Il Ragazzo può fare di più

di Costanza Miriano

Siamo ogni giorno tra i due e i tremila contatti, qualche volta persino di più. Ho calcolato che se mettiamo un centesimo per uno glielo compriamo un bel catechismo per i fanciulli, a quelli di Repubblica. Basta la riduzione della Cei, quelle tipo Lasciate che i bambini vengano a me. Qualche piccolo rudimento per la prima comunione, con le figure, a colori. Barbara Spinelli secondo me potrebbe trarne gran giovamento. Anche Eugenio Scalfari, peraltro. Un po’ tutti. Dalle omelie del sedicente cattolico Vito Mancuso ormai non è che si ricavino più grandi spunti. Tra parentesi: se si sedicesse ateo chi se lo filerebbe? Fa i suoi miniscandalini solo perché si etichetta cattolico, ma uno che non crede alla risurrezione del corpo come fatto storico avvenuto e come destino ultimo nostro, io non saprei come chiamarlo. Un timido occhialuto signore che ha inventato una nuova religione. Come dice San Paolo “se Cristo non è risorto è vana la nostra fede”. Più coloritamente il mio parroco traduceva “e sennò io che sto a fa’ di qui? Il bucciotto?”

Comunque, torniamo alla nostra colletta. Da una semplice, agile edizione del catechismo dei fanciulli i colleghi di Repubblica potrebbero apprendere tante utili notiziole che sembrano sfuggire loro. Tipo che se la Chiesa scomunicasse i peccatori saremmo tutti fuori. Tipo che noi abbiamo bisogno di Cristo proprio perché siamo peccatori, e il peccato la Chiesa lo indica con forza, ma i peccatori li abbraccia con amore.

Ogni giorno da quel giornale sfoderano opinioni completamente strampalate sulla condotta che il Papa dovrebbe seguire. Abbiamo capito che non credono, né vedono in lui il dolce Cristo in terra. Legittimo. Allora: che vogliono da lui? Io non mi sognerei mai minimamente di esprimere opinioni sul discorso di un rabbino capo, o del Dalai Lama. Non so niente della loro fede e non mi interessa sapere (cioè, sarebbe anche bello, ma prima devo colmare quelle sei o settecento voragini culturali che vengono avanti nella mia personale graduatoria). Per me possono dire quello che vogliono, io tanto non li ascolto.

Ma quelli di Rep non trovano niente di più interessante di cui occuparsi? Perché non danno l’ampio spazio che meritano anche nella versione cartacea alle ginocchia cellulitiche di Elle Mac Pherson (precedentemente nota come The body, e son soddisfazioni) o alla dieta post parto di Posh Spice? Perché invece un ventaglio di questi servizi non manca mai nella versione online, ottima arricchente lettura durante la pausa panino (in quale altro modo potrei sapere che il sedere di Kim Kardashian è tutto vero?).

Ma che gliene frega di quello che dice il Papa? (Salvo aprire la prima pagina con la prolusione di Bagnasco, improvvisamente diventato un faro di pensiero). Basta non leggere, cambiare canale quando compare quel mite signore dai capelli bianchi.

E non ritiriamo fuori la ridicola storia delle ingerenze della Chiesa nella vita pubblica. Siamo un piccolo, piccolissimo gregge. E di questo piccolo gregge quelli che veramente si fanno mettere in crisi dalle posizioni del Papa su qualsivoglia argomento sono ancora meno. Non ce la vedo proprio la Spinelli che prima di decidere qualcosa sfoglia ansiosa i documenti della Chiesa, cercando con l’indice tremante una parola decisiva del Pontefice sulla sua esistenza.

E’ talmente chiaro che l’autorità del soglio pontificio viene tirata in ballo solo quando serve a qualche altro gioco di equilibri, mai e poi mai con la sincera volontà di ascoltare.

Io mai mi permetterei di dire a Scalfari cosa deve scrivere. Semplicemente evito di comprare, con enorme soddisfazione, il suo giornale (pur con rammarico per certe buone penne dello sport, come Gianni Clerici ed Emanuela Audisio).

Se a questo punto qualcuno ritira fuori la storia dell’Ici mi infliggo una morte lenta e dolorosa – fissare per giorni e giorni un enorme salame senza poterlo mangiare – pur di non sentire più niente del genere.

Dire che il Papa dovrebbe scomunicare Berlusconi perché avrebbe fatto (io sono una giornalista scarsa ma onesta, e quando serve lo uso, il condizionale) dei festini a luci rosse è una tale castroneria, aiutatemi a dire castroneria, che non trovo neanche le parole (soprattutto non volendo sfruttare il bonus della parolaccia annuale che mi hanno concesso i figli).

Lungi da me l’intenzione di difendere quella condotta: ho scritto un libro in difesa del matrimonio, figuriamoci. Noi cristiani sappiamo benissimo dove è il giusto, ma sappiamo altrettanto bene che non riusciamo a farlo. A questo è servito il sacrificio dell’Agnello che si è preso su di sé tutti i nostri peccati.

I non credenti invece hanno bisogno di pensare di poter essere buoni da soli, di essere autosufficienti e autodeterminabili in tutte le condotte. E a proposito di autodeterminazione, che adesso a bacchettare festini con prostitute sia il giornale alfiere dell’aborto, della Ru 486, dell’eutanasia, della diagnosi preimpianto, e che proprio quello chieda una scomunica per qualcuno è esilarante fino alle lacrime.

Io personalmente so benissimo che se qualcuno mi viene a fare le pulci le trova, e tante. Però so anche che la Chiesa non permette niente ma perdona tutto. Il mondo invece permette tutto ma non perdona niente (non è mia). La misericordia non è una logica di questo mondo.

Infine, dopo la colletta per il catechismo, invito a pregare per Umberto Eco, perché finalmente abbia i due o tre premi Nobel che si merita, i sette o otto Pulitzer, i quindici Oscar, le trentadue medaglie olimpiche. Se a lui quel genio di Ratzinger sembra un ragazzo della scuola dell’obbligo non posso immaginare che tripudio di nerboruti neuroni abbia in circolazione. Preghiamo quindi perché abbia i riconoscimenti che merita. Non preghiamo per la sua conversione, invece. Perché dire che Eco non crede in Dio non è esatto. Vede in Lui delle potenzialità. Pensa che possa migliorare.

145 pensieri su “Il Ragazzo può fare di più

  1. DaniCor

    Come si dice, “di solito chi dice cosa deve fare la chiesa non fa quello che dice la chiesa”….

  2. Ma dove le fanno le donne come te, Costanza? Non ti scandalizzare, ma credo di amarti…cristianamente, s’intende! Aggiungiamo comunque al bell’elenco anche la sedicente cattolica Michela Marzano, che non se scriva su Repubblica ma di sicuro redige un blog su cui le castronerie abbondano. Le ho consigliato (ancor prima di leggere il tuo post, pensa che sincronia!) una rilettura veloce del Catechismo e mi ha risposto che lei non mischia Vangelo e dottrina della Chiesa. E’ infatti noto che la dottrina della Chiesa ha tra le sue principali fonti il Corano e i Veda……

    1. Dove?

      Il bello è che non è che noialtri si sia fatti altrove… 😉 Ecco perché ci piace.

      (Inutile provare a parlare di Scrittura con chi non sa riceverla umilmente dalle mani della Chiesa: per loro è poco più di un elenco telefonico, ma di fatto molto meno utile)

  3. Giuseppe

    Secondo me il comportamento di mancuso eco etc. non dipende dal poco Catechismo, dalla Dottrina come si dice dalle mie parti, ma dai soldi: la ragionevolezza, la normalità, non vendono un granchè e quindi…..

  4. ainet

    Su Repubblica de “Lo Squalo” De Benedetti, la rivista più letta ai “Parioli”, Barbara Spinelli il 21 settembre chiede esplicitamente l’intervento del Papa per scomunicare Silvio Berlusconi.

    Bagnasco, il rappresentante della sinistra progressista in maschera ecclesiastica, di cui la rivista dei Paolini, Famiglia Cristiana, è il contraltare mediatico, coglie la palla al balzo per sferrare un attacco senza precedenti non solo a Berlusconi ma anche a quella parte politica che, al contrario delle sinistre, ancora difende il Papa.

    E Amen.

    1. Carlo

      Invece di sbeffeggiarla e di farle dire cose che non ha detto (come quella della “scomunica” a Berlusconi) usando toni da bar, fareste bene a leggerla molto attentamente Barbara Spinelli, andando alla radice delle sue argomentazioni. E dopo averla ben letta e meditata, se riuscite producetevi in commenti dello stesso livello culturale e di analoga profondità concettuale… Quanto a Bagnasco, definirlo rappresentante della sinistra progressista denota altrettanta superficialità delle critiche alla Spinelli!

    1. emilia

      Anche da me:Brava, Brava, Bravissima Costanza!
      Un abbraccio.
      emilia.

      ps. Purtroppo arriverò a Milano solo l’8 quindi non in tempo per la presentazione del tuo libro. Ci tenevo tanto a stringerti la mano!
      Devo acquistarne 4 copie, una per me le altre da regalare. Ci tenevo tanto ad avere una tua dedica e sopratutto a stringerti la mano!

  5. FRATE LEONE

    “so anche che la Chiesa non permette niente ma perdona tutto. Il mondo invece permette tutto ma non perdona niente (non è mia). ”
    Di chi è, di grazia ?

  6. Come il film di Nanni Moretti: “Io non mi sognerei mai minimamente di esprimere opinioni sul discorso di un rabbino capo, o del Dalai Lama. Non so niente della loro fede e non mi interessa sapere (cioè, sarebbe anche bello, ma prima devo colmare quelle sei o settecento voragini culturali che vengono avanti nella mia personale graduatoria). Per me possono dire quello che vogliono, io tanto non li ascolto.”
    Per quanto riguarda Repubblica, loro hanno SEMPRE ragione, su tutto!!!

  7. azzurra

    ciao costanza!
    sarò concisa (come al solito): in uno stato laico, la chiesa ha il diritto di esprimere le sue opinioni sulle questioni temporali (e io ho apprezzato l’intervento di bagnasco), così come lo stato può fare altrettanto sulle questioni religiose, ferma restando la distinzione tra i due ordini (indipendenti e sovrani, secondo la nostra costituzione) e dei fini che ciascuno dei due si pone.
    o no?

    1. Velenia

      No Azzurra,l’interpretazione non è quella che dai tu,lo stato non può dire al papa che encicliche scrivere,non può dire al rabbino capo di togliere o aggiungere un alimento alla lista del kosher e non può dire ai mussulmani di mangiare di giorno durante il ramadan.
      Eppoi qui non si sta parlando dello stato ma di una congrega di intellettuali che pretende di dire al papa ciò che deve fare,pretesa che sarebbe ritenuta da tutti semplicemente ridicola se rivolta ad altri capi religiosi.
      Ma come dice bene la padrona di casa,parlar male della Chiesa è come il nero,si porta sempre e sta bene su tutto.

      1. azzurra

        ho usato il termine “stato” per indicare la componente laica dello stesso (sineddoche?).
        nella palude in cui si trova il nostro paese, vorrei che i sedicenti intellettuali facessero sentire la loro voce, e non solo in materia religiosa.
        poi, nessuno si sogna di contestare lo shabbath o di dettare al papa i “motu proprio”, su…

        1. Velenia

          No Azzurra,se citi la costituzione non puoi che dare dello stato la definizione che ne danno i costituzionalisti,non intendere un’altra cosa.Se faccio riferimento alla botanica e parlo di rosechi mi ascolta ha in mente una cosa precisa,non posso dire che parlavo in realtà di caramelle.

  8. “(Inutile provare a parlare di Scrittura con chi non sa riceverla umilmente dalle mani della Chiesa: per loro è poco più di un elenco telefonico, ma di fatto molto meno utile)”

    CYRANO: non sono per nulla d’accordo, con me, come microscopico esempio, la sai benissimo che potresti parlarci di scrittura, non prendere le parole di una demente per la demenza di tutti!!!!

    1. Miriam

      Cyrano, che peraltro ammiro, potrebbe parlarci di Scrittura perché e nella misura in cui se ne è nutrito nella Chiesa.
      Questo vale anche per ognuno di noi. Ognunismo condizionato, direi!

  9. Ma perché quando io parlai del discorso di Don Gallo, che in sostanza anticipava le parole del Grande Vescovo, alcuni di voi dissero che gli avrebbe dovuto, la Chiesa, a don gallo levare lo stipendio?

    1. Velenia: ma un meschino qualsiasi potrà dire alla chiesa di pensare di più e alla giustizia sociale e alla Honestà e alla dignità e che si faccia povera come povera è nata e per i poveri? Perchè menare il can per l’aia parlando di mangiare ebraico e mussulmano?

    2. perché d.G. non ha neanche un centesimo dell’equilibrio del G.V., e il suo amore alla Chiesa è – diciamo così – molto meno evidente di quello dell’altro, visto che dice troppo più spesso “io” che “noi” (inteso come plurale modestiae).
      Non basta?

  10. Angela

    “Io non mi sognerei mai minimamente di esprimere opinioni sul discorso di un rabbino capo, o del Dalai Lama….”: questo dev’essere un pensiero moooolto comune, o sono una persona veramente “ignorante”! Non ho mai sentito qualcuno esprimere un giudizio, tantomeno pesante, su un rabbino capo, sul Dalai Lama, etc.Tantomeno ho mai sentito un musulmano parlare male della sua religione o bestemmiare Allah… Ne ho mai sentito persone di altre religioni (e ne ho conosciuti tanti!) criticare o contestare la propria religione o bestemmiare il loro Dio. Spesso li sento bestemmiare il “nostro” Dio… e giudicare anche pesantemente il nostro Papa, prima il grande Giovanni Paolo II ed ora Benedetto XVI, che in fatto di grandezza, per me è un altro santo. Più volte, alla domanda: “Perché bestemmi il “mio” Dio e non il “tuo”, mi sono sentita rispondere: “Lo fate anche voi cristiani, posso farlo anche io!”. Eh, sì! Anche noi cristiani, anzi, noi “credenti” giudichiamo la nostra fede, ce l’adattiamo su misura a nostro comodo: “Questo s^, questo no (è antichità e va cambiata)”, etc. Anche noi cristiani bestemmiamo il nostro Dio, esprimiamo giudizi sulla nostra Chiesa (senza pensare che siamo, volenti o no, membra di Essa), esprimiamo giudizi su chi ne fa parte e che, spesso con fatica, porta avanti incarichi anche pesanti a livello umano, etc. Come possiamo pensare che chi è “fuori dalla Chiesa”, cioé “non credente”, possa fare diversamente? E se cominciassimo a guardare dento di noi? Duemila anni fa, un tale tuttora molto conosciuto ache se poco ascoltato, ha detto: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”… Quella volta se ne andarono tutti, a partire da quelli più anziani… Non riesco a non domandarmi: “Oggi cosa succederebbe?”

      1. Miriam

        Una bella TAC con la sguardo di Dio 🙂
        1. Misericordioso: ci fa riconoscere la nostra miseria e il nostro errore, ma non ce ne schiaccia.
        2. Giusto: ci rende capaci, consapevoli pentiti e accogliendo il perdono di rialzarci e, per quanto possibile diventare più giusti.
        3. ci introduce nella Creazione nuova, quella iniziata con Cristo e la Sua e nostra Madre. Altrimenti, come ha detto Costanza, “che ci stiamo a fare qui il bucciotto?”
        E’ vero che il Signore ci ama come siamo; ma poi con la sua Grazia che dobbiamo e vogliamo accogliere, ci rende sempre più simili a Lui.
        Potrei fare degli esempi concreti, ma chi lo ha sperimentato riconosce che è vero. Chi pensa che il Signore è misericordioso e salva tutti (come predicano troppi sacerdoti) è tratto in inganno. Il Signore salva tutti quelli che Lo accolgono (Prologo di Giovanni) e tutti quelli che, pur non conoscendoLo, vivono secondo la legge naturale.
        Poi non mi metto al posto di Dio, perché è solo Lui che conosce i cuori.
        So che per molti di voi dico cose scontate, ma forse non lo sono per tutte le migliaia di persone che leggono, tante volte fossero interessati a comprendere meglio il senso di questo nostro esserci, non solo qui sul blog, ma in questo mondo..

  11. E’ con la vita che fa che uno è cristiano, il vangelo rigurgita di esempi di vite degne e di
    vite indegne e insiste sul fariseismo sulla ipocrisia sulla vuota formalità delle preghiere e e dei riti e di gente che viene presa in cielo, ma anche di chi vine buttato nel fuoco eterno.
    Questa è la sintesi di tutto

  12. DaniCor

    Costanza, sei un faro luminoso, una lampada accesa da mettere in alto in modo che la tua luce si diffonda nell’ambiente buio dei nostri giorni!!!
    La cosa più bella è che sei emersa così improvvisamente e con te piano piano emergono delle altre luci, ognuna con la propria vita a illuminare chi è vicino. È questa la sensazione che ho qui in questa piccola compagnia: di tante anime diversa che nel loro piccolo tentano di portare avanti con la propria vita il messaggio cristiano e che in re hanno trovato conferma che si possa fare e stimolo per farlo meglio e non accontentarsi mai. In questo tuo salottino poi abbiamo trovato spazio e stimolo per confrontarci, crescere e formare una comunità di preghiera.
    Costanza, sei la nostra paladina della Verità!

  13. Bellissimo post!
    Dal canto mio aggiungo che qui non c’entra nulla la laicità dello stato. Anzi: è proprio questo il problema. Le “spinellate” sono esattamente il contrario di una sana laicità.
    Come ha evidenziato Costanza, “Repubblica” per sua vocazione ha sempre sparso a piene mani un anticattolicesimo torvo e implacabile e non c’è stata battaglia sui “principi non negoziabili” che non abbia visto questa “corazzata nichilista” sostenere le istanze della “cultura di morte”. Che ora proprio da quelle colonne si chieda la “scomunica” del proprio nemico metafisico-politico non è solo sconveniente. Di più: è ridicolo. La Spinelli si è fatta banditrice della più bassa forma di clericalismo. Per clericalismo si intende l’uso strumentale della religione a fini propagandistici, cioè una forma di mondanizzazione dello spirituale (riduzione della religione ad azione politica, economica, sociale, che nulla ha a che vedere con il giudizio sulla moralità dell’ordinamento giuridico). Qualsiasi laico degno di questo nome dovrebbe provare un fremito d’orrore a leggere l’editoriale della Spinelli. L’assoluta nonchalance con cui strumentalizzano quella stessa morale combattuta ferocemente dimostra quanto siano “moderni” simili “intellettuali”. Vale a dire quanto siano immersi in una melassa banale e indifferenziata dove si è indifferenti perfino verso la propria indifferenza a tutto e a tutti. Fuorché al potere e al denaro, che difatti servono sempre in maniera zelante.

    1. Erika

      Grande Andreas. Non riesco a credere che la Spinelli sia una stimata giornalista. Le sue prese di posizione deliranti oltretutto vanno a inficiare anche le opinioni di chi, come me, crede che certi comportamenti non possano essere accettati, non certo per questioni morali (e poi che c’entra la scomunica?non mi risulta che la Chiesa scomunichi qualcuno solo per comportamenti sessuali, come dire?, parecchio vivaci), ma in ossequio al dovere di mantenere comportamenti sobri e dignitosi per garantire a quella carica il massimo della credibilità.

      1. @ Erika

        Infatti: è proprio questo il punto. Le sparate di una Spinelli “guastano” perfino la stessa laicità. La sua “richiesta di scomunica” rasenta l’integralismo più bieco, con la sua confusione tra peccato e reato. Io peraltro concordo con te che certa “disinvoltura” da parte di chi ricopre altissime cariche istituzionali vada a ledere, prima ancora che la morale, il decoro e l’estetica: “La castità, passata la giovinezza, più che dell’etica fa parte del buon gusto”. (Nicolás Gómez Dávila)

  14. Ho letto con molto interesse le tue parole, e le ho trovate quasi illuminanti. Detesto chi parla con leggerezza di ciò che non conosce profondamente e soprattutto, ho letto nelle tue parole dichiaratamente di parte, l’unica neutralità giusta: il rispetto. Con molta ironia, hai saputo sbeffeggiare qualche tronfio trombone, senza giudizi umilianti, nel modo più elegante. Io non sono Cattolico, se dovessi definirmi in qualche modo, credo che agnostico sarebbe il termine più coerente, ma ho apprezzato comunque la tua presa di posizione. Primum non nocere, penso sia il giusto principio con il quale relazionarci l’un l’altro, a prescindere dalle proprie convinzioni morali, religiose o politiche.

  15. azzurra

    esisterà un intellettuale laico che ha espresso posizioni contrarie a quelle della chiesa cattolica che, tuttavia, merita rispetto?
    o li mettiamo tutti in una bella lista di proscrizione?

    1. Velenia

      @Azzurrina,esiste un cattolico non adulto,che gli intellettuali laicisti(non laici che è cosa diversa) non irridano o sbeffeggiano?

    2. Bobbio, Croce, Gentile, Pasolini, Orwell, ecc. Tra i viventi mi viene in mente Habermas. I primi che mi vengono in mente ma ce ne sono certamente anche altri. Ma c’è una vaga differenza qualitativa tra i summenzionati e gli spinellatori di Repubblica… Si può dirlo senza essere tacciati d’aver stilato inesistenti “liste di proscrizione”?

      1. azzurra

        non mi pare che barbara spinelli sia stata nominata portavoce dell’intellighenzia laica italiana…

        1. Carlo

          Esatto! Di intelligenza ne ha quanto basta per essere portavoce di se stessa e delle sue idee! Andatevi a rileggere alcuni articoli che ha scritto su Giovanni Paolo II…

  16. Velenia

    Io ho ancora nelle orecchie il grido con cui il beato GPII nel 1993,nella Valle dei Templi di Agrigento scomunicò i mafiosi (eccezionale,mi commuovo ancora quando lo rivedo) tutti quanti e non solo “u zu Totò”, rifuggendomi,come del resto ai giornalisti di Repubblica i provvedimenti ad personam propongo la scomunica per
    1)TUTTI I MASCHI FEDIFRAGHI :non solo chi va con le escort (qua noi le chiamiamo in un modo più colorito,ma fa lo stesso),coi trans,ma anche che va con la segretaria,con la vicina,con la collega d’ufficio,con l’amica della figlia ventenne.
    2)TUTTE LE FEMMINE DA RAPINA,LADRE DI MARITI ALTRUI,guarda alla categoria precedente.
    3)TUTTI I MASCHI CHE IN ASCENSORE FISSANO LE SCOLLATURE FEMMINILI.
    4)TUTTI I MASCHI CHE DISCUTONO CON I COLLEGHI DELLE PARTI ANATOMICHE DELLE COLLEGHE D’UFFICIO.
    5)tUTTI I MASCHI CHE CE STANNO A PROVA’.anche solo con lo sguardo

    1. vale

      oh mon …. e se ci levate anke il buttare un’okkiatina anke alle scollature…..poi non vi lamentate se ‘l paese s’invendolisce e/o immarrazisce….
      vale
      x il post della sciura costanza(kiedo venia per il vezzeggiativo inopinatamente utilizzato,dietro involontaria delazione di cyrano)
      lo condivido 100%.ma avendo lavorato 20 anni per una testata concorrente ed opposta(politicamente parlando) sarei parte in causa…
      vale

    2. Giuseppe

      é il pezzo che vedo di più su Youtube: basta che scrivo Giovann ed esce. Sempre fortunati voi siciliani!

  17. Ciao a tutti, vi ringrazio davvero molto per gli auguri, i complimenti e la partecipazione. Ieri è stata davvero una giornata bellissima.
    Per chi me lo avesse chiesto, mi sono laureata in Filosofia con una tesi di Bioetica intitolata “La perfezione umana: il progetto eugenetico”.
    Buona giornata e buon lavoro a tutti.

      1. Maxwell

        E’ un argomento che mi fa impazzire…..in tutti i sensi.
        Hai la possibilità e/o la volontà di pubblicarlo o ne sei gelosa?

  18. FRATE LEONE

    CANTO : PENTECOSTE

    Erano poveri uomini, come me, come te;
    avevano gettato le reti nel lago,
    o riscosso le tasse alle porte della città.
    Ch’io mi ricordi, tra loro,
    non c’era neanche un dottore,
    e quello che chiamavano maestro
    era morto e sepolto anche lui.

    SE SENTI UN SOFFIO NEL CIELO,
    UN VENTO CHE SCUOTE LE PORTE,
    ASCOLTA: È UNA VOCE CHE CHIAMA,
    È L’INVITO AD ANDARE LONTANO.
    C’È UN FUOCO CHE NASCE
    IN CHI SA ASPETTARE
    IN CHI SA NUTRIRE
    SPERANZE D’AMOR.

    Avevano un cuore nel petto, come me, come te
    che una mano di gelo stringeva;
    avevano occhi nudi di pioggia
    e un volto grigio di febbre e paura;
    pensavano certo all’amico perduto,
    alla donna lasciata sulla soglia di casa,
    alla croce piantata sulla cima di un colle.

    SE SENTI UN SOFFIO NEL CIELO…

    E il vento bussò alla porta di casa,
    entrò come un pazzo in tutta la stanza
    ed ebbero occhi e voci di fiamma,
    uscirono in piazza a gridare la gioia.
    Uomo che attendi nascosto nell’ombra
    la voce che parla è proprio per te;
    ti porta una gioia, una buona notizia:
    il regno di Dio è arrivato già!

    SE SENTI UN SOFFIO NEL CIELO…

  19. giuliana z.

    Concordo che certamente ci dobbiamo guardare dentro, facciamoci una tac, una lastra, un esame di coscienza, ok. Ma quando qualcuno parla male della nostra Madre Chiesa io direi che dobbiamo impugnare la spada per la buona battaglia, battaglia da farsi in primis con le opere, cioè nella nostra vita, coi familiari, gli amici, i colleghi, ma per chi ha la capacità direi che si fa anche con la penna!
    vogliono dare della sgualdrina alla nostra mamma? bene, allora si accomodino pure, ma troveranno lingue altrettanto pronte a difenderla.
    Credo che se la Chiesa oggi è così attaccata, o peggio tirata per la giacchetta chiamandola a scomunicare questo e quell’altro politico peccatore, è anche perchè molti cattolici se ne sono fregati prima di difenderla. Se una città è lasciata senza difesa perchè i suoi abitanti sono stati deportati e fanno gli schiavi del potere, allora la città amata andrà in rovina. Come il Signore chiamò Neemia a ricostruire le porte del tempio, anche noi lasciamoci ri-chiamare dalla Chiesa alla sua ricostruzione e difesa. Amiamola, questa chiesa, difendiamola, perchè solo amando ci facciamo la “lastrina”.

    1. vale

      da me trovano,come minimo, una katana…(d’altronde anche S.Pietro pose mano alla spada-non metaforica-….
      vale

    2. Sì, Giuliana, ma se danno della sgualdrina a mia madre io ho prima di tutto la morte nel cuore, e solo “dopo” lo sdegno: si vede proprio, quando uno scrive con la morte nel cuore, soffrendo per la Chiesa e per le incomprensioni che attanagliano quelli che l’assediano, e quando invece sta “solo” difendendo il suo golf club preferito.
      Un rischio sempre aperto.

      1. giuliana z.

        certo, lo “sdegno” viene dopo; anzi se devo dirla tutta, più che lo sdegno, in me prevale, sentendo le voci di Eco e altri intellettualoidi, un bel moto di spirito. La morte nel cuore di cui parli tu ci fa prendere la penna in mano (e anche la vita stessa) e ci fa difendere la nostra Madre. E sì, a volte la difendiamo energicamente, a volte in modo aggressivo, ma ciò che non ce la fa considerare un “golf club” è la certezza che alla fine “il cuore immacolato di Maria trionferà”. Insomma, se non avessimo la certezza che il male sarà vinto, allora la mestizia regnerebbe nel nostro cuore e annichiliti non avremmo nessuna chance, nè con la penna nè con la vita. Ma se siamo certi che Cristo è risorto, allora non siamo qui a fare i “bucciotti”.

    3. FRATE LEONE

      Siracide 2
      1 Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
      prepàrati alla tentazione.
      2 Abbi un cuore retto e sii costante,
      non ti smarrire nel tempo della seduzione.
      3 Sta’ unito a lui senza separartene,
      perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
      4 Accetta quanto ti capita,
      sii paziente nelle vicende dolorose,
      5 perché con il fuoco si prova l’oro,
      e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
      6 Affidati a lui ed egli ti aiuterà;
      segui la via diritta e spera in lui.
      7 Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
      non deviate per non cadere.
      8 Voi che temete il Signore, confidate in lui;
      il vostro salario non verrà meno.
      9 Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici,
      la felicità eterna e la misericordia.
      10 Considerate le generazioni passate e riflettete:
      chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
      O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
      O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?
      11 Perché il Signore è clemente e misericordioso,
      rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.
      12 Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti
      e al peccatore che cammina su due strade!
      13 Guai al cuore indolente perché non ha fede;
      per questo non sarà protetto.
      14 Guai a voi che avete perduto la pazienza;
      che farete quando il Signore verrà a visitarvi?
      15 Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle
      sue
      parole;
      e coloro che lo amano seguono le sue vie.
      16 Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;
      e coloro che lo amano si saziano della legge.
      17 Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro
      cuori
      e umiliano l’anima loro davanti a lui.
      18 Gettiamoci nelle braccia del Signore
      e non nelle braccia degli uomini;
      poiché, quale è la sua grandezza,
      tale è anche la sua misericordia.

  20. L’intellettuale, ammettendo esistente, non può essere Nè laico Nè religioso nè di destra Nè di sinistra non può essere nulla per la sua natura stessa di intellettuale che ha da essere randagio e fuori del pensiero comune di ogni genere. Un esempio. Cioran, mi viene in mente, non certo Habermas, o Bobbio, professori universitari!!!, Croce sì,
    Gramsci anche, Pasolini lo setsso, della Chiesa nessuno, della destra nessuno, della sinistra nessuno, Gramsci essendo un caso a parte, il nihilismo è ben altra cosa che l’opportunismo di Repubblica, Repubblica ha interessi e principi non negoziabili sedicenti laici e sta quindi molto fuori del nihilismo totale. Direi che un grande nihilista vero fu Gesù Cristo quando predico il mettersi fori da ogni cosa terrena e pensare a un altro mondo, più nihilista di così!!!Per quanto riguarda la tesi dela nostra collaboratrice (sic!) complimenti, un tema davvero originale!!!

    1. azzurra

      insomma, di intellettuali italiani (viventi) degni di questo nome non riusciamo a salvarne neanche uno

  21. FRATE LEONE

    Perfetta letizia

    CAPITOLO OTTAVO DEI FIORETTI

    COME ANDANDO PER CAMMINO SANTO FRANCESCO E FRATE LIONE,

    GLI ESPOSE QUELLE COSE CHE SONO PERFETTA LETIZIA

    Venendo una volta santo Francesco da Perugia a Santa Maria degli Angeli con frate Leone a tempo di verno, e il freddo grandissimo fortemente il cruciava, chiamò frate Leone il quale andava un poco innanzi, e disse così: “Frate Leone, avvegnadio ch’e frati minori in ogni terra dieno grande esempio di santità e buona edificazione, nondimeno scrivi, e nota diligentemente, che non è ivi perfetta letizia”.
    E andando più oltre, santo Francesco il chiamò la seconda volta: “O frate Leone, benché ‘l frate minore illumini i ciechi, distenda gli attratti, cacci i demoni, renda l’udire a’ sordi, l’andare a’ zoppi, il parlare a’ mutoli e (maggior cosa è) risusciti il morto di quattro dì, scrivi che non è in ciò perfetta letizia”.
    E andando un poco, santo Francesco grida forte: “O frate Leone, se ‘l frate minore sapesse tutte le lingue e tutte le scienzie e tutte le scritture, sì ch’e sapesse profetare e rivelare non solamente le cose future, ma eziandio i segreti delle coscienzie e degli animi, scrivi che non è in ciò perfetta letizia”.
    Andando un poco più oltre, santo Francesco ancora chiamò forte: “O frate Leone, pecorella di Dio, benché ‘l frate minore parli con lingua d’angeli e sappi i corsi delle stelle e le virtù dell’erbe e fossongli rivelati tutti i tesori della terra e cognoscesse le nature degli uccelli e de’ pesci e di tutti gli animali e degli uomini e degli arbori e delle pietre e delle radici e dell’acque, scrivi che non ci è perfetta letizia”.
    E andando anche un pezzo, santo Francesco chiama forte: “O frate Leone, benché ‘l frate minore sapesse sì bene predicare, che convertisse tutti gl’infedeli alla fede di Cristo, scrivi che non è ivi perfetta letizia”.
    E durando questo modo di parlare bene due miglia, frate Leone con grande ammirazione il domandò, e disse: “Padre, io ti prego dalla parte di Dio, che tu mi dica ove è perfetta letizia”. E santo Francesco gli rispuose. “Quando noi giugneremo a Santa Maria degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo, e ‘1 portinaio verrà adirato e dirà: “Chi siete voi?” e noi diremo: “Noi siamo due de’ vostri frati” e colui dirà: “Voi non dite vero: anzi siete due ribaldi, che andate ingannando il mondo e rubando le limosine de’ poveri; andate via”, e non ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all’acqua, col freddo e colla fame, infino alla notte; allora, se noi tante ingiurie e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente sanza turbazione e sanza mormorazione, e penseremo umilemente e caritativamente che quel portinaio veracemente ci cognosca e che Iddio il faccia parlare contra noi, o frate Leone, scrivi che ivi è perfetta letizia.

    E se noi perseverremo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate, dicendo: “Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, ché qui non mangerete voi, ne albergherete”; se noi questo sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore o frate Leone, scrivi che qui è perfetta letizia
    E se noi, pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte, più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l’amor di Dio con gran pianto che ci apra e mettaci pur dentro: e quelli più scandalezzato dirà “Costoro sono gaglioffi importuni; io gli pagherò bene come sono degni” e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con quello bastone se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali noi dobbiamo sostenere per lo suo amore: o frate Leone, scrivi che in questo è perfetta letizia.
    E però odi la conclusione, frate Leone. Sopra tutte le cose e grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per l’amor di Cristo sostenere pene, ingiurie, obbrobri, disagi. Però che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri ma di Dio; onde dice l’apostolo: “Che hai tu, che tu non l’abbi da Dio? e se tu l’hai avuto da lui, perché te ne glorii, come se tu l’avessi da te?”
    Ma nella croce della tribolazione e della afflizione ci possiamo gloriare, però che questo è nostro E però dice l’apostolo “Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro signore Gesù Cristo”‘. Al quale sempre sia onore e gloria in saecula saeculorum. Amen

  22. Ricordo una bellissima omelia di padre Cantalamessa (l’ho ascoltata dal vivo, ma non ricordo ahimé il luogo né il iorno, quindi non la so rintracciare) in cui faceva un paragone illuminante, diceva: immaginate un uomo che sa di essere tradito dalla moglie e nondimeno l’ama moltissimo, egli sa perfettamente che la moglie è una fedifraga e forse in qualche momento di rabbia può anche sbatterglielo in faccia usando uno di quei termini che sul blog di Costanza non si usano, ma se qualcun’altro desse della p… a sua moglie lo sfiiderebbe a duello come minimo.

    Così è il Signore verso la sua Chiesa, così dovremmo essere noi. Nessuno conosce meglio di me, prete e quindi ben dentro i suoi meccanismi e le sue strutture, le sue nefandezze e i suoi peccati, ma se ne parlo male io (o chi ama la Chiesa quanto me) va bene, perché sono stimoli a crescere, esortazioni a convertirsi, ma se qualcuno senza rispetto sputa sulla mia famiglia non ci sto.

    Katane solo metaforiche però, per carità. Dobbiamo sempre ricordare che la nostra non è una guerra contro qualcuno, o meglio che la nostra guerra non è contro creature di carne e sangue, quindi, per quanto possa sembrare strano, perfino Barbara Spinelli e Umberto Eco vanno amati, sebbene, purtroppo per loro, non sappiano che farsene del nostro amore.

    Voglio dire che, nonostante loro facciano di tutto per esserci avversi, io non riesco a vederli come avversari. Il nemico è un altro, loro sono sviati, sono utili idioti a servizio di un potere che non credo capiscano (e che a scanso di equivoci ha sette teste e dodici corna), la mia guerra sarà quindi non contro di loro ma PER loro e per tutti quelli come loro per liberarli da un ego imbarazzante, talmente grosso che ne oscura la vista e ne copre le orecchie, e per aiutarlli a scoprire il tesoro grande che il Creatore della vita ha posto loro dinanzi.

    In definitiva l’amore e non l’onore offeso mi porterà a parlare. In questo senso l’ironia di Costanza è una delle armi migliori, chapeau madame, vorrei avere la tua leggerezza

    donfa

    1. vale

      e se invece avessero consapevolmente scelto di stare con il “nemico”?
      vale
      (p.s. da tours,passando per las navas de tolosas,a vienna a lepanto il “male”poiché questo era, non fu combattuto metaforicamente.
      “Il problema ha radici profonde: il pacifismo è un’ideologia che predica la non violenza come legge inviolabile. Il pacifista rifiuta l’uso delle armi e della forza sempre. Chiunque conosca la dottrina della Chiesa sa bene che questa idea non è cattolica, perché il ricorso alle armi e alla forza è lecito e talvolta perfino doveroso, quando si tratta di esercitare la legittima difesa. Per questo motivo ci sono centinaia di santi che sono stati soldati romani, militari, cavalieri, ufficiali. Gesù addita un centurione come esempio di uomo dotato della fede più grande in tutta la Giudea. Pacifismo e cattolicesimo sono inconciliabili, sebbene il pacifismo abbia esercitato e continui a esercitare un fascino irresistibile per molti credenti, sacerdoti compresi( bussolaquotidiana,palmaro-marcia di assisi)
      vale

      1. vale

        p.s. il nemico è solo ki impugna una spada di fronte a te o minaccia un innocente, o anke chi si adopera per distruggere consapevolmente una comunità-nazione o tribù che sia-sradicando dalle fondamenta i “valori” che la tenevano unita per farne un deserto alla mercé dell’oligarchia di turno?
        un minimo di “costrizione” licet in simil casi???
        vale

        1. FRATE LEONE

          DALLA LETTERA A DIOGNETO

          Il mistero cristiano
          V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. 2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. 3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. 5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. 6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. 9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. 10. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. 11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. 12. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere. 13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. 14. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. 15. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. 16. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. 17. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio.

          L’anima del mondo
          VI. 1. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. 2. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. 3. L’anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. 5. La carne odia l’anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. 6. L’anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano. 7. L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. 8. L’anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l’incorruttibilità nei cieli. 9. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l’anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. 10. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.

          1. vale

            tutto molto bello, ma di fronte a quel che succede nel mondo,talvolta anche la chiesa,Papa incluso,la pensarono diversamente( vedi guerra di Spagna,la lettera del 1937 dell’episcopato spagnolo e di Papa PioXI a FAVORE dell’alzamiento di Franco…)
            vale

        2. Sono lontanissimo dall’idea di pacifismo nel senso di Palmaro, che è in definitiva un laisser faire, ciò che voglio dire è che non di rado nelle reazioni e nei commenti di tanti fratelli di fede vedo un furore e un astio che mal si coniugano con l’amore.
          Va da sè che l’amore per l’errante prevede innanzitutto che si faccia ogni sforzo per aprirgli gli occhi, il che implica chiamare claris verbis l’errore con il suo nome, ma da qui al rinunciare a fare appello alla sua coscienza e a chiamarlo in definitiva a conversione ce ne corre.
          se a chi mi viene incontro con un bastone io oppongo un bastone più grosso vincerò forse la tenzone, ma il mio interlocutore sarà perduto per sempre… io invece ho la pretesa (che credo evangelica) di salvare la capra della verità e il cavolo dell’anima di chi la combatte.
          Questo ovviamente obbliga a interventi sempre ben ponderati e a non lasciarsi mai andare all’istinto che, come il tuo, sarebbe a volte omicida, ma credo che storie come queste non si risolvono a colpi ideologici da una parte e dall’altra, al contrario.
          Come o già avuto occasione di dire si acchiappan più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto, anche nell’ambito della disputa intellettuale.

          1. vale

            omicida, addirittura,talvolta basta solo la minaccia della forza….ma non successe così in spagna nè nel messico degli anni 1920-29.( sta per uscire il film Cristiada-al cinema-, sulla faccenda
            lì i cristiani ke avrebbero dovuto fare?
            vale

            1. FRATE LEONE

              Lasciamo stare per un momento i massimi sistemi…Ma tu nel tuo piccolo, come pensi sia giusto comportarsi ?
              Perchè la nostra vita è fatta di tante piccole cose che possono avere o meno grandi conseguenze a seconda dell’atteggiamento con il quale noi le affrontiamo….
              Nel matrimonio, se un marito/moglie commette un’ingiustizia, come ci si deve comportare ? E se la reitera ?……

    2. Ma è proprio la Chiesa in quanto tale come è diventata da dopo Cristo,
      come si è autoarchitettata fino alla megalopatia doiora, è la Chiesa in quanto tale l’aberrazione del Cristianesimo, chi ci crede. Tutto il resto sono dettagli insignificanti. O non ne posso parlare in quanto io sono fuori?

    1. Roberto

      Alvise! C’entra niente con Almodovar, ma forse ho capito l’aspetto della questione D. Gallo / Benedetto XVI che ti cruccia: Benedetto XVI, quando vuole povertà o semplificazione nella struttura organizzativa, la vuole al fine di evangelizzare meglio. Don Gallo vuole la Chiesa povera e umil(iata) così che non possa più evangelizzare, ma si degradi in mera assistenza sociale. Questo il punto. Ciao!

        1. Roberto

          Ciò che la Chiesa ha fatto in 2000 anni per i poveri non l’ha fatto nessuna istituzione umana al mondo.
          Comunque, degradata (sì) in mera assistenza sociale, la Chiesa non sarebbe più nulla e non servirebbe a nulla – sale senza sapore.

            1. vale

              il mitico Papa del Sillabo,del Vaticano I,della Pastor aeternus, e dell’Immacolata Concezione….
              vale

              1. ecco, mi pareva opportuno questo promemoria: GPII voleva canonizzarli insieme, lui e Giovanni XXIII… chi s’è scandalizzato non aveva capito niente di nessuno dei tre.

  23. Angela

    Grazie, frate Leone, per le risposte che dai alle nostre domende! Soprattutto perché non frutto del tuo pensare, ma pensiero accolto, amato e condiviso!

    1. FRATE LEONE

      Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Om. 33,1.2; PG 57,389-390)

      Se saremo agnelli vinceremo, se lupi saremo vinti

      Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli. Per questo se ne andrà e ti lascerà solo, perché gli impedisci di manifestare la sua potenza.
      È come se Cristo avesse detto: Non turbatevi per il fatto che, mandandovi tra i lupi, io vi ordino di essere come agnelli e colombe. Avrei potuto dirvi il contrario e risparmiarvi ogni sofferenza, impedirvi di essere esposti come agnelli ai lupi e rendervi più forti dei leoni. Ma è necessario che avvenga così, poiché questo vi rende più gloriosi e manifesta la mia potenza. La stessa cosa diceva a Paolo: «Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza si manifesti pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9). Sono io dunque che vi ho voluto così miti.
      Per questo quando dice: «Vi mando come agnelli» (Lc 10,3), vuol far capire che non devono abbattersi, perché sa bene che con la loro mansuetudine saranno invincibili per tutti.
      E volendo poi che i suoi discepoli agiscano spontaneamente, per non sembrare che tutto derivi dalla grazia e non credere di esser premiati senza alcun motivo, aggiunge: «Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe» (Mt 10,16). Ma cosa può fare la nostra prudenza, ci potrebbero obiettare, in mezzo a tanti pericoli? Come potremo essere prudenti, quando siamo sbattuti da tante tempeste? Cosa potrà fare un agnello con la prudenza quando viene circondato da lupi feroci? Per quanto grande sia la semplicità di una colomba, a che le gioverà quando sarà aggredita dagli avvoltoi? Certo, a quegli animali non serve, ma a voi gioverà moltissimo.
      E vediamo che genere di prudenza richieda: quella «del serpente». Come il serpente abbandona tutto, anche il corpo, e non si oppone pur di risparmiare il capo, così anche tu, pur di salvare la fede, abbandona tutto, i beni, il corpo e la stessa vita.
      La fede è come il capo e la radice. Conservando questa, anche se perderai tutto, riconquisterai ogni cosa con maggiore abbondanza. Ecco perché non ordina di essere solamente semplici o solamente prudenti, ma unisce queste due qualità, in modo che diventino virtù. Esige la prudenza del serpente, perché tu non riceva delle ferite mortali, e la semplicità della colomba, perché non ti vendichi di chi ti ingiuria e non allontani con la vendetta coloro che ti tendono insidie. A nulla giova la prudenza senza la semplicità.
      Nessuno pensi che questi comandamenti non si possano praticare. Cristo conosce meglio di ogni altro la natura delle cose. Sa bene che la violenza non si arrende alla violenza, ma alla mansuetudine.

        1. FRATE LEONE

          Dalle omelie di San Giovanni Maria Vianney,

          Non crediamo che esista un luogo su questa terra ove poter sfuggire alla lotta contro il demonio. Ovunque lo troveremo ed ovunque cercherà di toglierci la possibilità del paradiso, ma sempre e in ogni luogo potremo uscire vincitori dal confronto. Non è come per gli altri combattimenti, in cui, tra le due arti in causa, c’è sempre un vinto; nella lotta contro il demonio, invece, se vogliamo possiamo sempre trionfare con l’aiuto della grazia di Dio che non ci viene mai rifiutata.
          Quando crediamo che tutto sia perduto, non abbiamo altro da fare che gridare: Signore, salvaci, stiamo perendo!”. Nostro Signore, infatti, è là, proprio vicino a noi e ci guarda con compiacimento, ci sorride e ci dice: “Allora tu mi ami davvero, riconosco che mi ami!….”. E’ proprio nelle lotte contro l’inferno e nella resistenza alle tentazioni che proviamo a Dio il nostro amore.
          Quante anime senza storia nel mondo appariranno un giorno ricche di tutte le vittorie contro il male ottenute istante dopo istante! E’ a queste anime che il Buon Dio dirà: “Venite, benedetti del Padre mio…. entrate nella gioia del vostro Signore”. Noi non abbiamo ancora sofferto quanto i martiri: eppure domandate loro se ora si rammaricano di quanto hanno passato…. Il buon Dio non ci chiede di fare altrettanto….C’è qualcuno che rimane travolto da una sola parola. Una piccola umiliazione fa rovesciare l’imbarcazione… Coraggio, amici miei, coraggio! Quando verrà l’ultimo giorno, direte: “Beate lotte che mi sono valse il Paradiso!”. Due sono le possibilità: o un cristiano domina le sue inclinazioni oppure le sue inclinazioni lo dominano; non esiste via di mezzo.
          Se marciassimo sempre in prima linea come i bravi soldati, al sopraggiungere della guerra o della tentazione sapremmo elevare il cuore a Dio e riprendere coraggio. Noi, invece, rimaniamo nelle retrovie e diciamo a noi stessi: “L’importante è salvarsi. Non voglio essere un santo”. Se non siete dei santi, sarete dei reprobi; non c’è via di mezzo; bisogna essere o l’uno o l’altro: fate attenzione!
          Tutti coloro che possederanno il paradiso un giorno saranno santi. Il demonio ci distrae fino all’ultimo momento, così come si distrae un povero condannato aspettando che i gendarmi vengano a prenderlo. Quando i gendarmi arrivano, costui grida e si tormenta, ma non per questo viene lasciato libero… La nostra vita terrena è come un vascello in mezzo al mare. Che cosa produce le onde? La burrasca. Nella vita, il vento soffia sempre; le passioni sollevano nella nostra anima una vera e propria tempesta: ma queste lotte ci faranno meritare il paradiso.

          1. vale

            S.Giovanni da Capestrano…..Aveva settant’anni, nel 1456, quando si trovò alla battaglia di Belgrado investita dai Turchi. Entrò nelle schiere dei combattenti, dove era più incerta la sorte delle armi, incitando i cristiani ad avere fede nel nome di Gesù. ” Sia avanzando che retrocedendo – gridava, ~ sia colpendo che colpiti, invocate il Nome di Gesù. In Lui solo è salute! “.
            Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo. Ma questa doveva essere la sua ultima fatica di combattente. Tre mesi dopo, il 23 ottobre, Giantudesco moriva a Villaco, nella Schiavonia, consegnando ai suoi fedeli la Croce, emblema di Cristo Re, che egli aveva servito, fino allo stremo delle sue forze.(dal sito http://www.santiebeati.it)

            1. FRATE LEONE

              Dalla «Imitazione di Cristo» (Lib. 2, capp. 2-3)

              L’uomo umile e pacifico

              Non fare gran caso se uno è per te o contro di te, ma preoccupati piuttosto che Dio sia con te in tutto quel che fai.
              Abbi buona coscienza e Dio saprà ben difenderti. Nessuna perversità umana potrà nuocere a colui che Dio vorrà aiutare.
              Se tu sai tacere e sopportare, sperimenterai senza dubbio l’aiuto del Signore.
              Egli conosce bene il tempo e il modo di liberarti, e perciò devi rassegnarti alla sua volontà. Spetta a Dio aiutare e liberare da ogni situazione difficile.
              Spesso giova assai, per meglio conservare l’umiltà, che gli altri conoscano i nostri difetti e li riprendano. Quando uno si umilia per i suoi difetti, placa facilmente gli altri e dà soddisfazione a coloro che gli sono ostili.
              Dio protegge e libera l’umile, lo ama e lo consola; egli si chiama verso l’umile, gli elargisce grazia abbondante e dopo l’umiliazione lo innalza alla gloria.
              Egli rivela all’umile i suoi segreti e dolcemente lo attrae e l’invita a sé.
              L’umile, quando ha ricevuta un’umiliazione, rimane bene in pace, perché sta fisso in Dio e non nel mondo.
              Non credere di aver fatto alcun progresso se non ti ritieni inferiore a tutti.
              Mantieni anzitutto in pace te stesso e così potrai pacificare gli altri. L’uomo operatore di pace giova più dell’uomo dotto.
              L’uomo passionale trae al male anche il bene e facilmente crede al male.
              L’uomo buono e sereno volge tutto a bene.
              Chi è veramente in pace non sospetta di nessuno; chi invece è malcontento e inquieto è agitato da molti sospetti: né lui è in pace, né lascia in pace gli altri.
              Spesso dice quel che non dovrebbe e omette quel che gli converrebbe fare. Egli bada a quel che gli altri devono fare e trascura invece quel ch’è suo dovere.
              Sii dunque zelante prima con te stesso e così potrai essere zelante anche con il tuo prossimo.
              Tu sai bene scusare e colorire le tue azioni, ma non vuoi accettare le scuse degli altri.
              Sarebbe più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello.
              Se vuoi essere sopportato, sopporta anche tu gli altri.

  24. Fk

    GRAZIE COSTANZA per la tua chiarezza e il coraggio! Era ora che qualcuno venisse fuori… LGT è un tipo tosto ma anche tu non scherzi!!!

        1. Fk… ti prego… se per “un tipo tosto” intendiamo una persona di carattere, questo è tutt’altro che il contrario di Alvise.
          Se intendiamo una persona con princìpi inamovibili, quasi fossero estranei alle maree del pensiero, questo è tutt’altro che Costanza e Laura.
          La domanda di Alvise mi ha fatto sorridere perché l’ho visto là al pc col suo cipiglio critico, non molto dissimile da quello di un bambino che chiede il perché delle cose. Conservare questo fuori dell’infanzia è precisamente proprio di “un tipo tosto”.
          Non è niente, Alvise: sono soltanto espressioni accorciate, modi di dire irriflessi, ugualmente ostici da smantellare e da motivare.

          1. Fk

            Ma sì che Alvise si sa difendere da solo… non occorre Cyrano. E poi lui non si offende mai… ipse dixit!

  25. Andando a guardare l’atr. 2309 del catechismo indicato da Vale ho trovato questo gioiellino: ” Gravi disturbi psichici, l’angoscia o il timore grave della prova, della sofferenza o della tortura possono attenuare la responsabilità del suicida.”
    Attenuare, c’è scritto!!!

    1. è il verbo codiciale che ogni compilatore responsabile userebbe. Per il resto ce De Andre’.

      ed è così bello che si può quasi sorvolare sulle fallacie…

    2. Cyrano: un nichilista è un nichilista, non è degno né di più nè di meno considerazione di nessun altro, casomai bisognerebbe capire bene cosa si intende con nihilismo, ce nè uno più facile a e uno più difficile a intendersi, credo, ma questi (i miei)sono solo discorsi pedanti, OVVIAMENTE!!!

      1. il più difficile “ci piace”
        (per quanto possano piacermi cose cieche e senza speranza).

        🙂

        è più degno sì, perché si tormenta. E assomiglia a un uomo di più di un sazio materialista senza pensieri.

    1. vale

      la parte migliore è …la spocchia autoreferenziale dei dotti universitarii boriosi…
      non male
      vale

  26. VALE: d’accordissimo sulla “spocchia referenziale degli universitari boriosi”, ma su quell’articolo c’è scritto anche questo: 3. La religione cristiana non consiste affatto in teologia, ma semplicemente in Fede, Speranza e Carità. Di tutte e tre queste dimensioni, tendo a mettere al primo posto la Carità, e so di essere in buona compagnia. La cosiddetta “teologia” è semplicemente l’applicazione alla fede religiosa della terminologia concettuale della filosofia greca classica (e Platone ed Aristotele in primo luogo), e non è a mio avviso assolutamente necessaria per la pratica religiosa. Esattamente come l’epistemologia per la scienza, che non ne ha nessunissimo bisogno e che va comunque avanti per conto suo, nello stesso identico modo la pratica religiosa, individuale o collettiva, va avanti da sola senza teologia. Il bisogno di giustificare “teologicamente” la fede cristiana è un fatto storico emerso tra il XII ed il XIV secolo dopo Cristo in Europa occidentale (considero la patristica greca un caso diverso- lì non si trattava di giustificare, ma di comprendere meglio), come risposta ai nuovi bisogni culturali della civiltà comunale. Da allora si assiste a due processi culturali paralleli, che a volte si intrecciano, ma che bisogna tenere ben distinti. Da un lato, la pratica religiosa comunitaria è erosa dalla secolarizzazione individualistica, e questo viene impropriamente chiamato “eclissi del sacro nella società moderna”. Dall’altro, ed in modo assolutamente indipendente, l’argomentazione teologica viene erosa dalla critica scientifica di origine illuministica. I due processi sono del tutto distinti, ma i confusionari non riescono a distinguerli.

  27. Ma per onestà una cosa la devo dire(ma l’avevo già detto, mi sembra, altre volte)Costanza ha straragione,a proposito dei discorsi di Repubblica, la Spinelli, etc, o uno è anticlericale, o non è anticlericale, non si può stare a mezzo servizio, o meglio, ci si può anche stare, ma allora ci si infila negli arzigogoli della manfrina politica….

    1. DaniCor

      Grazie!
      Sei tornato in formissima, la tua versione “povero me” non mi piace, perché in generale non sopporto l’autocommiserazione.
      Ieri a notte fonda avevo scritto una cosa su di te, ero sicura che saresti in fiamme per il passaggio di Fefral!!! (e chi non sarebbe! Fefraaaaal!!!)

  28. DaniCor

    Alvise,
    Credo che tu non sappia cosa dicono le parole di questa canzone:

    “Fundamental é mesmo amor
    É impossível ser feliz sozinho”

      1. «Ragazzacci, che, per non saper che fare, s’innamorano, voglion maritarsi, e non pensano ad altro; non si fanno carico de’ travagli in che mettono un povero galantuomo».

    1. Adriano

      Suffragio universale letale perché fa votare chi si lascia manipolare? Be’ allora a seguire questa logica non bisognerebbe far votare i credenti che mettono il proprio credo al primo posto (e che quindi sono manipolabili dallo stesso). Nb. Questa mia considerazione vuole essere una provocazione…

      Tornando alle cose serie.Patente per votare? Esiste già. Si chiama maggiore età.

  29. Arriveranno anche qui le conquiste del male, come in Spagna e come altrove, non voglio essere pessimista ma ormai l’aria puzza di zolfo. Anche il Papa è rimasto solo o quasi all’interno del clero, i vescovi sono girati dall’altro lato e ammiccano all’imborghesimento della Chiesa voluto dai laicisti. Allora si leverà un vento forte e renderà nitide le nostre cupole e i nostri volti. Lo Spirito Santo e nostra Madre veglieranno sui nostri bimbi e la rugiada mattutina desterà i nostri piedi stanchi e noi cammineremo ancora avanti lasciando dietro di noi il fango rinsecchito di questa desolante epoca, il sole ci scalderà di nuovo e loderemo Dio per il suo fedele ed eterno amore.

  30. Adriano

    Ma scusate. La soluzione mi pare semplice: senza star qui a discutere dell’uso o meno della forza in questi casi (alla faccia del “porgi l’altra guancia” ma vabbé…), basterebbe applicare anche a Repubblica le stesse regole che Costanza suggerisce per le altre religioni:

    “Per me possono dire quello che vogliono, io tanto non li ascolto”

    Mi pare semplice… Oppure non lo è?

    Detto questo, si sono viste diverse “incongruenze” nella storia della Chiesa e di come ha affrontato persone diverse in modo diverso. Un esempio: divorziati risposati più o meno famosi che facevano la Comunione o i testimoni di nozze, mentre ad altri questo è vietato… Non mi pare che queste disparità apparenti siano state mai spiegate dalla Chiesa e le stesse disorientano non poco tutti i credenti.

    Ok Repubblica forse non ha tutte le carte in ordine per chiedere qualcosa alla Chiesa, e forse la scomunica è esagerata (ma non lo è stato per chi votava comunista) però il silenzio su una questione così chiara (Berlusconi ha ammesso di essere libertino) era abbastnza assordante. Non per i laici, ma per tanti cristiani.

    E se la Chiesa dice la sua, giustamente, su leggi e iniziative di laici, perché i laici non dovrebbero dire la loro su quanto (non) fa la Chiesa?

  31. paulbratter

    “Per me possono dire quello che vogliono, io tanto non li ascolto”

    Mi pare semplice… Oppure non lo è?

    semplicemente non è così. Quella è una reciproca “indifferenza”.
    Repubblica, la Spinelli e Eco sproloquiano del mio Papa e della mia Chiesa, oltretutto senza conoscerne i fondamenti.
    Vuoi o no partecipare alla colletta?

    1. Adriano

      paulbratter

      Non vedo questa indifferenza tra le religioni. Per esempio, in alcuni libri scritti da musulmani si indicano, citazioni alla mano, le presunte incongruenze tra il Vangelo e quanto sostiene la Chiesa (un esempio: viene detto che anche le Scritture prescrivono l’uso del niqab). Anche questi sproloqui? Non so. Fatto sta che le religioni non tendono a ignorarsi a vicenda.

      1. paulbratter

        stai un po’ allargando il discorso, ho detto semplicemente che me ne frego di quello che può dire, ad esempio, il rabbino capo a meno che non intervenga su questioni che mi stanno a cuore. Però non posso ignorare Eco e la Spinelli se denigrano il Papa e la religione cattolica.

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  33. oltre che non leggere il catechismo dimostrano di non leggere in generale…basterebbe aver letto la “cripta dei cappuccini” di J.Roth per comprendere cosa sia la Chiesa
    “Mentre statuisce dei peccati, già li perdona. Non ammette assolutamente uomini perfetti: questo è il suo contenuto eminentemente umano. I suoi figli perfetti essa li santifica. Con questo ammette implicitamente l’imperfezione degli uomini. Anzi, ammette l’inclinazione al peccato nella misura in cui non considera più come umani quegli esseri che al peccato non sono soggetti: questi diventano beati o santi. Con ciò la Chiesa romana dà testimonianza della sua fondamentale propensione al perdono, alla remissione.” (cap. VII, p. 41)

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