Quando Dio non perdona

di Costanza Miriano

Tutto è cominciato, per me, parlando della mia normalissima famiglia. È successo che, per una singolare successione di eventi che ho raccontato decine di volte e che potremmo chiamare caso o Provvidenza, mi sono trovata a scrivere un libro di lettere per convincere le mie amiche a sposarsi. Era un libro abbastanza divertente, almeno io mi sono divertita a scriverlo, e molti nelle librerie mi avevano messo nel settore umorismo. Allora, almeno tra i credenti, ero incasellata tra i simpatici.

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Fumo negli occhi su una vicenda chiarissima

di Costanza Miriano

Siccome Avvenire sabato scorso ha pubblicato un articolo dal titolo “ecco la verità sul ritiro per gli omosessuali” di Torino, tornerei brevemente sull’argomento perché l’articolo non fa verità, anzi, getta fumo negli occhi su una vicenda chiarissima. A cominciare dal titolo: “ecco la verità”. Non è che il corso fosse un progetto di pastorale, fatto nell’ombra, con discrezione e umiltà, che qualcuno fissato con gli omosessuali è andato a scovare e ha poi raccontato in modo tendenzioso. E’ invece uscito un articolo sulla Stampa (io altrimenti non ne avrei saputo niente), non seguito da smentite, correzioni di tiro, precisazioni della Curia: l’articolo parlava di “fedeltà per coppie gay” (cit). Sono passati giorni e nessuno si è sentito in dovere di smentire. Quindi il senso del corso era esattamente quello. Non, come scrive Avvenire,  quello di insegnare la fedeltà all’amore di Dio, la fedeltà tout court.

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Jim Caviezel: “Il mondo ha bisogno di guerrieri come San Paolo”

Jim Caviezel si è presentato al Vertice di Leadership Studentesca 2018 – SLS18 a Chicago e ha emozionato le migliaia di giovani studenti presenti con un discorso sulla fede e la sua testimonianza di vita.

Caviezel ha iniziato il suo intervento parlando del significato delle parole Saulo, “grande” e Paolo, “piccolo”, e ha sottolineato quanto sia importante “essere piccoli per essere grandi”.

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TANA LIBERA TUTTI – incontri sui principi non negoziabili a san Donà di Piave

La società civile vive oggi all’interno di un complesso processo culturale che evidenzia, da un lato, la fine di un’epoca e, dall’altro, l’incertezza per la nuova che emerge all’orizzonte.

In questo contesto la fa da padrone un relativismo culturale che teorizza e difende il pluralismo etico, ritenuto addirittura condizione per la democrazia, decretando così la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale.

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“Superare” l’Humanae Vitae è separare l’uomo da Dio

di Costanza Miriano

L’altro giorno parlavo al telefono con Padre Aldo, dal Paraguay. E come mi è successo con lui altre volte, in un secondo ha tradotto in parole quello che da giorni stavo pensando, senza riuscire a ordinarlo. Il punto dell’Humanae Vitae – diceva – è l’incontro con Cristo. Senza quello, è un insopportabile, incomprensibile, assurdo giogo (una serie di obblighi, come li definisce Avvenire e una parte della Chiesa, che ha preso di mira proprio l’enciclica che ha salvato la vita a tanta gente). Giussani, mi ha detto padre Aldo, diceva sempre che la Chiesa si vergogna di Cristo. Continua a leggere ““Superare” l’Humanae Vitae è separare l’uomo da Dio”

Regole o regali? Il libretto d’istruzione di Dio per l’uomo

di Costanza Miriano

Quando il mondo capirà che il massimo piacere è in Dio, nel vivere secondo la sua legge, per il nemico sarà finita. La legge di Dio è logica, razionale, bella, divertente (è bulissima, direi in perugino). Siamo fatti per quella, è il nostro libretto di istruzioni, e se facciamo come ci pare ci inceppiamo. Crediamo di essere furbi invece stiamo malissimo, siamo dei poveri disperati. Ho in mente una Spoon River, le vedo proprio adesso, una serie di facce di gente che ha fatto come gli pareva nella vita, ed è infelice, depressa, nevrotica, ossessionata, anche se fa finta di no. Nelle lettere di Berlicche il demonio è molto preoccupato di non far sapere che il peccato è una fissazione, un’ansia, una roba brutta che fa star male, mentre a chi segue Dio va tutto alla grandissima (anche quando sembra di no), e cerca di tenere nascosta questa notizia. Bisogna dire che ci riesce abbastanza bene, e anche tra i cosiddetti cattolici.

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Finché c’è qualcuno da amare

di Costanza Miriano

Uno dei drammi di quando si scrive un libro è che si smette di leggere, almeno se si hanno dei figli, una casa, un marito, e soprattutto un lavoro vero. La pila dei libri che mi sono arrivati, da amici o dalle case editrici che vorrebbero recensioni, è cresciuta vertiginosamente in questi mesi di scrittura. Appena ho potuto alzare la testa dal computer avrei dovuto, se fossi una persona capace di darsi delle regole, cominciare da quelli arretrati da più tempo, ma non ce l’ho fatta: la mia mano si è diretta irresistibilmente al libro di Susanna Bo, che ci aveva conquistati tutti con il suo primo, La buona battaglia. Il fatto è che gli altri sono tutti testi impegnativi e appassionanti, ma, in sintesi, senza manco un bacio. Invece questo Finché c’è qualcuno da amare prometteva bene dalla copertina: due che si abbracciano, lei affondata sotto la sua ascella, una cascata di capelli biondi che emerge da un poderoso abbraccio maschile. Forse dopo mesi di lavoro, mi posso concedere una storia romantica, mi sono detta. Continua a leggere “Finché c’è qualcuno da amare”

Gli appuntamenti speciali che Dio ci dà

di Costanza Miriano

Oggi alle 17.30 in molte parrocchie italiane si celebrerà un rosario. È per la conclusione del centenario di Fatima, ma sicuramente la voglia di organizzarsi in rete, in gruppi l’ha data anche la notizia del grande rosario collettivo polacco.

Non pensavo sarebbe mai stato necessario riflettere su questo, ma pare sia necessario. Allora, precisiamolo. Una preghiera non potrà mai essere contro nessuno. In un rosario, un rosario intero modello hard come fanno i polacchi, non la versione light degli italiani, si chiede per venti volte al Padre comune di perdonare noi come noi perdoniamo gli altri, si chiede per duecento volte alla Madre comune di pregare per noi che siamo peccatori, e non si dice di certo che i peccatori sono gli altri. Una preghiera, una supplica come questa, non può essere mai un atto di accusa.

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Chi è il fratello maggiore?

di Costanza Miriano

Qualche giorno fa un collega supercattolicone, di quelli che non si perdono un discorso del Papa e hanno le encicliche sul comodino e Introduzione al cristianesimo sotto il cuscino, ha detto a un amico convivente – non divorziato, convivente e basta – che in fondo se non se la sente perché dovrebbe sposarsi, che alla fine non conviene neanche fiscalmente, “tanto Papa Francesco con Amoris laetitia sta facendo molte aperture sulle convivenze”. Se la pensa così il collega superformato, cattolico, colto e catechizzato, possiamo esser certi, come ognuno di noi lo è, che l’uomo della strada ha già archiviato la pratica da tempo. “Il matrimonio non cambia molto le cose se c’è un sentimento sincero,la volontà di aiutarsi ed essersi fedeli”, questa purtroppo è la ricezione di Amoris Laetitia. Continua a leggere “Chi è il fratello maggiore?”

#stopgender: il “bus della libertà” scalda i motori

di Federico Cenci 

“I bambini sono maschi, le bambine sono femmine”. Un concetto che appare ovvio, pleonastico, ma non inutile da ribadire. In un tempo in cui nelle scuole vengono proposti corsi tesi a destrutturare l’identità sessuale, le polemiche possono attizzarsi anche per una frase di tal banale risma.

È per questo che gli attivisti italiani della piattaforma online CitizenGo stanno idealmente affilando le armi in vista dell’iniziativa che da sabato 23 settembre a sabato 30 li vedrà impegnati in un viaggio per l’Italia. Un grande pullman di linea, colore arancione con bordi bianchi, partirà da Roma per poi arrivare il giorno successivo a Firenze, il 25 sarà a Milano, il 26 a Brescia, il 27 a Bologna, il 28 a Bari, il 29 a Napoli e infine il 30 il ritorno a Roma, dove è prevista una manifestazione.

Sulla fiancata del grosso mezzo a quattro ruote – chiamato il Bus della Libertà – campeggerà a caratteri cubitali la scritta in questione, seguita da “La natura non si sceglie” e “#StopGender nelle scuole”. In questi giorni è stato pubblicizzato a Roma da una campagna d’affissione di manifesti con il provocatorio motto “basta violenza di genere” sui bambini. Continua a leggere “#stopgender: il “bus della libertà” scalda i motori”

La battaglia finale

di Costanza Miriano

Prima di conoscerlo l’ho citato tante volte, il cardinal Carlo Caffarra. Ripetevo quello che raccontava lui, di quando il Papa, Giovanni Paolo II, che lo teneva come suo più fidato consigliere sui temi della famiglia e dell’antropologia, lo interrogò e gli chiese quante volte al giorno leggesse il racconto della Genesi, il passaggio in cui si dice che Dio crea l’uomo a sua immagine, maschio e femmina. Diceva il Papa che proprio lì si nascondeva il segreto dell’uomo. Mi faceva un sacco ridere che il Papa interrogasse Caffarra, e che lui dovesse ammettere che non è che proprio lo stesse a leggere dalla mattina alla sera, quel passo. La cosa me lo faceva sentire più vicino. Poi ho avuto il privilegio di incontrarlo, e ho scoperto che, nonostante una cultura sterminata e una sapienza praticamente omnicomprensiva, vicino lo era davvero, uno di quegli uomini pieni di umanità e dotati di sofisticati strumenti radar, quelli che permettono a qualcuno di farti i raggi a vista (di solito ce li hanno alcune suore molto mistiche, alcune mamme, raramente gli uomini, e solo quelli che pregano molto). Infine qualche giorno fa ho avuto il privilegio di trascorrere un’ora con lui, e sebbene mi sia dimenticata i tre quarti delle cose che avrei voluto chiedergli sul tema maschio femmina, la domanda più importante sono riuscita a fargliela. Continua a leggere “La battaglia finale”

Cosa significa povertà in spirito?

di Card. Silvano Piovanelli

L’evangelista Luca dice (6,20): “Beati voi poveri (ptokòi), perché vostro è il regno di Dio”. Matteo (5, 3) precisa: “Beati i poveri in spirito, perché vostro è il regno dei cieli”. “Oi ptokòi to pneumati”: la frase grammaticalmente consta di un aggettivo (povero) e di un sostantivo al dativo di relazione (spirito).

In forza di tale costruzione le qualità espresse dall’aggettivo (in questo caso la povertà) risiedono nel sostantivo (nel cuore, nello spirito). Dunque sono possedute non semplicemente col desiderio, ma realmente. Non è perciò la povertà che “si spiritualizza”, ma è lo spirito, cioè l’uomo, la persona umana che si impoverisce, che cioè acquista lo stato, il comportamento, la convinzione di un povero ideale. Continua a leggere “Cosa significa povertà in spirito?”

Il metodo di Satana

di don Alessio Geretti

Ecco. Hanno tolto a un bambino prima la cura di mamma e papà, poi la possibilità di lottare in un tentativo di speranza, poi il respiro. Hanno dovuto trasferirlo in un hospice, perché ci sono strutture che condannano a morte ma che non vogliono eseguire poi la condanna; e poi bisogna che chi va eliminato senta di non essere più nell’ambiente che gli era – malgrado tutto – divenuto familiare, così deve anche patire la sensazione di estraneità di un mondo che gli sta dicendo “vattene”.

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I soliti vecchi inganni

di Costanza Miriano

L’altro giorno in edicola mi è caduto l’occhio sulla copertina dell’Espresso, che annunciava il ritorno dei maschi. La cosa ha acceso una scintilla, minuscola, di speranza in me, e andando contro i miei più radicati principi morali – non finanziare il gruppo editoriale – ne ho comprata una copia. Magari, mi sono detta, scriveranno che gli uomini hanno ricominciato a essere virili, a proteggere, sostenere e dare la vita per le donne, a fecondare il mondo, a generare figli, a prendersi responsabilità, a fare da muro che recinta e sostiene, a capire le paure e le ansie delle loro donne che sono rimaste incinte, ascoltarle e poi dire “no, questo figlio non lo ammazzeremo, ma ce ne prenderemo la responsabilità insieme, e lo cresceremo meglio che potremo”, come dovrebbe un vero uomo. Le speranze sembrano non morire neppure quando dalla copertina passo alla prima pagina dell’articolo. C’è un bicipite disegnato, e, in tempi di rammollimento generale, mi pare già qualcosa. Continua a leggere “I soliti vecchi inganni”

Il cattolico errante e la ricerca della liturgia perduta

di Aldo Maria Valli

Sto notando, tra i credenti, il diffondersi di un fenomeno nuovo. O, meglio, di una nuova figura. Lo chiamerei il «cattolico errante».

Si tratta di un bravo cattolico, un po’ di tutte le età e le condizioni sociali, che vaga di chiesa in chiesa, di parrocchia in parrocchia. Perché lo fa? Perché, stanco di liturgie sciatte e di chiese brutte, di preti iperattivi o apatici, di parrocchiani sovreccitati o depressi, cerca una chiesa che sia semplicemente normale, con un prete che sia semplicemente prete, una liturgia semplicemente dignitosa, un edificio semplicemente rispettoso del sacro, fedeli semplicemente beneducati.

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Card. Sgreccia: i 10 punti critici sul caso del piccolo Charlie Gard

di Elio Sgreccia Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita  

In queste ore drammatiche, assistiamo, dolenti ed impotenti, agli sviluppi ultimi e agli esiziali contorni che sta assumendo la vicenda del piccolo Charlie Gard, il neonato inglese di 10 mesi affetto da Sindrome dell’encefalomiopatia mitocondriale ad esordio infantile, il quale, sulla base di distinte statuizioni giudiziarie emesse da tre differenti Corti inglesi, di diverso grado, e da ultimo dalla stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dovrebbe essere accompagnato alla morte per mezzo del distacco dalla macchina che ne assicura la ventilazione meccanica e della contestuale interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiali, non prima di avergli procurato uno stato di sedazione profonda.
Nei differenti gradi di giudizio, le Corti inglesi hanno ribadito che il processo di decadimento generale delle condizioni cliniche di Charlie e, con esso, il deterioramento progressivo ed inarrestabile della funzionalità degli organi che presiedono alle funzioni vitali, primi tra tutti quelli respiratori, inducono a credere che qualsiasi decisione relativa ad ulteriori azioni che prolungassero simili condizioni di vita, sarebbe da giudicare illegittima, dacché non assunta nell’effettivo, migliore interesse del piccolo, ma piuttosto volta ad aumentare, nel tempo e nell’intensità, il dolore e le sofferenze dello stesso. Quello che più sorprende è che la stessa idea di sottoporre Charlie ad un protocollo sperimentale di terapie nucleosidiche che si sta mettendo a punto negli Stati Uniti, proposta a più riprese avanzata dai genitori, è stata considerata inattuabile, meglio ancora “futile”, dai consulenti medici interpellati dai giudici, a fronte dell’esigenza, questa sì impellente, di voler dare un’esecuzione immediata e definitiva ai dispositivi unanimi delle sentenze fin qui pronunciate.

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Servi inutili. Volontarie pro life sull’orlo di una crisi di nervi

Nigel Biggar e Peter Singer

di Anonimo

Ore 7.40, agenzia delle entrate. Fuori dall’edificio, tu e una palla di spine che rotola. Dentro, la fila. Però ce l’hai fatta, hai stirato le divise alle 5, hai evitato di litigare con tuo marito occasionalmente reincarnato in un bradipo, hai  portato i bambini a scuola prima che sorga il sole e arrivi la bidella, e sei li prima che apra, tu e solo altre 40 persone prima di te.

Devi registrare il contratto di comodato d’uso  per la sede del Cav. All’attivo, la settimana precedente, 2 ore nette di coda per sentirsi dire infine che manca un allegato e va tutto rifatto. Era la terza volta che si rinnovava quel contratto: quel cedolino non era mai stato richiesto. Ora sei li, di nuovo, in anticipo: hai tutto, delega, modulo, timbro, certificazioni, fotocopia e originale dei documenti, cedolino inutile, tutto. Non sei tranquilla però. E infatti stavolta non ti vogliono nemmeno dare il numeretto al desk dell’accoglienza: perché non hai pagato i 200 euro canonici.

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