Oggi in classe ho detto Amore

di Emanuele Fant

Oggi in classe ho detto Amore, e tutti si sono zittiti, come se avessi esagerato, come se li stessi provocando con un termine inadatto alla mia posizione.

Ho pensato: “Io non sono proprio esperto di Sacre Scritture, ma l’unica cosa che non passerà, non era mica l’amore? E allora, com’è che la verità esiste, ma io non la posso pronunciare?”.

In treno ho messo in fila qualche riflessione:

  1. Ogni parola coniata per parlare del trascendete è nata per essere comprensibile in un certo tempo e in un preciso contesto sociale. Un ipotetico linguaggio perfetto e universale non potrebbe entrare nelle orecchie limitate degli esseri umani, immersi nella contingenza.
  2. Le parole che oggi usiamo per dire Dio sono ereditate e, quasi sempre, usurate; pure se alla loro origine erano buone. Per esempio, lodare Cristo come “re” risulta incomprensibile a un essere umano attuale, perché la monarchia richiama cieco assolutismo, o Emanuele Filiberto conduttore di Pechino Express. Diverso era qualche secolo fa.
  3. Chi ci ascolta da fuori (penso ai ragazzi, perché lavoro con loro), può scambiare il contenitore per il contenuto, ed attribuire ad un messaggio ancora perfettamente vitale, le colpe che invece dovrebbe scontare la forma esausta dei termini con cui lo vorremmo riferire.   Anche una parola di un certo lignaggio come “amore”, vampirizzata da decenni di San Remo e di cartelloni negli oratori, può risultare stridente e inattuale.
  4. L’usura irrimediabile di tutti i termini che dicevano qualcosa di immortale, è la vera emergenza che dobbiamo affrontare, più dell’Amazzonia, più dell’obesità, più della fame.

Fare piazza pulita del linguaggio stantio è il dovere di chi crede che davvero esista un Discorso in grado di varcare le epoche. Chi non è sicuro, si protegge con parole morte e rassicuranti.  Sapendo bene di tradire.

 

Superata la stazione di Bovisa, ho steso sul mio taccuino un piano per il futuro.

Per rinnovare il linguaggio è necessario:

  1. Tornare al nucleo della Proposta e capirne intimamente il significato vitale, spogliandola con coraggio di tutti i termini che di recente l’hanno definita e ora non sanno più parlare.
  2. Inventare a briglia sciolta, senza sensi di colpa, un frasario nuovo e luccicante, che accenda di nuovo l’intuizione, evitando con accuratezza ogni parola che circoscrive ereditata passivamente dalla tradizione, che maldispone.

Ai collezionisti e ai glossatori, dico che se una persona ha un tumore, si asporta l’arto malato, di certo con dispiacere; ma in nome della salvezza del tutto, il sacrificio si può accettare. Il corpo è l’intramontabile messaggio cristiano. L’arto che era buono, ma adesso ha un grave male, è il linguaggio usurato da secoli di catechesi e di prontuari per l’anima. La prova che il tumore si sta prendendo il corpo sono i miei alunni quando smettono di ascoltarmi se pronuncio le parole “fede”, “vita eterna”, “comunione” (figuriamoci peccato, contrizione, sacralità).

Non è colpa loro! Non possono scontare con una vita senza Verità, il nostro rifiuto di accompagnare all’uscita termini con la barba e il bastone, che una volta splendevano di senso, e che il tempo ha ridotto a larve senza seduzione.

I ragazzi meritano un linguaggio coraggioso, mai immaginato, all’altezza della loro potente percezione. Per ridire, con l’urto necessario, quella insopprimibile Verità, tanto grande da far scoppiare le parole.

 

20 pensieri su “Oggi in classe ho detto Amore

  1. Paolo

    Sono d’accordo. Il linguaggio è com un vivente: nasce, cresce, invecchia, boccheggia, muore.

  2. marco

    Se il suo articolo non è uno scherzo, sono molto interessato a conoscere i sinonimi luccicanti che troverà per le parole “fede”, “vita eterna”, “comunione”, “peccato”, “contrizione”, “sacralità”.
    Sinonimi, cioè parole dallo stesso significato, perché il significato è ancora quello vero? O no?

    1. Claudia

      God bless you. Hai preso un compito difficilissimo. Come farai a sostituire parole con radici antiche che portano il carico di millenni di fede? Le parole sono importanti. Come i nomi. Solo Dio può cambiarli. Come Abramo e Sara, Giacobbe e Israele, Simone e Pietro, Saulo e Paolo. Sono cambiati perché la loro missione e diventata promessa. Tutte le volte che Abramo e Sarà si salutano, praticamente si rammentano la promessa di Dio. Come farai a trovare parole dense come Eucarestia o Sacramento? Comunque hai ragione che non ci ascoltano se le usiamo così senza farci qualcosa di speciale.
      Io vivo in America e sono diventata cattolica in inglese. Ti do mando due pensieri. Magari possono essere utili.
      Poi fammi sapere che ci tengo.
      1)quando prego in inglese percepisco intuizioni diverse da quando prego in italiano. Che è più raro. Tra l’altro. So più preghiere in inglese. Sorry. Ogni lingua trasporta un significato parziale dellintero rappresentato dal concetto espresso. Un po’ come se uno vedesse solo un lato della statua intera. E se facessi imparare ai ragazzi delle preghiere in inglese o delle frasi importanti e poi meditaste insieme sulla differente sensazione che si prova? Banale esempio: se dico “i love you” come mi sento? Diverso da “ti amo”. Io lo sento molto diverso.
      Provare per credere.
      2) e se gli proponessi un viaggio nella etimologia e nella storia di quei termini che sono datati e stantii? E tu gliela raccontassi su un po’ con delle belle storie da ricordare? Un po’ come fa Nembrini con Dante. E chi non è interessato alla divina commedia se gli dicono che è la storia di uno che si innamora di una ragazza e va all’inferno per ritrovarla. Ed e lei che lo salva. Fantastico. Ogni parola ha una storia nella terminologia della chiesa.
      Magari non è quello che ti serve. Comunque io ci ho provato e prego per te, perché capisco che non è facile interessarli. E capisco il tuo Travaglio. Non preoccuparti e insisti a chiedere, che Dio non vede l’ora di trovarti una soluzione.
      Un’alternativa radicale. Ultima perché non riguarda direttamente il linguaggio ma tutto l’approccio alla relazione coi ragazzi.
      Qui in USA si fanno dei summer camp di Healing Ministry. Dove i ragazzi imparano che hanno ricevuto i doni dello spirito santo al battesimo e che sta a loro usarli. Ed e un comando che Gesù da a tutti i discepoli di andare e portare la buona novella e guarire i malati, risuscitare i morti, fare profezie etc. E li si aiuta a pregare uno per l’altro. Ecco, nell’azione ritrovano il significato delle parole e allora non vedono l’ora di leggere la Bibbia e ricordarsela. Non vedono l’ora di sapere a memoria le parole difficili e importanti che racchiudono il segreto della Verità.
      Soprattutto quando qualcuno dei loro amici e guarito mentre pregavano con lui.
      Guarda Damascus.net.
      Per adulti c’è tra gli altri encounterministry.org dove io ho trovato la fede e la salute.

  3. vale

    il capoverso 2 per rinnovare il linguaggio mi pare sia già stato usato dal conc.vat.II in poi.
    non pare che abbia dato i frutti attesi.almeno a mio parere.

    sul significato di certi termini,forse,e dico forse, sarebbe meglio ( ? ) riscoprire il significato preciso del termine. continuare a cambiare il significato delle parole mi pare un esercizio neoorwelliano e rincorrere le mode.

    poi certamente si può modificare qualcosa o anche tanto. ma, per es. la parola “verità” adesso è diventata sinonimo di “opinione” di chiunque.

    1. Mcarolina Canepa

      Come ti capisco! Insegno anch’io. È proprio vero che alcune parole sembrano siano usurate, inflazionate, banalizzate, ma non é facile sostituirle mantenendo la stessa ricchezza semantica!!

  4. Maria Chiara

    Grazie Professore!
    1. Perché l’articolo riflette su ciò che troppo spesso diamo per scontato, l’importanza assoluta delle parole , la Verità che esse contengono e che ad oggi però suonano a vuoto, per non dire che a volte possono diventare addirittura impronunziabili!
    2. Perché è confortante sapere che ci sono insegnanti come lei che si fermano per scrivere riflessioni intime , che partono dalle reazioni dei propri studenti. Non essere rimasto indifferente e addirittura aver sentito il bisogno di scrivere in merito alla loro risposta , non è affatto scontato.
    Grazie

    1. Francesco

      ….un altro convinto che cambiando le parole scritte dai Santi e dai Martiri con le sue nuove e geniali riuscirà a creare la Fede dal nulla….

      Si accomodi in quinta fila con il suo sacchetto di parole, la chiameremo fra qualche decennio, prima ci sono tutti quelli seduti in prima, seconda, terza, quarta fila con i loro sacchi e sacconi di parole nuove appena sfornate dalle loro menti geniali…..

      1. Thelonious

        @Francesco (e @Beppe)
        con franchezza e sincerità, non avete capito nulla (ma proprio nulla) di quello che ha scritto Emanuele.
        Cordialità.

  5. MARIA

    Mi scusi se mi permetto, ma, secondo me, sono il concetto di fede, peccato, pentimento, vita eterna che i ragazzi ritengono senza significato, non le parole che li esprimono: credendo che la scienza e il cammino del pensiero umano abbiano dimostrato inequivocabilmente che Dio non esiste, non vogliono sentire parole collegate a Lui.
    Penso che più che inventare parole nuove si debba piuttosto cercare di mostrare loro come l’ esperienza della fede, del peccato e del pentimento siano attinenti alla loro vita, siano esperienze che già fanno o aneliti presenti nei loro cuori. Non parole nuove, ma esempi nuovi, nuove letture dell’esperienza comune.
    .La ringrazio comunque del suo stimolo alla riflessione, oggi più che mai necessaria.
    Forse stiamo dicendo la stessa cosa, seppur con parole diverse.

    1. Beppe

      @Maria
      perfettamente d’accordo.
      Non è il linguaggio ad essere arcaico.
      E’ il contenuto che è arcaico.
      Non nel senso che è diventato insignificante, ma che è la società stessa in cui viviamo che è insignificante.
      Mi viene in mente quando DiCaprio ha attualizzato il Romeo e Giulietta di Shakespeare.
      E’ venuta fuori una operetta talmente leggera da essere priva di significato.
      Come fai a parlare di Amore verginale ed eterno a delle ragazze che la danno via come mangime per piccioni?
      Utile, invece, leggere il testo originario, facendo capire alle ragazze che cosa è il mangime per piccioni.

    2. Simonetta

      Sono d’accordo. Le parole restano parole. I concetti vanno spiegati, come pure l’etimologia della parola. Con cosa si vuol sostituire la parola ‘peccato’? Con ‘fragilità’? E ‘fede’? Con ‘fiducia’? ‘Abbandono’? Spieghiamo cosa significa ‘peccato’. Non credo che tutti lo sappiano. Le parole sono le stesse, ma a forza di dirle dando per scontato il loro significato, si sono svuotate. È un po’ come l’ipocrisia della lingua nel definire certe cose in modo meno offensivo. Un cieco è un ‘non vedente’. Ma la sostanza non cambia, cieco è. Perché la parola ‘cieco’ è offensiva? Perché ti sbatte sul muso la verità? E ‘peccato’ è una brutta parola? ‘fede’ è roba da vecchiette?

  6. Uhm… grazie per lo spunto di riflessione ma non siamo pienamente d’accordo. Il problema non è il linguaggio ma il travisamento dei termini. Un buon evangelizzatore, a nostro parere, non modifica i termini ma li spiega, li riconduce al significato originale e vero, magari utilizzando anche dei sinonimi. Facciamo un esempio? Prendiamo il termine “peccato”. C’è poco da inventarsi un nuovo linguaggio. Il termine è più che consono a spiegare un errore. Se proprio volessimo farlo cogliere a degli adolescenti potremmo enunciarlo come esclamazione “peccato!”. Questa esclamazione può forse essere più vicina ad un giovane d’oggi ed indica, al tempo stesso il significato del termine: occasione persa.
    Lasceremmo a chi rincorre la modernità i problemi sugli aggettivi da accostare a cattolico, disquisizioni fini a se stesse, per tornare alla radice dell’essere veri evangelizzatori. La Verità (bel termine no?) ci farà liberi

  7. Beppe

    Emanuele,
    I ragazzi hanno una “potente percezione, che si deve esprimere attraverso un linguaggio moderno” … ma se vivono tra cumuli di immondizie, di quale percezione stai parlando?
    Stai trattando l’Amore come se fosse un fondo di magazzino.
    – perché, parliamoci chiaro, è proprio così che lo percepiscono i Milanesi moderni, non è affatto una questione di linguaggio –
    Un qualcosa di invenduto, fuori moda, che la gente non vuole più.
    Quindi il problema è : come facciamo a piazzare sto fondo di magazzino fregando i clienti?
    Non potendo cambiare il prodotto, dobbiamo inventare un nuovo “linguaggio pubblicitario” che ne permetta il piazzamento sul mercato.
    Doppiando la stazione della Bovisa … ti è venuta in mente una “trovata geniale” a cui hanno pensato almeno un milione di persone prima di te : i preti operai, le suore canterine, la religione come succursale del reparto di psicologia o come ruota di scorta delle politiche per la lotta al disadattamento sociale; da “Uccelli di Rovo” a “Don Matteo”.
    Abbiamo picchiato la testa contro questo muro almeno un miliardo di volte.
    Il punto è che questa strategia, come le cover delle canzoni o i remake al cinema, non ha mai funzionato.
    Non puoi vendere le poesie di Leopardi facendole rappizzare da Fedez, perché i tuoi studenti “moderni”, essendo stati castrati dei denti, possono solo sorbire l’omogenizzato dei neonati.
    Questa ricerca di un linguaggio moderno misura il disadattamento dell’antico, o misura l’inesistenza della cultura moderna?
    Pensaci bene, ciò che potresti scoprire non ti piacerebbe.
    Monicelli sosteneva che “L’armata Brancaleone” fosse un modo moderno di far capire ai suoi contemporanei la rozzezza del Medioevo : oggi si salva solo perché è un ottima farsa.
    E’ questa la fine che vuoi fare?

  8. FABRIZIO GRASSONE

    Amo la Tradizione e anche le sue parole e i suoi gesti sacrali.
    Ma hai perfettamente ragione.
    Non è con un nuovo linguaggio che si tradisce Cristo, la Chiesa, la Tradizione, bensì con una testimonianza sbagliata, non rettamente cattolica. Cristiana.

  9. FABRIZIO GRASSONE

    Un buon esempio di testimonianza rettamente Cristiana, ma attualizzata nei modi e nelle parole viene, per esempio, dalla Comunità Nuovi Orizzonti, fondata dalla fantastica Chiara Amirante.
    Una Madre Teresa dei tempi moderni a mio avviso.

    1. Gianfranco

      Stiamo molto attenti a cambisre per essere capiti. Forse è più faticoso ma crrtamente più opportuno spiegare il significato piuttosto che cambiare le parole

    2. The_punisher_020

      Non esageriamo con certi paragoni. Madre Teresa, per il suo coraggio, schiettezza (memorabile la sua presa di posizione contro l’industria dell’aborto), venne addirittura definita dall’allora segretario dell’ONU, Perez de Cuellar, come il personaggio piu’ eminente del pianeta e, differentemente da Chiara Mirante, fiuto’ la truffa di Medjugorie e mai volle andarci, benche’ le avessero fatto ponti d’oro…😁

  10. È il tempo di tornare a dare la parola ai poeti ed ai bambini.
    Per troppo tempo il linguaggio è stato appannaggio di adulti che hanno preteso di insegnare i nomi prima che sia avvenuta l’esperienza. Senza esperienza le parole sono svuotate di senso.
    Per troppo tempo si è usata la parola amore senza amore. Per questo ai ragazzi suona strana e insensata.
    Se le parole hanno il compito di dare nome alle esperienze, preoccupiamoci di amare e poi di insegnare la parola amore.

  11. Pingback: Il linguaggio per comunicare la fede deve cambiare. Coraggio!

I commenti sono chiusi.