La sottomissione

Athènes_Acropole_Caryatides

di Costanza Miriano

Allora chiariamo subito una cosa. Ognuno deve fare la sua parte. C’è chi predica e chi razzola. Io mi candido per la parte della predicatrice, che razzolare bene è troppo faticoso.

Quando parliamo – sottovoce per evitare il linciaggio – di sottomissione dobbiamo uscire dal linguaggio del mondo, che legge tutto nell’ottica del dominio, del potere. Il nostro Re sta in croce, però così ha vinto contro l’unico nemico invincibile, la morte. Anche noi quindi dobbiamo uscire dalla logica del potere, capovolgerla completamente. Innanzitutto perché la sottomissione non viene dal deprezzamento, non la si sceglie perché si pensa di non valere. E poi perché è il frutto della scelta della donna è il fatto che l’uomo sarà pronto a morire per lei.

Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore.

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42 pensieri su “La sottomissione

  1. annarita

    GRAZIE COSTANZA! IL MIGLIORE AUGURIO MAI RICEVUTO! AUGURI DI BUONA VITA ANCHE A TE!

  2. Flavio

    “Ginger faceva gli stessi passi di Fred, ma all’indietro e con i tacchi”.
    Credo che Ginger lo sapesse di essere superiore a Fred e, nonostante questa consapevolezza, lasciava che fosse lui a guidare.
    Dalla supernova del Liga: viva le donne, sempre.

  3. Questa mattina ricevo da mia moglie una mail, scritta verosimilmente stando in treno dove è ora, al ritorno da una settimana che ha passato a 600 km da casa per accudire i suoi genitori anziani, dopo che prima di partire ha lasciato il frigo pieno di ogni cosa, ha preparato 7/8 sughi pronti congelati, divisi per porzioni perché non sempre siamo a casa tutti e tutti assieme e dopo che nel corso della trascorsa settimana, si è sorbita telefonicamente tutte i miei racconti delle vicissitudini lavorative (stress e problematiche compresi), le richieste di aiuto del tipo “non trovo questo o quello” e si è occupata a distanza di visita medica di una delle figlie e di questioni del suo lavoro al rientro:

    È tutta mattina che arrivano auguri per la festa della donna. Anche la Vodafone ci regala un giorno di internet gratis…
    Lo slogan di oggi “se il mondo è una favola è grazie alle donne”. Ieri pensavo che è vero.
    Ma che le donne rendano il mondo una “favola”, mi sembra un romanticismo da quattro soldi. Quello che è vero è che noi donne portiamo egregiamente, il peso dei nostri piccoli mondi. Prendiamo decisioni, organizziamo, sistemiamo a favore delle persone che ci sono vicino, il più delle volte rinunciando a noi stesse.
    Tutto questo passa per un voler fare, un dovere… e a volte ti senti dire “ma chi ti costringe a farlo. Staremmo bene lo stesso!”. Pensavo che l’unico nostro sostenitore è il Signore. Alla donna ha dato la responsabilità della nascita dei figli, ovviamente con la collaborazione dell’uomo, che, come per sua attitudine, dopo la parte meno faticosa, il concepimento, scarica gran parte di incombenze
    e compiti.
    A volte ci sentiamo dire un grazie, ma più forse per educazione che per amore. Siamo ingombranti, noiose, ripetitive, isteriche… più o meno è questa l’idea che gli uomini hanno di noi. Non capisco cosa ci sia da festeggiare. Siamo diventate più forti, autonome ed indipendenti ma a caro prezzo.

    Le pari opportunità? Ma pensano di riconoscerci qualcosa? Mi sembra una presa in giro! Un contentino per metterci a tacere. Se per prime le persone che dicono di amarci, avessero occhi per vedere la pienezza della vita di una donna, anche in senso “fisico”, dovrebbero tutti i giorni benedire Dio, perché tanta fatica e tanto stress sarà loro risparmiato grazie alle molteplici capacità di cui noi donne possiamo vantarci… a ragion veduta.
    La tua “donna”.

    Può esserci una punta di amarezza, certo dettata dalla stanchezza, ma non mi importa… ci sono tante verità.
    Quindi approfitto e le dico un pubblico GRAZIE che spero di declinare nei fatti e non solo a parole e a questo grazie aggiungo quello a mia madre e a tutte le donne che conosco, leggo, incontro… e per loro un GRAZIE a Dio 😉

  4. llister

    Mattarella: “Senza le donne l’Italia sarebbe più povera e ingiusta”…
    Intanto, senza le donne, l’Italia (il Mondo) non esisterebbe e poi…senza gli uomini???
    Demagogia a gogo. 😀

  5. “La sottomissione alla quale mi hanno invitato tante persone sagge che ho conosciuto, e che io a mia volta ho proposto nelle lettere alle amiche, è il desiderio leale e onesto di servire lo sposo.”

  6. paulette

    Grazie Costanza , l’ho capito dopo anni di preghiera, ma meglio tardi che mai.

  7. Davide Bersan

    Ritengo che quello che scrive la Miriano contenga rispetto il contesto sociale odierno un nucleo di profezia, da non perdere o sciupare ma da approfondire e sviluppare… scardina alla base le nuove potenti ideologie che sempre si basano su una logica di lotta e rivendicazione e quindi di violenza, in questo caso tra i sessi… partendo da questa chiave di lettura “auguri alle donne!”

    1. zimisce

      Bella la foto in alto, non c’è che dire, ma può provocare qualche incidente diplomatico:
      “Cara, sei proprio la cariatide di questa famiglia”

      1. Il guaio è che oggi a scuola raramente ti insegnano l’italiano, per cui la maggior parte delle persone piglia fischi per fiaschi e confonde “cariatide” con “babbiona” 😉

  8. Elena C.

    Grazie Costanza! A me si è aperto un mondo leggendo i tuoi libri e il mio modo di amare mio marito è davvero cambiato. Devo migliorare ancora molto sul versante tacere…a volte proprio non riesco…ma migliorero’!

  9. Michele

    Premesso che conosco il brano, che sono perfettamente d’accordo con quanto dice San Paolo e che poi il resto dell’articolo spiega molto bene cosa si intenda per sottomissione, credo che in una della frasi qui sopra ci sia un grave errore di fondo. San Paolo infatti nel brano non chiede alle donne di “accettare di stare sotto” perché questo presupporrebbe che qualcuno le abbia messe sotto.
    San Paolo chiede invece alle donne di “mettersi sotto” in maniera volontaria e gratuita proprio come dovrebbe essere l’amore tra uomo e donna. In questo brano infatti ci piaccia o no sottomissione è semplicemente un sinonimo di amore; è solamente un modo straordinario di far capire come si ama qualcun’altro (d’altronde Cristo è stato il primo a insegnarci questo modo di amare, lavanda dei piedi docet).
    Ci tengo a precisare questo perché in quel piccolo errore che sembra quasi solo grammaticale ci sta il grande fraintendimento che poi qualcuno usa per giustificare la supremazia dell’uomo sulla donna (e ovviamente travisare i tuoi scritti Costanza).
    Tutto il brano di San Paolo infatti va letto alla luce della frase con cui inizia e cioè “siate sottomessi gli uni agli altri”. Ebbene si troppo spesso ce ne dimentichiamo ma anche a noi maschietti viene chiesto di “metterci sotto” amando nostra moglie come noi stessi, amandola come Cristo ha amato la sua chiesa (ancora lavanda dei piedi docet) perché nel sacramento del matrimonio il nostro compito vicendevole è proprio quello di far sentire all’altro, attraverso il nostro amore, che Dio lo ama.
    Buona festa della donna da un pignolo innamorato del matrimonio!

  10. Un’amica mi ha chiesto: “Ma lo devo lasciare poltrire sul divano? Non lo faccio crescere? Lo mantengo infantile e mammone?”

    Io avrei un consiglio per l’amica di cui sopra: se hai dei figli o se ne avrai, cortesemente cerca di crescerli in maniera tale da non farli diventare infantili e mammoni a loro volta. Te ne saranno grate le loro future mogli, che in teoria non dovrebbero avere, tra i loro tanti compiti, anche quello di “far crescere” mariti. E il problema, credo, si risolverebbe alla radice.

    1. Bravo/a!!!
      Non mi stancherò mai di dirlo! Il compito di noi mogli e mamme non è cambiare i nostri mariti, che è impossibile, se non parte da un libero impeto del loro cuore, ma è educare i nostri figli! Un uomo che arriva a casa e si butta sul divano, non lo fa per cattiveria! C’è qualcunA che gli ha permesso di farlo per tutta la vita…donne, educate i vostri figli, il loro amore per voi non è proporzionale alla quantità di cose materiali che fate per loro, AL POSTO LORO. Rifacendo il letto, lavando i piatti, raccogliendo i vestiti sporchi per terra E FACENDO LE VALIGIE (!!!) a vostro figlio VENTICINQUENNE non volete bene a lui, gratificate solo voi stesse e consegnate un inetto alla società, oltre a rendere difficile la vita matrimoniale di una vostra eventuale nuora. Volete questo per vostro figlio?

      1. trinity

        Ok, “non cambiare i mariti perché è impossibile” (e io concordo con te, in quanto credo che il cambiamento vero per chiunque debba partire da decisione personale interiore).

        Però mi chiederei: una madre può “cambiare” davvero i propri figli (maschi o femmine) con l’esempio onnipresente di un marito “che si butta sul divano”?
        I figli imparano dall’esempio e non dalle prediche – e nemmeno dall’aver acquisito uno schema di disciplina esteriore che gli impone di rifarsi il letto e lavare i piatti: con tutta probabilità la loro giovane psiche lo interpreterebbe come “compiti dei figli”, in attesa di diventare padri a loro volta e buttarsi sul divano.
        ….con tutta probabilità, sia maschi che femmine, imparerebbero indelebilmente uno schema di coppia in cui viene tollerato e accettato un coniuge che non si prende nessun carico della costruzione, materiale e spirituale, della famiglia.

    2. @socrates
      visto che ci sei di anche all’amica di cui sopra di crescere le figlie in maniera tale da non farle diventare civette, infantili a loro volta, più interessate allo shopping e ai massaggi (e magari al massaggiatore) che non al marito, superficiali, altezzose, irrispettose, femministe. Gliene saranno (molto) grati i futuri mariti!
      In quanto al crescere, il matrimonio non è un punto di arrivo, ma di partenza, nel quale bisogna proprio crescere insieme, finché insieme ci è dato di stare. Continuando a pensare invece che bisogna “far crescere” solo l’altro, beh.. non arriveremo molto lontano.

  11. @Cacciatrice
    Oltre a dirti quello che ho scritto a socrates, per te aggiungo che, sì, è giustissimo quello che dici sull’educazione ma VALE PER TUTTI, maschi e femmine!
    Ho dovuto insegnare io a mia moglie a fare le pulizie in casa ed a mettere in ordine (con risultati avvilenti oltretutto), visto che io sono sempre stato abituato a farlo e lei no, e sto parlando di una quarantenne. Vai a vederti quanto sono occupate nei lavori di casa le ventenni…
    E detto questo, non ci vedo assolutamente niente di male nel fatto che sia la donna quella più spesso dedita a certi lavori, non si tratta di inferiorità o superiorità ma di DIVERSITA’. Triste ma nello stesso tempo significativo che debba ripetere questi concetti qui, nei commenti di un post che già mi pareva chiarire molto…
    Significativo sì, perché pensate allora a quello che può essere stato scritto l’8 marzo in blog che non iniziavano certo con il post di Costanza. Io mi guardo bene dall’andare a verificare.
    Sono fermamente convinto che l’uso e abuso di parole, ancor prima che di pratiche, quali “parità dei sessi”, “pari opportunità” sia stato uno dei precipui fattori che hanno portato alla profonda crisi della famiglia, e quindi dei valori della società tutta.
    Ripetiamocelo più spesso.. DIVERSITA’! Amiamoci per e nonostante la nostra diversità. Prima che la corsa alla parità ci rovini, e nostra figlia sposi un’altra donna…

    1. Interessante questo scambio, perché sono pienamente d’accordo sia con la cacciatrice che con Fraser. Infatti, proprio come dice la prima, i due aspetti non sono affatto in contraddizione tra di loro, bensì complementari. I genitori (ambedue) dovrebbero crescere, che considero concetto più vasto di educare, i propri figli nel migliore dei modi, maschi e femmine parimenti e nel rispetto delle inevitabili e benvenute diversità, affinché divengano un giorno uomini e donne ADULTI, in grado di essere anche (se lo vorranno) mariti, mogli, padri e madri degni di questo nome a loro volta.

    2. Hai assolutamente ragione, sul fatto che vale per tutti, ma non generalizzare: come tu hai trovato una donna di un certo tipo, io e altre abbiamo trovato uomini dello stesso tipo. Mica tutte le ventenni se ne stanno in panciolle, come non tutti gli ometti stanno sul divano 🙂
      Neanch’io trovo niente di male nel fatto che una donna sia più dedita a certi lavori, perchè indubbiamente più portata!!! Voi uomini avete la concentrazione e lo slancio per i lavori che finiscono e il cui risultato può essere goduto, le donne hanno la resistenza e il multitasking per fare quei lavori che vanno fatti insieme ad altri lavori, e poi rifatti da capo dopo breve tempo, continuamente. Ricordo che la velocità con cui si riempie il cesto della biancheria sporca turbò non poco mio marito, i primi tempi : “Ma come? Ma non l’hai fatto ieri il bucato??” perchè, per lui, fatta una volta, una cosa, basta 🙂
      Come vedi non c’entra la superiorità di nessuno, io ne faccio un discorso di sopravvivenza fisica (non si può, in una coppia di sposi, lavorare uno 8 ore e l’altro 8+10!!). Io vedo del male nel fatto che solo lei (o lui, nel tuo caso) si dedichi a quei lavori di mantenimento della casa nel momento in cui lavora pure fuori casa 8-10 ore al giorno per mantenere la famiglia…tutto qui.

      P.S. Chi ha mai letto dei miei commenti sa che se mi si dice che una casalinga non lavora, divento una biscia! 😉

      1. Non generalizzare e accettare le differenze. In effetti allora siamo pienamente d’accordo! Se ti ho fatto la puntualizzazione era perché il tuo primo commento, forse per brevità, mi era apparso come l’ennesima, anche se pacata, critica a senso unico del genere maschile. E quando sento odore di femminismo io divento una iena (maschio ;-))!

        1. EhEh!! Io sono una “femminista” VERA, mica una che urla in giro che l’uomo è il nemico, pur nei fatti volendo diventare uguale a un uomo 😉
          “femminista” come “milanista”, faccio il tifo per le donne, tutte, non solo quelle “libere” (???) perchè prendono ordini da un capufficio 🙂

          1. Beh, messa così allora io posso ritenermi un “maschilista” vero, qualcuno deve pur fare il tifo per gli uomini tutti, non solo per i capiufficio che si fanno adescare dalle segretarie e poi passano per adescatori.

        2. @ Fraser

          Curioso quello che dici (e poi chiudo, perché mi sa che abbiamo già “sforato”). Pensa che, in realtà, il mio commento voleva sottintendere una critica neppure tanto pacata proprio a quelle madri, quindi donne, che allevano i loro figli maschi in modo tale da farli diventare infantili e mammoni (ce ne sono, purtroppo), per poi lamentarsi di ritrovarsi uomini di tale fatta nel talamo coniugale! Evviva la coerenza! Spero di avere chiarito ora il significato del mio primo post.

          P.S. A vantaggio della chiarezza: sono di sesso maschile, come l’illustre filosofo del cui nome mi fregio, e non sono né sposo né padre. Mi diletto nel veder crescere due splendidi esemplari di nipote, di cui uno maschio e l’altra femmina. E mi piacerebbe veder crescere entrambi in un mondo un po’ meno confuso e soprattutto scevro da tutta questa immensa animosità, spesso tracimante in aperta bellicosità, che regna da circa mezzo secolo tra uomini e donne, con i catastrofici risultati che tutti conosciamo. E penso anch’io che il femminismo, nella forma oscenamente distruttiva in cui si è imposto, sia largamente responsabile di questo stato di cose.

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