di Costanza Miriano
Credo che l’invito di James Martin al World Meeting of Families di Dublino sia un grave torto che viene fatto alle persone con tendenza omosessuale che cercano Dio (la seconda parte della frase del Papa sempre omessa nelle citazioni), le quali già hanno la loro grande parte di fatica, e hanno bisogno di tutto tranne che di confusione. A coloro che cercano Dio provando attrazione verso lo stesso sesso non servono attivisti, persone che accusano la Chiesa e che li incoraggiano a restare dove stanno senza fare un cammino, senza individuare una meta né una direzione certa.
James Martin infatti è un militante omosessualista che non parla di castità (non vorrei sbagliarmi, ma nel suo libro non mi è parso di vederla neppure citata di striscio), ascesi, preghiera, mentre invece parla molto, direi esclusivamente di cattiveria della Chiesa. Ora, se certo alcuni uomini di Chiesa potranno anche aver bisogno di imparare a guardare al tema diversamente, la causa della sofferenza delle persone con attrazione verso lo stesso sesso non è certo da cercare lì, come invece il saggio di Martin ribadisce a ogni pagina.
A chi ha davvero a cuore la vera, profonda felicità delle persone che cercano Dio, qualunque inclinazione abbiano, non serve la propaganda dei militanti, serve la verità detta con un amore che si chini davvero sulle loro ferite, per curarle, non per rivendicare qualcosa dando la colpa alla cattiveria altrui. Serve un amore personale, perché l’amore, come Dio, conta solo fino a uno, e non può mai essere una questione di categorie. Le persone omosessuali che conosco sono addolorate dalla presenza di Martin a Dublino, perché la Chiesa è – era? – l’unica voce che dice loro la verità con amore, e vedere che vengono promosse certe letture ideologiche e militanti della loro condizione li fa sentire lasciati soli. Già il mondo legge la loro condizione di sofferenza invitandoli solo a rivendicare la libertà, se anche la Chiesa si mette a dire le stesse cose, chi li aiuterà? Se il sale perde sapore, a che serve? Se al Forum l’unico a parlare del tema sarà uno che critica apertamente e continuamente il Catechismo, proprio come un qualunque redattore di Vanity Fair, cosa devono pensare?
Spero che chi ha fatto pressioni per questa presenza a Dublino si ravveda, o che chi è sopra di lui fermi questa operazione che fa torto e addolora i più fragili. E addolora anche i tanti cattolici che stanno al loro fianco, e le famiglie.
Riepiloghiamo i fatti: James Martin è un gesuita autore di best sellers americani e molto attivo nella comunicazione, ospitato volentieri soprattutto da testate ed emittenti ostili alla Chiesa (New York Times, CNN), da tutto quel mondo che contesta la visione dell’uomo che la Chiesa nel suo grande amore all’uomo propone. È un militante “lgbt”. Uso questo acronimo, secondo me offensivo, perché lui invece ci tiene molto, tanto da scrivere un libro proprio per difendere e diffondere questa espressione. L’idea che sta al fondo del libro è prima di tutto lottare perché questa espressione sia accettata dalla Chiesa. Il fatto è che la Chiesa invece, da buona madre, si rifiuta invece di definire i propri figli in base all’orientamento sessuale. E’ come se io etichettassi i miei figli in base a un singolo loro disordine: il pigro, l’ansiosa, la capricciosa e il superficiale. Io so che i miei figli hanno anche queste inclinazioni, ma so che loro sono molto, molto di più, sono persone, e cerco di guardarli sempre con occhi di madre, cioè nella certezza – va be’, a volte è solo una speranza – che lavorino sul loro carattere, che maturino e soprattutto che incontrino Dio per la loro particolare, unica strada. Strada che, ne sono certa, passerà anche dalla loro ferita, dalla loro fatica nel combattere il disordine. Tutti ne abbiamo qualcuno, si chiama peccato originale, ed è vero che Martin – mi spiace ma non riesco a chiamarlo padre – ha detto che il Catechismo della Chiesa cattolica può indurre al suicidio (può uno così parlare a nome della Chiesa?), ma a me invece il pensiero della redenzione di Cristo che salva dal peccato mette al contrario tanta voglia di vivere, mi solleva dal peso della mia fragilità.
Martin, che è anche consultore della Segreteria per la comunicazione, comincia il suo libro con una specie di bugia elegante e sottile, ma pur sempre una bugia, e se questo non è proprio estraneo a chi lavora nella comunicazione, dovrebbe esserlo per un sacerdote. Comincia dicendo che ha deciso di scrivere il suo libro perché dopo la strage del 2016 nel locale di Orlando frequentato da persone omosessuali la Chiesa espresse solidarietà, sì, ma non usò la parola “lgbt”. Da come scrive il gesuita, invocando solidarietà per la comunità “lgbt” lascia intendere che la strage fosse motivata da una fantomatica omofobia. Invece poi si scoprì che l’autore voleva vendicarsi dei suoi amanti perché temeva di avere contratto l’HIV da uno di loro (altro dato taciuto: il virus è diffuso soprattutto tra gli omosessuali). Quindi uno che gli omosessuali li “amava”, e non li odiava di certo. Avrei qualcosa da dire invece sull’uso della parola di comunità: non credo che persone che frequentano un locale notturno possano solo per questo essere definite comunità, come non userei il termine per i frequentatori di locali per incontri intimi. La comunità è molto di più che bere insieme e organizzare incontri sessuali tra estranei.
Indipendentemente da questo, la Chiesa esprime solidarietà verso le persone, non verso le sigle, e non è che possa fare solenni messaggi di cordoglio tutti i giorni, visto che 215 milioni di cristiani sono perseguitati ogni anno, e 9 uccisi OGNI GIORNO (una strage di Orlando a settimana, e in questo caso non per contagi di virus, ma per il nome di Cristo). Invece, parlando della strage, Martin afferma che “è la Chiesa istituzionale che ha fatto in modo che i cattolici LGBT si sentissero marginalizzati”, lasciando intendere in un colpo solo che: a) le persone con attrazione verso lo stesso sesso non sono felici, non per il loro disordine ma a causa dello stigma sociale b) di questo è responsabile la Chiesa c) in fondo in fondo se in questo clima di odio poi qualcuno spara alla fin fine un po’ è colpa anche della Chiesa (non importa se il killer amasse gli omosessuali, la colpa è comunque sempre dei cattolici rigidi).
La soluzione per Martin? Cambiare la Chiesa, la dottrina, il Catechismo. Per questo trovo gravissimo che il gesuita, grazie ai suoi buoni uffici nella gerarchia, sia stato invitato al World Meeting of Families a Dublino in agosto (personalmente questa scelta mi ha tolto dagli impacci della decisione: io non andrò): credo sia un torto verso le persone che cercano Dio, e lo cercano nella loro fragilità non negata ma anzi via privilegiata per l’incontro con il Signore.
Proviamo a rispiegare la cosa dalle basi. Secondo Martin la dottrina della Chiesa è “inutilmente offensiva” (testuale!), e io mi chiedo perché mai uno decida di diventare sacerdote di una Chiesa cui non aderisce. Poteva farsi protestante, lì la posizione è ben diversa. Ma leggiamo le parole della Chiesa per intero, mentre il gesuita slealmente cita solo l’aggettivo, disordinata. Il Catechismo è invece di una delicatezza estrema: “questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita… sono chiamate alla castità…e alla perfezione cristiana”. Altro che discriminazione, la Chiesa chiama le persone con attrazione verso lo stesso sesso alla perfezione, come ognuno di noi, ognuno non a dispetto ma proprio a partire dalla propria fragilità.
Ma per capire la differenza tra accompagnare verso una meta e accompagnare a zonzo, proviamo a sostituire all’omosessualità, tema su cui ormai la propaganda ci ha fatto il lavaggio del cervello da ogni palco testata canale schermo pagina, il problema del rapporto con i soldi e dell’avidità, che è forse un tema su cui la sensibilità contemporanea è, in teoria, concorde (cioè almeno a parole la condannano tutti). Esempio. C’è una persona che tende ad accumulare denaro. Il peccato per la Chiesa non è che desideri il denaro – i sentimenti non assecondati non sono peccato – ma che obbedisca attivamente a questo desiderio nella pratica, e quindi non scucia il becco di un quattrino. Anche se gli passa vicino uno che sta morendo di fame lui non ce la fa proprio, non gli dà una briciola di pane. La Chiesa dovrebbe andare dal ricco, fargli pat pat sulla spalla? Dirgli non ti preoccupare, non è colpa tua se sei avaro? Continua così a non dare nulla, se è così che ti senti? Dovrebbe dire, a dar retta a Martin, “poverino, come sono cattivi gli altri! Ti dicono che sei avaro? Ma questa è avarofobia! Sei discriminato! Se tu proprio senti questo desiderio non ci puoi fare niente, non lo devi combattere! Anzi, costruiamo un ponte fra te e gli avarofobi, in modo che tu possa continuare a fare una cosa che fa male a te, alla tua anima, alla tua vita e anche al prossimo, e che non ti senta discriminato”?
Forse così è più chiaro perché non si può accompagnare uno affinché rimanga nella sua ferita – ogni disordine è una malattia spirituale, non una colpa, mentre è una colpa l’adesione consapevole e volontaria con le azioni – , ma va accompagnato affinché la superi. Come mi ha detto Daniel Mattson quando è venuto a cena a casa mia (Dan, ti aspetto per rifarti le patate con salvia e coriandolo!), il punto non può essere solo ed esclusivamente l’accompagnamento: uno può essere accompagnato anche sul ciglio di un burrone. Quindi non basta accompagnare, occorre farlo verso una meta.
Nel suo libretto – non è dispregiativo, sono meno di 80 pagine, diverse delle quali di citazioni bibliche, da cui è espunta le Genesi, fondamento dell’antropologia cristiana, con il suo “maschio e femmina, a sua immagine” – Martin sostiene che la Chiesa “insulta, calunnia e persino licenzia” le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso. Io pensavo che i Gesuiti fossero l’élite intellettuale della Chiesa, per cui ero armata di pazienza e matita, credendo di dover rileggere tre volte. Invece la pochezza delle argomentazioni mi ha permesso di percorrerlo velocemente: una rassegna piuttosto semplice dell’armamentario vittimista. Credo che a renderlo oggetto di curiosità sia stata solo l’identità dell’autore (un prete che parla contro il Catechismo è sempre una goduria per il mondo).
Al contrario io conosco tante persone che si sentono accolte e ascoltate solo dalla Chiesa, e conosco l’apostolato generoso di Courage, conosco sacerdoti che passano la vita in confessionale ad abbracciare e accogliere senza giudicare. Oppure forse si riferiva al Papa, che ha detto che se c’è il sospetto che una persona ha un’inclinazione omosessuale non può entrare in seminario? Vorrà contraddire persino il Papa? Vogliamo dimenticare che molto spesso (nell’80% dei casi) i casi di pedofilia sono casi di omosessualità, cioè l’oggetto degli abusi sono giovani maschi adolescenti, non bambini?
Il punto vero è che abbiamo bisogno di preti virili, di una Chiesa virile, capace di educare, mettere paletti, insegnare il senso della realtà, che è il compito di un padre. Per questo il Papa dice che chi prova attrazione verso lo stesso sesso non ci deve neanche entrare in seminario.
Infine, non conosco la storia personale di Martin e non voglio giudicare lui. Non conosco la sua storia né le sue sofferenze. Ma conosco delle persone omosessuali che si aggrappano alla roccia delle parole della Chiesa, invece che accusarla. Persone che invece che parlar male dei preti (è come il nero, va su tutto) ascoltano la verità che è scritta dentro i loro cuori per cominciare un cammino verso la felicità. Davvero, loro non si meritano che Martin vada a parlare di loro a nome della Chiesa a Dublino. Voglia il cielo che ci sia un prete virile capace di impedirlo.
Parole bellissime… Fresche e pure… Come acqua di sorgente
chi l’ha chiamato a dublino?
grazie, cara Costanza, come sempre, riesci a dire le cose vere, semplici (anche ovvie…) in modo serio e corretto, assolutamente accettabili, davvero speriamo ci sia chi, in alto, ha la possibilità di “rimediare” al programma di quel incontro delle Famiglie
La barra è ben salda…leggiamo il discorso di ieri del Papa alla delegazione del Forum delle Associazioni Familiari ….
Il discorso è stato bellissimo ma Martin NON può parlare a Dublino, punto.
A proposito di gesuiti, due anni fa ho cancellato l’abbonamento all fu Civiltà Cattolica. Dopo un anno mi hanno offerto di rinnovarlo a poco più della metà. Se la tengano
Una riflessione che non fa una piega. Tanta confusione e buonismo dannoso circolano in maniera veramente preoccupante nella nostra Chiesa mentre il nostro parlare dovrebbe essere “si sì no no”. Nella carità e nella verità. Signore dacci il coraggio di una autentica testimonianza!
infatti il punto è proprio,come sottolinea la Miriano, che non deve andare a parlare a dublino.
il generale dei gesuiti o chi per lui possibile che non si accorgano dell’enormità della questione?
Se ne accorgono, eccome. Il punto è che l’enormità è voluta, non è una svista. E, con tutta evidenza, è voluta dal papa.
Il generale dei Gesuiti chi? Quello che “non possiamo sapere cosa disse veramente Gesù perché all’epoca non c’erano i registratori?”
@ vale
Il generale dei gesuiti?
L’intervento di Fontana sulla BQ di oggi credo aiuti a capire la questione nel suo complesso.
eh,ma era una domanda retorica. il giochino pare il solito; viene mandato avanti qualcuno a forzare la prassi ( in termini marxisti. pastorale in termini cattolici ) per poi adeguare l’interpretazione della dottrina. che ,ovviamente non muta. ma si adegua..
Cardinal Sarah su James Martin:
http://www.lanuovabq.it/it/sarah-condannalomoeresia-delgesuita-martin
http://catholicherald.co.uk/news/2017/09/01/cardinal-sarah-critiques-fr-james-martin-on-homosexuality/
…avarofobia: grande come al solito!!
Stendiamo un velo pietoso su Martin, che temo sia parte in causa. Il punto è questo :
“Il punto vero è che abbiamo bisogno di preti virili, di una Chiesa virile, capace di educare, mettere paletti, insegnare il senso della realtà, che è il compito di un padre. Per questo il Papa dice che chi prova attrazione verso lo stesso sesso non ci deve neanche entrare in seminario.”
Don Giussani disse una volta che per essere preti bisogna prima essere uomini.
Che dire! Brava Costanza!Pienamente d’accordo. Esprimi quello che pensiamo noi molti, purtroppo, anche tanti che si dicono cattolici, dicono che siamo senza carità e senza rispetto per gli altri!
Concordo con Costanza. Tutti a criticare la pedofilia nella Chiesa, quando si sa che più di pedofilia si dovrebbe parlare di efebofilia. E inoltre guardiamo al sesso delle vittime per capire che il problema è proprio l’omosessualità “nell’80% dei casi”.
Omo o etero, in ogni caso il problema è da gestire e non certo da insabbiare. Anche se non riconosciuto, Papa Benendetto XVI ha fatto tanto….
Papa Francesco, mi dispiace dirlo, troppe volte non è stato chiaro e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
C’è però una cosa che mi domando. Ma questi sacerdoti che dicono il contrario di quel che la Chiesa ha sempre insegnato, e che contribuiscono a creare tanta confusione nei fedeli, portandoli su strade sbagliate, perché continuano ad essere lasciati dove sono, e non vengono spediti a fare qualche periodo di riflessione lontano dai fedeli? Perché continuiamo ad avere in ruoli di spicco sacerdoti (che sia vescovi, sacerdoti, priori o altro poco importa) che contestano apertamente il Catechismo e non vengono ripresi? A parte il fatto che se non sono d’accordo con quel che il Catechismo insegna forse dovrebbero essere loro per primi a cambiare “mestiere”!
E qui, mi dispiace, ma i vertici hanno una responsabilità enorme. Anziché distruggere i Francescani dell’Immacolata, o chiudere la Fraternità sacerdotale dei Santi apostoli in Belgio per troppe vocazioni…. forse dovrebbero cominciare a fare pulizia dei tanti rappresentanti della Chiesa che predicano in contraddizione di quel che la Chiesa ha sempre insegnato.
Bellissimo, chiarissimo e appassionatissimo articolo! Mi piace cogliere alcuni spunti particolari.
“Spero che chi ha fatto pressioni per questa presenza a Dublino si ravveda, o che chi è sopra di lui fermi questa operazione che fa torto e addolora i più fragili. E addolora anche i tanti cattolici che stanno al loro fianco, e le famiglie.” Ecco, sembra strano anche il luogo dove questo signore dovrebbe parlare: un incontro per famiglie… Possibile che un ministro giallo-verde debba essere più chiaro e ortodosso di un frate?
“L’idea che sta al fondo del libro è prima di tutto lottare perché questa espressione sia accettata dalla Chiesa. ” Come al solito, per far passare una nuova linea, si modifica la lingua, come già messo in evidenza brillantemente da diversi autori del ‘900 (mi pare anche Orwell).
“Martin – mi spiace ma non riesco a chiamarlo padre – ha detto che il Catechismo della Chiesa cattolica può indurre al suicidio (può uno così parlare a nome della Chiesa?), ma a me invece il pensiero della redenzione di Cristo che salva dal peccato mette al contrario tanta voglia di vivere, mi solleva dal peso della mia fragilità.”
Questo è proprio il bello della nostra religione! Parlare di suicidio per una correzione indica non aver capito nulla (probabilmente neppure come protestante potrebbe andare, ne conosco di più vicini a questa linea).
“La soluzione per Martin? Cambiare la Chiesa, la dottrina, il Catechismo.” Non vorrei parere arrogante, permettendomi di correggere l’Autrice, ma aggiungerei anche le Scritture….
Ottimo, poi, il passaggio dall’omosessualità all’avidità: complimenti!
@Fabrizio GIudici:
potevano i tipi di UCCR non difendere a spada tratta Martin?
No, non potevano…
A cosa ti riferisci, Kosmo ? Non ho trovato traccia di difesa dell’indifendibile Martin sul sito di Uccr, almeno nell’articolo in tema.
Comunque, trovo stucchevole questo loro continuo contrapporre tradizionalisti e modernisti, mischiando cose ragionevoli e irragionevoli, come se il cristianesimo fosse una lotta tra fazioni.
Trovo che la posizione di Costanza, che dice la sua, eccome se la dice, sia più interessante, senza stare sempre a soffiare sul fuoco delle divisioni nella Chiesa.
A cominciare da qui in giù:
h**ps://www.uccronline.it/2018/06/17/il-papa-famiglia-solo-tra-uomo-e-donna-ecco-come-reagiranno-polemisti-e-falsi-adulatori/#comment-191737
Avrò letto di fretta, ma non mi pare di aver letto alcuna difesa del Martin.
Oh beh…
E’ molto probabile che la Bussola racconti balle, come spesso ha fatto. E si sa che la Bussola copia spudoratamente dal portale Lifenews, senza citarlo. E si chiama plagio.
La questione è che senza link diretti a tali presunti articoli/conferenze/interviste/video come si fa a verificare? Come ti ho dimostrato chiunque può inventarsi citazioni e date, magari eventi realmente avvenuti ma totalmente stravolti dai protestanti cattolici.
Ho provato a fare quello che avresti dovuto fare tu, cercando fonti. Ne è uscito ben poco che vada oltre a Lifenews.
Ho invece trovato un articolo su First Things, il portale dei cattolici statunitensi (leggermente più attendibile…), in cui il vicedirettore del Catholic Herald (altro importate sito web cattolico) riflette sui critici di padre Martin spiegando che non ha mai detto nulla contro la dottrina cattolica, seppur confermi la sua ambiguità.
Riporta anche un’email di padre Martin, che ti ho tradotto: “Building a bridge” (il libro di Martin) non sfida l’insegnamento della chiesa. Altrimenti, non avrebbe ricevuto l’approvazione formale ecclesiale (Imprimi Potest) dei miei superiori gesuiti; né avrebbe ricevuto l’approvazione di due cardinali, tra cui un funzionario vaticano e diversi vescovi. Del resto, nemmeno io sfido l’insegnamento in chiesa. Il libro non tratta intenzionalmente le questioni della moralità sessuale, dal momento che volevo concentrarmi sulle aree di possibile comunanza tra la chiesa istituzionale e i cattolici LGBT. Perché un libro che incoraggia “rispetto, compassione e sensibilità”, come chiede il Catechismo, deve essere visto solo attraverso la lente del sesso? Non tutto deve essere visto con questa lente”. https://www.firstthings.com/web-exclusives/2017/10/fr-martin-does-not-actually-say
Mi sembra che la questione sia il solito polverone tradizionalista verso chi tenta (o azzarda, meglio) nuove strade di evangelizzazione, andando a recuperare il vasto mondo dei cattolici gay. Sicuramente c’è il rischio di aprirsi troppo e risultare ambigui. Ma la demonizzazione a prescindere, senza informarsi direttamente (come nemmeno hai fatto tu) è letale…è quanto accaduto al vescovo Camisasca recentemente…insultato solo per aver accettato di parlare con i gay cattolici. Chiamato “eretico”, lui che ha avviato il più fecondo seminario italiano, cioè la fraternità san carlo di Roma.
No, gli articoli esistono solo su Lifenews e rimandano ad altri articoli più vecchi di Lifenews, fino a video lunghissimi del 2003 che non ho intenzione di ascoltare tutti.
Come ho scritto mi basta questo articolo dei conservatori cattolici americani First Things, che assicura che padre Martin non ha mai detto nulla contro la dottrina cattolica (seppur ci sia arrivato vicino, un po’ come il card. Martini). https://www.firstthings.com/web-exclusives/2017/10/fr-martin-does-not-actually-say
Altro che Bussola quotidiana 😉
Completamente d’accordo con Pier! Se prima non si crea un rapporto di stima reciproca non serve a nulla ribadire continuamente al peccatore che sta sbagliando. Tu avrai anche la coscienza pulita e il gioco ti sarà facile (molto più complesso costruire una relazione con il peccatore!!), ma lui si allontanerà sempre di più.
Invece, prima si entra in rapporto con l’eventuale “peccatore” come dice lorenzo (dimenticando che lui stesso non è esente dal peccato), cercando di salvare il salvabile. Ed è la fase più delicata perché bisogna stare attenti a non diventare complici del peccato, venendo dall’altra parte bersagliati dai tradizionalisti bigotti e farisei. La seconda fase è cominciare a correggere la rotta del “peccatore” che sarà meglio disposto a seguire la proposta in un rapporto di amicizia e stima, piuttosto che davanti a un dito puntato.
Il metodo della Bussola Quotidiana (per indicare il metodo dei “tradizionalisti” in generale) è fallito e controproducente, si ripetono con arroganza concetti giustissimi ma senza carità e senza misericordia. Così l’altro non lo si incontra mai e resta un dialogo tra sordi, le posizioni si polarizzano.
Il metodo di padre Martin è in teoria corretto, o comunque in buona fede. Non conosco bene la situazione però mi fido dei neoconservatori americani (first things) che dicono che è rimasto nei confini cattolici. Dovrà stare molto attento a creare questo ponte con gli omosessuali credenti senza cadere dall’altra parte e finora sembra essere riuscito. Di certo la persecuzione che riceve dalla Bussola e dai farisei bigotti non lo sta aiutando affatto.
Scusa, Kosmo, ti riferisci ai commenti ? Ma quelli non sono “uccr” !
I commenti non li leggo, sono infestati da troll, ma l’articolo è fatto bene, tranne quel rimestare sul torbido che , a mio parere, è fastidioso e controproducente per la causa cristiana.
Se ancora non ho capito, lascia stare, non fa niente.
Comunque, trovo stucchevole questo loro continuo contrapporre tradizionalisti e modernisti, mischiando cose ragionevoli e irragionevoli, come se il cristianesimo fosse una lotta tra fazioni.
Sono espressione della “nuova” CL, e ho detto tutto…
“non parla di castità (non vorrei sbagliarmi, ma nel suo libro non mi è parso di vederla neppure citata di striscio)”: nell’introduzione alla seconda edizione martin scrive (traduco dall’inglese): “l’opinione della Chiesa Cattolica sulla questione è chiara: i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso sono inammissibili”.
Premesso che non sono d’accordo su tutto quello che Martin scrive, però una domanda mi rimane: quanti di voi hanno letto questo libro?
Costanza l’ha letto tutto, sono solo 80 pagine.
Perfetto! Proprio perché sono poche pagine la invito a rileggere il capitolo dedicato al rispetto che la comunità lgbt dovrebbe portare alla Chiesa Cattolica (giusto per smentire il fatto che secondo Martin il problema è solo ed esclusivamente in seno alla Chiesa). Ma in generale, compatibilmente con gli impegni, darei una rilettura un attimo più approfondita a tutte le 80 paginette, magari proprio con quella matita forse riposta troppo rapidamente.
Un saluto
Il rispetto può essere formale (di facciata) o materiale (di contenuto). Se il rispetto é solo formale non si va da nessuna parte e si rischia di diventare ipocriti.
Le domande che dobbiamo porci sono due: chi ha invitato il gesuita Martin? Il Papa é d’accordo?
Alla fine più che le parole, contano i fatti.
Ergo se il Santo Padre dice una cosa e ne fa un’altra qualcosa non va.
Spero di sbagliarmi.
Buona sera
Antonio
Siamo di nuovo allo slippery slope.
Lo scivolamento avviene per tappe sul seguente piano inclinato:
– Si comincia col riconoscere un disordine in contrasto con la dottrina.
– Si prosegue individuandone qualche marginale aspetto positivo.
– Si avverte poi la necessità di fare qualcosa per non escludere queste persone – e specialmente i piccoli – dalla carità della Chiesa.
– Si scrive successivamente un libro per aprire il dibattito tra tutte le parti interessate, nel corso del quale si scopre che nel magistero c’è qualcosa di opinabile, accettato per tradizione e definito secondo i costumi di un’epoca passata.
– Si conclude al solito modo: che occorre un approccio caritatevole, un linguaggio inclusivo e non dogmatico, attraverso una rivoluzione “pregiudicata” della pastorale.
– Si invitano infine i fedeli a sostenere politicamente le rivendicazioni delle persone che vivono questo disordine senza opprimerle con specifici richiami alla dottrina, perché oggi l’unica Dottrina valida non può essere che quella accreditata dal consenso dei “fedeli” stessi.
In certi casi “rivoluzione pregiudicata” potrebbe anche starci… 😉
PS: “spregiudicata”, non “pregiudicata”
però “pregiudicata” non era male…
Carissima Costanza , trovo l’ articolo di una chiarezza unica , molto equilibrato e vero. Di quanto meglio potevo leggere al riguardo sulla questione della polemica sollevata dal sacerdote gesuita , un prete che sta perseguendo un percorso di menzogna , per quanto dice si dovrebbe vergognare di essere ministro ordinato della Chiesa Cattolica, perché quello che afferma contraddice la verità di una dottrina della Chiesa che da sempre è chiara sull’omosessualità , giudica atto immorale l’esercizio dell’omosessualità , ma è per la misericordia verso colui che ha questa fragilità e non la asseconda, questo non vuol dire che la discrimina, ma deve comunque fare quello che sempre ha fatto , discernere e aiutare l’uomo a distinguere il vero dal falso, ciò che è lecito e ciò che non lo può essere. Ma per me deve essere ferma sul fatto che non si può legittimare i capricci e riconoscere l’orgoglio che certi movimenti rivendicano e che hanno trovato l’appoggio di questo prete , che si è schierato con loro, che fa soltanto ideologia per me e non aiuta coloro che possono essere invece vittime di questa devianza. La ringrazio a nome di altri frati che sono formatori e che nella loro esperienza pastorale incontrano persone con problematiche di omosessualità.
E’ ben complicato questa situazione……Il punto vero è che abbiamo bisogno di preti virili, di una Chiesa virile, capace di educare, mettere paletti, insegnare il senso della realtà, che è il compito di un padre.
Poi ho letto che Papa Bergoglio giorno 21 giugno va ad un udienza a Ginevra…..
Grazie Costanza per il contenuto, ho letto tutto.
Non ho capito il riferimento all’udienza del 21 giugno: potrebbe spiegarmi?
Grazie mille!
Penso si tratti della visita al Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra
@ Antonio …si è cosi…..ma in questo momento nulla è chiaro…..ma mica siamo schemi…..
@ Costanza
“Le persone omosessuali che conosco sono addolorate dalla presenza di Martin a Dublino, perché la Chiesa è – era? – l’unica voce che dice loro la verità con amore, e vedere che vengono promosse certe letture ideologiche e militanti della loro condizione li fa sentire lasciati soli”
Leggendo in giro le notizie della partecipazione di Martin anche a me più volte vengono in mente delle persone specifiche nelle nostre parrocchie… Veramente questa cosa li farà sentire soli, inesistenti, inutili per la Madre Chiesa, impegnati in una qualche “ossessione fondamentista”… Loro sono molti di più (numericamente) dei militanti lgbt, e la loro voce viene spesso nascosta oppure attaccata apertamente come bigottismo…
Mi sto chiedendo che cosa potrei fare io, che cosa potremmo fare noi concretamente per far sentire la vicinanza a tutte queste persone di fatto oggi escluse dal dibattito “che conta”.
La tua proposta di escludere Martin può essere un’idea, ma un’altra idea altrettanto buona forse sarebbe quella di invitare all’evento (proprio accanto a Martin) qualcuno che testimoni il rispetto del Magistero (infallibile) della Chiesa – e magari anche un teologo, un vescovo, una voce autorevole che spieghi al mondo che il Catechismo non è oggetto di discussione come lo statuto dell’associazione bocciofila paesana.
Il danno che Martin farà non sarà solo ai cattolici omosessuali ma a tutti i cattolici, i quali penseranno che punti immutabili del Catechismo (e della Bibbia) possano mutare sulla base di pressioni o della politica, come avviene in tutte le chiese protestanti.
Un altro problema lo avremo tutti noi cattolici quando parleremo ai non-cattolici o anche quando parleremo come catechisti ad una semplice catechesi per i giovani in parrocchia: con quale autorità potremo spiegare che Martin, prete cattolico e gesuita come il Papa, al Forum mondiale delle Famiglie NON ha esposto la fede cattolica ma solo la sua personale fantasia?
Comunque l’offesa maggiore sarà alla sensibilità delle persone omosessuali che stanno seguendo la via (che oserei chiamare) della santità proposta dalla Chiesa … per non parlare di quelli che oggi avvertono “qualcosa che non va” nella loro pratica omosessuale e magari stanno facendo un percorso di ricerca cattolico… Quale “autorità” dirà loro se ha ragione il laico Mattson o il sacerdote Martin?
Soprattutto quando tutti i mezzi di comunicazione in agosto daranno (sicuramente) rilievo al gesuita Martin e alle sue affermazioni anticattoliche travestite da “amore”.
Papa Francesco, aiutaci. Vescovi, aiutateci. Sacerdoti, aiutateci. Teologi, aiutateci. Pastori, aiutateci ! Fateci sapere che cosa dobbiamo fare nelle nostre parrocchie. Come laici impegnati, cosa dobbiamo dire alle persone che incontriamo?
Grazie.
Io invece direi “Gesu aiutaci”. Chiedi aiuto davanti al Tabernacolo e fai la tua parte. Gli altri risponderanno al Tribunale di Cristo.
@Marina
La richiesta d’aiuto al Mio Signore è di default. A Maria anche. Al Padre e allo Spirito.
In questo caso mi stavo muovendo nell’ambito delle azioni concrete cioè: comunicazione a chi di dovere. Noi non siamo Protestanti e non ci basiamo su una fede intimistica.
Abbiamo la Chiesa, abbiamo i pastori ai quali rivolgerci perché agiscano nel concreto. Per guidare le anime a loro (e a noi come cattolici) affidate.
Il senso del mio commento era questo.
Comunque hai fatto molto bene a ricordare Gesù Eucaristia. Anch’io penso che molti problemi derivino dal fatto che tanti cattolici non lo rispettano (ad esempio compiendo regolarmente abusi liturgici e rivendicandoli come “autorizzati”. Ricordo sempre a tutti che ciò che è autorizzato dalla Chiesa è descritto nel Messale Romano, nel documento Redemptionis Sacramentum, e in Ecclesia de Eucharistia. Il resto è offesa al Corpo di Cristo. Quindi poi è inutile piangere che “le cose vanno male” o che altra gente non rispetta le formule del Catechismo in altri settori).
Grazie per l’appunto.
Costanza, Posso per favore riportare questo articolo sul bollettino parrocchiale del mio paese?
Grazie
sì certo.
@Kosmo
Un amico mi aveva accennato che UCCR ha ripreso a pubblicare. Ma io non li voglio leggere più: non commento sull’articolo che hai segnalato, perché per l’appunto non l’ho letto, ma avevano superato già da molto tempo la mia soglia di schifo. Oltretutto, appena rientrato dalle Alpi, la soglia di schifo si è anche parecchio alzata.
Detto questo, per rispondere a qualche domanda, padre Martin SJ è stato invitato a Dublino da mons. Kevin Farrell, che Papa Francesco ha messo a capo del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita (e fatto cardinale):
https://www.jesuitseast.org/news-detail?TN=NEWS-20180614100439NYKNENPROV
Gli altri due cardinali americani che lo supportano dovrebbero essere Tobin (attenzione, ce ne son due) e Cupich: tutti e due fatti cardinali da Francesco, in controtendenza con la linea dei cardinali americani.
La fonte dice anche un’altra cosa, che chi legge LifeSiteNews sa già da tempo: che padre Martin non è un fulmine a ciel sereno a Dublino, perché i vescovi irlandesi (Diarmuid Martin in testa) sono evidentemente favorevoli alle tesi omoeretiche. Tempo fa, quando girarono i primi volantini dell’evento, ci furono proteste perché c’erano foto di “famiglie” omosessuali, evidentemente spacciate per buone. La prima versione dei volantini è stata ritirata, ma il linguaggio, fatemi dire “chiaramente ambiguo” procede regolarmente:
https://www.lifesitenews.com/news/world-meeting-of-families-calls-for-volunteers-with-pro-lgbt-brochure
Padre Martin in contraddizione con Papa Francesco? Ma dov’è il problema, se Papa Francesco è in contraddizione con sé stesso? Tutta questa gente l’ha nominata lui. Se qualcuno non gli piace “a destra”, come Sarah o Burke, volano mazzate; mentre invece questi prosperano tranquilli. Evidentemente gli vanno bene così. Come ha perfettamente sintetizzato Aldo Maria Valli, è la Chiesa del “sed etiam”: va bene tutto e il suo contrario.
Va aggiunto che i Boy Scout distribuiranno contraccettivi ai giovani presenti all’evento. Hai voglia a parlare di castità ai benemeriti convegni organizzati da Costanza e tante altre persone, non solo in Italia ma in tutto il mondo: un mega-evento come quello di Dublino, che fa passare ben altri messaggi, disfa tutto in quattro e quattr’otto: oltretutto (e questo è un problema dell’evento in sé) il clima con partecipazione in massa e tifo da stadio mal si presta alla riflessione razionale e argomentata che si può ottenere in un convegno “normale”.
Comunque, si protesti il più possibile perché padre Martin non parli (anche se come già mostrato non è lui il solo problema), ma a me piacerebbe tanto che i buoni genitori ritirassero i ragazzi dall’evento: lasciate che ci vada solo un manipolo di attivisti LGBT. Si facciano la Chiesa arcobaleno e si tracci un abisso tra noi e loro. Altrimenti ci sfoghiamo solo verbalmente, senza ottenere niente.
Sono d’accordissimo, ma temo che sarà molto difficile tracciare l’abisso di cui parla, Fabrizio Giudici. Premetto che partecipai con la mia famiglia a quello che si svolse a Milano, andando alla Messa di Benedetto XVI a Bresso. Questi eventi sono molto ben pubblicizzati e invitano molta gente. Pochi sanno di questo fatto (io stesso non lo sapevo prima di leggere l’articolo che stiamo commentando). Temo che la propaganda per l’evento supererà di gran lunga la nostra voce e molti andranno, credendo in perfetta buona fede di partecipare a un evento cattolico in favore della famiglia!
Cosa potremmo fare? Metto poche idee, da discutere e valutare. Una raccolta firme su citizen go e/o su change.org da mandare agli organizzatori con copia alla Santa Sede; un messaggio con quante più firme possibili da mandare a Santa Marta per informare il Papa; lettere ai quotidiani che potrebbero leggere le persone partecipanti (in particolare, Avvenire, Giornale, Verità). Non so, però, se si possa trattare di iniziative opportune.
ma temo che sarà molto difficile tracciare l’abisso di cui parla
Umanamente parlando, sarebbe impossibile, come recuperare in qualsiasi altro campo. Ma lasciamo che siano quelli che ragionano solo in termini umani a trastullarsi con questi pensieri. Noi dobbiamo solo pensare a fare quello che è giusto ed opportuno volta per volta, senza troppe complicazioni (“ogni giorno ha la sua pena”). La lettera e la raccolta di firme potrebbero avere un senso, se scritte bene (e qui siamo fuori dal campo su cui posso dire la mia). Ogni singola anima salvata dall’esposizione a questo letamaio è già un grande risultato.
Non credo sia un problema della tipologia di evento in sè, quanto di cosa si dica e come. E quindi di CHI la dice.
La mia adolescenza e giovinezza sono state scandite dalle GMG di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (ho partecipato a quasi tutte, da Roma 84 a Colonia 2005) e mai si è sentito qualcosa contrario al Magistero bimillenario.
E mai, checché si leggesse su quotidiani laici (scritto da giornalisti che non si erano fatti manco 100 m sotto il sole e con lo zaino, altro che i nostri 12 km di Tor Vergata), ho visto mezzo preservativo per terra. Quintali di bottigliette di plastica sì, ma nient’altro…
@Cavaliere
Indubbiamente è come dici tu sui contenuti, per via della chiarezza di quei papi. Questo è il punto dirimente, su cui si potrebbe chiudere la questione. Ma, avendo più tempo, si dovrebbero fare varie considerazioni su quel modo di evangelizzare: perché io mi ricordo un paio di semplici incontri di giovani con GPII in visita nella mia città, e tantissime cose non andavano bene: il caos, che è nemico del silenzio; la massa, che è nemica della coscienza individuale; il già citato squilibrio emozionale, nemico della razionalità e della fede più sana, che è costruita sulla roccia; il fatto non casuale che le adunate di popolo ben si prestano al consolidamento delle dittature.
Purtroppo caro @Cavaliere, c’è chi anche qui (e non giornalisti pseudo tali) ha sostenuto esattamente il contrario di ciò che hai visto e ricevuto e che, per inciso, anch’io posso confermare (da Santiago 1989).
@Bariom
Per altre vie, non da questo blog, ne ho avuto conferma pure io, da persone che avevano partecipato agli eventi. Ma le varie testimonianze si mettono insieme spiegando la cosa come un fenomeno “a macchia di leopardo” dove le responsabilità erano individuali (magari pure di parecchi individui). D’altronde a casa mia i Boy Scouts, tra altri gruppi, erano già considerati moralmente dubbi quando ero adolescente, e sono passati trentacinque anni.
Tornando a Dublino, tutt’altra cosa è se la distribuzione avviene da parte dell’organizzazione.
O magari pochi individui data la moltitudine… 😉
Ma si sa per gridare allo scandalo ci vuole ben poco e cmq come giustamente dici, si tratta di responsabilità individuali, che non dovrebbero permette di bollare simili eventi come delle “woodstock religiose”. Non credi?
“woodstock religiose”. Non credi?
Quelle passate no: perché un evento sia etichettabile come Woodstock ci vuole l’intenzione degli organizzatori e non c’era certamente, anzi. Le responsabilità vanno ai singoli (pochi o molti, è difficile fare una statistica: ma fossero anche stati molti, semmai il problema sarebbe stato quello di filtrare i partecipanti).
Ma ora pare che ci stiamo muovendo in quella direzione.
Quale posizione la Chiesa assume con papa Francesco ? Che in nome del voler mettere in gioco sempre tutto e che per educare non è bene assumere posizioni rigide e tradionali , mi sembra che sta generando molta confusione tra i cattolici! Sia più chiara la linea che vuole perseguire altrimenti si crea ambiguità sempre nuova
@ fragulliver
beh,se la linea è quella di mettere la Lagarde direttore del fondo monetario internazionale, allo IOR,insomma, quella che prima ti presta i soldi e poi ti massacra per farti rientrare del debito,stiamo messi bene,benino, un po’ male….
http://www.catholicherald.co.uk/news/2018/06/12/fr-james-martin-to-speak-at-world-meeting-of-families/
Asked if gay couples were welcome, Archbishop Eamon Martin of Armagh, Northern Ireland, told media: “This is a gathering of people to which everyone is welcome.”
But he added, “The World Meeting of Families is an event of the Catholic Church, so we don’t make any apologies for the fact that the Catholic Church has a very clear teaching on marriage and on the family.”
Certo: è il “clear teaching” di padre Martin SJ.
… guarda che sta affermando il contrario. Purtroppo sono omonimi e si fa confusione ma qui il vescovo Martin praticamente dice che la Chiesa ha un insegnamento chiaro sulla famiglia checchè ne dica il prete Martin. Cioè il vescovo sta rispondendo al prete Martin, polemizzando: dice che la Chiesa non si scuserà del fatto di avere un chiaro insegnamento (contrario al prete Martin). Non è male come affermazione.
Apprendo che in Irlanda ci sarà un meeting alternativo, con il vescovo Schneider, il card. Burke, il teologo domenicano fr. Weinandy, l’esperto di teoria del gender Gerard van den Aardweg, il prof. Mercier (noto per essere stato cacciato dalla sua cattedra all’università di Lovanio per aver attaccato aborto e ideolodia gender), il direttore di LifeSite News ed altri.
https://www.lifesitenews.com/news/pope-francis-biographer-reveals-sad-shift-in-church-in-single-tweet
Il noto biografo di Francesco, Austin Ivereigh, ha così cattolicamente commentato:
Una volta, la “frangia” ai grandi eventi cattolici era costituita dai gruppi LGBT, per l’ordinazione femminile e dei sostenitori della Chiesa per i poveri, assieme ai loro vescovi amici. Ora la “frangia” è occupata dai tradizionalisti (inclusi i vescovi) che spingono un’enciclica del 1930 come via d’uscita dalla “confusione”
L’enciclica del 1930, riferita con sufficienza, è la “Casti Connubii” di Pio XI, una specie di precursore della Humanae Vitae. Se lo dice Ivereigh, dev’essere vero: è proprio una “Chiesa” ribaltata. Bisogna scegliere da che parte stare.
“Bisogna scegliere da che parte stare”.
Diciamo che oggi nella Chiesa vige un po’ di confusione…
E credo che per molti sia difficile dire se stanno con Schneider (e con i vescovi di quel gruppo) oppure da quale altra parte stanno.
Questo me lo chiedevo già alcuni anni fa in cui iniziai a non capirci più niente (a livello delle cosiddette “fazioni”) perché notavo quelle che a me sembravano “strane alleanze”.
Mi spiego: per il mio modo di essere cristiana non concepisco l’attacco frontale (e anche il discredito della persona) verso un vescovo cattolico su una parte della dottrina, e poi l’alleanza in altri casi (come in questo).
Come dire: ma allora tale vescovo è “affidabile” oppure no?
Per quanto mi riguarda il vescovo Schneider a volte esagera da un lato, mentre ci sono altri vescovi che esagerano da un altro. Trovare chi segue Gesù Cristo senza “se” e senza “ma” è praticamente trovare un santo.
E credo che in effetti ne abbiamo tanti nella nostra Chiesa (i quali magari non arrivano alle cronache o ai tg).
Come laici, la nostra prima preoccupazione comunque è stare dalla parte di Cristo, e di Pietro, senza “se” e senza “ma”.
Se il mio discorso qua sopra sulle “strane alleanze” (che fino a tot tempo fa mi lasciavano MOLTO disorientata) non si è capito, forse si capirà da un video del vescovo Schneider – in cui secondo me lui effettivamente esagera ma porta comunque a galla un problema di una certa gravità. Il discorso è: come può funzionare un “alleanza” del genere, sempre ammesso che funzioni?
https://youtu.be/b2F8rL5QAJw
Siccome in questo blog ci sono appartenenti al gruppo di cui parla Schneider, magari loro possono rispondere.
Ciao.
E credo che per molti sia difficile dire se stanno con Schneider (e con i vescovi di quel gruppo) oppure da quale altra parte stanno.
La questione non è relativa a “quel gruppo” in modo esclusivo. Come dici tu, ci sono certamente altri pastori che rimangono ortodossi, meno visibili. La questione è che non ci sono Chiese alternative, quindi bisogna resistere sulla barca che è in mezzo alla tempesta senza farsi trascinare dalle onde (perché la barca è inaffondabile, noi no) e per questo bisogna seguire i giusti consigli. Quel gruppo da’ molti giusti consigli, e io l’ho citato perché su Dublino hanno creato un evento alternativo. Ma c’è anche il card. Sarah, per esempio; o il vescovo emerito Negri. Negli Stati Uniti c’è mons. Chaput a Philadelphia e altri che ora non mi ricordo a memoria, ma non dà valore aggiunto ora che mi cerchi i nomi. In Germania c’è il manipolo di vescovi che per ora hanno fermato l’intercomunione e anche in Francia ne conosco almeno uno. Io ho fatto degli esempi, senza la pretesa di essere esaustivo (anche perché non avrei la capacità di esserlo): ognuno ovviamente deve cercarsi i punti di riferimenti giusti nel suo ambito.
Ora, come definiamo l'”alleanza” che dici tu? Io comprendo da un lato un problema: tutte queste realtà si muovono concordi su certe cose, ma non lo sono su altre. Be’, innanzitutto quelle cose sono quelle fondamentali per non sbagliare nell’immediato; le altre sono idee diverse su come si può uscire a lungo termine da dove ci siamo cacciati e come. Ora l’urgenza è non sbagliare nel presente; mi piacerebbe anche che si allineassero su come uscire dalla crisi, perché se non lo fanno non ne usciremo, ma mi metto l’anima in pace che sarà un processo lungo.
Non so se mi sono spiegato.
@ Fabrizio Giudici….
Ti sei spiegato molto bene……il tempo lavora per ogni uno di noi, malgrado la confusione che c’è da un po di tempo, resistiamo. Dio provvede…Ciao !!
Sarò assenta per un po, il mio marito ed io andiamo a trovare mia sorella che sta molto male….buona notte.
@marierose
Che il Signore vi benedica e vi assista in questo momento difficile.
Ti ricorderemo nelle nostre preghiere
Ciao Marierose… 🌷🌷🌷
Ti sei spiegato ma probabilmente non mi sono spiegata io.
Ti sei spiegato benissimo esponendomi ciò che avviene davvero in una qualsiasi “alleanza” in cammino verso un obiettivo più grande, … e … come dire… Fin là ci arrivo anch’io.
Quello invece su cui chiedevo un eventuale chiarimento era proprio la contraddizione insanabile tra un gruppo pro-life che accusa Schneider di eresia, di disobbedienza al Papa, di persecuzione nei loro confronti, di essere perfino strumento del maligno, e varie “finezze” del genere (se leggi i commenti al video, un aderente a quel gruppo gli dice anche che non è un vescovo; un altro gli dice che i clericali come lui sono il cancro della Chiesa, eccetera: quel video è solo un piccolo assaggino di ciò che avviene ogni giorno nella vita reale tra le due “fazioni”) – però poi, in altri ambiti come anche questo stesso blog, lo stesso gruppo sembra allinearsi alle posizioni di Schneider quando vuole “boicottare” il Forum di Dublino.
Dall’altro lato, è noto che Schneider (e i vari nomi che hai citato con lui) accusano di eresia (dottrinale, non solo liturgica) il gruppo di cui sopra – che, di nuovo, accusa Schneider di essere uno di quelli (farisei) “della Messa in latino” che non hanno accettato il Vaticano2.
Secondo me tutto questo ambaradan non ha senso.
Come ci si può alleare se ci si accusa l’un l’altro di eresia?
O meglio: se qualcuno me lo spiega magari il senso lo vedrò anch’io.(?)
Capisco benissimo le alleanze (e le attuo anch’io) tra gruppi con visioni magari molto diverse tra loro sul “come procedere”, ma che NON pensano reciprocamente che l’altro sia eretico, demolitore della Chiesa, negatore del Vangelo, traditore di Gesù, eccetera.
Non so se stavolta mi sono spiegata…
Ad esempio io non farei mai alleanze con te (e presumo che tu non le faresti con me se ti ricordi quale Francesca sono). È impossibile. È incoerente.
(motivo: io credo che tu troppe volte esca dalla Comunione con la Chiesa Cattolica, in vario modo che ora non ci interessa discutere. Ma, per dire, che tu sia antiabortista per me non conta ai fini di una “alleanza cattolica” in senso religioso. Tanti agnostici lo sono, ma certo non farei un’alleanza con loro per creare nella Chiesa un movimento di difesa della fede cattolica).
E appunto, queste alleanze incoerenti “di per sè” – sul lungo termine di cui parli – portano alla distruzione:
1) dei gruppi stessi che si sono alleati
2) distruzione anche di tutta la buona ecclesialità che i due alleati hanno preso di mira con la loro azione politica. Di certo non riescono a distruggere la Chiesa di Cristo (per ovvi motivi) ma possono riuscire a demolire molte buone cause, iniziative, buone opere e molte buone persone del tutto ortodosse nella Chiesa Cattolica.
….. ….
Il motivo di tutta questa potenza distruttiva?
Io penso che dipenda dal fatto che entrambi troppo spesso si mettono pericolosamente in condizioni (più o meno implicite) di contrapposizione a Pietro, alla Chiesa, e quindi in definitiva a Gesù Cristo.
In pratica, troppo spesso non traspare una correzione filiale al Papa, alla Madre Chiesa, un occuparsi della amata Chiesa…
Molto più spesso traspare una vera e propria contrapposizione, un non-amore, o quanto meno una freddezza per la Chiesa-Corpo.
Ecco: l’unico punto in comune che individuo in certo progressismo che si allea con certo tradizionalismo è la contrapposizione alla Chiesa – più che un lavorare con fervore di fede all’interno della Chiesa.
Giusto per esempio, (non se la prenda l’utente citato) ,più sopra mi si diceva di “affidarmi a Gesù” più che appellarmi a vescovi e preti come stavo facendo… E vedi: è proprio questo il punto. Io mi sento nella Chiesa (amo Benedetto quanto Francesco, li percepisco entrambi come guide sicure) quindi mi appello a Papa, vescovi e preti di buona volontà se mi sembra di vedere problemi…
So che qualcuno mi ascolterà, so che qualcuno mi ha già ascoltato.
Non mi viene in mente di accusare “la Chiesa”. Non mi viene in mente “la Chiesa sbaglia”.
Ma posso dire che molti anni fa, quando ero su posizioni (dottrinali) protestanti mi ricordo che pensavo spesso “la Chiesa sbaglia”.
Attualmente vedo errori specifici di qualche persona, e vedo coloro che si pongono fuori della Comunione tramite varie eresie.
Ma “della” e “nella” Chiesa non vedo errori.
Non so se adesso mi sono spiegata meglio.
Scusate se ci son degli informatici bravi (e che soprattutto non sono alla ricerca di un fidanzato come me) suggerisco 2 cose:
1-rifacciamo un Index librorum prohibitorum?
Io inserisco Perché andare in Chiesa? Il dramma dell’eucarestia di Timothy Radcliffe (perchè lo ho letto: il resto della produzione ad honorem)
2-una raccolta firme per sloggiare sto Ricky Martin degli sfigati?
È la prima volta in vita mia che scrivo in un blog.
Non voglio giudicare il libro “Si salvi chi vuole”. Ma posso dire che ha appena salvato il mio matrimonio. Un matrimonio bello-difficile-misto, un po’ come tutti, però in cui vale la pena investire.
Sarebbe stato più bello (?), certamente più divertente e stimolante, seguire la meravigliosa sbandata in cui ero incorso.
Che faticaccia, ragazzi! Solo pregando, invocando l’aiuto del Signore, leggendo l’esempio di Caterina (pg. 56 del libro), capendo l’amore di mia moglie e la volontà che il Signore ha su di me (non è poi così difficile da capire, se si vuole capirla), solo così si apre ora la porta di casa, per una convinta e gioiosa ricostruzione.
Grazie, Costanza.