La salute non dipende solo dal numero di contagiati da questo virus

Le mani d’un malato e di un’infermiera – Reuters

di Davide Checchi

Sono un medico specializzando in Malattie Infettive, lavoro con il Covid da più di un anno.
Ho sentito la necessità e il dovere di scrivere, per l’esperienza maturata quest’anno, in relazione alle gravi decisioni che si sono prese in queste ore in merito alla gestione della pandemia.

Decisioni che potevano essere anche comprensibili a marzo/aprile dell’anno scorso, quando ancora non conoscevamo il virus, non sapevamo come trattare l’infezione grave (basta solo pensare ai cortisonici) né avevamo un sistema sanitario già “collaudato” alla risalita dei contagi, non conoscevamo bene la modalità di trasmissione dell’infezione né si era organizzati per limitarla nelle strutture sanitarie o più in generale nella popolazione, a partire dalle mascherine che mancavano. Misure che però, allo stato attuale, appaiono non solo inadeguate, ma anche più dannose della malattia stessa. Anche perché la salute non dipende solo (come a volte si ha l’impressione leggendo i giornali) dal numero di contagiati da questo virus!

Si badi, non ho mai avuto alcuna intenzione di negare la gravità della situazione, neanche quest’estate, quando non ho condiviso il “lassismo” generale e ho continuato a rispettare  le norme di prudenza. Così come ho sempre sostenuto la necessità di fare reali controlli, dando multe per le strade o per i negozi a chi si assembra e si incontra senza utilizzare mascherina (e sarebbe molto meglio, piuttosto che penalizzare tutti gli esercizi indiscriminatamente). È irragionevole l’imprudenza e la faciloneria di chi pensa che il Covid sia, nonostante tutto, una banale influenza (e non lo è affatto), o di chi vive con la presunzione che non sarà toccato (lui personalmente o i propri vicini, familiari o amici) dalla gravità di questa malattia.

Ma anche la paura è irragionevole, la paura che i media cercano di istillarci ogni giorno, così come è irragionevole la decisione di tornare ad un lockdown generale, un’ingerenza dello Stato sulla vita di ciascuno di noi, assolutamente non degna di un paese che vuole dirsi democratico, lesiva della nostra libertà. Ed è sulla paura che il governo sta cercando di esercitare il proprio controllo,

Invece è sulla conoscenza del virus maturata in quest’anno, e sull’educazione che è necessario diffondere, che possiamo convivere (e non sopravvivere) con la pandemia, limitando i contagi in modo che tutti gli ammalati possano avere un’assistenza sanitaria adeguata. Basterebbe pochissimo, davvero. Ce ne siamo accorti quest’anno nella nostra vita quotidiana in ospedale, comprensiva anche di momenti conviviali che non ci siamo mai negati, senza contagiarci: con mascherina chirurgica indossata da tutti (soprattutto quando si tossisce), e mantenendosi a relativa distanza, si riduce drasticamente il contagio. Anche la trasmissione da contatto, tanto temuta, è nella pratica molto difficile che si verifichi.

Vorrei poter spiegare a tutti che la fatica di indossare una mascherina chirurgica è in realtà garanzia per la nostra libertà, per continuare a vivere le nostre relazioni e attività, con pochissime limitazioni; non solo, è un gesto di carità verso chi ci è vicino, verso i nostri familiari e amici, per proteggerli da un’infezione che può essere realmente terribile. Chi non vuole avere la pazienza di indossarla non è un coraggioso spavaldo (anche perché, questo ormai penso si sia capito, la mascherina chirurgica non protegge chi la indossa); ma è una persona che sta dimostrando poca attenzione verso l’altro. E’ quindi responsabilità di noi tutti accettare di adeguare il nostro comportamento a quanto ci richiede, in questo momento di pandemia, la realtà.

Ma invece di educarci a convivere con il virus, con programmi che spieghino nel dettaglio come comportarsi, o anche a suon di multe per chi non rispetta mascherina e distanza, il governo preferisce chiudere tutti in casa, mettendo come priorità unica la riduzione dei contagi. Riduzione che come abbiamo già verificato è comunque solo temporanea, perché come spesso accade il proibizionismo genera la reazione opposta. Le persone comuni, invece di comprendere l’importanza di certi comportamenti di prudenza, iniziano a non rispettarli nel loro privato, semplicemente perché stufe ed esasperate dalle limitazioni che hanno dovuto subire.

Non solo la chiusura in casa, stiamo accettando diverse decisioni a dir poco disumane. Disumane perché l’uomo è intrinsecamente RELAZIONE!

Pensiamo a come stiamo accettando che venga negata ai malati la visita dei parenti! Così può succedere che una moglie non possa vedere il marito per mesi, e vederselo consegnare dentro una bara sigillata senza mai averlo rivisto. Per paura di ritorsioni medico-legali preferiamo lasciare i malati in completa solitudine per settimane, e morire da soli, senza aver mai salutato, se non a volte tramite uno schermo, i propri cari; tradendo così lo scopo primario della medicina, che è il sollievo della sofferenza. E pensare che anche in questo caso non è così difficile disegnare dei “protocolli” per garantire questo servizio assistenziale fondamentale…

Oppure, sotto gli occhi di tutti, pensiamo a quale danno stiamo provocando nelle fasce più giovani della popolazione. Proprio nel momento della crescita in cui siamo chiamati ad aprirci alla scoperta della realtà e della sua bellezza, e a socializzare con l’altro, costringiamo i bimbi e gli adolescenti a chiudersi in casa davanti ad uno schermo. Sono convinto che se non fossimo già tutti più o meno dipendenti dal mondo di internet, non avremmo mai accettato questo. E così vediamo giovanissimi con modificazioni comportamentali, depressione sempre più frequente e tendenza all’autoisolamento (i famosi “hikikomori”), per non dire di peggio. Forse che questo disastro sociale e psichico può essere considerato meno grave del Covid stesso? Perché, invece di demonizzare i giovani e chiudere le scuole, non sfruttarle per educare e poter spiegare ai nostri giovani il perché siano così importanti certe misure? A maggior ragione se evidentemente non è il momento della lezione in classe a rappresentare un problema per i contagi, ma il prima e il dopo.

Così anche per tante attività economiche che vengono chiuse indiscriminatamente, condannando molte famiglie alla povertà. Perché chiudere i luoghi della cultura, come musei, cinema e teatri, se sono assolutamente fruibili in tutta sicurezza, adottando certe norme? Perché invece di chiudere tutte le ristorazioni, non multare solo quelle che non rispettano certi standard di sicurezza? Lo stesso Sistema Sanitario Nazionale, già a dura prova e carente di risorse, non potrà reggersi a lungo, se non supportato dall’economia del Paese.

Non è un bene chiudersi in casa. Imporlo non è da governo che ha a cuore la salute, l’educazione e la crescita del paese. Rimane invece sempre importante far rispettare certe norme di prudenza che certamente contengono il contagio, permettendo così di continuare a vivere, in modo diverso, le nostre relazioni e attività.

Relazioni e attività che sono fondamentali per la nostra salute, e per il bene comune!

Dr. Davide Checchi

63 pensieri su “La salute non dipende solo dal numero di contagiati da questo virus

  1. Maria Luisa Tancredi

    Grande doc! Condivido in pieno anche perché la “Relazione” è per mia esperienza una cura insostituibile per qualsiasi malattia fisica e non.

  2. Stefano Cesarini

    GRAZIEEEEEEE GRAZIEEEEEE GRAZIEEEEE SOTTOSCRIVO OGNI PUNTO, OGNI VIRGOLA, OGNI SPAZIO DI QUESTO ARTICOLO. COSTANZA GRAZIE.GRAZIE ANCHE AL DOTTORE. BENEDETTI DAL SIGNORE.

  3. Articolo pacato e con molte indicazioni utili e condivisibili
    Non tocca però un punto ad esempio sull’ uso delle mascherine: anche queste purtroppo ostacolano la relazione e soprattutto in certi soggetti non si può non constatare la problematica psicologica da essa generata.
    Sono d’accordo ovviamente sul tema della protezione reciproca e il rispetto ma non dimentichiamo che la distanza, la mancanza del volto ie del tocco nterferiscono e molto

    1. Danilo

      La validità dell’ uso delle mascherine è tutto da dimostrare.
      La normativa dice di coprirsi naso e bocca.
      Le attuali mascherine non seguono nessuna normativa : in alcuni avvisi si dice di indossare anche delle sciarpe.
      Sapete quanti morti per covid ci sono stati ieri in Svezia ( Paese che ha trattato i suoi abitanti da cittadini e non sudditi) dove hanno sin da subito vissuto senza restrizioni alla libertà o imposizioni di mascherine ? 0 e la media degli ultimi dieci giorni non supera i 10 morti al giorno.

  4. Doriana

    Quanto bene fa al cuore leggere le parole di un medico che vive in pieno la sua vocazione.!
    Grazie infinite di esistere e di averci aiutato ad aprire gli occhi su una realtà a volte incomprensibile. Siamo un popolo sfiancato che ha bisogno di uomini responsabili come questo meraviglioso medico.
    Grazie Costanza di questa opportunità
    Doriana Bagni

    1. Renato

      Che dire, è certamente un’analisi molto realista. Peccato che purtroppo lasci il tempo che trova visto il bombardamento praticamente unanime dei mass media. Vorrei solo aggiungere, se non basta altro, le norme (ancora più stringenti) delle nostre curie vescovili: solo s. Messe e niente altro.

  5. giovi

    Grazie dottore, grazie Costanza ! Conosco parecchi medici che la pensano esattamente come lei, medici preparati e d’esperienza, che però non riescono ad essere così netti in pubblico, come lo sono in privato. Ci vuole coraggio! E’ più facile, per i medici, come per noi persone comuni, non esporsi troppo: anche nella comunità cristiana si fa presto ad essere tacciati di egoismo, di mancanza di solidarietà, non rispondendo poi, MAI, nel merito di considerazioni simili a quelle sopra esposte. Anzi, si tira fuori , per chiudere il discorso, che la nostra speranza è in Gesù: verissimo, ma , in questo caso, che c’entra???????

  6. quasi tutto giusto …. a parte l’incongruenza fra mascherina e distanza …. o…o…. quello che non sopporto di questa storia è il comportamento dei media …. giocano al terrore … sicuramente i giornalisti hanno avuto una infanzia difficile …..

    1. Donatella Baruffaldi

      Come non essere d’accordo con tutto quello che ha scritto….peccato che l’ indisciplina italica, i comportamenti sbruffoni di molti giovani e anziani, i brontolamenti contro il governo di turno meriterebbero maggiori controlli! Giusto ! 60 milioni di italiani meriterebbero però 60 milioni di controllori ! I mezzi di comunicazione continuano a proporci le modalità per vivere al meglio questa guerra, ma quanti di noi lo fanno con responsabilità personale e civile? Di conseguenza voi cosa proponete? Come pensate di convincere i ribelli di ogni età a seguire le regole che ci porterebbero almeno ai margini di questo disastro sociale, sanitario ed economico? E il prof Draghi è stato chiamato principalmente per gestire la situazione economica e la gestione logistica sanitaria…al posto di quei dilettanti allo sbaraglio che c’erano prima!

  7. Maraudinese

    Condivido tutto quanto detto dal dottor Checchi, ma credo che sarebbe importante e indispensabile fare arrivare queste considerazioni al premier Draghi, che forse sente solo e sempre la stessa versione terroristica…o no?

  8. zezzag

    Ma la malattia da covid è incurabile e la sola difesa è il vaccino? Perché il/i governi non hanno spintosulle cure da somministrare ai primi sintomi? Perché di questononsi parla?

  9. Giovanna Rispoli

    Grande, condivido in pieno.
    Il governo ha completamente perso il contatto con la realtà, e vive con l’unica paura di poter essere ritenuto responsabile per insufficienze e carenze delle strutture sanitarie .

  10. Ubaldo

    Sono d’accordo ma manca un punto importante: non si devono dimenticare le cure esistenti e provate, che evitano l’ospedalizzazione e curano i pazienti a casa. Il protocollo “ tachipirina e vigile attesa” non serve ( come ha già stabilito anche il TAR del Lazio), mentre gli antinfiammatori ( aspirina, ibuprofene, etc), l’azitromicina, l’eparina, etc secondo un protocollo adottato ormai da diversi medici, bloccano la malattia nelle fasi iniziali e ne impediscono l’aggravamento.

    1. Roberta

      Anche per me, però con l’aggiunta di forti antibiotici per prevenire polmoniti batteriche aggiuntive … anche in ospedale. E tanto ossigeno! Ma

      1. mentelibera065

        Non esiste un protocollo, quello che riferisce Ubaldo è una bozza mai diventata reale, che ripeteva le indicazioni di Marzo scorso. Nel frattempo si sono consolidate delle pratiche che hanno dato buoni risultati, ma che ovviamente non possono essere considerate la soluzione, visto che una certa percentuale di persone continua a dover essere ricoverata ed una piccola ma consistente parte muore.
        Passare però l’idea , come ha fatto Ubaldo, che se “gli antinfiammatori ( aspirina, ibuprofene, etc), l’azitromicina, l’eparina, etc secondo un protocollo adottato ormai da diversi medici, bloccano la malattia nelle fasi iniziali e ne impediscono l’aggravamento” è totalmente sbagliato. Se infatti ci fosse un sistema certo per limitare i danni del covid, e i medici di base non lo adottassero, saremmo di fronte ad un genocidio intenzionale. Bisogna rendersi conto delle conseguenze logiche di quello che si afferma , prima di affermarlo.
        Credo che quello che sostiene il dott. Checchi sia di buon senso, ma non tenga conto della realtà consolidata da mesi di pandemia, e cioè che da una parte lo stato (ed i governi) non sono in grado di fare un vero e proprio controllo sul territorio per costringere in qualche modo le persone a comportamenti non rischiosi, e dall’altra parte, passato il lockdown della primavera scorsa, una buona parte di italiani ha limitato/abolito molte delle norme di buona convivenza, che prevenivano il contagio. Di fronte a tutto questo c’è poco da invocare il rispetto delle regole, se sono contravvenute da milioni di persone e producono situazioni dove vanno per forza inasprite perchè siano efficaci. locali strapieni di persone con la mascherina abbassata per un’ora mentre bevono una birra (invece di abbassarla solo per bene) sono all’ordine del giorno in tutta italia.
        Pertanto tutta la seconda parte dell’intervento del Dott. Checchi è una perfetta opinione, che credo sia condivisa dal 90% della popolazione (vorrei sapere chi mette in dubbio che questa situazione stia traumatizzando la popolazione in vari modi, oltre a quello economico).
        Non condivido però affatto che non vi siano informazioni o programmi informativi. C’è una repulsione ormai della popolazione circa le informazioni sul Covid, e lo vediamo bene dalle nosre strade e dai nostri bar , dove anche persone di buon senso fanno azioni oggettivamente pericolose senza più badarci.
        E’ facile dire “invece di fare questo andrebbe fatto questo”. E’ come dire che se c’è una pezzo di autostrada che sta per crollare andrebbe aggiustata senza interrompere il traffico.
        L’azione educativa è quanto di più complicato esista da mettere in campo e mantenere per lungo tempo, e sicuramente si poteva fare di più. Ma tutti noi conosciamo persone che non solo negano l’esistenza o la pericolosità del virus e l’efficacia dei vaccini, ma ti impongono anche in qualche modo il loro modo di vivere “pericolosamente”, come se il loro eventuale contagio fosse una cosa privata e non un pericolo anche per gli altri. Se a questo si uniscono gli sbadati ed altre categorie del genere, si arriva ad un numero di persone che fatalmente costituisce un costante pericolo per tutti . Come educare chi non vuole essere educato ? Ci sono nazioni che lo fanno con la forza, ed altre che si appellano al buon senso della maggior parte della popolazione che …inevitabilmente…non sempre è sufficiente.

        1. Elli

          Non sono d accordo con lei… Ci sarebbe una terapia adeguata da seguire come già riportato da diversi commenti, magari non funziona per tutte ma certamente per la maggior parte! Mio padre medico in pensione ha curato diverse persone e ne sono uscite tutte, persino una signora di 90 anni, erano chiaramente malati lasciati a sé stessi… Quindi ripeto, una terapia c’è ma no in effetti non si segue o non si vuole seguire. Saluti

        2. Francesco Paolo Vatti

          MenteLibera65 penso che si sarebbe dovuto più informare che cercare di terrorizzare, perché non si riesce a mantenere il terrore per un tempo tanto lungo. E si sarebbe dovuto responsabilizzare la gente, senza colpevolizzare il pubblico anche per qualcosa che era stato sbagliato dall’alto. Instaurare un regime di terrore, basato su notizie date con un alto tasso emotivo è stato sbagliato e rischia ora di portare al naufragio della campagna vaccinale perché l’emotività va in tutte le direzioni.

          1. mentelibera065

            Guardi io condivido TOTALMENTE l’intervento del dott. Marco Calgaro, qui sotto.
            Ogni altra interpretazione di quello che ho scritto, diversa dal senso generale di quello che ha scritto Calgaro, è fallace, o eventualmente dovuta alla mia incapacità di descrivere correttamente il mio pensiero.
            Per quanto riguarda il c.d. terrorismo mediatico non c’è nessuno in grado di fare una informazione realmente equilibrata, perchè vede bene come ogni parola venga interpretata in modo diverso da chi la legge, esaltando o ignorando quello che fa comodo esaltare o ignorare.
            Ci sono persone che ogni giorno convivono senza rendersene conto con i più diffusi rischi della vita moderna, affidando la propria vita al pilota dell’aereo o all’operaio egiziano che ne ha fatto la manutenzione, ingerendo medicine come l’OKI o la tachipirina che hanno liste di controindicazioni al cui confronto i vaccini sono acqua minerale, o utilizzando automobili che sfrecciano a 200 all’ora ed i cui freni sono stati progettati e costruiti da esseri umani e vendute da società capitalistiche che ci guadagnano. Eppure gli aerei cadono ogni tanto, e le auto si rompono ogni tanto. Non dubitano di tutte queste cose quotidiane (perchè le usano senza rendersi conto) ma dubitano dei vaccini e delle indicazioni delle autorità sanitarie.
            Queste persone non riescono a convivere in modo cosciente e responsabile con questi rischi e pertanto li rimuovono, abolendoli o pretendendo di vivere in una società che non li sottoponga ad alcun rischio, neanche lontano.
            Si tratta di forme di pensiero, che estremizzate sono vere e proprie patologie, dove non si riesce a convivere con la precarietà e la inevitabile caducità della vita umana, e si vive di certezze, positive o negative.
            E’ un pensiero tutt’altro che cristiano, perchè il Signore ci insegna proprio che la precarietà in questo mondo è la nostra sorte, e ci dobbiamo convivere insieme alla speranza. Si tratta di equilibrare rischi e benefici ed avere fiducia in quelle eccellenze mediche che ci hanno portato ad innalzare l’età media ed a vivere fino a quasi i 90, dove per secoli si moriva sotto i 50. In altre parole si tratta di avere fiducia nell’unico modo in cui Dio si mostra a noi, e cioè attraverso gli altri.
            Per tutto il resto, come dicevo, aderisco totalmente a quanto scritto dal dott Calgaro qui sotto.

            1. Francesco Paolo Vatti

              Mi scusi per la cattiva interpretazione del suo pensiero. Grazie per la precisazione.

        3. Alda

          Costanza…. Il tuo blog è diventato un covo di covidioti, che non hanno ancora capito che a nessun governo interessa la salute dei cittadini ma solo fare gli interessi propri e di un manipolo di manigoldi ricchi solo dello sterco del diavolo!!!

          Alla larga🤢🤢🤢

    2. Giovanna

      Condivido. La tempestivita’ della cura ( con tutte le medicine del caso: antibiotici, antivirali, cortisone ecc a casa e’ considerata essenziale , almeno qui in Russia) e pare che lo sia davvero poiche’ qui c’e’ stato un solo lockdown di 2 mesi a aprile maggio anno scorso, la seconda ondata senza lockdown ora e’ gia’ scemata nonostante si viva una vita quasi ’ normale ( solo mascherine e distanziamento in teatri e cinema).

  11. Carmen

    Bravissimo! Da condividere parola per parola…collega BRAVISSIMO

    P. S. Ma tutti i commentatori che….ne vogliono sapere più dell’infettivologo che lavora in ospedale?
    Io faccio il medico e la fiducia nel rapporto medico/paziente è FONDAMENTALE
    Non che noi medici non si sbagli ma…a tutti quelli che dicono ” però ho letto che o la.mascherina o la distanza”….” e ” perché non ha nominato le cure a domicilio?”….oppure ” aggiungerei il”cortisone”…. insomma…allora leggete internet e giratevi da soli

    1. Francesco Paolo Vatti

      Non se la prenda: capita in tutti i campi. E, forse, se si fossero viste meno superstar alla televisione, ognuno a organizzare la propria tifoseria, questo fenomeno sarebbe meno pesante. Comunque, ripeto, questo avviene in tutti i campi (alcune cose che sento dire sui brevetti sono assurde).

  12. Tiziana

    Grazie x questa splendida testimonianza da parte di un medico che non è poco.
    Nella sua lettera, viene fuori moltissima umanità ed empatia che un medico dovrebbe avere perché altrimenti non sarebbe tale.
    Questo il mio umile pensiero.
    Ancora mille grazie al medico e a te Costanza che hai reso pubblica questa testimonianza.

  13. Lalla

    La migliore analisi letta da un anno a questa parte. Complimenti! Se solo potessero essere la maggioranza i medici come lui! Una speranza per il futuro.

  14. Elli

    Mio padre è un medico in pensione, ematologo, in molti lo hanno contattato telefonicamente, amici, parenti, conoscenti malati e non assistiti a dovere; si è preso una bella responsabilità ma ha curato i suoi pazienti e non certo con la Tachipirina… Ha sempre risposto alle chiamate perché già sapere che c’è qualcuno che ha a cuore la tua salute fa la differenza. Ne sono usciti tutti, persino una signora di 90anni. Quindi la malattia da casa con la giusta terapia si può curare e certo, davanti all’evidenza che cosa puoi pensare???
    Prima fanno tagli alla sanità… poi mettono come ministro della salute un bocia che nemmeno è medico, poi fanno finta che le altre malattie non esistano più, e non parliamo della paura che appunto hanno trasmesso… Alcune persone sono del tutto impazzite per la paura e lo stress… Maltrattandone altre a parole o con atti violenti o facendo male a loro stessi. Inoltre non parliamo del ridicolo coprifuoco (presente nelle dittature). Inoltre vedere allargarsi la povertà di molte famiglie fa male… Cosa possiamo fare quindi? Associazionismo. Firmare le petizioni che girano per la riapertura degli asili e della scuola dell’infanzia. Perché non posso minimamente credere che il governo non sappia che stiamo andando alla deriva economica…e sociale…. Ed è questo il punto, se lo sanno perché usano ancora queste misure drastiche! Io ho tratto le mie conclusioni….

  15. Francesco Paolo Vatti

    Ottimo un articolo pacato, che informa invece di terrorizzare. Purtroppo, dal 20 febbraio ’20 (o forse anche da prima), anziché darci istruzioni sul cosa fare, leggiamo una serie di comunicazioni emotive (spesso, purtroppo, anche da parte di cosiddetti esperti). Peraltro, questo giornalismo imperante sta portando all’assurdo che ci stiamo terrorizzando sia del virus che del vaccino, così che non potremo mai uscire da questa situazione! Mi piacerebbe sapere se posso mettere questo articolo su LinkedIn.

  16. Marco Calgaro

    Come medico…
    Condivido al 100% la necessità, con il rispetto di tutte le regole, di garantire il mantenimento del rapporto tra il malato ed i suoi cari che è certamente terapia anch’esso.
    Condivido al 100% la necessità di proseguire ad educare con fermezza e adeguate sanzioni al distanziamento, all’utilizzo dei presidi come la mascherina, al lavaggio frequente ed accurato delle mani.
    Condivido il rilevo fatto sulla probabile inutilità di alcune misure prese nei mesi passati: chiusura di chiese, teatri, cinema, negozi anzichè loro apertura con rispetto rigoroso delle regole.
    Condivido le riflessioni sulla ripartenza della scuola in presenza non appena possibile, soprattutto materne ed elementari, ma è innegabilie che la scuola (nonostante il rigoroso rispetto delle regole da parte di dirigenti e insegnanti), con la promisquità e la necessità di trasporto pubblico implicita, sia una delle principali fonti di contagio, soprattutto in presenza delle più recenti varianti del virus.
    E’ falso che la terapia medica sia attualmente in grado di dare una risposta risolutiva ed efficace alla malattia anche se sono stati fatti passi avanti e tutti ci auguriamo che a breve se ne facciano di più risolutivi, è invece vero che è piuttosto difficile comprendere (al di là della individuazione di precisi fattori di rischio (obesità, comorbilità rilevanti…) perchè alcuni pazienti evolvono molto negativamente ed altri sono asintomatici o presentano sintomi non così rilevanti.
    Purtroppo alcune attività come ristoranti e bar sono antitetiche alla prevenzione della diffusione del virus ed è giusto che siano mantenute chiuse e sostenute economicamente in modo pronto ed adeguato.
    E’ falso che il lockdown non serva perchè è l’unica misura che in tutto il mondo ha dato risultati certi in tempi relativamente brevi, piuttosto mi pare difficile difendere le chiusure parziali, da zona gialla o arancione, che hanno penalizzato economicamente e socialmente per molto tempo alcune attività e la scuola senza dare nessun risultato rilevante. A posteriori direi che sarebbe stato meglio imporre alcuni brevi lockdown totali assunti con più prontezza, ai primi segni di importante ripartenza dell’epidemia. Nei momenti di “tranquillità” era probabilmente meglio dare libertà e consentire riaperture imponendo un rigoroso e sanzionato rispetto delle norme fondamentali di protezione (cosa che è stata totalmente disattesa nell’estate 2020).
    Arrivati a questo punto e avendo di nuovo lasciato tracimare il vaso (nel mio ospedale oggi la rianimazione Covid è piena con età media intorno ai 60 e vi sono più di 120 pazienti Covid ricoverati) senza agire con prontezza, ritengo sia indispensabile, non appena vi siano un numero di dosi di vaccino sufficienti a disposizione, procedere a una vaccinazione di massa con lockdown associato che ci liberi in modo pressochè definitivo da questo virus o comunque impedisca nuovi picchi epidemici. Alternative percorribili, al momento, non è dato conoscerne ed i paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti che stanno conducendo una campagna vaccinale “ventre a terra” mostrano i primi risultati molto incoraggianti.
    Chiaramente, dal punto di vista politico, il ritardo nella distribuzione dei vaccini è una colpa gravissima tutta imputabile all’Europa.

  17. Roberto di Francia

    Dott. Calgaro,

    mi sa spiegare sulla base di quale certezza scientifica si sente di garantire l’efficacia e l’assenza di effetti collaterali superiori ai benefici per i cosiddetti “vaccini” (ossia terapie geniche sperimentali) che sono proposte attualmente come unica soluzione possibile? Visto che, per forza di cose, tutti i test effettuati non possono che registrare gli effetti collaterali a breve e brevissimo periodo?

    Non sono medico, ma padre di famiglia in età fertile.
    Mi sa garantire che non ci sono effetti nefasti sul medio-lungo periodo per me, per mia moglie o per la mia discendenza? Sulla base di quali incontrovertibili e definitive evidenze scientifiche dovrei accettare la famosa “vaccinazione di massa” che lei propone?

  18. Lucia

    Ringrazio il collega Davide per il suo articolo, che condivido e che offre diversi, importanti spunti di riflessione.
    Lucia Dallagnese, medico chirurgo

  19. roberto

    Basta informarsi sul protocollo a fasi che si trova su: Ippocrate.org..Redatto da medici del territorio, che ormai curano, da tempo, a casa con risultati eclatanti.

  20. roberto

    Quando sento parlare di chiusura delle chiese mi vengono i brividi. I cattolici dovrebbero ribellarsi.
    Alla santa messa si prende il covid ? impossibile! per tre motivi: Primo ricevere il corpo e il sangue di Cristo Gesù ti salva e ti guarisce dalle malattie dell’anima e del corpo (questa la nostra fede), secondo il distanziamento dei fedeli, per la riduzione della loro partecipazione, oscilla dai 3 ai 5 metri da persona a persona .A causa di questo anche le mascherine sono inutili e dannose. Senza contare che moltissime chiese sono di una cubatura considerevole e l’aria non ristagna.

    1. mentelibera065

      Gesù Cristo si lavava tutti i giorni, perchè come tutti noi si sporcava.
      Il Corpo di cristo non ti può uccidere, ma le sostanze che restano sulla superficie eccome se possono farlo.
      Se non ci crede provi ad intingere l’ostia consacrata in un barattolo di veleno prima di ingerirla ed avrà la prova provata che il corpo resta intatto, ma la superficie può trasportare di tutto, virus inclusi.

  21. Marco Calgaro

    Buongiorno Roberto Di Francia,
    non sono certamente uno scientista ed è fortemente probabile che in tempi medi si scopra che numerose terapie che utilizziamo per il Covid siano molto poco efficaci e che veniamo ridicolizzati dai posteri anche per la “primitività” di alcuni vaccini che utilizziamo ma, allo stato attuale è incontrovertibile statisticamente (dati i milioni di persone vaccinate nel mondo) che gli effetti collaterali dei vaccini siano ampiamente inferiori rispetto agli enormi vantaggi in termini di vite umane risparmiate prodotti dal loro utilizzo, basta verificare la situazione epidemiologica in Gran Bretagna (dove è stato utilizzato quasi solo Astra Zeneca) e negli USA.
    Altra cosa è ragionare sul fatto che il tentativo di arrivare molto velocemente ad avere e utilizzare vaccini che stroncassero l’epidemia ha costretto a velocizzare moltissimo i percorsi delle varie fasi di ricerca e autorizzativi ma l’alternativa era ed è, in assenza di una terapia di efficacia dirompente, continuare a passare da un lockdown all’altro e contare, come accade in Italia, circa 100.000 morti in più all’anno.
    Mi pare poi che le autorità autorizzative e di controllo stiano svolgendo al meglio il loro compito ed abbiano bloccato prudenzialmente la somministrazione di Astra Zeneca proprio per approfondire il tema della possibile mortalità secondaria ad effetti collaterali di questo singolo vaccino.
    Quanto alle terapie domiciliari è assolutamente vero che molti malati si sono sentiti e sono stati realmente abbandonati a se stessi nelle fasi più acute dell’epidemia, soprattutto a causa della scarsa presa in carico, terapeutica ed umana, di molti medici di famiglia (alcuni come al solito sono stati invece eroici) e di una sistema al collasso. Ho comunque la sensazione che le unità di cura domiciliare attuali funzionino piuttosto bene pur nella scarsità di uomini e mezzi. E’ comunque incontrovertibile che anche con le terapie domiciliari somministrate al meglio una quota parte di malati peggiorano, necessitano di terapia ospedaliera ed una quota parte sempre più giovane di questi vada incontro a morte. Come ho detto oggi è difficile affermare che sia stato individuato un protocollo terapeuti veramente afficace per questa malattia.
    Terapia genica è un termine improprio poichè i vaccini ad mRNA, che tra l’altro mostrano efficacia elevatissima ed effetti collaterali scarsissimi non vanno in nessun modo a modificare il DNA dell’ospite.

  22. Alda

    Che dire…. Sentire un “medico” parlare così fa cascare i sentimenti..

    Chissà perché si devono rischiare gravi effetti collaterali (se non la morte) per evitare una malattia che si potrebbe anche non prendere mai!!!!

    1. Marco Calgaro

      Perchè numeri alla mano è facilissimo dimostrare che è infinitamente più facile che lei prenda il Covid e muoia che non che abbia effetti collaterali rilevanti in seguito alla vaccinazione… e questo vale per qualunque vaccinazione le sia stata somministrata in vita sua.

            1. Francesco Paolo Vatti

              Perché tanta acrimonia? Quello che ha detto il Dr. Calegaro è scientificamente corretto: se la mortalità del Covid è al 4% e se ci sono 30 eventi negativi per 5.000.000 vaccinati, significa che ogni milione di vaccinati ci possono essere 6 casi gravi (non necessariamente mortali) e ogni milione d malati di Covid ne muoiono 40.000.
              A scanso di equivoci, sono stato e sono tuttora contrario alla chiusura delle chiese, al fatto di aver messo gli studenti di ogni ordine e grado in DAD, all’aver chiuso gli impianti di sci e a mettere la mascherina all’aperto in situazioni non di congestione. Sono anche contrario all’obbligatorietà delle vaccinazioni..
              Mi pare che si possano esprimere le proprie opinioni, anche divergenti, in un modo più urbano.

              1. mentelibera065

                Francesco mi sembra che il link messo sotto dall’utente “Alda” descriva senza mezzi termini la sua “scuola” di pensiero, e sia pertanto inutile dibattere con chi vive la realtà come se fosse un film di 007. Purtroppo internet, suo malgrado, ci mette in contatto con persone a cui nella vita reale non avremmo mai dato credito ma che invece qui , al nascosto della tastiera, ci sembrano inizialmente validi interlocutori. Inevitabilmente però, prima o poi, emerge la realtà di ragionamenti sconclusionati e aggressivi.

              2. Alda

                Francesco Paolo,
                Un medico che consiglia il vaccino sennò muori (hai letto la sua risposta a me, o consideri offensivo solo quello che dico io?), è da radiare molto più di tanti medici che vengono silenziati pur dicendo la verità!!! Spegnete le tv, e informatevi da fonti alternative…
                Noi cristiani sappiamo che “non praevalebunt” perché Cristo ci ha riscattati col Suo Sangue, ma se si avverasse il fosco scenario del link, ce ne sarà da soffrire 😢

                1. Francesco Paolo Vatti

                  Veramente mi pare che il Dr. Calgaro le abbia detto qualcosa di diverso, ossia è più facile morire di Covid che del vaccino per contrastarlo… La TV in casa mia non c’è mai stata: mio padre la considerava dannosa e io, al momento di sposarmi, decisi di seguire le sue orme, visto che i telegiornali non sarebbero stati adatti ai bimbi…
                  Le fonti alternative vanno bene se suffragano le loro ipotesi e teorie con dati, non se fanno affermazioni non supportate. E, francamente, non capisco cosa c’entro il “non praevalebunt” con questo discorso.

              3. Igor Ferrara

                Mi perdoni ma il 4% di letalità dove lo ha trovato? Secondo l’OMS quello medio è pari allo 0.23%

                Fai clic per accedere a BLT.20.265892.pdf

                Avrei una domanda per i medici qui presenti: in epoca PRE covid-19 come veniva curata una polmonite bilaterale? Con tachipirina e vigile attesa oppure con antinfiammatori in sinergia con antibiotici ove necessario?
                Ringrazio in anticipo chiunque volesse rispondermi.

    2. Maria Chiara

      Condivido il tuo stato d’animo nel leggere certe cose scritte da uno specializzando….. si spiegano tante cose che riguardano la gestione di questa epidemia. Ho letto anche alcuni commenti di altri medici in questa chat. Esclusi un paio che riportano esperienze di padri medici , quindi di certo della vecchia guardia, ovvero i MEDICI, gli altri sono la testimonianza di quanto ad un certo punto della storia il corso di laurea in medicina e chirurgia abbia subito una corruzione inimmaginabile e oramai indelebile !!!!
      Che Dio ci aiuti! Tanto la VERITÀ trionfa sempre.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Che cosa le fa dire che “ad un certo punto della storia il corso di laurea in medicina e chirurgia abbia subito una corruzione inimmaginabile e oramai indelebile”? Non mi è chiaro.

        1. Luigi

          Tanto per dirne una, si è modificato il giuramento di Ippocrate… quando il ruolo del medico esplicitamente comincia a comportare la soppressione volontaria di una vita, non si può che riconoscere la corruzione inimmaginabile di cui scrive Maria Chiara.

          Più in generale, ormai è acclarato che l’epidemia in corso sia sfruttata per ben precisi scopi (fra l’altro nemmeno tenuti nascosti).
          Continuare a considerare in buona fede i decisori presuppone non l’errore di chi lo fa, ma la perseveranza nell’errare.

          Detto altrimenti, se dopo un anno di dittatura – perché quando le libertà costituzionali sono violate si è in dittatura – siamo ancora nella stessa situazione, non si tratta di incapacità ma di dolo.

          1. Francesco Paolo Vatti

            Ma esistono anche -e sono tanti- medici che vivono e lavorano ancora secondo i dettami del giuramento originale!

            1. Luigi

              Ma qui si parlava di “facoltà universitarie”… quando un sistema accetta una simile corruzione, ciò che dovrebbe essere la norma (i medici ligi al giuramento) diviene l’eccezione.

              Senza dimenticare che non si deve solo evitare di compiere il male, si dovrebbe anche cercare di evitare altri lo compiano nei propri ambiti di vita e lavoro.
              Non solo non si rapinano le banche, ma se vedo uno che lo fa chiamo i Carabinieri…

              L’aborto, dopo la scoperta del DNA, è omicidio volontario anche solo secondo la ragione naturale, astraendo cioè dal fatto religioso-metafisico. Che invece la medicina lo accetti come un diritto, rende benissimo l’evidenza del tracollo.

  23. vale

    nessun intento polemico,sia chiaro, nei confronti di chichessia.

    Dal 1998 al 2010, Ioannidis è stato presidente del Dipartimento di Igiene ed Epidemiologia, Facoltà di Medicina dell’Università di Ioannina . Nel 2002 è diventato professore a contratto presso la Tufts University School of Medicine . [11] [9] È stato anche presidente della Society for Research Synthesis Methodology . [9] È molto citato, avendo un h-index di 203 su Google Scholar nel settembre 2020. [12]
    Attualmente è professore di medicina, ricerca sanitaria e politica e di scienza dei dati biomedici presso la Stanford University School of Medicine e professore, per gentile concessione, di statistica presso la Stanford University School of Humanities and Sciences . [13] [14] È direttore dello Stanford Prevention Research Center e co-direttore, insieme a Steven N. Goodman , del Meta-Research Innovation Center di Stanford (METRICS). [15] [16]
    E ‘stato il redattore capo del Journal of Clinical Investigation dal 2010 al 2019. [17]

    https://www.wired.it/scienza/medicina/2020/04/02/covid-dati-scientifici-rischiamo-suicidio/?refresh_ce=

    Cosa sappiamo oggi della letalità del virus?
    “Le stime cambiano di giorno in giorno, ma quello che mi pare indichino i dati più recenti è che probabilmente la letalità di Covid-19 è inferiore alle stime iniziali, come capitato spesso in passato per altri virus respiratori. I dati diffusi dall’Oms qualche settimana fa parlavano di una letalità pari al 3,4%, ma si tratta di quella che chiamiamo case-fatality rate, un calcolo che vede al numeratore il numero di morti accertate e al denominatore quello dei casi noti. Si tratta di stima per forza di cose grossolana, che dipende fortemente dalla nostra capacità di identificare le persone infette.
    Come a dire: potrebbe essere più alta ma anche più bassa

    https://www.quotidiano.net/cronaca/coronavirus-l-epidemiologo-ioannidis-un-secondo-lockdown-non-%C3%A8-necessario-1.5565251

    Perché la maggior parte dei risultati prodotti dalla ricerca sono falsi” è il titolo dell’articolo scientifico forse più letto nella storia medica. E non è un caso che il suo autore, il professor John Ioannidis – epidemiologo greco-americano dell’Università di Stanford in California –, abbia cercato di dimostrare, con uno studio che sarà presentato oggi a Bologna in apertura del Festival della Scienza medica (www.bolognamedicina.it), che “le persone entrate in contatto con il Coronavirus sono molte di più di quelle accertate”. La tesi – contestata da altri colleghi – è che siamo di fronte a un’epidemia meno grave di quanto disegnato finora e che non esistano prove che “le misure di lockdown siano efficaci”.

    1. Maria Cristina

      Soprattutto nei bambini e negli adolescenti il Virus della Covid 19 da’ sintomi lievissimi o nella maggior parte dei casi sono asintomatici.
      E invece la chiusura, la DAD , l’ isolamento , la mancanza si socializzazione provocano effetti gravissimi nei bambini ad adolescenti . A Milano il dr. Luca Bernardo, pediatra direttore del Dipartimento dell’ eta’ evolutiva dell’ Fatebenefratelli-sacco denuncia : un quadruplicarsi dei tentativi di suicidio nei primi due mesi del 2021 compiuti da giovanissimi, il piu’ piccolo 5 anni , disturbi gravi del comportamento alimentare , stato depressivo-ansioso, atti di autolesionismo, rete e social che sostituiscono i rapporti umani e che possono indurre a comportamenti pericolosi per emulazione .
      Se si guarda il rapporto costi-benefici che beneficio ha un adolescente che se diventa positivo al Covid 19 al massimo ha un po’ di febbre e di tosse, e che invece col lockdown e la DAD e l’ isolamento sociale rischia gravi patologie mentali e psicologiche e danni irreversibili allo sviluppo ? Che beneficio puo’ esservi nel barattare l’ essere “ negativi” al Covid ma finire in PS per tentato suicidio ?
      Solo per l’ egoismo degli adulti che “ non vogliono essere contagiati dai ragazzini Ma allora perche’ non isolare piuttosto i casi a rischio , gli anziani , i fragili, invece che tutta la popolazione pediatrica? Non ha senso.

      1. Olimpia

        Hai ragione Maria Cristina. I nostri bambini e ragazzi soffrono e nessuno se ne cura. Non riesco più a sopportare che si parli della scuola come fonte di contagio. Solo quella? Al supermercato al sabato mattina non ci si contagia? 400 persone tutte all’ortofrutta, ma possono entrare perché la capienza del supermercato è di 450. Io ho un figlio di 8 anni. Nella sua scuola, tra i bambini, da settembre nemmeno un contagio. Ci sono stati due casi di positività tra adulti, personale mensa ed educatore. Hanno messo in quarantena chi era stato a contatto con loro, ma nessun altro si è ammalato. Certo per le ATS è facile fare il tracciamento nelle scuole, è l’unico posto in cui viene fatto.

        1. Francesco Paolo Vatti

          In realtà, il problema delle scuole non sta nelle scuole, ma fuori. Parlavo con un cliente che mi diceva che suo figlio, alle elementari, fino a quando la Lombardia è diventata zona arancione rinforzata non aveva fatto un solo giorno di DAD, perché nessuno della classe si era mai contagiato. La moglie di questo signore, che insegna alle medie, ha parlato di qualche quarantena, ma si trattava solo della persona contagiata e nessuno degli altri si è mai contagiato; lo stesso è avvenuto in altre scuole. Purtroppo, però, i mezzi pubblici non sono stati potenziati (colpevolmente) e sono fonte di assembramenti.

  24. Silvia

    @Marco Calgaro.
    Grazie per aver condiviso la sua esperienza e conoscenza.
    Dispiace aver letto alcuni commenti di livello estremamente basso, sotto tutti gli aspetti.

  25. Catherine

    al dirà di tutti questi problemi, mi pare molto interessante l’esistenza dell’associazione di medici che si chiama IppocrateOrg, medici che hanno cominciato a curare gli ammalati di corona virus a casa, hanno alle spalle più di 6000 casi felicemente guariti, puntiamo la nostra attenzione a questo aspetto: del corona virus si guarisce, anche in tarda età, purché si intervenga precocemente… c’è oggi sulla Nuova Bussola Quotidiana un’intervista ad uno di questi medici, fatta da Paolo Gulisano. leggete e diffondete, se potete, perché è importante dare una voce di oggettiva speranza. Con amicizia a tutti quanti, il Signore non ci abbandona e suscita “fantasia” e coraggio per affrontare la vita, in questo momento molto insidiata

  26. Igor Ferrara

    Provo a riformulare il commento che non è stato pubblicato. Non mi sembrava fosse fuori luogo.
    Il dato relativo alla mortalità al 4% (indicato da un utente) non so dove sia stato preso. I dati ufficiali OMS parlano di IFR pari allo 0.23%. https://www.who.int/bulletin/online_first/BLT.20.265892.pdf
    Quindi il 99,77% delle persone colpite guariscono.

    Inoltre se non erro (correggetemi se sbaglio), fino al 2019 i medici curavano le polmoniti bilaterali con antinfiammatori e antibiotici se necessario.

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