L’impari opportunità

 

by Cyrano

Ci sono momenti in cui uno si rende conto che è bello essere nati uomini: sono quelli in cui, ad esempio, esce utile tirare in ballo in una conversazione la spiegazione di cos’è un fusibile e di quello a cui serve. Ci sono poi altri momenti in cui uno capisce che è proprio una gran fortuna essere nati uomini, e che diversamente ci si sarebbe persi grandi agevolazioni: penso soprattutto a quando durante una festa devi andare in bagno e ti rendi conto dell’incommensurabilità delle file davanti alle due porte.

Ci sono però altri momenti in cui, tutt’a un tratto, si capisce che non è solo questa gran meraviglia, essere uomini, e che forse ci sono cose che – per l’essere nati uomini – sono meno alla nostra portata di quanto non lo siano a chi ha avuto la grazia (il femminile per eccellenza!) di nascere donna: non parlo solo di quando si vede che i ritardi vengono perdonati loro più facilmente che a noi, né del poter trovare perfettamente normale l’avere più di tre paia di scarpe, ma di cose ben più intime (oddio, ecco che dalla “modalità stornello” passo gradualmente alla “modalità piagnone”!).

No, mi faccio coraggio: in fondo scrivo per una folta schiera di lettori che spesso si sono fregiati di acrobatiche prove di “pensiero laterale” e di stili politicamente scorretti… Non dovrebbe costare molto, approdare all’eticamente scorretto (chissà?), perché chi non ha paura di andare controcorrente in pubblico dovrà essere molto meno titubante a farlo in privato (o no?).

Ecco in cosa noi uomini siamo stati defraudati, dalla cultura imperante, rispetto alle donne: nella totale mancanza di educazione sessuale (che è invece, per loro, “solo” quasi totale). Esagerato? Non vi siete mai trovati in presenza di genitori di adolescenti che si dicono preoccupati perché la figlia tredicenne «vuole uscire, la sera, con le compagne di classe», mentre del figlio maschio, quattordicenne, non si danno pensiero che per il rischio di incidenti con lo scooter? Perché mai? Chiaramente il problema inerisce all’età puberale e alla correlata esuberanza ormonale, ma allora il maschio dovrebbe essere tenuto d’occhio ancora più della femmina, data l’indole “predatoria” e poligama di quasi tutti i mammiferi maschi. Invece una simile cosa, a memoria d’uomo, non s’è mai vista (mentre non sono rari i casi in cui un adulto “inizia” un ragazzo alla misteriosa dimensione dell’energia sessuale mediante le scorciatoie dissestate del voyerismo e della pornografia, come nella scena del maestro a scuola in Baarìa di Tornatore). Perché, allora, ci vediamo imposta questa “impari opportunità”? Speriamo non sia per il fatto che una ragazzina, a differenza di suo fratello, “rischia” di tornare a casa incinta (questo ci metterebbe sullo stesso piano di quelli che considerano contraccezione e aborto “igiene sessuale”, ovvero tengono la gravidanza per un’infezione, e che noi così spesso critichiamo frontalmente).

Essendo gli adulti in buona parte degli adolescenti mai cresciuti, sono intrinsecamente inadatti a e-ducare degli adolescenti, cioè a guidarli attraverso e oltre la giungla in cui loro si sono persi: quando però si vedono degli accenni, dei tentativi in questo senso, essi piovono tutti sempre e solo sulle femmine. «Si sa – talvolta l’ho sentito dire, garantisco! – i maschi sono così: è la natura…». Eh, no, troppo facile tirare in ballo tirar fuori la natura per la (dis)educazione sessuale maschile, quando invece sulla contraccezione, sull’aborto e già a partire dai canoni di bellezza è la cultura che prevale brutalmente sulla natura, violentandola e imponendole le sue (f)regole: la natura conosce l’estro per la vita, e dà ai corpi le forme che ci piacciono proprio per favorire e proteggere il perpetuarsi dei viventi. Okay, questo non c’interesserà molto, ma lo scontrino di madre natura arriva quando le adolescenti diventano anoressiche e bulimiche, e quando i trentenni hanno vari problemi d’impotenza (non sappiamo quanti sono?). A questi trentenni, poi, cosa viene proposto? Nient’altro che la magia chimica delle pillole azzurre, e poi via, di nuovo lanciati verso traguardi inesistenti minati dall’ansia di prestazione.

Si potrebbe, viceversa, insistere sulle idiozie che nei “centri d’ascolto” vengono dette alle anoressiche e alle bulimiche, le quali dovrebbero «imparare ad accettarsi e ad amarsi come sono» (!), ma oggi parliamo di quello che la cultura dominante – col mito del playboy – ha rubato a noi, e potremmo semmai trovare un legame significativo tra i nostri mali e i loro, perché qualcuno ha preteso che una mela possa essere divorata dai vermi per una sua metà senza che il marciume si propaghi all’altra. «Ma perché gli uomini che nascono – cantava Mia Martini con pianto roco – sono figli delle donne, ma non sono come noi?». Semplice, cara Mia: non siamo come voi perché non ci avete insegnato a cercare in ogni donna la madre che sarà, forse la madre dei nostri stessi figli, e ad amare con tremore in lei il mistero cui dobbiamo la nostra stessa vita; non siamo come voi perché avete preferito essere voi come noi, votate al mordi e fuggi contro di noi e contro il vostro stesso corpo; non siamo come voi perché quei pochi tra noi che si sono resi conto del vicolo cieco da cui nessuno (famiglia, scuola e preti compresi) ci ha aiutati a uscire, quelli devono imparare a perdonarvi la stupidità con cui invidiate come un vantaggio il nostro essere stati abbandonati a noi stessi, per l’infelicità nostra e vostra.

E chi vorrebbe rimproverarvi, se quello che ci è stato negato fosse solo una costrizione dei costumi, come quella che anche voi (talvolta) avete subito? Forse invece avreste imparato anche voi, insegnandolo a noi in quanto vostri figli, il senso liberatorio, vero e pieno, della castità (ecco, l’ho detta, la parolaccia!), una misura alta della vita – umana, prima ancora che cristiana. Ora che vi stupite del fascino che promana dal nostro perseguire il sereno controllo di noi stessi, la forza che avvertite in chi può desiderarvi per ben più che bruto istinto, correggiamo insieme le rotte: non imitate la dissolutezza cui, piegandovi, ci lasciamo piegare, e impariamo insieme i segreti di un’intesa di modestia e verità, fuori dalla quale la seduzione non è gioco d’amore ma cattura, la cura di sé non è più che il più stupido dei vizi e il miracolo della vita non può che essere preso per una malattia da prevenire e, semmai, curare.

123 pensieri su “L’impari opportunità

  1. fefral

    ohhh sono la prima a lasciare un commento a un post… non ci credo! Solo che, cyrano caro, sono troppo stanca per leggerlo con calma e rispondere qualcosa di sensato.
    Però parli di castità…mazza che coraggio di ‘sti tempi! bel tema, spero di trovare un po’ di tempo domani, cioè oggi, tra un po’, per partecipare alla discussione.

  2. Quant’è bello, ma quanto (ma quanto/ma quanto!!) leggere di un uomo -forse addirittura giovane, e wow- che scriva così della mia Donna preferita.
    Io la Castità me la corteggio ogni giorno.
    -Oh, yeah.

    (Domani è possibile addirittura che io lasci un commentro serio.
    Ora lasciami provare questo pazzesco brivido di essere la seconda. A commentare.
    … Devo far presto, presto…ecco…ecco….

    INVIO).

    ^.*

      1. Aridàje… Signo’, alla mia età Cesare piangeva davanti alla statua di Alessandro, perché alla nostra età (mia e di Cesare) il macedone già era padrone del mondo…
        Già… meglio che non ci penso… 😀

    1. Ok: è veramente mattino, adesso. E tu non puoi saperlo, Cyrano, ma spero di essere abbastanza credibile mentre ti dico che sto digitando con una sola mano perchè con l’altra simulo un “giurin giurello”: sto promettendo che il mio prox commento sarà serio, dai, davvero.
      La prox volta perchè in questa dovevo assolutamente avvertirti che ho letto di una proposta di matrimonio -di pari opportunità- di una indecenza disarmante.
      Non potevo rischiare che ti passasse inosservata, garçon.

      Follow me –>
      https://costanzamiriano.wordpress.com/2011/07/08/anchio-ho-un-segreto/#comment-9109

      (Giurin giurello che alla prox fo la seria ^.*
      Ma poi…: 4 lustri o 6? … )

  3. Adriano

    Quindi l’educazione differente tra uomo e donna fa dei danni, alla fine.
    Quindi sarebbe da preferire una maggiore uniformità nell’educazione tra generi, spiegando pure ai maschietti (a scuola se a casa non si può/non ci si riesce) cosa sia quella voglia legata allo sbalzo di ormoni e non abbandonandoli a loro stessi.

    Chissà, forse quello che viene fatto nelle scuole primarie in Scandinavia non è del tutto sbagliato… E forse diffondere ‘sta benedetta educazione sessuale (non limitata all’aspetto meramente fisiologico: ho letto che viene fatto proprio così in alcune scuole in Italia), può aiutare a superare la situazione descritta nel post. Così si potrebbe anche limitare quei pregiudizi sulle presunte differenze tra uomo e donna, giustificate ipocritamente dalla frase “sono così: è la natura”.

    Questione bagni: alla mia università non c’era nessuna fila a quello delle femminucce. Infatti le toilette erano unisex. E sono tante le donne che, con forte senso pratico, usano i bagni dei maschietti alle feste… Anche questo, forse, è un superamento dei ruoli, che si potrebbe giudicare positivo, se non che ora anche noi ometti troviamo code ai bagni! 😉

  4. DaniCor

    Grazie Cyrano!
    A tutti: ci vediamo al mio ritorno…

    P.S.: Adriano: lasciamo alla scuola la cultura, l’educazione è compito dei genitori..
    Io non voglio per mio figlio un’educazione di stato!

    1. Adriano

      @ DaniCor

      Lasciare l’educazione ai genitori e la cultura alla scuola? Così si rischia di perpetuare gli stessi modelli negativi del passato, nei quali tra l’altro l’uomo domina la donna perché “è nella natura”, la violenza sessuale è tollerata e quella domestica giustificata.

      Se la scuola con l’educazione può proporre (non imporre) modelli diversi, si può poi lasciare la libertà all’individuo di scegliere. Se l’individuo non sa che si può pensarla altrimenti e si trova di fronte a un solo modello di vita, non può scegliere. E’ questo il libero arbitrio?

    2. paulbratter

      “Lasciare l’educazione ai genitori e la cultura alla scuola? Così si rischia di perpetuare gli stessi modelli negativi del passato, nei quali tra l’altro l’uomo domina la donna perché “è nella natura”, la violenza sessuale è tollerata e quella domestica giustificata.”

      oh mamma! ma che famiglie frequenti ????

  5. Luigi

    Cyrano, questo post ti fa onore. Sono convinto che queste scelte quando profondamente comprese rappresentino la sublimazione della relazione uomo-donna.
    E’ necessario essere convinti però perché ho conosciuto coppie che hanno vissuto la castità prematrimoniale solo come una sfida a se stessi o come un’onorificenza da mettere sulla carta d’identità però poi sono naufragate come altre dopo il matrimonio. Ho conosciuto coppie che invece non hanno avuto ne la convinzione, ne la forza di resistere che invece sono cresciute nel cammino spirituale dopo il matrimonio.

    1. Grazie di tutto, Luigi, ma naturalmente non è per il mio “onore” che ho scritto il post: è che trovo scandaloso come sia basso il livello della proposta nell’educazione affettiva (specie per noi maschi). Naturalmente non si tratta di guadagnarsi un’onorificenza, e comunque quando si parla di castità non si parla di qualcosa che le coppie sono chiamate a vivere solo prima del matrimonio (ma ho visto che qualche volta è stato già detto, qui): la castità prematrimoniale, che è la ricerca del giusto “assetto” di sé e della coppia nell’astinenza sessuale (e sappiamo che possono darsi cadute più o meno serie), non è che una propedeutica alla castità matrimoniale – aspettarsi, rispettarsi, non darsi per scontati, e la “sfida a se stessi” è più lì che prima.

  6. fefral

    Daniè… tu prendi, arrivi, scrivi qualche post e subito ti proponi come possibile rossana del nostro cyrano?
    Fatti prima conoscere! Qua c’è un comitato ufficiale per trovare la rossana del nostro amico nasuto, lunghe nottate a discutere su quanti anni debba avere e cose così… abbi almeno l’accortenza di venire da noi “anziane” del blog e presentarti!
    Cosa fai nella vita, quanti anni hai, hai studiato dai gesuiti? Queste sono solo alcune delle domande a cui dovrai rispondere prima di azzardarti ad avvicinarti al nostro giovane amico (poco più di 5 lustri, come si legge nella presentazione degli autori). In più visto che il ragazzo deve essere uno squattrinato (studia delle cose assolutamente inutili al fine di produrre reddito), sarebbe gradito anche un cenno sulla tua autonomia economica.
    Penso di esprimere il pensiero delle altre donne del blog con questa mia. In attesa di una tua gentile risposta ti auguro una buona giornata

    1. …o magari sono un rampollo di una ricchissima, antica e nobile famiglia romana… ma non lo dico per gravare il piatto della bilancia, eh… 😉

    2. Ohssantocielo, fefral!
      Oh ssanto cieelo, fefral!
      Sono troppo piegata dal ridere…
      OH-SANTO-CIELO, fefral!
      Tu sei fantastica.
      E io ora sono innamorata di te 😀

      (Okkei, okkei: mi metto in fila e appena la pianto di ridere e riesco a distinguere i caratteri della tastiera da digitare -dribblando ‘ste lacrime copiose da sorriso impazzito- io svelerò .: come-perchè-da quando:. la rampolla “di una ricchissima, antica e nobile famiglia” …sono io.
      Anche se “Rossana” si chiamerà mia figlia e questo lo sa solo il mio futuro marito (che naturalmente, ahimè, ancora non s’è degnato di affacciarsi alla mia vita piccina. E aspettiaaaaaaaaamoooo. E, pregando il buon Raffaele Arcang., preghiaaaaaaamooooo….)

  7. Ieri il matrimonio dei miei amici alla Pieve di Romena, Casentino.
    Lui ha letto il vangelo dove si parla dei gigli del campo che i Signore li veste sontusamente e come potrà dunque non pensare anche a noi? Credo che sia uno dei punti più alti del pensiero cristiano
    senza nulla di misterioso e di magico in questo Dio che provvede. Anche io che non sono credente riesco a capire l’essenza (e insieme la poesia) di questa idea religiosa a cui (credo) non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Il sacerdote poi ha detto che la fedeltà all’impegno preso dagli sposi con sè e tra loro vuole intendere ( ha parlato del significato della parola ebraica fedeltà) “non scappare” non darsi alla fuga mantenere con serietà, fino a che sarà possibile, la posizione, quasi in senso militare. Non ha mai parlato della presenza di Cristo nel matrimonio, ha parlato solo della volontà degli sposi a restare uniti finché sia difendibile il posto, , a non ripiegare, a non avere paura, a resistere. Fedeltà che rimane (paradossalmente?) fedeltà anche attraverso l’eventualità di infedeltà insignificanti(dentro e fuori) al confronto della non fuga fondamentale. E poi la vita prenderà il corso che prenderà in ogni caso. Mi sembrava (che presuntuoso!) un discorso fatto da me che mi sento un relativista che dovo restare fedele a me e agli altri. A me ( allora non sarò più relativista?) nel tenere da conto ( non è facile come potrebbe sembrare) un’idea trasversale (che brutta parola, scusate) del rispetto degli altri; agli altri (sempre nel tentativo) dell’essere sincero e fedele alle parole che uno dice, e se ne dice tante anche troppe. Ecco tutto. E questi pensieri mi hanno tenuto lontano da altri più lascivi sulle poppe delle donne anche molte belle (o almeno a me mi sembrava!) che erano numerose e provviste in abbondanza di mariti di figlioli di parenti di cognati zii amici colleghi eccetra.

  8. Miriam

    In realtà, secondo Cyrano -e giustamente- non è vera educazione quella basata solo su considerazioni utilitaristiche, spesso unilaterali nei confronti delle femmine, di scansare i rischi.
    Perché, se la fanciulla corre il rischio di rimanere incinta, il ragazzo corre il rischio di provocarlo. Ma il punto non è questo. E’ nella conclusione di Cyrano: nella castità come valore e del rapporto sessuale come atto motivato non solo dall’amore -che a volte è confuso con un fuoco di paglia- ma anche dalla capacità di assumersene le eventuali conseguenze.
    Sesso da rivalutare come momento privilegiato di incontro e di ‘fusione’ non solo dei corpi, ma anche delle anime che, purtroppo è stato trasformato in genere di consumo…

  9. Elena

    Cyrano… farò leggere il tuo post a mio marito, che si sente costantemente discriminato da quella che lui definisce una vera e propria ondata di femminilizzazione della società. E lui, “come nocchiero in gran tempesta”, strenuamente porta il vessillo di una mascolinità bistrattata.
    Sulla castità invece devo dire che le cose si ribaltano: quella che peggio sa resistere al richiamo della natura sarei io (haem…), continuamente rimessa in riga dal coniuge assennato.
    Ma sull’impari educazione sessuale posso confermare in pieno. Una volta un nostro conoscente ha sostenuto che è molto meglio avere figli maschi, perché le femmine poi te le…. (e non vado oltre…). Erica Jong non aveva capito che la cosiddetta liberazione del corpo significava per gli uomini potersi concedere tutto il sesso che gli istinti suggerivano e per le donne doverlo accettare sempre e comunque, pena l’essere considerate retrograde e frigide. Costrette poi magari a violentare il proprio corpo per una gravidanza non voluta, per un sesso imposto dal costume. C’è il video di un’intervista a una femminista che aveva, 40 anni fa, messo a fuoco con grande precisione questa stortura:

  10. Luigi

    Sicuramente quello che dici tu Cyrano è più elevato e profondo, io probabilmente ho risposto in modo inadeguato al tuo intervento. Il problema per me sono le tentazioni della carne. Personalmente posso ipotizzare di fare un certo cammino spirituale, di dare un significato a questa nobile virtù della castità ma poi succede che vado ad una cena in compagnia, si beve, si ride e quando torno a casa chi mi controlla? L’unico alleato della castità potrebbe essere l’abbiocco sul divano o sul letto.

    1. L’abbiocco! 😀 Sai che il mio padre spirituale non mi nega che talvolta sono i vizi a distoglierci dai peccati (ovviamente è un gesuita…)? Purché non cediamo alla tentazione dell’intolleranza nei confronti della nostra debolezza: né intolleranti né lassisti, senza fretta e senza tregua, umili e costanti. Cadiamo e ci rialziamo. Mi sembri uno che di questa strada ha fatto già un bel pezzo.

  11. Maxwell

    ………..E questi pensieri mi hanno tenuto lontano da altri più lascivi sulle poppe delle donne ……………( vero pensiero di Alvise il semiconvertito)

    ……………….e provviste in abbondanza di mariti di figlioli di parenti di cognati zii amici colleghi eccetera……………( mica posso far la figura di cedere così di schianto………….!!!!!!!!!!!!!!)

  12. arabella

    Come non condividere…
    Il problema sorge e sorgerà sempre dal fatto che la maggior parte delle madri e padri ha ormai già cresciuto, uomini ormai “fatti”, con le vecchie concezioni qui avversate, e prima che a livello generazionale si possa verificare un cambiamento di mentalità, a mio avviso è più rapido e facile che vi sia una mutazione genetica nel genere umano (tipo, avremo 6 dita).

  13. MAXWELL: per quanto riguarda la “conversione” potrebbe essere sempre possibile una conversione da parte di qualunque sia in ogni momento (conversione i senso largo, cambiamento di opinione di credenza politica filosofica scientifica (o anti-scientifica)
    c’è anche chi è diventato vegetariano o carnivoro o onnivoro e poi viceversa o vegetariano che mangia o non mangia ova di gallina o li mangia o pesci o altro.
    Per quanto riguarda le signore volevo solo dire quanto il mondo sia popolato da tanta gente nonostante le castità vere o presunte c’era una media di tre a quattro figlioli a famiglia di prime nozze di seconde di terze…E poi non bisogna dimenticare anche che
    c’era tanti omini molto più giovani e aitanti di me e quindi più dignitoso stare umilmente al mio posto di invitato insignificante…

  14. Luigi

    O Arcangelo Raffaele, sii la mia scorta amorosa e fedele su l’aspro, irto, periglioso sentiero; proteggimi nelle insidie dei nemici, sorreggimi nella stanchezza, confortami nel dolore, illuminami nelle dubiezze, additami la mèta, riconducimi nella Casa del Padre.
    Così sia.
    Indulgenza di 50 giorni
    EUGENIO, Vescovo di Vittorio V.

  15. fefral

    @danielaquellanuova “E io ora sono innamorata di te”
    senti fanciulla, se pensi di accattivarti il mio favore coi tuoi modi stai davvero sbagliando strategia. Sono sposata, con figli e assolutamente etero. Cerca di rientrare in te stessa e per cortesia comincia a declinare il tuo curriculum. Non hai un marito, l’abbiamo capito, sei alla disperata ricerca di uno con cui accasarti e sei venuta a cercarlo qua. Nulla in contrario, ma accettiamo solo ragazze serie per il nostro cyrano. Uno che va sotto i balconi a recitare versi d’amore non può accontentarsi di una sciacquetta qualunque

  16. giuliana z.

    Grazie di cuore a Cyrano per aver scritto questo post che mi tocca davvero, essendo mamma di 2 figli maschi. Il problema della educazione sessuale, o meglio, della educazione affettiva me lo sono posto praticamente subito, da come sono venuti alla luce. Sarà che di maschi stronzi ne ho conosciuti parecchi…. di quelli che appena ci esci provano subito a fare i polpi e se non li tieni a bada, i tentacoli te li ritrovi ovunque…. Mi riallaccio brevemente al post di ieri sulla sottomissione delle nostre nonne o mamme (per chi ce l’ha un po’ stagionata come me!): avevano una tale compostezza che figurati se i loro fidanzati si permettevano di mettere in atto la mossa-polpo! Oggi siamo qui a guardare gli adolescenti che bruciano le tappe del sesso in un baleno: puzzano ancora di latte materno e già la verginità è bella che dimenticata, un peso di cui liberarsi il più in fretta possibile.
    Ma il punto vero e proprio è un’altro, non è solo una questione di “pelle”; la verginità è una vera educazione al rispetto del mondo, del reale così com’è. E la cosa vale per maschi e femmine, indistintamente. Anche perchè sono legati gli uni alle altre; non c’è verginità maschile senza quella femminile e viceversa. La verginità è un modo di guardare il tutto come lo guardava Cristo, c’è poco da fare, è così. Quando mi sono nati 2 figli maschi ho subito pensato che volevo insegnar loro una purezza di sguardo sulle cose e sulle persone come quella che avevo imparato io, o meglio, come quella che avevo incontrato io su di me. Ma credo che lo stesso pensiero lo avrei fatto per 2 figlie femmine. Sembra che con le femmine sia più facile, più semplice spiegare cosa sia e che importanza abbia la castità. Mia sorella ed io siamo state cresciute dalla mamma con una specie di minaccia “se perdi quella cosa perderai il rispetto degli altri”. Di fatto un po’ è vero: le femmine diventano zoccole, i maschi sono dei furbacchioni. A me ‘sta cosa non è mai andata giù, ma non perchè volessi essere anche io una “furba”, quanto perchè non capivo cosa c’era da vantarsi per un maschio nell’essere un ” trombeur” de femmes! secondo me quello che non va è che appunto sono le donne ad educare male, a non-educare i figli maschi all’importanza della verginità, come se si rassegnassero in partenza all’equazione maschio=animale predatorio. Si mira proprio in basso, anzi non si mira per nulla! Per fortuna nella vita, malgrado l’educazione repressiva o assolutamente permissiva che si riceve dai genitori, possiamo incontrare Qualcuno che ci restituisce la dignità vera, quella di sentirsi finalmente creature amate nella loro libertà e che mai siamo costretti a fare o seguire senza la nostra libera scelta, ma che poi nel seguire quell’Uomo veramente troviamo la soddisfazione del nostro desiderio. Ma solo da un incontro così nasce uno sguardo nuovo sulle cose e sulle persone, solo perchè lo hai sentito prima su te stesso.

    1. Allora non ho perduto il senno! 🙂 Wow, e io che mi preparavo a chissà quali smentite, su questo tema… 😀 Grazie Giuliana. Lavoriamoci su.

  17. giuliana z.

    Siccome ieri non sono intervenuta ma in tarda serata mi sono letta tutti i vostri commenti…. non vorrei essere antipatica, ma mi hanno loto colpito le posizioni di alcuni di voi su Sacra Rota e figli in provetta. E siccome mi sento antipatica vorrei dire la mia, per amore di ognunismo…..
    Sono totalmente d’accrodo su quello che è stato detto da Alessandro e da Scriteriato sulle dichiarazioni di nullità (ed è vero che a Milano tutto funziona(va) bene – ho lì un amico avvocato rotale che non è per nulla esoso e spesso non si fa neppure pagare….un contadino per sdebitarsi gli ha fornito frutta verdura e pollame per 6 mesi!), ma ho in mente sempre il monito del mio vecchio confessore benedettino che diceva sempre che solo Dio sa cosa davvero è indissolubile, malgrado i pasticci di noi mortali….
    Poi sui figli della provetta: sarà anche una brutta espressione, ma è la verità e per completezza linko un articolo della Bussola
    http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-legge-40-un-bollettino-di-guerra-2470.htm
    Anche io ho una carissima amica che ha fatto ricorso alla Fivet per avere il suo unico bimbo, Dio lo benedica, ma sono assolutamente convinta che l’amore genitoriale si può manifestare in altri modi che nel partorire un figlio geneticamente tuo, e poi siamo sul solito discorso del mazzo di carte con cui ti tocca giocare nella vita….
    Ripeto: chi affronta queste problematiche ha tutta la mia solidarietà umana, ma la vita non è un supermercato con le offerte speciali, prima o poi il conto arriva per tutti, per te e per me.
    Sono stata abbastanza irritante? non me frega niente.

    1. paulbratter

      “Sono stata abbastanza irritante? non me frega niente.”
      si credo che tu sia stata molto irritante e senz’altro poco caritatevole.

    2. Roberto 54

      Condivido in pieno quello che dici Giuliana e aggiungo che è carità dire la verità e non lo è dire poverina/o come sei sfortunata/o, con la fivet si provocano tantissime morti di embrioni non lo dobbiamo dimenticare.
      fermo restando che non esiste un diritto ad avere figli, sono altro da noi e ci vengono affidati.

  18. Ciao Danicor, in bocca al lupo per tutto e torna presto!!!
    Fefral sei un mito, ma non sono innamorata di te, e anche se lo fossi non lo direi perché non voglio un cazziatone anche io!
    Alessandro, mi pare, ha scritto ieri la cosa sulla scuola che deve insegnare a leggere e scrivere e far di conto: sacrosanto, magari tutti i genitori fossero così, e magari gli insegnanti non si fossero scocciati di farlo.
    PAOLA, ma sei tornata o no??? Sono due giorni che aspetto di veder comparire la tua iconcina!!
    Giuliana, non serve che lo scriva, mi hai risparmiato di scrivere il commento, sposo tutto, pure il tuo essere irritante, anche io lo sono, e anche io ho 2 maschi, e anche io “eravamo due sorelle femmine”.
    Mia mamma però mi diceva “mica vorrai farlo prima del matrimonio?????” ma tanto io non avevo la minima intenzione lo stesso, con me le è andata di lusso 😦
    Credo che la vera illuminazione me l’ha data Costanza, c’è una frase del suo libro che dice, in una delle lettere rivolte a una sua amica (non cito alla perfezione perchè il libro ce l’ha appresso mio marito e se lo sta letteralmente studiando): “ti pentirai di esserti buttata via, non tanto perché quelli erano rapporti prematrimoniali, quanto perché erano extramatrimoniali”. Educare alla castità non ha senso se non si educa parallelamente all’amore e al dono di sè, se non si educa al matrimonio cristiano.

    1. giuliana z.

      Pensa, una volta in facoltà mi è capitato di parlare con una ragazza di verginità e lei diceva che la voleva conservare per la persona giusta (chissà poi chi le garantiva chi era il tipo….): allora le ho chiesto “ma tu sei cattolica?” lei: “no!!! mai messo piede in chiesa!”. Non so che fine abbia fatto, ma continuo a chiedermi che senso abbia tenersi stretta la verginità se non per Cristo, chè lui sì è il tipo giusto, dal momento che per primo si è fatto dono per noi.

    2. fefral

      eppure giuliana, penso che abbia senso anche al di fuori della fede la scelta di conservare la verginità per la persona con cui si vuol stare tutta la vita. E’ una cosa bella in sè

    3. giuliana z.

      mi sembra un tantino astratto, e troppo vincolato ad una forza di volontà che finisce per cedere ad una volontà più forte che prima o poi ti troverai di fronte…le lusinghe, l’illusione di un amore passionale…. no, non mi convince nemmeno un po’. E’ come promettere eterna fedeltà al marito senza affidarsi alla misericordia di Dio. Il “volli, sempre volli, fortissimamente volli” di alfieriana memoria secondo me prima o poi è destinato a fallire. Non che non sia bello come tentativo, ma è utopistico.

  19. [Replica parte I : ovvero “è un ringraziamento anche se non si vede”]

    Ho una marea di parole che mi assale, adesso, qui dalla gola in sù.
    Rei i commenti, prima ancora del signor post di Cyrano.

    ‘Sta marea mi diventa indisciplinata assai quando la cavalco poco e male nel ricordo che io in questo blog mi ci trovo assolutamente per caso.
    Non è ancora un argine quando penso che quella sera, in parrocchia, l’altro ieri appena, ho scoperto questo giovane Don che nel giro di 4/5

    secondi mi ha fecondata la voglia del confronto (io che ormai fuori di me parlo poco e male e soprattutto di mala voglia), lì in cerchio eravamo poco meno di 7 ragassuoli ad ascoltarlo parlare di massoneria, laicismo e messaggi subliminali.
    Io che in quella parrocchia ci sono nata prima e scappata poi assai sovente, diventando un’itinerante di tutte le altre parrocchie della mia

    cittadella meridionale perchè non ho mai sopportato i parroci che dello Spirito Santo se ne fanno un optional nell’attimo di leggerla,

    l’omelia.
    E sono celiaca, ed ero in ritardo, alla mia bella Messa quotidiana. Allora -quel giorno/l’altro ieri- non avevo il tempo di lasciare la mia

    particola senza glutine in sagrestia (io questa cosa di portarmi in borsetta “qualcosa” che di lì a poco diventerà Dio non riesco a gestirla, non

    ho niente d’oro che la contenga, neanche uno straccio d’ ala in cui trasportarla, mi manca anche una figlia piccola a cui solo potrei

    consegnarla, tra quelle sue manine candide, da casa fino alla sagrestia, solo nelle mani di una bambina piccola mi sentirei più serena a

    poggiare questa incandescente particola travestita d’acqua e grano che sta per diventare la culla più preziosa dei Cieli, almeno fino a quando non scivola nella mia di bocca, ed è meglio non soffermarmi troppo sul pensiero che quella culla allora ci divento io. Io sono grata a Dio anche perchè mi difende gradualmente dalla percezione immensamente sfinente di diventare io -poi- la culla delle Sue manine).

    E mi toccava andare per forza nella mia parrocchia, essendo in ritardo, pur di potermi comunicare, la mia parrocchia è l’unica dove vi siano Particole per celiaci già consacrate; la mia parrocchia dove se lo ricordano tutti che nel Tabernacolo c’è “Gesù solo per Daniela”, già pronto per essere ricevuto Rinchiuso a mandate d’oro nel Tabernacolo strainvidiato dagli Angeli, Michele il grande compreso. (Un giorno, ad averne voglia, lo spiego anche come faccio, io, a sopravvivere, ogni volta che entro in quella Chiesa e che bagnandomi la destra nell’acquasantiera, l’attimo infinitesimalmente precedente la genuflessione, io mi accorgo di essere ancora viva, viva, io respiro ancora, io non soo morta, entro in quella chiesa dove un Dio rinchiuso a muro per me, ed io posso rifletterci, salutandoLo, senza morire, senza morire di troppo gioia, o più spesso di troppo sgomento, io sono ancora viva mentre, io sopravvivo a questa immensità di, ancora un giorno io entro in chiesa e Lui è davvero lì, proprio mi aspettava, e aspettava me, Daniela, me, figlia Sua unica anche se siamo in 6 miliardi di coeredi celesti ormai, io, mentre Lo fisso inginocchiata davanti al Re io Gli sorrido e dico al Re, ogni volta
    -Ciao, mio Re. ( Poi aspetto un attimo) -Come stai? ( Altro attimo di attesa a dare parvenza di ascolto, ma Lui sa troppo bene che io ascolto quasi mai) -Come Ti trovo oggi, mio Re? (Qui mi rialzo, come un tentativo di ricompormi, che io a stare in ginocchio ci godo fisicamente, mi sento tipo Lady Oscar ogni volta che mi inginocchio dinanzi al Re. E non sono nemmeno bionda. Ma donna, oh si, oh si)

    Finita la Celebrazione eucaristica il giovane Don, quello bello, appena arrivato nella mia vecchia parrocchia col mandato di vice parroco, quello che fino a qualche anno fa, quando era seminarista ma io mica lo sapevo, non si faceva mai in tempo a presentarci, nonostante da almeno 10 anni eravamo solo in due a rimanere chiusi in Chiesa, nasino in su verso il Tabernacolo, per almeno un’ora dopo la fine di ogni Messa (ora ho capito che non era questione di tempo, se il buon Re non me l’ha mai presentato):

    -Rimani, se hai tempo, il mercoledi da mesi noi giovani si parla un po’ insieme ogni settimana su un argomento diverso. (Lui)
    -Ok. (Io)

    Salta fuori il nome di questa spettacolare giornalista che dice lavora a Rai tre ma non è comunista, e ha 4 figli non perchè nati tutti insieme, e ha scritto un libro che manco l’ho mai sentito nominare e ha un blog interessantuccio. E’ sempre viola la mia bella pennetta da borsetta; ci appuntiamo (io e me) il nome dell’eroina -che già mi piace un casino e non solo perchè mi aveva conquistata dopo appena 3 righe del suo articolo letto dal giovane Don a inizio tavola rotonda-.

    Non sono una segugia ma il nome dell’eroina mi googla immediatamente nel suo blog. Questo.
    -Bingo- penso.
    -Finalmente qualcosa d’interessante.
    Quello che però non potevo minimamente sottobosco annusare, è che finalmente leggo qualcosa con la gola, e non solo con gli occhi. Al

    punto scellerato tale che poi me ne sale la marea e mi prorompe -INASPETTATISSIMA, E DA ANNI- la voglia di scriverci su. E non sono

    certissima che sia una bella notizia.

    Ho un amico (uno che quando scrive lo pagano, per intenderci, proprio per la preziosità del suo dire) che mi chiede spesso perchè diamine

    non scrivo mai. Qualcosa di mio, in un blog, in un libercolo, su un muro di strada, un fazzoletto pulito di carta, perchè non scrivi mai, Daniela?
    Io ci provo, a spiegarglielo, che me ne serve l’ingrediente madre: la voglia.
    Il mio amico ancora non lo sa, che oggi -forse dai tempi del liceo- mi son svegliata con questa malsana voglia di aprire la bocca senza

    playbeck, e condividere uno o due di ‘sti pensieri miei,
    unicamente perchè me ne avete messa la voglia.
    Voi rei: Cyrano, e tutta la bella compagnia vostra. Di cui già mi diletto. E a più non posso.

    E ve ne ringrazio.

    Ecco. Anche perchè mi sento addirittura meglio.
    E spiegato come “diavolo” vi ho incontrati, posso passare incredibilmente a commentare il signor post del signor Cyrano.
    Ovviamente non qui.
    Che qui è già troppo -antiesteticamente- lungo.

    Grazie di aver tirato su ‘sto blog, ragazzi.
    E perdonate gli errori, a casa mia cucino piacevolmente io, e mia madre è il colonnello amatissimo che sta per sedersi a tavola quando ancora non ho messo su neppure l’acqua da far bollire.
    E i miei cani stanno urlando
    -Mamma è qui.

    Si salvi chi può.
    Io non ho tempo di rileggere e correggere.
    Voilà.

    Daniela

  20. giuliana z.

    Ti posso garantire che sono molto compassionevole nel senso che capisco bene la sofferenza ed il dolore delle altre persone perchè anche io quando ho sofferto delle perdite ho avuto persone accanto che mi hanno accompagnato. Ma a volte stare davanti al dolore altrui con una posizione consolatoria non basta, è una risposta insufficiente. Quando io sono stata male i miei amici mi hanno fatto compagnia non tanto consolandomi, ma facendomi vedere che potevo fare un cammino: affrontare anche il dolore ponendo l’ipotesi che ci sia in quello un’opportunità, qualcosa di buono per me. Fintanto che al dolore risponderemo consolatoriamente, per esempio con la provetta, con la scienza, non ci sarà in noi una presa sul serio della nostra sofferenza. Io voglio qualcosa all’altezza dei miei desideri, sento una sproprzione in quelle risposte parziali e invece io voglio tutto, compreso vivere i dolore in un modo più vero.
    Per questo dico che chi vive la sofferenza di non poter generare ha tutta la mia compassione, ma la carità più grande è mostrare che ci può essere una strada, un cammino che introduca al vero totale. Mi dispiace di essere stata ruvida, volevo solo dire che quella è una scorciatoia per realizzare un desiderio, che poi si scontrerà inevitabilmente con altre difficoltà (i figli si possono ammalare, possono seguire percorsi di vita tortuosi, possono non realizzare le nostre speranze… ci deluderanno: la provetta queste cose non le toglie).

    1. paulbratter

      spesso la realtà sulla vita e la sofferenza degli altri è veramente oltre (ma molto, molto oltre) ciò possiamo immaginare per questo penso non sia giusto rispondere con soluzioni buone per tutte le stagioni e frasi tagliate con l’accetta.

    2. giuliana z.

      sono d’accordo: la vita e il suo mistero sono molto più grandi di qualunque risposta aprioristica. Ma la mia considerazione viene da fatti reali e persone e il cammino di cui parlo, quello di Cristo, è valido sempre, per ogni stagione della storia, e non perchè ce l’ho in tasca io, tipo “libretto rosso di mao”, ma perchè si è dimostrato tale da 2000 anni. Io posso dire “io” in virtù di questo, perchè l’ho sperimentato, quel cammino e davvero ti fa sentire più vere tutte le cose, non ti anestetizza, non ti solleva, non ti esime. Il rischio vero oggi è che quello che ho incontrato possa diventare un ricordo, cioè che non diventi un cammino, una storia, ma che rimanga lì come una statuina graziosa ma che non c’entra con l’esistenza. Mi sembra che il potere dominante, la pretesa della scienza di risolvere, di consolare le nostre sofferenze, sia oggi proprio un modo di far diventare l’incontro con Cristo solo un mito da appiccicare alla perete, come il Che. Invece Cristo è una storia presente adesso, che mendica la mia vita, il mio cuore e mi chiede tutto perchè tutto mi dà. Quando ho consapevolezza di questo, mi dispiace per il mondo, ma tutto il resto vale meno di niente. Per questo per me non è un a-priori, e spero che tutti possano incontrare quello che io ho incontrato e che mi fa vivere in pienezza ogni cosa, gioia e dolore.

    3. paulbratter

      l’incontro con Cristo è personale. parlare per conto di Cristo spetta, eventualmente, solo alla Chiesa. Ad esempio per la fecondazione assistita la preoccupazione è, giustamente, per gli embrioni non utilizzati, sul perchè una donna ne faccia ricorso nei limiti accettati dalla Chiesa è storia personale a volte complicata a volte dolorosa, a volte non ha a che fare con “supemercati, offerte speciali e conti da pagare” o irragionevoli desideri di maternità.

    1. Luigi

      @Grazie – Se non mi ha cambiato la mia sottomessa in 17 anni di matrimonio + 5 da morosi sarebbe stato molto difficile

    2. @ Luigi (“Grazie – Se non mi ha cambiato la mia sottomessa in 17 anni di matrimonio + 5 da morosi sarebbe stato molto difficile”)

      ..Ma tu sei perfettamente consapevole che le tue “cazzate” sono le più acute responsabili dei suoi sorrisi.
      Io ( e la tua sottomessa certo) ti supplichiamo di non smettere 🙂

      (Ma…dove diamine eravate, voi tutti, mentre io raminga e solitaria mi aggiravo in vespai d’atei con la mia minuscola lanterna accesa senza un cane cattolico a farmi compagnia, ah???
      Allora? e allora? Dove, eh?

  21. Pingback: L’impari opportunità – di Cyrano « Cuore d'Europa – il blog

  22. Fefral

    C’é comunque differenza tra castità e verginità.
    Si può essere vergini e per niente casti. E naturalmente casti senza essere più vergini.
    La verginità è uno stato, la castità una virtù. E si può vivere questa virtù copulando anche tutti i giorni. Quindi Luigi…rilassati 🙂

  23. Luigi

    Cyrano, molto bello quello che hai scritto. Tieni di buon conto il tuo padre spirituale, il mio purtroppo è morto da un bel po’ (25 anni circa) e sono orfano, spero mi guidi da lassù. (era un frate francescano)

  24. fefral

    @danielaquellanuova “Ma…dove diamine eravate, voi tutti…”
    daniè eravamo dove siamo sempre stati e dove ti trovavi anche tu, mescolati come lievito in mezzo alla massa

  25. fefral

    comunque, rientrando in me anche io dopo il terzo grado fatto a danielaquellanuovagiovaneaspiranterossana, e tornando al tema del post di Cyrano, la castità (e l’educazione ad essa) è una sfida che ho raccolto in età già matura e ne sto scoprendo la bellezza giorno dopo giorno.
    E’ una virtù un po’ incompresa, perchè viene sempre vista come negazione di qualcosa. Quando è invece una profonda affermazione di sè. E’ il vestito dell’amore vero, è ciò che fa la differenza tra amare e possedere una persona, qualunque persona, il coniuge, il fidanzato, l’amico.
    Copio dal catechismo
    2337 La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità, nella quale si manifesta l’appartenenza dell’uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell’uomo e della donna.

    Quindi non è semplice continenza sessuale, è molto di più.

    E poi
    L’integralità del dono di sé

    2346 La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé. La castità rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio.

    2347 La virtù della castità si dispiega nell’amicizia. Indica al discepolo come seguire ed imitare colui che ci ha scelti come suoi amici, 232 si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della sua condizione divina. La castità è promessa di immortalità.

    La castità si esprime particolarmente nell’amicizia per il prossimo. Coltivata tra persone del medesimo sesso o di sesso diverso, l’amicizia costituisce un gran bene per tutti. Conduce alla comunione spirituale

    1. fefral

      scusate…oggi balla anche a me il pc

      Come educare i figli a questa virtù?
      Non nascondo di sentirmi assolutamente inadeguata. Non so come riuscirò a spiegare alle due femmine e al maschio che ho generato che i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio non sono una cosa buona, che è bello aspettare, che è giusto aspettare. Come glielo spieghi quando il mondo tutto ti dice il contrario? Spero però di riuscire a trasmettere loro l’amore per l’altro, il rispetto per la persona nella sua interezza, l’amore di amicizia per il prossimo. Spero di riuscire a trasmetterglielo prima di tutto con l’esempio, e poi con le parole. E spero di riuscire a star loro accanto nel modo giusto in quei difficili anni dell’adolescenza e della giovinezza, fatti di ormoni sballati, di insicurezze, di desiderio di sperimentare, di ideali grandi mescolati a istinto e passioni incrontrollate e nuove.

    2. Miriam

      quello che hai spiegato tu, Fefral, l’ho spiegato anch’io. Ma purtroppo non ho visto i risultati che desideravo!

    3. Tra s-darsi e darsi ce ne corre, il che allora non toglie che uno talvolta si possa anche dare o come anche si dice concedere (che si degni di darsi, anche, quando è il caso, o è andare troppo oltre?) (oltre che?) (ma chi non si con-cedesse non si terrà troppo prezioso?) (e a chi si con-cedesse non lo riterrà troppo prezioso?) (e allora si capisce chi si concede solo a Cristo, se ci crede, come in quanto il più prezioso ci sia, senza paragoni) (quando uno/a si è concesso non è pre-suntuoso non concedersi più a nessuno?)(e chi sarei io per decidere questo e cioè per giudicare da ora il valore degli altri?) (senza conoscerli) (bene)

  26. Miriam

    Per Fefral: “cosa è disperante, miriam?”

    che un sacerdote nell’esortare alla fedeltà richiami unicamente gli sforzi umani e non fondi tutto sul Signore, che soccorre e rende efficaci le ‘buone volontà’m che pure sono necessarie…

    1. MIRIAM: ci avevo già pensato, che dovevo aggiungere una cosa, che il sacerdote l’abbia fatto (come io ho inteso) per lasciare ,almeno nel momento della “loro” decisione, tutto il posto, lo spazio, agli sposi, che non se lo prendesse tutto Cristo, per sé. O non ce l’ha digià tutto per sé, lui?

  27. paola

    ok ragazzi sono talmente stravolta che ii mio povero neurone non gira proprio..non ne vuole sapere di impegnarsi un pochetto in un pensierino un minimo articolato..però propongo:CYRANO FOR PRESIDENT..visto che Costanza non ne vuol sapere di mettersi a capo di un nuovo partito,dicendo che ha il carisma di un tacchino,l’abbiamo trovato..è lui sicuramente…proponete un nome per il partito io sicuramente lo voto..no so ma ci ha proprio un gran carisma sto Cyrano!!!!!

  28. giuliana z.

    Torno un attimo da Paul: io parlo per Cristo perchè sennò la fede che ce l’ho a fare? è vero, la Chiesa è certo più autorevole di me , ma io dico solo ciò che nella chiesa è già stato accertato (già abbiamo citato in passato la Dignitatis Personae), quindi credo di essere abbastanza sicura e sono pronta a rendere ragione di quel che dico. Ora non voglio assolutamente dare la percezione di condannare le persone che fanno uso di tecniche scientifiche per avere figli, però giudico quelle pratiche. Mi permetto di giudicarle perchè ho fatto esperienza mia e di chi mi sta vicino di cosa è la sofferenza e di come non sia la scienza a dare risposte esaustive, ma solo l’incontro con una presenza che non censura quel dolore ma ne fa un’occasione di percorso. Se un cattolico si tirasse indietro dal dare un giudizio sui fatti dicendo “non posso giudicare” farebbe il gioco del relativismo (al solito torniamo lì!). E invece il cattolico ha incontrato il Fattore decisivo che gli permette di giudicare la realtà: sottolineo, le circostanze, i fatti, non le persone, che invece vanno abbracciate e accompagnate nella sofferenza morale o fisica. (e poi io non ce l’ho mica con chi fa le stimolazioni ormonali, quelle sono lecite, a patto che la fecondazione avvenga in modo naturale e in utero). Se la fede non introduce in noi il Fattore preponderante, come lo chiama don Carròn, allora la vita è a pezzi. E non mi basta tenerlo nel mio altarino privato, non è un fatto intimistico. Deve irrompere nella realtà, deve coinvolgere tutto. L’affezione a Cristo o è così o non è. E solo così siamo mossi a com-passione per l’altro, perchè Cristo per primo ha avuto pietà di noi. Spero di non essere dogmatica, ma per la mia vita è proprio così!

  29. Daniela Yeshua
    15 luglio 2011 a 11:09 #
    […]

    :. la rampolla “di una ricchissima, antica e nobile famiglia” …sono io.
    ———–
    così, tanto per curiosità, giusto per dire, se per caso ce ne fossero altre che bazzicano questo blog, ecco: chiamatemi.

    1. Alessandro

      “così, tanto per curiosità, giusto per dire, se per caso ce ne fossero altre che bazzicano questo blog, ecco: chiamatemi”

      ecco, se qualche rampolla facoltosa e nobile bazzica il blog chiami “scriteriato”, gli lascio volentieri la precedenza, ma se la bazzicante facoltosa e nobile avesse qualche amica bazzicante o non bazzicante ma parimenti facoltosa (son disposto a soprassedere sul nobile) si ricordi che è possibile contattare anche me…

  30. Elena

    scusate ma l’unico uomo che riesce a dominare le pulsioni fin troppo bene l’ho beccato io??? Ma che fortuna! 😀
    Scherzi a parte, ok che la sessualità maschile e quella femminile sono diverse (e quindi diversa dovrebbe essere anche l’educazione sessuale), ma a me non sembra che tutti gli uomini in circolazione siano degli infoiati che pensano solo al proprio biologico sollazzo. O sono uscita dal giro, oppure c’è qualcosa che non va in questa idea del desiderio maschile.

  31. Fefral, la casa nuova è usanza inaugurare con una cena. Ho visto passare delle buone ricette in questo blog, a me vanno bene tutte, sono di bocca buona. Io porto il vino.

  32. L’impari opportunità sarebbe una diversa educazione sessuale nei due sessi? Non credo che sia così, mi spiace.
    I genitori (gran parte di loro) non fanno educazione sessuale nè ai figli maschi nè alle femmine. Semplicemente, poi controllano di piu le figlie perché il maschio può “negare sempre negare”, la figlia incinta cade invece per forza sulle loro spalle.
    L’educazione sessuale, che implica educazione al sentimento e alla sessualità in se e per se (credi davvero di poter convincere un sedicenne alla castità? Sulla base di cosa, a sedici anni ti escono gli ormoni dalle orecchie), non va fatta solo a casa, ma va fatta a scuola. E in Italia questa cultura purtroppo non c’è. La sessualità non va negata, va spiegata e fatta conoscere, ai maschi e alle femmine. Pari opportunità, no?
    E comunque, io sono maschio, con i miei parlo di sesso e mi chiedono sempre se uso le giuste precauzioni.

    1. Ecco, Cesco: precisamente questo intendo per (dis)educazione sessuale. Credo di aver scritto intendendo proprio quello che dici tu, ma la pari opportunita’ va data nel senso di creare per entrambi i sessi la sensibilita’ che permette di non far ragionare gli ormoni, anche se ti escono dalle orecchie (si puo’ fare: sedici anni li ho avuti anch’io). 😉

    2. Gli ormoni condizionano. Ma non determinano.
      A scuola, oggi, ti insegnano solo come lasciarti condizionare abbastanza tanto da doverti incappucciare con le redini del preservativo.
      E io amo ancora cavalcarlo tutto, l’amore. Senza redini. E senza sella.
      Lo insegnerò sia al piccolo che alla piccola, quando li avrò.

    3. @cyrano: guarda, non credo sia solo un fatto di sensibilità che, a quanto ho capito (correggimi se sbaglio) secondo te i maschi non avrebbero se non educati mentre le femmine si. Ho conosciuto fior fior di ragazze che a sedici anni avevano una intensa vita sessuale e ragazzi che hanno preferito aspettare. Io stesso ho aspettato, per quanto la mia idea sulla religione sia diametralmente opposta alla tua.
      Credo che il concetto di astinenza non sia un qualcosa da insegnare agli adolescenti;; certo, è importante fargli capire che il sesso è un qualcosa di importante, ma il resto spetta a loro. E quando decideranno di farlo, è importante che sappiano come si rimane incinta e cosa sono le infezioni sessualmente trasmesse, e come si prevengono le due cose.

      @Daniela: certo che non determinano, per fortuna, altrimenti saremmo tutti bestie.
      Ma nel momento in cui un ventenne, non piu sotto il giogo degli ormoni, trovata una persona che ama, decide di fare l’amore, non vedo perché dovrebbe rinunciare a proteggere se stesso e la/il compagno/a, tantomeno rischiare una gravidanza indesiderata.

  33. La castità la suggerirò sottovoce ai miei bambini, con delicatezza, sin da quando sono bambini, prima che sia troppo tardi e dimentichino che l’unico modo e l’unico senso della castità è nel rimanerlo, bambini dentro, nonostante il fracasso degli ormoni di qui da venire, nonostante la pubblicità che vedranno a tavola a pranzo, nonostante i distributori di preservativi a scuola a destra delle merendine, nonostante l’insegnante di religione che osa chiamare “figli della scimmia” i figli di Re che sono i miei figli.

    Mi piacerà da impazzire sedermi a tavola, spegnendo almeno 2 minuti il televisore, gustarmi per la milionesima volta -sempre come fosse la prima- la corolla di prole che il buon Re s’è fidato assurdamente d’affidarmi (io sogno impetuosamente, e sempre, e sogno d’averne almeno 5, di figli), me li guarderò in faccia uno ad uno, il più piccolo di loro basta che abbia almeno 5 anni per accogliere il discorso immenso sulla sacralità del sesso, sulla immensa sublimità e meraviglia di essere uomo che dona e donna che accoglie; non ci saranno api che volano o fantocce cicogne che migrano, nella mia famiglia futura voglio si rida assai e volentieri ma al contempo chiamando tutte le cose per nome.
    Ci saranno tempi e luoghi scanditi per i dettagli, e questo non è un surplus, rimane nella lista del fondamentale.
    Impareranno, o almeno ascolteranno che faranno un casino di errori, che non è per nulla rarissimo approdare su una minima riva di “ben fatto” dopo un miliardo di errori/peccati. Ma saranno consapevoli.

    Se ci hanno capito qualcosa, di tutto il discorso a tavola, allora è capace che il maschio rimarrà un principe e la femmina una principessa. E allora la castità non solo la perseguiranno (cadendo anche mille volte nel frattempo, straripeto) ma la corteggeranno, amandola, e follemente, perchè la castità è la sintesi di ogni bellezza e di ogni forza che ci proviene dall’Alto).

    @Cesco, tu mi dici “non vedo perché [Romeo con la sua Giulietta] dovrebbe rinunciare a proteggere se stesso e la/il compagno/a, tantomeno rischiare una gravidanza indesiderata”:
    è che io quando amo e dunque quando ardo amando (leggi –> quando farò sesso) non considererò il frutto del nostro amore come qualcosa da cui devo “proteggermi”. Mi proteggo dalle zanzare con una piastrina elettrica, dalla poliomielite con un vaccino, dalla lussuria pregando e fuggendo le occasioni, dal semaforo rosso attendendo il verde.
    Dalla superba creazione di un figlio io non posso proteggermi. Perchè sono abbastanza mediamente intelligente per chiamare la meraviglia (un bambino) per nome: meraviglia. E non mi riesce proprio di mettere sullo stesso piano la meraviglia e l’infezione sessuale da cui proteggermi.

    E allora come si fa quando s’arde amando?
    Te l’ho detto: (io) guardo il semaforo poi mi guardo la sinistra. Se non scorgo ancora una fede allora vuol dire che non sono sposata, e dunque il semaforo non è (ancora) verde.
    Mio Padre è l’unico Vigile garante della sacralità.
    Il sesso è sacro. LasciamoGli confermare tale sacralità nel Temp(i)o giusto del Sacramento matrimoniale.

    E credimi: te lo dico adesso che vergine non sono e nemmeno sposata, nemmeno innamorata. Ma l’orgasmo che mi procura la bellezza della castità, con tutto il sangue che la circondi nel conquistarla, non ha prezzo per me. E io mi sono messa in serio e consapevole cammino per ridiventarlo.
    Vergine. (Dunque bambina)
    Vorrei dirti un sacco di altre cose su ‘sta storia del ridiventare bambini, perchè credo che anche la castità… tutto, tutto il concetto di castità rientri assolutamente in quella spiazzante frase
    “Se non diventere come bambini…”
    …. Devo chiudere… A presto. Un bacio.

    1. Grazie del lungo commento Daniela, purtroppo io sono ateo e non riesco ad andare oltre semplici schemi mentali di pura logica.
      E mi trovo davanti a questa situazione: gli atei possono discriminare, e scelgono la castità se non si trovano di fronte al giusto momento per darsi all’altro. L’altro che in quel momento è giusto, non necessariamente “l’altro per la vita”. Perché anche le cose che finiscono sono belle e fanno crescere. E quando lo fanno, hanno il senso di responsabilità di cercare di evitare una gravidanza che potrebbe instaurarsi in un tempo non giusto (per me si sceglie di avere figli, non è dio a decidere per noi). Non c’è un giusto/sbagliato assoluto, ma c’è il momento, e quello va vissuto con consapevolezza.
      Dall’altra parte mi trovo davanti a cattolici che predicano valori su valori su valori, giudicando gli altri che non fanno come loro dicono, e nel buio della camera da letto usano il preservativo. E non c’è nulla di male, solo tanta ipocrisia.
      E allora se tu davvero credi e applichi la castità, allora ti ammiro perché sei coerente. Anche se non condivido il pensiero. 🙂

      1. Anche le cose che finiscono fanno crescere, certo, ma ci sono cose in cui gli uomini sono a loro agio solo se non finiscono – in generale, tutte quelle orientate alla felicità. In queste, ammettere in partenza che possano finire, significa regalarsi un tarlo d’infelicità in una situazione che invece potrebbe regalare serenità e pace. Poi, qualunque cosa tu intenda col dirti “ateo”, spero tu non presuma che noi qui non si faccia uso di logica. Infine, tra “scegliere di avere un figlio” e “lasciar decidere Dio” la faccenda è un po’ più sfumata di come l’hai dipinta tu, ma questa è un’altra storia: noi parlavamo dei presupposti, di quella libertà e purità di sguardo che – se non ti è stata data prima e se non l’hai curata – non la improvviserai.

    2. Sai che c’è, invece? Io credo che anche la felicità e le cose “cose orientate alla felicità” possano finire. E sapere che questo potrà accadere non ci priva della capacità di apprezzarle, di cercarle, di viverle, e nel frattempo, di essere felici. La felicità assoluta non esiste, per me. Esistono “momenti di felicità”, piu o meno lunghi ma, lo ripeto, non per questo non importanti.
      Ma forse qui entra in gioco proprio una diversa visione del mondo, e probabilmente potremmo stare a botta e risposta per cinquanta commenti senza giungere a un punto di incontro. 🙂
      No, non volevo dire che qui non si fa uso di logica. Solo che la visione piu “terra terra” (non ho ancora preso il caffè e non mi vengono in mente espressioni migliori) della vita e delle situazioni mi sembra piu tipica di noi atei: la nostra morale e la nostra etica derivano da noi e dall’educazione che abbiamo ricevuto, per cui la manifestazione delle nostre azioni è di fatto la manifestazione della nostra visione della morale. Invece vedo molti cattolici (probabilmente non è il vostro caso, come ho già detto) che sblaterano su fantomatici principi morali da imporre agli altri e poi invece fanno quello che gli pare per quanto riguarda la loro sfera privata. E, a logica, questa è ipocrisia, no?
      Sulla faccenda dei figli, mi spiace, ma io in questo sono schematico e scientifico: se non usi precauzioni, che tu sia sposato, fidanzato o sia con una persona conosciuta da due ore, se non usi una precauzione c’è una quota di possibilità di rimanere incinta. Che tu voglia Un figlio o meno.

  34. Fefral

    @Cyrano occhio, questa vuole almeno 5 figli! Pensaci bene!
    @Daniela…invidio un po’ il tuo entusiasmo, due dei miei tre figli hanno già superato i 5 anni e non si è mai parlato di api e fiori, ma nella pratica non è, almeno per me, così poetica come la racconti. Peró è bello scoprire che in giro ce ne è di donne giovani che ragionano come te e sanno di cosa parlano.

    1. Eh…5…si…
      avrò una casa piena di miele, si, povero mio marito, mica per la dolcezza, è per l’energia che gli serve, santo cielo quanto miele a casa mia (ah: e oltre ai libri, cattedrali di libri, fiorellini, e fiorellini dappertutto. )
      Poi, fefral: io non amo ripetermi, ma ho letto qualche tuo commento, e … sono ancora innamorata di te. Sorry….

    2. fefral

      eh daniè a chi vuoi raccontarla? due commenti sopra scrivi “nemmeno sposata, nemmeno innamorata” e poi “e … sono ancora innamorata di te”
      come la spieghi questa?

  35. Si, @Cesco, io davvero credo.
    Io ormai non riesco più a prescindere da Gesù Cristo. E’ questa l’unica debolezza che non ho.
    E ti trovo bello, posso dirtelo? Un ateo proprio bello.
    Ho sentito nel tuo ultimo commento un’austerità fiera e precisa. E io, io, la ammiro questa austerità del voler capire, con logica e dedizione, capirlo, questo presunto cattolico che parla di angeli e paradiso e sesso e madonne, tutti insieme, (presuntamente) coerentemente dentro e fuori la camera da letto, chè tutto è sacro, sia in un forum di cattolici che UUAR.
    Okei.
    Ti rispondo in breve (in breve rispetto al mio desiderio di dirti anche altro e adesso), perchè sto correndo dall’Amato, appuntamento galante serale (io so’ tutta esaggggerata: sono innamorata sul serio e l’unico modo che ho, per adesso, di qua dal Cielo, per divorare l’Amato, è in sede Santa Messa) e i miei cani devon far la pipì PRIMA che io esca:
    -si, lo penso anch’io che “anche le cose che finiscono sono belle e fanno crescere”, si, condivido.
    Solo che io non dò tutto a tutti. Tutto qua.
    Se io ti amo, e faccio sesso con te, allora ho deciso che sei tu -E SOLO TU- il destinatario totale del mio tutto.
    Io non dò tutto a tutti.
    Non tutto di me, a tutti. Anche se mi sembrava (ne ero proprio certa!) d’amarli, mentre.
    Perchè sono una laica, che forse un giorno si sposerà. Non so, forse. E darò tutto a lui, il povero martire che verrà/se verrà e me lo sposo proprio.
    E’ il sacerdote quello che dà tutto a tutti (lui non è + laico. Lui può dare tutto a tutti): s’è abbandonato alla chiamata/grazia di farcela, di dare ‘sto tutto a tutti, e l’unico modo per darsi completamente anche sessualmente a tutti, è lasciarsi trasformare nel colore del bianco, che sembra sia solo bianco mentre invece è stato talmente potente in mezzo a tutti quei colori da sintetizzarli tutti in sè. Tu vedi solo il bianco, alla fine, ma dentro ci stanno tutti i colori del mondo. Tipo la castità perpetua: tu vedi solo una talare, ma dentro ci stanno tutte le passioni del mondo, solo che per darle a tutti gli uomini, nel dono del tutto a tutti, lui le ha donate tutte a Dio, che poi distribuisce a tutti.
    Tutti noi.

    Miiii…è tardissimo…..

    1. fefral

      “E ti trovo bello, posso dirtelo? Un ateo proprio bello.”
      vabbè dillo allora che lo fai con tutti 😉

      Ora, battute a parte, Daniela scrivi cose interessanti. Soprattutto mi diverte l’entusiasmo con cui scrivi. Devi essere ancora in piena luna di miele 🙂

    2. Ti ringrazio, Daniela.
      Ho sempre voluto capire il mondo cattolico. Ho fatto un percorso che mi ha portato all’ateismo, con somma disperazione delle mie nonne, ma cerco ancora di capire il mondo di voi credenti, tutti, che davvero mi incuriosisce (e ammetto, mi fa un po’ arrabbiare quando sento alcune esternazioni soprattutto da parte del Papa, ma lasciamo perdere), e forse questo blog me ne darà la possibilità.
      Da quello che scrivi mi pare di capire che secondo te, le storie finite non erano vero amore, giusto? Beh, su questo non sono d’accordo. L’amore (dei cattolici e degli atei) nasce, cresce, può continuare o finire. Ma se finisce non è colpa nostra, tantomeno questo gli toglie valore o fa sì che quei due, tre, cinque, dieci anni non siano stati anni di amore. Ovviamente, questo secondo me. Probabilmente alla base la maggioranza degli atei è piu materialista, e quindi mettiamo in conto che anche le cose belle possono essere finite. I credenti sono ovviamente proiettati verso l’eternità, e aspirano a qualcosa di infinito. O almeno posso ipotizzare sia così.

      Spero che il tuo appuntamento sia andato bene. 🙂

  36. Io invece mi sento sempre indesiderata. Quando apro la bocca, intendo.
    Mi pento di aver scritto qualsiasi cosa l’attimo dopo averlo fatto.
    C’è un cimitero di blog cancellati alle mie spalle. Per non parlare dei Moleskine dati al fuoco. E il mio Padre spirituale -com’è buono lui…- che continua a credere che io sia una figliola così ubbidiente da mettere davvero per iscritto “quei 2/3 pensieri ALMENO che ti frullano dentro, figlia cara, fallo, ti prego” (io per non disubbidire lo faccio, una volta all’anno, ma poi mica lo sa lui che la seconda volta all’anno straccio via tutto: cavolo…mica ho disubbidito, NO? ….)
    Davvero, fefral. Anche adesso mi assale questa ben conosciuta sensazione di scomparire da qua. E vabbè.
    [Cmq nessuno mi crede -soprattutto quando mi parla di persona- che sono la più eccentrica socievolissima asociale che si sia mai incrociata.]
    Sono talmente tante ore -anni- che ormai parlo solo con Lui…
    Sarà che mi sono disabituata, fuori dal tabernacolo.
    Che animaletti strani ‘ste principesse scalze ^.^
    (E perdonate lo sfogo)

    -Grazie, fefral…

    1. fefral

      mi ha fatto sorridere questo tuo commento, daniela!
      Io non ho cimiteri di blog alle spalle ma sì diari e libri e racconti iniziati e fermi alla terza pagina.
      Già avevi scritto che di solito ti manca la “voglia” di scrivere… ecco, la voglia! Scrivere per dovere, per imposizione, perchè qualcuno ti dice “dovresti scrivere sai, sei brava, provaci” che noia. Metter su un blog per poi dover tener testa alle aspettative di chi lo legge e sentirsi in obbligo di aver sempre qualcosa di interessante da scrivere… che ansia!
      Io scrivo, riesco a farlo e ne ho voglia, solo per qualcuno. Mail, lettere, risposte in blog o in forum… solo se mi sto rivolgendo a qualcuno con cui mi interessa condividere. Anche un racconto, molto personale e privato, sono riuscita a scrivere in questo modo, perchè lo raccontavo a un amico.
      Pensa che sono arrivata anche a pregare via mail: scrivo mail a Gesù perchè a volte mi mancano le parole ma se scrivo vien giù di tutto. E allora quando sono un po’ più scarica scrivo anche a Lui
      Scrivere mi ha poi con gli anni insegnato a parlare. A volte, e forse succede anche a te?, ho l’impressione che sono talmente troppe le cose da dire che si ingolfano, si bloccano proprio là tra la gola e la lingua.
      Quando scrivo si mettono in ordine e si riordinano anche i pensieri. E così magari riesco anche a raccontarli a voce, a volte, a qualcuno, a condizione che sia molto caro o che mi abbia fatto incazzare tanto. E allora a volte scopro che quei pensieri, riordinati per iscritto e pronunciati con le parole, arrivano davvero dal cuore e al cuore vanno.

  37. paulbratter

    @cescocesto
    tu scrivi. “cattolici che sblaterano su fantomatici principi morali da imporre agli altri e poi invece fanno quello che gli pare per quanto riguarda la loro sfera privata. E, a logica, questa è ipocrisia, no?”
    Sì certo è ipocrisia. Ti ricordo che se c’era una cosa che a Gesù non andava proprio giù erano i “sepolcri imbiancati” i farisei, candidi fuori e dentro pieni di vermi.
    Il mondo è pieno di ipocriti, cattolici e non.

    1. Beh, su questo non posso che concordare. Gli ipocriti ci sono ovunque e non sto certo a quantificare quanti sono tra gli atei e quanti tra i credenti.
      Se però prendiamo solo il “caso sesso”, trovo molta più ipocrisia nel mondo cristiano (nel mondo cattolico in particolare, trovo la faccenda del celibato dei preti un assurdo anacronismo) che nel mondo dei non credenti.

    2. paulbratter

      la tua affermazione dice che molti cristiani sono ipocriti soprattutto riguardo al sesso. il fatto che molti “eludano” le indicazioni della chiesa non vuol dire che le indicazioni non siano giuste e per il nostro bene.

    3. Quello che vorrei, è che si aprisse il dibattito all’interno dello stesso mondo cattolico: se tanti cattolici eludono alcuni principi cardine della dottrina cattolica, forse allora non è la dottrina stessa a dover essere messa in discussione?

    4. “se tanti cattolici eludono alcuni principi cardine della dottrina cattolica, forse allora non è la dottrina stessa a dover essere messa in discussione?”
      no è l’uomo che è fallace e non vale “adattare” la parola di Dio secondo le proprie debolezze.
      quello che dici tu avrebbe senso se avessimo per riferimento l’uomo. ma i credenti hanno per riferimento Dio.

  38. No. Questo no, @cesco.
    Non è scientifica questa affermazione.
    E’ solo che i cristiani sono tutti “personaggi pubblici” giocano più o meno tutti allo scoperto, e allora li sgami prima (prima dei non credenti, dico) quando cadono.

    1. Daniela, posso darti un consiglio per non perdere il filo della discussione? Se posti un commento risposta a un altro, clicca “replica”, in questo modo il commento di risposta sarà posto direttamente sotto al commento a cui vuoi rispondere, e non si perde il “filo del discorso”. Un commento replica si riconosce perché sta un po’ spostato all’interno. Se qualcuno ha già replicato, basta che tu clicchi replica al primo commento, e il tuo commento andrà sotto le repliche degli altri commenti: in questo modo si tiene il filo del discorso. Indipendentemente da altri commenti che vengono lasciati. (consiglio da blogger giusto un filo piu sperto, non critica)

      Beh, ci sono tanti atei personaggi pubblici lo stesso.. E vengono sgamati anche loro se commettono errori. Secondo me spesso il “vestito morale” che si mettono addosso tanti cristiani è solo un vestito e non “parte di loro”, e quando lo tolgono per andare dietro alla loro vera convinzione, il vestito fa un tonfo che fa voltare tutti. La morale degli atei deriva solo da loro, e certo possono essere ipocriti anche loro, ma non innalzandosi a portatori di verità assoluta che nemmeno loro condividono, quanto piuttosto di principi di liberta personale e autodeterminazione, spesso risultano piu coerenti.

    2. Uh, grazie, @Cesco! Mica lo sapevo che funzionano così i commenti…è la mia prima volta su wordpress: GRAZIE delle tecniche delucidazioni! E speriamo di non aver toppato anche ‘stavolta OH NO..? Be’, lo scoprirò quando sarà troppo tardi, già).

      1. “La morale degli atei deriva solo da loro”, tu mi dici:
      questo è molto dubbio per me, che derivi SOLO DA LORO, ma il discorso qui sfuma in qualcosina d’altro che se vuoi ne parliamo ma mi pare di essere già abbastanza off topic io, qui…

      2. “il “vestito morale” che si mettono addosso tanti cristiani”:
      eccavolo, se è solo un vestito -e se è SOLO morale- allora è chiaro che siamo ancora all’inizio del lavoro, del lavoro su noi stessi, intendo, perchè Cristo è qualcosa d’altro ( e quando scrivo così, Cesco, io TI SUPPLICO di non dare mai per scontato che io sia una “convertita”, io sono solo una in cammino, e credimi che te lo dico senza un filo di umiltà, soprattutto perchè io umiltà ancora zero spaccato, ma la riconcorro a perdifiato, questo siiiiiiiii, oh si, oh si/oh si/oh si (leggilo tipo pre orgasmo, il mio, chè diventare umili per me è un amplesso multiplo di cui sarei incapace di godere sottovoce; e se ti stai chiedendo il perchè è perchè “l’umiltà è verità” e j’adore la Verità, olè).

      3. “non innalzandosi [gli atei] a portatori di verità assoluta”:
      Ehm….ehm…i cristiani parlano di “verità ASSOLUTA”…ehm…perchè….be’…ecco…è proprio A S S O L U T A. Tipo che c’ha un Nome e Cognome…e…ecco…si….effettivamente….eccavoloo se è assoluta, Lei.
      Però io cristiana non la “detengo”, no, piuttosto mi sollazzo non poco nella certezza che sia Lei, a tenere me. Piccinissima ma preziosissima ( per Lei, la verità assoluta, che abbiamo capito essere una Persona, voilà)

      4. ” quanto piuttosto di principi [degli atei] di liberta personale e autodeterminazione,”:
      Cesco, sempre col corazon in mano ti dico che per anni questi principi da te suddetti sono stati la mia strabandiera personale.
      Cesco, mi si è liquefatto il cuore, dopo, quando ho scoperto che non mi portavano da nessuna parte, se continuavo a NON metterci al fianco qualcosa di +, se continuavo a trattarli come obiettivi e non come mezzi verso il Bendetto qualcosa di +.

      Miiiii…ma quanto parlo….( e mi pare che devo ancora rispondere a un paio di altri tuoi commenti per me…c’est duuuuure, monsieur!)
      Eddai, e dillo che te sei stancato eh? vabbè, io torno a leggermi il tuo bloggino che è simpatico assai e non sai quanta invidia mi fai: io sono totalmente incapace di mettere su un blog per + di due giorni di fila. Abortisco subito, io ^.^

    3. Ma figurati! Anch’io ho imparato a usare Worpdress smanettando un po’ e chiedendo in giro 🙂

      1. Io sono anche pronto a parlarne, ma possiamo anche rimandare e attenerci al merito della discussione.

      2. Su questo concordo. Quello che volevo dire infatti è che molti sono “cattolici per praticità”, ma probabilmente anche questa faccenda è parecchio fuori argomento 🙂

      3. Ok che tu ritieni che la Verità sia unica e assoluta, però per gli atei non è così.. E, anche qui andiamo off topic, forse nemmeno per tanti cattolici. Che magari credono fermamente nei valori di dio e della chiesa ma ne mettono in discussione alcuni. La discussione è alla base della crescita di una persona e della comunità, e allora perché non dare voce anche a loro?

      4. Per me per ora questi sono i valori in cui credo. Chissà, magari tra dieci anni sarò su questo blog a difendere i valori cristiani contro un altro ateo convinto. 🙂

      Non mi sono stancato, potrei parlare di queste cose per ore e ore.
      Gira pure sul blog ma occhio, ci sono alcuni interventi un po’ astiosi contro le uscite del Papa.. Almeno così sei preparata!

  39. 3. Eccavolini di Bruxelles se gli atei hanno voce! Io non parlo che cogli atei, e t’assssicuro che mai me li cerco ( me e stavo soposando uno TOOOSTO TOOOSTO l’anno scorso, pensa te)
    4. Tu sei già non più ateo. Io lo sento, sai, che quando stai per digitare la parola “dio” ti fa un po’ senso non scriverlo con la lettera maiuscola. E dimmi di no?

    (Comunque io non posso + fare complimenti qua, non posso scrivere troppe carinerie agli uomini qua, perchè
    1. Mi sgamano che sono una schifosissima sdolcinata cui cola miele dagli angoli della bocca anche se ti sei appena presentato ma che ci posso fare se -quasi tutte – le persone mi piacciono subito, eh?

    2. fefral con la scusa che ci provo con tutti non vuole ammettere di essere stragelosa.

    3. Io amo questo papa + del precedente, che era fico e si vedeva: questo è strafico ma non si vede. Che di Papa Razzi ne se parli male è come picchiarmi in volto al di qua di un vetro. Ergo: si faccia pure, panta rei, ma veritas manet ( e un giorno la vedranno tutti)
    ^.^

    1. “tu sei già non più ateo” è una frase che mi fa riflettere, sai? Pur non avendo fatto catechismo ho avuto delle nonne molto spirituali, e qualcosa della loro mentalità mi dev’essere comunque rimasto dentro. Ma ti assicuro, se scavo a fondo e mi faccio delle domande, le mie risposte sono da ateo. Certo, così come la scienza non è assoluta, io non mi trovo ad avere la certezza della mia idea, però sono decisamente “abbastanza ateo”. (in realtà scrivo Dio maiuscolo e poi devo correggere, lo ammetto)

      mi sa che non ci siamo capiti, io non dicevo dare voce agli atei (che ce l’hanno, ovvio, anche se attualmente non nel mondo politico), ma a quei cattolici che non concordano con alcuni principi della chiesa (penso in primis al celibato).

      Allora continuerò tranquillamente a scrivere cattiverie sul Papa, se tanto non ti disturbano.

      Ps. Per replicare a questo commento e continuare a tenere il filo, devi cliccare “replica” sotto al tuo commento, così finirà sotto questo.

  40. fefral

    ho letto tutto lo scambio. Aggiungo solo, attenzione a non chiamare ipocrisia il fatto che il cattolico è un uomo come tutti gli altri. E quindi può succedere, succede, che da una parte crede fermamente in certi valori ma nello stesso tempo non riesca a viverli.
    Certo, c’è anche l’ipocrita, ce ne è tanti, purtroppo anche tra tanti uomini di chiesa. Ma non sempre è ipocrisia quella che gli fa dire per esempio “che bella la castità” e poi magari non riesce a mantener fede al suo proposito di viverla.

    1. Certo fefral, su questo hai ragione da vendere. Io ovviamente parlo di ipocrisia pensando soprattutto ai politici che si riempiono la bocca con i “valori cristiani” e poi quei valori proprio non li hanno, non è che ci credono ma non riescono a viverli. (e qui aprirei un enooorme dibattito sul tema famiglia adozioni divorzio, ma direi che non è il caso)
      Dall’altro lato, penso a conoscenti che mi parlano del “peccato dell’aborto e blablabla”, quando loro per primi, e fidati lo so, se ne avvarrebbero in caso di gravidanza. Ok i valori, ok la fede, ma mi disturba sinceramente chi tenta di impormi dei valori che nemmeno lui rispetta.

  41. luigi swich

    molto bene, Cyrano.
    ottima riflessione (ma attenzione alle doppie negazioni involontarie) – da adulto nonostante la tua giovane età – in linea col Miriano-pensiero.

  42. Sebastiano

    Cyrano, mi complimento con te, splendido articolo.

    Abbiamo bisogno che tanti ci ricordino, con esempio e discorsi, cos’è veramente il sesso e l’amore.

    1. Per i discorsi potete accomodarvi! 🙂 Per l’esempio ripassate un altro giorno! 😉
      Ci proviamo, Sebastia’… Grazie comunque del sostegno.

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