Nessuna sanatoria per i bambini nati dall’utero in affitto

di Costanza Miriano

Allora, partiamo dal fatto che il solo fatto che si parli di utero in affitto come reato universale, e che le forze politiche al governo si impegnino in questo senso è una cosa grandissima, impensabile se al governo fossero saliti partiti i cui responsabili dei cosiddetti diritti civili hanno fatto ricorso a quella pratica per avere dei bambini. Quindi sono grata di questo, mi sembra un segno grandissimo, anche se ricordo che la pratica (mi rifiuto di chiamarla GPA, come non chiamerò mai l’aborto IvG) è reato nella maggior parte dei paesi del mondo.

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Il ritorno del padre al Padre

di Costanza Miriano

Se gli uomini potessero scegliere ogni cosa da soli, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”, dice nell’Odissea Telemaco, parlando del padre Ulisse.

In questa epoca senza padri, è questa la vera emergenza, e dunque anche senza figli, la mia cara amica Monica Marini, anima e braccia e cuore del nostro Monastero wi-fi, è stata fortunata, ha avuto un padre speciale, Giorgio Marini. Anche lui è stato fortunato, perché ha avuto una figlia speciale, che con la mamma e i fratelli lo ha coccolato e accudito e seguito fino all’ultimo giorno. Che è stato sabato 9 ottobre.

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Il bambino il grande assente nel dibattito sull’utero in affitto

di Costanza Miriano

Dunque secondo la Corte Europea di Strasburgo, anche se in Francia l’utero in affitto è vietato, i registri nazionali dovranno in qualche modo tenere conto della posizione del “genitore intenzionale” dei bambini comprati all’estero. Che cavolo vuol dire “genitore intenzionale”? Io mi dichiaro proprietaria intenzionale della borsa di quella signora che è passata adesso; me la posso intestare anche se lei non è d’accordo? Da quando l’intenzione genera un diritto? Soprattutto se per realizzare la mia intenzione commetto un reato, come possono dei giudici legittimare questo?

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L’attacco al padre è un attacco alla paternità di Dio

di Costanza Miriano

Nei giorni scorsi, quelli successivi alla manifestazione contro la violenza sulle donne, si sono succedute alcune voci che secondo me meritano una reazione seria. Sentendo la Finocchiaro declamare (a dei bambini, peraltro) da Rai 3 che gli uomini sono tutti dei pezzi di m…, o la Murgia dire che nascere maschio in un sistema patriarcale è come essere figlio di un mafioso, anche io ho pensato che non fossero degne di attenzione o, che, come ha scritto qualche illustre pensatore sui social, mettersi a rispondere a questo livello è come fare a gara di rutti. Si potrebbe replicare con affermazioni dello stesso spessore speculativo, tipo che le sarde sono tutte basse e brutte (e pazienza che ne conosco di bellissime, come Silvia e Annamaria – scusa Elisabetta Canalis, ho le mie preferenze – ma l’ideologia non considera i fatti, sennò magari è costretta a cambiare). Si potrebbe scherzare come il mitico Lercio (“Partorisce un maschio: Murgia arrestata per associazione mafiosa”), che comunque fa molto più ridere della Finocchiaro.

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Sei Padre?

illustrazione Emanuele Fucecchi

di Emanuele Fant 

Ho letto questo titolone: “La Chiesa di Svezia smetterà di riferirsi a Dio al maschile: -Non ha genere-”.

L’assunto è semplice: se il Creatore è infinito, sfugge alle nostre classificazioni terrene, quindi è pure gender-free (se volete altri scoop: Dio non ha neppure la barba, né l’abito bianco, né il volto di Morgan Freeman). Continua a leggere “Sei Padre?”

Il padre di famiglia, il vero, il reale avventuriero

di Charles Péguy

C’è un solo avventuriero al mondo, e ciò si vede soprattutto nel mondo moder­no: è il padre di famiglia. Gli altri, i peggiori avventu­rieri non sono nulla, non lo sono per niente al suo confronto. Non corrono assolutamente alcun perico­lo, al suo confronto. Tutto nel mondo moderno, e soprattutto il disprezzo, è organizzato contro lo stolto, contro l’imprudente, contro il temerario,

Chi sarà tanto prode, o tanto temerario? Continua a leggere “Il padre di famiglia, il vero, il reale avventuriero”

Farsi chiamare “padre” per legge per negare la realtà

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di Costanza Miriano

Vorrei tanto capire cosa ha spinto i giudici di Trento che hanno deciso di sentenziare, ignorando un estenuante dibattito parlamentare, ignorando le due più grandi manifestazioni di piazza degli ultimi anni in Italia, ignorando, quello che è più grave, il fatto che non esiste una legge in Italia che autorizzi la stepchild adoption. Si sono infilati, immagino – non sono una giurista – in un silenzio della legge, un vuoto legislativo, come si dice, con un meccanismo – la modifica delle leggi per via giurisprudenziale – che noi popolo del family day avevamo previsto. Abbiamo provato a denunciarlo prima che succedesse, e ci siamo presi gli insulti, siamo stati derisi dai media mainstreaming, ignorati da tutti, compresa gran parte della gerarchia della Chiesa italiana, con alcuni sacerdoti e vescovi e leader di movimenti che dicevano che sì, una regolamentazione ci vuole, “alla fine anche loro hanno diritto a volersi bene”. Continua a leggere “Farsi chiamare “padre” per legge per negare la realtà”

Gli adulti desiderano, gli adulti decidono

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di Costanza Miriano

Conosco purtroppo sempre più persone che soffrono per un doloroso desiderio di figli che non arrivano. Una mancanza, uno strazio persino, che a volte, immagino, toglie il fiato, soprattutto alle donne. La sensazione del tempo che passa, che rende mese dopo mese un po’ più lontana la speranza di un compimento, diventa una cappa. A volte accanto a queste donne ci sono uomini che riescono a convivere meglio con l’assenza, e hanno meno voglia di imbarcarsi nell’interminabile impresa dell’adozione (quando ci si occuperà seriamente di renderla più possibile?). Così gli anni passano, e ognuna di queste amiche, di questi miei amici ha dato la sua risposta al dolore e al vuoto. C’è chi diventa fecondo in altro modo, aiutando chi incontra ed è nel bisogno, chi invece investe sul lavoro, chi converte l’attesa in creatività, chi semplicemente non ci pensa più e convive abbastanza in pace con una zona buia nella sua vita, chi è nel lutto. Continua a leggere “Gli adulti desiderano, gli adulti decidono”

Un padre e una madre sono uno stereotipo e un pregiudizio. Parola di Monica Cirinnà

In questo video si può sentire in un incontro pubblico la senatrice Monica Cirinnà dire:

“In tanti siamo cresciuti non da uno stereotipo, non da un pregiudizio, non da…”

domanda dal pubblico: “Mi sta dicendo che un padre e una madre sono uno stereotipo e un pregiudizio?”

risposta Cirinnà: “Sì, in molti casi sì”.

Non aggiungiamo altro.

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Il nulla e la fecondazione eterologa

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di Sergio Mandelli

Quando è morto mio padre avevo dodici anni, ed stato un fatto tragico che ha condizionato pesantemente la mia vita.
Ciò che mi è mancata è stata soprattutto la possibilità di avere qualcuno che mi guidasse con sicurezza nel mondo. Avevo mia madre, per carità, che mi ha voluto bene, e altre donne sue amiche mi sono state vicine. Ma a me mancava mio padre.
Ho cercato a lungo di colmare questo vuoto nella ricerca delle mie radici. Continua a leggere “Il nulla e la fecondazione eterologa”

Passeranno con gli anfibi sulle nostre certezze (replay)

River-Phoenix

di Costanza Miriano

Sono una mamma di un adolescente, un preadolescente e due bambine, e grazie alla mia rispettabile esperienza ho una forte, incrollabile, solida certezza: ho totalizzato fino a oggi almeno sedicimilasessanta errori educativi. E questo nella migliore delle ipotesi, cioè nell’auspicabile caso di avere sbagliato una sola volta al giorno con ciascuno dei figli. Nella realtà potrebbero essere molti di più ma preferirei non indagare.

Nonostante conosca i limiti con cui mi occupo dei figli (dopo le ansie dei primi tempi ho eletto a mio stile un’allegra trascuratezza), mi aggiro nel mondo con incoscienza. È che io so che non sono io, né lo è mio marito, il garante della riuscita della nostra prole. Il loro Padre è un altro, ed è in cielo anche la loro vera Madre. Noi siamo supplenti, con un incarico a t.d. e pure abbastanza limitato nel tempo. Continua a leggere “Passeranno con gli anfibi sulle nostre certezze (replay)”

Papà e mamma

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di Andrea Piccolo

Mamma

Ero andato a trovare i miei genitori e avevo passato la giornata da loro. Ero lì senza il resto della famiglia perché dovevo aiutarli in alcune commissioni e piccoli lavori in casa dove, per l’età, non riescono più ad essere completamente autonomi. Nel pomeriggio, al momento di ripartire, quando già avevo raccolto i sacchetti – pieni di cibo per lo più – di cui sempre mi caricano quando vado a trovarli, per quanto possa essere stata recente la mia ultima visita, ho baciato mia madre per salutarla. Lei ha indugiato in quel saluto, teneramente mi ha stretto il volto tra le sue mani trattenendolo, mentre fissandomi intensamente continuava a ripetermi «Grazie che sei venuto a trovarci, grazie che sei venuto a trovarci».

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La fede dei figli

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di Costanza Miriano

Se sapessi davvero scrivere questo articolo che ho incautamente accettato di scrivere, tutti i miei problemi esistenziali sarebbero risolti. Se sapessi come si fa a trasmettere la fede ai figli sarei salva: significherebbe che sono così credibile come cristiana che riesco addirittura a convincere chi mi vede sempre, giorno e notte, chi vede tutti i lati di me, non solo quelli pubblici, ma anche le mie debolezze e i momenti di caduta, le crisi di nervosismo e gli attacchi di pigrizia e di sonnolenza inconsulta.

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Siamo figlie della fecondazione eterologa

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di Benedetta Frigerio   Tempi.it

Dolce e Gabbana? Avevano ragione loro. I bambini devono nascere da un padre e una madre e non in laboratorio, perché «la vita ha un corso naturale e ci sono cose che non dovrebbero essere cambiate». È ciò che pensa Alana Newman, 28 anni, «nata con lo sperma di uno sconosciuto per fare piacere a mia mamma» e «usata come una sorta di strumento per risolvere le sue mancanze».

Newman è una delle tante figlie della fecondazione eterologa e parlando a tempi.it individua una fondamentale differenza rispetto a chi nasce naturalmente: «Io sono stata comprata. Mia mamma fece letteralmente shopping, pagando per me e per mio padre». Newman non si è mai sentita «accolta ma fabbricata. Sono cresciuta pensando che il mio ruolo nel mondo fosse quello di soddisfare i desideri degli altri a discapito dei miei diritti, come ad esempio avere un padre». Continua a leggere “Siamo figlie della fecondazione eterologa”

L’età ingrata

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di Andrea Torquato Giovanoli

Se il mio primogenito fosse ancora vivo quest’anno compirebbe quattordici anni.
Sarebbe a pieno titolo un teenager, un adolescente, e chissà come me la caverei con lui. Chissà se sarebbe un ribelle, un contestatore, uno di quelli che per affermare se stesso scappa di casa, oppure se sarebbe un introverso, un dubbioso silente, uno di quelli che pur rimanendo in casa ti estromette dalla sua vita chiudendosi in un mondo tutto suo, ermetico, sigillato, genitore-repellente. Continua a leggere “L’età ingrata”

Passeranno con gli anfibi sulle nostre certezze

 

River-Phoenix

di Costanza Miriano

Sono una mamma di un adolescente, un preadolescente e due bambine, e grazie alla mia rispettabile esperienza ho una forte, incrollabile, solida certezza: ho totalizzato fino a oggi almeno sedicimilasessanta errori educativi. E questo nella migliore delle ipotesi, cioè nell’auspicabile caso di avere sbagliato una sola volta al giorno con ciascuno dei figli. Nella realtà potrebbero essere molti di più ma preferirei non indagare. Continua a leggere “Passeranno con gli anfibi sulle nostre certezze”

L’ultima festa di Filippo sulla terra

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di Costanza Miriano

Venerdì scorso abbiamo ricevuto un grande regalo. Noi eravamo in tanti, ma il regalo era grossissimo, e bastava per tutti, così ci è sembrato, a tutti credo, di arrivare a casa con i forzieri carichi di tesori. Eppure era il funerale di un bambino di otto anni, Filippo, di cui più volte abbiamo parlato qui, e di cui moltissime altre volte abbiamo parlato privatamente tra noi, anche nella rete che è nata da questo blog e che si è diramata in tante amicizie vere, di carne e telefono e vicinanza concreta. Continua a leggere “L’ultima festa di Filippo sulla terra”

Al bambino serve un padre e una madre

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di Silvia Vegetti Finzi   (Corriere della Sera, 02.1.2013)

Da tempo la psicoanalisi ha perso la capacità di sollecitare la riflessione collettiva sulle strutture profonde che reggono l’identità individuale e sociale e ciò proprio nel momento in cui si delineano radicali trasformazioni. A rompere questo silenzio giunge quanto mai opportuno l’invito che Ernesto Galli della Loggia rivolge agli psicoanalisti perché non temano di far sentire la loro opinione, anche quando non è conforme al «mainstream delle idee dominanti». Continua a leggere “Al bambino serve un padre e una madre”