Oggi in classe ho detto Amore

di Emanuele Fant

Oggi in classe ho detto Amore, e tutti si sono zittiti, come se avessi esagerato, come se li stessi provocando con un termine inadatto alla mia posizione.

Ho pensato: “Io non sono proprio esperto di Sacre Scritture, ma l’unica cosa che non passerà, non era mica l’amore? E allora, com’è che la verità esiste, ma io non la posso pronunciare?”.

In treno ho messo in fila qualche riflessione:

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Le parole per risorgere

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“Ma come si fa ad aggrapparsi a Gesù che risorge da morte, in modo da poter salire con lui, e non essere travolti nella rovina del mondo?

Gesù ci risponde: prima di tutto, pentitevi, cioè, riconoscete i vostri torti e decidete di cambiare. Chiamate i vostri vizi col loro nome e non mascherateli agli occhi vostri e degli altri indicandoli con le parole della virtù.

Se siete pigri, non chiamatevi prudenti; dite: io sono pigro e devo cambiare. Continua a leggere “Le parole per risorgere”

Taubira nel paese di Sennaar

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di Andrea Piccolo

Per un poco è sembrato che la Cattolicissima Spagna riuscisse a dare il passo nel cammino di emancipazione delle coscienze.

Ma la Francia non ci sta: portabandiera che ha mostrato all’Europa la via per la Repubblica, dopo aver fatto scuola quanto a democrazia ora vuole lasciare tutti con un palmo di naso nella corsa verso l’idiocrazia.

Così, legittimati i matrimoni gay per far pari coi vicini Iberici, adesso si adopera per mostrare che le decisioni importanti richiedono una coerenza cristallina, tutta d’un pezzo, poco importa se si tratti di un pezzo d’asino: maschio e femmina non sono più requisito necessario per una famiglia con prole?

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E se invece….

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di Maria Elena Rosati   trentamenouno

E’ vero, in questi giorni prolungati di assenza, mi sono guardata molto intorno, e mi sono riempita le orecchie di alcune parole particolarmente ricorrenti di questo periodo, legate ai fatti di cronaca delle ultime settimane: vita, morte, vittoria, risurrezione, umiltà, esperienza, viaggio, tributo, ricordo, dolore, rabbia, vergogna, noia, immortalità. E ho avuto l’ennesima conferma che in questa fase di crisi e di smarrimento generale, le nostre cronache ruotano intorno a storie di disperazione e morte.

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L’ultima parola

di Maria Elena Rosati   trentamenouno

Ci ho messo un po’ più del solito a scrivere questo post, per una serie di motivi che vado ad elencare: 1) il tempo passa sempre più in fretta di quello che pensiamo – o almeno di quello che penso io – 2) certi temi ti folgorano all’inizio, ma vanno lasciati maturare con calma, perché magari il pensiero c’è, ma la sua formulazione in forma di post tarda ad arrivare 3) proverbiale pigrizia dell’autrice, su cui lavora benissimo il Nemico e su cui glisso con eleganza. Continua a leggere “L’ultima parola”

Abbiamo bisogno delle parole

di Paolo Pugni

Oggi per i giornali non c’è emergenza che non sia drammatica, non c’è nevicata che non sia emergenza, non c’è caldo(o freddo) che non sia ondata, e ondata che non sia tragica, non c’è pioggia che non sia torrenziale, né sole che non sia a picco.

Il gelo è sempre una morsa e assedia (generalmente tutto: l’Italia, l’Europa, New York…), le città sempre impreparate, per non parlare di governo, autorità (ovviamente sempre competente, ma viene il dubbio che sia piuttosto incompetente) e protezione civile. Continua a leggere “Abbiamo bisogno delle parole”