Se un ragazzo vive una sofferenza, di qualsiasi genere, va affiancato con delicatezza e rispetto, ma sempre ricordando che è un ragazzo, e che probabilmente con quella sofferenza sta chiedendo una paternità e una maternità che non ha ricevuto, forse non come il suo cuore desiderava. La sofferenza di un ragazzo non è uguale a quella di un uomo. Abbiamo un compito educativo, davanti a un ragazzo che soffre, e se bisogna rispettarlo, senza dubbio, si ha anche il dovere di indicare la verità, più che con un adulto. Insomma, non ci si può limitare a stare accanto con delicatezza. Educare ha a che fare con “ducere”, guidare. Oggi sempre più ragazzi esprimono il loro disagio facendo fatica con la propria identità sessuale. La risposta però non può essere quella di assecondare questo disagio, significa dare diritto di cittadinanza a quella percezione di sé. Come spiegano i giuristi del Centro Studi Livatino, la carriera “alias” adottata da un centinaio di scuole in Italia è una procedura non prevista dalla legge né autorizzata dalle autorità competenti. Ma soprattutto al di là della legge chiediamoci: aiuta davvero una ragazza che si sente ragazzo il fatto di essere chiamata con un altro nome da maschio? Non rimarrà forse il suo dolore? Il tentativo di cambiare la realtà – siamo maschi o femmine – con la burocrazia è destinato a fallire, ma soprattutto è troppo poco. È piuttosto un modo di lavarsi le mani: pensi di essere un maschio anche se sei femmina? Ti accontento, fai come vuoi. Non credo che si risponda così a una sofferenza, troppo facile. L’articolo del Centro studi.
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Mi hanno rubato la festa della mamma
Riceviamo da una lettrice del blog
Mi chiamo Martina, ho 31 anni , sono mamma di 2 bambini e vivo in Austria. Da quando sono diventata mamma ho scelto di dedicarmi alla famiglia e di mettere da parte la carriera, nonostante i miei studi, per occuparmi principalmente dei miei figli, ho scelto di esserci e di godermeli fin quando lo vorranno.
Pastori che profumano di Cristo
di Luca Del Pozzo
C’è un vescovo, M.or Andrè Leonard, dal 2010 al 2015 titolare della diocesi di Malines-Bruxelles. E c’è un giornalista, Drieu Godefridi, che non appartiene alla Chiesa e che anzi è dichiaratamente agnostico. I due si sono incontrati, hanno discusso a lungo, il primo incalzato dalle domande del secondo, a sua volta stimolato dalle argomentazioni serrate e per certi aspetti provocatorie del primo. Ne è scaturito un libro-intervista che è un balsamo per chiunque in questa calda e chiassosa estate voglia leggere qualcosa di autentico, di vero, di bello.
Non abbiamo molto, ma sappiamo di essere dalla parte della Verità
di Costanza Miriano
Non sono riuscita a leggere per intero le nuove Linee Guida Tecniche internazionali all’educazione sessuale approvate dall’Unesco. Non perché siano in inglese – è quell’inglese piatto e con pretesa di scientificità che non è difficile da capire neppure per me – ma perché mi fanno venire il mal di pancia. A cominciare dal titolo: “un approccio basato sulle prove”.
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#stopgender: il “bus della libertà” scalda i motori
“I bambini sono maschi, le bambine sono femmine”. Un concetto che appare ovvio, pleonastico, ma non inutile da ribadire. In un tempo in cui nelle scuole vengono proposti corsi tesi a destrutturare l’identità sessuale, le polemiche possono attizzarsi anche per una frase di tal banale risma.
È per questo che gli attivisti italiani della piattaforma online CitizenGo stanno idealmente affilando le armi in vista dell’iniziativa che da sabato 23 settembre a sabato 30 li vedrà impegnati in un viaggio per l’Italia. Un grande pullman di linea, colore arancione con bordi bianchi, partirà da Roma per poi arrivare il giorno successivo a Firenze, il 25 sarà a Milano, il 26 a Brescia, il 27 a Bologna, il 28 a Bari, il 29 a Napoli e infine il 30 il ritorno a Roma, dove è prevista una manifestazione.
Sulla fiancata del grosso mezzo a quattro ruote – chiamato il Bus della Libertà – campeggerà a caratteri cubitali la scritta in questione, seguita da “La natura non si sceglie” e “#StopGender nelle scuole”. In questi giorni è stato pubblicizzato a Roma da una campagna d’affissione di manifesti con il provocatorio motto “basta violenza di genere” sui bambini. Continua a leggere “#stopgender: il “bus della libertà” scalda i motori”
I Millenials e l’overdose da gender
di Davide Vairani
Liberi di sentirsi ciò che si vuole e si desidera al momento. E’ il gender bellezza, è trend e cool. Non ci puoi fare niente. La narrazione che il Potere vuole imporci a tutti i costi quale esempio di libertà e progresso ha arruolato di buon grado anche la prestigiosa rivista settimanale “Time”. Titolo della copertina di “Time”: “Beyond he or she”, cioè oltre “lui” o “lei”. Il settimanale racconta in un lungo reportage come i Millenials ridefiniscono il proprio genere.
Cardinale Eijk: “Urgente un documento magisteriale sul gender”
Il Cardinale Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht, non ha dubbi: un documento del Magistero romano sul gender “è urgente”. E non perché la Chiesa non si sia pronunciata sul tema. Ma perché c’è bisogno di un documento comprensivo, dedicato al tema, per spiegare alle persone fino in fondo il punto di vista della Chiesa. Un documento che possa contrastare la pressione che arriva sul tema dalle grandi organizzazioni internazionali.
In una recente intervista Lei ha detto che ci vorrebbe una enciclica sul gender. Lo pensa ancora?
Nel mese di novembre, durante una intervista, mi è stato chiesto se non fosse utile un documento del Magistero Romano sulla teoria del genere. Ho detto subito di sì. Non direi necessariamente ci voglia una enciclica. Può essere anche un documento di altro tipo, come una istruzione da parte della Congregazione della Dottrina della Fede. È importante però che sia un documento autoritativo della Chiesa su questa teoria. Perché vediamo che le organizzazioni internazionali fanno molta pressione sulle nazioni per introdurre questa teoria, soprattutto nel mondo dell’educazione. Continua a leggere “Cardinale Eijk: “Urgente un documento magisteriale sul gender””
Difendiamo oggi i bambini dalle bugie di domani
di Costanza Miriano
Ancora una volta sul web c’è chi dà patenti di misericordiosità. Io, ovviamente, non sono misericordiosa, perché ho attaccato il neo ministro Fedeli. Invece bisogna offrire appoggio, e collaborazione, e testimoniare senza opporsi. Ma al male, non alle persone, BISOGNA opporsi. E’ vero, abbiamo scherzato tutti sulla sua non laurea, ma molti senza parole offensive (io per esempio ho diffuso un invito alla sua fantomatica festa di laurea in un autogrill: saremo in più di dodicimila, io porto le patatine), e personalmente trovo molto deprimente che qualcuno pensi di sembrare più importante con una laurea (alcune tra le persone che stimo più al mondo non ce l’hanno). Continua a leggere “Difendiamo oggi i bambini dalle bugie di domani”
Il gender e la ragione
In Svezia è stato girato, da Ankdam TV, un interessante video-intervista.
All’Università di Soderton una ragazza bionda e piccolina ha chiesto a diversi studenti se può essere considerata un uomo alto due metri e giapponese, o anche – perché no? – un gatto.
Fino a che punto può essere condizionata la nostra mente?
Le risposte dei ragazzi ti sorprenderanno.. Continua a leggere “Il gender e la ragione”
Noi siamo quelli che non hanno alzato il braccio
di Costanza Miriano
Lo diciamo adesso che l’esito è incerto: comunque vada noi saremo orgogliosi di avere contribuito a far alzare in piedi un popolo di fratelli che, in silenzio e senza offendere mai nessuno, ha difeso i più deboli. I bambini tolti alle mamme e a volte scambiati per denaro, le donne sfruttate, gli uomini ingannati e ridotti alla loro tendenza sessuale. Avremo compattato le fila di una schiera di amici che non sapeva dove ritrovarsi, noi che abbiamo visto sotto i nostri occhi nascere un vero e proprio popolo, abbiamo stretto legami fraterni, abbiamo messo in comune il tempo il cibo il denaro l’affetto, a volte le case, ci siamo abbracciati senza mai esserci visti prima, ci siamo incontrati riconoscendo nei nostri cuori l’eco di quelle parole profetiche di Giovanni Paolo II:
Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata …Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’autorità di distruggere la vita non nata … Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un’ emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio … Ci alzeremo quando l’istituzione del matrimonio viene abbandonata all’egoismo unano …e affermeremo l’indissolubilità del vincolo coniugale …Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche … e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell’individuo ma anche per quello della società …
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Genderless
Il maglione colorato di lana grezza non è l’oggetto, non è la notizia. I tratti androgini della ragazza lo sono marcatamente, i tratti asiatici del ragazzo (è coreano, è una delle star del momento, si chiama Sang Woo Kim) sono marcatamente maschili e al contempo fortemente androgini. Tra le mille immagini dell’advertising, quelle che filano via al mattino sotto il dito sull’iPad o sfogliando i giornali, rese invisibili dall’assuefazione, ci deve essere un motivo se la fotografia di Richard Burbridge per la campagna autunnale di Diesel ha catturato l’occhio, fermato per un attimo l’indice a scorrimento rapido. Prima ancora che nella pagina a fianco il claim che la accompagna, “This ad is gender neutral”, confermasse l’impressione di essersi imbattuti non in una furbata pubblicitaria, ma in un messaggio riuscito.
Da Nord a Sud in piedi per la famiglia, adesso
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La perversa ideologia del gender
Estratto del libro “Dio o niente”, del cardinal Robert Sarah*
E’ a ragione che Benedetto XVI sottolinea che “l’identità europea si manifesta nel matrimonio e nella famiglia. Il matrimonio monogamico, come struttura fondamentale della relazione tra uomo e donna e al tempo stesso come cellula nella formazione della comunità statale, è stato forgiato a partire dalla fede biblica”. Al contrario, ci sono tentativi ripetuti per impiantare una nuova cultura che nega l’eredità cristiana. In certi paesi africani sono stati creati ministeri dedicati alla teoria del gender in cambio di aiuti economici!
“Difendiamo i nostri figli” diventa comitato permanente
COMUNICATO STAMPA
LE FAMIGLIE DEL 20 GIUGNO CHIEDONO AL COMITATO ORGANIZZATORE DI STRUTTURARSI E DIVENTARE PERMANENTE
Il comitato “Difendiamo i nostri figli” che ha organizzato il grande family day del 20 giugno 2015 si struttura in modo permanente e diventa una realtà permanente per fare formazione sul piano culturale e battersi sul piano politico per riaffermare i diritti dei bambini e fermare la deriva gender nel nostro Paese. Inizia ora la fase costituente per allargare la partecipazione ad altri soggetti associativi e lavorare sul territorio. Forte delle centinaia di migliaia di visi e di occhi incontrati, delle mani strette, degli abbracci bagnati dalla pioggia il 20 giugno scorso, il Comitato Difendiamo i nostri figli, che era nato al solo scopo di organizzare la manifestazione di Piazza San Giovanni, ha deciso che, lasciato l’evento alle spalle, non può sciogliersi, pur avendo raggiunto e abbondantemente superato l’obiettivo che si era dato. Quasi un miracolo si è compiuto davanti ai nostri occhi.
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Gender, una bugia pericolosa
di Luciano Mola – Avvenire
«Una deriva culturale, sostenuta da una lobby intellettuale e politica potentissima, che rischia di minare alle radici le basi stesse della civiltà occidentale. Opporsi e reagire dovrebbe essere compito di tutte le persone di buona volontà ». Lo sostiene monsignor Tony Anatrella, sacerdote e psicanalista francese, tra i massimi studiosi mondiali del ‘rischio gender’, autore di numerosi saggi sul tema. Ieri sera, al Centro culturale di Milano, ne ha presentati due, gli ultimi tradotti in italiano, La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità e Il regno di Narciso, entrambi pubblicati dalla San Paolo.
Più volte lei ha sostenuto che all’origine del ‘gender’ c’è una grande bugia: pretendere cioè che l’identità sessuale si possa cambiare a piacimento, secondo una prospettiva immaginaria che non tiene conto del dato biologico. Perché è pericoloso incoraggiare questa convinzione? Continua a leggere “Gender, una bugia pericolosa”
Gender di consumo
di Andreas Hofer
Il gender è l’ideologia perfetta per la macchina del consumo: un corpo come feticcio, infinitamente variabile, smaterializzato e sottomesso alle fluttuazioni delle mode. E dietro questa illusoria promessa di liberazione si profila la fine della singolarità individuale, di per sé irripetibile. Continua a leggere “Gender di consumo”