Terapia occupazionale

di Paolo Pugni

Mia moglie crede nella terapia occupazionale. E la pratica. Come più o meno diceva un santo a noi molto caro: non ho preoccupazioni perché ho tante occupazioni. Il fare sgombera la mente e restituisce serenità. A volte però complica la vita a chi ti sta intorno. Mettiamo che sei un marito un po’ stanco e improvvisamente assalito da un profondo bisogno di svacco totale. Cosa che, spiegano gli studiosi di neurologia, è caratteristica genetica maschile, quella della pausa necessaria del cervello intendo dire. Dunque sei lì in stato semibrado, di coscienza appena vigile, quel tanto che basta per capire che c’è la pubblicità e che quindi si può dare il via allo zapping compulsivo, e questo stato quasi di primordiale tranquillità, un tenue legame che risale fino al paradiso terrestre, forse un dono del cielo che innesta quel senso di inadeguata malinconia che risveglia l’inquietudine sana per le cose di questo mondo, e lei, travolta e affascinata dalla terapia occupazionale, entra nel tuo annebbiato campo visivo brandendo una scala, che rumorosamente appoggia vicino al soppalco dentro il quale scivola, dopo l’ardimentosa arrampicata su per i gradini traballanti, sparendovici dentro come nella bocca di una affamata orca. E poiché fa tutto senza chiederti nulla, senza degnarti di uno sguardo, anzi guardandoti con quella crudelissima tenerezza, che per noi uomini è persino peggio dell’occhiata assassina, perché questa non nega, mentre l’altra nasconde e non si sa che cosa, come puoi tu non sentirti immediatamente uno sporco bastardo? Come puoi soffocare quel senso di colpa che morde alla base del cuore? E qui inizia un teatrino, gioco amoroso sempre nuovo, danza coniugale che fondamentalmente ruota intorno a due passi: “ti posso aiutare?” “no, riposati che sei stanco faccio da sola”. Siccome tutti i manuali del mondo ci hanno insegnato, e noi alla fine abbiamo anche capito, che la frase “no, riposati che sei stanco” in realtà è un codice criptato che significa “e certo che voglio che mi aiuti, brutto scansafatiche: non lo vedi come sono messa?” noi insistiamo e talvolta si giunge al paradosso di litigare per la ragione opposta alla quale si vorrebbe realmente litigare, anche se si tratta più di scaramuccia che di rissa. Propongo quindi trovare una soluzione che acquieti gli animi e faccia contenti tutti: noi promettiamo di scattare in piedi come una molla e come un sol uomo di venire in soccorso della moglie indaffarata in occupazioni terapeutiche –ma leggere o guardare la tv no eh?- in cambio voi vi lasciate aiutare e se avete qualche cosa da dirci lo fate usando un linguaggio comprensibile, anche se questo per voi vuol dire abbassarvi a quel volgare e banale uso della logica tipico maschile. Che ne dite? Gotta deal?

73 pensieri su “Terapia occupazionale

  1. Se iniziassero a parlare una lingua comprensibile al maschio, non sarebbero più donne (tempo un’altra decina di anni e l’emancipazione porterà anche a questo… Marrazzo è arrivato prima alla soluzione)

  2. Paolo Pugni: sai cosa mi fa stare male del tuo scritto, come anche, l’ho già detto, dello scrivere di Costanza e di altri nel blog,? La presentazione come un dato di fatto (non negoziabile?) delll’accasciamento sul divano con in mano il telecomando mendo intorno frulla la famiglia, la moglie, i bambini, e l’intendere subito tra di sé che così è in casa la sera che questa è la vita che poi è la vita mettiamo che arcaicamente faceva vedre Vianello a letto con la Mondaini e la Gazzetta dello Sport. Ma no n è così. Uno non può presentare uno spicchio di vita da paguro domestico come fosse la vita!!!
    C’è uomini, e donne, che vanno via, escono, vanno a giocare d’azzardo, a bere, a trombare, a rubare nella notte buia, o sono a studiare, a guardare al microscopio, al telescopio, a scrivere cazzate, o a fare penitenza, a meditare, a perché ricordati, Paolino, che sono tutte cazzate quelle scritte dall’uomo, o a cercare di dormire con l’aiuto di qualche pillola, per cercare anche di placare il dolore di vivere (non il mestiere) invece che la vita presentata nei vostri quadretti familiari o urbani fritti e rifritti. Invece di cercare di mettersi a PENSARE invece che suggerire che tutto è digià pensato dai Vangeli e dal Papa o santo o nemmeno e noi si sia autorizzati a giacere sui divani televisivi!!!

    1. Miriam

      l’importante è non assolutizzare nessun tipo di ‘quadretto’ familiare o meno…
      Anch’io credo nella “terapia occupazionale”; ma questo non significa che debba, appunto, assolutizzarla…

  3. “Sono persone che fin da giovani hanno deciso di donare totalmente la loro vita, per amore di Gesù Cristo.

    rinunciato a una propria famiglia, vivono nella povertà (i preti, titolati con studi ben superiori alla media, vivono con 800 euro al mese) e servono l’umanità per portare a tutti la carezza del Nazareno.”

    Ancora LUI (doveva anche dire 800 euro più la casa dove stare gratis, e senza famiglia da campare)

  4. lacorsianumerosei
    25 settembre 2011 a 09:08 #
    Paolo Pugni: sai cosa mi fa stare male del tuo scritto?
    La presentazione come un dato di fatto (non negoziabile?) delll’accasciamento sul divano con in mano il telecomando mendo intorno frulla la famiglia, la moglie, i bambini, e l’intendere subito tra di sé che così è in casa la sera che questa è la vita che poi è la vita mettiamo che arcaicamente faceva vedre Vianello a letto con la Mondaini e la Gazzetta dello Sport. Ma no n è così. Uno non può presentare uno spicchio di vita da paguro domestico come fosse la vita!!!
    C’è uomini, e donne, che vanno via, escono, vanno a giocare d’azzardo, a bere, a trombare, a rubare nella notte buia, o sono a studiare, a guardare al microscopio, al telescopio, a scrivere cazzate, o a fare penitenza, a meditare
    ———-
    Qui, nei brani riportati, sono perfettamente e totalmente d’accordo con Alvise. Ci sono altri mondi, là fuori, e non sono tutti identici spiccicati al nostro (senza impancarsi con le monadi senza porte e finestre di Leibniz, Pirandello, ciascuno sta solo di Quasimodo, etc.)
    Sennò si fa come quell’altissima personalità istituzionale che nei giorni scorsi parrebbe abbia dichiarato: Non ho fatto nulla che ogni altro uomo non avrebbe fatto.

    1. Non lo dico perché sei d’accordo con me (in questo caso) ma perché l’ho gia ancora detto: “Scriteriato che scriteriato non è” (almeno per quello che ne sappiamo)

  5. Non mi sembra di avere parlato di assoluti né di avere descritto la situazione ideale.
    Forse qualche volta avere l’umiltà di partire dalle piccole cose della vita di tutti i giorni per trarre una lezione, per sé prima che per gli altri, forse capire che esiste una cosa che si chiama (auto)ironia, prima di sfogare tutte le proprie frustrazioni in un commento ad un post, aiuterebbe ad avere una vita più serena.
    Personalmente non trovo nulla di male (in sé) in un sano e riposante svacco una volta all’anno o anche a trimestre.

    1. Paolo Pugni (@paolopugni)
      25 settembre 2011 a 09:37 #
      prima di sfogare tutte le proprie frustrazioni in un commento ad un post,
      ———
      Orpo, non me n’ero accorto. Domani cerco subito uno psichiatra che mi aiuti, uno bravo.

    2. Miriam

      Nemmeno io trovo niente di male in un sano e riposante svacco anche più spesso, purché non sia un’abitudine!
      Infatti avevo trovato da ridire nell’assolutizzazione della “terapia occupazionale” in cui credo in linea di principio, senza farne un toccasana.

  6. Buongiorno a tutti,
    Paolo, intervengo sempre sul tuo perché mi piace sempre, e poi concorro al race del centesimo commento.
    Alvise, mio marito stava per intervenire, (ce l’avevamo quasi fatta), in risposta al tuo, ma poi si è intimidito e ha deciso di starsene nell’ombra. Voleva dire che secondo lui le vite di cui parli tu, “C’è uomini, e donne, che vanno via, escono, vanno a giocare d’azzardo, a bere, a trombare, a rubare nella notte buia, o sono a studiare, a guardare al microscopio, al telescopio, a scrivere cazzate, o a fare penitenza, a meditare, a perché ricordati, Paolino, che sono tutte cazzate quelle scritte dall’uomo, o a cercare di dormire con l’aiuto di qualche pillola, per cercare anche di placare il dolore di vivere” sono persone che hanno “vite anestetizzate”, ecco, si è espresso così.
    Quello che intendeva non lo dico, non mi si accusi di leggere nel pensiero o di fare il processo alle intenzioni.
    Allora perché parlo?
    Perché questo blog è luogo di incontri virtuali, e anche di incontri veri, e di legami veri, e di amicizie vere, e di sentimenti veri. Lo dico perché lo so, lo so perché l’ho sperimentato, quindi GRAZIE BLOG, chiunque tu sia, perché elargisci briciole di felicità, grazie!

    1. grazie Sorellastra… peraltro nessuno può negare che anche quella sia vita, e colgo una pesante e snobbistica superiorità antropologica nei commenti precedenti come se vita fosse solo l’altra e non questa.
      Ognuno parte da ciò che ha esperienza e che conosce, e che osserva. C’è qualche metro di valutazione per dire che una è più vita dell’altra? O che ha meno dignità per essere chiamata tale?
      Mi sembra che a volte si possa essere sopraffatti da quella sindrome che invece che guardare alla luna ci impone di fissare il dito.
      Meditate, gente, meditate.

    1. Tutte le vite hanno dignità uguale, ci mancherebbe, io volevo solo dire che di solito la vita che è descritta nel “nostro” blog è sempre la solita: Traversie quatidiane metropolitane o provinciali, automobilistiche bambini a scuola, mamme incazzate perché miscredenti, poi la messa, il rosario, il lavoro, il mangiare, il marito che torna, o la moglie, il divano televisivo, la notte,buia, finalemente, la procreazione, la domenica la gita o al santuario o su una bella montagna, vicino al cielo.
      .
      p.s. la mia vita è di una monotonia e noiosità unica (specialmente per gli altri) ma non ne parlo, mai.

      1. ricordo il nome di questo blog e la sua autrice: credo che ci debba essere un minimo di coerenza. Cercate bevute a tarda notte e letti di passione? Conviene cercare la pagina di Vasco Rossi, non quella di Costanza Miriano, che già nei nomi dicono molto di sé.

  7. Fk

    Ah, era questo che voleva dirmi l’altro giorno la mia amata quando mi ha detto: “Va’ pure a vedere la partita… qui ci penso io!”… in effetti non riuscivo a spiegarmi quel ghigno sulle sue labbra…

    1. Fefral stava cucendo la piega dei grembiulini nuovi delle ragazze. Ha tirato fuori dagli scatoloni una macchina per cucire che non usa da 5 anni, ha cercato di ricordare come si fa ad avvolgere la bobina e c’è riuscita, poi ha fatto fare la doccia alla grande (che si lava da sola ormai ma ha i capelli lunghi fino al sedere quindi meglio intervenire sul risciacquo), ha spedito l’ingegnere e le ragazze a messa, ha fatto la doccia al piccolo e adesso finalmente si concede tre minuti di blog prima di pensare al pranzo. Questo è il mio vivo Alvì, un vivo abbastanza banale, senza pillole per dormire (ma sto pensando seriamente di ricorrrervi) senza giocare d’azzardo, bevendo ogni tanto ma solo in compagnia, trombando q.b., rubando il tempo per leggere nella notte buia, studiare no che il tempo dello studio è finito ora bisogna vivere, guardando al microscopio i cuori di chi amo, al telescopio il mondo in cui viviamo, a scrivere cazzate, o a fare penitenza quando mi prendono i sensi di colpa, a meditare quando ho il coraggio di denudare l’anima di fronte a Dio.
      Nessuna vita è noiosa e tutte lo sono. Per questo ne parlo. Per questo ogni tanto mi taccio.

          1. Beh, sai, una coda di paglia e roba incendievole mista assortita non vanno tanto d’accordo. Ho anche dovuto far togliere tutte le porte dalla mia casa: la coda di paglia rimaneva sempre impigliata, una scocciatura terribile

  8. nonpuoiessereserio

    Quello di Alvise non è snobismo, è un grido d’aiuto che ormai si alza in tono roco e disperato di un uomo che sa di essere uomo ma non si sente considerato tale per il suo stato interiore così lo.fano dai nostri mondi che gli paiono ovattati, in realtà Alvise siamo tutti dei disperati bisognosi d’ amore. Detto questo il post di Paolo è simpatico e molto realista, io comunque ho imparato a stare sul divano senza rimorsi.

  9. matrigna di cenerentola

    caro Paolo, io mi riconosco perfettamente nel ruolo della moglie che rompe le scatole al marito che legge in poltrona. La sua reazione per trent’anni è stata di fregarsene col sorriso sulle labbra; da un po’, forse a conseguenza delle difficoltà che a volte sembrano proprio un incattivirsi della vita nei nostri confronti, protesta dicendo “ovviamente bisogna farlo subito, non si può rimandare”, e si alza scocciato. Quindi, adesso mi permetto molto più raramente le dimostrazioni e faccio alcune cose di nascosto.
    Comunque, nella vita abbiamo fatto anche tante altre cose… anche “guardare al telescopio”; è che se vivi in una famiglia ci sono anche tutti i giorni le cose di cui parli tu, per esempio bisogna buttare la spazzatura (adesso anche differenziata), ed è lì che si vede se una coppia riesce a sopportarsi e ad accettarsi anche nella rottura di scatole.

  10. “non ho preoccupazioni perché ho tante occupazioni. Il fare sgombera la mente e restituisce serenità. A volte però complica la vita a chi ti sta intorno.”
    complica anche la nostra quando ci scordiamo di provare ad essere insieme Marta e Maria.
    Buona domenica Pugni!
    Io ho imparato a parlare il linguaggio dei maschi. Solo che quando lo parlo i maschi che ascoltano provano sempre a tradurre dal “femminese”, così se io per esempio dico “non voglio aiuto” mi ritrovo schiere di cavalieri pronti a venirmi in soccorso.
    Rassegnarci a non comunicare con le parole ma limitarsi a volerci bene per come siamo?

    1. “«Spose, siate sottomesse ai vostri mariti» ammoniva infatti l’apostolo San Paolo – che non considera come gli apostoli, appunto, fossero anche loro e inevitabilmente figli del loro tempo, e i rapporti umani non si siano mai evoluti rispetto alla Giudea di due millenni fa. ” (Scrive bellino Cazzullo)

      ‘Sto paguro di Aldo Cazzullo a scuola s’è assentato mentre spiegavano che storicamente da Cristo in poi – da Cristo in poi e grazie allo storico Cristo – alle donne s’è cominciata a riconoscere una “evoluzione” mai presente prima d’allora.

  11. Scrivo per confessata vanità bifronte: da un lato pende nella presunzione, poiché ritengo di avere cosa da dire e di dirle bene e in modo brillante, dall’altro verso la millanteria perché cerco nel consenso una retribuzione a le ferite con le quali la vita quotidianamente ti benedice. E per queste cose qui invece che rivolgermi al terapista generalmente mi rivolgo al direttore spirituale.
    Vorrei evitare le risse sui blog, che per fortuna qui vedo sempre rare, sfumate e comunque ammantate di autoironia e di una amicizia che stupisce.
    Perché non solo la mia abituale codardia quando può nascondersi dietro uno schermo ed una tastiera si prende la libertà di scorazzare nel territorio dell’aggressività esagerata (che sarà anche vero che il coraggio uno non se lo può dare, ma la rete l’impudenza la offre volentieri), ma anche perché con tutto quello che ritengo di avere da fare accapigliarsi non vale proprio la pena né il tempo.
    Detto questo vi ringrazio per questi commenti che aiutano ad inquadrare il fatto che ho presentato un fotogramma dal quale trarre una riflessione e che detto fotogramma né intende essere un assoluto né tanto meno una condizione auspicata e ideale.
    Non è è dunque un progetto di vita, semmai di questa solo uno spicchio e neppure il migliore. Ma uno spicchio frequente in una vita di famiglia e da spremere per coglierne il succo.

  12. paulbratter

    non te la prendere Paolo. è come se uno dopo aver letto “Il vecchio e il mare” sbuffasse bofonchiando: “e mico so’ un pescatore io!”

  13. admin

    Ho letto il pezzullo di Cazzullo e non l’ho trovato poi male:
    definisce Costanza scrittrice (con solo un libro, wow!), umbra (Costanza è orgogliosissima della sue origini) e CASO EDITORIALE (!!!); lascia intendere essere una “bella figliola” e non una beghina baffuta, come molti immaginano (o sperano).
    Ha poi onestamente ammesso di non aver letto il libro, e quindi ciò che rimane è un giudizio sul titolo che anche il lettore medio di Cazzullo può intuire essere di una superficialità disarmante.

    1. Guardate che io sono pur sempre una pivella, quindi un articolo sul (supplemento del) Corriere della Sera mi fa crescere di svariati centimetri di altezza. Non per niente oggi a Firenze sono andata con le ballerine ultrapiatte come Carlà (che purtroppo a me fanno risaltare il solito polpaccio etrusco

  14. giuliana z.

    Grazie Paolo!
    mi immedesimo molto in tua moglie, e la cosa mi dà una certa soddisfazione. Sono un poco stanca di sentire confronti tra donne-equilibriste, mamme a tempo pieno, wonderwomen, supermanager. Si dipingono delle macchiette per poi stare a vedere quale di queste sia il modellino migliore. Ma io creo che indipendentemente dalla figurina caricaturale che ciascuno vorrebbe dipingere, quello che conta è il filo rosso che lega le nostre azioni. Non si tratta di mettere in fila per benino tutto, oppure di accatastare alla rinfusa.
    Ogni donna fa i conti con la vita vissuta, le vere difficoltà, i soldini se ci sono oppure no, e tanto altro.
    La felicità te la dà, in tutto il casino, ciò che ti fa sentire amato e che riami fiducioso, chè se anche tutto non è in ordine perfetto tu lo ami perchè c’è, ti è dato. Se il senso non lo incontriamo, potremmo anche avere la casa a specchio, il frigo pieno, il lavoro ideale, ma mancherebbe sempre qualcosa.

    1. Non è questione né di soldi nè di frigo nè di lavoro, ma di trovare soddisfazione dentro quello che siamo e si riesce a essere senza interventi esterni, come dire io, noi, questa famiglia si sarebbe normalmente infelici, ma siamo felici per il deus ex machina, non perchè si riesce a esssere felici noi di noi con i nostri mezzi e con le pesone che siamo e che si è scelto. Non mi sembra rispettoso, né di se stessi, né dei mariti, dei figlioli né di nessuno. Lasciamo Iddio che faccia Iddio e noi VIVIAMO seriamente e orgogliosamente la nostra vita!!!

      1. giuliana z.

        parla per te, Alvise, che io parlo per la mia esperienza. Certamente uno vive nel migliore dei modi come può, e a volte fa uno sforzo titanico. Per me ti posso dire che sarebbe la fatica di Sisifo, e dopo un po’ ne avrei la borsa piena.
        Poi c’è chi incontra la leva che solleva il mondo.
        Non penso che si viva meglio. Ne sono assolutamente convinta.
        Non sono io meglio di altri.
        E’ la Leva ad essere migliore.

            1. E allora? Vedi? A me non mi farebbe piacere di sapere che la mia moglie con me farebbe una fatica di Sisifo senza aiuti di fori. O devo solo parlare per me, come dici sopra?
              Sto parlando per me, ma ammetterai….

            2. giuliana z.

              ma guarda che lui lo sa che io c’ho bisogno di quell’aiuto lì…. e lui lo stesso. Secondo te come fa a sopportarmi?
              mica perchè è bravo, e lo è pure. Ma se non si appellasse pure lui al Superiore sono certa che quando gli faccio girare i maroni non mi risparmierebbe due pappine!
              Sennò che ci siamo sposati a fare in chiesa, se eravamo bravi da soli?

  15. Francesca Miriano

    Rassegnarci a non comunicare con le parole ma limitarsi a volerci bene per come siamo?

    MI PIACE +++

  16. Francesca Miriano

    Ho anche dovuto far togliere tutte le porte dalla mia casa: la coda di paglia rimaneva sempre impigliata, una scocciatura terribile

    MI PIACE +++

  17. “Noi cattolici il Papa ce l’abbiamo già, e ha un cervello grosso così; non abbiamo nessun bisogno di andare a vedere Habemus Papam.”
    Mi ricorda un po’, alla lontana, con le sue diffrenze, il discorso di Cazzullo..
    Ma un cervello grosso così come?

  18. FEFRAL: come dire, in pratica, chiudere la trasmissione?
    O emanare bene da lontano, come uno stufone a lunga portata?
    A ogni modo si pole anche chiudere. Si continuerà a vivere come si è sempre vissuto.
    Uguale a ora, nel terribile pomeriggio della domenica, che il diavolo se la porti all’inferno,
    direbbe Tex Willer!!!

        1. non senza parole, ma senza per forza pretendere di spiegare a parole tutto. Fermarci di fronte al mistero che è l’altro (ogni altro) e amarlo così com’è.

    1. admin

      mi dicono che a Pontremoli andato tutto bene, e ancora di più a Firenze stamattina alla festa diocesana della famiglia con oltre 400 persone e tanti appalusi.

  19. per inciso, dopo aver riflettuto a lungo, ed essermi meritato il Gongolo d’oro per le tre righe di introduzione, che ho molto apprezzato, mi permetto di fare una correzione, data dall’età (che è un po’ meno datata dei primi estimatori Beatles) e dai gusti musicali, per cui pur sapendo di diminuire di molto il complimento di Costanza, più che a Billy Preston, preferirei paragonarmi a Walter Calloni, che non è lo sciagurato Egidio milanista, bensì il batterista di riserva della PFM nell’epoca in cui Franz Di Cioccio lasciate le bacchette si mise a cantare mentre Mussida suonava la chitarra, Djivas il basso e Lucio Violino Fabbri tutto il resto…

  20. FIRENZE: oggi migliaia di teste di cazzo hanno impestato le vie della città in un grottesco
    “Corri per la vita” o per tutta la vita, non ho capito, sponsorizzato dal munifico FERRAGAMO!!!

  21. Fk

    «Le sue (di Ratzinger, nda) polemiche, la sua lotta contro il relativismo sono, a mio avviso, semplicemente molto grossolane, nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui. La sua formazione filosofica è estremamente debole».
    Umberto Eco

    Che nobile esempio di cultura, di modestia e e di onestà! Il Papa potrebbe chiamarlo per ricevere qualche ripetizione…
    Mi chiedo se bisogna per forza essere ridicoli pur di affermare se stessi… MAH!!!

  22. Barbara Favi

    Una lancia spezzata a favore di Paolo Pugni.

    Anche se non commento spesso, i suoi post mi fanno sempre sorridere con la loro ironia benevola. Occhei, non tutte le coppie funzionano cosi’, ma certe scenette sono assai frequenti anche per noi che sottomesse non siamo – lo sguardo macumba-finto-sorriderente per farmi aiutare a lavare i piatti con la sola forza del pensiero e senza verbalizzare lo uso anche io, lo ammetto.
    Ovviamente, poi, i rapporti di coppia e la psicologia degli uomini non e’ TUTTA qui, questa e’ solo una deliziosa e divertente cartolina, non un trattato di antropologia (quindi Alvise e Scriteriato non ve la prendete, dai).
    Lo stesso individuo che svacca talvolta davanti alla tv, nel mio caso, si trasforma spesso in un Sant’Uomo che pulisce, cucina divinamente e sa organizzare una bella cenetta le volte che sono io a vegetare sul divano. E non bisogna farlo incavolare perche’ e’ permaloso, e’ cintura marrone di judo e ha fatto body building tanti anni. Pero’ e’ anche uno che si intenerisce guardando la Pimpa. E tanta altra roba, come tutti – siamo gente strana e a volte contraddittoria ma, come diceva saggiamente qualcuno, dovremmo volerci bene per come siamo.
    (Ciao Alvise, Fefral e dottoressa Miriano – e’ un piacere leggervi di ritorno dalle ferie)

  23. Francesca Miriano

    Grazie Barbara!
    Ma perchè cavolo Eco non può dire che herr Ratzinger non è ferrato in filosofia senza beccarsi il solito zot?Sapete così tanto di filosofia da confutare questa affermazione?Io sicuramente no per cui per me Eco ( che forse unica al mondo trovo spesso parecchio palloso)può aver detto una cazzata o una verità.La fede non può essere il Pensiero Unico: sono convinta che neppure Ratzinger lo pensi e forse accetterebbe di confrontarsi con Eco.

    1. Fk

      Francesca quello che è inaccettabile non è il pensiero di Eco (ammesso che ne abbia uno); del resto OGNUNO può pensarla come vuole! E’ inaccettabile il modo di offendere il Papa, così, gratuitamente: “nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui”… questo è decisamente inaccettabile!!! Perché non possiamo esigere il rispetto per il Santo Padre?

  24. DaniCor

    “Dunque sei lì in stato semibrado, di coscienza appena vigile, quel tanto che basta per capire che c’è la pubblicità e che quindi si può dare il via allo zapping compulsivo (…)”

    “Yes, we can.”

    “Se iniziassero a parlare una lingua comprensibile al maschio, non sarebbero più donne”

    “C’è uomini, e donne, che vanno via, escono, vanno a giocare d’azzardo, a bere, a trombare, a rubare nella notte buia, o sono a studiare, a guardare al microscopio, al telescopio, a scrivere cazzate, o a fare penitenza, a meditare (…)”

    “Nemmeno io trovo niente di male in un sano e riposante svacco anche più spesso, purché non sia un’abitudine!”

    “GRAZIE BLOG, chiunque tu sia, perché elargisci briciole di felicità, grazie!”

    “Orpo, non me n’ero accorto. Domani cerco subito uno psichiatra che mi aiuti, uno bravo.”

    “… in effetti non riuscivo a spiegarmi quel ghigno sulle sue labbra…”

    “Nessuna vita è noiosa e tutte lo sono. Per questo ne parlo. Per questo ogni tanto mi taccio.”

    “(…) io comunque ho imparato a stare sul divano senza rimorsi.”

    “‘Sto paguro di Aldo Cazzullo a scuola s’è assentato mentre spiegavano che storicamente da Cristo in poi – da Cristo in poi e grazie allo storico Cristo – alle donne s’è cominciata a riconoscere una “evoluzione” mai presente prima d’allora.”

    “(…) per esempio bisogna buttare la spazzatura (adesso anche differenziata), ed è lì che si vede se una coppia riesce a sopportarsi e ad accettarsi anche nella rottura di scatole.”

    “non te la prendere Paolo. è come se uno dopo aver letto “Il vecchio e il mare” sbuffasse bofonchiando: “e mico so’ un pescatore io!””

    “Se il senso non lo incontriamo, potremmo anche avere la casa a specchio, il frigo pieno, il lavoro ideale, ma mancherebbe sempre qualcosa.”

    “Mi chiedo se bisogna per forza essere ridicoli pur di affermare se stessi… MAH!!!”

    MA QUANTO MI SIETE MANCATI!!!!!!

  25. A me è piaciuto molto questo post. Il messaggio che mi pare di cogliere è: una sana dose di ironia nelle relazioni coniugali aiuta a superare anche quelle barriere che in certe situazioni logorate possono facilmente degenerare. Non c’è niente da fare: un uomo non è in grado di decifare, se non dopo lungo allenamento, il “codice femminile”! Un po’ di comprensione…

  26. Mario G.

    Grazie Paolo,
    non ho riso tanto come nel leggere questo tuo ironico e teneramente vero resoconto di ‘match’ coniugale.
    Solo Costanza col suo libro mi ha strappato altrettande risate ed in compagnia di mia moglie…

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