di Andrea Torquato Giovanoli
Se solo.
A chi non è mai capitato di indulgere in questa forma condizionale, recriminando su eventi infausti e piccoli accidenti?
Se solo avessi fatto così anziché cosà, se solo avessi scelto questo piuttosto che quello, se solo me ne fossi accorto un istante prima…
Se solo.
Confesso che a me è capitato un sacco di volte di domandarmi “E se solo…”. A mia moglie capita sempre: lei fa “SeSolo” di nome e “MaSe” di cognome.
È successo anche di recente: sabato, ora di pranzo, uno dei pochi giorni in cui a mezzogiorno ci si ritrova con entrambi i bimbi a tavola, e forse proprio per questo, non abbiamo calcolato bene i tempi e quindi eravamo tutti fuori sincronizzazione, per noi era piuttosto presto per mangiare, mentre per il piccolino era già tardi, l’unico in orario era il grandicello.
La fretta, si sa, è complice del diavolo, così nella concitazione dei preparativi (del desco e dei pargoli) mia moglie non si accorge di aver messo in tavola il piatto con la pappa all’interno del raggio d’azione delle grinfie del figlio minore; il sottoscritto era in bagno a lavare le mani al maggiore quando sente l’urlo della consorte, accorre trafelato con l’erede in braccio e contempla sconcertato il disastro: pappa rovesciata un po’ ovunque e pargoletto tutto impiastricciato che sorride beato per la sua prodezza.
Vagliando velocemente il campionario delle reazioni adatte alle circostanze, mi costringo a reprimere quelle proprie di Hulk, ed annaspo nel tentativo di ostentare un’imperturbabilità degna di Data.
Davanti all’immagine dell’ingrato lavoro che toccherà fare per ripristinare l’ordine e la pulizia in casa, ecco affiorare irrefrenabile il binomio: “se solo” il piatto fosse stato un centimetro più lontano dagli pseudopodi del cucciolotto…
È mentre mi accingo a ripulire che mi sorprendo a rimuginare sull’ineluttabilità del tempo, a come sarebbe bello poter, non dico tornare indietro, ma almeno “salvare il gioco” ad intervalli regolari così da poter ricaricare in un punto appena precedente ad un disastro, in modo da evitarlo. Siamo onesti: a chi non piacerebbe?
Ma non si può: l’inesorabilità del tempo è lì, a ricordarci l’illusione della nostra libertà. Eppur, mi dico, Gesù ci ha liberato: Lui che ha preso su di sé i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi…
Già perché Dio, si sa, è Signore del tempo, è fuori dal tempo, è Lui che l’ha creato. Ed Egli, che è Onnisciente, sa perfettamente quanti e quali peccati ogni uomo avrebbe fatto nella sua vita, per quali avrebbe chiesto perdono e per quali no, e così risulta chiaro anche a me perché, se io oggi offendo Dio e poi, pentito, vengo da Lui assolto in confessione, per i meriti infiniti di Cristo davvero il mio peccato vien rimesso nell’espiazione che già ne fece Gesù per me durante la Sua passione: Egli già sapeva ed ha pagato per me il fìo della mia colpa.
Ma se così stanno le cose, allora, mi vien da dire, anch’io in Cristo ho la possibilità di godere un pochino del suo governo del tempo: poiché se la regola vale per il peccato, deve valere anche per il rimedio. E qui c’è l’illuminazione: se io oggi intercedo nell’orazione per la salvezza dell’anima di un uomo che è morto nel passato, costui potrebbe aver giovato, in virtù proprio della signoria di Cristo sul tempo, della mia preghiera a suo favore. Gesù, infatti, nel momento della sua morte sapeva che io, in un certo futuro, avrei pregato per la salvezza della sua anima, ed ha così potuto applicare la mia intercessione per trarre via quell’anima dall’indebita potestà del maligno.
E tale procedura, invero, è attestata da numerose esperienze di Santi, i quali son stati chiamati ad intercedere per la salvezza di anime in luoghi e tempi diversi dai loro.
È il medesimo principio sul quale si fonda quella promessa stessa di Gesù legata alla recita della coroncina della Divina Misericordia (ma che vale già da prima anche per il Rosario): se detta con devozione per un moribondo ottiene all’anima di questo ogni grazia necessaria alla sua salvezza. Ma metti che venissi a sapere solo al mattino che il mio caro parente è morto la sera prima? Che forse la mia preghiera a nulla ormai potrebbe più giovargli? Qui viene il bello: in virtù della signoria di Cristo sul tempo io posso ancora pregarlo, ora, di aver salvato il mio caro defunto nel momento in cui quegli è dipartito, avendo peraltro la certezza che la mia preghiera postuma abbia comunque giovato a tale scopo, così come se fosse stata detta in quel preciso momento!
E ciò è entusiasmante: perché unito in Cristo, anch’io regno sul tempo!
Quale potere è dato al credente se persino la sua preghiera ha effetto retroattivo!
Ma quante se ne inventa Dio perché l’uomo, nell’intercessione fraterna, venga da Lui salvato!
Ed ancora acceso in cuore d’esultanza per questa nuova consapevolezza, mentre strofino il tavolo da pranzo con la spugnetta umida sorrido al pensiero di come, forse, davvero sia più facile salvare un’anima che ripulire la devastazione di pappa del proprio figlio…
leggi anche Il trucco di Dio
Già, è una bella riflessione e chissà quanti altri fili a noi sconosciuti legano il nostro destino. Essendo membra di un corpo unico, ogni nostro movimento, anche impercettibile, agisce sul cammino dell’umanità verso la salvezza o la dannazione. Perfino i capelli del nostro capo sono tutti contati.
Sarà che sono anch’io schiava della fretta, sarà che anch’io sono la donna del “Se solo”…. finisce che mi dimentico, pur pregando, del grande valore della preghiera e delle sue regole temporali così diverse dalle nostre!
“in virtù della signoria di Cristo sul tempo io posso ancora pregarlo, ora, di aver salvato il mio caro defunto nel momento in cui quegli è dipartito, avendo peraltro la certezza che la mia preghiera postuma abbia comunque giovato a tale scopo, così come se fosse stata detta in quel preciso momento!” Che grande consolazione!!!!! Grazie
effettivamente Gesù ha “forato” il tempo e lo spazio tramite la Resurrezione, il tramite tra l’Eternità e la creazione.
Bella riflessione, grazie.
commento con le parole di Alessandro:
“Mi pare che dica un guazzabuglio di insulsaggini e nient’altro. Si può essere scrittori di valore e pensare stupidaggini.”
E vorrei anche aggiungere (a parte che capisco lo spirito “mirianescamente” burlone del post) che qui si sconfina nello sciamanesimo!
Alvise, hai lo stesso buonumore di una prostituta dopo una nottata di lavoro
Alvise, non evocarmi invano
…mi manca solo i tacchi a spillo!!!
Io trovo questa condivisione molto utile. Propongo anche un nickname per filosofiazzero: cuore nero (come suggerisce l’avatar del resto)
d’altronde, se nel suo sito, Alvise ,in “annientamento” scrive:
““Il neonato è abbandonato dall’attimo della sua nascita ai suoi procreatori in quanto genitori rincretiniti e ignoranti, e fin dal primo momento è reso dai suoi procreatori in quanto genitori rincretiniti e ignoranti un essere altrettanto rincretinito e ignorante…….
questa abitudine si rinforza sempre più e ha raggiunto il suo culmine nella nostra epoca perché non esiste un’epoca in cui gli esseri umani siano stati procreati più sconsideratamente e più volgarmente e più perfidamente e più spudoratamente che nell’epoca in cui viviamo, milioni e poi milioni e miliardi di esseri umani sotto forma di popolazione mondiale, benché la società sappia da molto tempo che questo processo, essendo un’infamia diffusa in tutto il mondo, se non sarà troncato, significa la fine della società umana, e il rincretinimento e l’annientamento degli esseri umani che verranno procreati.”
che ti aspetti che dica sulla religione cristiana, preghiera,sul tempo visto nell’ottica cristiana,o su qualsivoglia altra cosa che in un blog di persone che credono-o almeno ci provano- ed ovviamente lontane mille anni luce dal nichilismo gaio -nel caso di Alvise nichilismo depresso-che pervade questi tempi?
dalla prima lettera di Pietro: Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, sasso d’inciampo e pietra di scandalo. Loro v’inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati…
Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio…
È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.
10Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole d’inganno; 11eviti il male e faccia il bene, cerchi la pace e la segua, 12perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere; ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male.
a noi ci tocca Alvise.
…l’avatar è la riproduzione del quadro di Malevich del 1913 “quadrato nero”.
il mio cuore è vermiglio, come ce l’hanno tutti!!!
… finché il sangue scorre 😉
Bariom:.
..poche gocce!!!
Il resto è vino? 😀
…come hai fatto a indovinare?
Qualcuno può suggerirmi libri, link, articoli, riflessioni e approfondimenti in ambito cattolico, sulla preghiera, specialmente su come materialmente agisce?
Padre Andrea Gasparino Scuola di Preghiera. Qui ci sono diversi audio
http://mp3download.ws/mp3-download/Scuola+Di+Preghiera+Andrea+Gasparino/
Quando ci si pacificaad accettare qs? ….quando “se solo” lecose fossero andate diversamente la vita sarebbe stata MOLTO diversa o semplicemtente sarebbe stata vita invece che no….. Come si fa ad accettarlo???? E come si fa acredere ancora che un potere della preghiera ci sia? Quandi si vede solo nitida ed evidente la porta che si è chiuda ma nessun portone….
Io il potere della preghiera l’ho sperimentato. Prego molto soprattutto per gli altri e ho visto anche miracoli (quelli che la scienza medica dice che è così e poi invece inspiegabilmente è colà). Ma il vero valore della preghiera me lo insegnano persone come Giulia Gabrieli. morta di tumore a 14 anni
http://www.santiebeati.it/dettaglio/95598
Lei sul suo letto di morte ha scritto una Coroncina di Ringraziamento al Signore perchè riteneva che la preghiera dovesse essere di lode.
http://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/corone/33-le-coroncine/647-coroncina-di-ringraziamento
Lei, nel dolore, ha visto l’eternità e il Signore gliel’ha regalata presto. Non sarò mai come lei.
Grazie, grazie, grazie Giusi!!!
Assolutamente da leggere: http://www.santiebeati.it/dettaglio/95598
Questa è e rimane (per ora…), l’unica e vera vittoria su questo male che nei tempi recenti tocca in un modo o nell’altro ognuno di noi… uno straziante richiamo del Creatore alla sua Creatura.
…questo è poco, ma sicuro!!!(nemmeno io, ovviamente)
,,,rispondevo, sopra, a Giusy.
Giusi: grazie!
… “Ritorno al futuro” 1,2,3,4 etc……
Caro Andrea non dare per scontato che tutti conoscano “Data”… 😉
Per il resto si, siamo quasi al limite della teoria dei “paradossi temporali” :-)… Io penso, forse semplicisticamente, che nessuna delle nostre preghiere vada sprecata, quelle prima, quelle dopo, quelle durante, quelle lunghe, quelle brevi, quelle mute.
Come, quando e con quali “risultati” (brutto termine, ma per capirci…), non sempre è dato di capirlo e/o vederlo, ma la preghiera, si sa, è un atto di Fede e in questo la preghiera principe resta quella di Cristo: “Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà.”
Ho guardato la storia di Giulia. Ho pianto.
Giusy:
….sopra scrivevo:”questo è poco, ma sicuro”
E vorrei aggiungere: MENO MALE!!!
Perchè meno male? Lei era felice.
…ho capito che era felice, ma essere come lei comporterebbe anche pigliarsi la croce addosso della malattia,
perché è attraverso il “dono” della malattia, per usare il vostro linguaggio, che c’è stato il “miracolo”.
Ecco, io il dono della malattia non lo vorrei avere, vorrei avere MENO MALE possibile (se possibile).
Qullo che mi riesce di provare per questa giovinetta è solo pietà, nel senso più alto del termine, affetto, dolore.
Come anche qualcuno ha scritto che ha pianto.
Capisco. E condivido i tuoi sentimenti. Sono “doni” davvero difficili da accettare, quasi impossibilie desiderarli. Se mi capiterà di ricevere una croce cosí pesante, vorrei proprio essere come lei, o avere accanto una persona come lei. Comunque la forza e la speranza sovrumane che ha avuto, e la gioia di cui indubitabilmente ha goduto (persino da malata) non se le è “fabbricate” da sola, ma le ha chieste ed ottenute pregando, come anche, credo, Chiara Corbella. Ha chiesto ed ha ricevuto, e riconosciuto, la Grazia. Spero di non forzare il pensiero dell’autore del post dicendo che anche questi sono i casi in cui il Signore ci lascia godere della Sua signoria sul tempo. Mentre soffro qui e adesso sono ANCHE già, un po’, nell’eternità, liberato dal male. Ed è qui che, purtroppo, il discorso con chi non ha la fede si interrompe sempre. Perchè in un’ottica solo materialistica o agnostica l’asse verso l’eterno non esiste o è inaccessibile. E rimane solo il male.Ma anche per chi ha anche poca o tanta fede è davvero difficile riconoscere tutto questo! Ecco perché io stessa dico “non sarò mai come lei”, ma non “meno male!”, bensì “mi piacerebbe”. Anzi “ci proverò!”
“Con questa parola, gioia, di colpo così adeguata, finisce (o forse inizia), la storia di Giulia Gabrieli, la ragazza malata di tumore. Che è morta. Ma ce l’ha fatta. E giudicate voi, credenti o meno che siate, se tutto questo non è un miracolo”
…lasciatela riposare in pace questa bambina!!!
@Alvise, comunque la si veda “riposa in pace”, quindi il tuo commento è superfluo.
…ovviamente.
E’ stata lei, Giulia, a vivere in modo così straordinario la sua esperienza. Non sono interpretazioni di terzi. Lo ha scritto anche in un libro. Era lei che consolava i genitori, che abbracciava i medici che non l’hanno mai dimenticata.
http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788831540988/un-gancio-in-mezzo-al-cielo.html
mi chiedo se dopo questo articolo abbia ancora senso la Fisica–miliardi di dollari spesi per riercare la particella di Dio, per volersi sotituire al Signore cercando di comprendere i misteri dell’universo ! Gesu’ ha sconfitto il tempo , ha dato un senso a tutto !!!! Distruggiamo i laboratori di ricerca ! via le staminali ! bruciamo i libri di fisica, Darwin e le sue cretinate ! abbandoniamoci all’infinita grazia del Signore
un ricercatore che fa bene il suo mestiere, rende gloria a Dio e alla sua opera, il Creato, e alla sua opera ancora più grande: il desiderio e l’intelligenza dell’uomo. E’ vero, c’è un modo di fare scienza (come di andare in Chiesa) pieno di arroganza, proprio di chi si vuol sostituire a Dio; e c’è un modo di fare scienza che nasce dallo stupore di ciò che siamo, dalla curiosità di sapere come funzionano le cose, dal desiderio di comprendere… in poche parole, un vero scienziato è un uomo in preghiera. Distruggi pure i laboratori di ricerca in nome della fede in Gesù, e , oltre a togliere alla mia famiglia l’unico sostentamento – infatti il mio è un commento assolutamente interessato:) – , renderai la fede un ammasso di sentimentalismo senza nerbo né ragione d’essere, ancora più dannoso e illusorio delle “cretinate” di Darwin.
Grazie a Giusi per avermi fatto conoscere Giulia.
Hai ragione. Non c’è nessuna antitesi tra scienza e fede.
No! La scienza cerca di capire come il mondo funziona. Esperisce, misura, calcola, esperimenta, si corregge.
Poi c’è la tecnica che è scienza applicata, che è un altro discorso. Lo scenziato può credere che tutto abbia origine da Dio o può credere che Dio non c’entri nulla con l’universo. In tutti e due i casi gli scenziati esperiranno, misureranno, calcoleranno , si correggeranno. La sola differenza sta nel credere che l’origine di tutto sia Dio e invece no.
Ma, per esempio la scoperta, della penicellina cortisone insulina (per restare alle scienze mediche) non hanno nulla a che vedre col fatto di credere o meno. O dico una cazzata, come il solito?
…si scrive scenziato o scienziato?
Vox clamantis in dessert (per dirla con Nizza & Morbelli).
…non ne dubito.
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