Metodi naturali, una strada per conoscersi

L’Humanae Vitae è molto più che un no alla contraccezione e un sì ai metodi naturali, ma forse può essere utile a qualcuno ricordare i fondamentali, per cui pubblichiamo questo contributo di Anna Debenedettis, per chi non sapesse nulla, ricordando che qui  si può cercare un insegnante dei metodi, il o la più vicina a voi, per regione o città. Un lavoro capillare e gratuito, un vero servizio all’uomo e alla donna nella loro verità.

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Metodi di Regolazione Naturale della Fertilità: una strada per conoscersi

di Anna Debenedettis

Cosa sono i Metodi Naturali di Regolazione della fertilità? Né metodi per coppie frustrate che non vogliono usare contraccettivi, né strumenti poco affidabili e di scarso valore scientifico. Sono, invece, una splendida occasione per la donna, per l’uomo e per la coppia di vivere la propria sessualità e fertilità da veri protagonisti. Chiunque, nella vita – guadagnando più gusto nel vivere –  è pronto a seguire uno strumento, una strada o una persona che lo aiuta a vivere da protagonista un “pezzo di realtà”. Ecco: i Metodi Naturali sono uno strumento per questo.

Se chiedessimo a qualsiasi persona, ragazzo, donna, moglie cosa siano i Metodi Naturali di Regolazione della Fertilità, non saprebbero bene cosa rispondere, e non lo saprebbero nemmeno la maggior parte dei sacerdoti (che quando sanno, si limitano a qualcosa di molto antico e superato). Non lo saprebbero, purtroppo, neppure la maggior parte dei medici e degli operatori che pure ruotano intorno all’affascinante tematica della fertilità. Tutto ciò non è certamente imputabile a precise responsabilità da parte loro, dal momento che al riguardo vi è scarsa formazione e molti luoghi comuni. In più, forse per pregiudizio, viviamo in un’epoca in cui preferiamo delegare ad altri, persone o strumenti che siano, anche le responsabilità più grandi della nostra vita, come per l’appunto quella di decidere del nostro corpo o la decisione di voler accogliere un figlio. Non ci fidiamo più della realtà e della natura, pensiamo di non essere in grado di far fronte alle responsabilità che diverse situazioni impongono, occorre quindi essere accompagnati in questo e scoprire la precisione con cui siamo fatti. Delegare non è sbagliato in sé, ma se ridotto a gesto arido e privo di coscienza fa perdere il meglio! I metodi sono un’occasione per riappropriarci del nostro corpo – che è un regalo preziosissimo – fatto con leggi precise e ordinate, e rappresentano, inoltre, una strada privilegiata per provare a comprendere un pezzettino di più quel mistero e quella diversità di un uomo e una donna: due universi differenti. Come diceva Gaber: “Sì, secondo me la donna e l’uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché proprio da questo scontro incontro, tra un uomo e una donna, che si muove l’universo intero.
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro
.”(1)

 

Cosa sono e come funzionano?

I Metodi non sono contraccettivi naturali. Possono essere appresi, infatti, con tre finalità: per una conoscenza di sé (per questo l’invito ad imparare i metodi è rivolto anche a ragazze adolescenti o a donne non sposate o consacrate); per rinviare o per evitare una gravidanza; per essere usati come prima scelta per cercare una gravidanza anche nelle difficoltà di concepimento. (6)

Come funzionano? Questi metodi consentono di individuare all’interno del ciclo femminile il periodo fertile ed i tempi non fertili, attraverso l’osservazione quotidiana di alcuni segni e sintomi naturali di fertilità strettamente dipendenti dall’andamento ormonale proprio di ciascun ciclo (2). Ogni donna, ogni coppia, infatti, hanno una loro storia precisa, occorre quindi conoscere se stessi e decidere di intraprendere un percorso personale. Non potrà mai funzionare imparare i metodi da autodidatti o confrontandosi con altri utenti, come sarà spiegato a breve.

Quali sono i metodi naturali? Il Metodo dell’Ovulazione Billings ed i metodi Sintotermici (metodo Sintotermico CAMEN e metodo sintotermico Roetzer). Essi possono essere applicati in ogni circostanza della vita della donna:

  • Cicli regolari e irregolari
  • Situazioni di stress
  • Allattamento al seno
  • Premenopausa
  • Dopo la sospensione dei contraccettivi ormonali

 

Il Metodo dell’Ovulazione Billings e i Metodi Sintotermici

Il Metodo dell’Ovulazione Billings, che deve il suo nome ai suoi ideatori – i coniugi John e Lyn Billings – si basa esclusivamente sulla rilevazione quotidiana del “sintomo del muco”, che rispecchia le caratteristiche modificazioni della secrezione prodotta dal collo dell’utero per effetto della stimolazione degli ormoni ovarici (estrogeni e progesterone). Perché il muco è un indicatore così affidabile? Perché è uno specchio di tutto ciò che avviene nell’ovaio: tutto ciò che accade al suo interno viene comunicato con messaggi ormonali sul collo dell’utero. Dunque possiamo capire se siamo lontani, nei pressi, o proprio nei giorni dell’ovulazione. (2)

Ogni donna può riconoscere con facilità l’andamento della secrezione del muco facendo attenzione alla sensazione percepita a livello vulvare, durante lo svolgimento delle sue normali attività.
Il metodo Billings è molto utile in tutte le situazioni in cui l’ovulazione è ritardata o manca del tutto (quali, ad esempio, l’allattamento). Inoltre, evidenziando il giorno del ciclo con più alta probabilità di concepimento, il metodo Billings può essere di particolare aiuto per le coppie che ricercano la gravidanza o sub-fertili (3).

Metodi Sintotermici si fondano sull’osservazione di più effetti fisiologici prodotti dagli ormoni ovarici durante il ciclo femminile. I principali sono: il muco cervicale, la temperatura basale e le modificazioni della cervice uterina.

Nello specifico l’andamento del sintomo del muco cervicale identifica il periodo fertile, mentre il rialzo della temperatura basale, indicatore attendibile di ovulazione avvenuta, conferma l’inizio del periodo sterile. In aggiunta ai segni maggiori vi sono sintomi minori, quali i dolori addominali, la tensione al seno, le perdite ematiche intermestruali. L’osservazione di tutti questi segni e sintomi consente di riconoscere il periodo fertile ed i tempi non fertili, indipendentemente dalla regolarità o irregolarità dei cicli della donna.

La combinazione in diversa maniera di questi segni determina la possibilità di avere più metodi sintotermici ed in particolare differenzia il Metodo Sintotermico CAMEN ed il Metodo Sintotermico Rötzer (2).

Sono affidabili? Se correttamente appresi ed applicati, la loro efficacia – comprovata da numerosi studi scientifici – è del 98-99%.

 

Come impararli?

Lo abbiamo detto: vietato essere autodidatti! Altrimenti poi è facile dire che “non funzionano”. Primo passo: cercare un’insegnante certificata, diplomata e abilitata da uno dei Centri Regionali riconosciuti dal Centro di Coordinamento Nazionale (Centro di Studi sulla Regolazione Naturale della Fertilità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).

Dopo di ciò, occorrerà fissare almeno quattro incontri base tra l’insegnante e la coppia – a distanza di due settimane i primi, e di un mese i successivi – e il tutto verrà poi adattato alle esigenze e alle caratteristiche della coppia stessa. Oltre che l’apprendimento del metodo per la finalità di ciascuna coppia i colloqui con l’insegnante sono un’occasione per i due partner per prendere sul serio questioni, domande o desideri nell’ambito della sessualità. In questo percorso è interessante, ad esempio, avere la possibilità di essere ancora più consapevoli del significato dell’atto sessuale: espressione concreta dell’amore tra un uomo e una donna. Esso è un atto di relazione, un atto di incontro intimo in cui l’uomo e la donna possono desiderare di mostrarsi nudi l’uno all’altro senza maschere, senza fingere, certi che l’uno accetta e accoglie l’altro così come è. Perchè quest’atto sia vissuto davvero, e la coppia possa goderne a pieno in un’autentica relazione, è necessario che i due si conoscano e considerino l’altro nella sua totalità. Ad esempio la curva di eccitamento nell’uomo e nella donna è completamente diversa, entrambi dovrebbero considerare questo e trovare il ritmo dettato dalla natura. Così vale per tutto il ciclo della donna, a un su e giù ormonale durante il mese corrisponde una costanza dell’ormone principale nell’uomo. Questo non può non influire nel modo di essere della donna e anche sul desiderio sessuale. Chi si affaccia a questo mondo, dunque, scopre che il primo passo è iniziare a conoscersi. Troppe poche ragazze sanno come funzionano, la precisione e il fascino dei propri ritmi biologici e come questi incidano sulla vita quotidiana e anche sull’essere donna, così come pochi ragazzi si conoscono e soprattutto pochi ragazzi conoscono la diversità della donna e viceversa. Tutto ciò meriterebbe un grande approfondimento a parte. Insomma, è un mondo vasto e misterioso, i metodi naturali, appunto, possono essere un’occasione per cominciare ad addentrarsi.

per maggiori informazioni  http://www.confederazionemetodinaturali.it/

 

(1) Gaber, Secondo me la donna

(2) http://www.confederazionemetodinaturali.it

(3) Pilar Vigil Portales, “Amare ed essere amati. Fondamenti per un’autentica educazione all’amore”

(4) Fabio Veglia, “C’era una volta la prima volta”

(5) E. Giacchi, Sgrotto e G. Bozzo, “Il periodo Fertile”

(6) Gabriella Paci, “La fertilità umana bene prezioso da conoscere e valorizzare responsabilmente”

27 pensieri su “Metodi naturali, una strada per conoscersi

  1. exdemocristianononpentito

    L’handicap dei metodi naturali è che vogliono, impegno, attenzione, diligenza, e, per esperienza so che ciò che non comporta fatica e applicazione finisce sempre coll’essere preferito (sopratutto dai “distratti cronici” che non sono pochi) .
    È molto triste doverlo dire, ma l’ho riscontrato, spessissimo, essere vero.,
    Ma tant’è: è il cattolicesimo in sé stesso che pretende, dal fedele, impegno_, attenzione e dfiligenza.

    1. Thelonious

      E’ la vita (non il cattolicesimo) che richiede impegno con la propria umanità e con la realtà tutta (di cui anche la sessualità fa parte).
      Chi non si impegna con la vita non disattende – in ultima analisi – una pratica cattolica, ma la sua stessa umanità. E ci perde in gusto nel presente (il centuplo quaggiù) e nella vita eterna.
      Comunque in ogni cosa ci vuole educazione, l’educazione alla verità e alla bellezza, è questa la cosa più carente: capire che con Cristo ci si guadagna anche umanamente: è umanamente conveniente. Se non si fa questo passo è facile ridurre il cristanesimo ad una pia pratica o ad un moralismo.

      1. @Thelonius

        Perfetto. La cosa curiosa è che il richiamo all’impegno continuo, per tutto, non è solo cristiano (deriva dalla cultura del sacrificio), ma anche guardando la biologia e l’etologia (in generale, non solo per la riproduzione) ci ripetono ogni momento che la sopravvivenza stessa (delle specie e degli individui) è una continua battaglia contro forze avverse. Quindi ritenere che le cose si possano fare senza fatica non solo non è cristiano, non solo non è umano, ma è persino contro natura.

  2. stefania canepa

    Pienamente concorde con Thelonious!
    Poi lo dice la parola stessa…metodi naturali!…è una cosa naturale, che non va contro natura e rispetta il ciclo della donna e della vita. Purtroppo gli uomini voglio sempre più tutto e subito ed il cristianesimo viene concepito dalla maggior parte come un no alle cose, regole da seguire, pia pratica e moralismo…appunto!…che tristezza!!
    personalmente non potrò esserci il 9 a brescia….ma spero e chiedo vivamente, che venga pubblicato un resoconto.
    Grazie

  3. gabriella

    Non sono d’accordissimo su chi dice che richiedono impegno, si imparano con grande facilità (madre Teresa li faceva imparare ai poveri dell’India), il controllo quotidiano diventa presto routine, i giorni in cui astenersi sono pochi. Aggiungiamo che non necessitano visite mediche, sono un sostegno della donna in tutta la sua vita… Io ora sono in premenopausa e so esattamente cosa mi succede perché leggo i miei cicli senza alcun dubbio… Legare i metodi alle parole fatica e sacrificio mi sembra veramente troppo!!!

  4. exdemocristianononpentito

    Eh! Magari bastasse dichiarare che il disimpegno è anticristiano e contronatura per vincerlo! No, se ci si lamenta della pigrizia umana, vuol dire che essa ha un grande foirza che non è per niente facile abbattere! Quindi non sarei tanto sicuro che la pigrizia sia inaturale, considerata la sua grande diffusione.
    “Non bisogna credere che le passioni forti come l’amore, l’odio, l’ira, vincano sempre, perché la languida pigrizia, spesso le sopraffa’.
    (F. De La Rochefoucauld)

    1. Thelonious

      Non mi pare proprio di aver detto che basta dire che il disimpegno è contronatura per vincerlo, né che la pigrizia sia innaturale (anche se la pigrizia non coincide con il disimpegno, sono due cose diverse).
      Al contrario, ho detto che la prima questione è l’educazione, perché se manca la faticosa arte dell’educazione, è chiaro che uno si butta dove le cose sembrano più facili, proprio perché non è stato aiutato a capire i frutti di un sano impegno e le conseguenze del disimpegno.
      Quindi la frase citata, benché sia stata scritta di La Rochefoucauld, è abbastanza banale, scusa se te lo dico. Costruire è sempre più faticoso che poltrire, non è certo una grande scoperta.
      Inoltre la parola “sacrificio” non è affatto negativa, perché significa letteralmente “fare sacro, rendere sacro”. Partendo dalla coscienza che Cristo Risorto è Signore del tempo e della storia, TUTTO può essere sacro, non esistono zone d’ombra, perché tutta la vita umana è chiamata ad essere illuminata da Lui.
      Quindi, caro exdemocristianononpentito, se vuoi convincere qualcuno a fare una scalata in montagna, devi puntare al bello dello spettacolo che vedrai quando sarai sulla vetta, e scalare con qualche amico ti aiuterà ad arrivare prima e meglio in vetta. Certo, se pensi solo alla fatica, rimarrai in albergo, ma ti perderai tutto il gusto.

      1. Ri-concordo. Si può aggiungere che se ad uno non è stato insegnato lo spirito di sacrificio, o se ne frega pur avendone ricevuto insegnamento, quello inevitabilmente andrà a rompersi il naso su un muro; come il figliol prodigo (prima di “prodigarsi”) quando si ritrova a mangiare il cibo dei porci. A quel punto forse sarà più ricettivo, ed ecco che diventa importante che noi ripetiamo il concetto: perché la cosa peggiore sarebbe, nel momento in cui il tizio si è rotto il naso, che nessuno gli spieghi cosa è andato storto.

      2. exdemocristianononpentito

        E’ vvero pigrizia e disimpegno non sono la stessa cosa, ma è pur vero che c’è un’intima connessiene fra esse, ed è dato di comune esperienza che la prima spesso spesso causa il secondo.
        L’aveva detto implicitamente il Giudici che la pigrizia (“Quindi ritenere che le cose si possano fare senza fatica non solo non è cristiano, non solo non è umano, ma è persino contro natura”) ed anche te, implicitamente avevi espresso un concetto affine (“Chi non si impegna con la vita non disattende – in ultima analisi – una pratica cattolica, ma la sua stessa umanità”).
        Resta il fatto che il problema è reale e si pone continuamente, se no perchè l’accidia sarebbe stata “elevata” a vizio capitale?!
        E poi non è problema solo di pigrizia e di fatica nel senso proprio dei 2 termini (e così rispondo a gabriella) ma anche di presenza a se stessi, di distrazione, cui però ho fatto cenno.
        Io tutti i giorno devo prendere diverse compresse ed il prenderle è diventato routine, pure, talvolta mi scordo di prenderne una.
        I metodi naturali vogliono attenzion, memoria, precisione ed anche queste son cose che per un pigro costan fatica. Sapete quante volte ho sentito dei vagabondi di mia conoscenza dire: “Cosa!? E io dovrei ammattire?! Stare attento a tutto?!”
        Soprattutto quando c’è una via più comoda a disposizione.
        Il discorso sull’educazione è vero, ma fino ad un certo punto perchè io ho conosciuto tanta gente volonterosa, educata al lavoro fin dall’infanzia e che per tutta la vita aveva lavorato,ma che posta in condizione di non dover lavorare più, non si doleva di questo e si rallegrava del “dolce far niente”.
        Ovviamente tutto ciò vale per chi non ha una fede granitica, perchè, per ha QUELLA non esiste impegno troppo gravoso, per fare la volontà di Dio. Todo modo, para buscar y hayar la voluntad de Dios” (s. Ignazio)

        1. exdemocristianononpentito

          CORREZIONE: L’aveva detto implicitamente il Giudici che la pigrizia E’ INNATURALE….

    2. Beatrice

      Ex dc, però, scusami, ma il fatto che un certo comportamento sia praticato da un numero più o meno grande di persone non significa che non sia innaturale. Per esempio, esistono alcune madri che uccidono i propri figli, ma penso che non esista gesto più innaturale per una donna che quello di togliere la vita alla carne della propria carne, il frutto del proprio grembo, quello che l’istinto materno spinge ad amare e proteggere fin dal concepimento. Anche solo dal punto di vista scientifico una madre è portata a proteggere il figlio per far sì che la specie sopravviva. E allora perché non tutte lo fanno? Sappiamo che siamo stati creati per fare il bene: la Genesi dice che il sesto giorno, dopo aver dato vita all’uomo, “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”. Poi, però, è successo il patatrac e da quel momento facciamo tanta ma tanta fatica a fare il bene, mentre siamo abilissimi a procurare del male a noi stessi e agli altri, assumendo tutta una serie di atteggiamenti innaturali, cioè che vanno contro la legge naturale. Quindi sì, l’accidia è un vizio diffusissimo, a cui purtroppo cedo spesso anch’io, ma esso nasce dalla ferita originaria dei nostri progenitori e non è un qualcosa di “naturale” con cui necessariamente dover convivere, ma un qualcosa di “innaturale” da combattere. Thelonious e Fabrizio hanno fatto benissimo a ricordare che i comandamenti divini non sono regole sadiche che la Chiesa si diverte a far rispettare rigidamente per puro puntiglio moralistico e ideologico, ma sono le regole che spiegano al meglio come funziona la natura dell’uomo e del mondo, regole che una persona ha tutto l’interesse a conoscere per vivere meglio. Sono regole talmente conformi alla natura dell’uomo che a volte capita arrivino a scoprirle anche persone che non tengono in alcun conto la dottrina cattolica: su questo blog è stato fatto l’esempio della sessuologa atea Therese Hargot, che da un punto di vista totalmente laico e scientifico è arrivata alla conclusione della maggiore convenienza nell’uso dei metodi naturali all’interno dell’intimità sessuale. Ripeto: Therese Hargot, sulla base della sua esperienza professionale di sessuologa, ha capito che i metodi naturali sono quelli che rispettano meglio la salute psichica e fisica della donna in primis, ma anche dell’uomo.

  5. exdemocristianononpentito

    Poi la questione diventa veramente interessante ed ardua, quando accanto alla strada impegnativa e faticosa ce ne è un altra, agevole ed in discesa.

      1. exdemocristianononpentito

        Ah! Beh…è vero…..è vero. Però, alla fin fine un cristiano dovrebbe aver maggior fiducia nell’infinita misericordia e capacita’ di perdono, di Dio. Speriamo bene.

        1. Un cristiano deve anche sapere di non potersi fidare della propria capacità di farsi perdonare (ovvero di pentirsi) alla fin fine. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori diceva che vanno più anime all’inferno per la misericordia di Dio che non per la sua giustizia, con questo intendendo l’errato concetto di molti della misericordia divina, che non perdona a prescindere dalle intenzioni del soggetto.

          1. exdemocristianononpentito

            Ma non è sempre stato insegnato che è valido anche il pentimento finale? E che quest’ultimo, purché sincero, prescinde dalle intenzioni pregresse?

            1. Ma non è sempre stato insegnato che è valido anche il pentimento finale? E che quest’ultimo, purché sincero, prescinde dalle intenzioni pregresse?

              Certo, ma pensi che Dio arriva con una scheda tipo referendum “Vuoi pentirti? Sì / No” e la cosa è così semplice come barrare una casella? Mi ricordi certi atei ignoranti che, non avendo capito niente, accusano il cattolicesimo di ipocrisia su questo punto perché per tutta la vita uno può fare quello che vuole e poi “basta pentirsi” alla fine.

              Il pentimento non è un merito dell’uomo, ma è sempre una spinta della Grazia divina. Ma l’uomo può rifiutare questa spinta, se si è abituato a rifiutare la Grazia per tutta la vita, ostinandosi a rimanere nel peccato. Quindi la vita precedente prescinde se uno si pente sinceramente, ma le sue conseguenze possono essere un ostacolo a pentirsi sinceramente.

              1. exdemocristianononpentito

                Che ti devo dire, Fabrizio? Beato te che hai tante certezze (frutto, senza dubbio, di una fede molto più solida della mia)! Io, fra l’altro non credo più che nei i comportamenti dell’uomo sia riscontrabile una logica, per cui ritengo che gli uomini, in generale, si comportino in modo imprevedibile se non caotico.
                Per cui, nell’animo umano, può avvenire tutto e il contrario di tutto.

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  7. admin @CostanzaMBlog

    signor Mente Libera su questo blog un altro cambiava spesso nome e mail per confondere le acque, noi lo chiamavamo semplicemente Vincent Vega. Le dice niente il nome?
    Saluti Pubblicano

    1. Kosmo

      Anche quello che si chiama “Roberto” e che gli risponde spesso assecondandolo sul blog di Guzzo (e scrive spesso anche qui, credo) ha un “che” di familiare…

  8. Emanuele

    Per exdemocristianononpentito

    secondo me, il discorso pigrizia/disimpegno sta poco in piedi relativamente ad un metodo come il Billings. Quello che le serve
    una donna lo ha sempre tra le gambe, 24 ore al giorno. Difficile non percepire il muco perché sarebbe come non accorgersi di stare sudando, di avere freddo, sonno o fame. Difficile crederlo visto le martellanti pubblicità sui “salva slip” che una nota marca ha chiamato non a caso “Intervallo”.

    Il problema è invece l’ignoranza ossia il non sapere come funziona il proprio corpo. Chi tira fuori sempre la calcolatrice non è per pigrizia, ma perché non sa le tabelline e le somme.

    Il problema è che mentre la calcolatrice ha minimi effetti collaterali, i contraccettivi “per ignoranti” ne hanno molti (ovviamente taciuti e minimizzati).

    P.S.
    Ovviamente l’ignoranza qui non è dovuta allo studente svogliato o pigro, ma alla carenza, se non completa assenza, degli insegnanti.

    Purtroppo in questo settore la chiesa è molto lacunosa. Abbiamo tesori come la Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo II che rimangono a far polvere in archivio, preferendo strizzare l’occhio ai Gay Pride ed al Love-is-Love.

    Così ormai viviamo in una società ipererotica e sessuofoba al contempo. Mai credo l’ignoranza dei giovani (e meno giovani) abbia raggiunto i livelli attuali. Si vorrebbe fare sesso tutti i minuti ma non si sa come e perché. Si ha paura di tutto: delle malattie, delle gravidanze, dei ritmi, del mestruo. Si è elevato il godimento genitale a valore massimo, addirittura fondamento delle coppie omosessuali, tralasciando che siamo esseri sessuati e sessuali dalla testa ai piedi.

    1. exdemocristianononpentito

      Non saprei risponderti, non sono un medico e non sono una donna e non so proprio come funzioni esattamente il metodo Billings in rapporto al muco. Non so, se e in quale misura, si debba tener conto della frequenza e della quantità di muco.

  9. Su i vostri discorsi non sempre vi capisco….il pentimento è sempre una grazie che non viene da noi…ma è grazia….solo il Signore è Santo….la penso cosi….noi siamo peccatori, oggi è la festa di Maria L’immacolata che serbava tutto nel suo cuore, la Sua umiltà sorpassa ogni uno di noi…..
    La strada è lunga…..
    Grazie e buona domenica a tutti.

  10. Benedetto XVI

    6. La teologia della creazione, presente nel libro della Genesi, fornisce il punto di vista fondamentale per la comprensione adeguata dei problemi posti dall’omosessualità. Dio, nella sua infinita sapienza e nel suo amore onnipotente, chiama all’esistenza tutta la realtà, quale riflesso della sua bontà. Egli crea a sua immagine e somiglianza l’uomo, come maschio e femmina. Gli esseri umani perciò sono creature di Dio, chiamate a rispecchiare, nella complementarietà dei sessi, l’interiore unità del Creatore. Essi realizzano questo compito in modo singolare, quando cooperano con lui nella trasmissione della vita, mediante la reciproca donazione sponsale.

    Il cap. 3 della Genesi mostra come questa verità sulla persona umana quale immagine di Dio sia stata oscurata dal peccato originale. Ne segue inevitabilmente una perdita della consapevolezza del carattere di alleanza, proprio dell’unione che le persone umane avevano con Dio e fra di loro. Benché il corpo umano conservi ancora il suo « significato sponsale », ora questo è oscurato dal peccato. Così il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf. Gen 19, 1-11). Non vi può essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali. In Levitico 18, 22 e 20, 13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, l’Autore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale.

    Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, San Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all’interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf. 1 Cor 6, 9). In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, ma collocandosi nel nuovo contesto del confronto tra il Cristianesimo e la società pagana dei suoi tempi, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecità nella quale è caduta l’umanità. Sostituendosi all’armonia originaria fra il Creatore e le creature, la grave deviazione dell’idolatria ha condotto a ogni sorta di eccessi nel campo morale. San Paolo trova l’esempio più chiaro di questa disarmonia proprio nelle relazioni omosessuali (cf. Rom 1, 18-32). Infine, in perfetta continuità con l’insegnamento biblico, nell’elenco di coloro che agiscono contrariamente alla sana dottrina, vengono esplicitamente menzionati come peccatori coloro che compiono atti omosessuali (cf. 1 Tim 1, 10).

    7. La Chiesa, obbediente al Signore che l’ha fondata e le ha fatto dono della vita sacramentale, celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell’unione amorosa e donatrice di vita dell’uomo e della donna. È solo nella relazione coniugale che l’uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto. Pertanto una persona che si comporta in modo omosessuale agisce immoralmente.

    Scegliere un’attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale. L’attività omosessuale non esprime un’unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un’esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l’essenza stessa della vita cristiana. Ciò non significa che le persone omosessuali non siano spesso generose e non facciano dono di se stesse, ma quando si impegnano in un’attività omosessuale esse rafforzano al loro interno una inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento.

    Come accade per ogni altro disordine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio. Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l’omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico.

    8. L’insegnamento della Chiesa di oggi è quindi in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione. Anche se il mondo di oggi è da molti punti di vista veramente cambiato, la comunità cristiana è consapevole del legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l’hanno preceduta « nel segno della fede ».

    Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all’interno della Chiesa, esercitano una fortissima pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all’interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un’ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.

    I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all’insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.

    9. Anche all’interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l’insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l’egida del Cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

    È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l’omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell’omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.

    La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento. Essa si preoccupa sinceramente anche dei molti che non si sentono rappresentati dai movimenti pro-omosessuali, e di quelli che potrebbero essere tentati di credere alla loro ingannevole propaganda. Essa è consapevole che l’opinione, secondo la quale l’attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l’espressione sessuale dell’amore coniugale, ha un’incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo.

    10. Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.

    Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano.

    Joseph Cardinale Ratzinger

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    9 GIUGNO 2018
    BENEDETTOXVIBLOG
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    Un pensiero su “La chiesa classifica i matrimoni omosessuali come immorali, artificiali e dannosi . Benedetto XVI. La donna non si vestirà da uomo, né l’uomo si vestirà da donna; poiché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio. Deuteriromio 22:5”
    mariagrazia199676221
    9 GIUGNO 2018 ALLE 15:32
    L’ha ribloggato su Pastor Aeternus proteggi l’Italia.

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