio e ai presunti errori di GP II (ripeto: un santo, non si discute , con buona pace di d. Ariel. Poi ovvio alcuni santi possono piacere di più altri di meno o sentirli più vicini alla propria sensibilità e indole mentre altri vengono percepiti più distanti , ma resta il fatto che sono santi, punto.) significa guardare al dito per non vedere la luna e confondere il male con la cura. Con l’aggravante di impancarsi a giudici molto simili a quei farisei che misuravano le parole di Cristo a seconda che fossero più o meno aderenti alla legge , senza neanche farsi venire il dubbio che quello stesso Dio che aveva dato loro la legge poteva magari decidere di andare oltre , senza per altro abolirla. Così è stato per il Vaticano II: con buona pace di chi ancora si attarda a inneggiare alla “vera” chiesa con ciò intendendo quella tridentina, fissa è immutabile, Dio ha deciso che era tempo di cambiare , ovviamente senza spostare una virgola del Depositum Fidei come vuole ogni vera riforma e come in effetti è stato. Poi certo, uno può pure pensare che Dio s’e’ sbagliato o, peggio, che il Vaticano II è stato solo un fatto umano. Ma tant’è. Sopravviveremo.

  21. tradizionalismo sterile e cieco che vedo affiorare in alcuni dei frequentatori di questo sito

    Se si va a vedere nei seminari si capisce benissimo che il tradizionalismo è tutto tranne che sterile. A differenza di quasi tutto il resto del panorama ecclesiastico.

    Attribuire la crisi odierna al Concilio e non alle sue spesso fantasiose interpretazioni non mi pare corretto, come ha riconosciuto recentemente Gnocchi, citato da A.M. Valli.

    Attenzione che Gnocchi non ha affatto “assolto” il Concilio: ha detto che i problemi c’erano già prima, ma questo è ovvio, altrimenti Pio X non avrebbe dovuto scrivere la “Pascendi”. È vero che c’è una parte del mondo tradizionale pensa erroneamente che bastava lasciare le cose com’erano il giorno prima, e questa è un’idea errata. Ma il tradizionalismo non si riduce a questo pensiero.

    ti posso dire che San Francesco d’Assisi, prima della conversione, NON era assolutamente uno “stinco di santo”….come la mettiamo ?
    Io qui commento una frase di Pierpaolo in risposta a Francesco. Non entro nella discussione tra loro, ma uso lo spunto per ribadire una cosa che mi pare troppi ignorano.

    Il punto non è il giudizio sulle persone, che certamente in foro interno non ci interessa. Ci interessa il giudizio su certe figure che sono personaggi storici, perché è un giudizio storico. Non si pretende la perfezione, per niente. Si chiede oggettività, ovvero che quando si fa il ritratto di questi personaggi non faccia “cherry picking”, volendone vedere solo gli aspetti negativi, ma neanche solo quelli positivi. Se qualcuno lo fa e insiste a non voler accettare legittime critiche che sono ben documentate, ancorché non si pretenda che siano accettate definitivamente, beh è questo qualcuno che forse ha problemi a capire che i santi non sono perfetti, visto che non accetta che si facciano presenti le loro imperfezioni. E da qui al “io sono di Apollo, di Paolo, ecc…” il passo è breve.

    1. Che il tradizionalismo (quello che attribuisce tutti, o quasi, i mali al concilio), sia sterile, mi sembra evidente, essendo incapace di generare idee ed iniziative valide nella crisi attuale. Certo ha più vocazioni di tante aree moderniste, ma e’ una vittoria facile, essendo il modernismo solo capace di far scomparire i cristiani e quindi ancor prima i sacerdoti..
      Quanto al concilio, di cui si possono rilevare limiti ed ambiguità, soprattutto nelle parti non dogmatiche (
      Gaudium et spes soprattutto), mi sembra eloquente che i sostenitori della rottura parlano si’ del concilio, ma si guardano bene dal citare i passi a sostegno delle loro tesi, segno che incontrano molte difficoltà ad estrarli. Essi possono sfruttare soprattutto delle espressioni ambigue, come quella di popolo di Dio, possono rifarsi al giudizio troppo ottimista sul mondo moderno per far abusivamente derivare una valutazione non negativa o addirittura positiva delle sue storture, ma non possono giustificare con i testi alla mano le loro sciagurate iniziative, Per esempio il documento sulla liturgia, come ha dimostrato Bux, e’ ottimo, ma e’ stata l’applicazione di Bugnini ad essere pessima. Sarah voleva infatti intervenire sugli attuali abusi, proprio appoggiandosi al documento conciliare. Per concludere: non facciamoci contagiare dai modernisti che citano abusivamente il concilio, partendo ha un preteso spirito di cui sarebbero i custodi e gli autentici interpreti, e smascheriamo invece le loro menzogne.

  22. Beatrice

    @ Fabrizio

    Che Giovanni Paolo II sia Santo, però, ci sono pochi dubbi direi. Per esempio una volta ho letto questa affermazione di Padre Amorth:

    “Come ben sapete, Padre Pio è invocato durante gli esorcismi e il demonio lo teme, diventa furioso, schiuma rabbia. Ma quando nelle mie sedute nomino Giovanni Paolo II, Satana diventa ancor più brutale, incontrollabile, lo detesta e lo dice: quello, ovvero Giovanni Paolo, lo odio con maggior intensità di Padre Pio”.

    http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2012/10/29/news/qualcuno-fermi-padre-amorth-1.47778

    Poi ho cercato di approfondire e di capire perché il diavolo reagisse così al sentire il nome del Papa polacco. Su un sito ho trovato questa spiegazione:

    «Padre Amorth dichiarò a TV2000 di aver scoperto che San Giovanni Paolo II era un potente intercessore per lottare contro il diavolo e liberare gli indemoniati.
    Nel libro scritto a quattro mani con il giornalista Paolo Rodari, raccontò anche di aver chiesto al diavolo più di una volta perché temeva tanto Giovanni Paolo II.
    In primo luogo, diceva, il demonio gli aveva risposto che il papa santo aveva sbaragliato i suoi piani sulla Terra. Amorth interpretò la risposta del demonio con la caduta del comunismo e del marxismo nell’ex Unione Sovietica.
    In secondo luogo, l’esorcista morto quasi novantenne a settembre disse che il diavolo era furioso con Giovanni Paolo II perché gli aveva strappato dalle mani molti giovani, che si erano convertiti grazie a lui. Alcuni magari erano già cristiani ma non praticanti, ma poi con il papa polacco erano tornati a praticare la loro fede.
    Padre Amorth sottolineò che Giovanni Paolo II e padre Pio erano alleati contro il demonio, ma che la loro azione non si poteva paragonare a quella della Vergine Maria, madre di Gesù.»

    http://www.ilsorrisodimaria.it/diavolo-teme-giovanni-paolo-ii/

  23. Vanni

    Il cardinale Sarah ha letto la Sacrosanctum Concilium e riflette:

    “Secondariamente, ritengo si debba essere chiari a proposito della partecipazione alla liturgia, la participatio actuosa come l’ha chiamata il Concilio. Ciò ha generato molta confusione nel corso degli ultimi decenni. L’articolo 48 della Costituzione sulla Sacra Liturgia dice che «la Chiesa si preoccupa […] che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino al­l’a­zione sacra consapevolmente, piamente e attivamente». Per il Concilio, la partecipazione è anzitutto interiore, ottenuta «[…] comprendendolo bene [il mistero del­l’Eucaristia] nei suoi riti e nelle sue preghiere». La vita interiore, la vita sprofondata in Dio e intimamente abitata da Dio, è la condizione indispensabile a una partecipazione fruttuosa e feconda ai santi misteri, che celebriamo nella liturgia. La celebrazione eucaristica dev’essere essenzialmente vissuta dall’inter­no”

    https://alleanzacattolica.org/verso-unautentica-attuazione-di-sacrosanctum-concilium/

    1. Per trovare poi riscontro nella vita ordinaria vissuta “fuori dalla Liturgia” o, se si preferisce, dove gli effetti e i segni della Celebrazione Eucaristica, si estendono alla vita “feriale”.

  24. Beatrice

    @ Fabrizio

    Posta la indubbia santità di Giovanni Paolo II, io sono d’accordo nel non nascondere gli errori che eventualmente avesse commesso durante il suo pontificato. Penso come te che fare cardinale uno come Kasper sia stato uno sbaglio, così come reputo uno sbaglio altre nomine. In particolare, dopo le rivelazioni di Viganò, mi sembra evidente che sia stata sbagliatissima la nomina di un triste figuro come McCarrick.

    Bernadette Soubirous disse una volta: “Io vorrei che si raccontassero anche i difetti dei santi e quanto hanno fatto per correggersi. Questo sarebbe molto più utile dei loro miracoli e delle loro estasi”. Anche i Santi nella loro vita hanno sostenuto, come tutti, la loro personale lotta contro il peccato e talvolta hanno perso (nel senso che non ce l’hanno fatta a non sbagliare). Ogni uomo è fatto di luci e ombre, ma quello che ha reso Sante alcune persone è stato l’essere riuscite a dare molto ma molto più spazio alla luce, perché non hanno mai smesso di combattere l’oscurità che si annidava nel loro cuore. Quindi non scandalizziamoci se anche i Santi hanno commesso errori nella loro vita, ricordiamoci che, se sono stati riconosciuti Santi, evidentemente il bene che hanno fatto ha superato di gran lunga il male.

    Inoltre, penso che si stiano addebitando a Giovanni Paolo II più errori di quanti non ne abbia realmente commessi, come se la crisi che stiamo vivendo fosse in gran parte imputabile a lui. Io penso invece che sia stato molto coraggioso a tenere saldo il timone e salvare la barca dalle violente tempeste che si sono via via abbattute contro di lei in una maniera mai vista prima.

    Forse non si ha realmente la percezione di quello che è avvenuto: la fede in Cristo si è imborghesita in gran parte dei credenti occidentali, che, vivendo nel benessere, hanno completamente perso il senso della croce e il valore del sacrificio personale. Un Papa, pur essendo Santo, non può convertire in massa dei cristiani che della fede hanno solo mantenuto una sterile formalità. Non c’è riuscito neppure Gesù a convertire tutti, figuriamoci se dobbiamo riuscirci noi! Andando in giro nelle parrocchie il cristianesimo stile ong sociale è diffusissimo, ma lo è da un sacco di tempo ormai, tanto che persino Biffi diceva “al giorno d’oggi non è più l’eresia, ma è l’ortodossia a fare notizia”. Ci troviamo davanti a un attacco alla Chiesa proveniente dal suo interno come non si vedeva dai tempi della crisi ariana. Davanti a un attacco tale un uomo, anche se è Papa, può fare qualcosa, ma non può risolvere tutti i problemi come se avesse la bacchetta magica.

    Questo lo dico da persona che prima del 2013 aveva molte convinzioni eterodosse (per non dire eretiche). Forse tutto il marcio che sta uscendo fuori serve proprio ad aprire gli occhi a tanti che come me dormivano cullandosi in un cristianesimo sentimentale stile “love is love”. A volte solo tramite sberloni riusciamo a renderci conto della verità.

  25. Adolfo

    @Bariom
    “Su questo fronte mi dispiace l’affermazione di Sarah: «Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio?», perché questa affermazione presuppone una giudizio sulla disposizione degli animi, di cui NULLA possiamo sapere”.

    In realtà si sta parlando di un atteggiamento esteriore, non della disposizione interiore (che è conosciuta solo da Dio). La “mancanza di sottomissione” è quella fisica: la persona è unione di anima e corpo, ed è consequenziale che non solo l’anima (la disposizione interiore) deve essere ben disposta, ma anche il corpo.

    Può ben essere che chi si inginocchia per ricevere la Comunione, lo faccia per mettersi in mostra; mentre chi la riceve in mano abbia la giusta disposizione interiore. Sta di fatto che i segni sono importanti: nel momento in cui si rinuncia a certi segni esteriori, in molti casi verrà – pian piano – danneggiata pure la disposizione interiore.

    La Comunione sulla mano porta – in aggiunta – a una inevitabile dispersione dei frammenti, senza contare che diventa molto più facile sottrarre l’Ostia, da parte di satanisti.

    Non penso che capiti solo a me, di vedere gente che prende l’Ostia con indifferenza, o che la consuma non sul posto, ma mentre torna al proprio banco; o che addirittura la lascia cadere (e ovviamente non la raccoglie: dovrà mica mangiare qualcosa caduto per terra?). Sono brutti comportamenti, resi possibili proprio dal permesso di ricevere la Comunione in mano. Cerchiamo perciò di pensare anche a queste cose, e non solo al fatto che è possibilissimo ricevere la Comunione in mano, avendo una giusta disposizione dell’anima.

    Capita di vedere nelle chiese persone che siedono in modo sbracato, o che leggono il giornale, o che parlano al cellulare: potrebbe anche essere che queste persone abbiano una buona disposizione interiore, o comunque una disposizione non cattiva (nel senso che lo fanno per ignoranza, e non perché intendono offendere Dio, il Padrone di casa): sta di fatto che, quando si è alla Presenza del Signore, occorrerebbe manifestare sommo rispetto. Anche col corpo.

    1. Non penso che capiti solo a me, di vedere gente che prende l’Ostia con indifferenza, o che la consuma non sul posto, ma mentre torna al proprio banco; o che addirittura la lascia cadere (e ovviamente non la raccoglie: dovrà mica mangiare qualcosa caduto per terra?). Sono brutti comportamenti…

      Sono pessimi comportamenti, ma ecco che nuovamente facciamo ricadere alcuni (e nella mia parziale esperienza), grazie a Dio non così diffusi comportamenti, come la “diretta causa di una cattiva prassi”, piuttosto questi ricadono sotto la precisa responsabilità del Ministro (sia egli consacrato o straordinario).

      Spiace parlare di sé, ma personalmente, ho richiamato se non addirittura rincorso, chi si allontanava con la particola in mano. Persona sbadata e poco accorta, non “satanista” mi auguro, ma che certamente andava richiamata.
      Se cade una particola o un frammento, sono il primo a raccoglierli e a cibarmene, a scanso di persone un po’ schizzinose ( lasciatemi anche dire che è più facile la particola cada nel porgerla alla bocca per le più svariate forme di “accostamento”, dal repentino “morso da cobra”, al “movimento del picchio” 😀 🙁 ).
      Al ragazzino che porgeva mani sporche o con qualche scritta a biro, ho dato la particola in bocca invitandolo ad avere mani pulite alla prossima occasione…

      Tutte accidenti che senza voler colpevolizzare nessuno, credo ricadano sotto una precisa responsabilità del Ministro e servono anche ad educare i fedeli, credo.

      A voler essere estremamente puntigliosi, come sembra in molti siamo, azzarderei aggiungere, che le signore che si accostano con le labbra alla particola, non sarebbe male avessero labbra pulita dal rossetto di qual si voglia colore, che non è proprio un bel vedere il “timbro” che si appone sul Corpo di Cristo prima di assumerlo per intero…
      Eppure quello stesso Corpo, lo stesso Signore Gesù Cristo, non si schifa di sostare nel nostro palato sino ad essere aggredito dai nostri succhi gastrici.

      La cosa dovrebbe far riflettere…

  26. Adolfo

    @Bariom
    “Spiace parlare di sé, ma personalmente, ho richiamato se non addirittura rincorso, chi si allontanava con la particola in mano”

    Fai benissimo, ma rimane il fatto che certe situazioni non si porrebbero, se non fosse permessa la Comunione sulla mano. Non è causa diretta di una cattiva prassi (come giustamente tu evidenzi), ma indiretta lo è certamente.
    E comunque, di Ministri attenti come te, io ne ho visti ben pochi; mentre ho visto tanti esempi contrari. Sarà un caso, il mio…

    ***
    “è più facile [che] la particola cada nel porgerla alla bocca”

    Può essere, ma il piattino che ci sta a fare?
    Ho fatto il chierichetto, a volte pure in età adulta, e praticamente sempre ho notato, alla fine della Comunione, come sul piattino vi fossero vari frammenti d’Ostia. E ciò pure nei casi in cui nessuna Particola era caduta (dalla bocca al piattino, dico). E anche nei giorni feriali, quando le Comunioni distribuite erano ben poche.

    Nell’assumere la Comunione in mano, il rimaneggiamento è senz’altro maggiore (perché non viene toccata solo dal Ministro, ma anche da ambo le mani di chi riceve l’Ostia): e nessuno mi toglie dalla testa che pure la quantità dei frammenti dispersi sia ben superiore. Anche nei casi in cui tutto “procede bene”, ossia nei casi in cui il Ministro sia davvero responsabile. Certo, il ricevente dovrebbe osservare attentamente le mani, e assumere anche eventuali frammenti lì rimasti… ma in quanti lo fanno?

    In merito all’inginocchiarsi, rimane il fatto che sarebbe ottima cosa adorare Iddio non solo con l’anima, ma pure col corpo. Il fatto che la Chiesa permetta la Comunione in piedi e sulle mani, non significa che sia “cosa buona e giusta”. Tant’è che agli inizi furono dati permessi “per casi particolari”… e poi, come al solito, è arrivata la generalizzazione.

    ***
    “le signore che si accostano con le labbra alla particola, non sarebbe male avessero labbra pulita dal rossetto”

    E non sarebbe male che le persone si vestissero in maniera consona, specie d’estate, quando entrano nel luogo sacro. Penso che le due cose siano collegate. Tante volte le chiese sono viste come “passerelle” o come semplici “luoghi di ritrovo comune”, e non come spazi in cui pregare e adorare Dio.

    Per quanto riguarda il tuo finale invito alla riflessione sull’Umiltà di Nostro Signore, che non Si schifa nel mescolarsi con la nostra saliva e coi nostri succhi gastrici, non posso che essere completamente d’accordo.

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