Non voglio essere creativa, voglio essere obbediente

di Costanza Miriano

Sarà che alla giornata del Timone di Milano, sabato, devo parlare insieme al Cardinal Muller, che oltre a essere tedesco è stato anche Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede (interrogherà? Se prende volontari mando Giampaolo Barra o Vittorio Messori al posto mio, i secchioni di solito si sacrificano per il bene dei compagni), ma sono giorni che cerco qualcosa di intelligente da dire sul tema.

Il titolo della nostra conferenza sono le minoranze creative. Ma mentre riflettevo – anzi a esser precisa mentre correvo, che è il momento in cui i pensieri mi diventano più lucidi – ho realizzato che a esser creative oggi non sono le minoranze, bensì la maggioranza. Il contesto culturale in cui noi viviamo è appunto la creatività, o meglio la sua versione depotenziata, o cialtrona a ben vedere: tutto quello che ti viene in mente ha diritto di cittadinanza, tutto quello che senti devi esprimerlo, tutti i desideri che hai, per il solo fatto che li hai, hanno il diritto non dico di essere soddisfatti, ma almeno hanno dignità, solo perché tuoi desideri (Anche io vorrei essere una campionessa olimpionica di maratona, vincitrice del Nobel della letteratura e Dottore della Chiesa e anche una modella di Victoria’s Secret e la sceneggiatrice di The Marvelous Mrs. Maisel: invece sono una normale e se penso che è colpa del mondo ostile, è una patologia psichiatrica. Lo stesso se voglio avere un figlio e sono maschio, se voglio volare e non ho le ali, cioè se voglio sfondare con i miei desideri i limiti che la realtà mette).

Questo clima culturale in cui siamo immersi, questo brodo, che io chiamo la palude dell’inconscio ha radici culturali che hanno attecchito nel ‘700, e sono fiorite nel dopoguerra, ma insomma non vorrei spericolarmi in un terreno non mio. Fatto sta che le cose oggi stanno così: è il mondo della pubblicità della Vodafone, tutto intorno a te.

Questa postura nei confronti del mondo non poteva che toccare anche la Chiesa. Anche nella Chiesa mi sembra che si faccia fatica a obbedire, che molti vogliano piuttosto esprimere se stessi, che non farsi tramite della grazia di Dio. Più che tubi per incanalare la grazia a volte noi credenti ci facciamo tappi, e non facciamo entrare gli altri. Per esempio qualche mese fa a Verona sono andata a messa e il sacerdote ha detto al momento della consacrazione “Lo diede alle sorelle e ai fratelli e disse questo è il simbolo del mio corpo”. Sarebbe stato bello vedere quello che avrebbe fatto Muller, col suo metro e 90, a quel sacerdote…

Anche in molti altri casi mi sembra che le minoranze siano rimaste aderenti alla dottrina mentre la maggioranza del paese – e questo si sa – ma anche la maggioranza o piuttosto i vertici delle gerarchie ecclesiastiche sono stati “creativi”. Per esempio, prendiamo il caso della battaglia contro le unioni civili: rispetto a una legge che – oggettivamente e insindacabilmente – è contro la Verità della Chiesa sull’uomo e sulla donna, molti anche nelle gerarchie hanno preferito ascoltare la loro sensibilità piuttosto che il Magistero. Ci sono sacerdoti che dicono che il Catechismo induce le persone al suicidio: l’idea è che se il catechismo scontenta qualcuno, insomma, va cambiato.

Io invece non voglio essere creativa, voglio essere obbediente: a rendere creativa l’obbedienza è il fatto che pochi cercano di praticarla.

Prendiamo l’esperienza del nostro Monastero Wi-Fi che cercherò di raccontare sabato alla Giornata del Timone. E’ stata la cosa meno creativa possibile: preghiera del rosario, messa, adorazione del Santissimo, catechesi. Eppure davanti alle Basiliche c’era la fila, duemila persone e oltre, venute da tutta Italia. E non per un protagonista, tanto meno per me che non ho tenuto nessun discorso, ma per la gioia di essere nella Chiesa, modello basic davvero. Cioè quello che abbiamo ricevuto, senza fiocchi, abbellimenti, modifiche. La Chiesa deve ritrovare l’orgoglio di essere se stessa, della sua bellezza: l’umiltà dei singoli è fondamentale, ma ci vuole anche l’orgoglio di essere parte di un corpo che è la Sposa di Cristo. Immaculata ex maculatis. Se entro nel Duomo di Orvieto io oltre a sentirmi piccola e peccatrice, mi sento orgogliosa di essere parte di una grandezza che non mi appartiene, alla quale però partecipo.

Poi, certo, il rapporto con Cristo non è mai una questione di maggioranza, di appartenenza, di grandi numeri, di identità. Il rapporto con Cristo può essere solo personale, è unico, è viso a viso con una persona. E in questo senso questo momento particolare della storia della Chiesa secondo me è una grande opportunità: riappropriarci di questo rapporto con il Signore facendo ciascuno di noi un cammino individuale, una ricerca amorosa del suo volto, cercando vie, aprendo relazioni e rapporti, recintando spazi per l’incontro con lui. E poi cercare momenti di confronto con altri che fanno la stessa ricerca, per capire come metterci davanti alle domande che la realtà ci mette davanti. In questo anche i social sono preziosi. Per esempio io ammetto tranquillamente che le idee su molte questioni importanti me le sono chiarite confrontandomi con delle persone che stimo, a volte anche via facebook o mail… per esempio sulle unioni civili, sulla fecondazione assistita, sul fine vita tante volte ho precisato la mia posizione parlando con le amiche come Raffaella Frullone e Benedetta Frigerio.

E poi, non perché devo andare alla festa del Timone, volevo dire che il Timone su tante questioni mi ha aiutato ad avere la posizione giusta, con il suo amore fermo alla Chiesa e al Papa, e la sua chiarezza dottrinale. I dizionari pubblicati per esempio sono strumenti preziosissimi, anche l’ultimo uscito, il dizionario dei luoghi comuni redatto da Scandroglio. Un’arma di difesa infallibile contro il rimbambimento, un invito a usare l’intelligenza.

Lo stesso devo dire per alcuni libri pilastro come Ipotesi su Gesù, di Vittorio Messori, appena ripubblicato in edizione tascabile con la premessa del 1992 e una nuova introduzione (ce l’ho, ma me lo ha fregato mio marito, appena riesco glielo tolgo dal comodino): un corpo a corpo di un uomo colto e intelligente che alla fine del combattimento decide di abbracciare la fede proprio perché ha verificato come la ragione e la storia la confermano e la rendono più forte. Un libro oggi più necessario che nel 1976, quando in quel clima culturale doveva mostrare come la fede non fosse contro la ragione. Oggi invece serve a spiegare a tutti, anche ai non credenti, che la ragione va usata.

 

31 pensieri su “Non voglio essere creativa, voglio essere obbediente

  1. Roberto di Francia

    Gentile Costanza, spero che lei abbia segnalato al Vescovo di Verona l’insopportabile sacrilegio di quel prete, che ha reso invalida la Consacrazione.

  2. catherine

    grazie cara Costanza, mi piace sopratutto l’immagine del mare in tempesta e del faro, piccolo, ma saldo…

  3. Francesco Paolo Vatti

    Il primo pensiero che mi viene è che non credo che a Verona avrei fatto la Comunione, dato che credo che quella consacrazione non sia avvenuta: non erano le parole di Cristo ed è una frase che sarebbe andata benissimo in una celebrazione luterana, ma non in una cattolica.
    Temo uno scisma all’interno della Chiesa, ma forse sarebbe meglio che tanti ecclesiastici avessero il coraggio di lasciare la Chiesa cattolica e trasferirsi en bloc in una qualche chiesa protestante.
    Mi pare molto bello quello che scrive: la bellezza di quello che abbiamo e che stiamo sottovalutando e rischiando così di perdere. Io mi trovo tante volte male persino quando si introducono nella Messa simboli curiosi (per esempio, le varie cose che vengono portate all’Offertorio, che nulla c’entrano con la Messa): è così ricca di significato la nostra Messa che, forse, si dovrebbe fare un’apposita catechesi per chiarirla ai fedeli, oramai in cerca di sensazioni più che di seguire Cristo.
    Grazie per averci riportato alla bellezza della realtà!

    1. roberto

      Sono con te ,bisogna ritornare alla catechesi del latte,come diceva San paolo.Mai abbandonare la Santa Chiesa cattolica,anche se il papa dice cose bizzarre che sembrano andare contro la dottrina e la tradizione apostolica.

  4. vale

    l titolo della nostra conferenza sono le minoranze creative. Ma mentre riflettevo – anzi a esser precisa mentre correvo, che è il momento in cui i pensieri mi diventano più lucidi – ho realizzato che a esser creative oggi non sono le minoranze, bensì la maggioranza.

    Cari amici di Duc in altum, il cardinale Müller, parlando al giornale tedesco Die Tagespost, ha detto che i video dell’idolo pagano Pachamama, venerato nelle cerimonie durante il sinodo amazzonico di Roma, farà allontanare “centinaia di migliaia” di fedeli dalla Chiesa cattolica della regione amazzonica. L’intervista, ripresa da LifeSiteNews, è stata tradotta in italiano da Sabino Paciolla.

    A.M.V.

    ***

    L’ex responsabile della [Congregazione per la] dottrina vaticana ha avvertito che “centinaia di migliaia” di cattolici della regione amazzonica lasceranno la Chiesa a seguito dello scandalo nel vedere i video dell’idolo pagano “Pachamama” venerato nelle cerimonie durante il Sinodo amazzonico di Roma, recentemente conclusosi.

    “Tutta questa triste storia darà sostegno a molte sette aggressive e anticattoliche in Sud America e altrove che nelle loro polemiche sostengono che i cattolici sono adoratori idolatri e che il Papa a cui obbediscono è l’Anticristo”, ha detto Müller.

    “Centinaia di migliaia di cattolici nell’area amazzonica e ovunque siano stati visti i video di questo spettacolo romano, lasceranno la Chiesa per protesta”, ha continuato Müller.

    dal blog di aldo maria valli di oggi.

    forse che si riferisse a questa maggioranza( ? ) creativa?

    1. The_punisher_020

      La “creativita’ ” appartiene, casomai, a coloro che mistificano la realta’ dei fatti.
      Papa Francesco, non ha ammesso il culto della Pacha… (che?), ma ha semplicemente rispettato in toto la dignità, il culto e la cultura di una popolazione.
      Nessun uomo può ritenersi migliore di un altro: quegli indigeni con i loro costumi tribali, non sono né inferiori, né superiori a noi occidentali; il Pontefice, ben conscio che il Vangelo supera ogni culto, ha semplicemente riconosciuto la loro cultura che comprende anche un culto “deviato” ma che va accettato in quanto elemento essenziale e proprio di una parte dell’umanità .

      1. Maria Cristina

        Se tu avessi ragione ,Punisher,
        , perche’ mai nelle Chiesa cattoliche ci si inginocchia davanti al Santissimo e non , per esempio, alla statua di Buddha? Se il “ Vangelo supera ogni culto” come dici tu, perche’ celebriamo la Santa Messa e non un rito con balli e canti in onore della dea Kali? Se tutte le religioni e le culture sono UGUALI, perche’ abbiamo preti e vescovi e non ci affidiamo invece a sciamani e stregoni animisti?
        Quello che tu dici Punisher ,
        Se davvero , il Papa lo insegnasse sarebbe gravissimo: vorrebbe dire che tutti , TUTTI! , i mission ari del passato si sono sbagliati nell’ erigere chiese cattoliche nei terrritori di missione, nel celebrare Messe, nell’ insegnare ai bambini il Catechismo, nel battezzarli, invece di lasciarli tranquillamente alle loro culture! Sono stata in Africa e non ho mai visto i missionari lasciare adorare DENTRO,e chiese cattoliche i totem e i feticci dei culti locali. Questo non significa non rispettare gli indigeni, ma essere coerenti con la propria missione !
        Secondo te lasciare gli indios nel culto della Pachamama e intronizzare la Lachamama dentro la Chiesa di Santa Maria Transpobtina e’ un atto di evangelizzazione? O non e’ piuttosto un tradimento del mandato di Gesu’ agli apostoli: andate e battezzate tutte le genti nel nome del Padre Del Figliolo e e dello Spirito Santo?
        Quando Mose’ distrusse il Vitello d’ oro che gli ebrei avevano adorato al posto di Dio, manco’ loro di rispetto? Se questo fosse vero dovremmmo orendereBibbia e avangeli e distruggerli nel fuoco oerche’ ci hanno insegnato il contrario di quello che dici tu.

        1. The_Punisher_020

          @Maria Cristina

          Cerchiamo di comprenderci: non ho parlato di sincretismo e credo che neppure la Chiesa sia per il sincretismo, ma, al piu’, per un confronto oggettivo, forte della consapevolezza che il Vangelo supera in potenza qualsiasi altro culto esistente sulla terra.
          Proprio perche’ abbiamo questa certezza, non temiamo confronti:
          la nostra fede, basata nella resurrezione e ricerca della sapienza, ci permette di non distruggere “i vitelli d’oro” o le “pachamame”, e di rispettare ed accettare serenamente le altre culture con i relativi riti, rilanciando ma senza imporre la verita’ del Vangelo.
          Madre Teresa, comprese questo in tempi non sospetti: rispettando il culto di una terra ostile, senza colpo ferire, visse e dimostro’ la bellezza del Vangelo.
          Oggigiorno, l’evangelizzazione deve procedere in questa direzione: compenetrare le culture differenti, proponendo ma non imponendo la bellezza del Vangelo. E solo la Chiesa, sposa di Cristo, puo’ fare questo.

      2. roberto

        Noi cattolici da sempre non abbiamo mai considerato inferiori i popoli dell’Amazzonia o dell’Africa è proprio nel dna di noi cattolici.Forse il papa si voleva rivolgere alle altre fedi.Comunque ha creato molti equivoci e troppa furia e poca preparazione nell’indire il Sinodo sull’Amazzonia.

    2. Elisa

      Qualche settimana ero a un corso di aggiornamento, la relatrice sosteneva che la specie umana non è in grado di compiere atti creativi, dove per creativo si intende “far sorgere qualcosa dal nulla” ma solo inventare. Esempio: penso ad alieno con la proboscide come gli elefanti, rosso a pallini verdi e le orecchie da Cocker, non ho creato un alieno che non esisteva ma ho inventato un alieno mettendo insieme cose già note.
      Mi sono chiesta se il titolo di Cretore a questo punto spetti solo a Dio (con buona pace di tutti gli artisti, i pubblicitari e i grafici di questa terra), o anche noi ne siamo compartecipi dal momento che “facciamo un bambino”.

  5. onestamente anche io sono stanco ! voglio solo obbedire ….. alla Chiesa locale ed al Papa …. ed alla mia coscienza di cristiano dell’ultima ora….

    1. Marco 29

      Premesso che il titolo scelto per la conferenza (minoranze creative) è davvero brutto, oltre che incomprensibile, il contrario del verbo “creare” non è “obbedire” (viva Garibaldi!) ma, piuttosto, “distruggere”. Si può essere creativi e ubbidienti, si può essere ubbidienti e distruttivi (tipo i kamikaze islamici). Si può essere disubbidienti e conformisti.
      Difficilmente le maggioranze sanno essere creative: la creatività sta nel ricercare soluzioni impreviste. Per un cristiano solo Dio è “minoranza”, solo Dio è creativo (Egli è il Creatore). Solo l’amore crea (secondo l’espressione di don Rosini). Lasciamo che a creare sia Dio, noi limitiamoci… ad ubbidire? No, ad amare. Dio non mi vuole obbediente e non mi vuole sottomesso; almeno così io credo. Dio vorrebbe che io mi fidassi di lui, che io fossi capace di ascoltare la sua voce. Sia fatta dunque la sua volontà. Che la sua volontà possa diventare la mia! Ma Dio ama molto quelli che sono disobbedienti, quelli che si perdono, perché è più facile che si convertano. Per un fariseo, convertirsi, è quasi impossibile. Più facile per una cananea, più facile per il pubblicano Zaccheo, più facile per l’adultera. In sintesi: le maggioranze non sono mai creative, mentre le minoranze possono esserlo ma solo se si lasciano condurre dall’amore (di Dio). Dio ci vuole creativi, perché ci ha fatti a sua immagine, a sua somiglianza. Dio ci vuole minoranza, per lo stesso motivo.

  6. Io invece semplicemente non ho capito di cosa si dovrebbe parlare in un incontro che ha come titolo della conferenza “le minoranze creative”??

    Creative de che?

    1. Alessandro

      Ciao Bariom,

      penso che la locuzione “minoranza creativa” sia stata scelta perché vi ha dedicato riflessioni importanti Benedetto XVI.

      Vedi ad es. questa intervista (terza risposta):

      http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2009/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20090926_interview.html

      La prima, folgorante riflessione pubblica di Ratzinger sul futuro della Chiesa come minoranza creativa credo sia questa, del 1969:

      https://www.google.com/amp/s/it.aleteia.org/2016/11/28/ratzinger-predire-futuro-chiesa/amp/

        1. In realtà conoscevo questa bellissima riflessione di Ratzinger che mi trova perfettamente concorde, ma sinceramente non l’avevo mai identificata con una minoranza “creativa”.

          Se questo è ben venga, ma è “creatività” divina…

  7. Maria Cristina

    La cosa piu’ difficile e’ rinunciare al proprio Io, all’ Ego. Io, io , io …….dove c’ e’ l’ Io non c’ e’ posto per Dio. L’ IO e’ nemico Di Dio. Rinunciare all’ egoismo e’ la prima cosa per seguire Gesu’ : chi non rinnega se’ stesso………
    L’ obbedienza e’ uno dei voti monastici proprio perche’ col mezzo dell’ obbedienza si riesce a staccarsi dal proprio Ego. I racconti dei monaci , orientali ed occidentali, sono pieni di esempi di monaci ingiustamente puniti o redarguiti o umiliati dall’ abate eppure lieti nell’ obbedienza : avevano rinunciato all’ Io .
    Purtroppo oggi molti uomini di Chiesa invece coltivano uno smodata attaccamento al proprio Ego. Dal parroco che cambia le parole della Consacrazione, al prete che vuol fare il rivoluzionario cantando Bella Ciao alla Messa, al vescovo che chiede scusa pubblicamente ai divorziati risposati come se la dottrina della Chiesa sul matrimonio fosse ingiusta, al cardinale (Kasper) che fa della Teologia…..creativa.
    A tutti costoro si dovrebbe dire : meditate sulle parole di San Paolo , non sono piu’ IO che vivo ma Cristo che vive in me. Staccatevi dal vostro EGO per essere testimoni del Cristo. Non dovete fare propaganda a VOI STESSI ma alla Verita’ oggettiva.
    Non nobis Domine, non nobis , sed nomini tuo da gloriam

    1. Simonetta

      Cara Maria Cristina, hai sintetizzato al nocciolo il problema. In tutte le cose oggi è così. Un ego smisurato non ha bisogno di nessuno. Se disgraziatamente ti capita qualcosa che può essere causa del tuo atteggiamento, è sempre colpa del mondo. Un ego smisurato non ammette i suoi difetti e le sue colpe, tipico dell’uomo ‘creativo’ di oggi come lo intende Costanza. Siccome questa cosa fa bene a me, la faccio. Stabilisce lui cosa va bene e vanno bene tutte le cose, purché vadano bene a lui, poi che questa sua ‘creatività’ nel cercare di stare bene lo faccia finire male, non lo ammetterà mai, o forse lo farà se si converte dopo che ha toccato il fondo.
      Per Marco 29: caro Marco, hai detto bene, amare. La nostra ubbidienza a Dio non è fine a sé stessa in segno di sottomissione e ciao, come è nell’Islam. Abbiamo Dio Padre che ci ama al punto da aver dato suo Figlio per noi. La nostra ubbidienza (come è diventata spregiativa questa parola, forse dopo il ’68?) deriva dal fatto che se riconosco che Dio mi ama, Egli vuole il mio bene. La sua legge a cui dobbiamo ubbidire (o se preferisci dobbiamo seguire se vogliamo essere felici) è fatta per il nostro bene. Esattamente come un genitore quando ti dice NO. Poi è chiaro che Gesù è venuto per i malati, proprio perché come un Padre, Dio vuole che anche il figlio più scapestrato torni a Lui. Il fariseo è sempre un figlio che mette il suo Ego al centro. È l’estremo opposto del peccatore ‘ribelle’. È il peccatore che si crede ‘perfetto’ perché non vede i suoi peccati. E non si è fatto piccolo e umile per fare entrare Dio nel suo cuore, anche lui basta a sé stesso. È strana la nostra epoca di Ego smisurati che hanno sempre bisogno però di aggrapparsi a qualcosa: il coach che ti dice cosa fare per migliorare la tua vita (ma la guida spirituale dove è finita?), la donnina che ti insegna a liberarti delle cose futili e ti riordina la casa, il dietologo che ti propone la dieta miracolosa perché solo lui ha la verità. E tutti questi eghi smisurati diventano dei fanatici, senza ragione, perché seguono tante verità che fanno loro comodo in quel momento.
      La via, la verità e la vita che è Gesù, non era di moda 2000 anni fa e non lo sarà mai. Perché seguirla è difficile e occorre accantonare il proprio Ego.

    2. roberto

      La creatività legata all’obedienza.Pensi che un abate chieda ad un monaco di fare il falegname mentre per la sua creatività è portato a comporre e suonare musica?L’abate certamente avrà il discernimento di assecondare le inclinazioni naturali dei suoi monaci, poi per obbedienza gli farà spostare dei libri al piano superiore, pur avendo le mani delicate.

  8. roberto

    cosa fare nel concreto con questi preti che ora sono molti.Il maggior responsabile è il loro vescovo che tace o minimizza.Bisogna aiutarli ma come?Prima si sposavano o scappavano con una donna, oggi sono trasgressivi ed hanno il compagno.Il vescovo dovrebbe avere rapporti personali con questi preti ed invitarli a riflettere ed inviarli per un periodo di tempo a un ritiro spirituale per riconvertirli alla vera fede cattolica, perché questi preti non sono ne progressisti ne conservatori ma modernisti.

    1. Se un prete è “trasgressivo” (nel senso di?) e ha un “compagno” e non si converte, non è questione di progressista o modernista, è questione di non poter essere prete.

    2. Caterina

      Ieri in un Museo etnografico ho assistito ad una relazione da parte di un giovane prete che vive in Amazzonia con un gruppo di nativi ed ha partecipato al recente Sinodo come uditore. Ho saputo che il relatore era un prete da altri presenti perché non portava nessun segno che lo identificasse come tale. Per il resto parlava bene e sembrava sinceramente affezionato alle persone con cui viveva. Ho appreso che, essendo fortemente sconsigliato il proselitismo, a queste popolazioni non viene fatto alcun annuncio, né somministrato alcun sacramento a partire dal battesimo. Tuttavia i nativi si interrogano sulla presenza tra di loro di queste persone (preti e suore) che non si sposano e non hanno figli e come loro li fanno partecipi delle loro credenze ( argomento della conferenza) desidererebbero sapere in quali spiriti essi credono ma la consegna è di limitarsi al dialogo evidentemente a senso unico. A me che chiedevo al relatore che male potrebbe fare a queste persone parlare loro di Gesù Cristo, lui mi ha risposto che effettivamente gli è accaduto in vicinanza della Pasqua di parlare ad un gruppo di nativi di Gesù sotto forma di racconto e che a loro questo racconto è piaciuto tanto che glielo hanno fatto ripetere più volte. Dopo la conferenza mi veniva da pensare ai martiri coreani che si sono convertiti per aver ascoltato gli scritti tradotti da alcuni di loro di alcuni missionari che in tempi precedenti avevano visitato il paese e che per anni hanno conservato la fede prima che dei sacerdoti potessero raggiungerli e portare loro i sacramenti, per poi essere orribilmente martirizzati nel corso di una persecuzione anticristiana. I nativi amazzonici sono meno capaci e degni di convertirsi dei coreani anch’essi pagani?

    3. Caterina

      Ieri in un Museo etnografico ho assistito ad una relazione da parte di un giovane prete che vive in Amazzonia con un gruppo di nativi ed ha partecipato al recente Sinodo come uditore. Ho saputo che il relatore era un prete da altri presenti perché non portava nessun segno che lo identificasse come tale. Per il resto parlava bene e sembrava sinceramente affezionato alle persone con cui viveva. Ho appreso che, essendo fortemente sconsigliato il proselitismo, a queste popolazioni non viene fatto alcun annuncio, né somministrato alcun sacramento a partire dal battesimo. Tuttavia i nativi si interrogano sulla presenza tra di loro di queste persone (preti e suore) che non si sposano e non hanno figli e come loro li fanno partecipi delle loro credenze ( argomento della conferenza) desidererebbero sapere in quali spiriti essi credono ma la consegna è di limitarsi al dialogo evidentemente a senso unico. A me che chiedevo al relatore che male potrebbe fare a queste persone parlare loro di Gesù Cristo, lui mi ha risposto che effettivamente gli è accaduto in vicinanza della Pasqua di parlare ad un gruppo di nativi di Gesù sotto forma di racconto e che a loro questo racconto è piaciuto tanto che glielo hanno fatto ripetere più volte. Dopo la conferenza mi veniva da pensare ai martiri coreani che si sono convertiti per aver ascoltato gli scritti tradotti da alcuni di loro di alcuni missionari che in tempi precedenti avevano visitato il paese e che per anni hanno conservato la fede prima che dei sacerdoti potessero raggiungerli e portare loro i sacramenti, per poi essere orribilmente martirizzati nel corso di una persecuzione anticristiana. I nativi amazzonici sono meno capaci e degni di convertirsi dei coreani anch’essi pagani?

  9. Luthien

    Essere creativi è quasi un imperativo della nostra società: le professioni considerate migliori e più ‘ redditizie sono quelle creative ( persuasori occulti dell’opinione pubblica , influencer , inventori di applicazioni ), le città debbono attirare i creativi perché loro è il futuro.. Personalmente ho sviluppato un’allergia a questo aggettivo, come ad altre parole : performante, successo , diritto, profetico , inclusione .
    Oggi il vero anticonformismo è l’obbedienza .
    Noi cattolici Invochiamo lo Spirito santo e lo preghiamo come Spirito Creatore e nella misura cui Lo ascoltiamo , a nostra volta sub creiamo.
    Una grande giallista inglese , Dorothy Sayers ha esplorato l’analogia tra la creazione ad opera della Santissima Trinità e la subcreazione umana , specie letteraria : non tutti
    possiamo essere scrittori , ma tutti possiamo fare la nostra parte e alla fine della nostra vita potremo vedere se abbiamo recitato bene in questo teatro e agli occhi di chi giudica conta la qualità della recitazione , non il ruolo ricoperto,

    @Antonella , mi chiedo spesso perché molti siano diventati sacerdoti e perché molti missionari si siano fatti mandare in Amazzonia o presso popoli che non conoscono . almeno bene , Gesù e la sua Chiesa . Che senso ha andare in missione e non annunciare la lieta novella o sono convinti che Gesù non è Vita . Verità e Via

    Sono giunta perciò’ al conclusione che abbiano sbagliato vocazione : avrebbero dovuto fare gli assistenti sociali, i funzionari dell’ Onu o di qualche organizzazione non governativa , non gli uomini o le donne di Dio . D’ altra parte a ho sentito, la pubblicità della Cei per il sostentamento del clero : ” Sosteni i sacerdoti perché i donano al prossimo ”
    e Dio ? Del grande comandamento di IGesu si ricorda soltanto la seconda parte, ma si dimentica la prima ” : ” Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore , con tutta la tua anima , con tutto te stesso”. Quindi non c’è da stupirsi di nulla

  10. vale

    Essere creativi è quasi un imperativo della nostra società: le professioni considerate migliori e più ‘ redditizie sono quelle creative ( persuasori occulti dell’opinione pubblica , influencer , inventori di applicazioni .

    DA “LANUOVABUSSOLA” di oggi ( la chiesa tedesca in cammino verso il nulla):

    “Lo scopo del Sinodo ( tedesco.aperto l’1 dic. e che durerà 2 anni) è lo stesso processo sinodale.

    A che pro? Vi domanderete. La risposta si trova nella comprensione della “meccanica della rivoluzione”, per richiamare il celebre – e fondamentale – testo di Augustin Cochin. L’avvio di ogni rivoluzione, il primo passo necessario di ogni sovversione è molto semplice: iniziare a discutere su tutto, insinuare il dubbio su ciò che si concepisce come certo, sottolineare l’importanza del confronto, dell’apertura mentale su questioni che hanno già una risposta vera, sfumare i confini tra il bene e il male, il vero e il falso, il normale e l’anormale. Si capisce dunque che il processo è la vita della rivoluzione ed è l’essenza della concezione dialettica della realtà.”

    prosit

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