Muoiono cinque cristiani al minuto

 

bambino

di Giulio Meotti    Il Foglio

“Il numero dei cristiani perseguitati nel mondo è di 150 milioni”. Ci sono molte altre cifre, terrificanti, nelle pagine del “Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo”, una straordinaria iniziativa di studiosi francesi, coordinata dal giornalista Samuel Lieven e adesso portata in Italia da Mondadori. Istantanee di una guerra globale e amorfa, in cui ci sono le vittime “sbagliate”, i paria di cui non vuole sentire parlare l’occidente.

In particolare, un dato sconcerta: “L’ottanta per cento degli atti di persecuzione religiosa nel mondo è orientato contro i cristiani”. Quante le vittime? Il Center for the Study of Global Christianity riporta la stima media di centomila cristiani uccisi ogni anno per la loro fede lungo l’ultimo decennio. Una media di cinque cristiani al minuto.

Ieri in Pakistan due cristiani, fra cui una donna incinta, sono stati arsi vivi nella fornace per mattoni in cui lavoravano. E’ stato un pogrom con la partecipazione di quattrocento musulmani. Hanno lavorato al libro anche esponenti della sinistra come Lucie Peytermann, corrispondente del giornale Libération da Islamabad, che definisce il Pakistan “il peggiore al mondo quanto a violenze commesse in nome della religione”.9788804646518-il-libro-nero-della-condizione-dei-cristiani-nel-mondo_copertina_piatta_fo

Haïm Korsia, gran rabbino di Francia, invoca una reazione fraterna di fronte al dilagare dell’odio nei confronti dei cristiani, e stabilisce un paragone con la distruzione dell’ebraismo orientale: “Dove sono le comunità ebraiche un tempo così vive di Aleppo, di Beirut, di Alessandria, del Cairo o di Tripoli? Dove sono le scuole di Nehardea e di Pumbedita in Iraq? E dov’è il florido ebraismo di Esfahan e di Teheran? Nella nostra memoria. Scacciati, uccisi, decimati, perseguitati ed esiliati, i cristiani d’oriente vivono in prima persona la stessa condizione degli ebrei con cui hanno così a lungo convissuto e che hanno visto partire da quei luoghi”. Come i “nazareni” di Mosul.

La ong Open Doors ieri ha diffuso il suo rapporto annuale sui cristiani. Scrive che la loro persecuzione in Iraq ha raggiunto “proporzioni bibliche”. Martedì, a Roma, è stata presentata anche l’annuale relazione di Aiuto alla chiesa che soffre. Dei venti paesi in cui la libertà religiosa è praticamente assente, quattordici sono musulmani, e gli altri satrapie militari o comuniste, come la Corea del nord.

Siamo di fronte a quella che Habib Malik dell’Università di Stanford chiama “la fase terminale del declino regionale dei cristiani”. Oggi Mosul sembra essere stata inghiottita, come Giona nel ventre della balena. “Fra il 2003 e il 2009, quasi 800 cristiani sono stati giustiziati a sangue freddo, senza contare i cinquanta martiri della cattedrale siro-cattolica di Baghdad, tra i quali due preti, uccisi il 31 ottobre 2010 nel corso dell’attacco di un gruppo islamista. A oggi, è stato superato il migliaio di cristiani uccisi, tra i quali un vescovo e cinque preti. Più di sessanta chiese sono state distrutte”.

naraba_300_300 “Non si convertono. Che ne facciamo?”

Nel libro, un jihadista dello Stato islamico parla invece al telefono con il suo capo terrorista: “Ho qui una famiglia di cristiani che non vuole convertirsi, cosa ne facciamo?”. Una frase che ricorda quella di sette pastori avventisti che, durante il genocidio in Rwanda, si appellavano al loro pastore con una lettera: “Desideriamo informarla che domani verremo uccisi con le nostre famiglie”.

Ci sono i cristiani di Maaloula, in Siria, come Antoun Taalab e i suoi due cugini, che avevano ricevuto l’“aman”, ovvero la garanzia islamica di essere salvati. Disarmati e fiduciosi nella parola dei ribelli, sono stati uccisi e poi decapitati. Cinquecentomila cristiani hanno già lasciato la Siria. Secondo Frédéric Pichon, ricercatore dell’équipe di arabistica dell’Università François Rabelais di Tours, i cristiani di Siria sono “il simbolo con cui si misura la capacità di tutti gli altri cristiani di non soccombere”.cristiani-perseguitati

E prima di loro c’era Jean-Pierre Schumacher, l’ultimo monaco di Tibhirine, in Algeria, dove sgozzarono i meravigliosi trappisti che condividevano i pasti con i musulmani. Lui si salvò perché i jihadisti sbagliarono a contare. Ai funerali dei monaci, frère Jean-Pierre chiese di poter aprire le bare per dare l’ultimo saluto ai compagni. Scoprì che le casse di legno non contenevano corpi, ma soltanto sette teste. Quella strage fu la luce verde per i massacri futuri. Adesso Jean-Pierre teme che la prossima a rotolare sarà la sua testa.

 

41 pensieri su “Muoiono cinque cristiani al minuto

  1. Antonella

    A voi, che siete un pò più vicino ai piani Alti rispetto a me, chiedo una preghiera per mio fratello che vive lì. Grazie. Antonella.

    1. Elena Maffei

      Non una, Antonella. Anche noi dei piani bassi sfiniremo Dio a suon di preghiere.Offriamo la fatica di questa giornata, sopportata cristianamente, per i fratelli perseguitati. E che siano per noi veri testimoni di Gesù. Parliamo di queste cose ai nostri figli che si annoiano a messa…

  2. .,,come per esempio cosa vuole dire che muiono 5 cristiani al minuto? Che ne vengono uccisi 5 al minuto? di media o che? Sarebbe come quei discorsi che fanno alla televisione che se si mettessero un fila sdraiati i morti ammazzati cristiani o musulmani o che altro ne verrebbe una fila di 10, 20 kilometri…

  3. Annarita

    Non mi pare di vedere molti vescovi agitarsi troppo per i cristiani ammazzati. mica dico che devono andare la, ma almeno che so, sarebbe troppo cattolico sperare che il Papa indica crociate di preghiera? A parte la partita di calcio di qualche mese fa (e qui calo un velo pietoso),non mi par di aver sentito altro dalle alte sfere. Addirittura per Asia Bibi abbiamo dovuto sentire il patriarca della Chiesa ortodossa, chiedere al presidente del Paese di Asia, la sua liberazione. Qui invece ci si diverte a dare posto di lavoro a Luxuria nell’emmitente vaticana TV 2000, ci si preoccupa dei Leoncavallini, si demolisce il sacramento del matrimonio, si perseguitano i Francescani dell’Immacolata……insomma sono tutti troppo impegnati in queste” buone”opere per perdere tempo con i cristiani martirizzati.

    1. Giusi

      A meno che non stia facendo le famose manovre segrete di cui parla qualcuno (ma perchè segrete?), trovo anch’io incomprensibile il comportamento del Papa nei confronti di Asia Bibi. Asia gli ha anche scritto una lettera. Io credo che chiunque abbia un figlio in carcere, pure se colpevole, se ne occupa. Non aspetta di ricevere una lettera. Asia non solo è innocente ma ha scelto il martirio per Cristo! Perchè il Papa non le ha risposto?

      1. Alessandro

        Il Papa ha parlato molto di martiri cristiani d’oggi:

        http://www.tempi.it/papa-francesco-oggi-ci-sono-tanti-martiri-come-ai-tempi-di-nerone-ma-anche-cristiani-perseguitati-coi-guanti-bianchi#.VGHlq_mG89Y

        http://www.tempi.it/papa-francesco-oggi-oggi-ci-sono-piu-martiri-cristiani-che-nei-primi-tempi-della-chiesa#.VGHmcPmG89Z

        Per quanto riguarda Asia Bibi, mi pare ragionevole ritenere che, più che una pubblica risposta alla lettera della donna perseguitata, giovi una azione diplomatica lontana dai riflettori, e sono convinto che Francesco e i suoi collaboratori la stiano svolgendo.

          1. Su alcune di queste “iniziative” il Popolo dei Fedeli è stato “edotto” anche con il salto di una generazione (quadagnandosi per anni le critiche e gli strali di Fedeli e nemici)… sarà il caso di farsene una ragione ed essere più fiduciosi.

            Nulla vieta a noi, per quanto nelle nostre possibilità, di sensibilizzare, far conoscere e offrire tutto ciò che possiamo, per queste tragiche situazioni.

                1. Giusi

                  E’ che Papa Bergoglio fa tutto alla luce del sole con grande risalto mediatico. Sembra strano che giusto su Asia Bibi ci sia tutto questo riserbo….

  4. Giusi

    «SIAMO FELICI DI UNA COSA». Tutti noi, continua Mar Sharaf, «ci chiediamo: perché? Cosa abbiamo fatto di male? Perché tutto questo sta accadendo a noi? Di una cosa sola siamo felici: nonostante tutto quello che ci sta accadendo e tutto quello che ci accadrà ancora in futuro, noi non abbiamo abbandonato il cristianesimo, non stiamo abbandonando Cristo e la nostra fede. E siamo orgogliosi di essere figli di martiri, siamo orgogliosi di sapere che tutto quello che ci sta accadendo, ci sta accadendo perché siamo cristiani. Per noi questo è un onore. Pensano che queste persecuzioni ci faranno abbandonare la nostra fede, ma non sanno che ci rendono ancora più attaccati ad essa».

    http://www.tempi.it/per-la-prima-volta-in-1-500-anni-non-possiamo-festeggiare-i-nostri-santi-e-il-vescovo-di-mosul-scoppia-a-piangere#.VGIJEmeRMTA

  5. fortebraccio

    I martiri son martiri: francamente, non credo che avrei il loro coraggio – son più di santi ai miei occhi.
    Son sicuro che sarei pavido di fronte al pericolo, che pur di salvare la pellaccia sarei pronto a scendere a qualsiasi compromesso. Rassicurandomi che nel profondo, sono e resto cristiano – qualsiasi cosa di diverso possa uscire dalla mia bocca.
    Aggiungo che, anche se mi par ovvio, non esiste “una soglia minima accettabile” di martirio…

    Detto questo, francamente non sopporto chi fa il cialtrone coi numeri – e chi gli fa eco (e parlo del Foglio).
    Lanciare numeri a casaccio per colpire l’attenzione è, scusatemi, uccidere i martiri due volte: evidentemente son tali solo se sono più di un tot.
    5 morti al secondo fanno oltre 2 milioni 500 mila persone in un anno: vedete voi la serietà di certe persone.
    Nel biennio 2006-2007, nella sola Baghdad, sono morte più di 1000 persone al mese (tutti mussulmani, tra l’altro, nella faida tra sciiti e sunniti, fonte: Tempi.it; Grotti, 31/05/2013). Come la mettiamo con “L’80% degli atti di persecuzione religiosa nel mondo è orientato contro i cristiani”?
    Studiosi francesi, pfui! Cialtroni!

    Questo non sposta di un soffio, né allevia di una lacrima il profondo dolore per la perdita di vite umane (vite umane, gente per lo più inerme, con speranze di vita comuni, sogni comuni, figli, genitori… persone, prim’ancora che cristiani, mussulmani, ebrei eccetera -persone!).

    1. Roberto

      Vedo che dai per scontato che l’errore sia “degli studiosi francesi” – forse perché questo ti permette di demolirne la credibilità in un istante? – e non invece, come sarebbe assai più logico, un errore dell’articolista del Foglio. Poiché si tratta chiaramente di “un cristiano ogni 5 minuti”, che fa poco più di centomila l’anno, il che è esattamente il dato riportato nel testo. Che c’entra poi la faida sciiti-sunniti? Parli come se avessi letto il libro in questione e sapessi in che modo sono stati fatti i calcoli ed estrapolate le statistiche. E’ così? Perché altrimenti, parlando di poca serietà…

      1. fortebraccio

        Ciao Alessandro, Roberto

        ok, forse sono stato un po’ rude… e no, non ho pensato all’inversione 5/1′ 1/5′, grazie per la correzione (ah, non esistono più i correttori di bozze!).
        Mi sembra che la guerra religiosa sciiti-sunniti sia la guerra di religione più sanguinosa di questi ultimi 10 anni, no? Anzi, ho proprio l’impressione che prima che rivolgersi verso altre religioni, sia proprio tra islamici che si perpetrino i più sanguinosi eccidi – ma sempre guerra di religione è, come lo era quella tra cattolici e protestanti. No?
        Se in 7 anni (2003-2009) muoiono tanti cristiani quanti sciiti/sunniti in un mese, direi che i cristiani non sono l’obiettivo della guerra di religione, altro che 80%.
        Poi entrando nel libro, sicuramente i conti torneranno… mi sembra giusto considerare ‘persecuzione’ il non poter professare la propria fede – da cui suppongo i 150 milioni di perseguitati. Ma allora quanti dei 156 milionidi sciiti sono al sicuro nei confronti dei sunniti, wahhabiti et similia?
        Certo, se invece dell’80% dovesse essere l’8%… allora a Meotti togliamo il tasto destro del mouse così impara a fare copia/incolla per bene.
        Francamente se dagli estratti riportati, le uniche cifre sembran campate in aria, allora no, non comprerò il libro (ed in questo caso bisogna dire che ilFoglio/Meotti non gli hanno reso giustizia).

        Quello che volevo dire è che non mi piace quando si fa i leggeri coi numeri – soprattutto per enfatizzare notizie che son tragiche di loro, ecco.

  6. ….però il fatto (non negabile) che “il foglio” ha, diciamo, avuto un lapsue e il blog è andato dietro al lapsus senza
    batter ciglio, mentre a me mi è stato chiesto se ce ero o se ce facevo, subito, senza nemmeno mettersi a pensare cosa, per caso volevo intendere, questo la dice lunga sul vs. modo di mettere la questione. A me, non mi fa senso se ci siano perseguitati di questo e di quello, ma che ci siano perseguitati in quanto tali, sempre e dappertutto, di tutte le categorie, se si vuole fare le categorie, sfruttati, tenuti in miseria, affamati, bombardati, umiliati e offesi. Poco mi importa, a me, che si chiamino cristiani e che sia perché si chiamano cristiani che vengono ammazzati. Quello che si vede esserci terribile al mondo è che c’è sempre omini che ammazzano altri omini per tutte le ragioni possibili immaginabili o anche peggio. Ogni minuto.

    1. Naturalmente qualcuno si affretterà a sottolineare che è un Ortodosso e non un Vescovo Cattolico (giacché i nostri pare facciano solo nefandezze…),.
      Comunque polemiche a parte, oltre al suo pianto (che la dice lunga su tante cose), è molto interessante anche quello che dice.

    1. shoesen

      Allora non sono l’unica a cui ha dato fastidio l’immagine del post!! Capisco che ormai siamo bersagliati di immagini e video sanguinosi e violenti ma io non riesco ad abituarmi e questa immagine proprio mi urta. C’era proprio bisogno di una foto del genere per trasmettere il senso del dramma che stiamo vivendo? Scusate lo sfogo ma proprio non ne posso più di subire questo tipo di violenza mediatica.

      1. Sara

        Non è violenza mediatica. E’ la realtà, purtroppo. E, sempre purtroppo, viene troppo spesso ignorata. Per non parlare del fatto che, sempre purtroppo e sempre troppo spesso, viene persino negato che ci si debba preoccupare o che tutto questo sia male!

  7. Alessandro

    Papa Francesco oggi, 12 novembre, al termine dell’Udienza generale:

    “Con grande trepidazione seguo le drammatiche vicende dei cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e uccisi a motivo del loro credo religioso.
    Sento il bisogno di esprimere la mia profonda vicinanza spirituale alle comunità cristiane duramente colpite da un’assurda violenza che non accenna a fermarsi, mentre incoraggio i Pastori e i fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza.

    Ancora una volta, rivolgo un accorato appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale, come pure a tutte le persone di buona volontà, affinché si intraprenda una vasta mobilitazione di coscienze in favore dei cristiani perseguitati.
    Essi hanno il diritto di ritrovare nei propri Paesi sicurezza e serenità, professando liberamente la nostra fede. E adesso per tutti i cristiani, perseguitati perché cristiani, vi invito a pregare il Padre Nostro.”

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2014/documents/papa-francesco_20141112_udienza-generale.html

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