Pastori che siano padri, non politici

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di Costanza Miriano   per IL FOGLIO

“Che vuol dire che la Chiesa deve assumere un atteggiamento di “umiltà, disinteresse, beatitudine” – le tre parole d’ordine consegnate da Papa Bergoglio all’ultimo convegno ecclesiale di Firenze -? Che cosa significa questo nel caso specifico della battaglia sulle unioni civili: niente battaglie politiche, niente posizioni pubbliche, niente piazze, nessuna approvazione esplicita a chi giudica sbagliato un determinato disegno di legge?

La vulgata, cara ai politici che vogliono salvare la faccia davanti ai cattolici, e accolta a braccia aperte dalla massa di non credenti e ipocredenti (copyright Camillo Langone), vuole che questo atteggiamento disinteressato si traduca in una chiesa che dice di non avere nulla contro il riconoscimento dei diritti individuali delle persone omosessuali, a patto che si investa anche sulla famiglia. Questa in soldoni la posizione. Io credo che, al contrario, questa sia una posizione eminentemente politica (parola alla quale non do affatto un’accezione negativa: magari ci fosse un partito di veri cattolici, io per esempio sono piena di amici che non sanno più chi votare). Non condivido la posizione, ma credo appunto che sia una posizione politica, cioè di una Chiesa che vuole dire la sua sulle leggi dello stato.

Una chiesa umile e disinteressata, per come la vedo, dovrebbe invece preoccuparsi prima di tutto del destino ultimo dei suoi figli, e non degli equilibri politici. Una chiesa della beatitudine è una chiesa che per fede sta in mezzo al mondo tormentato rimanendo serena; è una chiesa che insegna ai suoi a prendere sul serio le beatitudini – non vi è altra strada -: la beatitudine, per esempio, di avere fame e sete della giustizia, e quella di non temere le conseguenze delle proprie posizioni, fossero anche persecuzioni (sugli insulti stiamo già a posto, grazie).

Noi credenti abbiamo bisogno di pastori che siano padri con noi, che sappiamo dirci la verità con dolcezza e fermezza, abbiamo bisogno di padri che vogliono la verità sull’uomo, non di uomini pubblici che dicono allo stato come fare le leggi, perché tanto i parlamentari fanno già tranquillamente come pare loro senza aspettare benedizioni, e tra l’altro una chiesa così è sempre meno influente sul piano politico (vedasi legge sul divorzio breve). Non vogliamo pastori come tanti di quelli tedeschi, che strizzano l’occhio al mondo, e poi hanno le chiese vuote, perché la gente è attratta dalla grandezza, le cose a buon mercato le trova ovunque. Ma non è la debolezza politica di una chiesa siffatta che mi preoccupa. Ben venga l’irrilevanza e la marginalità, se ci salviamo l’anima. O non ci crediamo più che c’è una vita eterna dopo questa?

Noi vogliamo una chiesa preoccupata del nostro destino, pastori che amino il nostro destino più delle nostre voglie e pretese, pastori che sappiano fare i padri. E quindi che ripetano che l’omosessualità è una tendenza oggettivamente disordinata, come dice il catechismo della chiesa cattolica. Che questo disordine non può portare l’uomo alla felicità, neanche qui sulla terra. Che un omosessuale che cerca Dio – secondo l’abusatissima espressione di Papa Francesco – è un omosessuale che cerca di vivere nella castità e di guarire la ferita che ha causato quel disordine. E noi cattolici, se siamo seri, sappiamo questo sia per fiducia nella Chiesa, che sa cosa Dio ama, sia perché sperimentiamo sulla nostra pelle cosa significa cercare di camminare onestamente verso Dio. Inoltre, so che suona scandaloso e ridicolo alle orecchie contemporanee, ma per i credenti è così, la sodomia è un peccato gravissimo, così come l’adulterio, così come non dar da mangiare agli affamati (adesso sembra sia rimasto questo l’unico scandalo). E per questi peccati c’è l’inferno, se non facciamo in tempo a chiedere un perdono sincero, con cuore contrito, con il proposito di non peccare più. Mi dispiace, sono cose pochissimo glamour da scrivere, e ben presto probabilmente anche fuori legge – se fosse passata la legge Scalfarotto sarei in carcere, ho comunque già una lunga pila di libri pronta da leggere, e un cesto pieno di bottoni e rammendi – ma io credo che questo significhi disinteresse e beatitudine: fregarsene bellamente del politicamente corretto, delle conseguenze e degli equilibri politici, e continuare ad annunciare agli uomini la verità su di loro, anche se questo dovesse costare rompere alleanze e accordi.

Chi si preoccupa, sennò, del destino delle persone con tendenza omosessuale? Chi continua a dire ai ragazzi che magari sono in un momento di difficoltà, di confusione, a volte magari in passaggi di crescita poco meno che fisiologici, come stanno davvero le cose sull’identità maschile e femminile – che ci vengono date alla nascita e non sono scelte – se la mentalità gender fluid ha occupato militarmente tutti i mezzi di comunicazione? Vogliamo lasciarlo un posto in cui annunciamo con chiarezza quella che per noi credenti è la verità? In chiesa, almeno, avremo il coraggio di dire quello che crediamo, o in omaggio alla cultura dominante dobbiamo dire che c’è del buono nelle unioni tra persone dello stesso sesso (sentito al Sinodo con le mie stesse orecchie)? Se non si preoccupano di questo i pastori, chi lo farà?

Ovviamente la verità non viene imposta a nessuno, chi non la vuole ascoltare non vada in chiesa, ma la chiesa ha il dovere di annunciarla, i pastori la devono difendere a costo della loro vita, o almeno della carriera. Lo stato farà le sue leggi, sapendo che c’è un popolo di credenti – non tanto piccolo a giudicare dalla piazza del 20 giugno – che la pensa diversamente, e che vorrebbe essere difeso e sostenuto dai suoi pastori. Non vescovi pilota che capeggiano manifestazioni, ma padri preoccupati della felicità dei loro figli. Se non sono manifestazioni che sia una preghiera ardente, ma con un’intenzione chiara e ben scandita. Padri pronti a morire perché i bambini abbiano un padre e una madre. I politici faranno i loro conti. Forse ne pagheranno le conseguenze, se i credenti grazie ai loro pastori avranno mantenuto le idee chiare. Forse no, andranno lisci. Ma questo non è un calcolo che deve interessare la chiesa.

Le persone omosessuali che vivono con un certo equilibrio la loro condizione disordinata (siamo tutti disordinati, in un modo o nell’altro, e molti di noi si arrabattano per trovare un modus vivendi) continueranno a farlo anche senza la benedizione cardinalizia. Ma invece chi non è sereno, chi avverte che c’è qualcosa di ferito nella sua storia, dove troverà una risposta, qualcuno disposto ad ascoltare seriamente, a entrare nella sua sofferenza, ad abbracciarlo e a cercare una via di uscita? In certi paesi sarei già incriminabile per aver detto questo, ma possibile che non si possa più nemmeno dire che ci sono persone con tendenza omosessuale che non vivono bene la loro tendenza, e non per lo stigma sociale, ma proprio per qualcosa di privatissimo e intimo? Non si può ammettere questa possibilità? (Piccola chiosa sullo stigma sociale: ma dove lo vedono? Le mie figlie di nove anni l’altro giorno sono uscite da un negozio chiedendomi se per fare i commessi in quel posto sia obbligatorio comportarsi da femmine: secondo me si sentono discriminati gli etero, in certi ambienti).

Quanto ai diritti: una volta per tutte. I diritti già ci sono. I conviventi possono tranquillamente andare a trovarsi reciprocamente all’ospedale, indipendentemente dal sesso. Possono andare a trovarsi in carcere, godere della protezione speciale l’uno dell’altro nel caso di collaboratori di giustizia e via dicendo. Possono comprare insieme case, intestarsi mutui e fare tutto quello che vogliono delle loro risorse personali. Una piccola quota di eredità – la legittima – può non essere a disposizione, ma è una regola che serve a tutelare in minima parte i legami familiari. La famiglia non è un bene dello stato: è un patrimonio dell’umanità, è il luogo in cui la specie si riproduce da millenni, e nessuno stato dovrebbe metterci sopra le mani. Trovo comunque pretestuoso montare un caso su questo, come sulla pensione di reversibilità, che aveva un senso quando una donna aiutava un uomo lavoratore stando a casa e tirando su i suoi figli, e che nel caso di due adulti tutti e due capaci di lavorare perderebbe la sua ragione di essere (nessuno dei due sarebbe impedito da necessità di tirar su bambini piccoli, perché due persone dello stesso sesso non li possono generare, c’è sempre questo noioso dato di realtà da ricordare, e quindi perché i nostri figli domani dovrebbero mantenere un anziano signore che si è rifiutato di lavorare e che non ha messo al mondo nuovi contribuenti?). La vera questione – guardiamoci negli occhi, e ammettiamolo – non è certo su queste fattispecie, che potranno riguardare decine di casi in tutta Italia, forse (i rapporti omosessuali tendono a essere molto più instabili e promiscui di quelli etero, che pure già non scherzano): la vera questione in gioco è il riconoscimento morale, il desiderio di un’approvazione pubblica. Su questo lo stato decida, ma la chiesa non può smettere di dire il suo no, perché non ci sono minoranze svantaggiate, non si tratta di tutelare dei diritti negati (i diritti ci sono tutti), ma in gioco c’è la verità sull’uomo e sulla donna.

Quanto ai diritti civili, l’espressione grida vendetta se, in cambio di una fantomatica pensione di reversibilità che sarebbe tolta ingiustamente, siamo pronti a togliere a un bambino il diritto di avere un padre e una madre, di crescere con loro ma anche di conoscerli, di sapere chi sono (perché il Pd ha fatto una legge sul diritto alle origini degli adottati? Lo capiscono anche loro che il sangue non è acqua, allora, che la nostra carne desidera conoscere le sue radici?). Che furto enorme è questo, in confronto a una pensione? Di che diritti stiamo parlando? Di quale battaglia di civiltà si blatera? La Cirinnà da assessore comunale ha emesso un regolamento che vieta di separare i cuccioli dalla mamma prima di sessanta giorni, e vuole che gli omosessuali che hanno separato i bambini dalle loro mamme possano fregiarsi del titolo abusivo di padre? Che padre è un uomo che toglie un bambino alla mamma? Che madre è una donna che non permette a un bambino di crescere con suo padre? Non usiamo impunemente questa espressione – “diritti civili” – che ricorda battaglie vere, istanze sacrosante che sono costate il sangue. Chiamiamo le cose con il loro vero nome. Diciamo che anche gli omosessuali desiderano figli, perché questo è l’istinto più potente dell’umanità, è quello che nonostante tutto ci ha portati fin qui, continuando a riprodurci per millenni. Questo desiderio è bellissimo, e lo capisco perfettamente. Ma purtroppo per fare un bambino serve un padre e una madre, è la natura. Si può aggirare, ma se Dio perdona, la natura no,non perdona, e il bambino soffrirà irreparabilmente per questo. Lo sa anche la Cirinnà che infatti si arrabbia molto se separiamo i gattini dalla gatta.

Per tutto questo, credo che il gesto più impolitico che potessimo fare sia stato scendere in piazza – e lo faremo di nuovo se servirà – per gridare all’uomo la verità su se stesso, per difendere i bambini, per lottare per la felicità dell’uomo, incuranti delle reazioni politiche, delle alleanze. Umili, disinteressati, beati per il sole che ci ha baciati dopo l’acquazzone.

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leggi anche:

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE: CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI DI RICONOSCIMENTO LEGALE DELLE UNIONI TRA PERSONE OMOSESSUALI

Nota a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto

 

34 pensieri su “Pastori che siano padri, non politici

  1. Cara Costanza, la profezioa si avvera ora in quest’ora come disse Cristo al suo Paese: saranno senza Pastore. Come la Religione e i Commenti che vediamo qui sono un esempio che dal suprannaturale ‘incanto della Fede siamo scesi alla razionalieta’ umana, al mondo e ovviamente alla umana politica. Non scandalizziamoci.e manteniamoci forti nella vera Fede che non tradisce mai e non puo’ tradire. Paul

    1. ola

      “Magistrale” era la parola che cercavo ma non mi veniva! Un articolo piu’duro del solito, da una persona che non ha paura di pagare di persona per le sue idee.. tutto lascia intendere che l’ora della sfida finale si avvicina.

  2. Daniela

    Grandiosa, speriamo che tanti pastori “intercettino”, la verità a volte fa male, ma è sempre un gran bene per l’umanità!

  3. Consiglio vivamente a chi sa il Tedesco di leggere il libro “Die Löwen kommen” (stanno arrivando I leoni) di Vladimir Palko, ministro degli interni slovacco negli anni ’90. Palko non ha esitato a far cadere il governo e tornare a fare il professore pur di difendere l’obiezione di coscienza nel suo paese. Il libro spiega molto bene cosa ci sia dietro la diffusione del gender e come giá in passato parte della gerarchia eccelsiastica non abbia compreso la portata delle varie leggi che sono state approvate.

  4. …ogni posizione pubblica (dal momento che viviamo ora e qui ) è una posizione politica, anche non interessarsi in nessun modo della politica: ” lasciate che i morti seppelliscano i loro morti!”

  5. Vanni

    Troppa verità, troppa fede, troppa misericordia, troppo coraggio, Costanza: la pagherai cara. Ma non da sola. Un abbraccio.

    1. …troppo coraggio? Se non fosse che anche il cosiddetto politicamente scorretto non lo fosse (dialetticamente) una voce di tutto il pollaio e pollame umano (sine qua non)!

  6. ANNALISA

    salve, quotidianamente leggo il suo blog e i suoi interventi sul Foglio. Obbedire è meglio per me è stato folgorante a tal punto che l’ho regalato e consigliato ad una trentina di amiche..tuttavia, non mi sento di condividere questa campagna così violenta nei confronti delle coppie omosex…ho sempre partecipato alle manifestazioni delle Sentinelle a Modena, la città dove vivo e insegno religione. ho anche scandalizzato alunni e colleghi sostenendo che l’omofobia non rappresenta un problema reale nel nostro paese, ultimamente però, tutta questa certezza nel difendere l’esclusività della coppia etero mi fa sentire un po’ a disagio… spero che lei riesca a fare un po’ di chiarezza in questa nebbia… gentili saluti annalisa guelfi

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  7. Marco

    Cara Costanza,
    vorrei abbracciarti per questo tuo intervento…tanta è la gratitudine che provo in questo momento! Hai espresso concetti che ricalcano esattamente il mio punto di vista di povero aspirante buon cristiano…
    Mi chiedo spesso perchè chiamiamo “padre” i nostri sacerdoti anche quando hanno bisogno del nostro aiuto e della nostra immensa pazienza per guidarci.
    Mi chiedo spesso perchè i nostri padri non citino il Catechismo della Chiesa Cattolica dato che, se è vero che il compito di quest’ultima è “preoccuparsi prima di tutto del destino ultimo dei suoi figli” (dovere che personalmente sento fortissimo, se non altro per non darla vinta al “nemico) in esso sono chiaramente spiegati tutti i comportamenti con i quali l’uomo si autocondanna. Ezechiele (3,18-20) ci dice che Dio ci chiederà conto della morte (eterna) dei nostri fratelli che si trovano nell’errore ma non vengono da noi avvisati. Ho il timore che tra coloro che saranno chiamati a rendere conto di ciò a Dio vi saranno molti sacerdoti che hanno omesso tale avviso, cancellando la parola “peccato” dalle loro omelie perche politicamente scorretta.
    Perciò ti sono infinitamente grato per averci ricordato (nessuno ha mai osato tanto, dopo S. Paolo!) che quando si parla di omossessualità bisogna considerare, con la dovuta misericordia per la persona, che la sodomia è un peccato gravissimo (io, ai miei familiari, amici e colleghi dico che si tratta di un peccato mortale, anche perchè è una parodia sterile e sporca del vero atto di amore, tra marito e moglie, voluto da Dio).
    Vorrei dirti tante altre cose ma mi fermo qui, per non approfittare della tua ospitalità. Ti ringrazio ancora perchè ora mi sento meno solo nella mia “battaglia” quotidiana.

    1. Paul Candiago

      Signor Marco: Uniti in preghiera chiediamo al Signore che ci mandi Santi Sacerdoti= Pastori per la sua Vigna e non apostati.

      Non abbiamo bisogno di Mercanti del Tempio, ne Canne sbattute dal vento come purtroppo vediamo da parte di molti prelati della Chiesa Cattolica, ed altre religioni, dicasi cristiane.

      CANI muti, intossicati di ego e diventati amanti della vanita’ del Mondo a spese della cura del Gregge.

      Moderni traditori di Cristo e la sua Dottrina per 30 denari di vanagloria.

      In grande tristezza viviamo nel Gregge privo di Pastori per Cristo: la profezia si avvera sempre piu’ giorno per giorno. ( Cercheranno la Parola e non la troveranno…)

      Paul

      1. Marco

        Grazie Paul!
        Sento fortemente il bisogno di veri padri disposti a dare la vita per la Verità e per salvare i propri figli….
        A questo proposito approfitto del blog per esprimere la mia profonda stima e gratitudine a Padre Maurizio Botta, grande esempio di sacerdote santo, illuminato dallo Spirito….vero padre….giusto connubio di vigore, misericordia e realismo che rendono ogni sua parola un balsamo per la mia anima….

  8. Mario

    Mi chiedo perché la cultura contemporanea sia schiava di una psicologia e di una sociologia deviata. Le idee più malsane e deleterie si affermano come fossero verità lapalissiane alle quali tutti dovrebbero adeguarsi. Mi chiedo perché qualcuno ha permesso idee folli nel ventesimo secolo con campi di sterminio e gulag atroci. Mi chiedo perché le stragi di milioni di innocenti. Mi chiedo perché ancora oggi tanti folli insensati continuano a fare stragi in tante parti del mondo e a perseguire guerre locali assolutamente cervellotiche tanto da prospettare una terza guerra mondiale in atto. Mi chiedo perché dopo la crisi dei mutui subprime del 2006 in USA si sia scatenata una catastrofe economica peggiore di quella del 1929 e alla fine i ricchi sono diventati comunque sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Mi chiedo perché ancora oggi milioni nel mondo muoiono di fame e di malattie curabili. Mi chiedo perché se già il profeta Amos nell’ottocento prima di Cristo avevo sentenziato contro i suoi contemporanei perché i ricchi diventavano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Mi chiedo perché Gesù, dopo essere stato torturato atrocemente e crocifisso, ha gridato al Padre “perché mi hai abbandonato?”

    1. E perché Cristo era un Ebreo e come ogni Ebreo sa, nel momento del pericolo, della prova, recitare la prima parte, fossero anche solo i primi versetti di un Salmo, equivale a recitarlo tutto per intero…

  9. Maurizio Libori

    La ringrazio per l’articolo, ma non posso esimermi dal considerare che ci sono due possibilità: o la Chiesa non è consapevole della deriva antropologica in atto, e allora poveri noi per la sua incapacità di capire dove va il mondo; oppure ne è consapevole, e allora poveri noi se i padri lasciano i figli alla mercé dei demoni, invitando i figli a combattere ma senza coinvolgersi nella battaglia di civiltà più grande della Storia. L’italia ha avuto un eccelso matematico, degno del premio Nobel, esperto sommo di geometria, tanto da teorizzare con successo sulle convergenze parallele. Purtroppo, come Sansone aveva il vizio delle donne, questo matematico aveva il vizio dello politica. Si chiamava Aldo Moro. Da quel giorno, a seguito dell’apertura al nuovo mondo marxista (e non marxiano, come alcuni vorrebbero che si dicesse) la caduta del Paese nell’indifferentismo etico e morale, è stata rapida e rovinosa. Lei sa benissimo che in Azione Cattolica ci sono senatrici che si vantano “per il bene di centinaia di migliaia di Italiani” di votare a favore del ddl Cirinnà (forse la Cirinnà l’ha pensato per i gatti, o per i cani!). E ieri monsignor Galantino, sebbene in modo meno deciso che nei giorni antecedenti il 20 Giugno 2015, ha svincolato la CEI dal sostegno al nuovo Family Day, lasciando però liberi i vescovi di parteciparvi a titolo personale. Come faccio a considerarlo mio padre nella Fede? Dov’è il desiderio di salire sulla croce rappresentato dal presente momento storico? Che fine hanno fatto i Midszenty e i Wyszinsky di staliniana memoria? Di certo, non difesero il dialogo, triste eredità della DC di sinistra, ma pagarono di persona e così, nonostante la barbarie comunista, salvarono la Fede in Ungheria e Polonia. Come vorrei essere polacco, o ungherese e non italiano, di Santa Romana Chiesa…..
    Maurizio Libori

    1. Non “la Chiesa” ma indubbiamente “certi uomini di Chiesa”. E certi laici, anche. Non è nemmeno è la prima volta. Lo “sfrangiamento clamoroso” del mondo cattolico portò alla sconfitta dei referendum per l’abolizione delle leggi sul divorzio e sull’aborto. Eugenio Corti (che molto si era speso per il primo ma non partecipò alla campagna per il secondo) ha raccontato «Avevo posto una sola condizione per battermi: tappezzare l’Italia di manifesti che mostrassero le foto raccapriccianti di che cosa succede a un feto abortito. Per convincere la gente che l’aborto è sbagliato, bisogna mostrare alla gente che cos’è l’aborto. Mi risposero che questo era impossibile, e che sarebbero stati usati messaggi positivi e foto di bambini sorridenti. Capii in quel momento che la battaglia era persa in partenza e mi ritirai in buon ordine. E così fu.» http://www.eugeniocorti.net/?tag=nazismo
      Morale: impariamo dagli errori del passato.

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  11. Pierre

    Come ai tempi del nazismo, mentre i Papi ribadivano “noi siamo spiritualmente semiti”, tanti cristiani per conformismo si sottomettevano alle leggi razziali, e i più impudici addirittura si esaltavano per il Führer, oggi tanti, laici e chierici, stanno con questo governo (alcuni lo esaltano) e tacciono su gender e “marriage pour tous” (contro il Papa). Credete che il paragone sia eccessivo e fuori luogo? Ditelo ai bambini che perderanno il diritto a crescere con un padre e una madre, privati perfino del linguaggio, alla madri ‘affitate’ costrette ad abortire o che perdono la vita, ai figli ‘scartati’, ai nuovi Bruce-Brenda-David che saranno allevati da una scuola pubblica trasformata in un campo di rieducazione ideologico. E’ stato Francesco a paragonare il gender ad arma di distruzione di massa. Ma il “Führer” in questo caso non è rappresentato dal governo, esecutore, ma dalla invadente tecnocrazia mondiale, e la lobby LGBT sembra essere la perfetta Gestapo. Tornano già le liste di ‘proscrizione’, manifestare legittimamente il proprio pensiero comporta dei rischi. Rileggiamoci ‘Resistenza e resa’ di Dietrich Bonhoeffer. E leggiamolo ad alcuni signori della Cei.

  12. Valter

    Buongiorno a tutti,
    seguendo la discussione sul ddl Cirinnà, dai chi è contrario sento spesso ripetere che con la stepchild adoption si aprirebbe la porta all’utero in affitto (pratica che ritengo del tutto orrenda).
    Qualcuno saprebbe spiegarmi concretamente perchè si avrebbe questa “apertura”? Io non riesco a capirlo: se la legge non passasse, l’utero in affitto non ci sarebbe? Non ci sarebbe nessuna coppia (o singolo), etero o gay, che non potrebbe fare ricorso all’estero all’utero in affitto?
    Voglio dire: se non passa la legge, il desiderio di paternità e maternità che porta all’utero in affitto (orrendo, ripeto) diminuerebbe o cambierebbe, solo perchè il compagno non può diventare genitore adottante? Quindi perchè scagliarsi contro questa parte della legge e non protestare invece perchè il punto di partenza (l’utero in affitto) non sia possibile?

    Vorrei solo capire meglio le motivazioni che, però, dovrebbero restare sul tema dell'”apertura” (non valgono risposte del tipo “così poi si avranno le adozioni ai gay” oppure “ma un bambino deve avere un padre ed una madre”, non perchè non siano corrette in se, ma solo perchè queste risposte esulano dalla domanda precisa e puntuale: perchè con la legge ci sarebbe l’apertura all’utero in affitto?
    Grazie a tutti.

    1. admin @CostanzaMBlog

      @Valter, ti faccio rispondere (nientepopodimeno che) da Bruno Vespa:

      ” Confesso che all’inizio non avevo capito. Esistono molti casi in cui un uomo o una donna hanno avuto figli da una precedente unione eterosessuale. Perché non consentire l’adozione del bambino da parte del nuovo compagno omosessuale se i genitori biologici vengono a mancare? Beata ingenuità. Il discorso, come sappiamo, è tutt’altro. Il legittimo desiderio di maternità o di paternità viene aggirato. Per come è scritta la legge Cirinnà che la maggioranza vorrebbe approvata nelle prossime settimane, viene di fatto autorizzata la pratica che con una definizione un po’ volgare, ma chiara si chiama ‘utero in affitto’. Un uomo potrà dare il suo seme a una signora compiacente e in genere ben retribuita per poi prendersi il figlio e farlo adottare dal suo compagno. Una donna potrà comperare il seme da uno sconosciuto e dare un figlio alla sua compagna. Verrebbe cioè legalizzato un mercato sulla cui immoralità pochi hanno dubbi.”

      http://www.lanazione.it/legge-da-cambiare-1.1646579

  13. …però è una risposta che non risponde. ll?adozione è una cosa, l’utero in affitto un’altra, e non necessariamente
    la prima implica la seconda. La eventualità dell’utero in affitto (inoltre) è un accidente che si potrebbe verificare comunque. Però buona passeggiata, con le scarpe nella borsa o senza!

    1. PaulBratter

      Con questa legge chi ricorre all’utero in affitto avrà la certezza che il bambino comprato potrà essere adottato da entrambi i contraenti e non solo da quello che risulterebbe essere genitore biologico.
      E’ il caso del senatore Sergio Lo Giudice (che non a caso sta lottando con i denti perché la stepchild adoption non venga cambiata), il quale, insieme al suo fidanzato, si è procurato un bambino in Canada affittando l’utero di una donna, comprando l’ovulo da un’altra e usando il seme del suo compagno. Ora il senatore può riconoscere quel bambino come suo “figlio” solo se passasse questa legge.
      E’ quindi la legalizzazione della pratica dell’utero in affitto anche se fatta all’estero.

  14. Emilio

    Grande Coastanza, sempre piacevole, chiara e soprattutto senza compromessi con la Menzogna.

  15. Orchidea rosa

    Grazie per le sue parole, bellissime e chiarissime. Venissero anche da altri pulpiti…

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