Ho mandato un figlio a scuola senza giacca. L’ho fatto. Verrò radiata dall’Albo Supremo delle Madri Decenti. Mi sembrava che fosse caldo, e che potesse farne a meno.
Come se non bastasse, doveva uscire in cortile alle dodici per cantare l’inno nazionale. E un rigurgito di coscienza materna si è affacciato in me solo intorno alle dodici meno cinque, quando era tardi per la povera nonna non automunita per arrivare a scuola con la giacca. E io cosa facevo in quel momento, mentre il mio povero figlio tremava come il piccolo fiammiferaio (in realtà nel video che mi ha mandato la mia amica cantava a squarciagola tutto contento) ? Lavoravo, è vero, ma probabilmente pensavo, anche, alla discussione nata in questo blog.
Riflettevo sui massimi sistemi, io, la madre degenere. Siccome i miei sensi di colpa non avevano ancora raggiunto il livello massimo consentito – le radiazioni assorbibili inun giorno – due ore dopo mi chiama la scuola: mio figlio ha mal di testa.
E lascia stare che al ritorno l’ho trovato tra gli amici del fratello grande
che si sganasciava dalle risate, intanto ormai il posto nell’albo l’ho perso.
Ecco perché, ho detto, farò un giorno di pausa con il blog, devo espiare. Ho pensato dunque di pubblicare questo articolo dell’autunno passato, quando ancora ragionavo sul libro. Un mio collega del tg1 me lo aveva segnalato, essendo lui un giornalista come si deve, che legge anche la stampa estera, magari anche nei giorni di riposo. Così mi ero messa a tradurlo, anche per il mio amico Camillo Langone, che mi stava accompagnando nella genesi del libro. Sempre in nome della teoria del maiale (nella vita non si butta via niente), eccovelo
(vi avverto è un po’ lungo, e la tizia in questione un po’ esaltata).
International Herald Tribune tradotto da Costanza Miriano
VITA MODERNA SECONDO IL LIBRO:
LA BIBBIA DEFINISCE I RUOLI DELLE MOGLI
di Molly Worthen
DALLAS – Il matrimonio di Priscilla Shirer sembra incarnare esattamente quel genere di gestione della vita di coppia che farebbe esultare le femministe. In una mattina media, nella loro casa alla periferia di Dallas, la signora Shirer e suo marito, Jerry, si svegliano intorno alle 6 e 30 per preparare la colazione ai loro tre maschietti.
Mentre la signora Shirer, che ha 35 anni, si prepara per lavorare da casa ed occuparsi del loro piccolo, che ha 2 anni, il signor Shirer, che ha 42 anni, porta i due più grandi a scuola e va al suo ufficio.
Trascorre la maggior parte della sua giornata negoziando gli inviti a tenere conferenze che lei riceve, e i contratti per i libri. Nel pomeriggio, è spesso lui che porta a casa i bambini da scuola. A casa, dividono nella parità i doveri e la cura dei figli.
“La maggior parte delle volte è lui che si alza e fa i piatti della cena” – ha detto la signora Shirer. “Noi non abbiamo divisioni tra ‘questi sono compiti da marito e questi da moglie’. I bambini non sono una cosa della mamma-moglie”.
Nonostante questo la signora evita di usare parole come “femminista” e “donna in carriera” per descrivere se stessa. E’ una evangelica, insegna Sacra Scrittura e si guadagna da vivere guidando migliaia di donne allo studio della Bibbia con i suoi libri, i video, e i fine settimana di conferenze nei quali sostiene che in una chiesa e in una casa bibliche l’uomo è il capo e la donna si deve sottomettere.
“Satana farà tutto ciò che è in suo potere per indurci a prendere il comando nelle nostre case” – ha scritto nel suo libro “Un gioiello nella corona dell’uomo: riscoprire il tuo valore come donna di eccellenza”. “Le donne devono pregare, e chiedere a Dio che rinnovi in loro uno spirito di sottomissione.”
La signora Shirer e molti cristiani conservatori dicono di credere che la Bibbia definisca i generi in base a un corredo di desideri e doveri ordinato divinamente, e assegnato a ogni uomo e a ogni donna sin dai tempi del giardino dell’Eden. Il genere non è un atto o una scelta, ma un dono non negoziabile.
Secondo questi cristiani, la storia della creazione di Adamo ed Eva ha garantito agli uomini un’autorità sulle donne; intendono gli insegnamenti di Paolo e dei suoi compagni nel Nuovo Testamento – in particolare che le donne dovrebbero sottomettersi ai loro mariti – non come dei relitti culturali del primo secolo ma come degli insegnamenti universali che i cristiani dovrebbero continuare ad applicare anche oggi.
In un’era in cui la liberazione sessuale ha saturato la cultura occidentale, in un tempo in cui le donne scalano i vertici delle multinazionali, fanno sempre meno figli, e le chiese ordinano donne e omosessuali, gli evangelici conservatori negli Stati Uniti stanno sferrando la loro controffensiva.
Molti di loro si definiscono “complementariani”, per segnalare che credono che Dio ha voluto assegnare a uomini e donne ruoli complementari, non uguali e non intercambiabili. Secondo i critici questa teoria è un modo di contrabbandare il patriarcato sessista, e di continuare a tenere le donne imbavagliate e confinate in casa.
Comunque trascorrere anche solo cinque minuti con la signora Shirer e suo marito suggerisce che la realtà è molto più complicata – non solo a casa ma anche nella “sfera separata” che questa teologia ha propagato: una subcultura di studi biblici, conferenze, ministeri, ritiri religiosi, tutta prodotta da e per donne evangeliche.
Gli insegnanti conservatori di Sacra Scrittura come la Shirer hanno costruito un nuovo paradigma per la predicazione femminile, una ingegnosa miscela di ritorno alla tradizione, di cultura moderna terapeutica, e della ciarliera intimità alla Oprah Winfrey, la celebrità della televisione americana. Questo è il complesso industriale della femminilità biblica, un’alternativa consapevole al femminismo secolare che predica la sottomissione delle mogli nello stesso momento in cui coopta alcune idee del femminismo per nutrire le donne e invitarle a prendere il comando, nel rispetto dei limiti.
Questa fusione di confinamento e sollevamento insieme può sembrare come una poderosa verniciatura sopra la realtà dell’oppressione. Oppure, se le donne come la Shirer davvero si dividono con equità i pesi con i loro mariti, può sembrare un’ipocrisia. Entrambi i giudizi non colgono nel segno nel decifrare la confusa interazione tra la Scrittura e la vita moderna. I cristiani, come tutti i credenti di qualsiasi fede, interpretano il loro libro sacro per trovare un senso alla loro esperienza vissuta.
La femminilità biblica è una camminata da funamboli tra i fiat della religione vecchio stile e i fatti della cultura moderna, e gli stessi evangelici non sanno dove questo potrà portare.
UN RICHIAMO ALLA PREDICAZIONE
Il ministero è nel sangue, per la Shirer. Suo padre, Tony Evans, fondò una chiesa aconfessionale nel loro salotto di casa, quando lei aveva appena un anno. La chiesa è cresciuta fino a diventare una delle più grandi megachiese afroamericane dell’intero paese. Prima che lei diventasse adulta, il padre parlava ai raduni dei Promise Keepers (i mantenitori della promessa, ndt), il ministero evangelico che invita gli uomini a farsi carico delle proprie famiglie e a rispondere alle richieste della “maschilità biblica”.
Dopo il college la signora Shirer ha tentato di fare carriera nella televisione e con la musica cristiana, poi ha preso un master post laurea al Seminario teologico di Dallas, che è stato dall’inizio l’epicentro del movimento fondamentalista. Uno stage a una stazione radio cristiana le ha procurato un contratto con Zig Ziglar, un esperto di motivazione.
Ha incontrato suo marito tenendo un discorso ai dirigenti degli Hotel Hilton, di cui lui era uno degli amministratori. Lui chiese al padre di lei il permesso di frequentarla, e circa un anno dopo sempre a lui chiese la luce verde per farle la proposta di matrimonio. Si sono sposati nel ’99, e lui ha lasciato il suo lavoro all’Hilton per lavorare al ministero di suo suocero, che nel frattempo aveva assunto dimensioni nazionali. Dopo dieci anni di lavoro con Ziglar lei ha lasciato, per dedicarsi a tempo pieno alla predicazione alle donne.
Il marito a sua volta ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi a quello della moglie. Tutte le chiamate le arrivano attraverso di lui. Lei accetta circa 20 dei 300 inviti a parlare che riceve ogni anno, e pubblica a ciclo continuo studi biblici, libri di esercizi e dvd pensati per le donne e per le loro amiche vicine alla chiesa.
Il signor Shirer fa la sua parte di lavori domestici e di cura dei figli, in modo che lei possa studiare e scrivere. Lui viaggia con lei ovunque vada. Quando è possibile si portano dietro i figli, ma spesso li depositano dalla nonna paterna.
A dispetto di questa organizzazione, la Shirer dice di essersi sottomessa al marito, soprattutto per quanto riguarda le decisioni familiari più importanti. “Se seguo lui come se stessi seguendo il Signore, allora la responsabilità di condurre la nostra famiglia ricade su di lui, e non su di me” – dice lei – “Fortunatamente, sono sposata con un uomo che tiene in considerazione le mie opinioni e le mie idee”.
Lei ricorda la discussione feroce che ebbero sul nome da dare al terzogenito, Jude. Poiché non riuscivano a trovare un accordo, lui chiese consiglio ad “alcuni forti ragazzi cristiani che ho voluto facessero parte della mia vita” (i Promise Keepers ed altre forme di spiritualità sulla “mascolinità biblica” incoraggiano gli uomini a formare e frequentare una sorta di gruppi di appoggio per mantenersi gli uni con gli altri sulla via divina).
Quando gli uomini si schierarono dalla parte di lui, allora lei mollò. “E’ stata una pillola amara da buttare giù per un minuto” racconta lei “ma quando lui mi ha spiegato perché, e mi ha detto di avere parlato con diverse persone di cui entrambi ci fidiamo, allora sono stata in grado di rinunciare, e di non essere arrabbiata”.
“Quello che ha fatto tutta la differenza del mondo” aggiunge lei “è che lui ha tenuto conto dei miei sentimenti”.
FEDE E GENERE
“Mio marito si sta nascondendo nel condotto dell’aria condizionata” ha detto la signora Shirer a diverse migliaia di donne a giugno a Denver, a una conferenza. “Lui cerca sempre di nascondersi”.
Vestita con una tunichetta tipo baby doll, jeans attillati e tacchi alti ha sorriso e lo ha indicato. Era il compleanno di lui, e lei si era ripromessa di metterlo in imbarazzo. Le telecamere hanno scovato “un bel pezzo d’uomo” (sono le parole di lei), alto e con la testa completamente rasata.
Lui è sobbalzato quando ha visto la sua faccia comparire sui maxischermi. Le donne in sala lo hanno salutato e gli hanno cantato “happy birthday”, prima di tornare, rapite, a sua moglie, con le Bibbie aperte sulle ginocchia.
Poi la signora si è tuffata in un sermone di due ore sull’importanza di assumersi rischi per il Signore, e di fidarsi della volontà di Dio. Nei suoi libri si svela e si mostra vulnerabile, andando a fondo sulle sue battaglie passate contro il peso e contro le delusioni amorose. (Secondo lei una dieta fallita è spesso un segno diretto che non ci siamo completamente sottomesse al Signore).
Nel suo ultimo libro la Shirer ha descritto il suo profondo rapporto con Dio in modi che secondo lei riflettono “un cuore femminile”, e che potrebbero scandalizzare i lettori secolari. La sua descrizione della stagnazione spirituale suona come un matrimonio che va a rotoli: “Le mie discipline spirituali erano diventate ormai per me niente più che un compito, un dovere, uno sforzo. Dio non mi faceva sentire più niente, ed io non ero sicura del motivo.”
Secondo la Shirer le donne sono sensibili rispetto alle parole che riguardano le relazioni, l’amore, i rapporti, l’intimità. I nostri cuori sono sintonizzati su quelle frequenze.
Le critiche dei liberali alla teologia non si preoccupano del linguaggio lacrimevole o emotivo. Quello che dà loro fastidio è il fatto che lei suggerisca che le donne siano intrinsecamente diverse dagli uomini, e per questo destinate a vivere una vita cristiana diversa, e subordinata.
“C’è come la sensazione che la loro identità cristiana dipenda più dal loro genere, che dal fatto che sono in Gesù come esseri umani.” – dice Mimi Haddad, presidente dei Cristiani per l’uguaglianza biblica, un’organizzazione che promuove un atteggiamento egualitario verso uomini e donne. Secondo la Haddad nella Bibbia è la tua umanità che conta.
COOPTARE IL FEMMINISMO
Nei secoli passati le donne evangeliche non erano mansuete rispetto al loro ruolo nella chiesa. I primi battisti permisero alle donne di predicare durante il Grande Risveglio, un periodo di revival religioso negli Stati uniti durante il XVIII secolo, e le donne erano tra i più influenti sostenitori del ritorno al passato durante l’ascesa dei pentecostali all’inizio del XX secolo.
Ma molte donne persero la loro voce mano a mano che queste sette si cristallizzarono in confessioni gestite da uomini. Fuori dal pulpito, le donne presero il comando nelle grandi crociate di costume dell’epoca vittoriana, e fecero le volontarie nel condurre le missioni all’estero.
Durante le battaglie tra i fondamentalisti e i modernisti liberali all’inizio del ventesimo secolo, comunque, i vertici delle missioni dei conservatori si scontrarono con la libertà delle donne missionarie. Le confessioni presero il controllo delle organizzazioni di volontariato che le donne avevano gestito per decenni. Le donne evangeliche ebbero il permesso di insegnare ai bambini alla scuola domenicale – da volontarie non retribuite – ma non alle classi degli adulti. Potevano gestire negozi di pasticceria, ma di solito erano gli uomini a decidere come la chiesa avrebbe speso i soldi così guadagnati.
Negli anni ’70, le organizzazioni liberali come il direttivo delle Donne Evangeliche abbracciò con forza la causa della liberazione delle donne e degli omosessuali, ma molti evangelici invece scelsero la linea di difesa dei ruoli sessuali tradizionali. Sostenevano che la liberazione delle donne fosse un mito e che, al contrario, il femminismo secolare rendesse le donne schiave.
Le donne, dicevano, hanno imparato ad adorare i falsi idoli della carriera e dell’indipendenza, visto che hanno subito un lavaggio del cervello dalle tecniche di propaganda che Mary Kassian nel suo libro “L’errore femminista” confrontò con quelle usate da Mao.
Solo la sottomissione porta la vera libertà e la forza, sostenevano. Una donna sottomessa può smettere di sforzarsi, di cercare di fare le cose che Dio non aveva mai voluto che facesse, e può concentrarsi sui suoi doni femminili. I suoi doni possono significare una carriera, se lei ha la benedizione di suo marito: spesso gli evangelici citano “la donna di nobile carattere” di Proverbi 31 che “vede un campo e lo compra, con i suoi risparmi pianta una vigna”.
Gli evangelici conservatori chiudono un occhio sulle donne sottomesse che dividono i carichi di lavoro casalingo con i loro mariti, e che prendono delle baby sitter, a patto che continuino recitare gli slogan della femminilità biblica. Questa tattica ha portato alcune notevoli vittorie negli ultimi decenni. La mobilitazione delle donne evangeliche conservatrici americane negli anni ‘70 e nei primi ’80 – guidata da donne come Phyllis Schlafly, una cattolica che l’impegno attivistico ventiquattro ore su ventiquattro ha reso simile proprio a quelle femministe in carriera che voleva osteggiare – contribuì a fermare l’Emendamento sugli uguali diritti alla Costituzione americana.
L’unico modo per sconfiggere il femminismo secolare era quello di assimilarlo. Gli evangelici conservatori sottolineavano quindi gli uguali meriti delle donne, e invitavano gli uomini a prendere il comando attraverso il servizio e il sacrificio, come Cristo. I liberali e i conservatori trovano che questa teologia sia messa più in luce rispetto alla opinione sulle donne espressa dai padri della chiesa delle origini.
La posizione dei conservatori moderni è di un “patriarcato dolce”, dice Alan F. Johnson, professore emerito al College Wheaton in Illinois, e di convinzioni egualitarie. “Continuano a credere in un ruolo maschile, ma si sono ammorbiditi, compromessi con la cultura contemporanea, e hanno messo le donne al pari degli uomini”.
L’INTERPRETAZIONE DELLA SCRITTURA
Jackie Roese, è una newyorkese di 45 anni con una cascata di riccioli scuri. Come la signora Shirer, ha studiato al Seminario teologico di Dallas. Ma mentre la Shirer compare nei video promozionali della scuola, il preside ha recentemente tagliato tutti i ponti con la scuola della Roese – perché lei stessa ha cominciato a predicare dal pulpito. Il suo primo sermone “ha portato il fuoco nella comunità”, come ha detto lei stessa. La chiesa ha dovuto prendere una guardia del corpo che le stesse accanto.
Mentre conduceva un frequentato corso di studi della Bibbia, pochi anni fa, alla Irving Bible Church, poco a ovest di Dallas, la Roese decise di prendere un dottorato in “ministero”, suggerendo agli anziani della sua chiesa di cominciare una revisione degli insegnamenti della Bibbia sul ruolo delle donne. Nel 2008 pubblicarono un documento di 24 pagine che riservava agli uomini il ruolo di pastori anziani, ma concludeva che la storia della creazione e della caduta nella Genesi rivelava “una fondamentale eguaglianza tra uomini e donne”; che “le donne esercitavano ruoli di ministero anche rilevante lungo tutta la Bibbia”; e – più radicalmente – che i passaggi chiave del Nuovo Testamento sono “culturalmente e storicamente caratterizzati, e non principi universali”.
In questo documento c’era l’eco degli argomenti che molti egualitari sostengono – principalmente che bisogna interpretare la Scrittura con la Scrittura, e che alcuni versi forniscono i principi guida per illuminare gli angoli più oscuri dell’insegnamento biblico.
Gli evangelici che criticano la Roese dicono che temono che la sua chiesa abbia male interpretato gli insegnamenti della Scrittura per facilitarsi gli aggiustamenti con i costumi sociali del XXI secolo. Permettere alle donne di predicare non è che l’estremità più sottile del cuneo, affermano.
“Se la Bibbia non è vera, né autorevole a proposito dei ruoli di uomini e donne, allora alla fine può anche non essere vera per quanto riguarda il sesso prematrimoniale, la posizione sugli omosessuali, l’adulterio e tutte le altre questioni morali” – ha detto al Dallas Morning news Tom Nelson, il pastore di una chiesa della zona.
Gli egualitari dicono comunque che i conservatori sono incoerenti, quando difendono alcuni insegnamenti della Bibbia, mentre ne trascurano altri in quanto prodotti culturali, e quindi relativi, come per esempio l’invito che Paolo fa alle donne di coprirsi la testa in chiesa e di non indossare gioielli d’oro.
Forse la vitalità dei ministeri delle donne conservatrici prova che i complementariani trovano un compromesso che va bene a molte donne evangeliche.
La signora Shirer deve il suo nome, Priscilla, a una delle grandi donne eroiche del Nuovo Testamento – compagna di missioni di Paolo. Alcune femministe usano il suo nome proprio per sostenere la necessità di ampliare ancora il ruolo delle donne nella chiesa, ma la signora dice che questi argomenti non fanno per lei.
“Il nostro obiettivo” – ha detto “è solo andare avanti e portare aiuto”.
Non ho ancora letto il lungo post che oggi ci regala Costanza (poi lo farò, più tardi …), ma, intanto che lei riposa, voglio raccontare una cosa.
Riguarda Nico, neanche quarantenne (una ragazzina!…), una passione tutta femminile (per via dei ruoli e delle vocazioni …) per la … conversazione (volevo dire la chiacchera … 🙂 ), non mai stanca di raccontare di sé, della sua famiglia e del suo matrimonio; di accogliere, incoraggiare e sostenere, e di dolersi e lagnarsi delle molte mancanze ed inadeguatezze di un marito che, si vede lontano un miglio, adora, ed al quale ha finora dato, se non ho sbagliato il conto, sette figli (qualcuno, spontaneamente abortito, è come un angelo in cielo).
Racconto agli amici (anche per sapere se mi ritengono ancora sano di mente …) questa pazzia evangelico-paolino-mirianesca della sottomissione e, di sottecchi, la vedo annuire ad ogni passaggio della mia necessariamente articolata ma appassionata e non pedante (credo, almeno) esposizione.
Quando dico che la missione della donna è sottomettersi, nel senso di mettersi sotto, alla base e come base, per sostenere tutti, famiglia, marito, figli, Nico alza ed abbassa il capo (i fili castani dei capelli lisci brillano di riflessi dorati) annuendo vistosamente; poi mi chiede chiarimenti e mi guarda. Nei suoi occhi una Luce viva di Grazia e di gratitudine.
Costanza, segna anche questo: anche Nico, donna, moglie e madre, è dalla tua, ed aspetta di leggere il libro, nel frattempo esaurito e disperatamente in ristampa …
Cara Costanza, questa mattina ho fatto più fatica a leggere la tua pagina che il post di Livio…mi devi scusare, ma da ultima comunista, quale mi ritieni, mi riesce difficile non paragonare l’eccessivo “fanatismo” (passatemi il termine) delle femministe con quello della signora Shirer, perchè pur essendo diversi i principi di partenza, il punto di arrivo, a parer mio, è lo stesso e non lo condivido.
sono d’accordo con Claudia.
il titolo è sbagliato, quella un po’ pazza mi sembra solo la signora Shirer, purtroppo negli USA ci sono molti esempi di eccessi e fanatismi religiosi ,se pensate che uno di questi è pure diventato presidente (Bush).
Costanza non voleva certo indicarla come esempio, ha solo tradotto un articolo.
Sì, sì assolutamente, ha ragione Paul! Non volevo portare a esempio la signora Shirer, di cui non condivido la maggior parte delle affermazioni. Era solo per dare notizia di un movimento di pensiero che esiste in America, così, per curiosità, per confrontarci…
Grazie Paul, temevo di scatenare una guerra, nell’esprimere la mia sensazione!
Comunque l’unica pazza è la signora Shirer e non Costanza, come ben dici tu, perchè la forma con cui esprime la sua fede non è assolutamente condivisibile.
Invece, stamattina, mi aspettavo di leggere il parere dell’autrice e di voi che animate questo blog, riguardo ai festeggiamenti di oggi.
Ad esempio cosa ne pensano Livio,Cosmic ed Elisabetta????
Quanti sono al lavoro oggi???
Io che sono una misera commessa di un punto vendita posto in un centro commerciale della catena ipercoop, sono a casa, ma so che tante mie colleghe di altre catene commerciali, oggi lavorano.
Cara Claudia, questa mattina Paola (mia moglie) ha fissato un po’ rudemente ma efficacemente con lo scotch marrone da pacchi alla grata del balcone l’asta del tricolore che mio figlio usa quando deve inneggiare all’Italia calcistica (quindi ormai molto raramente; non so, invece, la bandiera giallo-rossa della magggica :-)…).
Per il resto, dopo poche ore di sonno e una settimana che non tocco terra, sono in studio cercando di riprendere faticosamente le fila delle cosucce che ho in quasi cronico sospeso …
Per cui…non ritieni il caso di festeggiare,oppure…sei costretto a recuperare ciò che hai tralasciato,…. se è per questo anche noi donne, a casa dal lavoro è da stamani che recuperiamo sui lavori di casa…ma non per questo non condividiamo i festeggiamenti del 150° Anniversario della proclamazione del primo Re d’Italia.
Leggendo il post ho pensato: grazie a Dio sono cattolico.
Per l’unità d’Italia abbiamo passato una riposantissima giornata in famiglia (senza bandiera appesa perchè non sono riuscito a comprarla) anche perché le condizioni meteo non hanno permesso grosse alternative. Saluti dalla Prmogenita (Piacenza è detta così perché prima provincia ad annettersi al regno sabaudo)
la bandiera della magiggica purtroppo è molto impolverata.
Quella italiana è stata messa in giardino, è in pessime condizioni non per il grande uso a scopi “calcistici”, ma perchè viene tenuta nel “cesto delle armi” dei figli e spesso ci giocano.
Quanto alla festa di oggi, vedi il post di domani (io sono a carburazione lenta). Per quanto mi riguarda, comunque, altro che festa: doppio lavoro! la mattina al Gianicolo a intervistare i ragazzi che incontravano Napolitano, poi alla rai a montare; il pomeriggio sola senza tata (festa) e senza marito (al lavoro) a gestire compiti, impegni mondani e cene e oerazioni di igiene minima…
Per correttezza devo precisare che i valorosi nonni, che hanno accolto i maschi schifati dall’impegno mondano delle femmine (siamo state a casa di un’amichetta cinquenne), me li hanno ridati indietro forniti di cestino con torta di mele e supplì.