Il bambino il grande assente nel dibattito sull’utero in affitto

di Costanza Miriano

Dunque secondo la Corte Europea di Strasburgo, anche se in Francia l’utero in affitto è vietato, i registri nazionali dovranno in qualche modo tenere conto della posizione del “genitore intenzionale” dei bambini comprati all’estero. Che cavolo vuol dire “genitore intenzionale”? Io mi dichiaro proprietaria intenzionale della borsa di quella signora che è passata adesso; me la posso intestare anche se lei non è d’accordo? Da quando l’intenzione genera un diritto? Soprattutto se per realizzare la mia intenzione commetto un reato, come possono dei giudici legittimare questo?

È evidente che l’ideologia sta minando le basi dell’oggettività del diritto. Se conta l’intenzione, il diritto diventa dettato dalle emozioni, dai sentimenti, e non si è mai vista una roba del genere (credo che Giustiniano si rivolti nella tomba). Ovviamente il diritto creativo vale per alcuni, non per tutti. Perché se io vado all’anagrafe e dico che il figlio della mia amica a cui voglio tanto bene è mio, vado in carcere, e se lo fa uno che lo ha pagato no (ovviamente la balla è che si tratti solo di copertura delle spese, ma chi se ne frega: il figlio non è tuo, e che te lo regalino o te lo facciano pagare non è tuo punto e basta, o non è solo tuo perché gli hai tolto il padre o la madre).

E meno male che la Corte si chiama dei diritti umani. In tutta questa storia, compreso il dibattito che ieri sera mi ha costretta ad attendere fino a tardi il finale di Porta a Porta (no comment), sono proprio i diritti di chi non si sa difendere a essere spariti. Il diritto del bambino. Gli altri i diritti se li prendono con la forza. Pagando una donna per esempio. Andando a farsi inseminare all’estero. Escludendo un padre dalle proprie scelte, come nel caso dell’aborto. Peccato che il diritto dovrebbe esistere proprio per tutelare chi non riesce a difendersi da chi impone il proprio desiderio, le proprie voglie, le proprie idee. Voglio un figlio, me lo prendo.

In tutta la discussione secondo me sfugge sempre il centro della questione: i bambini hanno un padre e una madre, e hanno diritto a crescere con loro. Gli uomini e le donne non hanno diritto a un figlio. I figli sono un regalo immenso che però può anche non arrivare, e nessuno ha il diritto di prenderselo.

E’ questo il punto che non viene mai nominato. Quasi mai, a dire il vero, perché ieri alla Lumsa si è tenuto un bel convegno che avrebbe dovuto essere preso d’assedio dagli uomini e dalle donne di buona volontà, e invece purtroppo è stato quasi disertato, nonostante il livello di eccellenza dei relatori. Già il titolo del convegno lasciava presagire che sarebbe valsa la pena di andare. “Nascere da madre surrogata”: dunque una buona volta il punto di vista è quello del bambino. Finalmente. Come ha detto lo psicologo Giampaolo Nicolais, non importa poi come staranno i bambini nati dall’utero in affitto, o quelli separati da un genitore biologico. L’essere umano è resiliente, e come si sopravvive a genitori abusanti o maltrattanti, ce la si può cavare in qualsiasi situazione. Il problema è che noi non possiamo soddisfare i nostri desideri pensando che i bambini se la caveranno, noi dobbiamo rispettarli, rispettare i loro diritti fondamentali, e anteporli ai nostri desideri. E’ la base della civiltà.

Noi non siamo solo prodotto della nostra cultura – cogito ergo sum – noi siamo anche natura, cioè noi siamo nature and nurture si è detto al convegno. E la natura la riceviamo, non ce la diamo da soli e non la possiamo dare. A certi bambini la parte di natura viene violentata da adulti che vogliono soddisfare i loro desideri, seppur di per sé buoni. Questo patrimonio è scritto nei nostri geni e si plasma nel grembo materno. Questi due elementi, patrimonio genetico materno e paterno, e dialogo col corpo materno, sono incancellabili dalla nostra storia. O meglio, si possono cancellare come fa chi compra i figli, o il seme, o l’ovulo, ma non senza un prezzo altissimo da pagare, e tutto a carico dei bambini. Non basta che poi i genitori siano pieni di buona volontà e intenzionati ad amare questi bambini. Probabilmente molti dei violentatori della natura dei loro figli – quelli che li privano del padre, della madre, ma anche i genitori maschio e femmina che fanno l’eterologa – saranno genitori al meglio delle loro possibilità (sicuramente migliori di me), ma non sarà il meglio per quei bambini. Un bambino sente il battito della madre, ne riconosce la voce, le carezze, il latte (appena nato distingue un batuffolo imbevuto di latte della mamma da quello di un’altra donna). Un bambino ha bisogno del padre e di conoscere la propria storia, di cui è erede.

Un bambino non è un diritto anche se l’infertilità è ormai un problema generazionale, legato ai nostri stili di vita, come ha ricordato Daniela Bandelli, che sta conducendo uno studio su casi di maternità surrogata in vari paesi del mondo. Dell’orrore nascosto nei contratti che le madri surrogate firmano ha raccontato Jennifer Lahl, che è stata la prima a sollevare il velo sulle sofferenze che sconvolgono le vite di tante madri surrogate: dolore, malattia, morte, abbandono totale nel caso che le cose vadano male. Donne disperate: non tutte, ma molte, che a volte vagano anni all’affannosa (e vietata dai loro contratti) ricerca di notizie dei bambini che hanno portato in grembo, come ha raccontato Monica Ricci Sargentini, da sempre in prima fila in questa battaglia. Una delle poche giornaliste – con lei Paola Tavella, che era in sala – che racconta la verità su questo, mentre si permette che utenti dell’utero in affitto vadano in tv a parlare di quanto è bello essere genitori, senza che nessun collega abbia l’onestà di fare l’unica domanda che c’è da fare: quanto ha pagato per commettere quello che nel nostro paese è un reato?

Che qualcuno sveli una buona volta “di che lacrime grondi e di che sangue” la realizzazione di un desiderio che la natura non ha permesso di compiere.

 

28 pensieri su “Il bambino il grande assente nel dibattito sull’utero in affitto

  1. Anna maria

    Bravissima Costanza !! ormai dirtelo è quasi un mantra.. ma sapere che sei sempre sul pezzo con questa grande lucidità è un grande conforto per chi, come me, ti sta virtualmente (e indegnamente) a fianco in questa tua continua e coraggiosa ricerca di verità e umanità. Anna p

  2. bellissimo post, sul mio blog ho scritto anche io un articolo in merito, seppur con argomentazioni diverse ma simili nella sostanza.
    “un bel convegno che avrebbe dovuto essere preso d’assedio dagli uomini e dalle donne di buona volontà,”
    Ciò che colpisce è la latitanza femminile, anche il più perfido, maligno e fantasioso dei maschilisti, non riuscirebbe a concepire una strumentalizzazione e uno sfruttamento del corpo delle donne più becero della prezzolata gravidanza conto terzi.
    Hai perfettamente ragione quando dici che alla questione è stato dato un carico ideologico tale da depistare e occultarne la reale essenza.

  3. La Corte Europea di Strasburgo è la CEDU, che già conosciamo bene per le vicende di Charlie Gard. Se non ci liberiamo dal giogo di queste istituzioni sovranazionali farlocche, che cercano di imporci un’agenda ben definita anche quando la volontà popolare si oppone (altre istituzioni europee stanno cercando di rifilarci il “Global compact”), è inutile fare tante discussioni…

    1. rosa

      Spesso sfugge che la CEDU con la Comunità Europea non c’entra niente.
      La politica della CEDU è chiara: fu inventata negli anni 60 per dimostrare che in Europa occidentale eravamo belli e buoni e garantivamo i diritti di tutti, non come dall’altra parte.
      Ora in pratica si trova senza lavoro, come Amnisty International e deve trovare un motivo per vivere….

      1. con la Comunità Europea non c’entra niente.
        I problemi non sono solo con la Comunità Europea, Unione Europea o altro… Magari fosse così. I problemi sono tutte le istituzioni globali che si prefiggono uno scopo sovranazionale, ovvero che sovrasta le legittime autorità di ogni singolo stato. Vale per la CEDU, per la UE, per l’FMI, per l’ONU e tutta la sua galassia… Molte di queste organizzazioni sono state costituite in un momento in cui la situazione internazionale di riferimento era molto diversa (p.es. ONU e FMI) e ad un certo punto avrebbero dovuto essere seriamente riformate (oppure chiuse). Ma certe – p.es. l’UNESCO – sono nate con la specifica missione di diventare sovranazionali, approfittando di ogni varco utile che si sarebbe presentato.

  4. Francesco Paolo Vatti

    Ottimo articolo, grazie!
    Vorrei anche sapere dove sono, in questa battaglia, le femministe, quelle che dicono: “io sono mia!” (o non lo dicono più?). Dovrebbero essere al nostro fianco, convinte, in questa battaglia. Invece, purtroppo, le femministe, dopo aver prestato parte degli argomenti, ormai sposano la causa LGBT a tutto tondo e finiscono per fare come i sindacati: tradire quelli che dicono di voler difendere….
    Mentre leggevo, mi veniva in mente Dante, quando parlava (mi pare) di Semiramide: “quod libito, licito!”. Ecco dove siamo arrivati!

    1. Luigi

      “Vorrei anche sapere dove sono, in questa battaglia, le femministe, quelle che dicono: “io sono mia!” (o non lo dicono più?).
      Dovrebbero essere al nostro fianco, convinte, in questa battaglia.”

      Per carità!
      Il nemico è meglio averlo di fronte, nella sua uniforme e che ti spara addosso. Almeno sai cosa aspettarti e come regolarti.
      Averlo invece al fianco, che simula di esserti alleato indossando la tua stessa divisa, è molto peggio.

      “Donna femminista” è del resto una contraddizione in termini, come il “cerchio quadrato”. O si è donne, o si è femministe. Tertium non datur.
      Il femminismo è male, né più né meno che il maschilismo.
      Non esiste un femminismo buono.

      Le femministe – e i femministi loro corifei, tali per evidente mancanza di attributi virili – sono al posto che compete loro e che si sono scelte: luciferinamente schierate contro la vita e la civiltà.
      Prima i maschietti lo comprendono, senza falsi sentimentalismi d’accatto, meglio è.
      Le poche donne degne ancora rimaste lo hanno per altro capito da tempo…

      P.S.: tutta la mia stima e la mia preghiera al senatore Pillon, vittima di un reato d’opinione degno del totalitarismo che ci opprime.

        1. Luigi

          “le femministe sono impegnate a fare di ogni uomo (e quindi anche di Lei e di me) un violento criminale”

          Con me hanno gioco facile 🙂

          Vorrà dire che faremo della Poesia…

          “Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
          la perdono, e te ne fanno colpa.
          Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
          tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
          Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
          O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
          O essendo odiato, non dare spazio all’odio
          […]”

      1. quoto in toto,
        penso la cosa sia ancora più sordida, dalle lotte anni ’70 per i diritti, si è passati alle attuali per la conquista del potere reale con annesse corsie preferenziali ai danno dell’universo maschile, bramosia obnubilante al punto da non capire che il mondo gay sta facendo altrettanto con loro. Quando le avranno spodestate ANCHE nel ruolo di madre e ridotte a fattrici su commissione, le femministe torneranno a Canossa implorando alleanze e supporto.

  5. beppe

    E’ un po’ come se uno guidasse su una strada piena di chiodi e scoprisse che cosi si bucano le gomme.
    Si e’ trasformato il matrimonio in una burletta, la maternita’ in una malattia, la femminilita’ e la virilita’ in “retaggi culturali del passato”.
    La distruzione dell’infanzia ne e’ la piu’ logica conseguenza.
    I convegni ribadiscono l’ovvio, ma per rimediare a scelte sbagliate vi e’ una sola strada : tornare indietro.

    1. vale

      @beppe

      quando si ritiene che basta che si possa fare sia permesso e lecito fare.
      quando la finitezza della natura umana non viene più ricordata da chi dovrebbe ricordare che non si vive di solo pane..

      riporto da zafferano,news “la caverna” di u.p.benini una parte di una sua riflessione:

      “«L’intemperanza – dice Tommaso d’Aquino – ripugna sommariamente alla nobiltà e al decoro, in quanto nei piaceri riguardanti l’intemperanza viene offuscata la luce della ragione, dalla quale deriva tutta la nobiltà e la bellezza della virtù».

      «Quando un popolo divorato dalla sete di libertà si trova ad aver coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade che i governanti pronti ad esaudire le richieste dei sempre più esigenti sudditi vengano chiamati despoti.

      Accade che chi si dimostra disciplinato venga dipinto come un uomo senza carattere, un servo.

      Accade che il padre impaurito finisca col trattare i figli come suoi pari e non è più rispettato, che il maestro non osi rimproverare gli scolari e che questi si faccian beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti dei vecchi e per non sembrar troppo severi i vecchi li accontentino.

      In tal clima di libertà e in nome della medesima, non v’è più rispetto e riguardo per nessuno. E in mezzo a tanta licenza nasce, si sviluppa, una mala pianta: la tirannia».
      (Repubblica di Platone VIII libro)”

  6. Barbara

    …mi sembra ci si prepari a far lavorare psicologi, psichiatri, evoluzionisti, ecc ecc

    Leggendoti Costanza ho pensato subito al cartone “A casa dei Loud” (a mia figlia che ha 10 anni non l’ho vietato ma vedendolo con lei approfitto per farla riflettere su varie cose…)Nel cartone c’è un bambino di nome Clyde, il migliore amico di Lincoln ( il protagonista). Clyde è “figlio” di 2 padri omosessuali…
    Cosa fa Clyde ogni 3×2?
    Chiama la dottoressa che lo segue…

    1. cinzia

      Gli psicologi che ti dicono di liberarsi dai sensi di colpa (che l’inganno della religione cattolica ci fa venire!).
      Ormai siamo pieni di psicologi, sembra che non si possa più vivere senza ….
      Devo ammettere che mi fanno paura!
      Sicuramente ci sono dei casi in cui sono utili, e ci saranno sicuramente anche psicologi onesti…. Ma la maggior parte sono anticristiani e portano avanti i progetti del mondo (o dovrei di ‘quello di sotto’… come lo chiama un mio amico)
      Perché non fare intervenire psicologi seri per i ragazzi che hanno problematiche con il loro genere (si dice così?)? Se lo si fa, lo di fa solo per accompagnarli nella loro scelta, mai per fare comprendere che forse si stanno sbagliando. Uno psicologo serio che ci prova rischia, a parte il linciaggio mediatico, la radiazione dall’albo….

    2. beppe

      @Barbara

      daccordo, ma se domani mattina la Cirinnà fa togliere il riferimento all’infanzia problematica dal cartone animato?
      Se avessi una figlia pre-adolescente le farei presente che, dopo 40 anni di femminismo idiota, la donna è diventata talmente inutile che si può tranquillamente pensare di farne a meno.
      E’ questo il punto che instilla il seme del dubbio nelle nuove generazioni.
      Qualsiasi azione intraprenda la Cirinnà nel futuro, non riuscirà mai a cavare questo chiodo.

  7. E poi c’è chi proprio non lo fa per soldi ma per ammmmoooore…

    Un ammmooore che coinvolge tutta la famiglia, madre in menopausa (l’incubatrice), la sorella del futuro “papà” (la donatrice) e il figlio di mamma incubatrice e fratello di sorella donatrice, che avendo una “stabile relazione omoerotica”, non sapeva come fare…

    https://it.aleteia.org/2019/04/03/madre-menopausa-gestante-surrogata-figlio-omosessuale/?utm_campaign=NL_it&utm_source=weekly_newsletter&utm_medium=mail&utm_content=NL_it

    Come si fa a dirgli di no?! (SIC)

    Anche loro non sembra si preoccupino molto di quando dovranno spiegare al nascituro la sua genesi, finito il tempo delle favole…
    Ma ci penseranno a tempo debito, vuoi mai che ‘sto figlio in mezzo a tanto ammmooore possa uscire traumatizzato dalla realtà delle cose? Ma dai…

  8. pietro

    pare che “intenzionale” si riferisca alla donna (la madre) che vende la disponibilità del proprio utero per questo abominio. Come sempre avviene col politicamente corretto, si tratta di manipolazione del linguaggio per mascherare una realtà che si sa essere istintivamente ripugnante.

    1. Sì, il termine è chiaramente usato per contraddire chi fa presente che l’utero in affitto è una forma di schiavitù, imposto direttamente o indirettamente (p.es. per necessità economiche). Come al solito tirano fuori un singolo caso mediatico, fanno vedere che lì non c’è nessuno sfruttamento e così credono di aver dimostrato che non c’è mai.

      1. Francesco Paolo Vatti

        Anche se poi lo sfruttamento è in sé (dunque anche nel caso di quell’articolo). Si lamenta che la Chiesa vorrebbe trasformare le donne in fattrici e poi proprio quello si fa….

        1. Non so se si possa ritenere sfruttamento se la persona è consenziente: se non altro diciamo che su questa base anche noi potremmo essere attaccati (p.es. qualcuno potrebbe strumentalmente dare della “fattrice” anche ad una madre che, con tutto il consenso, ha dato alla luce molti figli).

          Quello che è certo è che in quel caso siamo di fronte ad una cosa orribile.

  9. Pingback: La surrogata dal punto di vista del bambino, convegno LUMSA 19 aprile 2019

  10. Francesco

    Mi conforta leggere quanto scrive, tra le altre cose, papa Benedetto XVI nelle considerazioni pubblicate oggi dal Corriere della sera online: “Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno al di sopra anche della conservazione della vita fisica. Dio è di più anche della sopravvivenza fisica. Una vita che fosse acquistata a prezzo del rinnegamento di Dio, una vita basata su un’ultima menzogna, è una non-vita. Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana. “

  11. Alessandro Martinez

    tanto è tutto inutile.. siamo come a Fort Alamo, asserragliati in attesa di essere annientati.. nessuno ci sostiene, anzi la stampa e la magistratura ce l’abbiamo tutte contro, il grosso della Chiesa è silente quanto non connivente.. vox clamantis in deserto.. tutto dipende dalla mancanza di fede, come ha magistralmente scritto Benedetto XVI nel bellissimo documento pubblicato oggi…

    1. beppe

      @Alessandro
      “asserragliati in attesa di essere annientati”
      Ma, secondo te, quante possibilità ha “il mondo Cirinnà” di sopravvivere alla prova dei fatti?
      Gente come questa che sta costruendo strutture famigliari sempre più precarie, tenute insieme con lo sputo e il nastro adesivo.
      E’ stato facile distruggere il retaggio culturale del passato, ma costruire un mondo nuovo è un miliardo di volte più difficile.
      E per farlo occorre una lungimiranza, una pazienza e una serietà di intenzioni, che non hanno un minimo di diritto di cittadinanza nel nostro quotidiano.
      Faremo un viaggio nel “tunnel dell’amore” … e poi ritorneremo al punto di partenza.

  12. Luthien

    Ad là del contenuto della sentenza che non conosco,, come insegna il professor Mantovani, un diritto penale dell’intenzione , del sentimento, soggettivo è esistito: è quello proprio dei totalitarismi, che, invece, di essere ancorato al reato, si concentra sul reo, sulle sue intenzioni.
    Forse anche questo è un segno, ci stiamo incamminando o viviamo già in un totalitarismo dolce , zuccheroso, ma fino a quando sarà così?
    Gli ultimi due articoli sono molto legati: il testo di Benedetto XVI permette di comprendere perché si arrivi a decisioni, come quella della Cedu .L’ Eclissi di Dio , la negazione dell’esistenza di un bene e male oggettivi, in un qualche modo conoscibili dalla retta ragione ( nello loro pienezza , solo dalla ragione illuminata dalla fede), conduce all’eliminazione del diritto naturale che la nostra giurisprudenza liquida come anelito giusnaturalistico e quindi, a perdere il senso del diritto. . Il diritto è tutto posto dallo Stato 0 creato dal giudice , non tutela più i soggetti deboli, ma diventa uno strumento neutro per comporre i diversi interessi , tutti sullo stesso piano. Ovviamente a prevalere è il più forte.
    Ricordo che nel bilanciamento tra il diritto del concepito a nascere e diritto della donna non solo alla vita , ma alla salute, latamente intesa , prevale, secondo la sentenza della Corte Costituzionale del 1975 e la legge 194, il diritto della donna .
    Adesso abbiamo semplicemente fatto un altro passo nella direzione di riconoscere diritti ai soggetti più forti-: gli adulti

  13. Pingback: Il bambino il grande assente. Il convegno della LUMSA raccontato da Costanza Miriano – WoMoGeS

I commenti sono chiusi.