Tenete l’antica strada e fate vita nuova

di Luca Del Pozzo

Ci sono libri che si leggono per svago, altri per interesse culturale o per lavoro, altri ancora perchè fanno bene all’anima. E perchè ciò che raccontano è tanto vero e bello da trascendere l’esperienza personale di chi li scrive per assumere un significato universale. Questo è il caso di Tornare al centro. “Tenete l’antica strada e fate vita nuova”, ultima fatica letteraria di Rosanna Brichetti Messori (Ares edizioni). Il titolo non inganni: quel “tornare al centro” non ha nulla a che vedere con qualvoglia discorso attorno ad un “centro” di tipo politico. Esso indica piuttosto di fronte alla crisi in atto nel cattolicesimo la “cura”, ciò che davvero conta per la vita dell’Autrice in primis e, partendo dalla sua esperienza, per questo tempo travagliato che la Chiesa (e non solo) sta attraversando.

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Per l’Amazzonia, come altrove, occorre andare alla radice del problema

Lettera a Il Foglio di Luca Del Pozzo

Al direttore – E’ vero, il celibato sacerdotale non è un dogma di fede. Ed è altrettanto vero che da sempre tra gli uomini di Dio ha allignato la lussuria (uno piuttosto ferrato sull’argomento si chiamava Lutero). Per carità, nulla di cui scandalizzarsi. Per dire, un mio vecchio professore di Diritto canonico era solito ricordare una battuta molto in voga ai tempi in cui frequentava il seminario, che più o meno suonava così: “La castità sacerdotale è una virtù che si tramanda di padre in figlio”.

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Filosofia cristiana e politica in Augusto Del Noce

di Emiliano Fumaneri

C’è una ricorrenza che rischia di passare inosservata ai più. E sarebbe un peccato perché parliamo di un maestro del pensiero cattolico – e non solo – tra i più grandi del Novecento. Lui è Augusto Del Noce, filosofo («attraverso la politica», come amava definire la propria riflessione) scomparso proprio trent’anni fa, il 30 dicembre 1989.

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Bertolucci, il ’68 e la violenza sulle donne

di Luca del Pozzo

Sarà un caso che la dipartita da questo mondo di Bernardo Bertolucci sia avvenuta il giorno dopo la (politicamente correttissima, per altro) manifestazione contro la violenza sulle donne? Forse no. Perché se c’è uno, non l’unico ovviamente, che con la sua cinepresa ha trattato non esattamente bene le donne questo è stato proprio Bertolucci (e non parlo solo della famosa scena della sodomizzazione di Ultimo Tango, con la Schneider ignara di ciò che stava per accadere).

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Quando il cielo ci fa segno

di Luca Del Pozzo

In una fase storica in cui ampi settori della Chiesa sembrano essere, certo non da oggi ma con una accentuazione oggi sicuramente maggiore rispetto ad altri periodi, più attenti alle cose di quaggiù che a quelle di lassù, al punto che si potrebbe a buon diritto prendere a prestito il titolo di una celebre opera di Nietzsche – “Umano, troppo umano” – per riassumere il giudizio sulla situazione attuale da parte di molti osservatori di cose cattoliche, la lettura di “Quando il cielo ci fa segno. Piccoli misteri quotidiani”, breve ma denso “promemoria”, come lo definisce l’Autore, del best seller Vittorio Messori da poco nelle librerie, è senza ombra di dubbio un valido aiuto per risollevare il morale delle truppe.

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Giovanni Paolo II: quarant’anni fa dalla Polonia la “scintilla” che avrebbe preparato il mondo all’ultima venuta di Cristo

di Luca Del Pozzo

“Simone dorme, Pietro veglia”. Queste le parole dell’allora cardinale Montini, futuro S. Paolo VI, alla notizia della morte di Pio XII. Parole che esprimono tutto il mistero, la grandezza e l’umanità del servizio petrino. Parole che mi sono tornate in mente in questi giorni pensando alla straordinaria figura di S. Giovanni Paolo II, uno dei giganti del XX secolo, di cui ricorre in questi giorni il quarantesimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio Come molti miei coetanei, il pontificato di Karol Wojtyla ha coinciso con gli anni della mia giovinezza.

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Sinodo dei giovani, non abbassare l’asticella della fede

di Luca Del Pozzo

In questi giorni che ci separano dal Sinodo dei giovani non ho potuto fare a meno di pensare che è oltremodo grottesco che proprio il beato Paolo VI, che sarà canonizzato il 14 ottobre nel bel mezzo del Sinodo, proprio lui rischia più di ogni altro di uscire con le ossa rotte, metaforicamente parlando s’intende, dai lavori sinodali. Le premesse, inutile girarci intorno, ci sono tutte. All’insegna dell’andazzo che oggi va per la maggiore, il gattopardismo alla rovescia: non cambiare nulla per cambiare tutto.

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La Chiesa ha un problema con l’omosessualità, solo dopo con la pedofilia

di Luca Del Pozzo
La questione della pedofilia nella Chiesa – tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache  – è in realtà solo la punta dell’iceberg. La Chiesa ha un problema ben più grave – e rispetto al quale la pedofilia è un effetto (per altro assolutamente marginale stando ai casi realmente accertati a confronto con la valanga di denunce spesso rivelatesi infondate ma nel frattempo cavalcate ad arte dai media compiacenti per aumentarne l’eco scandalistica) – con l’omosessualità. O meglio, con quella che non caso, già a partire dal 2012, il Prof. Oko della Pontificia Accademia di Cracovia aveva identificato con l'”omoresia”, ossia una concezione dell’omosessualità in aperto contrasto con il magistero della Chiesa cristallizzato nel catechismo e nei documenti ecclesiali.

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Pastori che profumano di Cristo

di Luca Del Pozzo

C’è un vescovo, M.or Andrè Leonard, dal 2010 al 2015 titolare della diocesi di Malines-Bruxelles. E c’è un giornalista, Drieu Godefridi, che non appartiene alla Chiesa e che anzi è dichiaratamente agnostico. I due si sono incontrati, hanno discusso a lungo, il primo incalzato dalle domande del secondo, a sua volta stimolato dalle argomentazioni serrate e per certi aspetti provocatorie del primo. Ne è scaturito un libro-intervista che è un balsamo per chiunque in questa calda e chiassosa estate voglia leggere qualcosa di autentico, di vero, di bello.

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Humanae Vitae è la soluzione, non il problema

di Luca Del Pozzo

Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Alla fine, tutto ruota attorno a questa domanda. Ed è a partire da questa domanda che va inquadrato il dibattito ecclesiale attorno all’Humanae Vitae del Beato e futuro santo Paolo VI, di cui il 25 luglio ricorrerà il 50^ anniversario. Così come, pur con tutti di distinguo del caso, è a partire dalla stessa domanda che va inquadrata anche la questione della morale sessuale e familiare che sarà uno degli argomenti centrali del prossimo Sinodo sui giovani. Senza entrare nel merito dell’enciclica di papa Montini (chi vuole può documentarsi a dovere in primis su questo blog grazie al meritorio lavoro che sta portando avanti Costanza Miriano), ciò che qui interessa sottolineare – e il discorso vale tanto per l’apertura alla vita quanto per altre specifiche questioni – è che c’è una questione, per così dire, “a monte” su cui bisognerebbe soffermarsi.

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Scommettere sulla fede. Note a margine del “Credo del Popolo di Dio”

di Luca Del Pozzo

Ricorreva ieri il cinquantesimo anniversario del “Credo del Popolo di Dio”, la solenne professione di fede proclamata il 30 giugno 1968 dall’allora pontefice e futuro beato Paolo VI sul sagrato di S. Pietro a conclusione dell’Anno della Fede, da lui indetto il 29 giugno 1967 per celebrare il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo.

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Una fede in due

di Luca Del Pozzo

Alla domanda di una matrona romana su che cosa Dio facesse dopo aver creato il mondo, il rabbino Yosè ben Chalaftà rispose: “Egli unisce le coppie e conclude i matrimoni. Egli stabilisce chi deve sposare la figlia del tale.” L’aneddoto, che come tutta la tradizione sapienziale ebraica esprime la coscienza di Israele della presenza e dell’operare di Dio non solo nella storia universale ma anche in quella concreta delle persone, dice una cosa semplice quanto profonda: con buona pace del sentimentalismo frou-frou oggi imperante il matrimonio non è innazitutto una questione, appunto, di sentimenti.

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Il matrimonio secondo logica

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di Luca Del Pozzo   per IL FOGLIO

Il ddl Cirinnà sulle unioni civili all’esame del Senato su almeno un punto sembra aver messo tutti d’accordo, compresi (incredibilmente) certi settori della chiesa italiana: ovvero sul fatto che una legge che riconosca una tutela giuridica alle coppie omosessuali vada fatta. Vuoi perché – si dice – ce lo chiede l’Europa (non tutta, vedi la Slovenia), vuoi perché – si dice – lo ha chiesto la Corte costituzionale con la sentenza 138/2010. Vuoi perché la società è cambiata e sembra che ormai il dibattito verta solo e soltanto sul “come”, essendo fuori discussione il “se” farla, una legge. Ma le cose stanno davvero così? E’ davvero un destino ineluttabile per l’Italia legiferare sulle unioni civili? Forse un supplemento di riflessione non farebbe male. Servirebbe quanto meno, e auspicabilmente, a capire meglio quella che è la vera posta in gioco. Che non ha nulla a che vedere con l’omosessualità, né tanto meno con i diritti degli omosessuali. La vera posta in gioco è il concetto stesso di matrimonio, che a sua volta implica una ben precisa idea di uomo, o meglio lo scontro tra due opposte e irrididucibili antropologie.

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A 50 anni dal Concilio. Attualità del Vaticano II (quello vero)

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di Luca Del Pozzo

L’8 dicembre prossimo cadrà il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Ed è fin troppo facile prevedere la mole di articoli e commenti per rintuzzare una polemica mai sopita –  e che ha investito in pieno anche il recente Sinodo sulla famiglia dove, caso mai non fosse chiaro, si sono scontrate prima ancora che due opposte visioni sulla famiglia, due opposte visioni sulla chiesa e il suo rapporto con il mondo – su un evento che, comunque lo si guardi, ha cambiato il volto della Chiesa. Il che, di per sé, non è necessariamente un male, anzi.

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Resistenza senza resa. Perché il Family Day sarebbe piaciuto ad Augusto del Noce

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di Luca Del Pozzo

Al direttore – Le questioni poste da Maurizio Crippa nell’articolo sulla manifestazione di S. Giovanni del 20 giugno – ad oggi la più interessante e densa riflessione che mi sia capitato di leggere in un mare magnum di commenti spesso e volentieri viziati da intolleranza e pregiudizio, per non parlare dell’indegna caciara mediatica scatenata contro Kiko Arguello solo per aver detto una verità di sesquipedale evidenza sul femminicidio (fenomeno per altro ad alto tasso di politically correctness) – fanno tutt’uno con la questione circa il senso e il significato dell’essere cristiani in un mondo e in una società che, diciamolo fin da subito a scanso di equivoci, di Cristo e dei cristiani se ne infischiano altamente. E dove anzi non è difficile scorgere, e l’ideologia del gender con tutti gli annessi e connessi ne è un caso esemplare, il volto dell’Anticristo mirabilmente tratteggiato, in epoca non sospetta, da gente come R.H. Benson e V.Solovev. Continua a leggere “Resistenza senza resa. Perché il Family Day sarebbe piaciuto ad Augusto del Noce”