Restare umani

di Claudia Cirami

Resistere alla de-umanizzazione in atto è possibile? Lo scopriamo leggendo l’ottimo saggio Restare umani. Sette sfide per non rimanere schiacciati dalla tecnologia (Città Nuova, pp. 144, € 15,00). È scritto a quattro mani da Marco Scicchitano, psicoterapeuta, docente e formatore, e Giuliano Guzzo, sociologo, blogger e collaboratore di giornali e riviste. Entrambi sono già noti ai più (e ai lettori di questo blog), anche perché autori, separatamente, di altri saggi interessanti.

Con competenza, dati alla mano e una scrittura agile, i due si addentrano nella selva di ostacoli da superare per custodire la nostra umanità, minacciata da attacchi ideologici senza precedenti. La de-umanizzazione in atto, sostenuta da un culto idolatrico nei confronti della tecnologia, mette in discussione tutto quello che fino ad oggi è stato ritenuto specifico dell’humanum, quindi di noi stessi. In che modo? Annullando le differenze tra le identità maschile e femminile, intervenendo artificialmente su nascita e morte, separando la sessualità dal generare, imponendo una civiltà globale che rifiuta ogni spinta identitaria, e ripensando l’umano a partire da innesti sui nostri corpi, grazie ad una scienza che ogni giorno pretende di superare se stessa. È abbastanza per supporre che presto saremo meno uomini e più ibridi, meno fallibili e più lontani dall’idea stessa di limite. È sufficiente per essere posti di fronte a dilemmi etici rilevanti, alcuni già conosciuti, altri solo ipotizzati, ma plausibili.

Il sottotitolo del libro, tuttavia, è utile per guardare all’approccio scelto dai due autori. Si tratta di mettere in evidenza le sfide da affrontare, non di cantare un lamento funebre su battaglie ormai perdute. Scicchitano e Guzzo propongono un’analisi acuta e documentata sulle dinamiche che guidano i cambiamenti sotto i nostri occhi. Ma scoprono anche i semi di speranza per fronteggiare il rischio che la persona umana «si trasformi in una piattaforma biologica sulla quale aggiungere, costruire e potenziare» (p.95).

L’appello a restare umani, che arriva da questo saggio pregevole e mai monotono, ci riguarda. L’alternativa alla tutela della nostra umanità sembra apparentemente allettante: un futuro da uomini bionici, senza più limiti e imperfezioni. Saremo, però, inevitabilmente soli, perché non più bisognosi dell’abbraccio amorevole dell’altro, e in cerca di un senso che soltanto il limite creaturale custodisce. Restare umani: la via per una vita autentica è sempre la stessa.