Sì, va bene, ci sono moltissime cose che non mi piacciono dell’Italia, e delle celebrazioni di ieri sui 150 anni. Ma siccome ho una piccola voragine di ignoranza storica e storiografica che va più o meno dal crollo dell’impero romano al 1994 (quando ho cominciato a fare la giornalista e allora un’occhiatina al mondo che mi circondava mi sono decisa a darla) non vorrei pronunciarmi: tra di voi ci sono fior di professionisti, e perderei presto il mio prestigio. E’ per lo stesso motivo che mando mio figlio a letto bruscamente quando mi chiede – e la cosa inquietante è che fa simili domande dalla quinta elementare – la mia posizione su Lev Trotsky, e farfuglio scuse sull’ora tarda e sulla necessità di riposare. Una deve difendere il suo status con le unghie e coi denti.
Però oggi non è il giorno delle critiche, e io vorrei dire che, alla fin fine, mi sa che sono felice di essere italiana.
Intanto perché qui mi ci ha messo Dio, e io, come Woody Allen, direi che come minimo lo stimo, quindi tendo a fidarmi delle sue scelte.
Poi perché adoro pane e salame, e sarei tristissima se dovessi cibarmi di tofu o di gulasch.
Sarebbe impensabile essere sposata con un uomo che si chiama Gunther o Maurice, invece che con Guido.
Sarebbe terribile inoltre avere come migliori amiche Jennifer o Iko, invece che le mie.
Sarebbe tristissimo andare in vacanza a Bath invece che a Marotta.
Sarebbe scomodissimo attraversare il mondo per venire a pregare sulla tomba del Papa, o salutarlo all’Angelus.
Sarebbe noiosissimo vedere le partite di cricket invece che quelle della Roma.
Sarebbe deprimente avere sotto gli occhi opere prodotte al massimo duecento anni fa.
Sarebbe insopportabile parlare una lingua in cui per interessarsi allo stato d’animo dei propri cari si usano espressioni quali “come stai facendo”?
Sarebbe squalificante parlare una lingua che non ha come padre Dante Alighieri.
Sarebbe faticoso dover guardare gli stilisti di un altro paese per capire cosa vuol dire il buon gusto.
Sarebbe un dispiacere non essere nata nella terra di santi giganteschi come Chiara, Francesco, Tommaso, Caterina, Benedetto e mi devo fermare.
Sarebbe strano camminare per strada in un paese civilissimo e pulito in cui però nessuno ti chiede notizie della tua famiglia fino alla terza generazione.
Sarebbe noioso vivere in un luogo in cui i camionisti non fischiano neanche se vai in giro in sottoveste.
Sarebbe gelido vivere in un luogo di persone affidabili e puntualissime che non ti perdonano mai uno sgarro.
Sarebbe una cosa da latte alle ginocchia vivere dove non ci sono i nostri giornali, a volte urlati e cafoni, ma – in certi casi – incredibilmente intelligenti e divertenti (che pizza la stampa anglosassone).
Sarebbe paurosissimo poi, vivere in un paese senza libertà religiosa.
Sarebbe angosciante vivere in un luogo dove i figli non hanno cibo né acqua.
Sarebbe preoccupante vivere in un paese dove la gente è composta di giorno e si ubriaca di notte.
Sarebbe inammissibile vivere in un paese dove i calzini bianchi vengono tollerati.
Sarebbe possibile continuare tutta la notte, ma…
Sarebbe impensabile lasciare la casa in questo stato.
Ho sbagliato a scrivere l’indirizzo mail del commento che ho lasciato. Questo è quello corretto! 17/3/2011
Ciao Cochi, ho letto il tuo libro tutto d’un fiato.Ammetto che il mio approccio è stato diffidente; subito però sono stata trasportata dalla tua prosa leggera e divertente e, confesso, dall’affetto che ho per te anche se non ci vediamo praticamente mai.
Ho cercato di aprire la mia mente e di ‘accogliere ‘come dici tu.In effetti,anche partendo da punti di vista apparentemente inconciliabili,devo ammettere che ho trovato il tuo punto di vista condivisibile. Anche io penso che l’unione tra due estranei (la nostra nonna prof di francese quando litigava col Colonnello concludeva il discorso dicendo ‘poi alla fine io e te non siamo nemmeno parenti’) debba prevedere una ‘sottomissione’ nel senso di un patteggiamento e smussamento delle rispettive punte. A patto che questo avvenga senza preconcetti di genere: non tutte le donne sono ugualmente portate per la gestione familiare né tutti gli uomini per dare le regole.
Effettivamente io,leggendo il tuo libro,mi sono sentita una transgender: sono inequivocabilmente donna ma sono più attratta dall’aggiustare un rubinetto o attaccare un lampadario che dal cambiare il pannolino al bambino. Lo faccio , anzi l’ho fatto ( i miei ‘bambini’ hanno 20 anni) a volte anche con gioia nel maneggiare il mio bambolotto ma guai se fosse diventato un ruolo fisso e obbligato. Sapevo che il mio compagno mi avrebbe degnamente sostituito se glielo avessi chiesto o se ci fosse stata necessità, Ho apprezzato tanto che Maurizio, incapace di friggere un uovo, avesse imparato a fare il cuoco e, quando tornavo a casa dopo 12 ore di guardia trovavo i gemelli nutriti, lavati, pigiamati e pronti per la nanna.. La mia filosofia è sempre stata: non opprimere per non essere oppressa.Niente sensi di colpa da nessuna delle due parti: la famiglia va avanti bene anche se uno dei due pilastri per qualche giorno si prende una boccata d’aria. Tornerà più forte e di buon umore.
Per cui sottomissione si ma a turno’da ciascuno secondo le proprie capacità a ciascuno secondo i propri bisogni’. Purtroppo il tuo messaggio rischia di portare acqua ad un fiume che è già in piena.
Non mi sento una femminista di ritorno se mi incazzo quando constato che sul lavoro una donna deve essere il doppio più brava, preparata ed equilibrata per competere con un qualunque ominicchio o ququaraquà.Si può continuare a constatare questo e a incazzarsi anche se si è appagate come mogli e come mamme. Ti farò anche una confidenza:sono una ‘sciarpa bianca’ come dice il tuo amico del Foglio, ero in piazza a Milano e ci tornerò se necessario.
Passo all’altro tema che mi sta a cuore. Rispetto profondamente la tua fede e la religione che pratichi non solo a parole. Spero però che tu ‘accolga’ anche anche chi non la pensa come te: i ringraziamenti alla fine del libro mi hanno un po’ preoccupato.
Io sono felicemente atea dall’età di 17 anni. Dai 10 ai 17 sono stata agnostica . fino ai 10 sono stata battezzata, catechizzata,cresimata,comunicata , a volte con una certa perplessità ( a parte il divertimento del vestito lungo da principessa) ma ero troppo piccola per esprimere pareri articolati.
Nonostante il mio ateismo riesco ad essere anche felice e di buon umore ( a parte qualche periodo con lo ‘spleen Miriano’). Non ho paura della morte più della media dei miei simili forte del pensiero che quando ci sarà lei non ci sarò io.
Per il lavoro che faccio penso che a volte la vita che si vuole imporre sia molto.molto peggio della morte naturale e che non sia caritatevole e cristiano sottoporre un essere umano a certe torture.Penso anche che vedere un bambino morire di insufficienza respiratoria da fibrosi cistica o di una distrofia muscolare genetica sia una delle esperienze più devastanti per un medico rianimatore che deve assistervi (non voglio neppure pensare ai genitori). Perché non si deve evitare questa sofferenza? A chi giova? Al bambino? Ai genitori? Tutti dovrebbero nascere nel miglior modo possibile : desiderati,amati,nutriti, curati,istruiti. La vita è già abbastanza matrigna e ti può capitare anche di nascere tutsi in Ruanda quando comandano gli hutu..
Vorrei vivere in un paese laico in cui lo Stato non mi imponga la sua etica , in un paese in cui se voglio abortire ( con dolore quasi sempre) mi sia permesso e in cui la tua gravidanza sia tutelata in ogni modo. Voglio vivere in un paese in cui se non desidero essere curata mi si lasci questa scelta e che garantisca a te ogni cura fino a che esalerai l’ultimo refolo d’aria.Voglio vivere in un Paese in cui se desideri un figlio e non ti viene ti sia garantito un aiuto e non debba emigrare per questo.
Spero che tu appartenga alla categoria di cattolici tolleranti (esistono) e non dei Torquemada.
Se non è così ti rispetto e ti voglio bene lo stesso perché io appartengo alla categoria degli atei tolleranti che, fortunatamente non hanno in tasca la verità assoluta ma hanno la mente aperta alla ricerca continua se non della virtute sicuramente della canoscenza.
Un grosso bacio Francesca
…per un attimo ho creduto di aver scritto io questo commento (ma non scrivo così bene!), poi mi sono accorta che è della cugina del mio compagno nonchè tuo fratello: brava Francesca, condivido TOTALMENTE!!
Aggiungo, zia Cochi, che non trovo niente di fantastico e avventuroso nel passare un pomeriggio ad attappare pennarelli anche se amo le mie bimbe follemente e vivo la mia vita totalmente in funzione loro e del mio sordido convivente. Mi secca da morire piegare i calzini di cinque persone fino a tarda notte e molto spesso preferirei una pizza con le amiche alla “routine” della nanna…ma se dovessi tornare indietro e rifare una scelta opterei di nuovo per questa famiglia “allargata” e sgangherata, per la quale serve il doppio, triplo impegno (e amore) di una in Grazia di Dio!
Ho regalato un paio di copie del libro alle amiche, ti farò sapere i commenti.
Un bacio
Cara Francesca, il tuo commento mi è piaciuto moltissimo e mi ci ritrovo completamente tranne nel fatto che io non sono atea: sono cattolica ma credo fermamente nella laicità dello Stato e nella libertà di scelta per ogni individuo sulle grandi questioni dell’etica, della vita e della morte. Non sono favorevole all’aborto ma capisco la drammaticità degli esempi che hai portato, ringrazio infinitamente Dio di non avermi messo dinnanzi ad una prova simile perché conosco la mia debolezza e quindi so che non me la sento di decidere per chi si trova realmente in quelle situazioni, pur ammirando incondizionatamente chi riesce a fare scelte “eroiche”.
Anch’io ero in piazza il 13 febbraio e non per questo mi sento una femminista nostagica, frustrata e triste. Il femminismo che rivendicava l’uguaglianza assoluta con l’uomo, intesa come annullamento della propria femminilità, ha avuto una sua ragione storica ma oggi è ampiamento superato: del resto anche il bambino all’inizio del suo percorso cerca di imitare i genitori e solo la crescita e la maturazione gli fanno percepire la propria diversità e alterità da loro. Noi ora siamo in questa fase di rivendicazioni mature ma non per questo c’è meno da fare o da abbassare la guardia.
Un saluto fraterno (anche se non ti conosco)
al di là del fatto che ci sono altre mille motivazioni più valide per essere felici ed orgogliosi di essere italiani, direi che il fatto che i camionisti ci fischino dietro (e che purtroppo non lo facciano solo loro, ma mi è capitato anche di sentire battutine sul tuo aspetto estetico anche in situazioni di lavoro, cosa che in altri paesi sarebbe un’offesa e qui c’è persino qualcuna che si sente lusingata) non è proprio motivo di orgoglio, così come non mi embra che ci sia poi davvero tutta questa libertà religiosa. certo, non sono costretta ad essere cattolica, ma sono costretta a privare mio figlio di 1 o 2 ore di scuola con i suoi compagni perchè già dalla materna devo scegliere se si avvale della religione cattolica, e fino a che la cosa non sarà un problema. probabilmente arriverà il giorno in cui per non sentirsi escluso dalla classe (e per non creare difficoltà alle maestre che non hanno un’attività alernativa da proporre) mi chiederà di avvalersi anche lui e io certo non potrò per una mia questione di principio creare problemi a lui. e il fatto che la ‘religione cattolica’, non in quanto religione in se (la religione, quella sincera, non c’entra niente) ma in quanto potere politico molto influente e ricattatorio, ci tolga la possibilità di fare ricerca in maniera libera, di fare fecondazioni assistite senza vincoli assurdi e penalizzanti per la donna, tolga soldi al nostro stato mediante trucchetti che altrimenti sarebbero chiamati ‘evasione fiscale’ ma quando si parla di vaticano sono assolutamente legali, quando un governo si sente in dovere di finanziare le scuole private, in maggioranza cattoliche, togliendo fondi alle scuole pubbliche permettendosi anche di affermare che gli insegnanti delle scuole pubbliche “inclulcano valori” ai nostri figli, e potrei ancora continuare ma mi fermo qua, certo non ha a che fare con la libertà di culto ma ha a che fare con la libertà individuale dei cittadini.
ci tengo a precisare che non ce l’ho con che è credente, ho molti amici che lo sono e la pensano esattamente come me. come ho già detto qui la religione non c’entra nulla: questo è supremazia, affermazione del potere, difesa di privilegi e interessi economici. tutte cose che però al catechismo ci insegnano che non dovrebbero far parte dell’etica di un buon cristiano.
non mi piace confrontarmi con paesi che stanno peggio di noi per consolarmi: preferisco guardare paesi più civili e democratici, in particolare quelli dell’Unione Europea di cui fra l’altro facciamo parte anche noi.
per quanto riguarda i camionisti ho capito che l’ironia e il gusto del paradosso non è il tuo forte, per quanto riguarda la fecondazione, e non solo, non ci intenderemo mai finchè io (e quelli come me) continueremo a pensare che il feto è vita dal concepimento e non un qualcosa alla stessa stregua delle unghie, o delle pellicine e per quanto riguarda la scuola preferisco di granlunga (anche se non fossi credente) i valori cristiani a quelli massonici culturalmente imperanti (anche e soprattutto nella scuola).
Non so in che scuola siano capitati i tuoi figli, ma francamente che oggi a scuola vengano “inculcati” valori massonici mi sembra decisamente esagerato. Anzi credo proprio che il bello della scuola pubblica sia proprio la pluralità di posizioni che vi si trovano.
il problema della massoneria è che non va in giro con lo stemmino (come fa la chiesa con il tanto vituperato crocefisso), ne siamo circondati e neanche ce ne accorgiamo, ci propinano le loro “mutazioni genetiche” di valori universali quali la libertà, la fratellanza, la pace, la patria solo in una logica di dominio e controllo culturale
Non capisco bene cosa tu voglia intendere, comunque per quello che intuisco mi pare più un problema legato, per esempio, ai grandi potentati economici e della comunicazione che non al mondo della scuola dove, almeno per la mia esperienza, ho trovato persone dalle capacità e dalle idee le più diverse, che però non hanno mai cercato di irregimentare i ragazzi semmai spesso hanno cercato di sollecitare il loro spirito critico e la loro autonomia di giudizio (cosa che io apprezzo molto)
Pur essendo d’accordo con te su alcuni aspetti(finanziamenti alle scuole private, vantaggi fiscali per la Chiesa) non concordo sul fatto che la scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cristiana sia di fatto un’imposizione. A parte che il più delle volte l’insegnamento della relione oggi non è “catechismo” ma aiuta tutti a comprendere l’innegabile importanza anche culturale, artistica, antropologica che il cristianesimo ha avuto e ha per l’Occidente europeo, credo che se chi non si professa cattolico (e oggi non sono pochi) avesse più fermezza nelle proprie posizioni, probabilmente i bambini e i ragazzi che chiederebbero di non assistere alle lezioni di religione sarebbero in numero maggiore, non si sentirebbero discriminati e potrebbero pretendere davvero un insegnamento alternativo.
E’ un po’ come la Prima Comunione: con il fatto del non sentirsi diversi, la stragrande maggioranza la chiede per i propri figli, salvo poi non entrare più in una chiesa fino al momento del matrimonio.
Credo che la laicità dello Stato vada difesa anche con la coerenza delle proprie posizioni.
Sono d’accordo, io infatti ho chiesto che mio figlio non la frequenti. Ma se fosse l’unico e un domani si sentisse a disagio non vorrei che una mia questione di principio diventasse un problema di inserimento per lui. Certo per me sarebbe molto deludente e spero di non dovermi mai trovare in quella situazione. Purtroppo pero ad altri amici e’ già successo. Sinceramente pnso che certi valori, universali, possano e debbano essere insegnati senza chiamarli “religione”. Se voglio poi dare un’educazione religiosa ai miei figli lo faro’ a casa, li porterò in chiesa e al catechismo.
Per quanti riguarda la comunione, io l’ho fatta ed all’epoca ero anche convinta e contenta. Poi l’argomento ha smesso di interessarmi e difatti mi sono sposata in comune e non ho battezzato mio figlio. Io insomma sono coerente e la cosa devo dire mi viene anche naturali. Purtroppo non tutti lo sono.
@raffaella,non so di dove sei,ma se fossi nata al mio paesello dove la piazza principale si chiama “La Loggia”,dove di logge massoniche ce ne sono 3 e se avessi avuto molte insegnanti mogli di massoni (la Massoneria di rito scozzese non ammette le donne,ma anche i massoni si sposano)non diresti che la mossoneria rigurda solo i potentati internazionali:l’hai mai visto “un borghese piccolo,piccolo” di A.Sordi,dagli un occhiata,poi mi dirai…
si diciamo che mi riferivo ai cosidetti potentati economici e sono partito un po’ per la tangente ma il discorso economico non puo’ essere scisso da quello culturale: solo per fare un esempio il liberismo sfrenato e il consumismo hanno bisogno di radicare nella gente l’idea della crescita infinita e del culto del PIL per approdare magari alle teorie malthusiane sul controllo delle nascite…potrei ancora parlare del Club di Roma e del gruppo Bilderberg, di Adam Weishaupt e dell’antico mito di prometeo e di lucifero ma non è la sede adatta e sarei preso per pazzo.
un’ultima cosa dimenticavo: per quanto riguarda la libertà individuale e l’Unione Europea, ti invito ad informarti meglio (visto che i media stranamente non lo fanno), sui contenuti del trattato di Lisbona e ti accorgerai che chi minaccia PESANTEMENTE la tua libertà non è il Vaticano ma Bruxelles.
So che ci sono state molte critiche al trattato in quanto fortemente limitante la sovranità degli Stati e le libertà individuali. Si parla anche di oligarchia o meglio di plutocrazia. Cercando di non cadere in manie complottistiche, penso che rischi ce ne possano essere: al momento io non sono in grado di valutarli. Per quanto riguarda però lo Stato della Chiesa (non la Chiesa come Popolo di Dio) è almeno dall’epoca dei longobardi che ha un’influenza non marginale sulla storia politica e civile dell’Italia
a parte i longobardi io mi preoccupo molto di più di un trattato che sottrae poteri importanti (in materia economica e militare e non solo) agli stati sovrani e ai governi democraticamente eletti e li assegna in maniera inappelabile (è questa la novità), a istituzioni non elette dal popolo (la commissione europea è nominata e il parlamento europeo ha un potere esclusivamente consultivo). se questo non vi preoccupa più del Papa…
Mi unisco alla contentezza di Costanza per l’Italia così com’è nonostante tutto, mi permetto di lasciare un cammeo di grande cinema e grande poesia che è il discorso di Peppone sulla Patria (da “Don Camillo e l’onorevole Peppone”)perchè i nostri nonni, che non sempre erano sicuri di poter dare cibo e acqua ai propri figli, riuscirono a creare questo scalcinatissimo paese unendosi, in maniera del tutto misteriosa, attorno a quei valori comuni e fare: l’Italia, gli Italiani (più o meno) e la migliore Costituzione del Mondo.
Mi piacerebbe che la nostra classe politica e gli italiani tutti possano ritrovare quello spirito.
Grandissimo Alberto!!! Sottoscrivo, mi alzo in piedi ed applaudo anch’io!
Volevo dire a Claudia che quando sentivo raccontare di lei e di sua nonna pensavo anch’io, istintivamente, che il suo fosse lo stesso ‘comunismo’ nostrano e …, in fondo, buono, di Peppone e Don Camillo, che non tradisce i valori di fondo del nostro popolo, a partire dalla famiglia.
Forse oggi non è più, esattamente, così, e la cultura massonica e relativista (figlia, con il femminismo, dell’Illuminismo …) di cui parlava Paul ne è, in fondo, la causa.
Oggi, purtroppo, ‘le regole del gioco’ non sono più le stesse per tutti, ed i modelli di società che si contrappropongono si fondano su modelli oggettivamente inconciliabili; perfino la lingua ed il significato delle parole non sono più scontate (ricordate la citazione di Chesterton, di qualche giorno fa, di Alberto?)…
… volevo dire ‘su principi e valori oggettivamente inconciliabili …’.
Sono al lavoro e di corsa come sempre: devo fare un servizio e intervistare una cantante che non ho mai sentito nominare, si chiama Noemi, quindi vorrei documentarmi. Inoltre i temi trattati sono talmente alti e profondi che mi ci vorranno tre ore per rispondere, e in molti casi non sono all’altezza (per Francesca, dovrò prendere le ferie!)
La vergogna però mi obbliga intanto a precisare che all’inizio nel post avevo scritto che Domenico era tra i frutti di santità della nostra terra. In realtà, come mi hanno fatto giustamente notare era spagnolo, ma mi confondo sempre perché è morto in Italia (come il portoghese sant’Antonio da Padova). Sono entrambi collocati nel bel mezzo della voragine di ignoranza che va dal crollo dell’impero romano al 1994. Scusate!
Vivissimi complimenti per l’articolo!
Grazie Livio per aver correttamente compreso ciò che mi sono permessa di confidare su questo blog, in effetti ora le vere ideologie politiche non esistono più e benchè io abbia rispettato la volontà di mia nonna, credo di non avere più ideali(politici) in cui credere.
Però una cosa è certa, come ci hanno giustamente fatto notare, ieri sera, Celentano e Grillo, sono contro il nucleare!!!
Cara Raffaella grazie per le belle parole e per la dimostrazione che i cattolici tolleranti e aperti esistono. Cosmic, se posso permettermi, non incazzarti così tanto.Io non ho battezzato i figli(nonostante alcune pressioni familiari), non hanno mai frequentato la lezione di religione a scuola, ho tentato di far capire a maestre col cervello di una gallina encefalitica ( ero rappresentante di classe come Costanza)che non era bello far studiare la poesia sulla Passione di Cristo a chi non sapeva neppure chi fosse (parlo anche di bambini musulmani o taoisti).Alla fine ho smesso di fare crociate e ho capito che dovevo fornire ai ragazzi degli anticorpi e che l’unico modo era di insegnare loro la tolleranza e che si vive bene anche senza andare in chiesa a fare la comunione.Devo dire che non si sono sentiti mai esclusi da qualcosa o diversi.Ho la presunzione di pensare che questo sia avvenuto perchè io e il mio compagno abbiamo sempre affrontato la cosa in modo molto normale e naturale.
Grazie anche a Chiara per la ‘sorellanza’.
Confesso invece un accesso di orticaria acuta a sentir parlare di feto e vita: è un mio limite e chiedo umilmente perdono. E’ evidente che l’intesa non è possibile e neppure voglio convincere nessuno del mio concetto di vita e di grumo di cellule indifferenziate e non ancora specializzate.Chiedo solo che venga rispettato anche il mio pensiero e la mia libertà quando la Stato in cui vivo legifera.
Solo qualche parola sulla festa dell’Unità d’Italia.Avrei tanto voluto mettere fuori la bandiera e sentire l’appartenenza ma proprio non ce l’ho fatta.Purtroppo non mi sento orgogliosa di vivere in una nazione che fa della furbizia e della violazione delle regole una simpatica caratteristica nazionale. Che ha partorito un Borghezio, che fa dell’evasione fiscale un ‘dovere’ come ebbe a dire il nostro impresentabile presidente del consiglio.Che taglia i fondi per la scuola e la cultura….potrei continuare… Però mi dispiace tanto : io cerco di lavorare bene sui figli e spero di riuscire a fare qualcosa di decente.
Cochi, non ho fatto discorsi così alti!
grazie Francesca, d’accordo con tutto quello che dici (e posso testimoniare che è tutto vero,almeno per quanto riguarda la tua esperienza familiare…), mi sentivo un po’ solo all’inizio ma questo blog della tua simpatica cugina stava prendendo una deriva…. spero ora che si è riequilibrato, si facciano vivi anche i maschietti non omologati….Costanza, spero di essermi meritato il pane e salame(vedo che piace molto anche a te…molto meglio della Nutella no?) dopo che ti ho stracitato l’ideologo della sottomissione nel blog del 13 marzo(riflettete voi cattolici,a quello che sostiene San Paolo e badate bene, siamo già nel Nuovo Testamento….): comunque Costy quel che Costy, continuerò a seguire il blog…
Anch’io non mi sento affatto orgogliosa del mio Paese, in questo momento: anzi a volte rimpiango di non potermene andare e mi trovo a sperare che se ne vadano i miei figli e questo, pensato da una madre, è davvero orribile. Però la bandiera l’ho messa e sono uscita a godremi una città tricolore, anche a rischio di una certa dose di retorica, proprio perchè non voglio darla vita a questi impresentabili e loschi personaggi che ci governano, non voglio essere espropriata da loro delle mie radici e della mia appartenenza ad una comunità. Voglio dire loro che questo Paese è anche il mio paese e di tanta gente come me, come te e di tanti altri che faticosamente si impegnano ogni giorno perché la notte prima o poi dovrà pur finire.
Bravo Paul! Ironico e delicato … 🙂
Grazie per la tua risposta, quello che scrivi mi conforta. Io ne ho uno che inizierà la materna l’anno prossimo e un altro in arrivo… Certo e’ ancora presto per sapere cosa succederà ma ho amici che hanno avuto esperienze negative a riguardo. Comunque, niente di grave! E soprattutto le circostanze possono essere tante e diverse. Spero davvero che le mie siano solo preoccupazioni e niente piu’.
Complimenti, Costanza, per il variehato parentado! Forse qualcuno manca un po’ di humour e non coglie sempre le tue battute, ma è più frequente di quanto non sembri, nelle “aperte” menti laiciste e radicaloidi. Ne so qualcosa per analoga esperienza diretta. Ma la parentela aiuta a passar sopra anche a queste differenze!
Non so, forse mancherò di sense of humor ma “aperte menti laiciste e radicaloidi” mi sembra vagamente dispregiativo e non mi sembra bello, altrimenti si potrebbero definire alcuni frequentatori di questo blog “chiusi e retrogradi cattolici integralisti” e mi sembrerebbe altrettanto brutto. Penso sia meglio una franca e civile discussione senza etichette.
sono d’accordo!
vorrei ricordare agli amici del forum due punti della netiquette:
Non condurre “guerre di opinione” (flame) sulla rete a colpi di messaggi e contromessaggi: se ci sono diatribe personali, è meglio risolverle via posta elettronica in corrispondenza privata tra gli interessati.
Rispettare le persone diverse da te per cultura, religione, convinzioni politiche etc.
Dunque, provo a rispondere: grazie intanto ai sostenitori, Livio, Giovanni, la locanda di cilindro e Paul. Su di voi non mi soffermo, visto che siamo d’accordo e vi ringrazio. Quanto al variegato parentado, a parte l’affetto che ovviamente aiuta entrambe le parti a volersi comunque bene, ho spesso riflettuto sul fatto che nella mia famglia sono praticamente l’unica a pensarla così. Forse avere dovuto cercare le mie convinzioni da sola, aderendo alla sapienza della Chiesa che mi garantisce che la mia non è Mirianosofia ma fede cattolica, mi ha aiutato a cementare le idee grazie al confronto, allo scontro, alla fatica. Molto di quello che c’è nel libro viene dagli appunti presi in venti anni di diari e riflessioni (qualcuno dirà che avrei potuto spendere meglio i miei neuroni, ma il libro si può sempre non comprare). Insomma, a volte proprio quello che ci manca è la nostra vocazione. Chi ha fame di pane sarà un buon panettiere.
Sul resto, si apre un abisso di discussioni, che proverei ad accennare. Innanzitutto il tema a me più caro. E’ giusta la libertà di ognuno, ma non quando si scontra con quella di un altro. Noi crediamo che la vita sia vita dal concepimento, e allora basta, tutta la discussione è lì. Se quello è un essere umano è anche la sua libertà che va rispettata, e non c’è descrizione di fibrosi cistica che tenga, un bambino non si sopprime mai, (e molti sostengono che soffra anche durante l’aborto), anche se penso con il cuore stretto e senza giudicare chi si è trovato di fronte a questa immane sofferenza che non augurerei neanche al mio peggior nemico. La discussione però è tutta lì, se quella sia vita o meno. Se lo è non ha senso parlare di libertà, di laicità, di ingerenze della Chiesa. Su questo purtroppo è difficile intendersi. Devo anche purtroppo aggiungere che conosco diverse donne che hanno abortito per motivi personali e rispettabili ma non per una malattia né propria né del figlio (la legge 194 che è una brutta legge lo permette) e le prime a soffrire in seguito in modo crudele sono loro.
Quanto all’insegnamento della religione, quanto meno non si può comprendere come un paese che deve la stragrande maggioranza del suo patrimonio artistico alla fede ne ignori le basi, anche solo per un motivo culturale. Non si può non avere un’infarinatura della religione cristiana (questo si fa a scuola, mica la dottrina) se si vuole capire qualcosa delle nostre piazze, di manzoni, di dante, e anche di leopardi che comunque di quella cultura era impregnato. Bisogna anche sapere ciò che si rifiuta.
Quanto ai camionisti, era una battuta. Sarò una poveraccia, ma a me i complimenti garbati – un fu fiu per strada lo considero tale – fanno piacere.
Franco, quanto alla deriva che ha preso il blog, che deriva? Mica è una democrazia, è il mio blog. Ce ne sono un miliardo di altri. Come direbbe Groucho Marx, questa è la mia idea e sono pronta a morire perché io abbia il diritto di esprimerla.
il tuo invece è un blog democraticissimo, dove tutti sono liberi di partecipare e di esprimersi, ed è bene sia così. In quanto alla deriva intendevo che forse gli apprezzamenti nei tuoi confronti erano un po’ troppo di parte, soprattutto quei pochi maschili (chissà perché….questo mi fa riflettere….) poi appunto perché ci sono un miliardo di altri blog perché non restiamo sul tema di questo? Che in fondo riguarda i modi di intendere la diversità tra uomo e donna? Io credo che una bella reazione a questa “sottomissione” (chiaro che non mi riferisco alla sottomissione di cu iparli nel tuo libro….)l’abbiano data le donne del “se non ora quando” con umorismo e intelligenza (e qui vorrei incollare una foto della manifestazione di Firenze, ma non riesco, boh!)
PS) Comunque Groucho disse anche: “Le donne sono l’altra metà del cielo, quella nuvolosa” e “Il matrimonio è un istituto meraviglioso, ma chi vorrebbe vivere in un istituto? Poi per far pari disse di se stesso “Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me” e qui si chiude il cerchio…
Sono d’accordo che i fondamenti della cultura cristiana siano importanti per capire la letteratura e l’arte del nostro paese. Ma per questo c’è il corso di storia. C’è propio bisogno che il vicario nomini un insegnante apposito bypassando i concorsi pubblici? E c’è proprio bisogno di iniziare a 3 anni? I nostri figli inizieranno a studiare storia dell’arte e della letteratura alle medie. Io poi ho seguito religione alle medie e liceo ( una volta era così) e ricordo soprattutto lezioni e discussioni sull’aborto e eutanasia, preghiere imparate a memoria, ripetizione di cose già sentite a catechismo. Questa per me e’ dottrina. Sarò stata sfortunata con gli insegnanti, probabilmente. Sempre amici con figli più grandi del mio si sono trovati in difficoltà perché hanno spiegato il creazionismo. Ora, spiegare a un bambino che da un punto di vista scientifico la cosa non sta in piedi e che e’ solo una favola, senza pero’ screditare la maestra, non e’ cosa facile.
non sono d’accordo su tanta cose con cosmic, ma penso anch’io che l’insegnamento della religione a scuola non possa essere “dottrina” (succede spesso, non sempre, ed è sbagliato), però non credo che basti studiare la storia per capire appieno la religione cristiana e cattolica perchè una religione non è un fatto storico (anzi molti eventi soprattutto dell’antico testamento non sono provati storicamente tanto è vero che non si studia ad esempio re David e Salomone, o la schiavitù degli ebrei in egitto), e poi tu riusciresti a “capire” la cappella Sistina senza aver mai sentito parlare dell’Apocalisse di San Giovanni?
Aiutooo! Simpatici Torquemada! Mi volete togliere anche la 194!Ma si, sdrammatizziamo, ha ragione Giovanni. Voliamo un po’ più basso. Devo dire proprio la verità?Manzoni non mi garbava proprio punto:ero d’accordo con Gramsci( Manzoni e gli umili). Ma quando l’ho scritto in un tema al liceo la prof non ha gradito. bisognava dire per forza che lui era vicino agli umili perchè era cristiano. Propongo alla Gelmini di riformare l’high school sul modello australiano ( i miei figli hanno fatto 1 anno di scuola in Australia): 5 materie fondamentali e il resto a scelta con un ventaglio di proposte tra le quali anche la religione.Naturalmente con insegnanti che riescano a far vincere il sonno magari anche quello della ragione che , come dice il saggio, a volte genera mostri.
Da martedì finisco le ferie e forse non avrò più molto tempo per il blog. Saluto quindi tutti con simpatia
Penso che in tema di aborto lo sforzo dei cattolici (dato che effettivamente il punto di partenza nell’affrontare il problema tra credenti e non credenti mi pare inconciliabile) non debba tanto essere quello di accanirsi contro la L. 194 (che comunque come tutte le leggi può essere ampiamente migliorabile) quanto di impegnarsi in ambito politico, sociale e culturale perchè vengano rimossi il più possibile quegli ostacoli che rendono spesso terribilmente difficile accettare la maternità (basterebbe pensare alle difficoltà di ogni genere che incontra chi ha un figlio handicappato).
Francesca, spero che nonostante i tuoi impegni di lavoro, riesca ogni tanto a lasciarci una delle tue osservazioni puntuali e interessantissime.Ciao
Sono nata nel 1968, sono figlia di cattocomunisti, ho avuto tutti i sacramenti e ho fatto gli scout (anche se adesso come adesso non saprei come definirmi sul fronte della fede), la fortuna di insegnanti di religione intelligenti, ma quando nel 1984 l’ora di religione a scuola divenne facoltativa, mia madre mi cancello’ immediatamente dalla frequenza. Ero l’unica, gli insegnanti non sapevano cosa farmi fare, era chiaramente una questione di principio e non la prima per cui mi ritrovavo diversa da tutti i miei compagni (mai partecipato a nessuna attivita’ scolastica prevedesse pagamento, dalle settimane bianche ai corsi vari, gite solo da un giorno, perche’ la scuola pubblica non doveva avere a che fare col privato ne’ prevedere iniziative che potessero costituire discriminazione per reddito) ma sono sopravvissuta. Mi scocciava, eh! mica lo nego, avro’ piantato anche qualche storia ai miei genitori, pero’ ho imparato il valore della coerenza e non e’ male. Certo erano i “terribili” anni ’70…