La Marcia per la Vita di Washington

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Mezzo milione di persone ieri a Washington  per la quarantunesima March for Life, anche papa Francesco si è unito con un tweet ai partecipanti. “Mi unisco alla Marcia per la Vita a Washington con le mie preghiere. Possa Dio aiutarci a rispettare ogni forma di vita, in particolare i più vulnerabili”.
Roberto Dal Bosco, presente a Washington,  ci ha mandato delle foto.

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foto 3aWashington d.c. 22 gennaio 2014

Contro ogni previsione sono riuscito ad andare alla Marcia di Washington. Questa mattina alle 4,
Quando sono partito, non lo avrei mai detto, la East Coast era stretta in una immane morsa di neve che ha paralizzato tutto.  Invece il Signore ha permesso che si andasse.
Metà o più di metà dei pullman sono stato cancellati, anche il mio – gestito dalle sisters of life, un ordine di suore create dal cardinale O’Connor per aiutare la vita (vivono con le donne incinte che hanno pressioni per abortire) avevano solo 30 posti occupati su 50.  Come promesso, vi mando delle belle foto in buona definizione per il blog.

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Roberto Dal Bosco

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Roberto e Santorum
Roberto e Santorum

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Bikers for Life
Bikers for Life

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30 pensieri su “La Marcia per la Vita di Washington

  1. Alessandro

    A proposito

    “Il cardinal arcivescovo di New York, Timothy Dolan, ha ribattuto con energia alle accuse secondo cui la Chiesa cattolica, in tema di aborto, si sarebbe impegnata in una “Guerra alle donne”. “Dobbiamo andare ad assistere chi è povero e vulnerabile – ha detto il porporato dopo la messa a San Patrizio -. Ovunque la dignità della vita umana sia minacciata” la gente di fede ha “la sacra responsabilità” di parlare ad alta voce e di “andare in aiuto di coloro i cui diritti civili sono minacciati”, e specialmente “i bambini innocenti nell’utero”.

    http://www.lastampa.it/2014/01/22/blogs/san-pietro-e-dintorni/dolan-il-papa-lossessione-kGibvxXDrb7HEMtE6YWqfK/pagina.html

      1. Alessandro

        Io faccio pubblico endorsement, oltre che per Dolan, per il futuro cardinale Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, assai impopolare tra taluni altri vescovi e porporati ciarlieri ma autore di parole coraggiose e mirabilmente vere:

        “Poiché Gesù stesso ha solidarizzato con i sofferenti donando loro il suo amore misericordioso, la misericordia sarebbe quindi un segno speciale dell’autentica sequela. Questo è vero, ma è un argomento debole in materia teologico-sacramentaria, anche perché tutto l’ordine sacramentale è esattamente opera della misericordia divina e non può essere revocato richiamandosi allo stesso principio che lo sostiene.

        Attraverso quello che oggettivamente suona come un falso richiamo alla misericordia si incorre nel rischio della banalizzazione dell’immagine stessa di Dio, secondo la quale Dio non potrebbe far altro che perdonare. Al mistero di Dio appartengono, oltre alla misericordia, anche la santità e la giustizia; se si nascondono questi attributi di Dio e non si prende sul serio la realtà del peccato, non si può nemmeno mediare alle persone la sua misericordia.

        Gesù ha incontrato la donna adultera con grande compassione, ma le ha anche detto: «Va’, e non peccare più» (Giovanni, 8, 11). La misericordia di Dio non è una dispensa dai comandamenti di Dio”.

        1. Giusi

          Mi associo e quoto Socci di oggi:

          “Il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Muller, appena elevato alla porpora cardinalizia da papa Francesco, non è lì a sostenere una “sua” teologia, come sembra pensare il cardinale Maradiaga, ma a sostenere e presentare la dottrina della Chiesa, ribadita da tutti i Papi.
          Se il cardinale Maradiaga, invece di andare in giro per il mondo a sbeffeggiare i suoi confratelli cardinali che lavorano seriamente, come Muller, si occupasse di più della sua diocesi di Tegucigalpa, che ha molti problemi (e dove sembra non stare mai), sarebbe molto meglio.
          Ed eviterebbe di dare scandalo ai fedeli che non vogliono vedere i cardinali che si attaccano sui giornali.
          Se poi Maradiaga non è d’accordo con il Magistero della Chiesa lo dica e ne tragga le conseguenze…”

          http://www.lanuovabq.it/it/articoli-cardinali-contro-quanti-equivoci-sulla-famiglia-8268.htm

    1. Alessandro

      “Dopo il cardinale di New York, Dolan , anche il cardinale di Boston, Sean Patrick O’Malley risponde alla dichiarazione, così ampiamente riportata dai media e contenuta nell’intervista che papa Bergoglio ha data ad Antonio Spadaro. Nella frase del Papa si dice che la pastorale della Chiesa non può essere “ossessionata” da aborto, matrimonio fra persone dello stesso sesso e contraccezione. E in effetti nella sua predicazione papa Francesco sembra essere molto coerente con questa sua dichiarazione. In un’intervista al Boston Heral d in occasione dell’anniversario della legalizzazione dell’aborto negli USA O’Malley, che fa parte del consiglio degli otto porporati incaricati di studiare la riforma della Chiesa, ha risposto così ha una domanda sulla questione.

      “Il cattolico normale nella sua parrocchia può forse sentire un’omelia sull’aborto una volta all’anno. Non sentirà mai un’omelia sull’omosessualità o sul matrimonio gay. Ma se guardate il New York Times nel corso di una settimana, ci saranno venti articoli su questi argomenti. Così, chi è l’ossessionato? Ora, le posizioni della Chiesa sono molto chiare e solide. Per noi, la vita è al centro del nostro insegnamento sociale. La vita è preziosa. La vita è un mistero. Deve essere curata, protetta, la trasmissione della vita è sacra. E la nostra difesa della vita umana è un grande servizio alla società. Quando lo Stato comincia a decidere chi è degno di vivere e chi no, tutti i diritti umani sono messi in pericolo, ma la voce della Chiesa è molto chiara. E non diciamo solo che la vita è preziosa nell’utero, ma che la vita è preziosa quando uno ha l’Alzhaimer, quando uno ha l’AIDS, quando uno è povero, quando uno ha una malattia mentale…Non credo che siamo ossessionati, ma comunque, quando il New York Times scrive venti articoli a settimana su questi argomenti e fa riferimento alla Chiesa in metà di questi articoli questo da’ l’impressione”.

      http://www.lastampa.it/2014/01/27/blogs/san-pietro-e-dintorni/papa-ossessione-omalley-4KjVSCq0pkdjvVaJCtGk0L/pagina.html

      1. Giusi

        Il problema è che subiamo il bombardamento solo della lobby omosessualista. Magari la Chiesa fosse ossessionata, magari dai pulpiti si tuonasse ogni domenica contro simili aberrazioni, sarebbe davvero una magnifica ossessione! La dottrina della Chiesa sarà pure chiara ma non a tutti. Un promemoria ogni tanto gioverebbe….

        1. Lalla

          Leggendo il post di oggi sui bambini che non vengono lasciati nascere, ho pensato che invece il tema dell’aborto dovrebbe proprio essere piú al centro della pastorale, compresi pulpiti, confessionali… Il messaggio penetrerebbe in qualche modo nelle fessure della società satura di mentalità pro-aborto, tanti laici avrebbero più coraggio e alla fine tante vite sarebbero salvate! Altro che “ossessione”…Salvare vite umane innocenti volute e amate infinitamente da Dio vale bene un'”ossessione”, o no?

          1. Lalla

            “Invece” non è riferito al commento di Giusi che mi precede, ovviamente, visto che diciamo la stessa cosa…Abbiamo postato praticamente nello stesso momento.

            1. Giusi

              😀 Io vorrei sentir tuonare tutti i giorni contro l’aborto, contro l’ideologia gender, vorrei che venissero giù i pulpiti a furia di invettive! Altro che silenzio! Sono tutti là che sembra che abbiano paura! Ma di cosa? Tutti politicamente corretti….

                  1. «Chi sono io per fare danni?» (dal sito di una parrocchia marchigiana)

                    “Chi sono io per giudicare?” Come vengono manipolate le parole di Papa Francesco. Approfondisci:

                    “Ha ragione Cecilia Guerra: bisogna andare al di là degli schieramenti di partito e all’interno del partito. Non è stato papa Francesco a dire: “Chi sono io per giudicare?” Ecco, se solo partissimo da li dovremmo lavorare per garantire a coppie di fatto, etero e omo, gli stessi diritti di quelli assicurati alle coppie sposate. Personalmente credo che anche se un bimbo deve vivere in un orfanotrofio meglio affidarlo alla cura di persone che si amano, al di là del loro orientamento sessuale”. (Roberto Speranza capogruppo Pd alla Camera, 9 gennaio)

                    “A volte il ministro religioso richiama l’attenzione su certi punti della vita privata o pubblica perché è la guida dei fedeli. Non ha il diritto di intromettersi nella vita privata di nessuno, certo. Se nella creazione Dio ha corso il rischio di renderci liberi, chi sono io per intromettermi? (…) L’omosessualità è sempre esistita. L’isola di Lesbo, per esempio, era nota per ospitare donne omosessuali. Ma non era mai successo nella storia che si cercasse di darle lo stesso status del matrimonio. (…) Nella nostra epoca è la prima volta che si pone il problema giuridico di assimilarla al matrimonio, cosa che giudico un disvalore e un regresso antropologico. Uso queste parole perché il tema trascende la questione religiosa, è prettamente antropologico. Di fronte a un’unione privata, non c’è un terzo o una società danneggiati. Se invece le si attribuisce la categoria di matrimonio e le si dà accesso all’adozione, ciò implica il rischio di danneggiare dei bambini. Ogni individuo ha bisogno di un padre maschio e una madre femmina che aiutino a plasmare la propria identità. (…) In genere si sostiene che per un bambino sarebbe meglio essere cresciuto da una coppia di persone dello stesso sesso, piuttosto che vivere in un orfanotrofio o in un istituto per minori. (…) Ma una mancanza dello Stato non giustifica un’altra mancanza dello stesso Stato. Occorre affrontare il problema di fondo. Più che una legge che consenta l’adozione alle persone dello stesso sesso, è necessario migliorare le norme sull’adozione, eccessivamente burocratiche”. (Jorge Bergoglio – Papa Francesco – Il Cielo e la terra, dialogo con Abraham Skorka, rettore del seminario rabbinico di Buenos Aires, Mondadori, pp. 107-111)

                    1. Clockwork

                      Dimostrazioni del fatto che chi non sa è meglio non parli, e mi riferisco sia a Speranza (“Personalmente credo che anche se un bimbo deve vivere in un orfanotrofio meglio affidarlo alla cura di persone che si amano, al di là del loro orientamento sessuale” – ma per favore, che opinione è…?!) che al Papa purtroppo (“L’omosessualità è sempre esistita. L’isola di Lesbo, per esempio, era nota per ospitare donne omosessuali”).
                      Al di là di questo, visto che l’intervento del Papa ha sollevato la questione apertamente, volevo fare una domanda su un passaggio che non mi è molto chiaro: come l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali danneggerebbe la loro crescita barra la loro identità? Ho letto la frase “Ogni individuo ha bisogno di un padre maschio e una madre femmina che aiutino a plasmare la propria identità” ma proprio non riesco a capire cosa avesse voluto dire.

  2. Alvaro

    E se ve lo dico potete crederci: ieri a Washington c’erano fra i MENO 10 e i MENO 13 gradi detto da chi vive li.
    Ma a questo punto non posso fare a meno di pormi e porre una domanda: in Italia con quella temperatura quanta gente avrebbe partecipato alla marcia?
    Vado spesso, per non dire spessissimo, negli USA e vi dico che abbiamo molto da imparare su cosa significa essere cattolici romani, dalla presenza, alla frequenza della confessione e comunione, alla organizzazione della vita parrocchiale e cosi’ via.
    Mi permetto di descrivere il mio primo impatto con la Chiesa americana.
    Ore 07,25 a.m. di una Domenica mattina.
    Sono fermo a un incrocio nel percorso che debbo compiere per andare alla messa, passa una, due, tre, fino a quattordici macchine e mia moglie dice:” andranno a messa”, ed io, “ma che dici sono una squadra e andranno a qualche manifestazione sportiva.”
    Mi accodo e, dove vanno tutte quelle macchine nessuna esclusa?
    In chiesa.
    Tutte quante, nessuna esclusa, parcheggiano e famiglie intere scendono e si avviano verso la chiesa dove sono accolte all’esterno della stessa da due persone che aprono il portone d’ingresso.
    La chiesa e’ praticamente piena, ancora una volta noto che ci sono tanti uomini e donne insieme, probabilmente moglie e marito, ed anche, e mi fa piacere ripeterlo, tante famiglie al completo con uno, due, tre figli.
    Abbiamo molto da imparare.
    Alvaro.

      1. E “accontentiamo” dei nostri -2 / -3° 🙂

        Battute a parte, fa riflettere il commento di Alvaro… a onor del vero, parrocchie dove c’è tutto questo “movimento”, di macchine e di famiglie intere, ne ho viste anche da noi. Come ho visto chiese piene già 5 /10 minuti prima dell’inizio della Celebrazione (e non solo sopraggiunger-trafelati-tra-la-prima-lettura-e-l’annuncio-del-Vangelo) 😉

  3. Alvaro

    E’ chiaro che possiamo accontentarci ma, il solito ma di troppo, e’ giusto o “dobbiamo” fare qualche cosa in piu’ dopo aver fatto un approfondito esame di coscienza tutti?
    Onestamente parlando, caro Bariom, io di famiglie intere e cioe’, mamma, papa’, e prole al seguito ne ho sempre viste poche e si che ultimamente ho cambiato diverse cittadine mentre ho visto piu’ di un papa’ o mamma accompagnare il proprio figlio in chiesa e poi andarsene.
    Mi auguro che la mia sia una visione sbagliata delle cose ma un dubbio, e neppure troppo piccolo, sui comportamenti attuali di molte famiglie italiane ed anche su quelli dei sacerdoti, mi rimane.
    Capisco che “generalizzare” e’ sbagliato ma anche dare poca importanza a certi fatti lo e’ altrettanto.
    Alvaro.
    P.S. L’altare chiaramente al centro della chiesa con un bellissimo Gesu’ Cristo sospeso in aria al di sopra dello stesso e, che bella dimostrazione di patriottismo e di fede, la bandiera degli Stati Uniti da una parte e quella del Papa dall’altra.

    1. @Alvaro, il mio “accontentarsi” era un battuta riferita ESCLUSIVAMENTE alle temperature solitamente più miti, qui da noi.

      Per il resto, certo che “mai sedersi”, mai accontentarsi, in primis per la nostra vita spirituale. Come potremmo accontentarci avendo la Santità come obiettivo e Cristo come riferimento?

      Cosa vediamo nella realtà delle nostre parrocchie? Questo e quello… minimi desolanti e ricchezze che ci riempiono il cuore di gioia e di speranza. A volte poi si vede solo quello che si vuol vedere (famosa teoria del bicchiere o delle lenti colorate…).
      Non lo dico per te, lo dico anche a me stesso.

      Il problema semmai è da dove ripartire perché tornino famiglie intere? Forse dobbiamo già pensare alle generazioni future (non per “rottamare” quella presente) e la sfida è duplice, perché come ben sai, ci si trova a combattere perché la Famiglia resti quella “come Dio comanda” 😉

  4. Alvaro

    Oh si, certamente piu’ miti. Immagina che i miei figli vivono proprio a Washington e che da Novembre 2.011 a Febbraio 2.012 io e mia moglie abbiamo abitato con loro.
    Mamma mia che freddo, e dire che io di norma non sono un freddoloso ma li fa’ veramente freddo, e molto spesso al freddo devi aggiungere anche il vento e l’umidita’.
    Quest’anno avremmo dovuto essere ancora la’ nello stesso periodo e ti garantisco che io e mia moglie saremmo andati, altro che se saremmo andati.
    Se ti interessa posso darti la mail di una carissima amica che invece abita a Boston e fa della lotta all’aborto una ragione di vita e la mamma pur vivendo in Texas Mercoledi’ era presente perche’ fa parte attivamente di una associazione.
    Quella della mia amica, e chiaramente del mio amico Matteo che e’ il marito, e’ una famiglia incredibile, hanno 5 figli tutti nati qui in Italia meno che l’ultima e, stupisciti fra la prima e l’ultima ci sono appena 7/8 anni di differenza.
    Alvaro.

    1. @Alvaro non mi stupisco… 😉

      Io ne ho tre con 7 anni di differenza, poi il Signore ha chiamato la mia sposa in Cielo, e ne conosco di famiglie che qui, in rossa terra d’Emilia ne hanno 5/6… 11 (già undici).

      Non ti dico gli “sfotto”… ma in fondo c’è anche chi li guarda con un po’ di sana (ma ben celata) invidia.

  5. paulette

    Nella nostra parrocchia, da quando è stato reso obbligatorio la frequentazione alla Santa Messa per i bambini che vogliono fare la prima comunione e la cresima, la chiesa è finalmente piena di famiglie giovani ogni domenica.

  6. Alessandro

    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/01/24/il-tweet-di-francesco-ai-nascituri/

    “Lo stesso giorno in cui è stato presentato il suo messaggio per la giornata della comunicazione, il papa ha diffuso in inglese e spagnolo, via tweet, le seguenti parole: “Prego per la Marcia per la Vita a Washington. Che Dio ci aiuti a rispettare sempre la vita, specialmente quella dei più deboli”.

    Al contrario di altri, questo tweet di Francesco non ha avuto risonanza sui media. È ciò che capita all’attuale papa ogni volta che tocca gli argomenti tabù. L’aborto è uno di questi. Nell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” vi ha dedicato due paragrafi taglienti, che però nell’entusiasmo dei commenti sono stati praticamente ignorati, o al massimo ne sono state applaudite soltanto le ultime righe, là dove il papa denuncia “che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure”.

    Parole puntualmente assunte come una critica alla durezza di cuore dei movimenti pro-life nei confronti delle donne che abortiscono. Quando invece si sa che è tutto l’opposto e che non ci vorrebbe meno ma più mobilitazione pro-life per rimediare alla denuncia del papa.

    La Marcia per la Vita di Washington, che sfila ogni anno nella ricorrenza della sentenza “Roe vs. Wade” con la quale nel 1973 la corte suprema ha legalizzato negli Stati Uniti l’aborto, proprio a questo era esplicitamente dedicata, come spiegato sul suo blog dal neopresidente della conferenza episcopale statunitense, Joseph Edward Kurtz, arcivescovo di Louisville:

    “Marciamo in ricordo di chi è caduto per l’aborto. Marciamo per i bambini senza voce, per difendere il loro diritto alla vita, soprattutto per coloro che, come mio fratello George, sono nati con la sindrome di Down e le cui vite troppo spesso sono considerate indegne di vedere la luce del giorno. Marciamo per le donne che avendo preso in considerazione l’aborto, attraverso il nostro interessamento per i loro bisogni, troveranno la forza di scegliere la vita”…

    Come promemoria, ecco i due paragrafi della “Evangelii gaudium” sull’aborto:

    213. Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana, ma se la guardiamo anche a partire dalla fede, “ogni violazione della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si configura come offesa al Creatore dell’uomo”.

    214. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non capire tali situazioni così dolorose?

      1. Alessandro

        i sottotitoli al video mi paiono: “se t’aspettavi Papa Francesco tutto abbracci e cordialità ti sbagliavi, non m’incanti, beccati questo contegno di ghiaccio, so che sai che so quello che hai fatto e adesso ti buschi la ramanzina, che ti credevi?” 😉

      2. 61Angeloextralarge

        Francesco e Francesco: spero che uno dei due sia stato almeno un po’ imbarazzato. L’altro probabilmente pregava e diceva: “Signore te lo affido… convertilo!”

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