I figli non ti tolgono niente

di Costanza Miriano

Ho letto il libro di Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi), perché mi era capitata sotto gli occhi una recensione di Vanity Fair, che mi aveva fatta saltare sulla sedia. In soldoni diceva che il libro racconta la storia dell’autrice, che abortisce due volte, a 18 e 20 anni, perché vuole avere tempo per la sua carriera di scrittrice, e che poi avvicinandosi ai 40 decide che è il momento di provare ad avere figli; non riesce naturalmente, ed entra nel tunnel della fecondazione artificiale, al momento senza successo.

Soprattutto la cosa che mi aveva fatto saltare sulla sedia, come dicevo, era che la morale che ne traeva il settimanale è la seguente perla di saggezza: la colpa è di chi non le ha detto di congelare gli ovuli quando era il momento.

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Non è il soffitto di cristallo

di Costanza Miriano

Titola così Dagospia, concludendo però la notizia con una domanda sbagliata, o almeno con una illazione del tutto arbitraria. Perché una donna che lascia il lavoro all’apice della carriera dovrebbe farlo perché “non regge la pressione”? Come spiega la Wojcicki, che è stata ai vertici di Google ed è dal 2014 a Youtube, quindi all’apice che più apice non si può al mondo, semplicemente vuole “iniziare un nuovo capitolo incentrato sulla mia famiglia, sulla salute e sui progetti personali che mi appassionano”. Cioè non sta rinunciando, dimessa e stremata, non si sta arrendendo con la coda fra le gambe. Si sta andando a prendere la parte migliore della vita.

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L’ignoranza di chi cita a sproposito “Sposati e sii sottomessa”

di Costanza Miriano

Siccome continuano a tirare in ballo la parola sottomissione, senza prendersi la briga non dico di leggere il mio libro, per carità (che? Vuoi leggere un libro prima di criticarlo?), ma neppure il passo biblico da cui è tratta la citazione, dimostrando ignoranza crassa e incapacità di ragionamento a livello da seconda media diciamo – è più o meno quando capisci l’importanza del contesto nell’approcciarti al testo – occorre fare qualche precisazione, che poi arrivano i primi Cirinnà e D’Urso di passaggio e mi citano a proposito della sottomissione completamente fuori luogo.

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Il triste mercato della maternità moderna

CONVEGNO : IL TRISTE MERCATO DELLA MATERNITA’ MODERNA

Biblioteca Ambrosiana, Milano,

Giovedi’ 28 Settembre 2017,

ore 15-18.30

CORE cerchera’ di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realta’ dei vari aspetti della riproduzione assistita – in particolare
la compra-vendita di ovuli e sperma, e l’affitto di utero – secondo prospettive nuove che saranno trattate da esperti di vari
ambiti. Continua a leggere “Il triste mercato della maternità moderna”

“Piuma”: la leggerezza della vita

di mons. Riccardo Mensuali

Qualche giorno fa, di ritorno dal Malawi, mi imbarco sul volo Addis Abeba-Roma che parte a mezzanotte e al decollo l’unica preoccupazione è come prender sonno il prima possibile visto che alle cinque e mezzo si atterra a Roma, pronti – si fa per dire – per una nuova giornata. Un film sembra la scelta migliore, ma non ne trovo uno che abbia almeno i sottotitoli in italiano, e l’inglese dei film mi sembra incomprensibile, almeno a mezzanotte su un volo notturno. Mentre sto per rinunciare trovo, alla fine, un film italiano, Piuma, che non avevo visto quando uscì, lo scorso anno. Dal titolo non sembra pesante e lo scelgo.

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Un regalo o una proposta ideologica?

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 di Costanza Miriano 

Oggi mia figlia è malata. Alle 8 ero sotto la redazione, avevo trovato parcheggio con solo una decina di rosario, e infatti mi sembrava che ci fosse qualcosa di strano sotto. Appunto. Chiama mio marito: la figlia numero tre (di quattro) ha la febbre. Si mette in moto la macchina dei soccorsi. La task force, valutate circa quindici variabili, decide che conviene non prendere un giorno di malattia bambino, costa troppo (zero stipendio, zero contributi). Si elaborano piani di riserva, si spostano appuntamenti, si chiama la tata A, la B, si chiede un cambio di orario al direttore (possibile solo perché non avevo troupe o interviste fissate). Si lascia a malincuore il  parcheggio e si torna, dopo una confortevole oretta nel traffico, a casa, da dove, tra termometri e tè caldi, si lavora anche fuori dall’orario. Ma se fossi stata una commessa? Una barista? Un’operaia? Un medico di turno all’ospedale? Continua a leggere “Un regalo o una proposta ideologica?”

Quel futuro che non ci aspetta

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di Costanza Miriano

Credo che dispiaccia un po’ a tutti noi che il compleanno di Saviano venga rovinato dal fertility day, il quale purtroppo cade nello stesso giorno dell’augusto genetliaco. Ci dispiace ma sono certa che finiremo per farcene una ragione, perché il motivo per cui è nata questa iniziativa – sicuramente migliorabile quanto a slogan, foto, idee – è sacrosanto: riaffermare una realtà. Le donne hanno un periodo di fertilità limitato a una fetta tutto sommato abbastanza ristretta della loro vita.

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«Abortisci». E la surrogata si ribella

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di Valentina Fizzotti   per Avvenire

Brittneyrose Torres ha 26 anni e vive in California con il marito e il figlio. La sua pancia è stata affittata a pagamento (per 25 mila dollari, più 5mila per eventuali fratelli) e ora dentro, da 17 settimane, ci sono tre bambini, una femmina e due gemelli maschi. I genitori biologici dei due ovociti impiantati, però, dopo l’iniziale entusiasmo sono stati chiari: la femmina va abortita, nel timore di «potenziali rischi per gli altri due». Secondo i medici, rischi non ce ne sono, e Brittneyrose aveva chiarito sin dall’inizio che non avrebbe mai preso in considerazione l’aborto, salvo in caso di pericolo di vita. Si è offerta di adottare la bimba («per me abortire equivale a ucciderla»), ma la coppia non vuole concederglielo. Continua a leggere “«Abortisci». E la surrogata si ribella”

A che cosa servono i social

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di Paolo Pugni

Noto sempre più spesso che sui social media si discuta, con toni appassionati che talvolta diventano accessi fino all’esagerazione, di vicende d’attualità. Ad esempio in questi giorni si dibatte sul neonato delle “mamma dell’acido” sottrattole appena nato, senza neanche permettere un abbraccio materno. E noto che ci si accapiglia sulla vicenda. Continua a leggere “A che cosa servono i social”

Uteri affittati, ritorno alla schiavitù (replay)

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di Costanza Miriano

Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre. Continua a leggere “Uteri affittati, ritorno alla schiavitù (replay)”

Uteri affittati, ritorno alla schiavitù

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di Costanza Miriano

Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre. Continua a leggere “Uteri affittati, ritorno alla schiavitù”

Tutto tranne una mamma

Google, il doodle dell'8marzo
Google, il doodle dell’8marzo

di Costanza Miriano

Avevo promesso a me stessa che mi sarei completamente disinteressata delle celebrazioni per l’otto marzo, perché secondo me, oggi, qui, in Occidente, per come sono concepite hanno la stessa pregnanza di una danza della pioggia in Irlanda. Sono vecchie, obsolete, ma soprattutto strabiche.

Avete visto la schermata di Google, verosimilmente il sito più cliccato al mondo, per il giorno x? Donne in tutte le salse – astronauti (ma che fantasia, guarda, non lo avrei mai detto), chimici, cuochi, magistrati, atleti, insegnanti e via dicendo, in quattordici versioni diverse – ma neanche una, dico, neanche una su quattordici in versione mamma. Ditemi voi se non c’è qualcosa di perverso, di intenzionale, di mirato. Continua a leggere “Tutto tranne una mamma”

La vita in ghiaccio

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di Costanza Miriano

Amiche ultratrentacinquenni senza figli, mi raccomando, congelate i vostri ovuli se sperate di concepire nel futuro. Ve lo consiglia l’esperto britannico di fecondazione in vitro, Paul Serhal, uno che sulla manipolazione della vita umana ha costruito la sua carriera, valutate voi se c’è da fidarsi. Certo non siete fortunate come le dipendenti delle aziende della Silicon Valley, a cui l’operazione viene finanziata dal datore di lavoro: ventimila dollari, un po’ di stimolazione ormonale, un po’ di devastazione fisica e psicologica, ma la carriera è salva.

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La donna-cosa

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di Miriam Mafai LaRepubblica 7 marzo 1997

“LA SCIENZA non obbedisce a nessuna autorità” ha scritto recentemente uno scienziato. E ancora: “per lo scienziato l’ uomo è un pezzo della sua ricerca. Allo scienziato più sensibile l’ uomo appare una cosa fragile e delicata ma sempre una cosa, tra le cose della sua indagine…”. E’ dunque una cosa, sia pure fragile e delicata, la donna nel cui ventre sono stati impiantati due embrioni di due coppie diverse. Continua a leggere “La donna-cosa”

Perchè non posso tacere

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Appello ai fedeli di Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna,  13 aprile 2014

Carissimi fedeli,

i fatti accaduti in questi giorni mi costringono in coscienza a dirvi alcune parole. Essi sono noti ai più.

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la proibizione della fecondazione umana eterologa. Un Tribunale ha riconosciuto la così detta maternità surrogata, cioè l’utero in affitto. Un altro Tribunale della Repubblica ha imposto all’anagrafe di un Municipio di trascrivere un matrimonio (si fa per dire) omosessuale. Questi i fatti. Continua a leggere “Perchè non posso tacere”

È la Vita

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Vent’anni, single e affetta da depressione post partum: questa è la drammatica situazione di una mamma di Bradford, in Inghilterra, che il giorno di Santo Stefano ha scritto un annuncio su Internet per mettere in vendita suo figlio di soli 4 mesi. L’annuncio, comparso su una delle più grandi piattaforme di compravendite esistenti, ha messo in allerta molti utenti del sito che hanno chiamato la polizia e i servizi sociali. La donna è stata immediatamente rintracciata e a nulla sono valse le sue proteste e le sue giustificazioni, i bambini sono stati dati in affido temporaneo ad altre famiglie.  Pietro Vernizzi de IL SUSSIDIARIO  ha chiesto un parere a Costanza Miriano.

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Nascita e sviluppo della nuova ideologia di genere

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Proponiamo nella traduzione di TEMPI.it ampi stralci della Lettera pastorale divulgata a novembre dalla Conferenza episcopale del Portogallo e dedicata alla ”Visione cristiana della sessualità”. Il testo descrive la nascita e lo sviluppo della “nuova ideologia di genere”, indicandone anche i possibili effetti negativi a livello sociale e culturale.

La chiamata ideologica del genere (o gender) si diffonde sempre di più. Tuttavia, non tutti se ne rendono conto e molti non ne riconoscono la portata sociale e culturale, che è stata già qualificata come vera e propria rivoluzione antropologica. Non si tratta semplicemente di una moda intellettuale, bensì comporta un movimento culturale con riflessi sul modo di pensare alla famiglia, la sfera politico-legislativa, l’insegnamento, la comunicazione e la propria lingua corrente (…).

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Quali donne vogliono le quote rosa?

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di Costanza Miriano

Il problema delle quote rosa riguarda solo poche donne privilegiate. Così le femministe si sono ritrovate a difendere delle elites, e d’altra parte non sono le sole ad aver fatto questa capriola. Molte delle battaglie della sinistra, che, detto in parole grossolane, aveva cominciato almeno nelle intenzioni col difendere i diritti degli ultimi, sono diventate quelle di una piccola fetta della popolazione, completamente scollata dal resto.

Mi chiedo come sia potuto succedere. Continua a leggere “Quali donne vogliono le quote rosa?”