Pregare per credere

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di Costanza Miriano

I tratti di somiglianza con mia figlia Livia si fanno sempre più evidenti. Durante la via Crucis del venerdì santo, per esempio, quando ha sentito che una lettura era tratta dal Libro delle Lamentazioni, si è girata verso di me spalancandomi la bocca sdentata, e il suo sorriso complice mi ha detto che era fiera di sapere che la nostra arte lamentatoria, la disciplina nella quale io e lei eccelliamo (ma anche Lavinia non scherza) era stata elevata al rango di libro biblico. Le somiglianze tra di noi sono davvero tante, e non vorrei tediarvi, credo siano interessanti solo per me, al massimo forse la nonna potrebbe trovarle avvincenti, o fingere di interessarsi al fatto che se facciamo i test sui libri delle principesse rispondiamo alle stesse domande nello stesso identico modo anche da due stanze separate.

C’è una cosa però che va oltre la superficie, che è un po’ più fondativa del nostro colore preferito (che per la cronaca è il blu): la cosa che interessa di più tutte e due è la domanda che sempre ci facciamo di fronte a ogni persona, a ogni situazione. Ma lui, ma lei, è felice? Che sia una persona incontrata in treno, che sia la storia di un antico popolo, o un film o il personaggio di una serie tv o una lontana zia rivista dopo anni. Quella è sempre la prima domanda che ci viene. E dopo molte altre – è sposata? È innamorato? Ha figli? Ne vuole? Ama il suo lavoro? Perché sembra triste? Avrà paura? Le piace la cioccolata? Tifa la Roma? – l’ultima, la decisiva, è: si sente amato?

Questo è ciò su cui si gioca la nostra vita, sempre. Scava scava, dietro il desiderio di guadagno o di potere o di affermazione, al fondo di tutti i desideri umani, c’è la ricerca di essere amati. Ed è qui che si gioca anche il nostro cammino di fede. Nel giardino dell’Eden la grande fregatura che ci siamo presi è quella, ed è sempre quella in cui cadiamo ogni volta che pecchiamo. Crediamo alla parola di chi ci dice che in fondo non è possibile che Dio ci ami, tanto meno di un amore infinito, totale, incondizionato, e per sempre. Seee. A me? Ma lui lo sa come sono fatta, le sa le mie schifezze. Figuriamoci se davvero mi ama. A me. Così come sono. Crediamo che quella fatica quotidiana sia una sfortuna, e non una benedizione che Dio ci ha mandato o ha permesso per salvarci la vita.

È lì che si gioca tutto. Perché se una volta riusciamo a intuire di che amore siamo amati, è fatta. Non lo molliamo più, questo Unico che ci ama così come il nostro cuore desidera, pretende. E pieni di questo amore impariamo anche a ricevere l’amore di quelli che ci sono stati regalati, e a riceverlo senza più le pretese di chi è in debito di ossigeno, di chi si aggrappa a una scialuppa a pelo d’acqua perché gli manca l’aria. Colmati di Dio impariamo a ricevere amore e magari anche a darne, poi.

La Madonna a Medjugorje da trenta anni continua a parlare anche per “quelli che non hanno conosciuto l’amore di Dio”: non usa mai l’espressione “non credenti”. Chi intuisce, sfiora, annusa l’amore di Dio non ha più bisogno di credere a nulla. È sorpreso dall’evidenza di una persona. Io non credo che mio marito esista. Lo so. È solo che Guido lo vedo con gli occhi, Dio con altri sensi, reali anch’essi esattamente come la vista.

La preghiera è la via per questa certezza. “Pregate finché la preghiera per voi diventi gioia”, dice sempre la Gospa. Questo dicono i grandi mistici: orientali, occidentali, di tutto il mondo. Lo Spirito Santo agisce, è lui che ci fa questo regalo, è solo a lui che dobbiamo la comprensione e l’adesione a Dio, ma quello che possiamo fare noi, da parte nostra, è aprire le porte a questo vento che può cambiare l’aria della nostra vita. L’azione è di Dio, ma lui ha bisogno della nostra libertà, del nostro sì per agire. Ha voluto così. Ha voluto aver bisogno di noi. E il nostro sì è la preghiera.

La preghiera apre le porte, cambia il respiro, i pensieri, chiarisce, spazza, pulisce gli occhi e rende chiara la vista. È vero, è sperimentabile, e i risultati si toccano con mano. Pregare per credere.

 

46 pensieri su “Pregare per credere

  1. Stefania

    Cara Costanza! Grazie! Come “canti bene le Misericordie del Signore”!
    Una felice e santa giornata a tutti!

    1. Giusi

      Alvise nessuno. Se sei ateo chi vuoi pregare? Potresti sempre fare un esperimento. Prova a dire un Rosario (se non lo sai alle 18 su TV 2000 c’è la diretta da Lourdes), così preghi Dio con l’intercessione di Maria praticamente il massimo. Magari qualcosa succede.

      1. …per un credente, sicuramente, immagino, pregare fa bene ( forse era quello che intendeva dire la Miriano).
        Sicuramente, pure, suppongo, che pregare voglia dire pregare con tutto con tutto il cuore con tutta la mente eccetra
        Ragion per la quale impossibile pregare senza credere.
        A ogni modo potrei pure lasciare accesa la televisione su TV 2000 e aspettare…
        Tutto può succedere… (un bel film di Woody Allen)!

          1. Giusi

            Sei sicuro che era di Woody? Io ricordo Jack Nicholson e la Keaton tipo una storia di amore maturo…

        1. Giusi

          Non so se la condizione dell’ateo possa essere paragonata alla notte dello Spirito prova che hanno vissuto molti grandi santi e anche noi, comuni mortali, non credere che si stia sempre lì a pregare con fervore. A me sembra sempre di pregare male. Eppure i grandi santi hanno perseverato anche anni, anche decenni nella preghiera e anche io prego lo stesso pure se mi distraggo e alla fine serve, serve sempre.

          1. la “condizione dell’ateo” e la “notte dello spirito”, tipica affermazione da chi è convinto che chi non crede in un dio non abbia uno spirito, una morale, dei valori, che sia un povero sventurato. Da ateo non dico che i credenti sono tutti “cretini” (si veda l’etimologia del termine cretino e cristiano), ma tra i credenti che conosco vedo sempre che la maggior parte di loro vede l’ateismo come una condizione di sofferenza, di privazione. Macchè 😀 crediamo in cose diverse e abbiamo bisogno di risposte diverse dalle vostre, tutto qui. Ma visto che la maggior parte dei credenti (anzi, dei credenti politcamente e mediaticamente influenti) ci considera “disabili del cuore” (cit. +/- un giornalista Rai), per reazione (bada bene: per reazione, non pre-giudizio, ma post) anche io mi sento in diritto di considerarmi superiore a questa gente. Aprire la mente, conoscere tutte le religioni per capire che la “verità” non sta da nessuna parte, che ci nutriamo tutti dello stesso mito, leggermente diverso a seconda della geografia. Questo potremmo fare.

            1. Luigi I.

              Il tuo discorso, seppur legittimo, non é condivisibile per me. Vedi la fede è qualcosa di tangibile anche se di per se è trascendente. Dire ad un credente “la verità non sta da nessuna parte” é come se io dicessi a te: vedi caro mio tua mamma, quella che ti ha messo al mondo e che ti ha accudito fino ad oggi in realtà non é tua mamma ma solo una brava donna qualunque. Tu per logica mi dovresti rispondere: ma come, é la mia mamma biologica, mi ha cresciuto e custodito e tu mi vuoi dire che lei non é mia mamma? Allo stesso modo io ti rispondo (premesso che provenendo da famiglia cattolica ero comunque col tempo divenuto ateo convinto): quando ero orfano dell fede, nel giorno in cui ho assaporato il calice di un doloroso evento in famiglia, un semplice Crocifisso che avevo deposto con avversione tempo addietro in un cassetto del comodino (era nient’altro che un ricordo ormai) e ripreso dopo tanto tempo tra le mani in quelle ore tormentate (non so nemmeno perché in quel momento sia andato a ripescarlo) ha cominciato a sanguinare copiosamente, tra la mia incredulità e la mia inquietudine (evento che si é ripetuto per ben tre volte). Bene ora col tuo ragionamento tu vorresti farmi intendere che ció che mi é accaduto é roba da “cretini”, anzi che quel Crocifisso (tradotto Gesú Cristo) per me deve avere la stessa valenza di un Buddha, un Maometto o altro. Beh se dicessi una cosa del genere mentirei e negherei ciò che per me è evidenza, ugualmente come se tu negassi che la tua unica e vera mamma non fosse tua mamma ma una donna qualunque. Aggiungo anche un altro punto al tuo discorso…Da ateo non mi ritenevo certamente infelice, anzi giudicavo infelice (anche stupido in realtá) chi era credente (ancor di più se sottomesso al volere del Papa cattolico) , ma da cristiano guardandomi indietro vedo in quel ragazzo che ero una persona infelice perché inconsapevole della vera felicitá, incapace di capire ció che oggi mi é chiaro come il sole, incapace di apprezzare ciò che oggi apprezzo, incapace di distinguere il bene dal male e sopratutto lo vedo come orfano di quella consolazione che viene da Dio a causa della sua condizione. Credo che la storia della conversione di San Paolo raffiguri nel miglior modo lo stato di un anima che fa conoscenza di Dio, e mette in forte contrasto l’uomo Paolo vecchio figlio di Adamo prima della conversione è l’uomo Paolo nuovo figlio di Dio in Cristo dopo la conversione.
              Ciao
              Luigi

                1. Luigi I.

                  Beh diciamo che da quel giorno tutto è cambiato ma devi considerare che ero ateo, frequentavo amici “compagni” (fede = oppio dei popoli), con mentalità da centro sociale e convintamente anticlericale…quindi prima di ritirare da me quelle immagini ormai giganteggianti nella mente di prete=pedofilo, chiesa=ricchezza e altri luoghi comuni è passato non poco tempo…fino all’incontro di un sacerdote a cui poi raccontai ogni cosa, che mi ha guidato e grazie a Dio ancora lo fa… lo sai meglio di me, la conversione è un continuo “camminare”

              1. Paul Candiago

                C’era no due ladroni con Cristo sul monte calvario uno si salvo’ l’altro non sembra.

                La stessa cosa con gente europea dove non c’e’ nessuno che non sa cosa sia la Cristianita’ e l’evidenza “a pie’ sospinto” del luogo/ghi dove si vive.”

                “Neppure se mandassi gl’angeli dal cielo ci crederebbero..e cercheranno la Parola e non la troveranno”.

                Alla croce c’erano solo alcuni nonostante le milliaia di miracoli che hanno visto durante la predicazione di 3 anni fatta da Cristo.

                Come tristemente possiamo constatare durante 2000 anni di storia della istituzione della Chiesa Cattolica Romana nulla puo’ infierire contro il libero arbitrio della propria volonta’ di volersi salvare o no.

                Cordiali saltuti,

                Paul

              2. @Luigi, sei rimasto indietro…
                Oggi va di moda dire che la tua mamma é solo …un concetto antropologico! 😉

            2. Giusi

              La notte dello spirito non c’entra niente con l’ateismo: è una prova che hanno vissuto molti grandi santi da Madre Teresa a Padre Pio a Santa Teresina del Bambino Gesù a moltissimi altri. E’ un paragone che ho fatto per invitare Alvise a provare a pregare. Tutti abbiamo uno spirito: un cristiano che credesse che ce l’hanno solo i credenti sarebbe un eretico. Gesù non è un mito, è una persona. La mente si apre quando si cerca. Se hai già stabilito che non devi trovare nulla (un mito è nulla, è un’invenzione) tanto vale che la tieni chiusa.

  2. Mari

    La preghiera è la nostra arma: per convertire ” coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio “….per essere vicino al nostro Salvatore, ..per amare i fratelli .. amare tutti i fratelli e tutte le creature dell’universo

  3. “La preghiera apre le porte, cambia il respiro, i pensieri, chiarisce, spazza, pulisce gli occhi e rende chiara la vista. È vero, è sperimentabile, e i risultati si toccano con mano. Pregare per credere.”

    Ne sono convinta più che mai per cui persevero nella preghiera. Grazie Costanza!!!!

  4. Tomas

    La preghiera del non credente: Signore se esisti dammi un segno della tua presenza perché la mia vita mi risulta vuota, sensa senso. Questa preghiera avrà certamente una risposta se si mantiene un atteggiamento di ascolto e di apertura.

  5. Francesca

    Grazie Costanza! Mi chiedo: ma come fai a scrivere queste cose così…. così… non mi so spiegare…sono cose così belle,così vere, che mi trovano sempre d’ accordo,che potrei scrivere benissimo anch’io(se solo sapessi scrivere così bene come te!)Baci!Baci!Baci!

  6. Cara Costanza,
    scusami se sono fuori luogo..non so se ti ricordi di me…un giorno, qualche tempo fa’, essendo molto scoraggiata a causa di qualche difficoltà in amicizia, ho parlato di questa mia situazione commentando un tuo post relativo alla sorellanza e alla correzione fraterna. Tu mi incoraggiasti con delle parole molto rinfrancanti e m’invitasti a scriverti in privato…volevo sapere se la proposta è ancora valida o se sono fuori tempo massimo..e se sei ancora disponibile a quale indirizzo scriverti?Quello che trovo qui nel blog.? Grazie dell’attenzione.

  7. Cantalino Raffaela

    Cara Costanza ,
    che dire ? Siamo accomunate dallo stesso sguardo e ricolme della stessa gioia. Per grazia di Dio ,il nostro occhio,seppur cieco ed imperfetto ,VEDE e tutto il nostro essere si meraviglia quando TOCCA i prodigi che il Signore opera nella nostra vita .Molti come noi VEDONO e TOCCANO una persona VIVA che è passato nella morte per l’amore profondo che ha per ogni creatura e l’ha vinta:NOSTRO SIGNORE,GESÙ CRISTO MORTO E RISORTO !
    Lui non ha bisogno di noi per salvarci ma attende che noi gli “chiediamo” di salvarci per metterci in comunione con Lui e vivere in quella Pace che ci ha promessa e che dona l’eterna felicità. Questo perchè ,nel suo infinito Amore , ci lascia liberi di scegliere,non ci costringe mai.Chi ci ama più di Lui?Quando è salito al cielo non ci ha lasciati soli,conoscendo le nostre debolezze per averle sperimentate nella carne,ci ha inviato lo Spirito Santo che ci dà la forza di contrastare il tentatore che ci vuol far deviare dalla via ,indicata da Cristo,è che ci conduce alla gioia piena.In questo combattimento e impegnato ogni giorno il cristiano che, solo gareggiano alla luce di Cristo, può riportare la vittoria sul proprio egoismo .Nella battaglia il battezzato ha ricevuto le armi: confessione,eucaristia , preghiera e la Fede.Quest’ultimo dono è sempre minacciato dalla vista di persone atee che vivono agiatamente, di cui vengono nascosti i misfatti ,che sono apparentemente felici.Sta al cristiano in crisi pregare affinché la sua fede divenga sempre più forte e affinché abbia il discernimento di scegliere il vero Bene, cioè Colui che ci ha amato e ci ama di un amore unico e che ci ritiene persone preziose,riscattate a caro prezzo dal dominio del male.Non siamo protagonisti di un film : siamo deboli creature che possono immergersi nella Vita solo se ci affidiamo umilmente a Chi è datore di Vita

  8. “Scava scava, dietro il desiderio di guadagno o di potere o di affermazione, al fondo di tutti i desideri umani, c’è la ricerca di essere amati”

    Saremmo, dunque, tutti, così limitati? O è di te che stai parlando?

    Viene in mente, di contro, Dante:
    “…ma a conseguir virtute e conoscenza”
    (senza nulla in cambio)
    (non glielo hai mai suggerito alle tue bambine?)

  9. Vanni

    Conseguir virtute ecc. mi suona un po’ troppo ambizioso. Meglio “seguir”.

    (Ma una citazione corretta, mai?)

  10. Emanuela

    Gesù ci dice che con Fede possiamo spostare le montagne e che se chiediamo ci verrà dato, se bussiamo ci verrà aperto. Dobbiamo credergli Lui dice sempre la verità anzi Lui è la Verità e la preghiera è mezzo perfetto per dialogare con Dio

  11. Giusi

    Oggi che è pure l’Annunciazione il giorno del Si supremo, a proposito di preghiera, vi invito a leggere questa bellissima riflessione di una mia amica facebook:

    GESÙ E I SENTIMENTI CHE DISTRUGGONO LA VERA FEDE.
    Tempo fa, dinanzi all’ ennesima prova che la vita pone, ho sperimentato l’ ennesimo fallimento “umano”. Dico umano perché dal punto di vista di Dio è in realtà una purificazione interiore ed un guadagno. Più veniamo spogliati più facciamo posto a Dio e meno all’ io.
    Questo accade se la preghiera è sincera e semplice. Ma è la cosa più difficile del mondo pregare col cuore. La preghiera più alta è “Fiat voluntas Tua”. Ma troppe volte lo diciamo con le labbra ma il cuore è chiuso. E per chiusura di cuore intendo la scelta di non rispondere SÌ alla volontà di Dio. E finisce che vorremmo sfinirLo a forza di preghiere per piegare Dio alla nostra volontà.
    La vera umiltà non è un atteggiamento dimesso o mite o una collocazione.
    La vera umiltà è accettare la Verità che non corrisponde alla mia.
    Ho sempre detto che il sentimento gioca brutti scherzi alla fede e già i Padri del Deserto mettevano in guardia dalla truffa e dall’inganno del sentimento e della volontà proprie. La nostra pretesa è poi fatta avvertimento da san Paolo: sta attento a non stare troppo certo di restare dritto in piedi perché rischi di cadere.
    L’ unico modo per cadere e farsi meno male possibile è quello di piantare la spada nella roccia della Verità.
    Poi Misericordia…Carità ecc..sono tutti corollari della Verità che è il Verbo. E in principio è il Verbo, logos, non un sentimento. Non vi è nulla di più razionale e inafferrabile di quel modo di Amare di Dio che crea le leggi della fisica e dell’ universo. Crea il DNA degli esseri viventi e crea una intelligenza del cuore superiore a quella della mente perché “simili a Lui” siamo stati creati.
    Davanti all’assurdo del mondo che accade, la ragione non trova motivi per credere o continuare a credere a un Dio sordo al mio lamento.
    Ma il lamento è ciò che disgusta Dio: come nel giorno di Massa nel deserto, come a Meriba.
    Se c’è una cosa che attira la collera di Dio è il lamento. La lagna. La sofferenza è troppo seria per il Padre e la Trinità e non è paragonabile alle nostre insoddisfazioni. Abbiamo cipolle e vorremmo carne; abbiamo pesce e vorremmo frutta.
    Allora la vita ci fa sentire in prigione? Una prigione in cui sprechiamo ore di preghiera per esserne liberati?
    Dio non può farti vedere quel che sei finché rifiuti il reale e ciò che è vero.
    La vera prigione è il nostro modo di non accettare QUELLA volontà di Dio. Ed ecco la sensazione di un Dio cieco che non vede e non ascolta le nostre lamentele. Viviamo razzolando in giro nelle nostre mediocrità interiori a caccia di una traccia di virtù da dimostrare. E Dio ride. Perché l’ unica cosa che vuole da noi è l’ onestà del nostro essere nulla.
    È difficile essere Figlio di Dio.
    A voler essere credenti col sentimentalismo c’è da diventare atei davanti al primo bambino che salta in aria. Davanti ad un amore che muore in un matrimonio. Davanti ad ogni fallire umano. Dov’era Dio intanto? Di chi è la colpa? Di Dio? Se Dio non chiamasse alla vita non ci sarebbe nemmeno ipotesi di Eternità. Ma come da giovani ci si deve costruire una vecchiaia, così da vivi si dovrebbe restare con lo sguardo fisso sull’Eterno. Ma è un eterno che ci si gioca nel reale. Nel banale e nascosto reale quotidiano. Quello che non si può esibire (avrai avuto già la tua ricompensa umana se lo esibisci). Per questo l’ umiltà è una scelta. Un duro lavoro di onestà: un combattimento vero e proprio anche con Dio. Come Giacobbe e l’ angelo. Ma Dio fa finta di perdere volentieri se in cambio ottiene un puro di cuore. I puri di cuore non sono i buonissimi, ma sono quelli che cercano in ogni istante la volontà di Dio e non la propria. E infatti poi…Lo vedranno.
    Ci sono sgorbutici ed egocentrici di facciata più puri di cuore di certi consacrati. Perché la loro ricerca è onesta e non si addobba di medaglie al valor bigotto.
    P.s tengo a mente (cosa difficilissima), quell’ 11 comandamento: non guardare al calice altrui. Bevi il tuo. Tutto. In fondo a quel calice amaro, ci troverai la gioia. Ma devi berlo. Il tuo.
    (Monica)

  12. Corrado

    Non potrei dire si a Dio ogni giorno senza la preghiera.
    Se smettessi di pregare sono sicuro che potrei perdere progressivamente la fede, sarei schiavo del peccato e perderei la quiete del cuore e per me sarebbe la fine.
    Poi anche quando cado , prego e Lui mi risolleva sempre …cerco di essere come quel lebbroso che una volta guarito torna indietro a ringraziare il Signore…anche questa è preghiera semplice.
    No senza preghiera non c’è vita.

  13. 61angeloextralarge

    Pregare per credere… sì, già il titolo è ottimo. Grazie, Costanza! Smack a tutta la family…

  14. ANNA MARIA

    La preghiera è diventata il mio “pane quotidiano”. Pregando imparo a rapportarmi con gli altri con pazienza, con più attenzione alle loro esigenze… e altro. A volte di notte mentre faccio l’ora di guardia, mi addormento. Eppure mi sento
    così bene (non perché ho dormito, fisicamente sarei stata meglio nel letto!) ma perché sono convinta che il mio desiderio di preghiera soprattutto se è per una intenzione importante, viene supportata anche dall’Angelo custode ed ottiene il risultato che a volte è superiore alle mie e nostre aspettative: Pregare per credere!

    ANNA MARIA

  15. Marina umbra

    Con il tempo e piano piano si impara che la vita diventa Preghiera…ed incredibilmente in mezzo al traffico per il ritorno a casa, nell’attesa di tua figlia a tennis, nella fila al supermercato ….si prega!!!! Caro Alvise pregherò per te ….

    1. Giusi

      Io sono anni che lo faccio: l’ho inserito d’ufficio tra i non credenti. Certo che se Santa Monica pregò per 20 anni per Sant’Agostino per Alvise quanto bisognerà pregare? Forse è meglio se uniamo le forze!

  16. Signor Filosofiazzero, no sofismi, no arzigogolamenti, tutti possono pregare anche quelli che non credono, anche loro prima o poi possono pregare fino al punto di morte: poi e’ troppo tardi.
    Il buon ladrone forse prego’ una sola volta nella sua vita e fu piu’ che sufficiente per il biglietto d’entrata in Paradiso.
    Lei ben ricorda le parole eterne di Cristo: Vigilate e Pregate per non cadere in tentazione” non ha aggiunto altro, ne sottende nessuna condizione: avra’ avuto la sua infinita’ ragione,le pare?.
    Ovviamente ci possono essere persone che non pregano,(o non evangelizzate verso le quali Dio usa un alto metro) ma speriamo che non facciano la fine di Giuda, dopottutto senza Misericordia divina non c’e’ salvezza eterena e se non si parla con il Creatore, in un modo o l’altro, la fine della vita temporanea non approda alla gloria di Hallah. Preghiamo fratelli che il sacrificio mio e Vostro sia accetto a Dio Padre onnipotente. Cordiali saluti, Paul

    P.S.: Penso converra’ con me che questo articolo e’ uno dei migliori perche’ contiene una solida catechesi di dire alla gente di Pregare. Una sorta di ritrovamento della strada spirituale verso la quale ogni Cristiano deve indirizzarsi e di abbandonare una miriade di “strambe=apostate idee” che sembrano voler trasformare il patrimonio spirituale e sociale della Fede cattolica Cristiana a manifestazioni di piazza, spettacoli sociali e televisivi di ogni colore, sapore e gusto personale: in breve.Paul

  17. Paul Candiago

    Signor Filosofiazzero, no sofismi, no arzigogolamenti, tutti possono pregare anche quelli che non credono, anche loro prima o poi possono pregare fino al punto di morte: poi e’ troppo tardi.

    Il buon ladrone forse prego’ una sola volta nella sua vita e fu piu’ che sufficiente per il biglietto d’entrata in Paradiso.

    Lei ben ricorda le parole eterne di Cristo: Vigilate e Pregate per non cadere in tentazione” non ha aggiunto altro, ne sottende nessuna condizione: avra’ avuto la sua infinita’ ragione,le pare?.

    Ovviamente ci possono essere persone che non pregano,(o non evangelizzate verso le quali Dio usa un alto metro) ma speriamo che non facciano la fine di Giuda, dopottutto senza Misericordia divina non c’e’ salvezza eterena e se non si parla con il Creatore, in un modo o l’altro, la fine della vita temporanea non approda alla gloria di Hallah. Preghiamo fratelli che il sacrificio mio e Vostro sia accetto a Dio Padre onnipotente. Cordiali saluti, Paul

    P.S.: Penso converra’ con me che questo articolo e’ uno dei migliori perche’ contiene una solida catechesi di dire alla gente di Pregare. Una sorta di ritrovamento della strada spirituale verso la quale ogni Cristiano deve indirizzarsi e di abbandonare una miriade di “strambe=apostate idee” che sembrano voler trasformare il patrimonio spirituale e sociale della Fede cattolica Cristiana a manifestazioni di piazza, spettacoli sociali e televisivi di ogni colore, sapore e gusto personale: in breve.Paul

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