I Millenials e l’overdose da gender

di Davide Vairani

Liberi di sentirsi ciò che si vuole e  si desidera al momento. E’ il gender bellezza, è trend e cool. Non ci puoi fare niente. La narrazione che il Potere vuole imporci a tutti i costi quale esempio di libertà e progresso ha arruolato di buon grado anche la prestigiosa rivista settimanale “Time”. Titolo della copertina di “Time”: “Beyond he or she”, cioè oltre “lui” o “lei”. Il settimanale racconta in un lungo reportage come i Millenials ridefiniscono il proprio genere.

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I sessant’anni del trattato di Roma e le crepe del sogno europeo

di Davide Vairani

Sessant’anni dei Trattati di Roma quale inizio dell’unità europea: che cosa stiamo celebrando in questi giorni? Il ricordo di un evento lontano e sepolto nel tempo o la speranza che davvero si possa costruire un’Europa dei Popoli? L’attentato di matrice islamista a Londra non è che l’ultimo episodio in ordine cronologico che evidenzia le macroscopiche crepe del sogno europeo dei nostri padri fondatori.
Il linguaggio è un termometro fondamentale per cogliere ciò che la gente comune respira. Sovranismo, nazionalismo e populismo non a caso sono i termini che oggi più che mai leggiamo sui media e che in forme e con terminologie forse meno sofisticate si respira nei bar, nei mercati tra la le gente. Continua a leggere “I sessant’anni del trattato di Roma e le crepe del sogno europeo”

«L’epoca dell’aborto sta passando». Intervista con Thérèse Hargot

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ARTICOLO TRATTO DAL LA CROCE 

intervista di Giovanni Marcotullio

 Thérèse, ho letto sulla stampa francese che quella di una decina di giorni fa potrebbe essere l’ultima Marcia per la Vita che abbia avuto luogo in Francia. Nel tuo libro hai definito l’aborto “Servizio clienti della contraccezione”. Non pensi che Una gioventù sessualmente liberata (o quasi) possa presto finire all’Indice?

No, non ho avuto proteste particolari, per il mio capitolo sull’aborto. I media hanno parlato molto poco di questo capitolo, è passato liscio come l’olio perché non ho mai scritto “sono contro l’aborto”. Ho scelto di non pronunciarmi “pro o contro” perché ho 32 anni e sono nata con il diritto all’aborto.

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Cosa mi salvò quando morì mia figlia. E dopo

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di Fiammetta Portinari  per La Croce quotidiano

Il fatto di cronaca recente riguardante l’eutanasia applicata ad un diciassettenne belga ha sollevato un ampio dibattito e questo è doveroso, perché il tema è scottante, critico, cruciale direi. C’è chi ha fatto discorsi generali sulla perdita di umanità di una società che preferisce suggerire la morte rapida ai suoi malati sofferenti piuttosto che occuparsi di curare e lenire il loro dolore. C’è chi ha esaltato la ricchezza che il malato costituisce per chi gli sta accanto, magari raccontando la propria toccante e tragica esperienza.

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Sottomissione for dummies (lezione per ripetenti)

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di Costanza Miriano   

Non pensavo che qualcuno mi si sarebbe filato ancora su questa storia della sottomissione. Insomma l’ho spiegata anche al maiale. Pensavo di essere finalmente fuori moda. Invece mi ritrovo a cercare di spiegare di nuovo cosa ho capito io della parola sottomissione usata da San Paolo, e lo faccio per la volta numero duecentosettantaquattro – includendo i tentativi in inglese e violettese (quella specie di lingua spagnola imparata sentendo le canzoni di Violetta, che mi si è resa necessaria quando la Procura generale spagnola ha aperto un fascicolo nei miei confronti su mandato del ministro della Salute e della Pari opportunità, per l’ipotesi di istigazione alla violenza sulle donne. Non mi riprenderò mai dalle risate fatte pensando al magistrato spagnolo che si è dovuto sorbire i racconti dei vomiti dei miei figli nel tentativo di ravvisare tracce di reato, poveraccio). Continua a leggere “Sottomissione for dummies (lezione per ripetenti)”

Ho diritto al marito

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di Maria Rachele Ruiu

Se c’è un diritto ad avere per forza figli, in funzione di un assenza di amore ingiusta, c’è anche un #diritto ad essere per forza #‎mogli‬, in funzione di un assenza ingiusta. Quindi: vediamo di obbligare qualcuno a sposarmi, anche velocemente visto che “sono in scadenza”.

Ehm, lo pretendo innanzittutto maschio, poi bello ed aitante, senza ammaccature fisiche o psichiche. Pagherò, innanzitutto perchè ci sia, poi pagherò perchè possa essere strappato dalle sue origini, dalle sue radici, ma soprattutto pagherò perchè sia assolutamente come dico io. Se non rispecchierà questi canoni, lo reinvio al mittente. Continua a leggere “Ho diritto al marito”

Dio si rivela, al cinema, nelle ferite di un omosessuale

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di Giorgio Ponte  per La Croce Quotidiano

Recentemente ho avuto la possibilità di vedere in anteprima un nuovo film dai creatori di Terra di Maria (capolavoro, se non lo avete ancora visto, fatelo!). Si tratta del film documentario Dio esce allo scoperto, nato un paio di anni fa in Spagna e da qualche tempo visionabile nelle sale italiane previo raggiungimento di un numero minimo di prenotazioni (per prenotarsi http://www.infinitomasuno.it/index.php/iscriviti-alla-mailing-list/). Continua a leggere “Dio si rivela, al cinema, nelle ferite di un omosessuale”

Precipitare a piccoli passi nell’assurdo

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di Costanza Miriano

Come colpire meglio il bambino per ucciderlo senza danneggiare il fegato? Quale prezzo contrattare?  Perché ci impressioniamo a sentire manager di aziende sanitarie che parlano così? Perché troviamo disturbanti le infermiere che sollevano con le pinze braccia e gambe di bambini conservati in frigo, dentro una bacinella? Perché mai un medico non dovrebbe mettere le sue abilità – costruite dopo aver giurato con Ippocrate “neppure fornirò mai a una donna un mezzo per procurare l’aborto – al servizio di una tecnica che gli permetta di prendere il cervello al bambino quando è ancora vivo? Dal momento che è possibile, legale, addirittura un diritto uccidere bambini, perché dovrebbe darci fastidio l’idea che i loro organi siano smistati e poi, tanto che si buttavano, pure venduti qua e là dalla maggiore organizzazione abortista d’America, dal sinistro nome di “genitorialità pianificata” e dall’ancora più sinistro fatturato (oltre un miliardo di dollari per uccidere innocenti)? Continua a leggere “Precipitare a piccoli passi nell’assurdo”

Pezzi di orrore: nuovi video del caso Planned Parenthood sottotitolati in italiano

f1Ci segnalano nuovi video tradotti in italiano sulla vicenda  del traffico di organi di bambini abortiti di cui abbiamo parlato QUI  (PEZZI DI ORRORE). Qui sotto i link.

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Pezzi di orrore

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di Federica Paparelli Thistle     per La Croce quotidiano

Se mai vi foste chiesti che faccia ha il male, ho un nome per voi: Deborah Nucatola. Se un po’ avete seguito questa pagina, sapete che Planned Parenthood è la catena di cliniche abortiste più grande d’America, una cosa enorme, un giro d’affari per oltre un miliardo di dollari. La dottoressa Nucatola a Planned Parenthood riveste un incarico di prestigio: è Senior Director of Medical Services, una posizione ai vertici del quartier generale del colosso degli aborti. In questa veste supervisiona le pratiche abortive nelle sedi PP di tutta l’America fin dal 2009 e si occupa anche dell’addestramento dei nuovi arruolati nei ranghi delle cliniche della morte. E da martedì sappiamo anche un nuovo perché. Continua a leggere “Pezzi di orrore”

Uteri affittati, ritorno alla schiavitù (replay)

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di Costanza Miriano

Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre. Continua a leggere “Uteri affittati, ritorno alla schiavitù (replay)”

Noi non disertiamo

costola di Costanza Miriano

Deve essere qualcosa di davvero importante, in parte misterioso e inaccessibile, in parte evidentemente prodigioso, questo essere maschio e femmina, se ci fa tanto battere il cuore, arrabbiare, disperare, innamorare, se da qui e solo da qui nasce la vita, se ci chiede di capire l’incomprensibile (tipo il dramma del fuori gioco), se ci sfida a essere migliori, se ne abbiamo così tanto bisogno, ma soprattutto se qui è nascosto il mistero di Dio. Già, qui è nascosto il nostro essere a immagine e somiglianza di Dio. La Genesi non dice che noi siamo a immagine e somiglianza dell’Onnipotente perché intelligenti, o, che ne so, dotati di coscienza, di volontà, o ancora di anima. No, dice che siamo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina. Lo afferma più volte, e io, che pure su questo tema rifletto e scrivo da un po’, non ho ancora mica capito molto di questo mistero. So solo che è centrale. L’ho sperimentato nella mia carne e lo vedo intorno a me. Continua a leggere “Noi non disertiamo”

Abbattete la Principessa

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 di Paolo Pugni

E non se ne può proprio più, diciamolo, di questi articoli di Paola Belletti su LaCroce che ti rovesciano addosso i suoi dolori e le sue rabbie. Che questo suo scrivere chioccio graffia l’anima, te la scortica strato dopo strato, non ti lascia lì tranquillo al tramonto a guardare la tua vita che si sorregge a fatica in equilibrio. Non se ne può proprio più di questo grido continuo, come un acufene, straziato giorno dopo giorno in tutto ciò che ti avvolge. Perché non ti lascia riposare, non ti lascia ciondolare dentro la tua autocommiserazione, dentro quella voglia di startene tranquillo a fare la vittima, a sentirti così sensibile che nessuno si accorge di come ti stai portando addosso l’universo, tu solo, tu capace di farlo con generosità e silenzio e grande, grande magnanimità. Continua a leggere “Abbattete la Principessa”

Uteri affittati, ritorno alla schiavitù

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di Costanza Miriano

Quando ho saputo la prima volta di essere incinta ero davvero una squinternata. Ancora più di adesso, dico subito per chi mi conosce bene, e se lo sta chiedendo. Ero ancora più squinternata, e di parecchio. Eppure sapere di avere una vita dentro di me ha cominciato immediatamente – non si vedeva ancora niente, niente era cambiato, apparentemente, ma io sapevo – un cammino di guarigione, un miracolo di allegria, consapevolezza, paura, responsabilità, terrore, coraggio, un cambiamento che io non controllavo in nessun modo, e che mi ha stupita per la sua irruenza. Uno sconvolgimento radicale di ogni cellula, e insieme la certezza inattesa di essere nel mezzo dell’avventura per la quale ero programmata da sempre. Continua a leggere “Uteri affittati, ritorno alla schiavitù”

L’aborto e l’infelicità delle donne

Slovacchia- Monumento ai bambini mai nati
Slovacchia- Monumento ai bambini mai nati

di Costanza Miriano

C’è un’infinità di argomenti contro l’aborto, ma io, visto che mi piace perdere facile, scelgo il più opinabile, il più attaccabile, il meno spendibile in un dibattito pubblico: l’aborto rende le donne infelici. Si potrebbe affrontare il tema sul piano filosofico, come Bobbio (o la Paola Belletti, la mia filosofa preferita, di certo la più gnocca), culturale, come Pasolini, di fede, come fa la Chiesa, o ancora economico, come fa chi elenca nomi dei finanziatori dei prochoice e cifre (fiumi di denaro: perché?). Si potrebbero contestare i numeri falsi che hanno alimentato falsi miti e portato all’approvazione delle leggi sulla base di bufale (come la sentenza Roe – Wade negli Usa o la campagna radicale in Italia), e mostrare come l’aborto ha risparmiato pochissime vite di donne evitando l’aborto clandestino ma ha sterminato schiere infinite di bambini che senza la 194 sarebbero nati.

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Al servizio del cittadino

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di Paola Belletti

“Dunque signora, per prima cosa mi deve portare il certificato del pediatra fatto sul sistema Inps”.

Vado.

Pediatra un po’ nervoso (ha ragione anche lui però! Hanno una montagna di burocrazia da sbrigare) mi compila questo certificato incalzando la segretaria ad ogni bivio imposto dalle tendine che si aprono  e dalle diverse spunte possibili. E ogni tanto chiede a me. “Qui cosa metto?”

Comunque lo ottengo, questo benedetto certificato, in duplice copia. In busta chiusa. Continua a leggere “Al servizio del cittadino”

Di cosa parliamo quando parliamo di limite

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 di Costanza Miriano

Ho una domanda che mi ronza in testa da tempo. A esser precisi un po’ mi ronza – perché ogni notte vedo Marzullo mentre scrivo, e mi faccio una domanda e mi do una risposta sgranocchiando per non dormire – e un po’ me l’ha fatta ronzare qualcuno. E siccome nella vita ho poche certezze – il rossetto mi sta male; Dio è mio Padre; le scarpe perfette ci sono ma il mio numero è finito – alle domande serie cerco di prestare attenzione, soprattutto se stimo chi me le fa. Continua a leggere “Di cosa parliamo quando parliamo di limite”