di Costanza Miriano
Uno dei drammi di quando si scrive un libro è che si smette di leggere, almeno se si hanno dei figli, una casa, un marito, e soprattutto un lavoro vero. La pila dei libri che mi sono arrivati, da amici o dalle case editrici che vorrebbero recensioni, è cresciuta vertiginosamente in questi mesi di scrittura. Appena ho potuto alzare la testa dal computer avrei dovuto, se fossi una persona capace di darsi delle regole, cominciare da quelli arretrati da più tempo, ma non ce l’ho fatta: la mia mano si è diretta irresistibilmente al libro di Susanna Bo, che ci aveva conquistati tutti con il suo primo, La buona battaglia. Il fatto è che gli altri sono tutti testi impegnativi e appassionanti, ma, in sintesi, senza manco un bacio. Invece questo Finché c’è qualcuno da amare prometteva bene dalla copertina: due che si abbracciano, lei affondata sotto la sua ascella, una cascata di capelli biondi che emerge da un poderoso abbraccio maschile. Forse dopo mesi di lavoro, mi posso concedere una storia romantica, mi sono detta.
Ecco, niente. Manco per sogno. Quella che racconta Susanna è una bellissima storia d’amore, amore vero, quindi un corpo a corpo con la propria storia, con la libertà, con la propria fragilità. Ma romanticismo, diciamo la verità, niente, almeno se si fa propria, come io faccio mia, la definizione di don Fabio Rosini, per come mi è stata riportata: il romanticismo è per le donne un po’ quello che è la pornografia per gli uomini. Quindi il contrario dell’amore. Il romanticismo è fatto di emotività pura, ormoni, batticuore, e c’è il gusto della conquista, le tattiche di seduzione, l’applicazione di regolette come “in amor vince chi fugge”, tecniche di provocazione di gelosia e robetta simile. L’amore è tutta un’altra cosa, e ha a che fare con il coraggio di mettersi a nudo l’anima, di far vedere la propria fragilità e povertà, ha a che fare con la decisione di consegnarsi a un altro senza paracadute (e senza i guanti, direbbero i Mienmiuaif con la loro Canzone Vintage).
È di questo che è intrecciata la storia di Sara e Davide, che poi sono Susanna, l’autrice, e Gianni, il secondo marito (chi ha letto La buona battaglia sa che il primo è morto molto giovane, lasciando due bambine piccolissime, una storia di cui non posso dirvi niente perché chi non lo ha letto deve correre procurarselo). I connotati sono modificati per proteggere la riservatezza della nuova famiglia, che nel frattempo si è allargata, le due bambine hanno tre fratellini nuovi di zecca, e, immagino, per lasciare margini di creatività e libertà all’autrice. Ma nonostante lo stile da romanzo, questa storia profuma di Verità, profuma di Dio, un Padre buono che fa capolino sempre, ogni tanto anche chiaramente, tra le righe. Chi altri potrebbe essere, se non lui, capace di portare alla felicità due suoi figli prediletti tanto provati dalla sofferenza? Sara infatti, proprio come Susanna, ha perso un marito, Davide una fidanzata, e poi anche una seconda, non proprio morta, ma insomma dovete leggere. Eppure vale la pena, vale la pena sempre vivere, finché c’è qualcuno da amare.
Ma porca miseria, penserà qualcuno, questa donna è proprio una figlia prediletta, se ha incontrato due uomini così meravigliosi. È vero, uno è morto, ma c’è da dire che tante di noi non ne incontrano neanche uno, di uomo vero nella vita, figuriamoci due. Poi però ti viene da chiederti: sarà fortunata, questa donna così amata? O forse ha capito qualcosa che tanti di noi faticano a comprendere davvero, non con la testa ma con tutta l’adesione del proprio essere? Io credo che Susanna abbia capito il segreto profondo e nascostissimo dell’amore. E cioè che l’amore non è un sentimento tra due persone, ma una potenza che viene da una relazione a tre: la donna, l’uomo, e Dio, l’unico autorizzato a dirci “non avere paura”, l’unico che può davvero dire per sempre. E anche se lei sostiene di scrivere solo per avere la scusa per stare seduta, io credo invece che scriva perché Qualcuno l’ha mandata a noi, per essere segno di un amore più grande, per insegnarcelo, per ricordarci che non bisogna mai chiudersi, per ricordarci che quando amiamo siamo belle, e che abbiamo bisogno di qualcuno che se ne accorga, ma anche che se ci sono anni in cui magari nessuno ci fa caso, probabilmente è solo perché quel qualcuno Dio lo sta preparando per noi, e ancora non lo abbiamo incontrato. Io spero che Susanna stia ancora seduta molto, molto a lungo, e ci racconti altre storie belle come questa.
Che fortuna, sono tra i primi a intervenire… forse perché Susi la conosco almeno un po’… forse perché con chi ora ci protegge e prega anche per me, su dal Cielo, ho condiviso esperienze di Vita Eterna (compresi pace e mal di schiena negli stuoini delle Giornate della Gioventù) e mi ha abbracciato l’ultima volta, ormai fragilissimo, quando aveva saputo che mi ero appena fidanzato, e iniziava anche per me (e per la mia futura consorte) quella “buona battaglia” che aspettava noi …
Susi, sono invidioso come una bestia per la tua bravura. Dato che anche a me piace scrivere ma non sono bravo altrettanto. Ma sono stra felice per te e per voi. Un abbraccio
vado subito a a procurarmi entrambi i libri
L’ha ribloggato su Andrea Pucci.
Evviva! Finalmente è uscito! Ci sarà bisogno di tanti fazzoletti anche stavolta?
“il romanticismo è per le donne un po’ quello che è la pornografia per gli uomini”
Questa fa giurisprudenza, come la Cassazione del tempo che fu 😛
Ciao.
Luigi
“ma c’è da dire che tante di noi non ne incontrano neanche uno, di uomo vero nella vita”
paro paro si può dir delle donne; quelle autenticamente cattoliche sono rarissime come gemme e, se ci sono, son già fidanzate oppure nascoste chissà dove.
Bello ripararsi in un racconto, tratto da una storia vera per carità, ma la realtà cattolica di questi tempi ed in certi luoghi, di incontro e relazione, è molto arida.
Per esperienza personale posso dire di aver incontrato molte piu donne autenticamente cattoliche rispetto agli uomini. Per inciso vorrei sapere chi é che mette il bollino di autenticita’ alle donne (e agli uomini) cattolici. Il vescovo della diocesi? Il confessore? Il mai troppo compianto giudice Santi Licheri di Forum? Oppure é appannaggio solo del Boss?
Per terminate con I luoghi comuni l’erba del vicino é sempre piu verde, per cui ecco che le cattoliche ‘vere’ hanno gia’ il fidanzato mentre le altre evidentemente non degne di assurgere a questo onore rimangono zitelle buone solo per il Rosario delle vecchiette (magari!) ma d’altronde se non sei autentica chetelodicoaffa’.
Magari invece di fare la gara a chi tra I due sessi é piu sfortunato potresti guardare con occhi diversi le ‘rimastone’ che non sono ai tuoi occhi meno lucenti delle gemme fidanzate con i tuoi amici (Nono comandamento anyone?)
Firmato una che provando a sollevare l’argomento proprio nei commenti di questo blog é stata bastonata sonoramente e apostrofata ragazzotta da un commentatore abituale che si ritiene evidentemente in diritto di mancare di rispetto a sconosciuti su internet.
No Martina, tu non hai mai provato a sollevare l’argomento.
Quello che fai, invece, è postare periodicamente uno sfogo stizzito e sterile.
Sfogo che non cambia di una virgola la tua situazione, anzi, ma che immagino possa permetterti di crogiolarti nell’idea che il mondo non ti capisce, gli uomini sono tutti farabutti e così via.
Quanto al mancare di rispetto, dovresti ricordare come poche settimane fa definisti “golden girl” una commentatrice che aveva semplicemente raccontato la sua esperienza di vita; commentatrice che ti rispose pure con gentilezza, senza ricevere un minimo cenno di scuse da parte tua.
Non contenta, ti sei ripetuta con F. che, nelle tue stesse condizioni, ha semplicemente osservato che le ragazze cattoliche sono molto rare, e quelle poche già fidanzate (non è vero, ma evidentemente anche per lui è consolante costruirsi un universo immaginario che permetta di non vedere le proprie mancanze).
Senza dir nulla, però, che meritasse il tuo accenno al IX Comandamento.
Osservo, a margine, che se gli uomini sono davvero come li descrivi tu, invece di rabbuiarti dovresti ringraziare Dio di non averci nulla a che fare!
Ma ovviamente il tuo problema non sono gli uomini.
Il tuo problema è dentro di te.
Finché non avrai fatto ordine nel tuo animo, non servirà a nulla recriminare, incattivita contro l’universo mondo. Anzi, ciò peggiorerà solo le cose.
Detto in altro modo: se tu sei la prima a non amarti, Martina, non puoi stupirti che gli altri si adeguino…
Ciao.
Luigi
Temo che Luigi si andato molto vicino al vero…
Per il resto anch’io (scusate se lo ripeto per l’ennesima volta) sono una dei “fortunati”, amato immeritatamente per ben due volte, da due splendide spose.
“Splendide” perché le migliori per me e per il mio cammino di conversione.
E dato che la fortuna NON esiste e che non credo di essermi meritato nulla, posso solo dire che la condizione favorevole sia stata una sola: dopo aver anche combattuto e cercato di costruirmi un futuro famigliare con le mie forze, essermi abbandonato completamente alla Sua Volontà, perché Dio potesse operare sino a scegliere Lui la Sposa adatta a me.
E la questione non è quanto grande sia il mare e se i pesci siano tanto o pochi… è invece dopo aver magari faticato una intera notte, “gettare la rete” – contro ogni logica o esperienza – dove Lui indicherà.
(Spero perdonerete l’accostamento pesci-rete/ricerca-moglie-marito… il senso non è così banale).
La Bibbia riporta diversi meravigliosi incontri sponsali, preparati da Dio (a dire il vero da Adamo ed Eva), ma tendiamo a credere siano solo “raccontini”.
La vita è piena di testimonianze di Fratelli e Sorelle nella Fede che il Signore ha fatto incontrare nei modi più incredibili per fare dei due “una carne sola”, ma tendiamo a dire “che c…”, perché loro si è io NO! (vale ovviamente anche per tutte le scelte che si sono dimostrate “sbagliate” – o abbiamo creduto siano tali…).
Varrebbe la pena di scendere nel profondo di noi stessi (in colloquio con Dio) per cercare la risposta, invece di prendercela con il mondo e – naturalmente – con il Padreterno.
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@Martina: il mio commento è un sunto della mia esperienza, di ciò che vivo, vedo, sento. Non conoscendo la mia, ma nemmeno la tua storia, sono facili le incomprensioni.
L’aggettivo che è ho utilizzato forse è forte, forse no, ma per inciso intendo semplicemente una persona che vive la Fede nel quotidiano (non un credo qualsiasi o di moda). Ho indicato la donna, perché è dove punta il mio interesse.
Scusate, F e Martina, perché non vi sposate? 🙂 Lo sapete che due che commentavano qui sono già sposati da un pezzo?
Ci sarei anche io da sistemare….. se hai tempo !
Sicuramente Lei, sig.ra Costanza, come donna e donna “di mondo” (in senso buono, s’intende!), conosce le dinamiche familiari meglio di me e può quindi, con maggior coraggio, dar consigli alle coppie presenti e future.
Io, purtroppo, vedendomi d’intorno coppie separate o divorziate “a iosa”, ho un po’ paura a dar consigli a coppie di sposi o fidanzati, perchè in caso di fallimento del connubio (ipotesi non remota) potrebbero dirimi che era meglio se non mi intromettevo
Un sacerdote o uno psicologo, di solito vengono interpellati dagli interessati, e poi, è loro compito istituzionale dar consigli agli coniugi in essere o a venire.
Ma un privato, se non conosce bene le dinamiche familiari del mondo attuale (e penso che Lei, sig.ra Costanza, ne sappia più di me), fa bene ad asternersi dal consigliare alcunchè.
Del resto un vecchio proverbio (proveniente da un’epoca “non sospetta”) recitava: “fra moglie e marito, non mettere il dito”.
Scusa exdcp,
ma qui non è questione di essere “donna (o uomo) di mondo”, prete o psicologo, né di dare “buoni consigli” come fa il mondo…
Qui è questione di CREDERE o NON credere che Cristo oltre che Centro della Storia e dell’Universo è anche Centro di ogni relazione e in particolare della relazione all’interno della coppia Marito e Moglie.
La coppia è in crisi? Tornate a Cristo, o scoprite Cristo nel Sacramento del Matrimonio (se a questo siete chiamati)!
Che altro vorresti consigliare, soprattutto oggi come oggi? Terapia di gruppo? O altro per rinfocolare la “passione”?
Se non te la senti di consigliare nulla da “privato” (??), o sei ingannato dal deleterio senso del cosiddetto “rispetto umano” o proprio della Signoria di Cristo in questo, come in altro caso, non sei molto convinto…
Consigliare a chiunque di tornare a Cristo, è una cosa che un cristiano deve fare sempre e non sbaglia mai.
No, io mi riferivo ad un “consiglio pratico” di vita da darsi ad un coppia in essere o a venire (fate questo, fate quello, sposatevi ora, è o non è la persona che fa per te, ecc ), ebbene, a meno che non si tratti di invitare a non commettere un evidente peccato, ma di qualcosa di più incerto, (“zona grigia”) forse è opportuno astenersi dal dare consigli a mogli, mariti e futuri tali.
Cioè, nun te ‘mpiccia, so’ grane: mooolto democristiano.
mi sembra d’aver posto qualche distinguo al puro e semplice “nun te ‘mpiccia”………………,
Dipende da cosa si intende per “fate questo” o “fate quello”.
Certo “sposatevi ora” o “non è la persona che fa per te”, non è cosa che si dice alla prima coppia che si incontra…
Ma non è detto che in assoluto non si possa dire.
A meno che dal Vangelo o dalla dottrina della Chiesa non emerga chiaramente il tipo di consiglio da dare ad una coppia (per cui il cristiano non fa altro che riferire ciò che dice, in modo evidente, il vangelo o la Chiesa) dare consigli NON richiesti può essere controproducente. Si rischia di far più male che bene.
Già stiamo slittando sul consiglio NON richiesto, che in generale è anche il consiglio comprensibilmente NON ascoltato… (distinzione che non era stata fatta all’inizio del discorso).
Per il resto “consiglio” può anche essere testimonianza come anche semplice “invito” o correzione fraterna (non quindi il già supposto “fai questo” o “fai quello”).
Su tutto si abbia ovviamente DISCERNIMENTO che viene dallo Spirito Santo, senza pretendere di parlare per conto dello Spirito, ma neppure tacere per timore, quando magari dello Spirito possiamo essere strumenti.
Certo la versione del “chi non fa non falla” e “chi tace non sbaglia”, può essere una strategia, ma passare a giustificarla con un “…a meno che dal Vangelo o dalla dottrina della Chiesa non emerga chiaramente il tipo di consiglio da dare ad una coppia”, mi pare un poco peregrino.
Non mi risulta la Chiesa (o il Vangelo) si sia mai occupata di redigere un prontuario dei “buoni consigli” per chicchessia.
Proverbi e Siracide apprezzano il consiglio ed invitano ad ascoltarlo (qualcuno dovrà pure pronunziarlo… Va da sè che si presuppone una saggezza riconosciuta in chi parla).
Proverbi 12,15
Lo stolto giudica diritta la sua condotta,
il saggio, invece, ascolta il consiglio.
Proverbi 19,20
Ascolta il consiglio e accetta la correzione,
per essere saggio in avvenire.
Siracide 21,13
La scienza del saggio cresce come una piena;
il suo consiglio è come una sorgente di vita.
Siracide 40,25
Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma ancora di più si apprezza un consiglio.
Paolo poi non disdegna “consigliare”:
1Corinzi 7,25
Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia.
2Corinzi 8,10
E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall’anno passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla.
Detto ciò, il mio “consiglio” è di passare ad altro 😉
s. Paolo, magari, un po’ di titolo per parlare ce l’aveva……………
La Chiesa e il Vangelo certamente non contengono un prontuario di buoni consigli (io l’avrei gradito però un prontuario…….), ma se dalla lettura del Vangelo (e delle altri parti della Scrittura) o da qualche importanto documento dottrinale è dato evincere chiaramente un insegnamento, applicabile, in effetti, ad un determinato frangente, il consiglio si dà bene, perchè il DISCERNIMENTO è implicito.
Ma negli altri casi come faccio io a sapere se ce l’ho il discernimento e lo Spirito Santo mi sta assistendo? E se mi sbagliassi? E se invece di far del bene, faccio un danno? L’ho visto succedere, sai…………..anche a gente animata da buone intenzioni.
Comunque, tutto ciò mi conferma in quello che ho sempre detto: essere cristiani (e sopratutto cattolici) non è sempllice: c’è da impegnarsi, c’è da lavorare (e tanto!).
“Ma negli altri casi come faccio io a sapere se ce l’ho il discernimento e lo Spirito Santo mi sta assistendo? E se mi sbagliassi? E se invece di far del bene, faccio un danno? ” Mah! É tutto li il problema e la risposta sta nella risposta… L’alternativa come si è detto, nel timore, non muover foglia con illusione di NON far danni. Ma che ne sappiamo se l’aver taciuto a causato un grave danno?? Come vedi non se ne esce, tranne avere un chiaro Discernimento sempre, ma anche sapendo leggere i fatti i segni del momento che talvolta sono rivelatori.
Salve Costanza!! Sino a non molti anni or sono esisteva L’ANELLO D’ORO un’agenzia matrimoniale che opera in volontariato e con criteri profondamente cattolici…la sede è a Milano ma il metodo la porta a lavorare in tutta Italia…chissà che questa informazione non possa tornar utile a qualcheduno. Saluti, Guendalina
Beh leggere Bo è stato bello , il primo dico… appena esce il nuovo di Costanza li ordino insieme e ci aggiungo (per farmi del male) cardinale Sarah.
Tutto vero e condivisibile. Post e commenti.
Ma l’amore “romantico”, inteso come l’amore che sa vivere di attese di sogni e di progetti, che sa rinunciare al “tutto e subito”, quest’amore sembra essere del tutto scomparso in quel, come s’usa dire, “immaginario collettivo” che lo ha ridotto a relitto ottocentesco. Espulso dai libri, rigettato dal cinema, estraneo alla musica pop contemporanea…
E pensare che appena nel 1964 una sedicenne Gigliola Cinquetti vinceva a Sanremo (contro colossi come Villa, Mina Paoli e Modugno – addirittura trionfando all’Eurovision Song Contest) con un testo che diceva molto semplicemente:
Lascia ch’io viva un amore romantico / Nell’attesa che venga quel giorno…
Pochi anno dopo, avemmo il ’68 e la devastazione morale di una sessualità sibaritica dalla quale, come società, non siamo più rifioriti.
@spinola
infatti nel 1966 si ascoltava “perdono” della caselli …
Come dici tu Costanza….devo leggerlo…grazie.
Bene, la mezzanotte è passata, il nuovo giorno inizia…
!BUON COMPLEANNO COSTANZA!
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Ah è il compleanno? Mi associo anch’io: tanti auguri!
Anche da parte mia, auguri per il Suo 41° compleanno.
Buon compleanno Costanza …
Domenica e Felice
auguri
Auguri Costanza!! Grazie per quello che scrivi!! E grazie ancora per questa bellissima recensione!!
Auguri
Auguri anche da parte mia! Che Dio ti conservi a lungo, perchè viviamo ahimè tempi difficili che necessitano di persone coraggiose come te!
Sinceri auguri Costanza !
Grazie mille per questo tuo blog e per gli spunti di riflessione (e di conseguente azione) che ci proponi.
Felice giornata a te e ai tuoi cari.
Auguriiiiiiiii! Per i tuoi splendidi 30 anni. Ne dimostri qualcuno di più ma solo un paio… Smack! 😀
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Tanti auguri!!!