Cara Benedetta

di Costanza Miriano

Cara Benedetta, la mattina del vostro matrimonio, alle 10, stavo ancora calcolando se avrei fatto in tempo a saltare su un treno, lasciare tutto, chiedere alla tata di venire a casa mia per una dozzina di ore (Guido doveva lavorare), scoprire che aveva da fare con la nipotina, cercarne un’altra, far arrabbiare mio marito, lasciare a tre quarti il cambio di stagione e la battaglia contro i tarli della credenza della cucina, coprire con un telo il chilometro quadrato di pentole abbandonato in salotto per pulire la credenza, mettere il vestito verde da cerimonia (non stirato), tirare fuori i sandali del mio matrimonio, ricoprire sommariamente le unghie dei piedi con uno strato di smalto nuovo sopra quello vecchio e partecipare almeno alla messa, per essere al vostro fianco in questo inizio di un’avventura che è cominciata e non finirà mai.

Alla fine, come sai, sono rimasta a casa, pensando continuamente a te e Federico, e anche a Raffaella e Andrea, don Vincent, Lucia, Simone e Maria, Giulia, Giuseppe e Monica, Benedetta, Giacomo, monsignor Negri e tutti gli innumerevoli amici che avrei voluto abbracciare. Sono rimasta soffrendo, in quella che è la tipica sofferenza femminile: quella di dover dire dei no a qualcosa per dire dei sì a qualcos’altro, anche quando il nostro cuore sanguina e vorrebbe dire tutti sì, e in questo caso un sì grosso come una casa.

Sono rimasta per custodire il mio matrimonio, un po’ tirato da tutte le parti per i miei impegni, che ci hanno regalato una rete ricchissima e meravigliosa di relazioni – di cui tu sei uno dei pezzi migliori – stupende ma impossibili da custodire tutte.

Sono rimasta per obbedire alla mia realtà (una serie di circostanze aveva convinto mio marito a non partire, e venire da sola a festeggiare un matrimonio non era una scelta da sposa).

Sono rimasta perché ho pensato che mi avresti perdonata, perché so che hai un cuore grande.

Sono rimasta perché ho pensato che il modo migliore per custodire il tuo matrimonio e quello delle persone care è stare nel mio, mettendolo prima di ogni altra scelta e relazione, comprese quelle con i figli.

Come sai (per “colpa” di don Vincent), ho cercato di starti vicina come potevo (don Vincent, non si fa la spia!) e continuerò a farlo quando sarete messi alla prova. Perché, ci puoi contare, succederà. Le cose di Dio funzionano così, vengono provate, a volte anche col fuoco. La tua, la vostra compagnia di amici ci sarà, e io con loro. Nessuno può essere lasciato solo a combattere, e tante coppie che abbandonano la trincea lo fanno perché sono rimaste sole al fronte. Tu invece hai un popolo, un intero popolo che ti sostiene e che ti ama. Nonostante questo, non dare per scontato che sarà facile. E quando dovrà scattare l’operazione  Save Private Benedetta, io ci sarò. Sarò una delle tue tante sorelle, sarò “come muro di bronzo” – dice la Bibbia – davanti al nemico.

Ogni famiglia – una coppia aperta alla vita è già una famiglia – dovrebbe adottarne un’altra, perché è importante avere come famiglia altre famiglie intorno che ti dicono voi – non tu e Federico, ma proprio voi due, una carne sola – siete importanti per noi, ed è importante che siate sostenuti nella fatica, quando arriverà, e nella gioia, perché sia resa a sua volta feconda per altri,

Cara sorella, tutto quello che ho capito del matrimonio ho provato a scriverlo e tu già sai tutto. Non posso aggiungere molto, ma in questi anni che sono passati da quando ho scritto i libri sul tema ho provato a vivere quello che avevo scritto (si sa che nella Chiesa ci sono vari carismi, c’è chi predica e chi razzola: io avevo scelto di predicare ma mi sa che mi tocca anche un po’ razzolare, ogni tanto). E provando a vivere, la certezza che mi brilla sempre più chiara nel cuore è che c’è uno spazio di distanza tra gli sposi, quella distanza che probabilmente oggi non vedi, ma che ogni tanto si farà sentire, poco o molto. In quella distanza, in quello spazio a volte anche doloroso di incomprensione, o almeno di mancata simbiosi, di quella fusione a cui il nostro cuore tende, c’è la possibilità di dire un sì al Signore, con un cuore sempre più docile, come quello Immacolato di Maria che oggi festeggiamo, a te tanto caro. Cuore immacolato vuol dire cuore che non spera niente per sé, capace di aderire totalmente alla volontà di un altro. La volontà di Dio è che tu cerchi di fare quella di Federico.

Forse dovrei dire qualcosa anche a tuo marito, ma come sai non ho ancora avuto tempo di conoscerlo (quando l’ho visto non eravate ancora “morosati”, come dici tu, quindi non l’ho scannerizzato). Inoltre non parlo il linguaggio dei maschi, e temo di doverci rinunciare, non avendolo imparato in venti anni. Ma soprattutto, cara sorella, io penso che la temperatura, il livello di un matrimonio sia dato dal livello spirituale della donna, perché Dio affida l’umanità alla donna. Dio affida Federico a te, e so che non poteva trovare di meglio. Quindi questa lettera, che è anche per lui, l’ho scritta pensando soprattutto te mia dolce, combattiva, ardente amica, sorella minore di età, maggiore nella fede. Ti auguro buon cammino e non vedo l’ora di abbracciarti!

13 pensieri su “Cara Benedetta

  1. Leggo sempre con grande piacere i suoi blog ( mi sono stati segnalati a suo tempo dalla mia figlia maggiore). MI trovo a volte anch’io a dover rinunciare a qualcosa che vorrei fare ( partecipazione eventi e convegni) e che non faccio per la famiglia. Meno male che adesso con tutta la tecnologia che c’è, posso lavorare da casa! Buona giornata!

  2. Marco

    Non crede, signora Costanza, che l’umanità sia affidata anche all’uomo? Non si affidano in maniera reciproca gli sposi?

  3. Andrea Canale

    Grazie per averci donato un chiaro esempio di discernimento
    Come marito e padre di tre figli auguro al marito della Tua amica di sentirsi anche lui attivamente chiamato alla custodia del loro matrimonio

  4. PieroValleregia

    salve
    ad agosto, il 1, celebreremo diciannove anni di matrimonio (credo sia un piccolo record di questi tempi).
    Ormai, pur mantenendo sempre una flebile speranza, ero convinto di non sposarmi più, poi, nel luogo forse meno indicato per iniziare una storia d’amore, lo stadio Ferraris di Genova per seguire il mitico Genoa, ho conosciuto Barbara.
    Lei cattolica attiva e con alle spalle una famiglia di persone che mettono in pratica, tutti i giorni, gli insegnamenti di Gesù, hanno accolto me, sottufficiale MM in un periodo nel quale non nutrivo molta fiducia nella religione.
    Senza obbligarmi, senza forzarmi, mi hanno riportato sulla retta via e fatto di me un uomo sereno …
    Mia moglie e mia suocera, sono il miglior esempio di cosa siano le vere donne, emancipate davvero e non oggetti da salotto.
    A Benedetta e al suo sposo i nostri migliori auguri e come si dice in Marina, Buon Vento …
    saluti
    Piero e famiglia

  5. Mario

    Grazie per questa splendida lettera di auguri. Scusami se vado fuori tema ma ti devo ringraziare per il ricordo del Cuore Immacolato di Maria, è la prima menzione che sento in questi giorni. Ciò con tutto il rispetto per la festa di oggi di San Giovanni Battista. Maria è stata la prima a vivere quanto scriveva Giovanni apostolo ieri per la festa del Cuore di Gesù: “ …. Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio …. Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. Dal mio punto di vista, questa è la strada più emblematica e più difficile di attuazione del cristianesimo.

  6. Navigare necesse est

    Colgo questa finestra dei commenti per salutare i commentatori e accomiatarmi. Non amo i blog che aprono lo spazio dei commenti per poi operarvi interventi censori o, peggio, chiudere/contingentare lo spazio del confronto (“in- e off-topic”, com’è nella natura di ogni scambio d’opinioni). Ringrazio Costanza Miriano per il periodo di cortese ospitalità e, dal momento che mi trovo in pieno disaccordo con la scelta dell’admin (che francamente a me pare ingiustificata), mi ritiro in buon ordine.
    A tutti, e in particolare a Bariom, un cordiale saluto.

    N.n.e.

    1. @Navigare, grazie per il saluto “in particolare”.

      Sinceramente mi spiace la tua “defezione”… seppure tu l’abbia abbia “giustificata”, non concordo con questa tua scelte che mi pare eccessiva.

      Quanto a ciò che l’ha motivata e che trovi “scelta ingiustificata”, credo bisognerebbe sapere di più e meglio di ciò che sta dietro certe scelte. Questioni che spesso ignoriamo e per le quali credo bisognerebbe mostrare un po più di tolleranza (o almeno una “apertura di credito”).

      Forse a gestire un blog come questo, faremmo molto di peggio (io certamente) 😉

      A rivederci quindi in altri mari visto che Navigare necesse est .
      (ma mi auguro la corrente ti riporti su questi lidi)

      1. Io poi credo che, pur se lo spazio dei commenti c’è ed è aperto, in qualunque blog (ma soprattutto alcuni…) la gestione dei commenti – anche censoria se necessario – sia non solo auspicabile, ma doverosa.

        1. Fabrizio Giudici

          Anch’io, come Bariom, spero di non vedere andar via navigare necesse est, o altri… Qui il pesce è gratuito, ma la gestione dell’attività costa tempo e fatica. Dopotutto admin ci ha semplicemente chiesto di rimanere in topic sui commenti del post del giorno… Questo effettivamente non è un forum di discussione ad argomento libero.

    2. Costanza Miriano

      Tra gli elementi da considerare c’è il fatto che questo blog molto visitato è curato gratuitamente e generosamente da una persona e non da un team come altri siti magari persino meno frequentati. Una persona sola che ha un lavoro e una famiglia impegnativa. Stare dietro a certe querelle togliendo tempo ai propri cari non è una cosa che si possa fare sempre.

  7. Serafino

    Non ho quasi niente da commentare e ammetterai che questo non è certo un buon incipit, soprattutto per un giornalista… Non conosco che di nome e di lettura dei suoi articoli Benedetta mentre conosco abbastanza bene Federico e soprattutto i suoi genitori e anch’io non sono riuscito a venire al matrimonio. Ma scrivo solo per confessare il mio peccato d’invidia: si sono invidioso dell’attenzione, del legame e dell’amicizia che unisce te e Benedetta. Grazie per questa lettera geniale: siete sorelle, maggiori o minori in età e fede non ho ben capito: so solo che io sarei nei vostri confronti un fratello maggiore anche se, credo, molto minore nella fede. Comunque credo che la genialità di questa lettera stia nel consiglio che ogni nuova famiglia dovrebbe essere adottata da un altra famiglia per sostenerli nel cammino di fatica e gioia verso il destino di ciascuno ora che i due sono diventati uno… Auguri e un abbraccio a Benedetta e Federico.
    PS: Non è vero che non ho quasi niente da commentare, in verità ne avrei una marea ma non ho molta confidenza con l’autrice della lettera e coi social…

  8. Luigi igiul

    “Nessuno può essere lasciato solo a combattere, e tante coppie che abbandonano la trincea lo fanno perché sono rimaste sole al fronte”

    Ho letto questa lettera stamattina a colazione mentre mi preparavo ad affrontare una giornata di lavoro che terminerà – senza soluzione di continuità – domani sera. Mi ha colpito molto la parte che ho riportato in apertura, sia perché mi ha fatto pensare ad alcune situazioni matrimoniali finite male, sia perché ha toccato un punto che spesso viene ignorato o che, al massimo e solo oggetto di disquisizioni verbali senza che si passi dall’aspetto teorico a quello pratico, vale a dire il valore e l’importanza delle relazioni interpersonali viste nella loro quotidianità. La comunità – qualunque essa sia – è tale solo quando le relazioni sanno passare per questa quotidianità sminuzzata nelle mille sfaccettature della vita di ogni individuo che appartiene a quella comunità.

    Avrei molto altro da aggiungere, ma la stanchezza incombe sulle palpebre e sulla capacità di esprimere ragionamenti di senso compiuto.

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