La Chiesa ha un problema con l’omosessualità, solo dopo con la pedofilia

di Luca Del Pozzo
La questione della pedofilia nella Chiesa – tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache  – è in realtà solo la punta dell’iceberg. La Chiesa ha un problema ben più grave – e rispetto al quale la pedofilia è un effetto (per altro assolutamente marginale stando ai casi realmente accertati a confronto con la valanga di denunce spesso rivelatesi infondate ma nel frattempo cavalcate ad arte dai media compiacenti per aumentarne l’eco scandalistica) – con l’omosessualità. O meglio, con quella che non caso, già a partire dal 2012, il Prof. Oko della Pontificia Accademia di Cracovia aveva identificato con l'”omoresia”, ossia una concezione dell’omosessualità in aperto contrasto con il magistero della Chiesa cristallizzato nel catechismo e nei documenti ecclesiali.

E’ a causa di questa strisciante eresia, ma che soprattutto dopo il Vaticano II (anche a causa di una lettura “aperturista” del Concilio tanto miope quanto infondata) ha avuto un’accelerazione decisa – che tra le fila del clero è andata espandendosi una piaga purulenta che sta infettando il corpo di Cristo con grave scandalo per i fedeli. Di cui le notizie giunte d’oltreoceano riguardanti esponenti del clero nordamericano (e non solo), in primis l’ex cardinale di Washington Theodore McCarrick, sono solo l’ultimo esempio. Ma è un esempio che conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, che con buona pace della vulgata intra ed extra ecclesiale (per tacere di quegli ambienti laicisti che da sempre non perdono occasione per attaccare la Chiesa) non è la pedofilia il vero problema, bensì appunto l’omosessualità. Le cifre parlano chiaro: almeno l’80% degli abusi sono di natura omosessuale. Non solo: lo stesso Prof. Oko, intervistato dal sito Lifesitenews, ha affermato che “secondo stime attendibili, il 30-40 per cento dei preti e il 50 per cento circa dei vescovi in USA hanno inclinazioni omosessuali”. Questo per dire che se è vero che non tutti i preti omosessuali sono pedofili, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza dei casi di pedofilia (anche se a rigore sarebbe più corretto parlare di efebofilìa) riguarda preti omosessuali.

Intendiamoci, che l’omosessualità da sempre abbia trovato terreno fertile nei seminari e nelle parrocchie non lo scopriamo certo ora; il fatto nuovo, tuttavia, che dovrebbe preoccupare molto di più dell’aspetto morale o peccaminoso in sé (di cui in ogni caso tutti i predatori e gli abusatori seriali di questo mondo dovranno rendere conto a Dio quando verrà il momento), è che ora è in atto il tentativo di sdoganare l’omosessualità nella Chiesa anche da un punto di vista teologico. L’obiettivo, perseguito da precisi ambienti ecclesiali (gli stessi, per capirci, che stanno lavorando sotto traccia per una revisione dell’Humanae Vitae e della dottrina sulla contraccezione, che vorrebbero l’abolizione del celibato, il sacerdozio per le donne e il matrimonio per i preti, la comunione ai divorziati risposati e via ammodernando) è chiaro: il riconoscimento da parte della Chiesa che l’attrazione tra eguali è uno status affettivo-sessuale assolutamente normale al pari di quello etero. Rod Dreher, autore del best seller “Opzione Benedetto” e uno degli intellettuali statunitensi più influenti nel dibattito sulla Chiesa, ha detto senza troppi giri di parole in un’intervista a La Verità:

“I preti gay capiscono che il momento è propizio, e si stanno muovendo per cambiare la Chiesa. Questo è un fronte delicatissimo.  La Bibbia, e l’insegnamento della Chiesa, sono inequivoci. Se la Chiesa si arrende sull’omosessualità, distruggerà non solo la sua credibilità ma tutta l’antropologia della famiglia. Il mondo ripaganizzato odierà la Chiesa per la sua posizione sulla sessualità in genere. Ma questa è proprio la testimonianza contro-culturale chiesta al cristiano nel tempo post-cristiano”.

A conferma dell’andazzo descritto da Dreher, basta dare anche una rapida scorsa alle dichiarazioni e prese di posizione registrate negli ultimi mesi da parte di diversi esponenti, come nel caso del vescovo di Chicago, Blaise Cupich, o del titolare della diocesi di Osnabrucke, Franz-Joseph Bode, o ancora di Antonio Carlos Cruz Santos, della diocesi brasiliana di Caico. E di esempi se ne potrebbero fare molti altri. Per cui delle due l’una: o la lobby omosessualista, la cui azione nella Chiesa solo un cieco potrebbe non vedere, ha preso definitivamente il sopravvento; oppure il problema dell’omosessualità nel/del clero non solo non è percepito come “il” problema, ma forse non è percepito neanche come tale. In entrambi i casi, va da sé che la situazione non è più sostenibile. A mali estremi cure estreme.

Ciò che serve è un cambio di rotta radicale, di cui i fedeli – laici e non – che hanno ancora occhi per vedere e orecchie per intendere dovrebbero invocare e promuovere. Se poi ad aggravare una situazione già al limite tocca pure assistere a fatti come quello accaduto a Dublino in occasione dell’Incontro mondiale delle Famiglie, si ha chiara la percezione dello stato confusionale (ma non casuale) e di quanto sia (stra)colma la misura. Il fatto in questione riguarda ovviamente la presenza in qualità di relatore (sic!) al suddetto meeting – e nel mentre dagli Usa arrivavano le notizie agghiaccianti che sappiamo – del gesuita James Martin, noto sostenitore della causa Lgbt (che tra l’altro sarà la guest star del prossimo  – udite udite – Forum dei cristiani Lgbt in programma ad Albano dal 5 al 7 ottobre prossimi, di cui ne sentivamo il bisogno come il pane). Ma come. Si svolge un meeting sulla famiglia e viene invitato a parlare un signore che, tra le altre cose, ritiene che il catechismo debba essere emendato laddove parla di “intrinsecamente disordinato” riferito all’orientamento omosessuale? (oltre ad affermare che omosessuali si nasce, cosa che non solo non ha trovato ad oggi alcun riscontro scientifico, ma anche ammesso fosse vera un qualche problema lo porrebbe comunque dal momento che sarebbe in aperta contraddizione con il dogma per eccellenza della teoria gender secondo cui ciascuno può scegliere liberamente la propria identità sessuale a prescindere dal dato biologico, o ci siamo persi qualcosa?). Chi l’ha invitato? E perché? Con quale scopo? No, dico è normale che nel contesto di un incontro sulla famiglia, con tutti i problemi di cui soffrono le famiglie non ultimo le virulente politiche laiciste che almeno in Occidente stanno sconquassando l’istituto cardine della società, i partecipanti abbiano dovuto sorbirsi  – con grande sconcerto per non dire rabbia dei fedeli – il mantra che padre Martin ripete ovunque come un disco rotto, ossia che ciò che fa soffrire gli omosessuali è lo stigma sociale, ergo la Chiesa dovrebbe smetterla di discriminarli e anzi dovrebbe accoglierli e integrarli nelle parrocchie, di modo che possano finalmente essere felici e contenti?

Tralasciando la sesquipedale rozzezza nonché falsità di una simile argomentazione (per dire quanto sono discriminati gli omosessuali nella Chiesa, basterebbe ricordare che una manina ha fatto sparire la parola “psichiatria” dal resoconto web della conferenza stampa del pontefice regnante di ritorno dall’Irlanda, contenuta nella risposta alla domanda su cosa consigliare a un genitore che scopre di avere un figlio gay: a Martin, ma che stai a dì?) la domanda resta: da chi e perché è stato invitato al meeting di Dublino il gesuita James Martin? In attesa di lumi, ciò che preme sottolineare è che mai come in questa fase così difficile e travagliata per la vita della Chiesa occorre un’azione decisa e incisiva. Prendendo il toro per le corna e affrontando il problema con determinazione. Innanzitutto chiamando le cose per nome, senza se e senza ma, fedelmente al detto evangelico “il vostro parlare sia sì, sì; no, no, il di più viene dal maligno”. In questo i laici hanno un ruolo importante; è ancora Dreher a ricordare come i fedeli “dovrebbero chiedere che il Papa, i vescovi, i sacerdoti dicano la verità sulla corruzione sessuale.

C’è una sporcizia che rischia di uccidere la Chiesa. Si preparano tempi dolorosi e difficili. Mi permetto anche di dire che i fedeli dovrebbero incoraggiare i loro sacerdoti a non avere paura”. La Chiesa ha una missione profetica a servizio dell’uomo che è quella di annunciare la Verità che, sola, può realmente liberare gli uomini. Alla luce della fede tutto è chiaro, limpido, cristallino. E Cristo è lo stesso ieri oggi e sempre, tanto quanto il cuore dell’uomo da cui  – è ancora Cristo e ricordarcelo – viene ogni male. Poi per carità, nella sua bimillenaria storia la Chiesa ne ha viste di cotte e crude. Per cui passerà pure questa (si spera). Né va dimenticato che la Chiesa viene da Dio stesso, non è un qualcosa di umano anche se fatta di uomini e donne in carne e ossa. Ciò che rappresenta la miglior garanzia della sua “tenuta”. Ma questo non esime, non può esimere dal guardare in faccia la realtà. Un conto è la legge, questa sì cattolicissima, dell’et-et dove tutto si tiene (a partire dal fatto che la Chiesa è santa e peccatrice); altro conto è cambiare le carte in tavola chiamando bene il male e male il bene. Questo non solo non ha nulla a che fare con la vera fede, ma se possibile è il suo contrario nella misura in cui confonde, mistifica, equivoca. Come quei lupi rapaci travestiti da agnelli.

 

117 pensieri su “La Chiesa ha un problema con l’omosessualità, solo dopo con la pedofilia

  1. vale

    avevo letto l’intervista a dreher.
    per non “caricare” troppo ilpost “se anche nella chiesa…” di ulteriore carne al fuoco.

    ma il problema reale è che non si riesce a capire come- e se il fenomeno è così ampio negli stati uniti,non penso che nel resto del mondo sia inesistente (eufemismo)- gli addetti ai lavori facciano finta di non vedere e se vedono( e vedono sicuramente) ,tacciono.

    Voglio dire: a parte l’improvvida richiesta di dimissioni e, forse, del risentimento personale-ammesso che ci sia- veramente, anche solo restando a Roma, non si sa che succede al Capranica o nei localini gay, veramente neppure il suo datore di lavoro,Coccopalmerio per la cronaca,visto che gli faceva da segretario personale,si è accorto di droga e festini gay prima di quello fatto in Vaticano,veramente nessuno si è accorto per anni dell’abate di montecassino( e del suo predecessore che lo ha praticamente allevato) ?

    Per non parlar di Ricca?

    cos’è, una barzelletta sui preti?

  2. Luigi

    Vi farò una domanda: il Consiglio di 9 alti prelati che Papa Francesco si è scelto per la “riforma della Curia romana” da chi è composto? Vedete qui:
    Consiglio dei cardinali – Wikipedia
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Consiglio_dei_cardinali
    Alcuni di loro hanno direttamente o indirettamente (Maradiaga, Marx, Semeraro, Ossa) un rapporto diciamo easy con il mondo lgbt esterno e interno alla Chiesa. Per non dire quello che pensano sullo stravolgere il Magistero.
    Allora il problema è, dico purtroppo, in chi ha in mano oggi le “Chiavi” della macchina Chiesa: Papa Francesco.
    Gira che ti gira tutto va a finire lì.
    È un dato di fatto e il tanto vituperato dossier Viganò è la punta dell’iceberg della situazione.

      1. Francesco Paolo Vatti

        La cosa che trovo sbagliata (ammesso che sia vero, non ho avuto ancora tempo di leggerlo) è la richiesta di dimissioni al Papa. Il Papa non è il presidente del consiglio di amministrazione della società Chiesa S.p.A., è il monarca nella Chiesa. Si può richiamarlo ai suoi errori, ma non si possono richiederne le dimissioni. Se vuole abdicare, lo farà lui.
        Se questa richiesta veramente c’è stata, ha finito per indebolire il dossier….

  3. Elio

    Mi riallaccia a quello che dice Luigi per essere ancora più esplicito e per dire la verità tutta intera. Da tutto quello che leggiamo e vediamo nei giornali, blog e tv viene fuori il seguente quadro: Bergoglio ha sempre saputo tutto di tutti, infatti quando qualcosa non gli garba reagisce immediatamente in modo assai ciarliero; quando non dice nulla e lascia fare è perché vuole così. Inoltre é quello che certamente ha l’ultima parola sulla partecipazione a manifestazioni importanti di personaggi inqualificabili come J. Martin. D’altronde è gesuita: dice una cosa, né pensa un’altra, ne fa una terza. Un colpo alla botte, un colpo al cerchio: crea confusione, sconcerto, dice blasfemie (né ho un elenco interminabile), omette di custodire e pascere le pecore del popolo di Dio, mettendolo nelle grinfie dei lupi, e poi condisce tutto con un pizzico di cattolicesimo ortodosso per coprire e far ingoiare il resto; mi viene in mente l’analogia col medico che quando deve far prendere una medicina dal gusto schifoso, consiglia di prenderla con un po’ di zucchero o miele. In estrema sintesi, riguardo l’omosessualità, Bergoglio non solo ha sempre saputo tutto, ma ha coperto tutti i casi, almeno finché non gli sono scoppiati in mano (Il caso del vescovo cileno è uno tra i tanti), ed ha persino premiato l’omosessualismo nel clero (mons. Ricca, mons. Capozzi, l’alto clero americano e tanti altri).

  4. Valeria Fusetti

    Pare non entrarci per nulla ma se confermato è tanto bello che trovo giusto dirlo: i cari genitori di Alfie Evans hanno avuto un altro figlio, notizia letta ieri su La Verità ( solo il titolo perché non sono abbonata), spero proprio che sia vero ! Qualcun altro l’ ha letta ?

    1. shoesen

      Che Dio benedica i genitori del nostro piccolo Alfie e protegga il suo fratellino dal maligno.

  5. nat

    Ricordate il vecchio gioco “Unisci i puntini e apparirà l’immagine”?
    Ecco provate ad applicarlo a quanto sta venendo alla luce sulle lobby gay nella Chiesa, la ” pia confraternita” come qualcuno l’ha definita. ..

  6. Claus

    Chiedo ai più dotti: altre comunità cristiane hanno lo stesso problema? Il clero protestante vive lo stesso scandalo? Con le stesse dimensioni? Si tratta di un fenomeno recente o è sempre esistito? Qual’è la causa? Può essere il celibato? Perché la Chiesa Cattolica non può ammettere il matrimonio per i consacrati? Non potrebbe essere un “male minore”?
    Grazie a tutti per i contributi!

    1. catherine

      Claus: in questo sito trovi un bellissimo scritto di Flora Gualdani, a riguardo della sessualità vissuta da consacrati, di qualche tempo fa. mi sembra davvero illuminante.
      Catherine

    2. @Claus,

      l’idea che la possibilità di Matrimonio per i sacerdoti possa in qualche modo risolvere uno qualunque dei problemi della infedeltà e dei peccati che riguardano la sfera della sessualità in un/una consacrato/a è purtroppo una vana utopia.

      Senza entrare nel merito dei motivi teologici (e canonici che come tali sarebbero al limite modificabili), dal punto di vista concreto seppure in ordine alla vita spirituale, il consacrato/a ha (o dovrebbe avere) con Dio lo stesso rapporto sponsale che un uomo sposato ha con la propria moglie, tolta la parte più “fisica”, ma anche nle Matrimonio non è la parte fisica che regge il Sacramento.

      Certo una buona moglie, ci aiuta anche a maturare, crescere, non di rado anche nella Fede, ma questo è appunto un percorso di conversione in cui la Moglie e il Marito che Dio ci pone accanto, sono l’uno per l’altra aiuto.

      I consacrati hanno (o dovrebbero avere), oltre ad una intima unione spirituale con la Trinità e Maria che derivano dalla preghiera assidua, una particolare “grazia di stato” e una vita comunitaria dove fratelli/sorelle, padri spirituali e superiori nell’ordine, vegliano (o dovrebbero vegliare) su ogni possibile, caduta o anche sola tentazione.
      Tutte realtà a cui un laico sposato difficilmente accede… seppure non sia impossibile.

      Certo se tutto questo lo si butta alle ortiche, consegnandosi difatto ai propri peccati e diciamolo tranquillamente, in mano al demonio (che si frega le mani di gioia ogni volta che può traviare un consacrato/a), se proprio chi dovrebbe vigilale, istruire, formare, correggere ed educare, invece inganna, travia e perverte (e non vorrei essere nei loro panni il giorno del Giudizio), non c’è “percorso che ammetta i preti al matrimonio” che tenga!

      Vigilanza e formazione, prudenza e misericordia, amore a Cristo e alla Sua Chiesa, Predicazione e Sacramenti e DISCERNIMENTO, questo è necessario.
      Santi Pastori che formino Santi Sacerdoti che a loro volta fomano un Santo Popolo di Dio e allora ognuno di fronte a Dio, nello stato in cui ognuno è chiamato a vivere, avrà in abbondanza quei Doni che lo Spirito Santo garantisce e che non chiamano nessuno ad essere “custode” di nessun altro, ma ha essere formati e allenati al combattimento interiore, la cui vittoria è sempre certa appoggiati in Dio.

      Non credo una moglie potrebbe essere un argine a atteggiamenti devianti di omoerotismo.
      Questi atteggiamenti infatti si riscontrano anche in uomini sposati.
      E’ una devianza (disordine lo definisce il CCC) dell’animo e tale rimane, non sarà certo avere preti sposati che libererà la Chiesa da una simile piaga.

        1. Mi associo.

          Aggiungo solo un punto basilare, relativo ai fatti: nelle confessioni dove i pastori si sposano, il problema c’è, eccome. Lampante per esempio l’incipit di questo pezzo di fonte non sospetta (oltretutto già datato):

          https://www.huffingtonpost.com/valerie-tarico/the-protestant-clergy-sex_b_740853.html


          One of the most striking aspects of the Protestant clergy sex abuse pattern is that most people don’t realize it is a pattern. The Catholic Church has taken a well deserved beating in the courts and in the court of public opinion as former altar boys, orphans and ordinary parishioners come forward with appalling stories of sex abuse. Yet equally egregious violations by Protestant clergy fail to generate the same level of outrage. Why?

          Eh già… perché? Qualche tentativo di risposta nell’articolo c’è.

          E prepariamoci a queste domande, perché, almeno sulla carta, il sinodo 2019 si avvicina e si inventeranno che far sposare i preti è un rimedio agli scandali sessuali.

        2. cinzia

          Concordo! Ultimamente non mi sento molto in sintonia con Bariom, ma questa risposta la sottoscrivo in pieno! (a parte la parola DISCERNIMENTO in maiuscolo….. questa parola mi piace sempre meno, visto il modo in cui viene utilizzata! 🙂 )

          1. Spero di non incrinare la ritrovata sintonia…

            Ho scelto la parola “discernimento” in maiuscolo (in realtà devo riconoscere ve ne sono di prioritarie, altrimenti il discernimento va alle ortiche) un po’ d’istinto, ma solo per quanto è stato importante nella mia vita fare discernimento, cioè vagliare cosa realmente sia buono e dove realmente stesse la Volontà di Dio.

            Sicuramente Cinzia sai come deve essere fomato e condotto un buon discernimento e credo sarebbe inutile star qui a ripeterlo.
            Ti invito quindi a considerare quello e a non disdegnare questo importante aspetto nella vita spirituale solo perché c’è chi ne fa cattivo uso o ne distorce il senso.
            Non lasciamoci scippare le cose “sante” solo perché c’è chi le travia…. sarebbe cose se smettessimo di parlare di sessualità perché c’è chi ne fa scempio 😉

      1. LidiaB

        Dici bene: anche nel matrimonio non è la parte fisica che regge il Sacramento. Ma perché è il Sacramento che regge anche la parte fisica, la quale è non solo importante ma imprescindibile (il matrimonio deve essere ratto e consumato). Questo è parte del problema, che spesso si tralascia la parte fisica come se non fosse importante, come se non contasse; sparisce dal discorso sulla cosiddetta “omosessualità” e quindi sparisce dalla consapevolezza, ma è li che si nasconde l’inghippo. Lorsignori “omoseualisti” hanno lavorato bene, e noi siamo caduti nel tranello di ridurre il problema a una questione di “essere” o “sentirsi”. Per un malinteso “pudore”, ci siamo sentiti in colpa quando qualcuno ci diceva cose tipo che “la Chiesa non dovrebbe entrare in camera da letto” e abbiamo tralasciato il nodo fondamentale del problema (che si sviluppa soprattutto sul piano fisico e fattuale come ben espresso nelle scritture), pensando di dover essere al di sopra di queste volgarità e di doverci muovere in un piano spirituale e psicologico. Ma il peccato in questo caso è tale quando si materializza in azione. Cosa differenzia sennò una persona (sia che si autodefinisca o no “omosessuale”) che pratica l’omoerotismo ad esempio da me, sposa cristiana? Non è il fatto di sentirsi “diversi”, bensì precisamente ciò che facciamo a letto. Perciò la Chiesa deve dire chiaramente che il gingillarsi con tutto o parte del proprio e/o altrui corpo a scopo di solo piacere è peccato, e non per ragioni di bigottismo o ripugnanza, ma perché questi atti riducono l’umanità della persona, non la espandono, come vorrebbero farci credere gli “omosessualisti” convinti. Perché questi atti finiscono per ridurre la persona a un corpo o una parte di un corpo, a ciò che “fa a letto”, e la sua vita finisce per definirsi intorno a quello e solo quello (si esce dall’armadio per finire in un cassetto). Certo che la Chiesa deve anche entrare in camera da letto e dirci ciò che è meglio fare e non fare! Lamentarsi di ciò sarebbe come lamentarsi del medico che ci dice che è meglio che facciamo o non facciamo certe cose. Non lo fa per il gusto morboso di intromettersi nella nostra sfera intima, bensì perché è suo dovere interessarsi del nostro bene per quello che riguarda la salute. Anche la Chiesa vuole il nostro bene, la salute della nostra anima. Perciò non può esimersi dal suo dovere di dirci ciò che e bene che facciamo e ciò che non è bene. E che la Chiesa lo dica significa che, non solo i preti o i vescovi, ma tutti noi che siamo parte della Chiesa lo diciamo, senza vergognarci, senza pudori indotti.

        1. @Lidia
          E infatti questo “problemino” io l’ho riscontrato anche in alcuni cattolici che si definiscono e si schierano come tradizionalisti.

          Praticamente io dico (e/o scrivo) sempre che sarebbe meglio evitare troppi sofismi e dire semplicemente INNANZITUTTO che ciò che è intrinsecamente sbagliato per i cosiddetti omosessuali sono le stesse AZIONI che la Chiesa ritiene intrinsecamente sbagliate per gli eterosessuali.
          Epperò spesso mi è stato risposto che NO, non era la stessa cosa! – in quanto gli omo fanno cose intrinsecamente contro natura, mentre gli etero possono peccare soltanto secondo natura. (nel senso che fare certe cose tra uomo e donna sarebbe radicalmente diverso dal farle tra uomo e uomo).

          Il grande inganno sta qua, perché così si fa passare un eventuale omosessuale come persona contronatura di per sè. Mentre invece una persona non è mai contro natura. Solo le azioni lo sono.
          Come dici tu, lo stesso impulso che portasse un omo a “gingillarsi” con un’altro corpo umano è lo stesso identico impulso che porta un etero a “gingillarsi”.

          Adesso, andare nei dettagli fisici diventerebbe effettivamente morbosetto, ma se alla fine si conoscono anche quelli e si distingue dove sta effettivamente il peccato (io personalmente ho appreso molto dai manuali di teologia/morale sessuale citati da padre Bellon) si può comprendere bene che perfino nel dettaglio minuzioso di qualsiasi “sfumatura”: l’azione intrinsecamente sbagliata è identica per etero e per omo.

          Quindi chi (eterosessuale) avesse perennemente in testa certe tendenze a reiterare certi comportamenti sessuali con il marito/moglie avrebbe in sè quello che il catechismo chiama “tendenza profondamente radicata” e “intrinsecamente disordinata”.

          È questo che si dice troppo poco. O niente.
          Hai ragione.

            1. E aggiungo che non è neppure solo questione di comportamenti o “atti”.

              Il coniuge che *usa* il corpo dell’altro per il proprio piacere, per soddisfare unicamente le proprie voglie, che (tanto per fare un esempio concreto) fantastica su altri/e quando si unisce al proprio marito/moglie, pecca seriamente e mette a rischio la propria unione sponsale, perché ciò che lo muove non è la capacità del dono reciproco, ma la concupiscenza, anche l’atto fosse “tecnicamente” ineccepibile.

              Si deve anche considerare che l’uso egoistico della sessualità tra coniugi, non di rado, porta con sé anche la chiusura alla possibilità di generare prole.

              1. Cavaliere di San Michele

                Concordo. Ed è una sofferenza atroce che corrompe il matrimonio.

                Vi supplico di pregare per una famiglia che sta spezzandosi anche per questo.

          1. LidiaB

            Francesca, il problema è che rimaniamo comunque impelagati nelle categorie create ad arte per non farci riflettere su ciò che veramente conta, questi “omosessuali” ed “eterosessuali” che peccano allo stesso modo (e su questo sono d’accordo, la concupiscenza non è prerogativa di una categoria di persone ma può riguardare chiunque, come spiega bene Bariom più sotto). E così in qualche modo diamo dignità o perlomeno cittadinanza all’idea che esistano “omosessuali” o “eterosessuali”, invece di porre la questione nel modo giusto sotto l’aspetto linguistico (che non è poco, dato che finiamo per pensare come parliamo). Esistono persone che fanno il possibile per essere più “persona” e persone che, per dirla con Dante, “dimenticano la propria semenza” e quindi diventano meno “persona” (ma questo capita a tutti, altrimenti non ci sarebbe bisogno di “riconciliarsi” con Dio). Un uomo e una donna sposati che fanno l’amore possono effettivamente lasciarsi trascinare nel vortice del peccato, se il loro atto è dettato dalla ricerca del piacere per il piacere; ma lo stesso atto può essere invece occasione di santificazione, se questo è l’obiettivo a cui mirano, con l’aiuto di Dio. A tutte le altre combinazioni (uomo-uomo, donna-donna, uomo solo, donna sola…) questa possibilità di santificazione è negata, a meno che ci si astenga. Ma parlare di castità e virtù è impossibile se continuiamo a pensare e a parlare con le categorie “omo/etero”.

            1. LidiaB

              E oserei dire di più. Ho come l’impressione che a mettere sullo stesso piano l’eventuale peccato di concupiscenza dell’unione uomo e donna sposati e quello certo delle altre “combinazioni” di cui sopra promuova e aumenti la concupiscenza precisamente all’interno dei rapporti che soli potrebbero essere casti. Castità chiama castità e peccato chiama peccato. Se il peccato diventa accettabile, lo diventa per tutti, ma così ferisce i rapporti che potrebbero invece portare santità non soltanto tra uomo e donna sposati, ma di riflesso su tutti quelli che li circondano.

              1. @Lidia

                “Ho come l’impressione che a mettere sullo stesso piano l’eventuale peccato di concupiscenza dell’unione uomo e donna sposati e quello certo delle altre “combinazioni” di cui sopra promuova e aumenti la concupiscenza precisamente all’interno dei rapporti che soli potrebbero essere casti. .

                Non ho capito. Non capisco il senso di questa tua affermazione…
                Se – giustamente – eliminiamo i termini (nominalistici) “omosessuale/eterosessuale”, dobbiamo stare sul concetto di persona e sugli atti oggettivi. Quindi NON sulla soggettività. Neanche su quella della coppia uomo-donna.
                Il peccato è oggettivo. Il disordine intrinseco anche.
                Quindi distinguere “due piani” o due situazioni contraddice l’assunto dell’oggettività intrinsecamente disordinata.
                Per essere più chiara: una relazione “etero” potrebbe essere intrinsecamente disordinata dal suo inizio fino alla sua fine, anche per tutta la vita (e anche in un matrimonio sacramentale). Mentre un’amicizia “omo” (non conviventi) che fosse casta e che escludesse del tutto qualsiasi contatto “dubbio” , sarebbe perfettamente ordinata a Dio – come peraltro dimostrano molti gay che seguono gli insegnamenti cattolici.

                Di seguito il Magistero.

                CATECHISMO CHIESA CATTOLICA

                1755 L’atto moralmente buono suppone, ad un tempo, la bontà dell’oggetto, del fine e delle circostanze. Un fine cattivo corrompe l’azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono (come il pregare e il digiunare per essere visti dagli uomini).
                L’oggetto della scelta può da solo viziare tutta un’azione. Ci sono comportamenti concreti – come la fornicazione – che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale.

                CATECHISMO DEGLI ADULTI

                Il disordine intrinseco

                [895]  Esistono atti intrinsecamente disordinati per il loro contenuto, indipendentemente dalle intenzioni e dalle conseguenze

                Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 80.

                Alcune azioni, come la bestemmia, l’apostasia, l’uccisione diretta di un innocente, i disordini sessuali, la falsa testimonianza, sono disordinate a prescindere dai danni o dai vantaggi che ne potrebbero derivare e dalle eventuali buone finalità di chi le compie.

                [896] La moralità di un atto umano dipende innanzitutto dal suo contenuto oggettivo, poi dall’intenzione soggettiva, dalle circostanze e dalle conseguenze.

                ——
                Quindi:
                Primo assoluto: contenuto oggettivo dell’azione
                Di seguito:
                a) intenzione soggettiva
                b) circostanze
                c) conseguenze

                La base primaria è solo il contenuto oggettivo, quindi non si può dire che le cause primarie possono ravvisarsi in altri “germi”.
                Sicuramente non nei germi linguistici, e neanche nei “piani” di distinzione o equiparazione (coppie etero oppure omo) della eventuale concupiscenza.

                O forse non ho capito quello che dici… 😶😑

                1. LidiaB

                  Provo a spiegarlo in un altro modo.
                  La normalizzazione dell’omoerotismo, come la normalizzazione dell’onanismo, porta alla normalizzazione della concupiscenza (per normalizzazione intendo che diventino socialmente accettabili). Della castità o concupiscenza degli atti tra moglie e marito (cioè, che coinvolgono gli organi femminile e maschile) solo loro e Dio possono sapere, mentre nell’omoerotismo e nell’onanismo la castità è evidentemente impossibile, la concupiscenza diventa quindi socialmente accettabile, in certi casi addirittura un valore positivo. Allora, in una società dove la concupiscenza é accettabile se non addirittura un valore, anche tra moglie e marito è più facile che ci sia concupiscenza; perché mai dovrebbero sforzarsi nell’essere casti, se castità e concupiscenza vanno bene lo stesso, sono entrambe ugualmente accettabili e valide?
                  Non esiste qualcosa come una “amicizia gay” (sono questi termini che confondono le cose). Esiste l’amicizia, tra due uomini, due donne o un uomo e una donna, e l’amicizia è casta per definizione, altrimenti non è più amicizia.

                  1. Ok. Adesso è più chiaro.
                    In ogni caso tu incolpi il secondo step. Che è pure giustissimo, in quanto le influenze sono notevoli anche da parte dei “secondi sul podio”.
                    Mentre io do la responsabilità primariamente al primo step: i peccati (privati) tra uomo e donna che inevitabilmente si ripercuotono su tutta la loro vita, e di quella del loro ambiente.
                    E se vuoi andare sul lato pubblico della faccenda e della normalizzazione: vedere una società (di uomini e donne sposati) passare in pochi decenni da 20 figli a 2 figli , io direi che comunica chiaramente una certa normalizzazione della concupiscenza. Poi anche la pillola, ad esempio… e anche l’abitudine dell’uomo maschio di servirsi delle donne nei bordelli (pubblici o privati che siano)… Che a me sembrano abbastanza definibili come propaganda di concupiscenza.
                    (e che vengono prima della propaganda lgbt. Diciamo che praticamente gli lgbt rivendicano di poter essere zozzoni tanto quanto nei rapporti tra uomo e donna. Certo è una strana rivendicazione “voglio fare lo zozzone”, ma tant’è).

                    L’espressione “amicizia gay” riguardava le persone con Attrazione verso lo Stesso Sesso (definizione dell’assoc. cattolica Courage) che hanno amicizie caste tra loro. È un fatto che ce le possono avere e che sono caste, tanto quanto un’amicizia tra uomo e donna che a volte provassero una qualche attrazione ma che appunto mai la tradurrebbero in azioni.

                    Grazie della risposta.

    3. Cavaliere di San Michele

      Giova ricordarlo: nelle chiese cattoliche di rito orientale non è che “i preti si sposano” ma che vengono ordinati anche uomini sposati. Se uno è ordinato celibe, tale resta. E comunque i vescovi sono scelti tra questi ultimi, tra i celibi.

      Così è (se non sbaglio) anche per la maggioranza degli ortodossi.

      E il matrimonio non è la soluzione all’omosessualità.

        1. E’ interessante notare, giusto a titolo di conoscenza, che un prete ortodosso sposato, che si converte al Cattolicesimo, rimane prete e sposato.

          1. Cavaliere di San Michele

            Ma non può essere ordinato vescovo. E i sacerdoti e i vescovi anglicani convertiti sono stati “riordinati” cattolici, ma solo come sacerdoti. Il punto è che nel celibato la Chiesa ha visto sempre una grazia speciale per il Regno dei cieli, tant’è vero che nella Chiesa antica, quando si ordinavano uomini sposati lo si faceva col consenso delle spose PERCHÉ DA QUEL MOMENTO IN POI ESSI AVREBBERO RINUNCIATO ALL’ESERCIZIO DELLA SESSUALITÀ.

            1. Lo si fa ancora oggi: chi viene ordinato diacono (o suddiacono, dove ancora si applica) deve (o dovrebbe) richiedere il consenso alla moglie qualora fosse sposato, dal momento che dopo l’ordinazione è sacrilegio avere rapporti coniugali, in quanto la castità è consacrata a Dio. Questo vale sia per il rito latino che per gli altri.

              1. Non mi risulta…

                La moglie deve dare il suo consenso in quanto il Diacono è a servizio della Diocesi e del Vescovo che potrebbe, ad esempio, chiedere ad un Diacono di installarsi in una parrocchia diversa da quella di abituale residenza.
                Chiaramente tale obbedienza coinvolgerebbe anche la moglie.

          2. Francesco Paolo Vatti

            E’ successo anche con i pastori anglicani. Ma ci sono alcuni posti (mi hanno detto nella chiesa cattolica di rito greco-albanese) dove i preti sono sposati. Un mio amico proveniente da una zona della Calabria dove c’è questa Chiesa, pur non essendo molto praticante, criticava questo uso, dicendo che il matrimonio non lasciava al prete tempo e testa per pensare a tutti i suoi fedeli…

      1. Tutto vero, ma io credo ancora che l’ordinazione dei cosidetti “viri probati” aiuterebbe a uscire da questo disastro. Quando ho saputo degli scandali, ho intimamente desiderato che la Chiesa per i prossimi 50 anni ordinasse solo “viri probati” come purificazione, perchè credo che tra coloro che hanno costruito una famiglia, cresciuto figli e conservato il matrimonio, i predatori sessuali siano rari.
        Ma a parte questo estremismo, quanto farebbe bene se nei seminari e nelle parrocchie ci fosse una percentuale (10%, 20%), di uomini maturi con famiglia? Un padre di famiglia che vede il rettore del seminario allungare le mani su un giovane, lo prende a sberle (se è saggio lo fa in colloquio privato però). Anche perchè, impossibilitato a fare carriera ecclesiastica, sarebbe immune da ogni sudditanza psicologica. Sarebbe anche un segno per i giovani seminaristi di cosa significa mettersi davvero a servizio.
        In più, spiace dirlo, in certe situazioni torbide potrebbero essere gli “occhi” del vescovo.

        1. @Zimisce

          Purificazione…
          Beh, il mio parere è che attualmente almeno il 90% dei laici che oggi gravitano intorno alle attività parrocchiali sono affetti dal cosiddetto “clericalismo” perfino in maniera più marcata dei parroci stessi.
          Quindi , per rispondere alla tua domanda: non sono né pro né contro la tua idea dei viri probati.
          Dico soltanto che se prima non risolviamo quella cosa non ci purifichiamo per niente (neanche con questi eventuali viri).

          Un altro punto su cui non concordo è che sembri (un po’) in qualche modo far passare un padre di famiglia come più esperto di un prete o di un rettore di seminario. Praticamente parti dal presupposto che un consacrato debba essere generalmente un uomo immaturo. In realtà chi si consacra dovrebbe essere generalmente più maturo di un padre di famiglia. E quindi sono i viri probati che devono essere “probati” cioè arrivare ad essere maturi perlomeno quanto un prete.
          Il problema che oggi ci ritroviamo con troppi preti immaturi (oltre che ignoranti in teologia, in dottrina e in sacra scrittura) è appunto un problema da risolvere nell’ambito della loro FORMAZIONE. Non mettendogli accanto i cani da guardia…

          IMHO

          1. @ Francesca

            È vero quello che dici, sull’educazione e sulle percentuali di pervertiti, e però:

            – stiamo parlando di uomini maturi d’età, che si immagina lo siano diventati anche spiritualmente. Se uno ha tirato su una famiglia e questa non è andata a scatafascio, di solito non ha grosse devianze. Insomma, un predatore sessuale, o un alcolista o ludopata (con tutto il rispetto per chi combatte con questi problemi) di solito o non ha messo su famiglia, o l’ha lasciata o, se i legami hanno retto, è impegnato in un percorso di guarigione e non pensa a farsi prete.

            – lo stesso San Paolo in quella lettera raccomanda di scegliere uomini di questo tipo come “episcopi”. Siccome a quel tempo la parola non aveva ancora (solo) il significato di vescovi, e non dubito che San Paolo ritenesse che i successori degli Apostoli dovessero mantenersi celibi, allora dobbiamo intenderla col significato etimologico di “supervisori”. Ciò significa che Paolo aveva una certa stima di questi padri di famiglia, anche come guide di comunità. Non si può dire se lui li volesse anche per celebrare l’eucaristia (io credo di si). Però se rileggi il passo è interessante, soprattutto di questi tempi, che lui li raccomandasse come difensori delle comunità contro gli eretici.

            – Non dico che dovrebbero sostituirsi all’educazione da parte di consacrati celibi, dico che potrebbero costutuire un secondo argine in situazioni di corruzione morale come quella in cui ci troviamo.

        2. P.s. riguardo i predatori sessuali di cui parli, in realtà le statistiche (criminologiche) ci dicono che i laici pedofili in percentuale sono nettamente superiori ai preti cattolici.
          Attenzione: ho detto proprio PERCENTUALE.
          Di sicuro tra padri, nonni e zii trovi almeno (almeno) una percentuale decuplicata rispetto ai preti.
          Quindi neanche quella sarebbe una motivazione per fare i viri…

          L’unica vera motivazione è praticamente il numero scarso delle vocazioni sacerdotali.

          1. Francesco Paolo Vatti

            @zimisce

            In realtà non ricordo esattamente a chi avevo risposto. Comunque, volevo dire che pensare che basti una moglie per far passare tutte le voglie è illusorio: quanti mariti hanno un’amante (o magari più di una)?
            Se ho risposto a lei, può darsi che mi sia fermato alla terza riga: l’argomento mi interessa, ma la ripresa del lavoro è stata esplosiva, chedo scusa, nel caso.

  7. vale

    Nelle varie chiese di origine luterana ci sono preti sposati,donne prete e vescovo,preti e pretesse omo. (https://www.chiesaluterana.it/principi-base/ )

    per il resto:
    vi sono varianti anche in chiese locali (per es.la copta: http://www.diocesicoptamilano.com/ordine-sacro.html 9 )

    per un quadro-sintetico- generale

    http://www.lanuovabq.it/it/celibato-dei-pretifacciamo-chiarezza

    http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19651207_presbyterorum-ordinis_it.html ( paragrafo 16 )

  8. roberto

    Non per giustificare,ma nelle altre chiese c’è di peggio.Nelle chiese luterane donne lesbiche nominate vescovi si sposano con altre donne al loro pari.Così per vescovi omoerotici. Tutte le chiese so sconvolte da questa piaga, non so della chiesa Ortodossa.Se non interviene il Padre Celeste saranno quai.

  9. Tanto per girare il coltello nella piaga, ma anche per non ripetere dati così gravi, per sentito dire,
    quali sarebbero le “fonti attendibili” che fanno affermare al Prof. Oko: “secondo stime attendibili, il 30-40 per cento dei preti e il 50 per cento circa dei vescovi in USA hanno inclinazioni omosessuali”?

    Perché è una stima pesantissima, ma mi domando come si possano avere “stime attendibili” su un simile argomento pur da fonti che speriamo attendibili.

    1. Lucia

      Voci di corridoio di seminari , vescovadi, conventi , parrocchie?Sigor Bariom se questo studioso ha dato queste cifre e non le ha sognate mi sembra l unica cosa plausibile.! Ho letto di recente sul blog osservatorio sui neocatecumenali riguardo a mccarrik e apuron testimonianze e considerazioni dei fuoriusciti come si definiscono loro che mi hanno fatto venire un po di brividi per quello che viene detto o lasciato intendere.Ci vuole un po di pazienza a leggere , ma si capiscono tante cose di quello che adesso sta succedendo con tanto di nomi e cognomi, circostanze .Le auguro buona lettura .

      1. Va bene signora Lucia, ma se per lei su “voci di corridoio” si possono basare documenti attendibili, buona lettura a lei…

        Poi quardi che io non sto né difendendo, né accusando nessuno, ho solo chiesto lumi dato che le percentuali indicate sono pesantissime.
        Ma pare che solo chiedere sia diventato problematico come fosse già una presa di posizione a priori.

        1. Lucia

          Caro signor Bariom , non volevo offenderla , la mia evidentemente malriuscita ironia era rivolta ai preti e vescovi protagonisti di queste storie deplorevoli.In realta io ho chiamato voci quelle che sono denunce se non alla polizia a colleghi e superiori preti e vescovi , a giornalisti .Dopo gli scandali del 2000 fu gatto uno studio sui preti coinvolti in storie di abusi con tanto di percentuale rispetto al totale dei preti e suore.Naturalmente non tutti i preti omosessuali sono abusatori quindi evidentemente in base a quella percentuale avranno stabilito qual e la percentuale di preti omosessuali.Penso abbiano anche chiesto a psicologi e psichiatri quanti preti con queste problematiche hanno in cura e da li avranno alla fine elaborato queste cifre.Le chiedo ancora scusa se l ho irritata, la mia ironia ripeto rivolta a questo genere di preti e non a lei era un modo per sdrammatizzare una realta per me alquanto penosa .La saluto

    2. Kosmo

      Ma certo…
      Queste espressioni, “stime attendibili” (stime fatte da chi? e attendibili perchè? Lo ha verificato lui stesso? E come fai a “stimare” la presenza di un qualsivoglia gruppo all’interno di un altro che non abbia segni palesi all’esterno? ce l’hanno scritto in fronte che sono omosessuali?)
      mi ricordano tanto espressioni coe “azienda leader del settore” (se per “settore” intendiamo “ditte che lavorano X che risiedono a Y alla via Z ed hanno prezzi che vanno da H a K”) oppure il famigerato “uno studio americano ha dimostrato che…“…

  10. Domenico Carlucci

    Ricordiamo anche che non si è arrivati a questa situazione da un giorno all’altro. Una casa crolla quando per tanti anni non hai fatto manutenzione, pulizia, chiuso porte, finestre, infiltrazioni; una famiglia si disperde se hai lasciato entrare in casa indiscriminatamente. Così si insinua la Menzogna, pian piano, travestita di verità. “Vigilate, per non cadere in tentazione”….e le tentazioni del mondo oggi sono tante. Sono ormai molti decenni che la Chiesa subisce l’influenza di false dottrine e falsi pastori, che credono di essere loro la Porta delle pecore; basta vedere come è stata ridotta la liturgia e i guai provocati da certa ”pastorale”. ”..sale insipido, che viene calpestato dagli uomini”, ”…sarà percosso il Pastore e saranno disperse le pecore”; le risposte vanno sempre trovate nel Vangelo …ma chi lo legge più? Altro che ”ponti…chiese aperte….ospedale da campo…inclusione…”. ”Sono venuto per separare….”, dice il Signore. Nella casa dello Sposo si entra col vestito adatto. Le parole del Vangelo sono tutte ”di Vita eterna”, non solo quelle che fanno comodo.

  11. Chiara Bellani

    Attenzione:la pratica omosessuale non nasce nel sacerdote perché costretto al celibato, al contrario, poiché il soggetto ha già in se un disturbo della personalità che gli fa vivere pulsioni omosessuali, CERCA il sacerdozio,gli ambienti maschili dove non scontrarsi con l’altro sesso con cui ha difficoltà a rapportarsi, l’ambiente del seminario poi è perfetto, col celibato del sacerdozio puoi nascondere le tue difficoltà, sentirti accettato mentre il tuo problema non affrontato cresce dentro di te…per i cattolici è anche più visibile perché la pastorale mette più a contatto con la gioventù, coi bambini negli oratori
    Mi pare di vedere che chi ha queste pulsioni omosessuali cerchi professioni che lo mettano in contatto con giovani(allenatori,insegnanti)in una posizione di superiorità e potere che compensi il proprio disagio relazionare. In questo caso la “professione” del sacerdote è perfetta…

    1. pietro

      mi pare analisi corretta ed apprezzabile il virgolettato per “professione”: ci ricorda che il clima adatto per questo caos ha origine nello spostamento da “missione” a “professione”.

  12. vale

    @cinzia
    letto. c’è anche su labussolaquotidiana.

    non ho capito se il parroco che ha sospeso Juan Carlos Gavancho prete della parrocchia di Our Lady of Sorrows a Santa Barbara (diocesi di Los Angeles) è,come direbbe Flaiano, un cretino illuminato da lampi di imbecillità, ha preso troppo alla lettera la esortazione del Papa, o si è sentito chiamato in causa.

    et honnysoit qui mal y pense ( che essendo il motto dell’ordine della giarrettiera-magari del parroco.,ci sta bene )

  13. Nunzia

    “La Chiesa ha un problema con l’omosessualità, solo dopo con la pedofilia”. Vero, ma non si tratta certo di un problema dell’oggi. Mio marito è del ’50 e quando era piccolo, la mamma si è sempre rifiutata di fargli frequentare un asilo gestito da preti e monache nonostante fosse vicino casa e piuttosto rinomato e non ha mai voluto che frequentasse ambienti parrocchiali, senza dare spiegazioni. L’unica cosa che col tempo si è saputa, è che lei da ragazzina aveva frequentato un istituto religioso. Non contenta ci ha caldamente suggerito di agire allo stesso modo con i nostri figli. Suggerimento che mio marito ha seguito volentieri.

  14. Vedo che molti stanno discutendo dell’ordinazione di uomini sposati come possibile rimedio al disastro che la Chiesa sta attraversando. Devo dire che anch’io ho avuto una reazione del tipo “vorrei che per 20 anni la Chiesa ordinasse SOLO uomini sposati, come penitenza e purificazione”. Ma a parte la reazione di pancia, dopo averci riflettuto sono ancora convinto che l’ammissione al sacerdozio dei cosiddetti “viri probati” sarebbe un beneficio. Per molti motivi.

    Intanto per “viri probati” intendo, come credo li intendesse San Paolo nella lettera a Tito, uomini maturi, con figli già cresciuti. In particolare oggi, un uomo che ha costruito una famiglia, salvaguarda il proprio matrimonio e ha cresciuto dei figli nella fede, e sente il desiderio di servire la Chiesa è davvero molto “probato”, nel senso che ha vinto una serie di tentazione mondane che oggi sono particolarmente pressanti.
    Allora credo che se all’interno di ogni seminario e di ogni parrocchia (in parrocchia ci sono già, ma nn come pastori) avessimo uomini di questo tipo, in una percentuale piccola ma significativa (10-15%), essi avrebbero un effetto stabilizzante sui giovani sacerdoti. Che, è vero, dovrebbero avere come figura paterna il Padre nei Cieli, ma Dio sa quanto è importante avere anche buon esempi terreni, oggi rarissimi.
    In secondo luogo, questo tipo di sacerdoti non avrebbe possibilità di carriera ecclesiastica, dunque sarebbero al riparo da alcune tentazioni e soprattutto dalla sudditanza psicologica verso eventuali superiori perversi.
    Terzo, un padre di famiglia è molto sensibile all’etica nei confronti dei più giovani. Se vede un direttore di seminario con atteggiamenti equivoci o addirittura che allunga le mani, probabilmente lo denuncerà, e forse come misura preventiva si presenterà da lui per un colloquio privato in cui mi piace pensare che volerebbe qualche sberla.
    Quarto, e mi dispiace dirlo ma bisogna farsi furbi, questo tipo di sacerdoti, scelti dal vescovo da famiglie di buona fede, potrebbero diventare gli “occhi” del vescovo all’interno della diocesi.

    Che ne pensate?

  15. MenteLibera65

    Veramente il più grave problema che ha portato a tutto questo si chiama omertà
    Cioè il fatto che in mancanza di istruzioni precise su come comportarsi quando si veniva a conoscenza di atti che dal punto di vista giuridico erano reati (pedofilia, sotto i 13 anni, piuttosto che molestie sessuali verso maggiori di 13 anni da parte di una persona che detiene una forma di condizionamento, come un insegnante) , alcuni fatti sono stati spesso riportati dai preti soltanto ai superiori gerarchici, non di rado conoscenti ed amici dei colpevoli.
    Eccessiva cautela a difesa dello scandalo, falso senso dell’amicizia o della misericordia , nonchè veri e propri casi di connivenza , hanno prodotto la situazione che è poi emersa dopo anni o decenni. Con un danno enorme, perchè ci sono poi state persone che hanno subito molestie da parte di preti che erano stati semplicemente spostati da una città all’altra.
    E l’azione di copertura è stata messa in atto da parte di preti e vescovi e cardinali di tutti i tipi, non solo omosessuali.
    Solo con Benedetto XVI , mi pare infatti, sono state diramate regole precise che prevedevano la denunzia alle autorità quando si veniva a conoscenza di notizie di reato.
    Non si può far finta che tutto sia colpa dell’omosessualità, ipotizzando che limitata quella certi fatti spariranno.
    Si tratta di una omertà diffusa che ha abbracciato secoli di Chiesa, se non vogliamo nasconderci dietro ad un dito.
    Chi sostiene che prima del concilio queste cose non avvenissero , ignora i detti popolari che identificano nei “preti” un pericolo per i giovani, e che fanno parte della tradizione italiana dei secoli scorsi. Voce di popolo è voce di Dio.

    1. Kosmo

      Veramente il più grave problema che ha portato a tutto questo si chiama omertà
      Cioè il fatto che in mancanza di istruzioni precise su come comportarsi quando si veniva a conoscenza di atti che dal punto di vista giuridico erano reati

      Chissà cosa direbbe ML65 quando un domani andasse a confessarsi, ipoteticamente sotto una “dittatura” leghista, dicendo ad un prete che leggeva giornali “d’opposizione” o che nascondeva “migranti” (nell’ucronico mondo della dittatura leghista ovviamente considerati “reati”), e un minuto dopo il prete andasse a spifferare tutto alla magistratura “leghista”…

      1. MenteLibera65

        No Kosmo, le notizie di reato si possono anche vedere con gli occhi, se si vive nello stesso stabile o convento di una persona. E se si riceve una confessione e poi si da l assoluzione, magari da quel momento in poi si aprono gli occhi…
        Cmq si: i comunisti mangiavano i bambini , quelle di Berlusconi erano cene eleganti ed i socialisti erano tutto onesti.

        1. Kosmo

          Quindi tu se vedi un “migrante” che pis**a per strada vai a chiamare i vigili?
          Oppure se incontri (magari nascosto da uno del tuo quartiere) uno della ‘Diciotti’ fuggito (ma non erano scheletrini fuggiti dalle guerre) lo vai a dire ai carabinieri?

      2. roberto

        Siamo veramente sotto la dittatura del 5 potere; la stampa e l’informazione.Tutti i canali di informazione sono finanziati dai cittadini,pagando il canone.Ora c’è un governo di maggioranza lega /5 stelle,molto democratico e tollerante che questo potere critica e criminalizza in continuazione, il male assoluto sono Di Maio e Salvini,anche per la stampa cattolica.Mentre Renzi scomunicato a latere per aver fatto votare per il diritto all’aborto e le unioni civili tra uomini e donne e ha facilitato l’ingresso della ideologia gender nelle scuole. Per lui tutto tace.

        1. Kosmo

          K

          direi che non è propriamente esatto: le vittime delle politiche criminali dei comunisti mangiavano i bambini.

    2. vale

      @mentelibera
      bastava leggersi il liber gomorrhianus del 1051 di S.Pier Damiani o S.Caterina da Siena nel Dialogo della Divina Provvidenza ( seconda metà del 1300)per sapere che è storia vecchia….

  16. Giusi

    Fuori tema ma in fondo non troppo. Sottopongo alla vostra attenzione e soprattutto a quella di Costanza questi due articoli di Padre Scalese. Sapete che il Papa ha censurato San Paolo? La famosa Lettera agli Efesini dalla quale Costanza ha preso il titolo del suo primo libro. Altro che censura delle Edizioni Paoline. Tra un po’ lo metteranno all’indice! Comunque è successo in molte messe. A quella dove sono andata io, nella mia parrocchia, non l’hanno letta affatto: si, hanno saltato la seconda lettura!
    https://querculanus.blogspot.com/2018/09/pari-opportunita.html
    https://querculanus.blogspot.com/2018/08/autocensure-ecclesiastiche.html

  17. Nunzia

    Quanto suggerito da ML65 circa l’omertà è assolutamente condivisibile, ma non lo è per la mancanza di istruzioni precise su come comportarsi quando si veniva a conoscenza di atti che dal punto di vista giuridico erano reati. Istruzioni che avrebbero dovuto mettere in pratica i vescovi nei confronti dei loro sottoposti. È del tutto evidente che nessuno l’avrebbe fatto per evitare lo scandalo, l’evento più temuto e che fino a ieri tutti ma proprio tutti hanno cercato in ogni modo di evitare.
    Più che l’omertà due sono gli aspetti che a mio parere hanno prodotto l’attuale situazione. Il primo aspetto è rappresentato dalle difficoltà oggettive delle vittime nell’affrontare una denuncia circonstanziata nei confronti di un parroco o addirittura di un vescovo. Oggi non è comunque semplice ieri era impensabile. Il secondo aspetto è dovuto alla difficoltà del diffondersi delle notizie. Gli scandali ci son sempre stati, ma rimanevano ben custoditi e poi dimenticati nell’ambito del paesello o del quartiere a conoscenza di pochissimi oltre le vittime alle quali, come si è detto, non conveniva né renderli pubblici né tanto meno denunciarli.
    E’ stata la rete, il Web, a squarciare per sempre il velo, a scardinare l’omertà e a far sì che ciò che accade nel più sperduto angolo del mondo sia diffuso all’intero pianeta un secondo dopo. La Chiesa è ormai impotente nel gestire le notizie e cosa ancor più grave non ha ancora ben capito gli effetti dirompenti che tutto ciò comporterà.

  18. Problema.

    Vi allego un’intervista fatta davvero molto bene all’ex prete Mario Bonfanti. (l’ho trovata linkata su un articolo di don Ariel).
    Se si legge e se si fanno i conti si capisce che tutta la vicenda si svolge negli anni Novanta, fino a culminare nell’ordinazione “rocambolesca” nel 2002.
    Ora però non m’interessa il Mario, ma quel vescovo di cui parla. Non era certo il solo in Italia in quegli anni… almeno a quanto si racconta in giro.

    Questo per dire:
    qualcuno mi spiega la differenza tra
    1)Giovanni Paolo, Benedetto, e intera gerarchia della Chiesa negli ultimi 50 anni
    E
    2) Papa Francesco

    Dov’è che Francesco si starebbe differenziando in peggio?

    Io concordo con quelli che fanno notare che se si incolpa Francesco in automatico si fa molto male perlomeno ai due papi precedenti…

    Comunque, se le colpe ci sono, perché no?
    Se dobbiamo dirlo, lo diciamo. Se dobbiamo “svelare”, sveliamo.

    Ma il fatto è: è giusto buttare qualsiasi responsabilità sul Papa? (su qualsiasi papa).
    Non è forse questa la peggiore papolatria? Cioè aspettarsi che il successore di Pietro sia praticamente Dio.

    In ogni caso,
    qualcuno mi dice come quel vescovo (e tanti altri) sono rimasti al loro posto fino alla pensione, pur opponendosi alla Santa Sede?

    Grazie se qualcuno mi spiega.

    http://www.wakeupnews.eu/scomunicato-perche-felicemente-gay-don-mario-bonfanti-si-racconta/

    Breve estratto dall’intervista.

    Domanda:
    “Perché ha scelto comunque di continuare fino a prendere i voti se identificava la spiritualità come la causa del suo senso di colpa?”

    Ex prete risponde: “È solo ora che la identifico come tale, allora non ne avevo consapevolezza. All’epoca c’erano due poli importanti nella mia vita: la mia identità sessuale – al di là della pratica, del peccato, perché io a parte la masturbazione non ho mai avuto relazioni sessuali in quel periodo – la quale era una parte importante di me, non era una cosa marginale, non era una scelta, era appunto una identità. Dall’altra anche la mia vocazione era una cosa forte, anche questa non era una banale scelta, non ho tirato i dadi ed è uscito prete invece di muratore. Era anch’essa qualcosa di radicale dentro di me. Ma le due cose confliggevano.

    Domanda: “E quando ha capito che questi due aspetti della sua identità non potevano più convivere?”

    Ex prete risponde:
    “In realtà successe l’opposto. Poco prima che prendessi i voti, durante un raduno spirituale incontrai una persona che mi aiutò a comprendere, mi diede risposte, mi chiarì tanti dubbi. Fu lui a fornirmi una visione completamente nuova dell’omosessualità. Fu manna dal cielo per me perché era esattamente quello che stavo aspettando. Per la prima volta mi sentii normale, sano e giusto così. Da quell’incontro iniziò il cammino di pacificazione tra la mia vocazione e il mio orientamento sessuale. Capii di poter continuare il mio percorso religioso pur essendo gay, accettando serenamente di esserlo”

    Domanda: “Aveva dunque raggiunto l’equilibrio che cercava, cosa successe dopo?”

    Ex prete risponde:
    “Erano diversi anni, ormai, che studiavo teologia alla facoltà teologica a Milano e a quei tempi si trattava di una facoltà che non guardava tanto al Vaticano ma all’area protestante. Benché questo orientamento, inizialmente, mi devastasse perché metteva in discussione tutto ciò che avevo imparato fino ad allora, in realtà fu una fortuna per me. Imparai a ragionare in maniera critica sulla fede, a discernere nel cristianesimo cosa è importante e fondamentale e cosa è opinabile, discutibile, storico o legato a compromessi politici, come per esempio il celibato dei preti. Così mi resi conto che praticare la sessualità mi rendeva molto più umano. Non volevo essere falso né con me, né con gli altri. Sapevo di poter far convivere le due parti di me, ma dovevo farlo apertamente. L’aver preso posizioni sincere, chiare e nette, però, mi ha creato non pochi problemi”

    Domanda: “Sta dicendo che non ha mai nascosto la sua omosessualità, anche prima di prendere i voti?”

    Ex prete risponde: ”
    Certo. Tutti sapevano che io ero gay. Era risaputo sin da quando ero in convento, sin dall’inizio della mia crisi. È ai padri carmelitani che mi rivolsi per chiedere un aiuto psicologico, perché avevo bisogno di capire, di capirmi. Io avevo bisogno di trovare pace dentro di me rispetto all’essere gay e allo stesso tempo avere la vocazione del sacerdozio. Ma la cosa mi si è rivoltata contro, è iniziato uno stillicidio che è durato per parecchio tempo, fin quando ho deciso che non aveva più senso rimanere in quel posto e ho lasciato il convento. In seguito, ho tentato di entrare in seminario diocesano a Milano ma i frati mi hanno messo i bastoni tra le ruote. Non ho mai saputo cosa abbiano riferito ma, in ogni caso, sono riusciti a farmi chiudere tutte le porte. A quel punto nessuna diocesi voleva più accogliermi”.

    Domanda: “Eppure non si è arreso, ha preso i voti. Come ha fatto?”

    Ex prete risponde:
    “Son dovuto emigrare in Sardegna e cercare un vescovo che non avesse problemi sul fatto che io fossi gay. Ma anche lì non fu semplice. Una settimana prima che diventassi prete, il Vaticano ricevette una soffiata e intervenne per bloccare la mia ordinazione. Nonostante l’intimazione del Vaticano, però, il vescovo decise di ordinarmi anche se questo significava schierarsi contro i suoi superiori.  Così son diventato prete, era il 2002 e avevo 31 anni ormai. Quando però il vescovo andò in pensione e a lui succedette il nuovo, questo minacciò di mandarmi nel famoso convento di Trento, dai padri venturini a fare terapia riparativa. Io, ovviamente, mi sono ribellato”.

    1. fra' Centanni

      Il discorso di Francesca non mi sembra completamente sballato, perché comunque è vero: certe vergognose derive, purtroppo, non è che abbiano preso forza solo da cinque anni a questa parte eh… i vari don Gallo, don Ciotti, don Mazzi e via cantando non è che non c’erano con GPII o BXVI; c’erano e lavoravano già da decenni allo sfascio della Chiesa; ed i loro vescovi non intervenivano, mi pare; e non è che i due papi precedenti intervenissero sui vescovi responsabili, purtroppo. Lo dico con grande dolore naturalmente, ma bisogna pur dire che i guai grossi erano già cominciati parecchio, ma parecchio tempo prima di papa Francesco. Diciamo semmai che , con papa Francesco, la Chiesa ormai tradisce apertamente il suo mandato, quello di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e lo fa con l’incoraggiamento aperto del papa regnante. E su questo la differenza con GPII e BXVI c’è eccome e chi non la vuole vedere è in evidente malafede. Ma sarebbe disonesto negare che anche papa GPII, BXVI e GXXIII abbiano avuto gravi responsabilità e non siano intervenuti con il sufficiente rigore.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Vero, ma quello che stupisce è la debolezza con cui si reagisce alla scoperta che certe nomine non erano corrette….

  19. Maria Cristina

    “Dove e’ che Francesco si starebbe differenziando in peggio ?”

    Per me, personalmente, quello che mi rende triste ed indignata non sono tanto questa o quella storia di immoralita’ e omosssualita’ del clero, che ci sono sempre state ( anche se ultimamente sembrano essersi moltiplicate come una epidemia) e neppure in fondo le evidenze di mal governo da parte dei papi, anche essi sono uomini come tutti e possono commettere errori. Sicuramente errori sono stati commessi sotto i pontificati di GPII e Benedetto XVI. Ma quello che e’ cambiato con Papa Francesco e’ il tentativo subdolo di giustificare e di non condannare il male morale in nome della misericordia contro il rigorismo. Papa Francesco sembra avere cambiato o voler cambiare il concetto stesso di peccato. Il Chi sono io per giudicare un gay? E’ una frase dalla portata di una bomba atomica se detta da un papa. Cambia tutto l’ orizzonte mentale. Pone istantaneamente chiunque volesse predicare una norma morale dalla parte del giudicante , e quindi in errore. Toglie ogni oggettivita’ all’ insegnamento papale.
    E’ relativismo allo stato puro e’
    Il confondere ( volutamente) il perdono del peccatore con la minimizzazione del peccato. Il famoso episodio di Gesu’ e dell’ adultera ormai citato in continuazione “ chi e’ senza peccato scagli la prima pietra” non significa affatto che Gesu’ sminuisca e quasi tolleri il peccato di adulterio. Anzi in tanti altri passi del Vangelo Gesu’ e’ molto duro contro il peccato di adulterio e in genere contro i peccati legati alla lussuria. Ma invece viene fatto passare il messaggio di un Gesu’ indulgente verso i peccatucci della carne. E così per tante altre cose viene volutamente interpretato il Vangelo in senso lassista.
    Quindi io risponderei che Francesco si starebbe differenziando in peggio in quanto invece che una incapacita’ di governo della Chiesa,nell’ allontanare il clero corrotto, che puo’ essere imputata anche ai papi precedenti, lui non sta assolvendo il compito di un papa che e’ quello di “ confermare i fratelli nella fede” e preservare il depositum Fidei.
    Anche il modo disinvolto con cui ha cambiato il Catechismo di Giovanni Paolo II sulla pena di morte, al dila’ del merito della questione, dimostra che Francesco non sente come suo principale dovere quello di trasmettere e salvaguardare quello che lui stesso ha ricevuto, ma si crede in diritto di dare e dire di propria testa, di imporre le proprie idee e la propria visione del mondo. Le interviste fatte da Scalfari , vere o taroccate che siano, danno l’ impressione di un papa che antepone le proprie idee originali sull’ inesistenza dell’ Inferno, sull’ annichilazione dei dannati, sul fatto che Dio non e’ cattolico, alla tradizionale dottrina cattolica.
    Quando dice Chi sono io per giudicare , salta fuori l’ uomo Bergoglio a cui probabilmente alcuni gay come Mons. Ricca stanno simpatici e che non considera grave il loro peccato.
    Quindi io risponderei che Francesco si sta differenziando in peggio perche’ predica se stesso e le proprie idee, da tipico leader “ carismatico” politico
    e cosi’ facendo invece di essere segno di unita’ di tutti i cattolici, e’ fonte di divisione fra cattolici

    1. blaspas59

      non sono tanto questa o quella storia di immoralita’ e omosssualita’ del clero, che ci sono sempre state

      No Maria Cristina, non é questa la situazione. Siamo di fronte a Vescovi che fanno dei seminari un centro di raccolta di ragazzi omosessuali per poi usarli per il piacere. Tutto questo a la vista di molti che tacciono é coprono.É propio una mafia omosessuale con potere dentro della Chiesa che vorrebbe cambiare la dottrina sull´omosessualitá. Credo sia una situazione mai esistita nella Chiesa.

    2. vale

      @maria cristina

      basta con questa storia del chi sono io per giudicare

      la frase è questa: ” Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”

      che suona un po’ diversa.

      se dobbiamo esprimere un’opinione, ameno facciamolo sui fatti,documenti, non su estrapolazioni.

      altro è la relazione dei tre cardinali voluta da Benedetto xvi che si basa su numerosi colloqui con preti, vescovi e cardinali e documenti.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Infatti! Secondo me nel cercare il Signore ci sta anche l’astinenza sessuale. Il problema è che, come è successo qui, quella frasina salta quando la si riferisce. Peccato che non ci sia mai stata quella che in linguaggio legale si chiama interpretazione autentica….

    3. pietro

      eccezionale, Maria Cristina! In quel “chi sono io per giuducare?” c’é l’implicazione della cancellazione del peccato che é poi ribadita ogni volta che parla di misericordia omettendo l’OBBLIGATORIO, previo, pentimento. E questo é il pilastro del relativismo (con il suo corollario dell’inesistenza dell’inferno).
      Cos’ha in peggio? Quelli erano, pur con la loro limitatezza di uomini, modelli di virtù cristiane; questo mi pare un (pessimo) leader politico (ambiguo come la maggior parte dei suoi “colleghi”).

  20. Dov’è che Francesco si starebbe differenziando in peggio?

    Per esempio con il fatto che non solo li nomina cardinali, ma li manda pure ad insegnare che “omosessuale è bello”? Ovviamente, questo è frutto di “Lutero è bello”, e di una serie di insegnamenti morali gravemente errati – non è che questo scandalo scoppia in un papato normale – di cui vendiamo semplicemente i frutti marci.

    Francesca, veramente intendi prenderci in giro sino a questo punto? Darci da bere che GPII o BXVI avrebbero promosso un Padre Martin (poi menzioniamo solo lui, archetipicamente, ma è una frotta, come Legione) come vediamo da mesi? Non cogliere che con questo papato l’omoerotismo si è saldato con il neomodernismo, entrambi al potere, cosa che d’altronde viene ripetuta da anni, non è certo una novità?

    Io concordo con quelli che fanno notare che se si incolpa Francesco in automatico si fa molto male perlomeno ai due papi precedenti…

    La cosa è uscita mi pare dal turiferario piegacucchiai ed è una specie di ricatto morale: “attenti, voi che amate quei papi, perché rischiate di infangare la loro memoria”… Ricatto morale che servirà a poco, perché quei due papi hanno insegnato ad amare la Verità, dunque chi ha imparato la loro lezione non ha paura della verità.

    Ma il fatto è: è giusto buttare qualsiasi responsabilità sul Papa? (su qualsiasi papa).

    Discorso vago ed assurdo. Le responsabilità ricadranno ingiustamente e a pioggia se ci si ostina a tenere un comportamento omertoso (*), come fa Papa Francesco. Solo con la chiarezza si potranno capire le giuste responsabilità di chiunque. Per esempio, dal discorso di Viganò si comprende che BXVI era ancora più isolato di quanto non si fosse compreso. Io allora dico che potrebbe anche succedere il contrario: che fatta chiarezza su tutti i cospiratori, le responsabilità dei papi precedenti potrebbero anche esserne alleggerite. Ribadisco comunque che non ho paura della Verità, né maiuscola, né minuscola. Senza sapere, nessuno può dire.

    (*) Incredibile, registro un consenso magari parziale, però significativo, con mentelibera.

    1. vale

      e oggi,sempre sul “Fatto”:

      https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/un-dossier-sul-vescovo-farrell-nuova-bomba-in-vaticano/

      Le nuove nubi all’ orizzonte riguardano la concreta possibilità che escano documenti contenuti nell’ inchiesta che i cardinali Julián Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi consegnarono a Benedetto XVI prima delle sue dimissioni.

      Il rapporto contiene un quadro dettagliato e inquietante della corruzione morale e materiale del clero, con nomi, cognomi e circostanze.

      Siamo eccezionalmente riusciti a visionare un documento con intestazione pontificia contenuto nell’ inchiesta, e di cui qui pubblichiamo uno stralcio: si tratta di una lista di prelati e laici che apparterrebbero alla cosiddetta lobby gay, che attraverso ricatti e segreti potrebbero condizionare, o aver condizionato, posizioni e carriere (le loro, come quelle degli altri).

      Non riveleremo i nominativi indicati nell’ elenco, ma possiamo confermare che tra i nomi sono presenti persone rimosse dal Papa, altre spostate di ufficio, altre che invece tuttora ricoprono importanti incarichi all’ interno di organi strategici per il Vaticano, come per esempio Propaganda Fide e addirittura la Segreteria di Stato.

  21. Riprendo da un thread precedente, perché il tema è comunque lo stesso.

    Vedo che è stato dibattuto se l’omosessualità attiva sia più grave o no di altri peccati impuri… Certo, è giusto fare presente che quello che conta davvero è la mancanza di castità, dunque qualsiasi peccato contro il VI comandamento è grave, ed è sufficiente per andare all’Inferno.

    Tuttavia, nel Catechismo di San Pio X c’è scritto chiaro e tondo che ci sono peccati che gridano vendetta al Cielo, dunque hanno effetti più gravi di tutti gli altri. Tra questi ci sono gli atti impuri contro natura, ma non l’adulterio eterosessuale. Dunque, l’atto impuro omosessuale è più grave. Se non vi piace, invece di prendervela con i “tradizionalisti”, prendetevela con San Pio X. San Pio X ovviamente non se l’è inventato, perché ha preso spunto dalla Scrittura.

    Ma già che ci siamo, prendetevela anche con chi li ha riportati pure nel CCC:


    1867 La tradizione catechistica ricorda pure che esistono « peccati che gridano verso il cielo ». Gridano verso il cielo: il sangue di Abele; 124 il peccato dei Sodomiti; 125 il lamento del popolo oppresso in Egitto; 126 il lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano; 127 l’ingiustizia verso il salariato. 128

    La spiegazione sul perché siano più gravi di altri la dà per esempio Padre Bellon:

    https://www.amicidomenicani.it/temporanea/leggi_sacerdote.php?id=2832

    Forse, qualche pensiero in più prima di parlar male dei “tradizionalisti” farebbe capire che in realtà hanno ragione.

    1. Luigi

      “Ma già che ci siamo, prendetevela anche con chi li ha riportati pure nel CCC”

      Ah, ecco.
      Temevo di essere il solo a ricordare come il peccato dei Sodomiti abbia una caratura tutta particolare.
      Ma non bisogna disperare: verrà impugnata la verità conosciuta anche in questo campo, come già accaduto per la pena capitale.

      Dalla glossa citata:

      Una società che si gloria della sodomia, si autodistrugge, finisce.
      Non c’è bisogno che Dio la punisca.
      Si punisce da sola, con la parola “fine”.

      Terribile e vero; e terribile perché vero.

      Ciao.
      Luigi

      1. MenteLibera65

        Be…i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono 4 :

        1-Omicidio volontario
        2-Peccato impuro contro natura
        3-Oppressione dei poveri
        4-Defraudare la giusta mercede a chi lavora

        Mi sembra che raramente sui blog cattolici vi siano articoli sul numero 3 e numero 4 (dico raramente per dire quasi mai)
        Invece il numero 2 è al primo posto della hit parade dei blog cattolici.
        Chi non leggesse i vangeli, e si limitasse ai blog, potrebbe pensare che puoi fregartene dei poveri, fuggire con la cassa e non pagare gli stipendi, ma il peccato impuro è imperdonabile….!
        Non credo che la tradizione imponesse di selezionare in questo modo i peccati…

        1. Francesco Paolo Vatti

          Veramente il 3 e il 4 sono più comprensibili anche ai non cattolici e vengono stigmatizzati un po’ ovunque….
          Al contrario, il 2 è contestato solo da una parte dei cattolici. Non mi pare così strano che finisca per prevalere, anche se sono d’accordo che siano allo stesso livello.

          1. Luigi

            “Veramente il 3 e il 4 sono più comprensibili anche ai non cattolici e vengono stigmatizzati un po’ ovunque…”

            A parole, se va bene.

            Il tracollo dello “stato sociale”, in Italia, nell’ultimo quarto di secolo è stato drammatico.
            Non a caso inoltre è stata reintrodotta la tratta degli schiavi.
            Ma poi basta pensare ai Benetton…

            Solo che qui l’argomento era un altro.
            Qualcuno ha evidentemente nostalgia della cara vecchia maskirovka.

            Ciao.
            Luigi

          2. MenteLibera65

            Dubito che molti cattolici siano consapevoli che se si simula una bancarotta , e si nasconde il denaro, e si fallisce senza denaro in cassa , producendo il mancato salario per i lavoratori dell azienda , poi si finisce all’ inferno.
            Dubito che lo sappiano e anche se lo sanno dubito che lo confessino e anche se lo confessano dubito che siano effettivamente pentiti e ritirino fuori i soldi….
            Ed in ogni caso se prendiamo 10 blog cattolici e scorriamo a ritroso gli ultimo 100 articoli, ben difficilmente ne troviamo uno che approfondisca le conseguenze dei peccati 3 o 4.
            È cosi …si parla prevalentemente di sessualita o liturgia . Ci si dimentica che la prima causa di perdizione di una persona , da sempre , sono i soldi, e di questo Gesù parlava sempre. Non a caso chiedeva di mollarli per seguirlo, perché li dove è il tuo tesoro li è il tuo cuore.

            1. admin @CostanzaMBlog

              Mente Libera, secondo me sarebbe una buona idea aprire un blog monotematico sui punti 3 e 4.

              1. MenteLibera65

                Se fossi capace e ne avessi tempo e cultura, lo farei volentieri ma non credo nell aspetto monotematico . Se fosse solo sui temi 3 e 4 ricadtebbe sempre nello stesso errore di limitare la vita del cristiano solo ad alcuni aspetti.
                In realta quello che servirebbe sarebbe un approfondimento continuo su tutti i temi, dalla famiglia alla misericordia alla socialità all onestà alla carità alla sessualità etc etc.
                D’altra parte la Chiesa nella sua sapienza propone nell ufficio delle letture , nel corso dell ‘anno e dei cicli annuali , tutti i brani di tutti i vangeli , perché tutto dellla Parola di Dio è buono e non c’è classifica, ma solo sensibilità personali a seconda delle persone e del momento ed esperienza di vita delle stesse. Questo è quello che credo, ovviamente è il mio pensiero.

        2. roberto

          La santa Chiesa è la vera rivoluzionaria e amante della salvezza dell’uomo.I 4 punti sono nascosti e poco conosciuti.Nessuno condanna, tutta falsa misericordia.La condanna è una forma di amore ,per svegliarti dal torpore che ti ha fatto cadere il male.

    2. Praxis Veritatis

      “dunque qualsiasi peccato contro il VI comandamento è grave, ed è sufficiente per andare all’Inferno.”

      Se le cose stanno così la vedo difficile che qualcuno si salvi. Oppure è forse più facile tornare in Grazia di Dio, o più difficile perderla di quanto si credesse prima (nel senso che forse è più difficile essere pienamente colpevoli di peccato mortale nonostante il peccato sia oggettivamente grave).

      In caso contrario temo che sia il Paradiso ad essere quasi vuoto, invece che l’inferno.

      1. Sulla “facilità” di perdersi valgono vari accenni delle Scritture, tra cui la strada larga e la strada stretta che lascia intuire qualcosa. Tuttavia è un discorso che non ha molta importanza, visto che la responsabilità è personale e dunque potrebbe accadere sia che la maggior parte delle anime finisca in Paradiso, e noi ci danniamo, sia che noi ci salviamo e la maggior parte delle anime finisca all’Inferno. Dunque, cosa fanno “gli altri” non è molto rilevante.

        Vale quello che dice il Magistero, che qualsiasi peccato mortale è grave perché interrompe il rapporto di grazia con Dio, dunque è necessario non morire in stato di peccato mortale: pentirsi, confessarsi, ripristinare lo stato di grazia.

        1. roberto

          prima la conversione poi il perdono dei peccati.Senza conversione non c’è perdono.Anzi con la conversione c’è il condono.Perché hai capito il tuo male è come capire che fumare fa male.Una volta capito non fumi più e allora con la conversione i peccati gravi non li fai più e Dio condona e non devi pagare pena.

      2. @Praxis Veritatis, fatte salve le sempre valide 3 regole:

        – materia grave
        – piena avvertenza
        – deliberato consenso

        perché il Paradiso dovrebbe essere quasi vuoto? (a differenza dell’Inferno).

        Le prime tre regole per misericordia e grazia di Dio di applicano a tutti coloro a cui sono applicabili (diciamo per semplificare, coloro che si trovano in uno stato incolpevole di ignoranza o coscienza non rettamente formata).
        Non dimentichiamo poi che laddove ci siano condizioni dell’anima che a chiunque di noi e possibile conoscere e pienamente valutare (non possiamo e non sta a noi), sempre l’infinito Amore di Dio ha previsto il Purgatorio che è già certezza di Paradiso (non si finisce in Purgatorio per restarvi eternamente…).

        Per coloro che hanno piena conoscenza del peccato e dei 3 punti su cictati, si deve presumere siano “credenti”… per costoro veramente è così impossibile evitare ogni peccato che infranga il VI Comandamento?
        Quindi Dio avrebbe chiesto qualcosa di impossibile ai Suoi Figli?

        Intendiamoci… umanamente si direbbe si… ma non per chi vive nella Sua Grazia, per chi combatte il santo combattimento spirituale, per chi anche, se caduto, prontamente si rialza e ricorre al Sacramento della Riconciliazione.

        Infine, tutti abbiamo l’alleato più potente che ogni Uomo possa invocare: Dio stesso, nella Sua forma Tinitaria che TUTTO fa perché noi possiamo essere salvi!
        Cristo non è forse morto in croce per questo?

      3. Luigi

        “Se le cose stanno così la vedo difficile che qualcuno si salvi.”

        Ma infatti era notorio, nei secoli in cui l’Europa era la Cristianità, come l’Inferno fosse pieno anche solo per il VI. E questo fino a pochissimi decenni or sono, basta leggersi le intemerate contro l’impudicizia dei costumi di un san Pio da Pietralcina o di un monsignor Siri.
        La particolare “facilità” al violare questo Comandamento era tale che, delle mancanze ad esso, nemmeno doveva parlarsi.

        Ognuno giudichi il progresso fatto dall’umanità in questo campo…

        Ciao.
        Luigi

        1. Praxis Veritatis

          Grazie per le risposte, a tutti.

          Luigi, allora speriamo che l’inferno non sia poi così pieno

          Medjugorie, messaggio del 2 Novembre 1983

          “La maggior parte degli uomini, quando muore, va in Purgatorio. Un numero pure molto grande va all’Inferno. Soltanto un piccolo numero di anime va direttamente in Paradiso. Vi conviene rinunciare a tutto pur di essere portati direttamente in Paradiso al momento della vostra morte.”

  22. @ ai commentatori che hanno risposto alla mia domanda. Grazie. Ho letto ma non trovo niente di convincente…
    La descrizione di Papa Francesco che date è quella del taglia-incolla mediatico politico…

    Vi ricordo che circa 8 anni fa il cardinale Bergoglio diceva e scriveva le seguenti parole (tutte documentate).
    Era praticamente considerato in Argentina il cardinale anti-lgbt.
    (e anche da ciò che afferma oggi più e più volte si comprende che non sta con la lobby gay ma anzi è contro).

    Sul matrimonio omosessuale (in discussione al parlamento argentino) nel 2010 scriveva il seguente appello:

    “Non si tratta di  una semplice lotta politica, ma di una pretesa distruttiva del piano di Dio. Non si tratta di un mero progetto di legge – questo è solo lo strumento – ma di una ‘mossa’ del padre della menzogna che ha la pretesa di confondere ed ingannare i figli di Dio”.

    “Ai senatori io chiedo: implorate il Signore affinché Egli invii il Suo Spirito sui senatori che devono votare. Che non lo facciano mossi dall’errore o da situazioni di congiuntura, ma secondo quanto la legge naturale e la legge di Dio indicano loro. Questa guerra non è vostra, ma di Dio. Che essi ci aiutino, ci difendano e ci accompagnino in questa guerra di Dio”. 

    Liliana Negre, parlamentare argentina, riferisce dopo che il matrimonio gay è stato approvato in Argentina:

    “Dopo aver votato a favore del matrimonio omosessuale, quelli della maggioranza dissero:
    “Abbiamo distrutto Bergoglio”.
    Avevano affrontato la lotta per questa legge come se fosse stata una battaglia tra loro e Bergoglio.
    Il cardinale Bergoglio fu infamato, insultato, imbrattato. In quelle ventiquattr’ore ho sentito dire contro il cardinale cose incredibili. Ma poi, all’improvviso, il Signore lo ha chiamato ad essere successore di Pietro in terra. Per questo credo e per questo ho detto che è un martire vivente e un eroe”.

    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350643.html

    1. Forse è il caso di ricordare per intero l’episodio argentino:

      http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351209.html

      Certo, in quella legge Bergoglio vedeva nientemeno in azione “il padre della menzogna che ha la pretesa di confondere ed ingannare i figli di Dio”, ma in pubblico non disse una parola. Soltanto lasciò trapelare una lettera che aveva scritto a delle monache carmelitane di clausura, in cui incolpava il diavolo e chiedeva preghiere.

      E già vediamo questo comportamento ambiguo: belle parole, ma poi freno tirato quando c’è da fare qualcosa. Così come su omoeretici e compagnia bella: grandi belle parole in pubblico, ma poi azioni totalmente discordanti. Quante volte dobbiamo ripetere che non importa cosa uno dice se poi fa l’opposto di quello che dice?

      Oltretutto, in Argentina, mi pare che Bergoglio propose alla Conferenza Episcopale il compromesso di accettare le unioni civili come tentativo di schivare il matrimonio (proposta che u poi bocciata dai vescovi). Indipendentemente da che ricordi bene o no, che Francesco sia favorevole alle unioni civili è ben dimostrato da fatti di questi anni: da noi ha messo al comando della CEI personaggi che le hanno appoggiate esplicitamente e hanno cercato di boicottare in ogni modo i Family Day, verso i quali Francesco non ha mai espresso sostegno. Stessa cosa per tutti i vescovi USA di rilievo che na nominato e fatto magari pure cardinale. E nell’articolo di Magister che ho postato spicca una foto di un’udienza privata concessa da Francesco a due suoi amici gay “praticanti” l’omosessualità. Tre udienze hanno avuto negli anni (contro le zero dei cardinali dei Dubia). Questa “coppia” ha poi dichiarato ai giornalisti – senza mai essere smentita – che il Papa non li ha mai richiamati alla castità. Inoltre, Padre Lombardi diede molta visibilità all’udienza concessa a questi due durante la visita negli USA, per sminuire l’udienza privata concessa a Kim Davis, l’impiegata statale che finì in galera per essersi rifiutata di trascrivere gli atti di un “matrimonio” omosessuale. Viganò ne ha riparlato nei giorni scorsi e la cosiddetta “smentita” che ha pubblicato la Santa Sede in realtà non smentisce niente, anzi: non solo conferma il racconto di Viganò fin nei dettagli, ma conferma anche che quell’udienza alla Davis fu vissuta ed è ancora sentita come un imbarazzo. Perché tanto imbarazzo una testimonianza di coerenza e di martirio bianco anti-lgbt, mentre viene così pubblicizzata un’udienza pro-lgbt? La risposta è facile. L’asserzione che Francesco non abbia gradito la Davis perché “sposata quattro volte” è totalmente ridicola: ma come, il Papa della misericordia? Quello delle aperture ai risposati?

      Forse sarebbe bene comprendere che il succo di tutti i problemi che ha Francesco è quello della credibilità.

      1. Se era tutto nell’ombra e nel privato, non si capisce allora ciò che accadde nel parlamento argentino…

        Liliana Negre, parlamentare argentina, riferisce dopo che il matrimonio gay è stato approvato in Argentina:
        “Dopo aver votato a favore del matrimonio omosessuale, quelli della maggioranza dissero:
        “Abbiamo distrutto Bergoglio”.
        Avevano affrontato la lotta per questa legge come se fosse stata una battaglia tra loro e Bergoglio.
        Il cardinale Bergoglio fu infamato, insultato, imbrattato. In quelle ventiquattr’ore ho sentito dire contro il cardinale cose incredibili.

        Per quanto riguarda altre prese di posizione di Papa Francesco (sugli altri argomenti da te citati) sono tutte chiarissime, pronunciate in pubblico e scritte su documenti consultabili facilmente.

        Inutile che le listo tanto per te Francesco è sbagliato dall’inizio.
        Non è che per te non sia credibile per un qualche motivo. È che avevi già lo schemino coi nomi “papa di destra” o “papa di sinistra”.

        La mia ignoranza politica di fondo (corretta parzialmente solo negli ultimi anni) mi ha sempre consentito di stare ad ascoltare le persone senza incasellamento preventivo.
        Così mi posso concentrare solo sulle questioni dottrinali, teologiche, di fede, eccetera.
        E quindi risulta ovvio che Papa Francesco sta facendo bene il papa quanto Benedetto e quanto Giovanni Paolo, e tutti gli altri (eccettuati i simoniaci e gente similare – sebbene neanche quelli potevano far crollare la Chiesa).

        Stai riducendo la chiesa a istituzione politica. A gruppo sociale al pari di tanti altri … che deve lottare per una fetta di potere.

        1. non si capisce allora ciò che accadde nel parlamento argentino
          C’è sempre qualcuno più progressista che rimane scontento; e gli ingenui che credono che Bergoglio faccia cose cattoliche non sono certo solo all’interno della Chiesa.

          pronunciate in pubblico e scritte su documenti consultabili facilmente.
          Ma si vede chiaramente che sei alla frutta in questa difesa di Francesco: se ti stiamo ripetendo che non interessa quello che uno dice, ma quello che uno fa, non capisci che non ha nessun senso continuare a citare i documenti. Che oltretutto non sono affatto chiari: sono ambigui, perché se ne possono citare di tutti i tipi. Guarda che ripetere allo spasimo questo argomento non giova alla causa: semmai la gente capisce proprio che non c’è più nessuna linea di difesa.

  23. giulia

    Per chi è masochista si consiglia l’intervista SU rtl 102.5 di stamattina a VIGANO’ (però DARIO Viganò, quello “giusto” a detta dei conduttori!).

  24. Lo stesso cardinale, lo stesso libro, …
    due titoli.
    Nota: lo stesso argomento è poi trattato da entrambi i giornalisti ed è riportato uguale. Cioè la posizione di Scola rimane quella che è (come riassume il titolo del Catholic Herald).
    Probabilmente però il grande pubblico capirà due cose diverse…

    “Cardinal Scola: Communion for the remarried contradicts Church teaching”
    http://www.catholicherald.co.uk/news/2018/09/06/cardinal-scola-communion-for-the-remarried-contradicts-church-teaching/

    “Scola: i cardinali devono accompagnare e sostenere il Papa”
    http://www.lastampa.it/2018/09/06/vaticaninsider/scola-i-cardinali-devono-accompagnare-e-sostenere-il-papa-WNBYJDCM1r9mHWYn3huQuN/pagina.html

    P.s. con questo non sto criticando Tornielli, anzi lo ritengo tra i migliori vaticanisti.
    Volevo solo far notare come si possono formare opinioni diverse sullo stesso identico fatto.

  25. Vicenda paradigmatica.
    Della serie: non date la colpa solo al Martin e solo ai preti.

    https://stream.org/parish-rot-acceptance-of-homosexuality-runs-deep-in-american-church/

    So, I wanted to share a brief story.
    My RCIA Experience.
    When I decided I had to become Catholic, I went to a local RCIA Program. RCIA stands for “Rite of Christian Initiation for Adults.” It is the program most converts go through in order to become Catholic.

    So, I went to my first class. The instructor was a nice lady. But she had one major flaw: She took it upon herself to tell the students that she disagreed with the Church’s teaching. On what you may ask? You guessed it: homosexuality.

    Se vi chiedevate, come me: ma a che servono i Protestanti? (nell’economia divina, lungo la storia umana, al netto dei peccati degli uomini).
    Ecco. I Protestanti servivano per convertirsi cattolici (ormai ce n’è un esercito negli US) … e venire a convertire i cattolici in caduta libera verso le eresie protestanti 😇

    1. exdemocristianononpentito

      Potrei avere, per cortesia, i dati dei protestanti USA (e magari di tutto il mondo) che si comvertono al cattolicesimo? Non sono riuscito a trovarli………..

      1. @exdemo

        In questo caso non ho nessun dato e nessuna fonte.
        In realtà credo che le statistiche ufficiali per il continente americano (soprattutto sud americano) evidenzino soprattutto il dilagare di sètte protestanti ai danni del cattolicesimo. (ho scritto “sètte” perché in genere sono davvero dei gruppi con qualche tipo di “santone” a capo).

        Quindi, nessun dato ufficiale da fornirti. Si tratta di esercito silenzioso. E ti spiego da dove deriva la mia affermazione, basata su oltre 5 anni di “frequentazioni” (online) di ambienti cristiani (e non).

        1) in genere i cattolici sono molto silenziosi o addirittura assenti o spesso censurati (da molti siti, e io ne so qualcosa) censurati in una rete mondiale in cui abbondano miliardi di discussioni religiose di protestanti, musulmani, ebrei, atei, e altri.

        2) noi cattolici, a differenza di tutti gli altri gruppi religiosi, non abbiamo in rete dei siti che titolano: “vuoi convertiti a …. ? Ecco cosa devi fare” – “vuoi informazioni su come fare per convertirti a … ? Contatta il numero… “. — “per la conversione a… dovrai seguire le fasi che ora ti spieghiamo… “.
        Ecco. Capisci che la rete è un mezzo molto potente per queste cose e tutti si sono organizzati sia con siti istituzionali che con i siti ufficiosi/amatoriali per spiegare le fasi di conversione alla loro religione. Questa organizzazione è evidentissima nella rete anglofona, soprattutto americana, ma comunque la trovi in tutte le lingue e paesi.

        Nei siti cattolici non è così evidente, anzi al 90% manca l’info “se vuoi diventare cattolico devi fare il RICA” – tanto che in molte “chat” americane puoi leggere la gente che chiede ai cattolici “ma cosa devo fare per…”.

        3) Nonostante i punti 1 e 2 (e altri che adesso tralascio) negli ultimi (minimo) 5 anni ho potuto incontrare online spessissimo dei convertiti o dei frequentanti il RCIA (sigla americana per RICA). Tutti questi non sono come il ragazzo dell’articolo linkato che è comunque un blogger, oppure come i convertiti che si vedono nella tivù cattolica EWTN (anche quella fondata da un convertito).
        Io più che altro mi riferisco alle persone “normali” come me incontrate nei forum, blog, comment section, eccetera, perlomeno nei luoghi dove noi cattolici possiamo “parlare” senza venire attaccati.
        C’è un esercito, davvero. Tanti di loro si fanno anche i blog personali o piccoli vlog (di bassa qualità video) … oppure quelli più attrezzati tecnologicamente fanno vlog che spiegano passo-passo la fede cattolica, ma la maggioranza no.
        Però si tratta di gente con una fede incrollabile e combattiva. Silenziosa e quotidiana. Pensavo che l’Italia (o la Polonia) fosse il paese dei rosari. Adesso mi sembra che siano gli USA.
        Mi hanno stupito durante l’esplosione dello scandalo Mc Carrick… Ci sono più neo-convertiti che sostengono i cosiddetti cradle-catholics (cattolici dalla culla) che viceversa.

        Quindi, non ho dati certi da fornirti. Solo un’invasione quotidiana. Un’invasione che non mi aspettavo, che mi sono ritrovata a leggere, e spesso anche a dialogarci.
        Un punto fondamentale che posso testimoniare di tutti loro è l’aderenza 100% al Catechismo, Tradizione e Magistero (la Scrittura già la sapevano da prima). Nessuno di loro si può definire “progressista” nel senso in cui lo intendiamo in Italia.
        Di qualunque ideale politico siano, non vogliono nessun protestantesimo nella loro ritrovata fede cattolica.
        By the way, negli anni passati sono stati utilissimi alla mia stessa formazione in varie questioni dottrinali, e sui Padri della Chiesa.

        Il fulcro principale della loro conversione? Perché si sono convertiti oltre al fatto che cercavano la chiesa originaria fondata da Gesù tra migliaia di chiese?
        Beh… Non te lo dico, altrimenti sembro un disco rotto 😁😁😁 ma è intuibile.
        Una frase tipica è che durante la conversione pensavano : “se è vero ciò che dicono i cattolici… Lo voglio!”.
        (quindi cominciano ad indagare per capire se è vero).
        In fondo è semplice… 😊

  26. Ricky

    L’omosessualità è un problema gerarchica strutturale e comunitaria. La vera piaga della chiesa cattolica

  27. Maria Cristina

    Francesca
    Tu dici che noi abbiamo di papa Francesco una idea mediatico-politica. Eppure proprio il fatto che la grande stampa abbia fatto passare in prima pagine di lui una certa immagine ,appunto mediatico-politica e che lui non l’ abbia mai smentita o almeno corretta, vuol dire che gli andava bene.
    Se davvero lui voleva portare avanti il messaggio di Benedetto XVI contro la dittatura del relativismo, perche’ quando Repubblica e altri giornali laici hanno volutamente fatto di lui l’ alfiere proprio del relativismo ( ognuno deve seguire la propria idea di bene e di male) perche’ non ha smentito l’ inganno?
    Se un papa lascia che i fedeli vengano ingannati dalla stampa sul suo vero messaggio e che la stampa costruisca la sua immagine mediatico-politica allora vuol dire che gioca sull’ ambiguita’ . Come padre Martin che sull’ omosessualita’ dice e non dice, badando bene a non pronunciare parole apertamente eterodosse, ma tuttavia ammiccando al mondo LGBT come per dire “ sono con voi ma ufficialmente non posso dire di piu’ “ stiamo lavorando a cambiare le cose”
    Papa Francesco sembra sempre prendere in giro dietro le spalle e farsi beffe deii cattolici “ rigidi” , degli antiabortisti, di quelli che fanno figli come conigli, dei preti che portano la talare, dei chierichetti a mani giunte, insomma di tutti i “ semplici” fedeli, mentre ammicca e fa il panegirico al mondo laico e radicale della grande italiana Bonino, del grande Direttore Scalfari,
    Ma nessuno , dice Gesu’ , puo’ servire due padroni. E infatti per tutti quelli che vogliono fare i furbi , o fare il doppio gioco, viene l’ ora della verita’.

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