dal DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI AL II CONGRESSO INTERNAZIONALE DI TEOLOGIA MORALE
Sabato, 12 novembre 1988
Come insegna il Concilio Vaticano II, “nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge, che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire . . . L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore; obbedire è la dignità stessa dell’uomo e secondo questa egli sarà giudicato” (Gaudium et Spes, 16).
Durante questi anni, a seguito della contestazione della Humanae Vitae, è stata messa in discussione la stessa dottrina cristiana della coscienza morale, accettando l’idea di coscienza creatrice della norma morale. In tal modo è stato radicalmente spezzato quel vincolo di obbedienza alla santa volontà del Creatore, in cui consiste la stessa dignità dell’uomo. La coscienza, infatti, è il “luogo” in cui l’uomo viene illuminato da una luce che non gli deriva dalla sua ragione creata e sempre fallibile, ma dalla sapienza stessa del Verbo, nel quale tutto è stato creato. “La coscienza” – scrive ancora mirabilmente il Vaticano II – “è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gaudium et Spes, 16).
Da ciò scaturiscono alcune conseguenze, che mette conto di sottolineare. Continua a leggere “L’uomo ha una legge scritta da Dio dentro il suo cuore”