Perché Martin al meeting delle famiglie oscurerà tutto il resto

di Costanza Miriano

Che invitare padre Martin tra i relatori al meeting mondiale delle famiglie che si terrà a Dublino in agosto sia un errore terribile è evidente. Resta solo da capire se sia stato fatto per ingenuità o ignoranza, oppure perché tra gli organizzatori c’è qualcuno che odia le famiglie.

Dunque, vediamo: dal ’94 ogni tre anni si tiene questo incontro mondiale. L’idea fu di san Giovanni Paolo II: quell’anno le nazioni Unite avevano indetto l’”Anno internazionale della famiglia”, e la Chiesa voleva rispondere con la sua profezia sulla famiglia, la sua visione che tanto aveva – ha – da annunciare al mondo. Ovviamente non è un incontro in cui si dia un aiuto pratico alle famiglie, non è questo il momento in cui la Chiesa si mette al loro fianco, come fa o dovrebbe fare tutto l’anno, parrocchia per parrocchia, realtà per realtà. Anche perché di solito quelle che vanno – a parte quelle del luogo – sono famiglie impegnate nella Chiesa, inserite in qualche cammino, in qualche realtà associativa e che già vivono la fede.

Il punto centrale di questi raduni mondiali dunque è fondamentalmente comunicativo. Devono essere un segno per il mondo, si promuovono idee, c’è il congresso e ci sono relatori molto interessanti e un programma ricco, ma, come dicevo, per quelli già “inseriti”, che vanno lì, mentre per i milioni di famiglie che ricevono il messaggio da casa loro, il meeting ha valore di segno profetico. I giornali, i siti rilanciano solo alcune parole del Papa – ovviamente, rigorosamente selezionate – qualcuno si va a rileggere il discorso per intero, la maggior parte no, e di solito finisce lì.

Quest’anno, sono pronta a scommetterci, ci sarà però uno che occuperà le pagine dei giornali insieme al Papa, nel pochissimo spazio che si degneranno di dedicare a Dublino. Questo sarà padre Martin, il gesuita che ha scritto un libro per dire che se le persone che provano attrazione per lo stesso sesso sono infelici, la colpa è della Chiesa. Non degli abusi che molti di loro hanno subito, non del fatto che gli atti omosessuali sono profondamente contrari alla felicità umana, ma della Chiesa che è cattiva. Un sacerdote, dunque, che non vuol bene alla Chiesa e che non dice la verità (infatti il suo libro comincia con una bugia, cioè racconta della strage nel locale di Orlando lasciando intendere che sia di matrice omofobica, quando il killer probabilmente era egli stesso un assiduo frequentatore del locale per omosessuali in cui è avvenuta la strage).

Non basta. Questo sacerdote terrà una relazione dal titolo “Showing welcome and respect in our Parishes for ‘LGBT’ People and their Families”. È la seconda volta che l’acronimo LGBT, inventato di sana pianta dai militanti omosessualisti, viene scritto nero su bianco in un documento della Chiesa. Ma la prima volta era su richiesta dei giovani interpellati per la preparazione del documento per il sinodo sui giovani. E già mi era parsa un’assurdità perché i padri non dovrebbero assecondare tutte le follie dei figli, ma correggerli perché fioriscano e siano felici. Questa volta invece è un sacerdote a scegliere di usarla, uno che dovrebbe conoscere bene la posizione della Chiesa, a meno che non sia coinvolto in prima persona. E la Chiesa non è sua, ma è un deposito che ha ricevuto e che dovrà tramandare, di cui dunque non può fare quello che vuole.

Che la Chiesa usi questo acronimo in un programma ufficiale è una grave offesa alle persone che vivono la loro attrazione verso lo stesso sesso con fatica, cercando Dio e senza assecondarla. Vuol dire inchiodare una persona alla propria attrazione, vuol dire togliergli la propria dignità di persona che è e sarà sempre molto di più della sua attrazione, anche quando deciderà di esercitarla e di aderirvi. Non sarà mai una persona LGBT, sarà una persona e basta.

Che la Chiesa inviti Martin a parlare al mondo nel raduno mondiale della famiglie è, soprattutto, uno schiaffo in piena faccia ai milioni di famiglie che stanno in trincea, che combattono con la povertà, con un figlio disabile, con la mancanza di lavoro o con la fatica bestiale quando il lavoro c’è, con la tentazione di mollare tutto, con la fatica della fedeltà a situazioni drammatiche: queste famiglie se ad agosto apriranno i giornali leggeranno solo del sacerdote militante. Niente verrà riportato sui siti, nessuna delle belle parole dei tanti che invece parleranno di esperienza vissuta, del loro lavoro a fianco delle famiglie ferite – quale famiglia non lo è, in qualche modo? – di tutto l’enorme patrimonio di saggezza che la Chiesa può offrire. Niente di niente. Il sacerdote mediatico americano sarà l’unica notizia, e la colpa di chi è? Non lo so. So che a molti non era gradito, e che c’è stato un braccio di ferro per evitare che venisse invitato. Non so chi fosse a favore di questo invito, anche se posso immaginarlo, so comunque che ha vinto. So però chi ha perso. So che hanno perso le famiglie. So che perde anche la Chiesa, perde credibilità. Perché la militanza LGBT non c’entrava veramente niente con il cuore del tema delle famiglie. Ci sono centinaia e centinaia di milioni di famiglie assetate di verità, e che saranno schifate da questa propaganda. So che hanno perso, infine, le persone che provano (o credono di provare) attrazione per lo stesso sesso, il cui problema è la ricerca della verità, non che venga “mostrato loro rispetto”, perché di rispetto ne hanno, tanto più nelle parrocchie, ma non è quello il loro problema.

Conosco un pochino i mezzi di informazione: quando c’è un convegno, un’iniziativa ufficiale, la stampa non riporta mai i contenuti veri e propri, considerati sempre troppo istituzionali e poco notizia. In gergo si dice “fammi un pezzo a margine”, cioè raccontami non la cosa centrale, non il tema del convegno che quello si sa ed è una noia mortale, ma qualcosa di contorno, un pezzetto intrigante, qualcosa che guadagni un decimo di share o un clic in più. È la malattia dell’informazione, ma bisogna saperlo. Bisogna saper usare i mezzi di informazione. Navarro Valls spiegava sempre a Giovanni Paolo II: se lei dice questo, domani i giornali scriveranno quello. Ecco, io non sono Navarro Valls, ma fin qui ci arrivo anche io: se a Dublino va il prete pro LGBT, la notizia per i giornali sarà lui, il prete che non condivide il catechismo (dice che induce al suicidio!), non la coppia che racconta come è uscita da una crisi, come si rimane sul campo di battaglia consegnando il cuore a Cristo, come si diventa una sola carne vivendo il mistero grande di cui parla Gesù nel Vangelo, che è invece quello che davvero serve alle famiglie assetate di verità e bellezza, non di propaganda. Un po’ la stessa cosa che è successa con Amoris laetitia: due paragrafi dell’ottavo capitolo hanno azzerato tutto il resto per la stragrande maggioranza della gente che, colpevolmente, non si sogna proprio di leggere esortazioni postsinodali, lettere apostoliche, encicliche. Bisogna sapere come funziona la comunicazione e usarla per il bene.

Se chi ha deciso il programma è solo ingenuo, siamo ancora in tempo per rimediare. Se odia le famiglie, beh, allora è stato proprio bravo a piazzarlo in cartellone.

107 pensieri su “Perché Martin al meeting delle famiglie oscurerà tutto il resto

  1. giovi

    Non mi voglio deprimere, mi ripeto che non prevarranno, ci è stato promesso. Certo, a leggere il Martin de noantri, Mauro Leonardi, con quale delicatezza parla di gestazione per altri, di come oggi i figli si possono ottenere in tanti modi…e non lo dice con ironia, almeno con virgolette, no, proprio parla di ottenere un figlio.
    Se una persona come questo sacerdote, che ostenta messe e rosari continui, che sembra vicino a così tanti cristiani che hanno fede, passa sopra ad una bruttura, un orrore, una ingiustizia così grande come quella dell’utero in affitto, della compravendita di un bambino, vuol dire che proprio il male è dentro la Chiesa, ci riguarda, proprio da vicino.
    Non credo che la notoria vanità di quel prete sia una giustificazione sufficiente, è proprio il male in persona che opera tramite le debolezze dell’uomo, che si presenta col suo volto mellifluo e la sua voce suadente.
    Certo che Costanza ha un coraggio da leoni.

    1. @giovi
      Concordo su tutto. Così come padre Martin non dà messaggi ambigui che poi vengono arbitrariamente amplificati dai media: il suo messaggio è orribile in partenza, pretende di accogliere il peccato, ovvero il male, come bene, dice che i Gay Pride sono cosa buona e che i cattolici non dovrebbero avere paura di andarci, e attacca i testimoni di Courage sostenendo che non sono cattolici e disconnessi dalla realtà. Questi sono predicatori dell’anticristo e non sto affatto usando un’iperbole.

      @cavaliere @pietro frisone
      Padre Martin è certamente anche un esperto di comunicazione e così si è fatto notare: qualcuno lo ha apprezzato, tanto che già da molto tempo è consultore della Segreteria per la Comunicazione. Ma non possiamo dire che il problema è solo la Sala Stampa e le comunicazioni,
      e che non c’è più un Navarro Valls. Su Amoris Laetitia ci sono ormai abbondanti analisi e la questione dei divorziati risposati è tutto sommato marginale: il documento introduce l’etica della situazione, il relativismo, un falso concetto di coscienza e di discernimento (cfr., lo cito solo perché è di pochi giorni fa, il pezzo di Aldo Maria Valli del 12 luglio). Tant’è che viene usato non solo per giustificare la comunione ai divorziati risposati, ma anche per giustificare gli atti omosessuali e le “famiglie” omosessuali (questo è il chiaro leit motiv di Dublino), per introdurre l’intercomunione con in Protestanti (ovvero istituzionalizzare un sacrilegio) e per affossare la Humanae Vitae (sennò per quale motivo ne staremmo riparlando da mesi?).

      Non si può dire che è il mondo cattivo a distorcerne il senso: quattro cardinali hanno chiesto un chiarimento con i Dubia e il chiarimento è stato pervicacemente negato. Non è che sono arrivate le risposte e media le ignorano: le risposte non sono mai arrivate. Come se non bastasse, con parole indirette e con atti diretti Papa Francesco avalla le interpretazioni erronee.

      Il cattolicesimo è anche la religione della mela, nel senso di San Tommaso: la realtà va affrontata per quello che è, anche se non piace. Sennò si costruiscono castelli per aria.

      1. @ Fabrizio Giudici…
        .Il cattolicesimo è anche la religione della mela, nel senso di San Tommaso: la realtà va affrontata per quello che è, anche se non piace. Sennò si costruiscono castelli per aria.

        Solo la verità rende libero.
        Ciao Fabrizio …

    2. Beatrice

      @giovi

      Dici bene nel sostenere che Costanza abbia un coraggio da leoni e infatti penso che risieda proprio qui la differenza tra lei e don Mauro Leonardi. Io penso che la debolezza di don Leonardi non risieda solo nella sua vanità, ma nella sua mancanza di coraggio altrimenti nota come vigliaccheria. Qui in questo articolo allucinante da lui scritto sul caso Alfie Evans dichiara esplicitamente la sua paura di essere associato ai cattolici coerenti e di essere come loro perseguitato dal mondo: https://mauroleonardi.it/2018/04/26/agi-su-alfie-evans-i-vescovi-della-chiesa-dinghilterra-dicono-cose-sacrosante/
      Insomma don Leonardi tiene certe posizioni sia per vanità, per avere quella visibilità mediatica che solo così può sperare di avere, sia per codardia, perché non vuole fare la fine dei vari don Pusceddu, Padre Maria Carbone, Padre Cavalcoli, e così via.

  2. Cavaliere di San Michele

    “Navarro Valls spiegava sempre a Giovanni Paolo II: se lei dice questo, domani i giornali scriveranno quello”

    Volendo essere buoni e dare il beneficio del dubbio, a Sua Santità manca proprio un Navarro Vals…

    Oppure gliene è stato messo uno di segno opposto

    1. francesco

      “gliene è stato messo”?

      non scherziamo per favore. Sua Santita’ non mi sembra il tipo che si fa imporre alcunche’

  3. Digital

    “Un po’ la stessa cosa che è successa con Amoris laetitia: due paragrafi dell’ottavo capitolo hanno azzerato tutto il resto…”
    Questo è assolutamente vero ma ritengo, a mio modesto avviso, che tale clamore mediatico fosse assolutamente giustificato visto che quei due paragrafi costituivano e costituiscono un vero e proprio tradimento del Magistero della Chiesa dato che l’adulterio da impedimento oggettivo (al ricevimento dell’Eucarestia) è stato trasformato in impedimento soggettivo.
    Quindi, è naturale che abbia oscurato tutto il resto dell’enciclica…la novità era veramente clamorosa! E per di più assecondava i desideri e la visione del “mondo”!

    1. “Un po’ la stessa cosa che è successa con Amoris laetitia: due paragrafi dell’ottavo capitolo hanno azzerato tutto il resto…”

      In realtà questo non è neanche vero: ad AL sono state mosse molte più critiche, su vari punti, e non solo su quella nota a margine, anche se è la peggiore; i passaggi contestati sono almeno diciannove:

      https://www.corrispondenzaromana.it/critica-alla-amoris-laetitia-di-45-teologi-e-filosofi-cattolici-di-tutto-il-mondo/

      1. cinzia

        Visto che ormai la comunione ai divorziati “risposati” è diventata prassi in diverse diocesi, direi che non si tratta di essersi voluti focalizzare solo su quello per un capriccio o per antipatia verso papa Francesco.
        D’altra parte il diavolo fa così. Almeno all’inizio non ti mette davanti il male in modo evidente, ma un pochino alla volta, insieme a cose giuste…. e così ti corrompe senza che tu te ne accorga. La famosa rana bollita……

  4. Maria elena

    Ma chi parteciperà?
    Molti no, ne sono certa… peccato che non lo faranno notare!

  5. Francesco

    ….E poi si lamentano che le chiese si svuotano, che vengano trasformate in pub, che crollano le vocazioni, che stia evaporando l’ otto per mille.. si svende la famiglia cristiana invece di parlare di Laura Vicuna, di Zelia e Luigi Martin, di Sandra Sabattini, di Giuseppe Ottone, di tante famiglie che offrono tutto a Dio e accolgono la vita!! Inizio a pensare che la cosa sia proprio voluta e che ci si vergogni sempre piu’ di Cristo… Puzza di zolfo.

      1. @vale
        Ma tu saresti riuscito a capire, nella foto, chi è il prete e chi sono gli attivisti LGBT, se Zambrano non avesse detto che è quello vestito di giallo?

        Notate che anche in questo caso i fedeli hanno protestato, e il vescovo “con l’odore delle pecore” se ne è stato zitto.

        1. vale

          @giudici

          appunto.

          a me pare che siamo al “tana libera tutti”. vedi,quando c’è ancora gente che dice che il cristianesimo non è una morale si può dire che ci si fa una religione a proprio uso e consumo.

          qualunque religione,epperdipiù il cristianesimo, è esattamente una morale, il libretto di istruzioni che Dio ha dato agli uomini per la salvezza, dalle leggi morali naturali al sigillo della Nuova Alleanza, che al vecchio modo recitava …per voi e per molti per la Nuova ed eterna alleanza ( non, per tutti. perché è vero che Gesù si rivolge a tutti, ma alcuni rifiuteranno – e nel termine” molti” mi pare traspaia la grandezza e larghezza della misericordia divina- quindi una morale che passa anche per i dieci comandamenti, ecc. tutto richiama a delle norme. in questo caso divine.

          che la Chiesa le abbia rispettate, dichiarate o non rispettate e dimenticate nel corso del tempo e dei luoghi è proprio degli uomini. forse solo alcuni Santi sono arrivati a viverle.

          Ma che non esistano, mi pare non si possa,ragionevolmente,affermare.

          di quel prete,che vuoi che dica? come in altri casi più che le parole,i fatti parlano in modo evidente.

    1. @Maria Elena
      Ricordo, per chi magari avesse già programmato di andare a Dublino, il secondo meeting sulle famiglie, negli stessi giorni, senza preti strani:

      http://www.ncregister.com/blog/kschiffer/critics-of-world-meeting-of-families-plan-parallel-conference-in-dublin

      @Corrado
      Sshhh… non mettiamo il carro davanti ai buoi. Prima di tutto la sua nomina deve essere ancora ratificata; speriamo che proceda senza intoppi. Poi speriamo che sia all’altezza del compito… Anche il giudice Kennedy fu nominato da Reagan con ottime credenziali, poi cambiò campo. Preghiamo per lui.

  6. Stefano

    Perdonate, ma le Nazioni Unite meglio hanno fatto a dedicare un anno alla FAMIGLIA. Il meeting mondiale delle FAMIGLIE è già dal titolo un chiaro programma (equivoco voluto o solo errore? ingenuità o disprezzo della famiglia?).

    Di famiglia ce n’è una sola : quella che nasce dall’unione di un uomo e di una donna. Riferirsi alla famiglia al plurale evoca ovviamente ciò che altri vogliono considerare famiglia e che famiglia non è.

    Padre Martin a parte, io credo che l’errore originario sia nel titolo del meeting. Spero non nelle intenzioni. Anche se a pensar male si fa peccato, però, visti anche certe partecipazioni…

    1. . Spero non nelle intenzioni

      Hai detto bene e il problema sta anche nelle intenzioni.


      The concern that the WMOF draws upon AL was augmented considerably when it was discovered last fall that the program material for the “catechesis and faith education” period in the run-up to the event set for this coming August explicitly portrayed homosexual couples as an appropriate form of the Christian family.

      The material featured an image clearly conveying a lesbian couple in an embrace in the section of the program titled, “The Christian Vision for the Family.”

      The material had also stated – just above the photo of the lesbian couple, “While the Church upholds the ideal of marriage as a permanent commitment between a man and a woman, other unions exist which provide mutual support to the couple. Pope Francis encourages us never to exclude but to accompany these couples also, with love, care and support.”

      The bishops have since reissued the booklet without the pro-homosexual material after LifeSiteNews reported on the matter.

      But there have been additional homosexual-affirming elements in the WMOF promotional material as well.

      A video recently put out by the Irish bishops to prepare families for the event contains an interview with an LGBT activist who said she’s “upset” with Catholic teaching on homosexuality, LifeSiteNews reported last week.

      The video also contains an interview with a woman who says that the fact that she’s “gay” has “never been a huge problem in my family.”

      Pro-family leaders in Ireland who have been watching the Irish Bishops’ ‘Amoris’ program are not surprised to see the program’s videos contain a ‘nod and a wink’ towards the LGBT agenda.

      Dublin Archbishop Diarmuid Martin, who is overseeing the WMOF, reiterated after the booklet was reissued without the homosexual material that the event would nevertheless be “an inclusive event, open to all families and family members.”

      https://www.lifesitenews.com/news/irish-catholics-protest-lgbt-agenda-at-world-meeting-of-families-host-separ

      1. Stefano

        Se le cose stanno davvero così credo che l’unica soluzione sia boicottare l’evento non partecipando. Non sono uno che si tirerebbe indietro in una discussione, anche accesa su certi temi. Ma a mie spese ho dovuto capire che è assolutamente tempo perso; esattamente come quello speso a cercare di contrastare le panzane che dicono i Testimoni di Geova. Non si può spuntarla con chi è in cattiva fede (e mi dispiace ma di questo stiamo parlando).

        Forse questa sarebbe davvero una notizia e di sicuro i giornali la riprenderebbero e le darebbero molto risalto (e chissà, magari costringerebbero molti prelati cattolici a riflettere sulla cosa): “Giornata Mondiale delle FamigliE: partecipano solo le famiglie “diverse”. Il meeting disertato dalla FamigliA naturale”.

        Meditate vescovi, meditate.

        1. Non si può spuntarla con chi è in cattiva fede

          Concordo. Ma non solo: l’evento non è un dibbbbattito, in cui è previsto che ci sia confronto tra diverse opinioni (che già non avrebbero comunque diritto di esistere all’interno della Chiesa): è un evento di indottrinamento e i contenuti sono già determinati (sempre che qualcuno non intervenga in zona Cesarini).

          Ma possibile che non ci sia un elenco di prelati che si dissociano pubblicamente da questa porcheria?
          Ci sono: per esempio i citati Burke e Schneider che partecipano all’evento alternativo. Qualche altra voce ci sarà: per esempio, questa porcata fu già tentata da mons. Paglia tre anni fa, all’evento che si tenne a Philadelphia, USA: stessi slogan del vescovo Martin, ma il vescovo di quella città, Chaput, tenne la barra al centro e gli LGBT dovettero risolversi di andare a parlare altrove. In questa circostanza, Austen Ivereigh ha twittato ironicamente e con tono di sfottò che invece le cose si sono ribaldate: gli LGBT parlano all’evento ufficiale e gli sfigati tradizionalisti nell’evento non ufficiale.

          Quanto al fatto che pochi vescovi parlino – dovrebbero farlo nelle nostre città, se fossero persone decenti che si preoccupano del gregge – beh, una parte è chiaramente d’accordo, vedansi le “pastorali LGBT” che dilagano un po’ ovunque. Poi c’è una marea di conigli che hanno paura di subire conseguenze: paura di cosa è facilmente intuibile, e quindi si capisce da che parte sta Papa Francesco.

  7. Stefano

    Ma possibile che non ci sia un elenco di prelati che si dissociano pubblicamente da questa porcheria?

  8. Rachele Nofrini

    Cara Costanza, premesso che tvtb, due cose, anche se oggi sono stracca morta, te le voglio dire. La prima è che hai ragione ma allora Bergoglio è un papa fantoccio! tipo che non ha deciso nemmeno su Parolin al Bildeberg? E dovremmo ammettere che gliele fanno tutte sotto il naso (cosa tecnicamente impossibile). Invece, proprio quando parla a braccio e nel suo “paraverbale”, dimostra come intende condurre il suo pontificato. La seconda è che, scusa, colpevole ce sarai, perché la nota 351 sta ad AL come Martin sta al meeting delle famiglie: perciò ti prego di rispettare quei tanti che, con pazienza, pregano per coloro che suppongono avere nonostante tutto il velo sugli occhi senza fargliene una colpa.
    Ciao, Rachele =)

  9. Io non credo che il paragone con Amoris Laetitia sia tanto sbagliato.
    Lì il punto problematico secondo me non è l’apertura alle coppie divorziate risposate, che facciano un cammino, che siano seguite, che facciano discernimento, cioè un caso tipo l’unicorno. Io di persone così non ne conosco, ma credo anche io che quelle che ci sono – se ci sono – debbano essere accompagnate con specialissimo individuale singolarissimo discernimento, e che il loro dolore di non poter ricevere il corpo di Cristo vada guardato con benevolenza come fa una madre anche con il più disastroso dei suoi figli. Il fatto è che la Chiesa, nel confessionale, nell’accompagnamento singolo, nel foro della coscienza, questo lavoro di guardare al caso singolo già lo faceva. Conosco vescovi con fama di ultratradizionalisti che già acconsentivano alla comunione, per casi singolarissimi (ne conosco uno solo, a dire il vero). La Chiesa è sempre stata una madre misericordiosa. Il problema è che il fatto che il Papa lo abbia scritto nero su bianco è stato recepito come un tana libera tutti, e adesso so di persone che non fanno un cammino di fede serio e impegnativo, che però se capita, tipo alla comunione del nipote, prendono l’eucaristia tanto “ormai si può fare”.
    In un modo analogo il punto problematico dell’invito a Martin non è che il prete militante omosessualista vada a dire alla Chiesa di accogliere le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, perché la Chiesa già è accogliente e misericordiosa (vedi Courage). Il punto è che questo discorso, mediaticamente e malignamente rilanciato, diventi un tana libera tutti, e che si smetta di dire che gli atti omosessuali sono oggettivamente disordinati, che sono il male oggettivo per la persona che li pratica; il dramma è che quella persona quindi smetta di andare a fondo alla sua sofferenza, perdendo così la possibilità di uscirne.

    1. @ Costanza
      Rimango fuori dal discorso su Martin e faccio soltanto una puntualizzazione su AL e sugli unicorni.

      In realtà AL non faceva altro che ratificare in un modo più ufficiale la pratica cattolica del “discernimento caso per caso”. Tale ratifica poteva e può servire a chi è impegnato pastoralmente in quei percorsi (per divorziati risposati casti), oltre che come info ai singoli fedeli.

      Riguardo agli unicorni, già prima di AL mi risulta che fossero attivi percorsi e/o associazioni cattoliche… Il problema, come al solito, è che alcuni gruppi vengono sempre nominati/promossi nei media cattolici mentre altri vengono puntualmente ignorati. Qualche anno fa io venni a sapere, del tutto casualmente, del seguente gruppo, dopo aver letto diverse testimonianze di divorziati-risposati-casti.
      Ti allego un video e il link dell’associazione

      “Cuori Nuovi”

      https://youtu.be/cc2AOlOC5kc

      http://www.amorecasto.it/

      1. @ Costanza
        Ti/Vi allego anche un video dove viene spiegato più nel dettaglio il … percorso degli unicorni. In effetti credo che, in generale, andrebbero più sostenuti. Non nel senso intellettuale, ma proprio rendendoli più visibili quando sono presenti nelle nostre parrocchie. Penso che il loro esempio possa essere illuminante anche nei percorsi per fidanzati, ad esempio. La testimonianza di questa donna (che è la moglie in seconde nozze che avete visto prima) sono importanti da ascoltare, secondo me. Tutto ciò – se fosse presente a livello parrocchiale – sarebbe ben diverso dal caso isolato e “compatito”.
        (In realtà, sì, attualmente queste persone hanno lo stesso destino di Courage – mentre LGBT è strombazzato ovunque. Però, Costanza, se non siete voi giornalisti a “strombazzare” … chi può farlo?. Oggi il Papa all’Angelus ha risposto praticamente “ogni singolo battezzato a nome della Chiesa”. Della serie “unicorni fatevi sentire”, oppure, “chi ha visto gli unicorni lo dica!”.
        Quindi eccomi qua, tu Costanza oggi mi hai fatto tornare in mente questa donna che avevo visto anni fa… E mi ci è voluto un bel po’ per ritrovarla in rete perché appunto non vengono pubblicizzati da nessuno).

        https://youtu.be/1ZWLFMGMyBo

        1. Scusate il commento multiplo, ma volevo sottolineare che all’incirca dal minuto 5 in poi del video qua sopra la sig.ra Marzia dice praticamente ciò che ha appena detto Costanza. Marzia fa un appello a tutti i sacerdoti, proprio perché lei ha impiegato all’incirca 2 anni (!!!) per trovare un sacerdote che le spiegasse il Magistero della Chiesa. Nel frattempo lei e suo marito hanno vagato per confessionali.

        2. @ Francesca …..nulla da aggiunger Grazie di cuore, spero che venga fatto conoscere per molti coppie risposati.
          Grazie pace e bene a questa famiglia, e per ogni famiglie.

      2. Guarda che io intendo per unicorno quello che fa un cammino di fede ma ha stabilmente e continuativamente rapporti adulteri, cioè con uno che non è il suo sposo/a. Di risposati che vivono o cercano di vivere la castità invece ne conosco e hanno il massimissimo della mia stima e del rispetto incondizionato.

        1. Ah ok, mi era sfuggito a quali unicorni facevi riferimento 😁

          Se gli unicorni ai quali mi riferivo io vengono fatti conoscere un po’ meglio “al grande pubblico”, secondo me ci fanno un pensierino anche gli unicorni ai quali ti riferivi tu. E poi secondo me… è tutto un effetto a cascata. Persone come i risposati casti (se non erro per molti anni ne fece parte anche Vittorio Messori) , e persone come gli aderenti a Courage aiutano moltissimo anche tutti coloro che vivono in situazioni regolari di matrimonio – nel senso che pochi altri sanno spiegare la castità così bene, come condizione che comprende sia l’astinenza (quando deve essere astinenza) sia la relazione sessuale casta.

          Grazie mille 💒

    2. @ Costanza…

      il dramma è che quella persona quindi smetta di andare a fondo alla sua sofferenza, perdendo così la possibilità di uscirne.

      Sono d’accordo con te, ed è questo il vero problema.
      Grazie.

  10. pietro frisone

    mah!… e donale unità e pace secondo la tua volontà: qui di unità mi pare ce ne sia sempre meno. Come si usa dire oggi il Capo è “divisivo” (e ciò è tanto più grave in quanto la pretesa sarebbe quella di essere “inclusivo”). Ma “dentro tutti” equivale a “tana liberi tutti” (come dici tu).
    Quando ci lasciamo scippare il linguaggio dai subdoli sofisti questa è la fine: discriminare non significa ghettizzare, bensì distinguere, quindi rintuzziamo l’uso della parola in senso negatiivo: chi ha attrazione per lo stesso sesso sta da un lato del discrimine e chi l’ha per il sesso opposto sta dall’altro. Il discrimine é “uomo e donna li fece”!

  11. Langianni Massimiliano

    Ma veramente non possiamo fare niente? dobbiamo subire impotenti una tale cattiveria ?
    Iniziamo tutti a pregare per questo triste sacerdote.
    W CRISTO RE

  12. Effettivamente, umanamente, non sembra proprio una buona idea.
    Anch’io sono sconcertato.
    Però, 2000 anni dopo, sappiamo che Gesù, pochi giorni prima di quello che doveva essere (secondo i discepoli) l’ingresso trionfale in Gerusalemme, si auto-invitò, a Gerico, in casa della persona peggiore possibile. 2000 anni di omelie hanno purtroppo molto ovattato quello scandalo. Ma, sforzandoci un po’, possiamo provare a capire lo schifo assoluto per le brave e oneste persone derivato dal farsi invitare a casa di un individuo simile, “capo dei pubblicani e ricco”. Odiato per le tasse, odiato perché amico della potenza straniera occupante, odiato perché probabilmente era (o era ritenuto) uno sporcaccione.
    Gesù ha fatto il peggior autogol possibile entrando pubblicamente in quella casa. Tutta la “stampa” di allora avrà riportato a suo modo cosa è successo e non avrà detto nulla sulle reali parole di Gesù. E infatti dopo pochi giorni l’accopperanno. Però dopo 2000 anni siamo ancora qui proprio per quello che ha fatto e detto allora.
    Ora. E’ evidente che il papa sa chi hanno invitato a Dublino e dunque l’ha fatto di proposito.
    Cara Costanza io escluderei del tutto che questo papa, a questo punto del pontificato, possa essersi distratto. L’ha fatto perché voleva. Sul fatto che abbia fatto bene… mah! lo sapremo fra un bel po’ di tempo.

    1. caro tuc, il tuo commento sarebbe perfetto se mi dicessi che a Dublino va una persona che sente attrazione verso lo stesso sesso. Ti direi che bello, anche se non c’entra una mazza con le famiglie. Invece va un prete a dire che se gli LGBT (siglia ideologica) soffrono la colpa è della Chiesa che è cattiva. E’ mooooooooooolto diversa la questione. E’ come se Gesù avesse dato ragione a quelli che gli dicevano che lui scacciava demoni in nome di Satana. Lui ama i peccatori, ma è la Verità e con il suo essergli accanto li fa convertire. non li conferma nella sua condotta come invece vuole fare Martin.

      1. [Non guardi la partita?] Se Martin dirà così ognuno sarà ancora libero di valutare le cose come vuole. E non si potrà negare che nella Chiesa non ci sia, oggi, libertà di espressione. Mettiamola così: temo che quello del papa sia un autogol. Ma potrebbe essere, invece, un autogol degli altri. La correttezza del papa fino all’autolesionismo potrebbe produrre delle sorprese. Nella storia del cristianesimo i santi, i martiri ecc., insomma quelli che davvero hanno fatto crescere la cristianità, hanno spesso fatto cose che la logica avrebbe totalmente sconsigliato.
        Comunque la tua analisi è utile. Ciao. Ora c’è il secondo tempo…

        1. Se Martin dirà così ognuno sarà ancora libero di valutare le cose come vuole. E non si potrà negare che nella Chiesa non ci sia, oggi, libertà di espressione.

          Esatto. Ovvero avremo la conferma che non è più la Chiesa di Cristo, ma quella del mondo, perché nella Chiesa di Cristo non c’è libertà di espressione: c’è libertà di scegliere di starci dentro, alle regole di Cristo, oppure di uscirne, scegliendosi le regole che comodano, ma poi pagando le conseguenze per l’eternità.

  13. Silvia Toso

    Salve a tutti, mi chiamo Silvia e faccio parte di una fraternità di famiglie nella parrocchia di San Frumenzio a Roma.
    Leggendo il post relativo a Padre Martin al prossimo meeting delle famiglie a Dublino e tutti commenti negativi mi sono incuriosita.
    Non ho letto il suo libro e magari lo faro’ ma da quello che leggo online non mi sembra che sia “un sacerdote che non vuole bene alla chiesa”.
    Al contrario ho trovato questo link che è stato per me illuminante: http://www.lastampa.it/2017/05/31/vaticaninsider/costruire-un-ponte-con-persone-lgbt-parla-padre-martin-QpySuve683twwqwesO4L6N/pagina.html
    Gesù vede Zaccheo e gli dice “Devo venire a casa tua oggi!”.
    Questo e’ ciò che siamo chiamati tutti a fare, a partire dalle nostre famiglie che è il primo luogo in cui si insegna ad amare.
    Uscire, farsi prossimi, ascoltare.
    Ben venga che se ne parli.
    Se questi incontri sono “segno per il mondo, dove si promuovono idee” beh allora è il posto giusto per parlarne.

    1. giovi

      Sinceramente, gentile Silvia, quando vedo commenti come il suo, piombati dal nulla dopo due giorni e dopo 40 commenti, in cui sembra che l’articolo non sia stato letto affatto , come i commenti del tutto ignorati, intervenendo a gamba tesa su temi già affrontati e discussi seriamente mi chiedo se certe fraternità di famiglie ( come quella cui dichiara di appartenere) educhino all’ascolto, alla sincerità, all’accoglienza del pensiero diverso dal proprio, all’accoglienza del pensiero della Chiesa.
      Mi dispiace, ci vedo tanta malafede, spero di sbagliarmi.
      Provi a rileggere con onestà e apertura mentale l’articolo di Costanza e i commenti : si accorgerà che i temi che pone con tanta sicumera sono già stati affrontati e smontati pezzo pezzo, dalla sua prima affermazione all’ultima.

      1. Costanza ha posto un problema relativo a due rischi: che Martin dica cose ostili e che i media riportino cose false e parziali. Costanza ha ragione nel senso che il rischio c’è. Ma anche chiudersi e dire “questi qui non li facciamo nemmeno parlare” può essere un boomerang. Ma, soprattutto, schifarli non è cristiano.
        Purtroppo noi occidentali (e italiani in particolare) scontiamo secoli in cui identifichiamo Cristo con una cultura e con una legge. Ma è esattamente il contrario di quel che lui ha fatto. Cristo non è una cultura ma un annuncio di salvezza gratis offerta a tutti, LGBT compresi.
        Cristo non è legge ma accoglienza incondizionata di chi è in questo momento un fuorilegge. Se si pensa che il cristianesimo sia un annuncio morale allora tanto vale scegliersi una qualsiasi altra religione a caso.
        Cristo contribuisce a tutte le culture ma non ne impone una propria che escluda le altre. Non è “condanna per l’eternità” ma una mano tesa da Dio a tutti.
        Mi rendo conto che è un discorso inaccettabile per le persone “pie e religiose” ma è il discorso che ha fatto Gesù e per tutta risposta le persone pie e religiose l’hanno giustamente (giustamente) ammazzato. Secondo la Legge Gesù è stato giustamente eliminato. Anche tanti cristiani della legge vorrebbero eliminare giustamente questo papa…
        Vada don Martin! faccia pure la sua prolusione! e se son rose fioriranno! la Provvidenza c’è per qualcosa e non ha certo paura di nulla e di nessuno. Gli unici che la ostacolano veramente siamo noi quando facciamo i pii e i devoti, ligi alla legge, come il fariseo col pubblicano.

        1. Beatrice

          @tuc9182
          «Ma anche chiudersi e dire “questi qui non li facciamo nemmeno parlare” può essere un boomerang.»

          Intanto i preti come Padre Martin non hanno certo il problema di non riuscire a parlare: hanno una visibilità enorme perché sono sostenuti dai grandi media per le loro battaglie volte a modificare la visione cristiana della sessualità umana (quanti ne vediamo in tv o sui giornali di questi “preti arcobaleno”?). Semmai sono i preti fedeli alla dottrina cattolica quelli che vengono zittiti dall’inquisizione laica politicamente corretta col sostegno di quei cattolici sempre attenti a non scontentare il mondo (vedi quello che è successo a Don Pusceddu o a Padre Maria Carbone al Meeting di CL del 2015). Insomma di visibilità certi preti eterodossi ne hanno già a bizzeffe, perché dovrebbe dargliene anche la Chiesa nei suoi eventi ufficiali? Se pure durante le manifestazioni organizzate dalla Chiesa vengono propinate a piene mani le menzogne mortifere della cultura edonistica in cui viviamo immersi, dove mai potremo trovare la Verità a cui tutti in maniera più o meno conscia aneliamo? Non capisci che è come voler lasciare la metropoli per respirare un po’ d’aria pulita in montagna e ritrovarsi invece a stare in un ambiente altrettanto se non addirittura più inquinato di prima! Io non vado a un evento cattolico per sentirmi dire quello che propagandano Repubblica et similia ogni santo giorno, vado per avere un punto di vista inedito sull’uomo e sul mondo, quel punto di vista inedito che il Vangelo ha sempre proposto in tutti i secoli e continua a proporre ancora oggi, perché sono assolutamente convinta che le parole di Gesù scandalizzavano in passato, scandalizzano oggi e scandalizzeranno anche in futuro (per esempio quelle frasi sull’indissolubilità del matrimonio furono indigeste già 2000 anni fa alle orecchie dei 12 apostoli!).

          «Purtroppo noi occidentali (e italiani in particolare) scontiamo secoli in cui identifichiamo Cristo con una cultura e con una legge.»

          Guarda, io non penso proprio che noi occidentali e men che meno noi italiani identifichiamo Cristo con una cultura o una legge. Cristo è la Verità, punto. O si crede in questa Verità o non si crede. Ma tu credi questo e Padre Martin crede questo? Perché sinceramente a me dei dubbi li fate venire. Noi cristiani non possiamo comportarci come se la Verità non l’avessimo mai incontrata. Ratzinger nel suo stemma arcivescovile e cardinalizio ha scelto di inserire il motto “Cooperatores Veritatis”, “collaboratori della Verità”: così dovremmo sempre essere, perché altrimenti facciamo il gioco del padre della menzogna. Riguardo la sessualità umana non ci sono dubbi su quale sia la visione proposta da Gesù e il fatto che questa visione sia in contrasto con quanto va per la maggiore oggi non la rende meno vera, la rende solo più difficile da comunicare, quindi va bene discutere sui modi da usare, ma non va bene discutere sui contenuti come invece vuole fare Padre Martin. Chi davvero vuole seguire Cristo è portato a cercare ciò che vero e a fuggire ciò che è falso: questo è quello che hanno fatto i Santi. Gesù ha detto che chi lo ama lo segue, chi lo ama davvero fa la volontà del Padre: il seguire la legge divina, il rispettare la morale cristiana è una conseguenza dell’amore che si prova per Dio, amore che porta a voler fare verità nella propria vita e a voler vivere nella verità per poter meglio servire il Signore.

          «Cristo non è una cultura ma un annuncio di salvezza gratis offerta a tutti, LGBT compresi. Cristo non è legge ma accoglienza incondizionata di chi è in questo momento un fuorilegge.»

          La salvezza è offerta a tutti, ma non tutti l’accettano: “molti sono chiamati, ma pochi eletti”(Mt 22, 14). Guarda caso esiste proprio un episodio ben preciso del Vangelo in cui ci sono due fuorilegge e, sorpresa, Gesù non li accoglie incondizionatamente entrambi: dei due ladroni sulla croce solo a uno viene detto che sarà in Paradiso, quello che riconosce il male che ha fatto e che dimostra di credere in Cristo.

          «Mi rendo conto che è un discorso inaccettabile per le persone “pie e religiose” ma è il discorso che ha fatto Gesù e per tutta risposta le persone pie e religiose l’hanno giustamente (giustamente) ammazzato.»

          I farisei non erano persone “pie e religiose”, si atteggiavano come se lo fossero, ma non lo erano, in realtà erano dei grandissimi ipocriti. Sai invece quali persone erano davvero “pie e religiose” all’epoca di Gesù? Per esempio una certa Maria di Nazareth che Dio ha scelto come Madre di Suo Figlio, un certo Giuseppe suo castissimo sposo, una certa Elisabetta sua parente, un certo Giovanni Battista, definito da Gesù “il più grande fra i nati di donna”, un certo Giovanni figlio di Zebedeo, che guarda caso era il preferito tra gli apostoli, e la lista tra i personaggi del Vangelo sarebbe ancora lunga. D’altronde persone “pie e religiose” lo sono state pure l’interminabile fila di Santi che hanno popolato la storia della salvezza. Ma da quello che dici tu sembra che essere persone “pie e religiose” sia una colpa terribile.

          «Secondo la Legge Gesù è stato giustamente eliminato.»

          Guarda, di giusto nel processo a Gesù non c’è stato proprio niente, a cominciare dal modo in cui è stato preso, corrompendo uno dei suoi apostoli, fino ad arrivare all’uso di falsi testimoni per poterlo incastrare, visto che non riuscivano a trovare nulla contro di lui. Anche Pilato non lo vuole condannare a morte perché non trova in lui alcuna colpa (infatti alla fine sceglie di lavarsene le mani). Se anche la legge farisaica riteneva giusto quell’omicidio, non così la Legge divina che al quinto comandamento dice di “non uccidere”. Ma come ben sai la legge farisaica si era allontanata molto dalla Legge divina (per esempio consentiva il divorzio).

          «Anche tanti cristiani della legge vorrebbero eliminare giustamente questo papa…»

          Se c’è qualche cristiano che vorrebbe eliminare questo Papa, mi dispiace per lui ma non pensa da vero cristiano. Il vero cristiano non desidera l’eliminazione fisica di nessuno, perché ama tutti, persino i suoi nemici, ma amare significa a volte dover dire la verità a chi sta sbagliando affinché smetta di fare del male a se stesso e agli altri. Il vero cristiano dovrebbe far propri gli stessi sentimenti di Dio: “io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva” (Ez 33, 11).

    2. E’ un articolo davvero inconsistente. Il libro lo è ancora di più. Che cavolo vuol dire ponti?????????? Ponti verso dove? Me lo spiega?
      I miei amici con attrazione verso lo stesso sesso glielo possono dire: quello che li aiuta è qualcuno che dica loro la verità, ma chi se ne importa dell’abbraccio, se ti conferma nella tua sofferenza, ti ci inchioda!!!! La domanda è una sola: padre Martin ci crede o no che l’omosessualità è un disordine e non è la verità dell’uomo e della donna? E la prego, legga il libro e se vuole anche molte altre cose di persone cattoliche che davvero coraggiosamente e nel silenzio aiutano le persone con attrazione verso lo stesso sesso. Quelli di Courage per esempio. Se lei vede suo figlio che si sta suicidando lo abbraccia per dirgli che comunque gli vuole bene o cerca di fermarlo, proprio perché gli vuole bene? che altro è il peccato se non una morte a piccole dosi?

  14. Mario Grossi

    Siamo nel tempo in cui la chiesa concorre alla distruzione del Catechon che tratteneva il mistero di iniquità. Ormai la cultura Cristiana e cattolica non è più rappresentata dalla chiesa, ma dagli uomini di buona volontà che seguono ancora lo spirito Cristiano e la cultura cattolica.

  15. Stefano

    Io non so se padre Martin sarà presente al Meeting Mondiale delle FamigliE con l’OK del Papa e di altri Vescovi, oppure se sarà presente contro la volontà di Sua Santità e di molte Eminenze.

    Il problema non è essere o meno aperti al dialogo con le persone omosessuali, mostrare nei loro confronti carità e magari tentare anche quella correzione fraterna che dovrebbe essere un esercizio normale per noi Cristiani.

    Per come la vedo io il problema è che un conto è un meeting della famiglia e sulla famiglia e un altro una discussione sulle coppie omosessuali. Sono due cose diverse. E non possiamo mischiarle. Sarebbe come invitare una squadra di pallavolo al campionato del mondo di calcio: cosa ci azzecca? Sarebbe solo di disturbo. Confondente. Soprattutto se la squadra di pallavolo pretendesse di scendere in campo e pontificare su cos’è il calcio.

    Se poi vogliamo fare un dibattito televisivo su come affrontare un mondiale sportivo, allora possiamo anche farlo. Ma sono due cose diverse. Non confondiamo.

    Dopodiché, Gesù era Gesù, e poteva certo permettersi di andare a casa di Zaccheo o farsi lavare i piedi con le lacrime della Maddalena e farseli poi asciugare coi suoi capelli perché Lui, a differenza di quello che a me sembra di tanti ecclesiasti in questo momento storico, aveva le idee molto chiare (e non mi pare abbia mai asserito che quello che fino a quel momento Zaccheo e Maddalena avevano fatto era la cosa giusta da fare; semmai ha fatto capire che i peccatori pentiti hanno come tutti la possibilità di andare in Paradiso).

  16. Stefano

    Io non so se padre Martin sarà presente al Meeting Mondiale delle FamigliE con l’OK del Papa e di altri Vescovi, oppure se sarà presente contro la volontà di Sua Santità e di molte Eminenze.

    Il problema non è essere o meno aperti al dialogo con le persone omosessuali, mostrare nei loro confronti carità e magari tentare anche quella correzione fraterna che dovrebbe essere un esercizio normale per noi Cristiani.

    Per come la vedo io il problema è che un conto è un meeting della famiglia e sulla famiglia e un altro una discussione sulle coppie omosessuali. Sono due cose diverse. E non possiamo mischiarle. Sarebbe come invitare una squadra di pallavolo al campionato del mondo di calcio: cosa ci azzecca? Sarebbe solo di disturbo. Confondente. Soprattutto se la squadra di pallavolo pretendesse di scendere in campo e pontificare su cos’è il calcio.

    Se poi vogliamo fare un dibattito televisivo su come affrontare un mondiale sportivo, allora possiamo anche farlo. Ma sono due cose diverse. Non confondiamo.

    Dopodiché, Gesù era Gesù, e poteva certo permettersi di andare a casa di Zaccheo o farsi lavare i piedi con le lacrime della Maddalena e farseli poi asciugare coi suoi capelli perché Lui, a differenza di quello che a me sembra di tanti ecclesiasti in questo momento storico, aveva le idee molto chiare (e non mi pare abbia mai asserito che quello che fino a quel momento Zaccheo e Maddalena avevano fatto era la cosa giusta da fare; semmai ha fatto capire che i peccatori pentiti hanno come tutti la possibilità di andare in Paradiso).

  17. Dopodiché, Gesù era Gesù

    Vero, ma il punto è un altro, e attenzione a non farsi confondere dai fumosi discorsi di questa gente: oltre alle domande poste da Costanza, io vorrei sapere dai nostri commentatori in quali passi del Vangelo Gesù approva, anche temporaneamente, un comportamento peccaminoso. Si badi bene: non ho chiesto esempi in cui Gesù frequenta peccatori, so bene che lo faceva, ma in cui approva il loro comportamento peccaminoso, anche temporaneamente.

    PS L’esempio di Zaccheo, peraltro, è veramente ridicolo, perché è una specie di conversione fulminea:

    Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

    Dall’istante in cui Zaccheo incrocia lo sguardo di Gesù all’istante in cui esprime il suo pentimento e il proposito di riparazione, Zaccheo non continua con il suo comportamento peccaminoso (anche perché passano poche ore, o forse persino pochi minuti). Zaccheo non dice: Signore, inizierò un percorso di conversione… intanto da oggi rubo la metà… non è che magari almeno il 10% di quello che rubo però posso tenermelo? No: si pente istantaneamente e propone di riparare tutto. Inoltre, che sia un uomo piccolo di statura e che abbia avuto difficoltà a vedere Gesù per via della folla è un chiaro simbolo della sua debolezza, degli ostacoli che si oppongono alla conversione e la sua arrampicata sull’albero è l’indicazione della sua determinazione a superare tutti gli ostacoli, cambiando vita.

    1. Stefano

      Appunto, come dicevo: non mi pare che Gesù abbia mai detto che ció che facevano i peccatori era cosa buona.

  18. Antonio Spinola

    Esatto, Fabrizio.
    Eppoi, con tutta la buona volontà, non ci siamo proprio: Zaccheo era odiato dall’opinione pubblica (moralista e “politicamente corretta” dell’epoca che, appunto, si scandalizza di Gesù), Martin è un prete di successo che col mainstream mediatico ci va a nozze, comunque vadano le cose pubblicamente il vincente è lui e Cristo dovrà adeguarsi.
    Non mi pare una differenza di poco conto!

  19. @Stefano
    Dopodiché, Gesù era Gesù, e poteva certo permettersi di andare a casa di Zaccheo o farsi lavare i piedi con le lacrime della Maddalena….
    Eh no! Questo significa tradire il vangelo! Se Gesù ha fatto questo è per insegnare a noi a fare altrettanto. Dopo di che, ovviamente, resta vero che, nel tentativo di fare altrettanto, si possono anche prendere delle cantonate. Errare humanum, perseverare diabolicum…

    Il meeting delle famiglie sarebbe bello si occupasse di famiglie vere. Ma il fatto che – dall’asilo in su, nella letteratura e nell’arte – oggi si sia bombardati di cultura gender rende la trattazione delle “famiglie arcobaleno” un obbligo: questo è il mondo che abbiamo, questo è il campo che dobbiamo arare. Dunque ci tocca parlare di pallavolo in un campo di calcio. Purtroppo. Questo è IL problema, problema mondiale, e dunque dobbiamo occuparcene nel meeting mondiale.

    @Costanza
    Non conosco le opere di don Martin ma nell’intervista citata da Silvia lui non nega la formulazione presente nel CCC: semplicemente dice che un’altra parte del testo CCC (quella sull’accoglienza) è stata troppo trascurata nella prassi cristiana. Questi sono i fatti rilevabili dall’intervista. Sulla onestà del don Martin io non posso certo giudicare: mai incontrato e mai lavorato assieme.

    @Fabrizio
    In nessun passo del Vangelo Gesù approva il male (ovvio) e i comportamenti errati. Però alcuni partecipanti a questo blog dovrebbero onestamente ammettere che con Zaccheo (per stare all’esempio) loro non si sarebbero comportati come Gesù ma avrebbero esordito con una pesante ramanzina al pessimo soggetto. Così, invece di una conversione fulminea avrebbero ottenuto una chiusura totale. Ossia un fallimento.
    Accogliere non significa approvare. C’è chi accogliendo cade nel tranello di approvare ma non è una regola automatica.

    1. Stefano

      Caro Tuc9182, prima di dire ad uno che tradisce il Vangelo bisognerebbe almeno cercare di capire ciò che significa ciò che ha scritto e il contesto in cui ha scritto ciò che ha scritto.

      Nello specifico, rispondevo alla seguente affermazione di Silvia Toso: “Gesù vede Zaccheo e gli dice “Devo venire a casa tua oggi!”. Questo è ciò che siamo chiamati tutti a fare, a partire dalle nostre famiglie che è il primo luogo in cui si insegna ad amare. Uscire, farsi prossimi, ascoltare.
      Ben venga che se ne parli. Se questi incontri sono “segno per il mondo, dove si promuovono idee” beh allora è il posto giusto per parlarne.”

      La mia risposta è stata la seguente:
      “Dopodiché, Gesù era Gesù, e poteva certo permettersi di andare a casa di Zaccheo o farsi lavare i piedi con le lacrime della Maddalena e farseli poi asciugare coi suoi capelli perché Lui, a differenza di quello che a me sembra di tanti ecclesiasti in questo momento storico, aveva le idee molto chiare (e non mi pare abbia mai asserito che quello che fino a quel momento Zaccheo e Maddalena avevano fatto era la cosa giusta da fare; semmai ha fatto capire che i peccatori pentiti hanno come tutti la possibilità di andare in Paradiso).”

      Nessun tradimento del Vangelo; come credo non sia difficile comprendere rileggendo ciò che ho scritto, non ho fatto alcun accenno alla ovvia necessità di trarre dalla parola di Dio ispirazione per la nostra vita. Ho solo detto (e ribadisco) che non possiamo aspettarci da alcuni cattolici ed ecclesiasti di oggi, inclusi alcuni Vescovi e Cardinali (e magari anche padre Martin), che mi pare abbiano le idee ben confuse (a differenza di Gesù, che sapeva bene quello che faceva e diceva) che riescano a discernere ciò che è veramente giusto e ciò che è veramente la parola di Dio (che io, certo, non pretendo di sapere interpretare). Gesù conosce bene il peccato di Zaccheo e della Maddalena e grazie alla loro conversione lo perdona. Tutt’altro è imporre una normalità che normalità non è, far passare per accettabile un comportamento disordinato che accettabile non è.

      Magari mi sbaglio, ma qualche volta ho dei dubbi su come sento interpretare/commentare la parola di Gesù.

      E comunque, Gesù è andato a casa di Zaccheo e l’ha convertito; non ha portato Zaccheo in mezzo agli Apostoli indicando la vita di lui come modello di virtù…

      Accettare ed amare l’uomo, anche quello che sbaglia e non giudicarlo è certamente un atteggiamento cristiano, qualcosa che Gesù ci chiede. Non riconoscere però che sbaglia e non fare di tutto per cercare di correggere il suo errore non mi pare che sia un insegnamento di Gesù. In caso contrario qualcuno per cortesia me lo segnali.

      1. Stefano

        E, by the way: qui mi sembra che non siamo noi che andiamo a casa delle associazioni LGBT per cercare di far loro capire che sbagliano e sono in una condizione di peccato; mi sembra piuttosto che siano le associazioni LGBT o loro portavoce che vengono a casa nostra per convincerci di quanto siamo brutti e cattivi se non accettiamo che anche loro sono famiglie esattamente come le nostre famiglie costituite da un uomo e da una donna.

        Non è una differenza da poco…

        1. @Stefano.
          Ti riporto, nel succo del discorso, ciò che generalmente mi rispondono i cosiddetti “cattolici lgbt”.
          Quando io faccio presente che il mondo strabocca di gruppi protestanti, chiese varie, nonché filosofie New Age che promuovono le pratiche omosex (e molto altro), quindi – chiedo – “perché vi intestardite a venire nella Chiesa e a voler cambiare la dottrina cattolica laddove è immutabile nei secoli dei secoli”, LA RISPOSTA è una sorta di loro missione per venire a liberare gli omosessuali cattolici repressi/castrati che ad oggi sono ancora tenuti “prigionieri” nella Chiesa con lavaggi del cervello.

          Quindi (in parafrasi): “allora voi lgbt venite a prendere i repressi e li portate con voi, giusto?”
          Risposta “no, noi veniamo nella Chiesa per farvi conoscere le ricerche scientifiche, le quali dicono che omosessuale è normalità naturale. Mentre la Chiesa è antiscientifica e sta facendo soffrire tanta gente con quelle frasi antiscientifiche nel Catechismo”.

          In generale poi, i cattolici lgbt, (intendo quelli in cui ravviso una certa buona fede), mi fanno grandi discorsi su Gesù e sul suo grande amore, sul fatto che Egli ama tutti e che li vuole realizzati nella vita per come li ha fatti il Creatore, ccetera.
          In alcuni è presente anche qualche superstizione, del tipo che mentre sostavano davanti alla tomba di qualche santo oppure in occasioni speciali di feste cattoliche ci sono state delle particolari coincidenze di date (oppure orari o altro) con eventi lgbt e con il giorno stesso in cui hanno avvertito una sorta di liberazione interiore che praticamente gli diceva “vai, accetta che sei omo, fai esprimere il tuo fisico, e diffondi la buona novella tra i poveri omosex cattolici”.

          Ecco, il succo di tante mie discussioni passate è stato questo.
          Quindi praticamente le associazioni lgbt vengono nella Chiesa perché “la amano tanto” e vogliono contribuire al miglioramento.

          Io credo che il problema è un po’ questo perché chi ha motivazioni del genere non differisce da me o da te nella motivazione: cioè crede di fare il bene della Chiesa e del prossimo.

          (Ovviamente qui io non mi soffermo sulla politica e sulle diverse lobby implicate nel fenomeno, ma soltanto sto parlando della massa di gente in relativa buona fede che fa questi ragionamenti).

          1. Io credo che il problema è un po’ questo perché chi ha motivazioni del genere non differisce da me o da te nella motivazione: cioè crede di fare il bene della Chiesa e del prossimo.

            Una parte della spiegazione è certamente questa (dico una parte, perché ci sono così tanti attori in gioco che le motivazioni devono per forza essere molte e variegate, e mi pare che tu stessa lo stai dicendo nell’ultima parentesi).

            Però dobbiamo tener presente che erano anche le motivazioni di certi eretici. Per esempio, Ario diceva che bisognava annacquare il concetto di Trinità anche perché certi popoli germanici non riuscivano a comprenderla (secondo lui) e dunque quell’annacquamento avrebbe potuto facilitare la loro conversione. Ancor prima, pure molti pagani che mandavano i cristiani a morte avranno creduto di dover difendere le antiche religioni (mi pare che all’epoca delle prime incursioni barbare a Roma, nel quinto secolo, i rimasugli dei seguaci delle antiche religioni attribuirono la disgrazia di Roma alla “decadenza” portata dai cristiani). In tempi recenti, molti modernisti e neomodernisti credono veramente che la Chiesa debba adeguarsi al “progresso” e modernizzarsi.

            La buona fede non può valere come giustificazione: Dio non ci ha abbandonati alla mercé delle nostre convinzioni personali, ci ha dato la sua Parola proprio per poter discernere. Di buone intenzioni è lastricata la via per l’inferno. Quanto alle “superstizioni”, come tu le citi, potrebbero essere tali, oppure incapacità di discernimento degli spiriti. Anche in questo campo la Chiesa dà insegnamenti per gestire la situazione, e voler fare di testa propria non può essere una giustificazione (perlomeno non sempre, non per tutti).

          2. Beatrice

            @Francesca
            «Io credo che il problema è un po’ questo perché chi ha motivazioni del genere non differisce da me o da te nella motivazione: cioè crede di fare il bene della Chiesa e del prossimo.»

            Io non metto in dubbio che ci siano tante persone veramente convinte della bontà dell’ideologia gender, io ero una di queste persone. Da cattolica praticante non riuscivo ad accettare l’insegnamento della Chiesa circa le relazioni omosessuali perché mi sembrava troppo duro. Mi ricordo che cercai su internet un prete che la pensasse come me su questo punto e ogni volta che ne trovavo uno arrivavo sempre alla stessa conclusione: “ma questo è eretico”. È stato questo Papa a farmi cambiare idea, perché diceva tante e tali cose strane che mi hanno spinto ad indagare sulla questione e a leggere tanti scritti illuminanti di cattolici consacrati e non.

            Il fatto è che ci sono momenti in cui questa buona fede non la riesco a vedere più, ma vedo solo una cattiveria davvero diabolica che dà forma a reazioni spropositate. Un conto è desiderare che la Chiesa cattolica cambi il suo insegnamento, supportare quei cattolici che condividono le proprie idee, cercare di convincere quanti le proprie idee non le condividono; un conto è obbligare con la forza chi dissente a pensarla come noi e punire chiunque osasse esprimere un concetto minimamente distante dal proprio pensiero.
            Guarda quello che accade in America ai pasticceri che non vogliono fare torte alle coppie omosessuali: perché accanirsi contro di loro portandoli in tribunale per obbligarli a fare creazioni artistiche per cui non avrebbero alcuna ispirazione? Non possono semplicemente evitare di andare in quella pasticceria e farle cattiva pubblicità presso i conoscenti?
            Guarda il linciaggio subito dal ministro Fontana o l’accanimento giudiziario rivolto contro la dottoressa De Mari (che rischia interventi disciplinari dell’Ordine).
            L’ultimo episodio ha visto protagonista Scarlett Johansson, che ha dovuto rinunciare a una parte per non offendere i transessuali: https://www.ilfoglio.it/cinema/2018/07/17/news/scarlett-johansson-rinuncia-a-una-parte-e-vero-non-sono-trans-206030/
            E temo che il peggio debba ancora arrivare se, come sembra, la Chiesa voglia smettere di resistere e adeguarsi anche lei alla follia collettiva che stiamo vivendo ormai da molti anni.

    2. vale

      a questo punto bisogna “discernere”.( pare che vada di moda).
      che vuol dire,che s’intende con “accoglienza”?

  20. @Costanza
    Se lei vede suo figlio che si sta suicidando lo abbraccia per dirgli che comunque gli vuole bene o cerca di fermarlo, proprio perché gli vuole bene? che altro è il peccato se non una morte a piccole dosi?
    Dato che sei madre (e io solo un padre) sai benissimo che non è quasi mai utile spiattellare in chiaro ai figli che stanno sbagliando. Ovviamente mi riferisco a errate impostazioni di vita, non a semplici errori occasionali. Credo anche tu sappia per esperienza che i genitori passano il tempo a lambiccarsi il cervello per capire SE e QUANDO e COME intervenire per correggere quella tale deviazione del proprio figlio. Questo almeno è quel che succede a noi coi nostri figli.
    Probabilmente se lo abbracci magari lui ha una conversione fulminea e capisce che la vita vale qualcosa perché si è amati. Se cerchi di fermarlo… forse hai solo rimandato il gesto fatale. Però non si può sapere prima. Per questo io sarei cauto sui metodi.

    1. Sui metodi concordo. Cerchiamo, proviamo, usiamo la delicatezza e la gradualità del caso, ma sui principi padre Martin è contro il catechismo: dice che induce al suicidio. Ho letto il suo libro e non c ‘è una sola parola per dire che dall’omosessualità si può uscire. ma se è una risposta a una ferita, incoraggiare a rimanerci dentro vuol dire condannare qualcuno a stare male per sempre. O pensiamo che si possa essere felici nel peccato? Ti prego, leggi il libro.

    2. Beatrice

      @tuc9182
      «Il meeting delle famiglie sarebbe bello si occupasse di famiglie vere. Ma il fatto che – dall’asilo in su, nella letteratura e nell’arte – oggi si sia bombardati di cultura gender rende la trattazione delle “famiglie arcobaleno” un obbligo: questo è il mondo che abbiamo, questo è il campo che dobbiamo arare.»

      Va bene parlarne, ma perché dobbiamo per forza parlarne nello stesso identico modo in cui lo fa il mondo? Dov’è la novità cristiana in tutto ciò? Perché dobbiamo accettare di sorbirci la propaganda gender oltre che all’asilo, nella letteratura, nell’arte, pure negli eventi organizzati dalla Chiesa? Non c’è realtà sociale di oggi in cui non si faccia promozione dello stile di vita omosessuale, l’unica realtà in cui avere un po’ di tregua è rimasta la Chiesa, se cede pure lei è finita, la Verità non la si troverà più da nessuna parte.

      «Però alcuni partecipanti a questo blog dovrebbero onestamente ammettere che con Zaccheo (per stare all’esempio) loro non si sarebbero comportati come Gesù ma avrebbero esordito con una pesante ramanzina al pessimo soggetto. Così, invece di una conversione fulminea avrebbero ottenuto una chiusura totale. Ossia un fallimento.»

      Scusami, ma secondo te Zaccheo come faceva a sapere cosa Gesù volesse da lui? Come faceva a sapere quali aspetti della sua vita dovesse cambiare? Lo sapeva perché Gesù ha sempre parlato chiaro, pane al pane e vino al vino, non ha mai fatto discorsi ambigui che inducessero le persone a credere di poter avere certi comportamenti peccaminosi. A volte diceva la verità anche in maniera piuttosto dura, altro che la melassa che si sente oggi da certi preti!

      «Probabilmente se lo abbracci magari lui ha una conversione fulminea e capisce che la vita vale qualcosa perché si è amati. Se cerchi di fermarlo… forse hai solo rimandato il gesto fatale.»

      Ma stai scherzando? Nell’emergenza per prima cosa si interviene per impedire che il proprio figlio si faccia del male, poi certo gli si mostra il proprio affetto per fargli capire di essere voluto e amato da qualcuno. Io non sono madre, ma sono una figlia e ho ben presente tantissimi momenti in cui ho ricevuto “no” educativi da parte dei miei genitori, “no” che ora comprendo come mi abbiano fatto bene nella crescita, parlo banalmente anche solo di “no” a dei giocattoli che pretendevo, con urla e pianti, mi venissero comprati (mia mamma mi ha raccontato che un bravo prete l’aveva elogiata per la fermezza mostrata nei miei confronti in quell’occasione). Ecco io non penso che un bravo genitore debba sempre assecondare i capricci e i desideri dei propri figli, penso che debba indicargli una via più alta fatta anche di fatica e di sacrifici, di attesa e di abnegazione personale, una via che, come una scalata in montagna, conduce però poi a vedere panorami impossibili da contemplare a terra.

  21. Antonio Spinola

    Poniamo (per assurdo) che Martin voglia ribadire la verità della dottrina e della morale cristiana e pretenda solo che la Chiesa si accodi al corteo arcobaleno per mostrare pubblicamente l’amore di Cristo per questa particolare categoria di persone.
    Io ci vedo comunque due tremendi errori :
    1° Un boomerang comunicativo verso queste persone, che si sentiranno trattate come una massa di appestati da curare, verso i quali la Chiesa Cattolica (buona ultima!) vuol mostrarsi compassionevole.
    2° Un boomerang per il messaggio evangelico, che non appare più rivolto all’uomo, al singolo uomo, ma alle “categorie”.
    Ci sarebbero quelle di peccatori buoni a prescindere (“i pubblicani”, “le prostitute”, e oggi “le comunità LGBT”) e che vanno accolti e amati, e quelle dei peccatori cattivi (“i Farisei”, “i mercanti del tempio”, “i dottori della legge” …oggi magari “i populisti” o i “tradizionalisti”) da respingere e evitare con cura.
    Mi pare comunque un pessimo risultato.

    1. Come dici, poniamo proprio per assurdo, perché quel che predica Padre Martin è il contrario:

      https://www.lifesitenews.com/blogs/eight-extreme-things-fr.-james-martin-just-said-about-catholics-and

      1) Church teaching on homosexuality isn’t ‘authoritative’
      2) A Catholic attending a same-sex ‘wedding’ is just like a Catholic attending a Jewish wedding
      3) Same-sex couples should be able to kiss during Mass: ‘What’s the terrible thing?’
      4) It’s very hard to oppose redefining marriage and not be ‘homophobic’
      6) Church teaching from 1968 is ‘old’ (si riferisce esplicitamente alla Humanae Vitae, specialmente per quanto riguarda la castità, sia tra coppie etero che “coppie” omosessuali)
      7) ‘Your love is beautiful’ (si riferisce all'”amore” omosessuale, con tutte le cose conseguenti)
      8) Being against gay “marriage” is like being racist

      Solo per citare alcuni punti salienti. E quindi quando parla di “conversione”, cosa intende?

  22. Coraggio,
    Abbi fede ‘ché Dio è presente sempre ed ha i suoi modi.
    Se penso che ha permesso che Suo Figlio fosse trattato ed ucciso in quel modo per la salvezza di noi tutti…
    allora mi ripeto in continuazione: “fidati di Lui, fidati di Lui”

  23. @tuc9162
    Ma il fatto che – dall’asilo in su, nella letteratura e nell’arte – oggi si sia bombardati di cultura gender rende la trattazione delle “famiglie arcobaleno” un obbligo: questo è il mondo che abbiamo, questo è il campo che dobbiamo arare.

    Una logica di ferro. Siccome anche la mafia, in varie modalità, fa parte del mondo in cui viviamo, per non parlare dell’aborto, allora ora, in eventi pertinenti, inviteremo a parlare anche un boss mafioso ed un medico abortista. Perché il punto chiave è che Padre Martin non parla di omosessualità: fa l’apologeta dell’omosessualità.

    Però alcuni partecipanti a questo blog dovrebbero onestamente ammettere…

    Guarda, non credo che i partecipanti a questo blog dovrebbero ammettere niente: qui stai ciurlando nel manico. Il fatto rilevante è che i testimoni di Courage e realtà simili sono stati seguiti con carità cristiana, ma tutti raccontano che gli è stata presentata sempre la Verità senza compromessi: quello che tu alludi essere una “chiusura”. E si sono convertiti, altro che fallimento: e accusano Padre Martin di essere un fallimento. Infatti io vorrei sapere da Padre Martin, ma anche dalla comunità di famiglie di Roma a cui appartiene la commentatrice di ieri sera, da quanto tempo operano e quante persone hanno convertito: e s’intende che la conversione non è semplicemente frequentare la Messa, ma aver cambiato vita e intrapreso un percorso di castità.

  24. Silvia

    Credo che nella bella testimonianza della coppia Cuorinuovi ci sia la risposta cristiana forte, spirituale e concreta, che vale a prescindere dall’orientamento sessuale e quindi vale proprio per tutti: vivere la castità.
    Credo che la Chiesa, da vera Madre, debba essere sempre disponibile ad accogliere e ascoltare i suoi figli ma anche coraggiosa ad accompagnare coloro che vogliono seguire Gesù a vivere la castità, ciascuno secondo il proprio stato di celibe o di sposato sacramentalmente (castità matrimoniale vissuta nell’apertura alla vita).
    É un dono da chiedere solo a Dio, un dono che è frutto di una conversione forte, un dono che amplifica la capacità d’Amare.

  25. cinzia

    Ma perché Padre Martin è ancora un sacerdote della Chiesa cattolica, lui che è contro il catechismo, la dottrina e il magistero della Chiesa? Perché viene invitato a parlare al meeting mondiale delle famiglie? Se Bergoglio non fosse d’accordo non ci andrebbe… per credere che non ne sa nulla o contrario bisogna essere davvero troppo ingenui! Perché non dico non è stato scomunicato ma almeno non è stato mandato a meditare in solitudine, in modo da schiarirsi un po’ le idee?
    Perché il sacerdote che a dicembre scorso ha detto durante una Messa che “io al credo non ci credo” continua ad essere al suo posto e a celebrare Messa?
    Perché invece don Pusceddu è stato fatto fuori?
    Perché chi svia i fedeli viene portato in alto o almeno lasciato al suo posto, mentre chi proclama la Verità di sempre viene perseguitato?

    Non ditemi che tutto avviene all’insaputa di papa Francesco…..
    Il Signore sicuramente avrà un disegno a noi ancora non chiaro, ma umanamente ci sono delle gravi responsabilità che non si possono nascondere o giustificare.

  26. Alessandro

    L’insegnamento di padre Martin è incompatibile con l’ortodossia cattolica, quindi padre Martin va richiamato all’ordine dai superiori, che, a beneficio dei fedeli, debbono impugnare e correggere autoritativamente i suoi errori; altro che concedergli la ribalta al meeting della famiglia.
    Chi gli concede la ribalta si macchia almeno di queste colpe:

    – più o meno surrettiziamente avalla l’eterodossia di Martin, con il fatto stesso di accordargli espressione pubblica
    – contribuisce a dare scandalo ai fedeli, molti dei quali saranno indotti a credere che le opinioni di Martin non siano incompatibili con il Magistero della Chiesa ma siano legittimamente difendibili da un cattolico ligio al Magistero
    – contribuisce a dare scandalo in particolare alle persone che presentano inclinazioni omosessuali, perché a) costoro saranno sospinte a ritenere che le opinioni Martin siano conciliabili con il Magistero cattolico; 2) costoro ricevono da Martin l’esortazione aberrante di persistere in uno stato di vita peccaminoso, e quinndi rovinoso per chi non se ne ritrae.

    In sostanza, devono intervenire il prefetto delle Congregazione per la Dottrina della Fede e il Papa per fermare Martin.
    Anche in mancanza di questo intervento, ogni Vescovo, cui incombe il dovere vincolante di provvedere alla salute del Gregge, è tenuto a riprovare e rettificare pubblicamente e inequivocabilmnete gli errori di Martin, a salvaguardia delle anime del gregge affidatogli e dell’anima di Martin stesso, che palesemente per la sua salute necessita di una vigorosa e pubblica correzione.

      1. Alessandro

        Grazie, Fabrizio!
        Sai che apprezzo la tua combattività e la meticolosità con cui ti informi e, poi, ci informi…

    1. maria Cristina

      a proposito si superiori.. ma dove sono i superiori di questa monaca di clausura che per due anni si è dedicata a tempo pieno alla politica ( indipendenza della catalogna) e ora ha deciso di tornare in convento?
      https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/07/15/news/catalogna_l_ultima_battaglia_di_suor_teresa_paladina_dell_indipendenza-201866141/

      La monaca benedettina ( povero san Benedetto se tornasse sulla terra!) naturalmente si dice a favore del matrimonio gay che deve diventare un sacramento . Fra lei e Padre Martin è senz’altro più radicale la monachella:
      “Credo che il matrimonio omosessuale debba essere riconosciuto come un sacramento perché ciò che costituisce il sacramento del matrimonio è ciò che questo particolare legame umano ha in comune con la vita della Trinità e la vita della Trinità non ha nulla a che fare con la complementarietà di genere o sessuale e niente a che fare con avere figli (…)».

      Dove sono i superiori preposti a vigilare sulle congregazioni religiose? Tutti impegnati a perseguitare i Francescani dell’Immacolata perchè celebrano Vetus Ordo?

      1. @Maria Cristina
        Sono impegnati a devastare gli ordini religiosi sani (come p.es. i FI da noi; ma p.es. il card. Marx si sta dando molto da fare in Germania) o a riformare gli statuti: per esempio, pare che nel nuovo statuto dell’Ordine delle Vergini Consacrate ci sia scritto che non sarà più necessario essere vergini per farne parte.

        https://www.catholicculture.org/culture/library/view.cfm?recnum=11911

        Dico “pare” perché in realtà non si capisce bene: il problema sarebbe in un paragrafo specifico che “appare intenzionalmente involuto e confuso”… Ormai questo è il marchio di fabbrica.

        Comunque a molti nella neoChiesa la castità dà molto fastidio: nelle coppie, nei giovani, nei consacrati… e l’anno prossimo sarà il turno dei preti.

      2. Giorgio Salzano

        La confusione regna sovrana. Povera monaca, che non trova nessuna superiora o assistente spirituale che la corregga. E’ ovvio che in Dio non ci sono le differenze di genere, maschio e femmina, così come noi le conosciamo sensualmente. Ma basta un po’ di astrazione per riportare queste differenze all’amore come agape, ovvero come dono. Possiamo vedere che nelle relazioni sessuali di uomo e donna c’è chi dà e chi riceve, dandosi così a sua volta come spazio fecondo che porta frutto. Così intesa come dono la sessualità umana ha potuto essere utilizzata come analogia delle relazioni trinitarie. Analogia certo non facile da esplicitare, ma che evoca differenze di “persone” tra le quali è tutto un dare e ricevere fecondo di vita. “Fecondo” appunto, contro la costitutiva infecondità di un amore che non conosce più differenze personali, tutte ridotte al gelido “pleroma”, per dirla con gli gnostici, di un essere chiuso in se stesso.

  27. Giorgio Salzano

    Mi permetto di rinviare a un mio articolo, di cui CamparieDeMaistre ha pubblicato sabato la prima parte e pubblicherà presto la seconda, intitolandolo “Filosofia famiglie e confini negati”. Riassumo in breve: non c’è famiglia se non da famiglie, Non abbiamo dunque uomini e donne in astratto, che provino attrazione indifferentemente gli uni verso le altre o tra di loro, ma sempre uomini e donne definiti da una loro identità familiare, che lasciano la famiglia di origine per formarne una nuova. La costituzione in questo modo delle parentele è sempre stata paradigmatica di tutte le relazioni umane, che sempre comportano il superamento di confini (come quelli definiti per le famiglie dal tabù dell’incesto) per venirsi incontro reciprocamente nella comunicazione. L’universalizzazione cristiana dell’amore non significa quindi la negazione dei confini in una generale indifferenziazione, inclusa quella di uomo e donna, ma l’affermazione di una possibile universale estensione del loro superamento. Ma sembra che la differenza fra le due cose si sia alquanto appannata nella chiesa di oggi. Per cui al suo stesso interno si teme di apparire chiusi quando si afferma l’esigenza dell’apertura a chi è diverso, come lo è il maschio dalla femmina, laddove chiuso è in effetti chi si si mantiene presso l’identico, maschi con maschi e femmine con femmine.

  28. Antonio Spinola

    A latere, della riflessione sulla famiglia del prof Salzano (in attesa del seguito) mi ha molto colpito questa sottile osservazione:
    «Raccontiamo tranquillamente la storia di una figura mitologica denominata “l’uomo”, che sarebbe emerso nudo dalla terra e si sarebbe quindi fatti degli abiti […] Peccato che l’uomo di cui così raccontiamo […] non trovi riscontro nelle testimonianze degli uomini, che sempre attestano […] di come hanno acquistato gli abiti di società, di conformarsi con questi a dettami che li precedono, che non si sono perciò inventati ma hanno appreso.»

  29. Steli1969

    Adesso non ditemi che le alte sfere e chi tra le alte sfere dovrebbe fungere da depositum Fidei, non sapeva o non avrebbe potuto sapere, non è intervenuto, malgrado avrebbe potuto e dovuto farlo….ora, vi chiedo se con Papa Woytiwa o Papa Ratzinger avremmo assistito a uno scempio di queste proporzioni. Ma tant’e’ andiamo avanti pure così nell’indifferenza e il buonismo generale. Complimenti

  30. Questo post appena pubblicato da Silvana De Mari tocca anche altri temi, ma mi pare pertinente per quanto riguarda la questione delle “aperture” e del “dialogo” anche su quanto ci stiamo dicendo.


    E visto che ci sono approfitto dell’occasione per rispondere a una domanda che negli ultimi tempi mi fanno in continuazione : come faccio a essere così stronza? Mi scuso per il termine molto crudo , ma sono esattamente queste le sillabe scritte in mezzo alle miriadi di “ti vedrò squartata al tg 1 ( ma perché sempre il TG1?)” e “sei vecchia e sempre più brutta”. Bimbi, ho 65 anni: i 65enni sono così.
    Come fai a essere così stronza? Che domanda ridicola. È evidente. Mi alleno. Tutti i giorni e con un determinazione eroica. O avete forse pensato che una stronzaggione di livello professionale come la mia possa essere frutto di solo talento o del caso.
    Talento ne avevo poco. Sono nata intelligente e buona: sono stata atea per decenni, femminista, terzomondista, pauperista e entusiasticamente a favore dei diritti della minoranze, tutte, incluse orientamenti sessuali. È con una forza di volontà di acciaio che sono diventata stronza, che ho imparato a decodificare i messaggi nascosti, a capire la manipolazione, il dannato messaggio manipolatorio su cui posa vittimismo cronico: (come puoi essere così cattivo, mi hai fatto la bua al cuoricino) il dannato messaggio della sofferenza. La mistica della sofferenza. Il dolore non annulla la colpa, non la attenua nemmeno. È la vergogna che permette la redenzione. È dalla vergogna che passa la via della vera gloria, che è, appunto, la redenzione, quindi il perdono. Per chi ha dei dubbi, vale la pena di rileggere ii Promessi Sposi, e concentrarsi sul personaggio di Fra’ Cristoforo che è un ex assassino per motivi idioti, e che è arrivato al pentimento attraverso la preziosa vergogna. È ignobile la misericordia low cost senza pentimento, e anzi con ulteriore bagno nel vittimismo, con il carnefice che mentre il sangue delle vittime è ancora caldo mostra il suo cuoricino spezzato: non è stato integrato, non si è sentito amato, compreso. Il dolore, la sofferenza è la trappola della comunicazione manipolatoria. Bisogna allenarsi per non caderci. Tutta la civiltà attuale è basata sul vittimismo e la manipolazione. Un colpevole sofferente è un colpevole, come Don Rodrigo che muore di peste.
    Vi porterà a essere schiavi o morti, il delirio che gli uomini siano fondamentalmente buoni e che il dialogo risolva tutto. È falso. E ora do’ una notizia a tutti. Importiamo a nostre spese centinaia di migliaia di uomini forti e giovani in età militare, al 90 % tra i 15 e i 45 anni. Appartengono a un popolo che non ci ama, nessuno si faccia illusioni. Non è impossibile che tra pochi anni avremo la guerra civile nelle strade. Ci sono ancora i margini per evitarlo, e le possibilità che non succeda sono ancora maggioritarie, ma potrebbe succedere. Imparate a essere stronzi. Imparate a costruire muri. Imparate a costruire muri fisicamente. Durante le vacanze fate lo stage di muratore. Se scoppia una guerra nucleare o anche non nucleare occorrerà ricostruire. Se scoppia una guerra civile la capacità di tirare su un muro perché noi e nostri figli possiamo stare al sicuro, potrà essere quello che fa la differenza. Piantiamola di dire “non modificheremo il nostro stile di vita”. Invece lo modifichiamo. Impariamo a costruire muri.
    Silvana De Mari

  31. cinzia

    Ma come è possibile che sacerdoti che dicono cose contrarie al catechismo, al Magistero e a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato possano rimanere al loro posto e parlare pubblicamente come rappresentati della Chiesa di Dio?
    Non è che c’è qualche problema con le alte gerarchie (a partire dalla più alta?)

  32. Giudici.
    Sono d’accordo.Se per amare il prossimo debbo fingerlo buono, vuol dire che il mio amore e’ finzione. Del resto chi ama tanto i lontani, di solito detesta i vicini che, non pensando come lui, sono considerati cattivi.
    Pero’ il problema del male non puo’ lasciare nessuno con la coscienza a posto, perche’ ne siamo tutti corresponsabili. Nostro Signore ha vinto il male amando i nemici fino a morire per loro. La prima esigenza e’ quindi di mettersi al suo seguito. Dopo, almeno in senso logico, viene quella di denunciare l’errore; magari saremmo sempre considerati duri di cuore, ma almeno sapremo che non e’ vero, o almeno che e’ vero solo nella misura in cui il cammino da fare e’ , come sempre, ancora lungo. Nella denuncia dell ‘errore non puo’ mancare anche la prospettazione dei rimedi necessari anche a difesa dei piu’deboli.
    Il disastro che anche nella chiesa si manifesta, sara’ allora una delle prove che il Signore ci riserva e non un’occasione di risentimento o di sgomento.

  33. Incontro mondiale delle famiglie? No grazie

    http://www.aldomariavalli.it/2018/07/17/incontro-mondiale-delle-famiglie-no-grazie/

    Questo mi era sfuggito (o me n’ero dimenticato: con tutta questa melma, il cervello probabilmente reagisce cancellando):

    Nel sito del Lumen Fidei Institute (https://www.lumenfidei.ie/) viene proposto un video che oltre a illustrare la “falsa e anti-cattolica ideologia LGBT” sostenuta da padre Martin mostra la drag queen Conchita Wurst (alias Thomas Neuwirth) mentre parla nella cattedrale di Vienna dopo un sermone del cardinale Schönborn. Al che nel video segue una domanda: “È questo ciò che volete vedere e ascoltare dalla Chiesa? O preferite il magistero fondato sulla verità di Gesù Cristo?”.

  34. Luigi

    Credo che di fronte a questa chiara deriva neomodernista della Chiesa, di molta gerarchia e di molti sacerdoti e religiosi, le parole e gli articoli su siti o blog ormai non servano più a nulla. Questo treno è partito a palla e non si fermerà se non di fronte ai fatti concreti e a “scioperi” dei cristiani che non condividono tutto ciò.
    Ad esempio, disertare in massa il convegno. Solo questo darebbe la sveglia a Papa Francesco e soci.
    Da quanto ho letto su Aldo Maria Valli, un gruppo di sacerdoti irlandesi boicoteranno l’incontro.

  35. teresa grandi

    Bravo Luigi, sono d’accordo: BOICOTTARE L’INCONTRO!
    Non ne possiamo più… basta… quando ce vò ce vò!

  36. Steli1969

    Fatti e non parole, pienamente d’accordo…boicottiamo l’incontro dando le ragioni di questa resistenza passiva che forse è l’unica linea argomentativi rimastaci. Resta l’amaro di una deriva di tali dimensioni per cui saremmo prima o poi chiamati a tornare nelle Catacombe e testimoniare con il sacrificio la vera Fede trasmessaci dagli Apostoli certi e lieti della promessa che ci è stata confermata…non prevalebunt

    1. Permettetemi solo la nota pignola: suggerisco di non usare i termini “sciopero” e “boicottaggio”, sia perché le parole sono importanti, sia per non dare ai turiferari appigli pretestuosi. Mi sembrano perfette le parole sopra riportate da Valli, tradotte dal sito irlandese:

      “È questo ciò che volete vedere e ascoltare dalla Chiesa? O preferite il magistero fondato sulla verità di Gesù Cristo?”.

      In sintesi: un cattolico vuol sentire la parola di Cristo, pertanto non va dove si pronunciano parole opposte ai suoi insegnamenti. As simple as that.

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