Il Papa: la famiglia non è mai stata così attaccata

Visto che le grandi testate hanno dato pochissimo risalto a queste  parole di papa Francesco del 25 ottobre scorso  (parole citate ieri da Costanza nel suo post),  pubblichiamo la risposta completa del Papa al Movimento de Schoenstatt, su  la famiglia ed il sacramento del matrimonio, nella traduzione di Gerardo Ferrara. 6fae13d262 “All’interno del problema da voi toccato nelle domande, vi è una cosa molto triste, molto dolorosa. Penso che la famiglia cristiana, la famiglia, il matrimonio, non siano mai stati così attaccati come avviene ora. Attaccati direttamente o attaccati di fatto. Forse mi sbaglio. Gli storici della Chiesa ci sapranno dire, però la famiglia è colpita, attaccata, la famiglia è, a dir poco, imbastardita, quasi fosse una forma come un’altra di associazione… Beh, si può chiamare famiglia tutto, no? Inoltre, quante famiglie sono ferite, quanti matrimoni sfasciati, quanto relativismo nella concezione del Sacramento del Matrimonio. Ormai si può parlare di una crisi della famiglia, e questo dal punto di vista sociologico, oppure di quello dei valori umani, o ancora dal punto di vista del Sacramento cattolico, del Sacramento cristiano. Ed è una crisi perché la bastonano da tutte le parti e la lasciano davvero ferita. Quindi è chiaro, non si può non fare qualcosa. Dunque, la tua domanda: che possiamo fare? Certo, possiamo fare bei discorsi, dichiarazioni di principi, sì, anche queste vanno fatte, no? Le idee chiare! Guardate, quello che state proponendo non è un matrimonio. E’ un’associazione, però non è un matrimonio. Cioè, a volte bisogna dire le cose con molta chiarezza. E questa cosa bisogna dirla. La pastorale è di aiuto, ma solamente in questo è necessario che sia ‘corpo a corpo’. Quindi accompagnare, e questo significa perderci il tempo. Il grande maestro nel perdere il proprio tempo in questo è Gesù, no? Ne ha perso di tempo per accompagnare, par far maturare le coscienze, per curare le ferite, per insegnare! Accompagnare è fare un cammino insieme. E’ ovvio che il sacramento del matrimonio è stato svalutato; si è passati, irresponsabilmente, dal sacramento al rito. La riduzione del sacramento al rito. Quindi si fa del sacramento un fatto sociali, sì, magari con qualcosa di religioso, con dei battezzati, però ciò che conta ormai è il fattore sociale. Quante volte ho incontrato, nella mia vita pastorale, gente che: ‘no, no, ma perché non ti sposi? State convivendo, ma perché non vi sposate?’. ‘No, è che… La festa e tutto il resto, adesso non abbiamo soldi’. E alla fine copre la cosa fondamentale che è l’unione con Dio. A Buenos Aires ricordo che alcuni preti mi diedero l’idea di celebrare il matrimonio a qualunque ora. Perché normalmente il matrimonio civile lo si fa di giovedì o venerdì, mentre quello sacramentale di sabato. Non si potevano fare insieme le due cose perché c’è sempre un momento di festa dopo la cerimonia civile. E allora questi preti sono stati molto pastori nell’aiutare in quest’aspetto: “a qualunque ora vogliate”. Terminata la cerimonia civile, gli sposi passavano per la parrocchia per il matrimonio ecclesiastico. Questo è un esempio di come si può agevolare la preparazione. Non si possono preparare degli sposi al matrimonio con due incontri, con due conferenze. Questo è un peccato di omissione da parte nostra, pastori e laici che realmente desideriamo salvare la famiglia. La preparazione al matrimonio deve venir da molto lontano. E’ accompagnare gli sposi. Accompagnarli, però sempre ‘corpo a corpo’, preparandoli. Renderli consapevoli di ciò che stanno per fare. Molti non sanno quello che fanno e si sposano senza sapere ciò che questo significa: le condizioni; ciò che si stanno promettendo. Sì, sì, va tutto bene ma non si sono resi conto del fatto che è per sempre. Soprattutto, bisogna considerare questa cultura del provvisorio che stiamo vivendo, non solo all’interno della famiglia, ma anche fra i preti. Non è vero? Mi diceva un vescovo che un giorno gli si presentò un ragazzo davvero in gamba, che voleva essere prete però per non più di dieci anni, dopodiché voleva tornare alla vita normale… E’ la cultura del provvisorio: tutto con una scadenza, come se il “per sempre” si dimenticasse. All’interno delle famiglie divise di oggi, occorre recuperare molte cose. Davvero tante; senza, però, scandalizzarsi di nulla di quanto accade nella famiglia: i drammi familiari, la distruzione delle famiglie, i bambini che soffrono… All’interno del Sinodo un vescovo si è posto questa domanda: siamo davvero consapevoli, noi pastori, di quanto un bambino soffra quando i suoi genitori si separano? Sono loro, i bambini, le prime vittime. Preoccuparsi, quindi, di come accompagnare i bambini, di come aiutare i genitori che si separano a non usare i figli come ostaggi. Quante pseudopatologie psicologiche di persone che distruggono il proprio prossimo con la lingua derivano a queste dall’essere state educate da un papà che parlava male della mamma e da una mamma che parlava male del papà. Bisogna conoscere queste cose, avvicinandosi a ogni singola famiglia, accompagnando, prendendo consapevolezza di ciò che si fa. Ed oggi ci sono le situazioni più varie, non è così? Non si sposano, rimangono in casa dei genitori, magari pur avendo il fidanzato o la fidanzata. Però non si sposano. Una mamma mi diceva: ‘Padre, che posso fare perché mio figlio, che ha già 32 anni, si sposi?’. Beh, per prima cosa, signora, dovrebbe avere una fidanzata. ‘Sì, sì, la fidanzata ce l’ha però non si sposa’. Bene, signora, se ha la fidanzata e non si sposa, non gli stiri più le camicie, vediamo se si decide. In pratica, quante persone ci sono che non si sposano! Convivono stabilmente o, come ho vista nella mia stessa famiglia, part-time. Da lunedì a giovedì con la mia fidanzata e da venerdì a domenica con la mia famiglia. Queste sono nuove forme totalmente distruttive e limitative della grandezza dell’amore del matrimonio. Ci sono tante convivenze, separazioni e divorzi: per questo, la chiave per offrire aiuto è il ‘corpo a corpo’, accompagnando e non facendo proselitismo, perché questo non porta ad alcun risultato: accompagnare, con pazienza”. papa Francesco, Città del Vaticano 25 ottobre 2014

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29 pensieri su “Il Papa: la famiglia non è mai stata così attaccata

  1. Elena Maffei

    L’ultimo intervento di ieri, sui cosiddetti corsi matrimoniali, mi sembra centrale. Già altre volte ci siamo detti che dobbiamo comunicare di più e meglio, a partire dalle nostre parrocchie. Rimbocchiamoci le maniche e partiamo dalla pastorale del matrimonio per fidanzati, conviventi, innamorati.
    Ecco, io la dedicherei ai ragazzi che si amano: dal sentimento al sacramento!
    Certo ci vogliono sacerdoti e laici disposti a “perdere tempo”…ma assicuro tutte le coppie che accompagnarne altre al matrimonio è più romantico di una cena al ristorante!

  2. Alessandro

    Altri interventi di Papa Francesco sulla famiglia e il matrimonio

    “Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce, cresce nell’amore dei coniugi, cresce nella vita dei figli. E per questo il nemico attacca tanto la famiglia: il demonio non la vuole! E cerca di distruggerla, cerca di far sì che l’amore non sia lì. Le famiglie sono questa Chiesa domestica. Gli sposi sono peccatori, come tutti, ma vogliono andare avanti nella fede, nella loro fecondità, nei figli e nella fede dei figli.
    Il Signore benedica la famiglia, la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla.”

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/june/documents/papa-francesco_20140601_rinnovamento-spirito-santo.html

    “Dunque come si cura questa paura del “per sempre”? Si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi – passi piccoli, passi di crescita comune – fatto di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede.
    Perché, cari fidanzati, il “per sempre” non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Mi viene in mente il miracolo della moltiplicazione dei pani: anche per voi, il Signore può moltiplicare il vostro amore e donarvelo fresco e buono ogni giorno. Ne ha una riserva infinita! Lui vi dona l’amore che sta a fondamento della vostra unione e ogni giorno lo rinnova, lo rafforza. E lo rende ancora più grande quando la famiglia cresce con i figli. In questo cammino è importante, è necessaria la preghiera, sempre. Lui per lei, lei per lui e tutti e due insieme. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore. Nella preghiera del Padre Nostro noi diciamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Gli sposi possono imparare a pregare anche così: “Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano”, perché l’amore quotidiano degli sposi è il pane, il vero pane dell’anima, quello che li sostiene per andare avanti…

    Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni, potrei dire un lavoro artigianale, un lavoro di oreficeria, perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità, come uomo e come donna. E questo si fa tra voi. Questo si chiama crescere insieme. Questo non viene dall’aria! Il Signore lo benedice, ma viene dalla vostre mani, dai vostri atteggiamenti, dal modo di vivere, dal modo di amarvi. Farci crescere! Sempre fare in modo che l’altro cresca. Lavorare per questo. E così, non so, penso a te che un giorno andrai per la strada del tuo paese e la gente dirà: “Ma guarda quella che bella donna, che forte!…”. “Col marito che ha, si capisce!”. E anche a te: “Guarda quello, com’è!…”. “Con la moglie che ha, si capisce!”. E’ questo, arrivare a questo: farci crescere insieme, l’uno l’altro. E i figli avranno questa eredità di aver avuto un papà e una mamma che sono cresciuti insieme, facendosi – l’un l’altro – più uomo e più donna!”

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/february/documents/papa-francesco_20140214_incontro-fidanzati.html

  3. vale

    dal corsera( meglio conosciuto come il corriere della serva):

    “fecondazione equa e solidale.”

    al disastro della eterologa mancava solo l’applicazione del politicamente corretto.

  4. L’ha ribloggato su "Noverim me, noverim Te."e ha commentato:
    Visto che le grandi testate hanno dato pochissimo risalto a queste parole di papa Francesco del 25 ottobre scorso pubblichiamo la risposta completa del Papa al Movimento de Schoenstatt, su la famiglia ed il sacramento del matrimonio, nella traduzione di Gerardo Ferrara.

  5. Penso sia buona cosa che il Santo Padre faccia presente che è in corso un attacco alla famiglia (non la chiamo “famiglia tradizionale”, perché ritengo che la famiglia sia solo quella e non ce ne siano altre), quando molti cattolici e molti pastori continuano a dire che non esiste niente del genere, e che i cristiani che lo pensano sono dei fondamentalisti.

    Però ci sono alcuni punti di questo discorso che mi hanno lasciato ugualmente un po’ perplesso.

    Non mi è piaciuta la frase: “siamo davvero consapevoli, noi pastori, di quanto un bambino soffra quando i suoi genitori si separano? Sono loro, i bambini, le prime vittime. Preoccuparsi, quindi, di come accompagnare i bambini, di come aiutare i genitori che si separano a non usare i figli come ostaggi”. Qui sembra che si possa intervenire solo dopo che i genitori sono già sulla via della separazione e che non si possa fare nulla per dissuaderli, ma solo “aiutarli a non usare i figli come ostaggi”.
    Avrei molto preferito una frase come: “Preoccuparsi, quindi, di come accompagnare i bambini, e di come aiutare i genitori che hanno difficoltà a superarle insieme, evitando il facile ricorso alla cultura dello scarto”.

    E poi, tante parole, ma nessuna citazione del Vangelo, o sbaglio? Ma non si può proprio dire, a queste persone che vogliamo “accompagnare”, qual è l’insegnamento di Gesù sul matrimonio? Non possiamo proprio insegnare che seguire Gesù non vuol dire solo fare un po’ di volontariato coi poveri ogni tanto, ma anche, direi soprattutto, lasciare che entri veramente nella nostra vita, nella nostra quotidianità, nei nostri rapporti con le persone che ci sono più intime, anche quando questo richiede decisioni scomode e faticose?

    Naturalmente, è pressoché certo che sia io ad avere problemi a comprendere il messaggio del Santo Padre, e non lui a trasmetterlo. Chiedo quindi al “popolo del blog” di pregare per la mia conversione.

    Ma non manchiamo di pregare, tutti insieme, anche per il Santo Padre, perché possa svolgere il suo ministero ascoltando solo una voce, delle molte che lo tirano da una parte e dall’altra: quella dello Spirito Santo.

  6. Tutto bene, giustissimo, finchè il discorso del Papa rimane entro i confini di un discorso del Papa all’interno della istituzione di cui è a capo il papa etc. Per tutti gli altri che non sono di quella istituzione il dicorso del Papa diventa il semplice discorso di “un papa” e ha lo stesso valore che potrebbe avere un discorso che facessi, per esempio, io alla casa del Popolo di Antella, dove alle volte piglio il caffé. E il mio discorso potrebbe essere condiviso e non condiviso allo stesso modo del discorso “di un papa” il (non del Papa all’interno della istituzione di cui è capo). Solo all’interno dell’istituzione di cui il Papa è capo le parole del Papa vengono ad assumere (se lo vengono ad assumere) un significato speciale. Aldifuori di quella istituzione dove il Papa non è il Papa, ma solo “un papa”, le parole papali hanno lo stesso valore condiviso o non condiviso giusto o sbagliato falso o vero che potrebbero avere le mie parole alla casa del Popolo di Antella quando piglio il caffé.

        1. Giusi

          Questo sarà un parente. Alvise di sicuro è vescovo. Così si spiega la profonda conoscenza delle Sacre Scritture! 😀

            1. … per non parlare di Antello degli Antelli, da Lucca, più noto col nome di Pronuncius Estaticus, e il suo aureo libretto De voluptate fornicationis, 1511…

  7. 61angeloextralarge

    Mi è arrivata questa mail proprio poco fa:

    “Ti chiedo se puoi ricordarmi nelle tue preghiere per sostenermi nella battaglia che sto affrontando nell’istituto di mia figlia per eliminare dal POF il punto 9 sulla decostruzione degli stereotipi di genere… le scuole dalle nostre parti hanno fatto da matti!!!

    http://www.radiomaria.it/incontro-con-linfettivologa-atzori-dottssa–chiara-05112014–1.aspx
    se hai tempo e voglia o vuoi girare ai tuoi contatti questa dottoressa tratta in modo egregio il problema nelle scuole sul gender!!!!”

      1. 61angeloextralarge

        Sara: quanti genitori cristiani stanno portando avanti le loro battaglie nelle scuole! E trovano muri da parte degli insegnanti.

    1. 61angeloextralarge

      Alvise: ti rispondo ma sono certa che fai lo gnorri…
      Non attaccata a che ma attaccata da chi e che…

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