Tanta tanta vita

tanta

di Mario e Marta Grossi

“Saturazione mediatica. Chiunque abbia un satellite in casa saprà di cosa si tratta: centinaia di canali che solo a curiosarli tutti ci si perde mezz’ora, decine di film di ogni epoca e genere fra i quali è impossibile scegliere, anche perché bisognerebbe avere due ore libere per gustarsene uno. Ma chi le ha più, due ore lisce e filate, se alle dieci di sera ancora deve consultare il televideo, leggere l’articolo di giornale saltato al mattino, lanciare uno sguardo colpevole al romanzo che giace esanime sulla mensola, aprire la posta elettronica e la cartacea, ascoltare la segreteria del telefonino e pure quella del telefono, andare sul sito web consigliato dall’amico tramite sms, rispondergli con un messaggio possibilmente spiritoso e nelle pause parlare coi parenti e accorgersi della nuova pettinatura del coniuge?

La tecnologia va troppo veloce per le nostre limitatissime forze. Se ne lamentava già Troisi a proposito dei libri: «Voi siete in tanti a scrivere, ma a leggere io sono solo!».” 1

Non solo la tecnologia va troppo veloce per le nostre limitatissime forze, ma gli impegni quotidiani della vita adulta ci “spremono” come mai avremmo potuto immaginare. Grazie a Dio, spuntano risorse nascoste e –a noi- fino a prima sconosciute che ci permettono di affrontare in multitasking le improrogabili esigenze della giornata. Telefonare alla consorte dal proprio ufficio, mentre si consulta la posta elettronica aziendale e fare un cenno al collega di passaggio perché si fermi per completare quella procedura ancora pendente (la moglie al telefono intanto si accorge di parlare da “sola”). Cuocere tre pietanze, a cui forse non si è aggiunto il sale, mentre si spiega a Margherita il significato di una parola che non conosce e dare un occhio a Giacomo che si sta rotolando nelle briciole della brioscina (dal bagno intanto Sonia chiama perché ha fatto la cacca).

Un vecchio proverbio afro-pavese (?) dice: “Questa mattina un leone si alzerà e comincerà a correre per catturare una gazzella. Questa mattina una gazzella si alzerà e comincerà a correre per scappare dal leone. Questa mattina, che tu sia leone o gazzella, alzati e comincia a correre”.

In casa nostra ci si alza alle 7.00 e si è già in ritardo! Chi in ufficio chi in casa tutti siamo “bombardati” da richieste, doveri, e compiti da svolgere.

A volte si è tentati di buttare tutto all’aria: ma quando ci chiediamo il perché e riflettiamo con onestà, intuiamo che anche questo eccesso di opportunità non è altro che è la strada dataci per raggiungere la nostra felicità, la nostra realizzazione: il lavoro non è più una condanna, ma l’opportunità di realizzarsi e partecipare all’opera creatrice di Dio.

Tra le tante “opportunità” che la vita ci offre non possiamo non menzionare il nostro piccolo contribuire alla realizzazione del nostro blog. Ed allora pur dopo una giornata intensa, trascorsa a dribblare ostacoli e risolvere problemi, dopo aver messo a letto i pargoli e aver lanciato uno sguardo nostalgico chi al talamo nuziale, chi alla TV spenta (sigh!), ci dirigiamo con le poche energie rimaste (ma con un’indomabile giovanile baldanza) verso la sede della nostra “redazione”. Ci aspettano due sedie (nemmeno comode), un tavolino curvo (ad L) ed un ormai vecchio PC.

E seppur stanchi siamo contenti. Ci piace pensare (cari lettori) anche Voi nelle nostre stesse condizioni: una giornata piena e la volontà gioiosa di essere fedeli a questo appuntamento.

1 =Tratto da “La Stampa” del 7 febbraio 2002, “Canal Troppo” di Massimo Gramellini.

2 pensieri su “Tanta tanta vita

  1. vale

    se si lavorasse per hobby,il lavoro non sarebbe una condanna….( ma non aveva detto: col sudore della fronte ecc.proprio per punizione?) però siccome oramai ce la siam presa-la punizione- tanto vale collaborare al disegno x chi ha la fortuna di conoscere il ruolo da interpretare quaggiù.ma ho come il sospetto che la maggior parte di noi vada a caso,però.
    assolutamente mi spiace che alle sette vi alziate.( nel post successivo-sul procione- si citano addirittura le sei e cinquanta.)non riesco ad immaginarmi che trauma possa essere… 🙂

    1. Antonietta

      Trauma? Io mi alzo alle sei, sabato compreso……………però sono contenta di, almeno tentativamente, non andare a caso.

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