Presentato a Piacenza Un cuore acceso da Cristo, il documentario di Guido Tombari (che poi sarebbe mio marito).
di Costanza Miriano
Sono tua perché mi hai creata, sono tua perché mi hai redenta, mi hai voluta, mi hai chiamata, mi hai attesa, perché non mi hai perduta: cosa vuoi fare di me? Il canto di Mira e Lucia – che hanno dato voce a santa Teresa d’Avila – e la chitarra di Stefano si sono appena spenti nel monastero di San Raimondo a Piacenza, quando, mentre mio marito e Alfonso “Nanni” Baruffaldi, il medico volontario in Paraguay che lo ha trascinato nell’avventura, raccontano del loro viaggio in Paraguay e della loro amicizia con padre Aldo, mi appare chiarissimo che non ci sarebbe potuta essere canzone migliore per iniziare la serata.
Perché la storia di padre Aldo prima di essere quella di un uomo che si è dato ai poveri è quella di un uomo che ha detto al Signore “sono tuo, cosa vuoi fare di me?”, e lo ha detto più volte nella vita, a tutte le svolte della sua esistenza. Alla prima vocazione, quando è entrato in seminario a undici anni; lo ha detto all’incontro con CL; lo ha detto nel momento in cui è stato provato col fuoco, come capita a tutti i discepoli, quando si è innamorato di una donna e ha consegnato il suo cuore sanguinante a Cristo; lo sta dicendo ancora adesso, quando anziano, malato e solo (a parte pochi amici italiani), rimane al suo posto in trincea tra gli ultimi. Lo ha spiegato benissimo mio marito – il quale da venerdì sera non potrà mai più con me adottare la scusa “sai che non mi piace parlare” -: ci sono stati tanti momenti in cui padre Aldo ha rinnegato se stesso, ha preso la sua croce e lo ha seguito. Ma mentre certe scelte a favore dei poveri anche il mondo le capisce e le approva, la decisione di non seguire il proprio cuore, solcare l’Oceano e non voltarsi più verso la donna di cui era innamorato, e che lo amava, questa proprio il mondo non la capisce. Perché senza Cristo non puoi capirla.
In quel momento padre Aldo non era solo, però. Perché il Signore permette le prove ma ci dà anche quello che serve per superarle. In quel momento vicino a lui c’era un santo, don Giussani, e come ha detto Nanni ripercorrendo i suoi anni di amicizia con padre Aldo, tu non puoi dire è impossibile, puoi dire non ci riesco, ma se hai intorno una compagnia di amici ce la fai. Questa compagnia negli anni lo ha portato a essere il responsabile di uno studio dentistico – responsabile vuol dire tutto: dal fare il medico al fare l’operaio che monta le poltrone per i pazienti – che cura gratuitamente i poveri di Asunciòn.
Accanto a padre Aldo c’è una grande donna, adesso: quello che toglie il Signore lo restituisce, diverso ma più bello e più buono per noi. Hermana Sonia è le braccia e le gambe che vanno quando il padre non ce la fa, ed è il cuore che accoglie e le mani che accarezzano i poveri, le bambine e le donne abusate, i malati. Senza apparire troppo, perché le grandi donne fanno così, come madre Maria Emmanuel, la benedettina che ci ha ospitati per questo incontro a Piacenza nel monastero letteralmente ritirato su da lei e da suor Maria Martina, uno scricciolo con la forza di un gigante, partita con la madre da Isola san Giulio per fra tornare a battere il cuore del monastero nel cuore della città. “Grazie perché ci avete dato la felicità stasera ricordandoci che tutto quello che serve è stare davanti al Signore, con un povero accanto”.
Ah, e a proposito: la gente di Piacenza ha dato 2020 euro e 25 centesimi che sfameranno un bel po’ dei poveri di Asunciòn. E che diranno a padre Aldo che non è solo! Grazie.
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Davvero una serata stupenda! Grazie ancora…di tutto!!! Un abbraccio, Chiara (la “ragazzina” mamma di 6 figli..! 😂)
Io l’ho conosciuto per i suoi libri! Non so perché ma lo saluto sempre insieme ai miei cari quando mi sveglio e quando vado a dormire! 😗
Il Signore fa delle meraviglia….grazie di cuore.
Come si può dare il proprio sostegno economico a Padre Aldo?
Le informazioni sono sul sito della Fondazione San Rafael, c’è anche un conto corrente italiano. Ecco il link
http://sanrafael.org.py/ayuda-2/
Grazie