Un saluto pieno di allegria per Ettore Bernabei

79189

di Costanza Miriano

Mi piacerebbe tanto che il mio funerale assomigliasse, almeno vagamente, a quello di Ettore Bernabei, al quale ho appena partecipato. No, certo, non sarà possibile per la quantità delle personalità presenti, non per i frutti abbondanti  prodotti per la vita del paese, ma per questo: perché ne sono uscita con il desiderio di fare della mia vita un capolavoro, come diceva San Giovanni Paolo II.

Incontrai Ettore Bernabei, l’ho già raccontato, quando frequentavo la scuola di giornalismo della Rai, e mi aveva subito affascinata, tanto che è stata una delle poche lezioni di grandi personaggi del giornalismo durante le quali non mi sono addormentata (generalmente queste testimonianze venivano fatte dopo la pausa pranzo, tempo che io utilizzavo per andare a correre una dozzina di chilometri, e appena, al ritorno in classe, mi sedevo, fronteggiavo qualche piccolo problema con il mantenimento delle palpebre), ma anzi sono rimasta ad ascoltare questo uomo già grande di età, ma con il fuoco dei giovani negli occhi, pieno di passione e di intelligenza.

Poi ho avuto altre occasioni di incontro con lui, grazie al carissimo comune amico Pippo Corigliano. In una di queste eravamo andati a parlargli a casa io e mio marito, solo così, per il piacere di conoscerci, e loro due avevano ripercorso insieme una cinquantina di anni di storia italiana: immaginate la mia sorpresa nel sentir confermate da Bernabei tutte le teorie di mio marito sugli anni di piombo, le Brigate Rosse, la Cia e la massoneria, teorie che ho ascoltato in casa per anni chiedendomi segretamente se avessi sposato un uomo dalla fantasia un po’ troppo fervida. Di Bernabei, invece, non potevo pensare la stessa cosa, visto che è stato per lungo tempo uomo di grande potere, ben saldo sulla terra e concreto, ed ha avuto accesso a informazioni sicuramente di prima mano.

Mi aveva anche invitata a partecipare, come relatrice, a degli incontri per giovani professionisti, perché quello di formare le nuove generazioni era un suo pallino, come hanno raccontato alcuni dei tanti nipoti (ha avuto otto figli) che hanno preso la parola in chiesa. Questo suo aspetto, la passione per il futuro, è stato ricordato anche dal suo più caro amico, Pippo Corigliano, e dal figlio Roberto Bernabei: entrambi hanno sottolineato insieme l’orgoglio di appartenere a una grande storia, quella italiana. Non certo  per l’attuale situazione politica ed economica, ma per la storia della fede sulla quale si è fondato il nostro paese e l’Europa tutta (per quanto cerchino di rinnegarlo). E sulla certezza della fede fondava la speranza per il futuro; credeva fermamente nelle potenzialità degli uomini e delle donne di fede e di buona volontà che ricominceranno a rimboccarsi le maniche (“cento volte al giorno bisogna farlo –  raccomandava – perché alla provvidenza bisogna dare una mano”). Diceva che i cristiani dovevano ricominciare a far sentire la loro voce in politica. Aveva la stessa fiducia nel potenziale religioso che animava uno dei suoi maestri, La Pira, il quale negli anni ’50, a Dossetti che gli diceva che si sarebbe ritirato perché ormai il comunismo aveva vinto, rispose che invece il comunismo aveva perso (anni ’50, ripeto), e aveva perso perché era ateo.

A questa fede rocciosa si era sempre aggrappato, anche in momenti molto difficili della vita privata, la malattia della moglie, la morte della figlia: il padre spirituale racconta del loro incontro settimanale, tutti i martedì, i parrocchiani raccontano che lo vedevano alla messa delle 13,15 tutti i giorni, e se partiva per lavoro in un luogo dove non si trovava la messa si portava dietro un sacerdote.funerale

Ma la cosa che più mi ha colpito è quello che ha raccontato il figlio geriatra: di solito i vecchi non migliorano, anzi, la natura tende ad accentuare i nostri difetti (i miei familiari si preparino). Ma se si vive una vita di grazia cambia tutto. Roberto ha raccontato che a 70 anni il padre si è messo in pensione, ha smesso di interferire con le decisioni lavorative dei figli a cui ha affidato la Lux, si è reso disponibile per chiunque lo cercasse, ma ha cominciato a cambiare profondamente, a lavorare su se stesso. Sulla pazienza, la dolcezza, la capacità di ascolto, la cura della famiglia: ogni compleanno e festa familiare e di fede veniva preparata con cura e personalmente da lui, che faceva una spesa mirata, ogni nipote trovava sempre la porta aperta, e una parola decisiva.

Letture, preghiera, messa quotidiana e chissà quanto altro che non sappiamo noi, e forse persino qualcosa che sa solo il suo padre spirituale. La vita della grazia è soprannaturale, e può rendere un uomo di 95 anni pieno di desiderio di conversione. I cuori li conosce solo Dio, per questo lo affidiamo alla misericordia del Padre. Io di certo so che vorrei anche io un funerale da cui si esce col desiderio di convertirsi, un funerale con una nuora, Paola, vestita di celeste, i suoi sei figli di bianco, un funerale con canti pieni di gioia e di certezza.

11 pensieri su “Un saluto pieno di allegria per Ettore Bernabei

  1. Gentile Signora Costanza Miriano,

    sono sicuro che avra’ in funeralore, il piu’ tardi possibile, ma stia attenta al collo.

    San Paolo per essere “giornalista” di Fede Cattolica Cristiana Romana e scrivere e dire sempre e solo la Verita’ ci ha rimesso la testa.

    A noi essere sempre e solo nel cammino verso la consolazione eterna, servendo solo il vero Padrone a secondo dei nostri talenti..

    Anche per la professione del giornalista non c’e’ compromesso:servire la Verita’ costi quel costi: a tempo, a luogo e con il Dono del Discernimento utilitario all’edificazione spirituale delle anime dei fratelli/sorelle.

    Al giorno d’oggi il giornalismo, nelle sue varie espressioni tecnonlogiche, e’ diventato l’Idolo di cui ne parla l’Apocalisse.

    Attraverso i media di comunicazione, serviti da giornalisti, si dissemino a fiumi per tutto il Mondo: apostasia religiosa, errori e falsita’ dottrinali, edonismo, ateismo, razionalismo umano mescolato satanicamente con la Fede, pornografia e prevaricazioni con falsa teologia di liberazione e altre varie deviazioni catechetiche non parte del Deposito della Fede Cattolica.

    Il giornalismo, in termini di servizio alla Fede Cattolica Cristiana Romana non e’ esente, anche nelle sue forme piu’ svariate, dall’ubbidienza alla Verita’ = Parola, Tradizione e Magisterio Ufficili della Chiesa e come spirito e come contenuto qualsiasi sia la forma:scrittura, televisione spettacolo, arte, programmi internet e altre forme di comunincazione in costante progresso e sviluppo.

    Sono piu’ che certo che lei sa da anni di come correre la sua corsa e mantenere la Fede e ricevere la palma dei Santi.

    Cordiali saluti, Paul

  2. Corrado

    Da Bernabei a Campo dall’Orto…dove abbiamo sbagliato per esserci meritati questo?
    Non praevalebunt.

  3. Pierangelo

    Per fortuna che Ettore è passato a miglior vita, altrimenti dovrebbe assistere in tv a spettacoli sempre più penosi.
    Al peggio non c’è mai fine. Sesso, tradimenti, superficialità, cronaca nera in dosi industriali, asservimento al potere politico, pubblicità a tonnellate e messaggi ideologici subliminali. Ce n’è per tutti i …disgusti.
    Grazie , Ettore , per la tua preziosa testimonianza.

  4. Signor Pierangelo,

    non so se e’ giornalista, ma dice la verita’.

    Veda se calza: chi e’ che accende la TV per instupidirsci e per di piu’ si diverte a pagare il canone in tempi di crisi?

    Da 25 anni l’ho eliminata constatando che un magnifico strumento viene usato/programmato nel peggiore dei modi per degradare la mente: poco a poco, giorno dopo giorno, come la sigaretta dopo 20 anni muori di cancro ai polmoni.

    Le Forze Massoniche, dall’altro canto,continuano a perseverare nella loro opera occulta per inebitire sempre piu’ la gente e poterla controllare, al momento giusto, verso il loro piano di globale dominazione dell’Umanita’:

    La Statua e l’Idolo da adorare.

    Poi, ognuno faccia come gli pare e piace, ma non si accusi nessun altro che noi stessi per permettere alle nostre menti di diventare volontariamente la preda del Male=Lupi rapaci.

    Cordiali saluti, Paul

  5. Chiara Sinopoli

    Chiara Sinopoli Sono stata,oggi,ai funerali di Ettore Bernabei,grande nel suo nome quanto nelle sue opere,nel suo mondo morale e spirituale il Direttore generale della RAI anni 60/70.Come anonima cittadina,ho sentito il bisogno di essere a quel cristiano congedo,soprattutto dopo avere visto in TV,in questi giorni,il suo testamento morale e spirituale,il suo senso del lavoro e del vivere,il suo senso degli altri,il suo senso filiale di chi aspetta di ritornare alla Casa del Padre.Sono rimasta colpita da tanta moralità e impegno cristiano come uomo di servizio,per il bene comune.Ecco che,ho fatto veramente l’impossibile per essere a Sant’Eugenio per le 11.Oggi,il ritratto più profondo dell’uomo Ettore mi riempe il cuore,un santo nel quotidiano,semplice,umile con la grande intelligenza,come ricordava Mons. Frisina,della Fortezza,della Cultura vera,della preghiera nell’Eucarestia quotidiana,del bene comune.Così,grazie anche da parte mia che,come i suoi figli,ritengo già creatura del Paradiso.Questi sono i Santi,oltre i Martiri,i veri Santi che fanno la Storia anche come i laici più ortodossi.E mi permetto di pregare,già,”Papà Ettore,sii di esempio a noi come ai nostri figli ai quali,oggi,possiamo raccontare il Tesoro di un’anima,al di là dei grandi e ed eleganti lustrini di cui hai saputo corredare la TV,per una Società elegante anche nelle campagne più periferiche.”

  6. Klaus B

    Come tutti gli italiani della mia generazione, posso dire che la mia formazione sarebbe stata diversa se non ci fosse stato Ettore Bernabei. Se non ci fossero stati Non è mai troppo tardi o Padre Mariano, ma anche Studio Uno, La Biblioteca di Studio Uno (per me il top del top), la TV dei ragazzi, i grandi sceneggiati, le serie tematiche sul grande cinema (al lunedì sera, ma non solo).
    Sarà stato anche criticabile, avrà avuto anche lui i suoi limiti come tutti, qualche eccesso di bacchettonismo (peraltro occasionale), ma ai suoi tempi tutte le trasmissioni della RAI erano fatte da gente che le sapeva fare. Un vero concetto di servizio pubblico.
    Se è vera la famosa affermazione attribuitagli su quello che erano i venti milioni di telespettatori, non ne va dimenticata la seconda parte: “sta a noi il compito di educarli”. Qualcuno dopo di lui sembra invece aver pensato: “sta a noi sfruttare la situazione”.

    1. Signor Klaus B, ” Qualcuno dopo di lui sembra invece aver pensato: “sta a noi sfruttare la situazione”.

      Non penso che lei creda che le telecomunicazioni siano opere di beneficienza.
      Il Commmercio in questo campo e’ immenso ed e’ solo una forma di industrializzazione per lo sfruttamento delle telecomunicazioni appena nata.

      Non so se vale ripetere che sta a noi scegliere come vogliamo progredire nella nostra educazione.

      Per di piu’ tutto cio’ che le telecomunicazioni vendono, nel vero senso piu’ completo della parola, e’ tutto controllato dallo Stato.

      Se lo Stato vende garbace=immondizia quello che raccoglie da questa forma di immondizia digerita dallo spettatore e’ cio’ che vediamo.

      In breve: siamo, sotto tutti i punti di vista, quello che vogliamo essere e non diamo responsabilita’ ad altri per drogarci il cervello specie quando si gode la liberta’ democratica di scelte.

      Cordiali saluti,, Paul

  7. Salve!venerdì 19,alle 19.00 ci sarà una Santa Messa,alla Chiesa di Gesù di Nazareth,via Igino Giordani,per Ettore Bernabei,da me richiesta per volere gustare,in questa settimana e dopo,una comunione di spirito con questo fratello nel Signore che,nello spazio di un giorno,mi ha “rapito”.

I commenti sono chiusi.