Da bambina volevo essere un maschio. Meno male che allora non c’era il gender

 Io so cosa vuol dire non riconoscersi nel proprio sesso di nascita, perché tra i 5 e i 14 anni volevo essere un maschio. Non un maschiaccio, come si dice bonariamente delle bambine più vivaci, ma proprio un maschio. Odiavo merletti e fiocchi, portavo solo pantaloni ed ero così contenta quando la gente mi scambiava per un bambino.

25 pensieri su “Da bambina volevo essere un maschio. Meno male che allora non c’era il gender

  1. Serena

    Questo articolo è veramente interessante.
    Spero veramente che molti altri si rendano conto della realtà dei fatti.
    Grazie per averlo postato e grazie a… ops, scusa non ricordo il nome, chiedo venia… per averlo segnalato.

      1. Anonimo69

        @ Sara

        “Almeno le guardie resisteranno?”

        ma si! Sono a Roma dai tempi di Giulio II e si immolarono quasi tutte nel 1527 per salvare Clemente VII. Poi il papa non è sprovvisto di guardie: c’è anche la gendarmeria pontificia (peccato però che non abbia più la splendida divisa che aveva fino agli anni 60: http://tavolemilitari.forumfree.it/?t=66771608 – v. le foto dal 3° post in poi). A69

  2. Lalla

    Una fresca folata di buon senso! Ah, no, però se le stesse cose le dice la Miriano, allora no, è cattointegralista…

    1. Anonimo69

      @ Giusi

      e come alla gaystapo non è riuscito di acchiappare il dr. Carl Peter Vaernet? Ti garantisco che tutti i gay del mondo l’avrebbero desiderato. A69

        1. Giusi

          Ma che c’entra? Lì stanno dando dell’omofobo a chi scrive che la famiglia è solo tra un uomo e una donna!

          1. Anonimo69

            @ Giusi

            però sarebbe stato un bel colpo se quel criminale fosse morto in qualche oscura e profonda prigione, magari dopo aver saputo che l’OMS aveva derubricato l’omosessualità da condizione patologica a fisiologica. Non solo la condanna materiale, ma anche la constatazione che aveva fallito su tutta la linea.
            Non c’entra con l’argomento in questione (hai ragione) però sarebbe stata solo GIUSTIZIA se i gay avessero potuto trascinare quel vecchio davanti al più severo dei tribunali e, dopo qualche anno di cella d’isolamento, fargli sapere, con i dettagli le decisioni dell’OMS. Peccato: QUI non è stata fatta giustizia. A69

            1. Giusi

              Il mondo è pieno di ingiustizie non solo nei confronti dei gay e non discende automaticamente dal considerare l’omosessualità una malattia il fatto di perseguitarli anzi proprio per niente. Ingiustizie possono derivare anche dal considerare l’omosessualità una condizione del tutto normale come dimostrano i tanti casi di condizionamento nei confronti di bambini che manifestano presunte tendenze fino a veri e propri casi di suicidio.

            2. Anonimo69

              Invece quel mascalzone è morto in sudamerica, IMPUNITO e prima che l’APA e OMS cancellassero l’omosessualità dalle patologie: non ha subito nè punizioni materiali nè morali.
              In quel caso si che sarebbe stata davvero utile la gaystapo, e non per dare dell’omofobo a un tizio qualsiasi che (sempre se parla educatamente) alla fin fine esprime un’opinione, che come si sa, lascia il tempo che trova.
              D’altra parte Giovenale diceva: “Nessun colpevole può essere assolto dal tribunale della sua coscienza”, ma non teneva conto della gente che la coscienza non ce l’ha! A69

              1. Anonimo69

                Ma purtroppo c’è stato CHI ha aiutato Vaernet e tanti altri come lui, a fuggire in sudamerica. A69

  3. Cavaliere di San Michele

    Tornando in tema sull’articolo. E’ un’esperienza che molte o molti potrebbero sottoscrivere, e la cosa che fa riflettere è come a volte il buon senso torni (o torni in parte, vedi il giornalista di Rai 3 alle prese con i pagliaccetti rosa) quando ad essere coinvolti sono i propri figli…

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