di Paolo Pugni
Ci sono libri che sgomentano, che vorresti non aver mai incrociato. Come un bambino, vorresti ficcare la testa sotto il cuscino per fingere che non esista, che il vento sia solo vento e non il soffio di un dinosauro gigantesco pronto a distruggere la tua casa e portarti via le persone che ami. Eppure non sei più bambino e il mostro lo devi guardare negli occhi perché solo così, solo prendendone consapevolezza, lo puoi sfidare e vincere e ricacciarlo lontano.
Che siano tempi duri per l’educazione nemmeno un provocatore d’esperienza e d’eccezione può negarlo, che il rigurgito di ubris dei padri stia travolgendo, come un’onda sozza e morbida, i figli forse non tutti lo comprendono, ammaliati dal canto delle sirene che promettono libertà nascondendo nella fossa dei cadaveri la responsabilità che li ha ridotti prima a pòrci e poi a carogne. Ma è così.
E quando pensi di startene tranquillo, nel tuo guardino a contemplare le rose, mentre attorno la catastrofe nucleare sta radendo tutto al suolo e incenerendo, ecco che basta un libro, o una conversazione apparentemente banale a tavola d’estate sull’uso dell’intimità delle figlie, per prenderti per i capelli e ficcarti con violenza la testa sottacqua.
Ed è un vero e proprio waterbording questo saggio di Meg Meeker, pediatra statunitense con interesse per l’educazione, tradotto in Italia dalla brava Sossy Manoukian, anch’essa esperta di pedagogia e adolescenti, il cui titolo originale Strong fathers strong daughters è stato tradotto con il più colorito ed immediato Papà sei tu il mio eroe. Ho intervistato Sossy chiedendole di entrare in profondità nel testo e qui (prima parte) e qui (seconda parte) trovate le sue sagge risposte che illustrano perché il padre ha un ruolo così significativo nella vita e nello sviluppo delle figlie femmine e deve proprio essere il loro eroe.
Mi riservo di approfondire il terrore che questo libro mi ha spalancato d’innanzi per convincere anche voi non solo a leggerlo, ma a darvi da fare –subito- per evitare che le nostre figlie cadano in quest’abisso di dolore che potrebbe segnarle per tutta la vita. Perché di questo si tratta, della loro felicità, del loro futuro, della loro solidità. Che è una illusione pensare che averle attrezzate con una buona e dettagliata educazione sessuale per farle camminare solari e fiorite nell’altopiano della vita, dove tutto è profumo e cielo e vette innevate. Anzi, la devastante descrizione di quali effetti una precoce e frequente intimità dilapidata possa produrre nell’esistenza di una bambina –gli studi istituzionali statunitensi riportati dalla Meeker parlano di inizio delle attività sessuali intorno agli 11 anni- se il padre non prova almeno a indirizzarla verso una strada corretta, producono un sano senso di auto-analisi in ogni genitore, nel tentativo di comprendere dove e quando ha sbagliato e che cosa può fare per correggersi.
Perché è inutile illudersi: tutti sono esposti alla debolezza e non esiste nessuna famiglia che possa garantire che i suoi ragazzi no, mai e poi mai, perché noi, perché i valori, perché le amicizie… Conosco più giovani di “buona famiglia”, tutti “casa, scuola e oratorio”, tutti “volontariato e preghiere” che si sono sposati perché in tre che non…. Lasciamo perdere.
Arriva una età in cui un genitore può solo affidarsi a due cose, e con grande differenza che non sto qui a dettagliare: la preghiera e ciò che ha fatto fin lì. Infatti questo dobbiamo pensare: che siamo stati capaci di trasmettere il senso di quei valori –redde ratinem!- per cui vale la pena, per cui la pazienza paga, per cui il pudore non è oscurantismo. E non favorire le tentazioni, non giocare a fare il moderno e facilitare, ben consapevole che l’occasione si può creare comunque e ovunque. Poi c’è la libertà, quella dura e tagliente cosa che Dio ha creato per permetterci l’amore, e la responsabilità –oh questa sì da insegnare- che a se stessi e a Dio dovranno rendere conto.
Per questo il saggio di Meg Meeker è un aiuto formidabile, perché ci guida a comprendere come padri che cosa possiamo fare per mettere tutto in gioco, tutto sul loro comodino perché in questa giungla metropolitana oggi sappiano difendere se stesse dai seducenti Lucignoli che in tutti i modi, agghindandosi da principiazzuri o da lupi famelici (e non so oggi che cosa attizzi di più), trascinino le nostre bambine nel paese dei profumi, che i balocchi li hanno ormai lasciati alle spalle…
E se osate pensare che la mia è realmente una bambina e c’è tempo e non è il caso di preoccuparsi ora, sia anatema, perché state perdendo il tempo di seminare ed è un tempo che scivola via più rapido di una Olimpiade, di una medaglia persa all’ultimo secondo, o rubata da una giuria compiacente.
Leggete e poi mi direte. Non sciupate il tempo, che non si sa mai se ci offrirà mai nuovamente il suo sguardo benigno.
Grazie Paolo,
per questa “provocazione” e questo fraterno richiamo… a noi che abbiamo delle figlie.
Ho avuto la fortuna di avere tra le mani questo lavoro qualche mese fa e in quel momento, non so perchè, ho pensato che, oltre ai papà, avrebbero fatto bene a leggerlo anche le mamme. Una lettura di coppia, solo per aiutarsi vicendevolmente nel compito educativo verso le figlie e per corroborare il dovuto rispetto alla santa divisione dei ruoli tra padre e madre.
Tutto quello che parla di educazione è bene sia condiviso. Hai ragione: è bene quindi che lo leggano anche le mamme. Per capire e aiutare i papà.
Mi sono incuriosita,penso che lo regalerò a mio marito.
convinto che gradirà la lettura….
Grazie, Paolo, per questa interessante segnalazione.
Secondo me è vero che, se i padri si rendessero conto di quanto sono realmente fondamentali per la crescita delle loro figlie, forse si farebbero prendere dal panico…ma il punto è che questo condizionamento è inevitabile, quindi tanto vale provarci, no?
Però vorrei dire una cosa ai papà: voi potete seminare, ed è importantissimo, ma a un certo punto, moooolto prima di quanto vi aspettiate e vorreste, le vostre figlie diventeranno giovani donne che prenderanno le loro decisioni.
Se saranno decisioni che contrastano con alcuni vostri valori, non prendetela necessariamente come una sconfitta.
Io mi sono trovata nella condizione di fare scelte che hanno ferito molto il mio adorato papà.
Avrebbe voluto che io mi sposassi in Chiesa con l’abito bianco, mentre io, a circa 18 anni, l’ho informato che non credevo nella castità prematrimoniale. A 22 anni ho iniziato la convivenza col mio attuale marito.
E credetemi, mi dispiaceva sinceramente ferirlo, perché sapevo che lui l’avrebbe vissuto come un fallimento.
Il punto è che non è lui che ha fallito.
Il punto è che a un certo punto ci si confronta col mondo. E non più solo attraverso il filtro dei tuoi genitori. Si aggiungono altri filtri e piano piano ne formi uno tuo, personale.
Tant’è vero che mio padre ha tre figlie e ognuna di noi ha un modo molto diverso di vivere.
Oggi, quando mi dice che è molto fiero di ciò che sono diventata, quando vedo quant’è felice quando può passare un po’ di tempo con me (purtroppo viviamo molto lontani), mi commuovo e penso che in effetti resta lui il mio eroe.
Non è un eroe perfetto, io sono una “principessa” ancora più scalcagnata, ma non credo che nessuno dei due vorrebbe sostituire l’altro…
L’ho comprato l’altro ieri……..mi hai fregato la recensione !!!!!!
eh eh eh… è in coda da fine luglio….
Grazie, un paio di mesi fa non ci eravamo fidati e non lo abbiamo comprato, rimedierò in fretta
ovviamente tutto questo non riguarda i figli maschi. si perchè sono sempre le femmine tentatrici, i maschi poveri che ci cascano. l’educazione dei figli maschi in questo senso non è contemplata (mi riferisco ai commenti precedenti il mio).
Non ho capito.Puoi spiegarti meglio?
Non capisco il tenore astioso dell’osservazione. Questo è un saggio di una pediatra esperta che parla del rapporto fondamentale tra padre e figlia. Il resto sono illazioni. In nessun punto c’è scritto né in questo post né nel testo citato nulla di ciò che lei suggerisce.
Trovo pretestuoso il commento. Come se ad uno che scrive un saggio sull’importanza del cemento nelle costruzioni si addebitasse di essere nemico dell’acciaio e ostile al mantenimento in essere delle acciaierie.
Atteniamoci ai fatti per favore.
oppure sarebbe come accusare una autrice di aver scritto un testo solo sulle moglie, che devono stare sottomesse, senza parlare dei mariti che devono morire per loro!
comunque ,in buona parte d’europa, dipende chi, la bambina chiamerà papà( o mammà,o chissacosa visto le situazioni intermedie tra uomo e donna create chirurgicamente e magari,fra poco, geneticamente…):
La legge di modifica del Codice Civile( codice napoleonico) art. 144, sarà presentata al Consiglio dei ministri entro ottobre e votata dalle Camere nella prima metà del 2013.
anche la Francia-e la ministra Taubira l’annuncia in una intervista a “la croix” quotidiano cattolico( che delicatezza!)-: l’articolo diventerà così: «Il matrimonio può essere contratto da due persone di sesso differente o dello stesso sesso». E in tutti gli articoli dove se ne accenna, le parole «uomo» e «donna» verranno sostituite da «sposi».
La Francia si aggiunge a :Paesi Bassi,Spagna, Belgio, Norvegia, Svezia,Portogallo ,Islanda e Danimarca.
non ho la più pallida idea di come sia finito il faccino al posto della p di paesi bassi ( et honny soit qui mal y pense..).
p.s. per il momento, dalla gerarchia cattolica francese, nessun commento…..
Confesso che il post, ma soprattutto l’intervista alla traduttrice del libro mi hanno messo a disagio. Mio padre è morto quando io avevo 4 anni e di lui ricordo poco o nulla. Il suo lavoro lo ha fatto mia mamma, con tutte le fatiche e le ovvie carenze che questo comporta…. Quindi, care amiche che avete la fortuna di avere un padre, mediocre o eccezionale che sia, ripensate al vostro rapporto con lui e cercate di trovare tutte le cose belle che vi ha dato, la fiducia in voi stesse, il sostegno e l’approvazione, la conferma del vostro valore. Perchè chi come me non lo ha avuto, quelle cose belle le ha cercate dove non poteva trovarle e spesso si è buttata in storie senza capo nè coda, alla ricerca di un sostegno che spesso esigeva un prezzo da pagare (e qui ci vorrebbe una bella riflessione sull’educazione che le madri danno ai figli maschi…). Finchè non si capisce che c’è un altro Padre, infinitamente buono ma severo e geloso che predilige a tal punto le figlie femmine da averne scelta una perchè diventasse “madre, figlia del tuo figlio”.
Bellissimo post. Grazie per la segnalazione, corro a comprare il libro!!! Mie figlie hanno 9 e 10 anni e, nonostante la nostra educazione, sono continuamente martellate dagli influssi negativi della società che ci circonda. Non ultimo l’arresto per pedofilia del loro catechista… Quello che le ha preparate per la prima comunione… Come si fa a contrastare tutto questo schifo?
un’altra recensione sulla fiducia
http://uomovivo.blogspot.it/2012/09/segnaliamo-il-nuovo-libro-di-costanza.html
e un annuncio di anteprima anche dalla Spagna
http://librodehorasyhoradelibros.blogspot.com.es/2012/09/esposala-y-muere-por-ella.html
Admin: nel mio piccolo, ho inserito il libro qui… 😉
http://www.vocazioni.net/index.php?option=com_content&view=article&id=3027:secondo-libro-di-costanza-miriano-per-amare-ed-ammirare-il-matrimonio&catid=2:newsvoc&Itemid=124
Grazie Angela! 😉
😉
Paolo: mi piace il post! Mi dispiace ripetermi ma è così. Solo che in questi temi mi sento come un pesce fuori dall’acqua… 😉
Grazie Paolo!
Vorrei citare anche Albertina Acerbi come traduttrice del libro, anche a lei va parte del merito.
Hai ragione, Paolo: anche secondo me quello della Meeker è uno dei più bei libri esistenti in ambito educativo.
Personalmente, insieme ai libri di Chapman (I 5 linguaggi dell’amore), è il libro che mi ha più aiutato in ambito famigliare
Giovanni
bene Pugni, mi fido e lo compro e così avrò modo anche di scoprire la Sossy traduttrice. Con mio marito stiamo seriamente (;-) ) valutando la possibilità di trasferirci su un’isola deserta fino a che le nostre due figlie femmine non avranno compiuto i 30 anni 🙂
@elisabettadellatorre, qua si parla di figlie femmine, l’educazione dei figli maschi è altrettanto delicata e sinceramente a me spaventa ancora di più (anche perché devo riconoscere di essere assolutamente succube del mio piccolo teppista). Non capisco il senso del tuo invervento polemico