L’eredità di Giovanni Paolo II

di Costanza Miriano

Ho promesso a me stessa e al mio padre spirituale che non sarei entrata nella polemica sul Giovanni Paolo II (“non servi a nessuno, e se stai tutto il giorno a pensare a certe vicende della Chiesa, quanto tempo ti rimane per applicarti sul Vangelo?”), e anche se non sono molto convinta, ormai l’ho detto.

Vorrei però fare una piccola riflessione che penso possa servire a me e a qualche piccolo nella fede, che è rimasto scandalizzato dalla ricostruzione dei fatti uscita su Avvenire, che ha svelato la vera posta in gioco, cioè Amoris Laetitia, e i professori allontanati perché non ne hanno sottolineato abbastanza la rottura col Magistero della Chiesa, e hanno invece cercato di sottolineare gli elementi di continuità.

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Un ponte che non porta alla Verità

di Costanza Miriano

Credo che l’invito di James Martin al World Meeting of Families di Dublino sia un grave torto che viene fatto alle persone con tendenza omosessuale che cercano Dio (la seconda parte della frase del Papa sempre omessa nelle citazioni), le quali già hanno la loro grande parte di fatica, e hanno bisogno di tutto tranne che di confusione. A coloro che cercano Dio provando attrazione verso lo stesso sesso non servono attivisti, persone che accusano la Chiesa e che li incoraggiano a restare dove stanno senza fare un cammino, senza individuare una meta né una direzione certa.

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Sinodo: non due fazioni, ma due diverse visioni della fede

foto Gitti
foto Gitti
di Costanza Miriano

Non so chi abbia vinto o perso, e non so neppure se questa terminologia agonistica sia adatta all’uopo, ma quello che ho capito io è che al Sinodo si sono confrontate due visioni del mondo e della fede. Non ci sono arrivata subito, anche perché durante le tre settimane di dibattito nei circoli minori le notizie uscite all’esterno sono state poche (e io non sono una insider). Dopo avere seguito praticamente tutte le conferenze stampa mi sembrava, sì, di avere sentito voci estremamente diverse le une dalle altre, anche qualcosa che non mi tornava tanto a dire il vero (tipo la “misericordia verso il peccato”: io ero rimasta alla distinzione tra peccato e peccatore, ma, si sa, quanto a teologia io sto ferma al catechismo della prima comunione), però, nonostante la grande varietà di posizioni sentite ero certa che alla fine sarebbe arrivata una parola chiara e conclusiva. Quando finalmente è arrivata, questa benedetta relazione finale, mi ero messa tranquilla. Okay, le so tutte. Ho il Catechismo, pure in varie copie, cartonato e non, e tutto mi torna: a leggere i punti chiave mi pareva che non fosse cambiato niente nella dottrina su matrimonio e famiglia, e in più ero col cuore pieno di gioia per certe parole meravigliose sulla sessualità, la tenerezza, la castità, i metodi naturali, l’accoglienza alla vita, l’amore tra gli sposi, e anche per la comprensione della fatica che una famiglia fa a consistere. Continua a leggere “Sinodo: non due fazioni, ma due diverse visioni della fede”