L’opzione messa di Natale

di Emanuele Fant per Credere

Molte scuole superiori cattoliche stanno rendendo facoltativa la Santa Messa d’istituto di Natale. È una notizia che non sentirete al telegiornale, ma che anima dibattiti nei collegi docenti, tra insegnanti, studenti e genitori.

Chi applaude alla scelta, ricorda che la fede non può mai nascere per costrizione, fa notare che al momento della comunione, un intero popolo di ragazzini che si è guardato intorno perplesso fino a un momento prima, si alza e riceve il Signore, senza aver chiaro il valore del gesto, senza nessuna adesione interiore.

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L’invadente

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di Emanuele Fant

Davide Rondoni è uno scrittore e contemporaneamente uno di poche parole (si vede che le finisce nella carta). Mi scrive: “Ci stai a fare un libro su fratel Ettore?”.Con il dubbio che non conosca le mie note biografiche, rispondo, scusandomi: “In verità io lo avrei già fatto, un libro su fratel Ettore“.

Replica: “Fanne uno migliore. Ci stai o no? Altrimenti ti sostituiamo”.

“Sto già aprendo il portatile”. Continua a leggere “L’invadente”

Marzo mese maschile

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di Emanuele Fant

Marzo è il mese in cui il Padre senza misura ha concentrato se stesso nel ventre di una ragazzina.

Un angelo messaggero le ha preso l’orecchio, lasciandole intendere che di lì a nove mesi si sarebbe festeggiata, in Palestina, la data numero zero del Natale. A marzo ricordiamo anche quel lavoratore che ha smesso alcuni minuti di scartavetrare, dando ascolto a una voce assente ma vera, che ripeteva cose incredibili su un bimbo da accogliere, a cui dare il cognome. L’assurdo, da quella primavera,diventava ospite fisso nella sua bottega di falegname.   Continua a leggere “Marzo mese maschile”

Cosa mi ha detto una chiesa

 

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di Emanuele Fant

C’è una chiesa che parla, vicino a Milano. L’ha costruita a mani nude fratel Ettore Boschini coi suoi barboni. Si rivolge in questi giorni alle comunità impegnate a stabilire se accogliere (o meno) una famiglia di richiedenti asilo. Lo ha chiesto il papa in persona, eppure abbiamo mille comprensibili ragioni per provare paura. “Aiutiamoli a casa loro” è una saggia proposizione, ma non c’entra, a mio giudizio, con l’innesco della provocazione (che è interiore, non sociale). Continua a leggere “Cosa mi ha detto una chiesa”

L’inchino

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di Emanuele Fant

C’è chi ha l’Audi, chi il Fiorino, io come automobile aziendale ho la Panda con la statua della Vergine sul tetto e la scritta AVE MARIA sul lunotto posteriore. Appartiene alla flotta in uso ai discepoli di fratel Ettore Boschini, inventore, tra le altre cose, di questa eccentrica forma di evangelizzazione a motore. Quando la guido, mi sento in dovere di dire almeno un rosario, o una coroncina se vado vicino. Se mi viene voglia di superare sul lato non consentito, o di provare lo stesso a passare con l’arancione, penso al pedone che mi sta osservando, e al danno che potrebbe riceverne la sua fiducia nelle istituzioni ecclesiali. Allora mi fermo, sorrido, e lo invito ad attraversare, come se rappresentassi le buone maniere dell’intera comunità cristiana. Continua a leggere “L’inchino”

Contro la povertà

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 di Emanuele Fant

Gli inviti ad andare dai poveri hanno generato eserciti di volontari che accarezzano gli ex senzatetto e danno loro le caramelline, sentendosi in missione per conto del Signore. Dovrebbero sapere che il Signore si nasconde tra i poveri, non si sovrappone perfettamente a loro. La caccia al tesoro richiede ore, giornate, anni. Convivenza. Il povero va attraversato, come una palude melmosa. Va scrostato. I sentimenti che si devono provare approcciandolo sono il timore e il rispetto, non la leggerezza che genera i sorrisini. Non bisogna fermarsi alle soglie del povero, e dire: “Che carino, sembra il Signore!”.

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Fratel Ettore, il mio maestro punk

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Costanza Miriano intervista Emanuele Fant  – Credere

Quando ho letto il pezzo che un tal Emanuele, continuavo a dimenticarne il cognome, aveva mandato per il mio blog ne sono rimasta folgorata. Una scrittura intelligentissima, brillante e venata di ironia, e mi era anche venuta voglia di conoscerlo, ma il proposito è scivolato rapidamente al numero 423 delle cose da fare, essendo io una quadrimamma multilavoratrice.  Dopo un po’ ho scoperto che avevamo un’amicizia importante in comune, un sacerdote cappuccino, un biblista profondo e innamorato, e la cosa è salita in graduatoria. Diciamo al numero 200. Continua a leggere “Fratel Ettore, il mio maestro punk”

Un Nobel per Fant

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di Costanza Miriano

Chiedo con voce ferma e decisa l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Emanuele Fant. Il suo libro mi ha folgorata, come non mi succedeva da non ricordo più quanto (con Houellebecq, direi). Poiché però vedo piuttosto improbabile e comunque non prossima l’assegnazione del Nobel a un libro profondamente evangelico, non convenzionale e per niente ammiccante, proporrei l’istituzione del premio Quaglia ghiacciata*, e ne sancirei l’assegnazione insindacabile a La mia prima fine del mondo, editore Monti. Continua a leggere “Un Nobel per Fant”

L’ultimo dei testimoni

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di Emanuele Fant

Quando, dalla casa editrice Monti, mi hanno chiesto di scrivere un libro su fratel Ettore mi è preso un colpo. Sapevo che un bravo giornalista, e addirittura suor Teresa (l’erede del frate) stavano già facendo lo stesso. Il primo si spostava per l’Italia nei luoghi-chiave della biografia, si immergeva per ore nell’archivio della comunità di Seveso, intervistava i testimoni con lo zelo dell’investigatore. La seconda aveva vissuto dieci anni a fianco del famoso camilliano dei poveri.

“E io chi sono?” Continua a leggere “L’ultimo dei testimoni”

I punk, il santo e i santi punk

LA MIA PRIMA FINE DEL MONDO Inseguendo fratel Ettore dei barboni – di Emanuele Fant esce a metà aprile (Editrice Monti). Quella che segue è la prefazione al libro.

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di Alessandro Zaccuri

 I santi, di solito, sono gente allegra. Ma i libri che raccontano le loro vite hanno spesso un tono severo e serioso, che infonde soggezione anziché entusiasmo e che, nei casi peggiori, evoca un non remoto sentimento di tristezza. Sono le conseguenze dell’equivoco per cui ciò che è serio non può essere anche allegro, mentre per il cristiano vale semmai il principio contrario: proprio perché è seria, e dunque vera, la Buona Notizia fa venir voglia di ridere e sorridere, di battere le mani a tempo e di saltare, ballare, spassarsela come fece Davide davanti all’Arca del Signore. Continua a leggere “I punk, il santo e i santi punk”

Nelle periferie con la cartapesta

da Emanuele Fant riceviamo questa mail

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Carissimi,

è iniziato il cantiere del nostro nuovo spettacolo teatrale. Dopo la bella esperienza di Ettore dei poveri, abbiamo deciso di cambiare genere, passando dalle dimensioni ridotte delle marionette a un grandissimo spettacolo di piazza. Seguendo l’invito di Papa Francesco, vogliamo spingerci nelle periferie, alla ricerca di un pubblico nuovo, magari meno abituato a riflettere sulla fede, ma anche meno stimolato per l’assenza di occasioni. Continua a leggere “Nelle periferie con la cartapesta”

Il mio eroe e il dolore

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di Emanuele Fant

Il tremore del Ragioniere fa cigolare la vecchia sedia a rotelle. Ha un cerotto sulla tempia perché si è grattato tutta notte, fino a scavarsi. Lo stimolo del prurito, nel suo cervello in cortocircuito, vince su quello del dolore. E a volte si riduce così. E’ stato pure sui giornali quando fratel Ettore lo ha catturato. Era detto “il cavernicolo della Centrale” perché si aggirava tra le sale d’attesa con i piedi scalzi (e neri), gli abiti a brandelli e i capelli lunghi fino a terra. La gente aveva paura, e lui di più.  Il nuovo battesimo lo aveva ricevuto una volta ripulito e messo a letto. Visti i calcoli che continuava a ripetere, probabilmente era stato un contabile. Anche se non lo era stato, da quel momento e per sempre si chiamava “il Ragioniere”. Un bel salto di qualità: da uomo preistorico a diplomato.  Continua a leggere “Il mio eroe e il dolore”