La Chiesa non è e non può essere misogina

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di Costanza Miriano   –  articolo pubblicato su IL FOGLIO del 3 agosto 2013 

“Amiche cattoliche della mia rubrica telefonica, dei socialcosi, del blog e della posta, elettronica e a piccione, voi sperate di poter vivere la vostra diversità femminile più a fondo nella Chiesa, e aspettate che il Papa dica una parola su questo?” Lancio la domanda a un congruo campione di donne credenti. Ricevo di rimando una salva di pernacchie, sguardi interrogativi (da quelle in carne ed ossa), risposte del tenore di: “A Costa’, ma che stai a dì?”, “Aho, ma che davero davero?” “Più responsabilità? Ancora? Ma che, sei matta? Vuoi un po’ delle mie?”

Ritanna Armeni ha scritto sul Foglio che “anche le donne più rispettose e comprensive, che hanno dedicato la loro vita alla Chiesa, non possono non definirla misogina”.

Io personalmente non conosco una sola donna cattolica, ma veramente neanche una, che si sia mai sentita emarginata, svalutata, addirittura odiata dalla Chiesa. La loro diversità nella Chiesa, che sentono madre accogliente, la vivono già, senza chiedersi come.

Conosco donne che hanno aperto strade, come Chiara Lubich, Chiara Amirante, Chiara Corbella, madre Elvira, madre Teresa, madre Cànopi, solo per restare ai nostri giorni, conosco teologhe e docenti in Università Pontificie – alcune anche in posizione costruttivamente dialettica rispetto al Magistero, ma comunque dentro la Chiesa – scrittrici e saggiste, e poi molte, moltissime altre che vivono privatamente la loro realtà, in modo creativo e felice, e quando infelice non certo per colpa della Chiesa misogina. Conosco ingegneri e suore, primari e avvocati, madri e filosofe, scrittrici e commesse, insegnanti e infermiere, a volte più cose insieme, a volte solo – per modo di dire – mogli e madri, che tengono in equilibri diversi tante parti delle loro vite, magari cambiando più e più volte le proporzioni, ma sempre mettendo al centro del cuore e della vita Gesù Cristo, senza mai porsi il problema di voler essere di più, casomai di meno (quasi tutte hanno figli e lavori in sovrabbondanza, e vorrebbero anche cederne quote in outsourcing, se potessero, magari, giusto per qualche giorno). Donne invitate a parlare a fianco di cardinali, a parlare dai pulpiti delle chiese, a ritiri, incontri.

Sono donne in pace con la loro femminilità, che sanno che la loro grandezza è diversa da quella dei maschi (si può ancora dire? discrimino?), maschi che proprio a loro sono affidati, come l’umanità tutta – scriveva Giovanni Paolo II – in modo speciale da Dio.

È questo il potere delle donne, che è diverso da quello maschile: l’uomo sottomette, la donna seduce, cioè porta a sé, e sono due forme di potere che possono essere usate per il bene o per il male (spero che questa rozza ed elementare distinzione non offenda nessuno, ma si sa, noi cattolici siamo un po’ sempliciotti, al bene e al male ci crediamo ancora).

Conosco invece moltissime donne ingannate dalla vera misoginia, quella del femminismo, ma qui dovrei cominciare a srotolare un lunghissimo papiro, andando fuori tema.

Cosa esattamente nelle parole del Papa ha fatto accendere una speranza nella Armeni? (“Ha fatto uno scarto, ha sparigliato”). Di certo, come nota lei, non c’è un’apertura al sacerdozio femminile, tema sul quale è stato chiarissimo (comunque nessuna del mio campione da sondaggista artigianale vorrebbe essere prete, per la cronaca).  Ha detto, nell’intervista dai cieli di Rio, che quando si parla delle donne nella Chiesa si dice “soltanto può fare questo, può fare quello, adesso fa la chierichetta, adesso legge la Lettura, è la presidentessa della Caritas. Ma c’è di più! Bisogna fare una profonda teologia della donna”. Quindi non ruoli ma essenza. E poi propone a modello le donne del Paraguay, che dopo la guerra si sono messe a fare figli, e la Madonna. Insomma, non mi pare lanci proposte nuove, niente che non sia nel deposito della fede cattolica, niente che si discosti da “la donna ha il primato dell’amore” di Pio XI, o dal “genio femminile della relazione” della Mulieris Dignitatem.

La donna – come scrive madre Cànopi – se vive autenticamente la sua vocazione si trova sempre e comunque al “primo posto”, cioè al posto centrale che spetta all’amore. E la notizia è che le donne così sono davvero contente, quando sono realizzate nelle relazioni, nel prendersi cura, quando sono materne, anche se non hanno figli di carne.

Poi a volte riescono a fare cose molto buone anche con il loro lavoro, pur se in modo auspicabilmente diverso dagli uomini, perché se vogliono essere presenti per quelli che amano devono potare qualche ramo, come spiega per esempio Ann Marie Slaughter (“Why women still can’t have it all”), che ha lasciato un incarico come consigliera di Obama per portare i figli alle partite e finire di lavorare prima della chiusura del lavasecco. D’altra parte, come dice l’economista Nuria Chinchilla, una donna che chieda gli stessi diritti degli uomini manca di ambizione, e di fantasia. Siamo diverse e ci piace così. Siamo, noi cattoliche, contro le gender theories, e a favore delle discriminazioni (se discriminare, a leggere il vocabolario, è distinguere una persona dall’altra): vogliamo cose diverse.

Le donne sono specialmente collegate alla fonte della vita – un dato biologico immutabile, questo – e perciò unificano l’uomo, lo mettono in contatto con il senso profondo del suo essere, che siano madri o meno (questo significa il “siate madri, non zitelle” detto da Francesco alle suore).

Per questo per le donne il potere ha un altro nome. Alle nozze di Cana la Madonna obbedisce a Gesù – “tutto quello che vi dirà, voi fatelo”, dice ai servi – eppure con le sole parole “non hanno più vino”, con il solo far presente un bisogno (qualità sommamente femminile) fa sì che Gesù cominci a compiere segni pubblici. (Ora mi spiego perché i gelati e le patatine i figli li chiedono sempre a me e non al padre, adesso che ci penso, la cosa ha anche un fondamento teologico…).

Ma il punto ancora più fondamentale è che per chi crede non ha alcun senso parlare di potere in termini di visibilità, gerarchie, affermazione. Questa è una logica umana, fondata e ragionevole per i non credenti, ma che non riguarda noi cattolici. È come invocare un tiro da tre punti in una partita di calcio.

Il fatto è che per Dio la Chiesa è la sposa,  perché che la Chiesa sia donna non è una trovata di Papa Francesco, basta rileggere il Cantico dei Cantici, o la lettera di san Paolo agli Efesini.  È quel Gesù Cristo che è morto amando in modo misericordioso noi e tutte le nostre miserie, comprese le rivendicazioni piccine, innocente in croce, e tra l’altro non è stato un incidente di percorso, ma esattamente il motivo della sua venuta sulla terra: è la contestazione evangelica del mondo in cui viviamo. Parlare di potere dunque non ha senso. O meglio non dovrebbe averlo, se non fosse che l’uomo moderno è una specie di Big Mac, un panino multistrato che cerca di tenere insieme tutto, di salvarsi la pelle ma anche l’anima, di mantenere una fede consolatoria e poco disturbante, che può tornare utile in caso di problemi. D’altra parte Dio non è una ricetta per le lasagne: ci puoi mettere o no la besciamella, puoi cambiare il numero di strati di pasta, ma sempre lasagne sono, più o meno buone (le mie molto meno). Dio invece è un numero di telefono, e se cambi una cifra, non c’è possibilità, chiami un altro. Il nostro è esattamente quello della croce, quello venuto per servire, quello che poteva vincere facile, ma ha scelto di no.

76 pensieri su “La Chiesa non è e non può essere misogina

  1. Franca 35

    Carissima Costanza, le mie di lasagne sono ottime e se non fosse che abiti a 300 km da casa mia te ne manderei un teglione formato famiglia!! In compenso i tuoi articoli sono ancora “più ottimi”. E’ il caso di rileggere la “Lettera alle donne” di Papa Giov.Paolo II? Così, tanto per rinfrescarci la memoria. A tutte le età, fin che hanno fiato, le donne si impegnano ovunque possono, e dall’alto dei miei quasi ottant’anni, pur con tanti acciacchi che limitano la mia libertà di movimento, sono impegnata con un gruppo di ragazzi di 13 anni che si preparano alla cresima. E questa estate su richiesta del mio parroco, ben volentieri mi sono attivata per raccogliere firme per la Campagna Uno di noi. Gesù mi è vicino e ogni giorno sperimento il suo amore, senza il quale non avrei più il coraggio di fare niente. Grazie per tutto quello che fai, ti sono vicina con la mia preghiera. Un abbraccio a tutti.

  2. lucia

    Grazie Costanza! Sei una bomba!
    Ho avuto mesi fa una conversazione con una collega tedesca (cattolica) che si dispiaceva per il ruolo della donna all’interno dell’organizzazione della Chiesa e io avevo provato a dirle proprio queste cose e avevo parlato anche di te. Anche io non ho mai molto desiderato essere prete né mi sono mai scandalizzata di non poterlo diventare.
    Mi sembra che il “ruolo della donna nella Chiesa” sia un molto il “ruolo della donna nella sua vita” cioè la vocazione personale, se no di che stiamo a parlare?

  3. Veramente dalla mia esperienza ci sono molte donne che considerano la Chiesa misogina e d io per prima avrei voluto farmi prete ma per ovvi motivi non ho potuto(non m’interessava farmi suora). Ricordo che da bambina la domenica pomeriggio rileggevo nella mia stanza il vangelo della mattina mi piaceva commentarlo e fare una breve omelia davanti ai fedeli(immaginari) e credimi non avevo subito nessun lavaggio del cervello femminista, come poi d’altronde non ho aderito al femminismo dopo crescendo.. Comunque nella prima Chiesa c’erano le sacerdotesse cristiane come pure i i preti si sposavano.. ma ovviamente bisogna negare….il cambiamento purtroppo per chi cerca di resistere è inevitabile su tutti i fronti che sia questo o un nuovo Papa …tutto cambierà…

    1. Cacciatrice di stelle

      A dire la verità, durante i primi secoli c’erano le diaconesse, non le sacerdotesse, e avevano un ruolo che non era quello del prete. Il titolo “sacerdotessa” o “episcopessa” che si ritrova in documenti antichi è riferito a madri e mogli di sacerdoti e vescovi. Non erano donne ordinate ad alcun tipo di ministero, ma semplicemente imparentate con il ministro. La Chiesa non ha mai negato che all’inizio i sacerdoti fossero sposati: quasi tutti gli apostoli lo erano! Il celibato è stato dato successivamente come indicazione anche per i sacerdoti, su modello dello stile di vita dei monaci (che sceglievano appunto il celibato). Il celibato è stato in seguito accettato, non senza resistenza. Ma vorrei ricordare che la resistenza c’è stata anche per cose come il consenso delle donne durante la cerimonia nuziale o l’indissolubilità del matrimonio. E non senza ragione: la società in cui si è incarnato Cristo, di fatto rivoluzionandola, era una società patriarcale dove la donna non contava e sposarsi, per uomini e donne, era un obbligo sociale. Come giustamente è stato detto, il cambiamento, anche per chi resiste, è inevitabile.

      1. Roberto

        Assolutamente perfetta la precisazione sulle cosiddette “diaconesse” e sulla pretestuosa polemica che qualcuno ci vuole costruire sopra con le storielle risibili di “voler negare” una realtà su cui si può vantare solo una sfacciata ignoranza.
        Per quanto concerne il celibato, invece, urgono alcune precisazioni, per le quali lascio la parola al buon Messori:

        http://www.et-et.it/articoli/2010/2010_06_06.html

    2. Giancarlo

      Gentile aracne, se fosse volontà di Dio che le donne fossero ordinate sacerdotesse, saprebbe spiegare perchè Gesù Cristo ha scelto dodici uomini per farne degli apostoli e neanche una donna? Lei ha fede in Gesù Cristo?

      1. la vivy

        X giancarlo.
        Gesù risorto si è rivelato alle donne che andarono al sepolcro e credettero nella sua resurrezione. E ricordo che il caro Tommaso ha dovuto mettere il dito x credere. La chiesa è sposa di Cristo. Felice e fiera di essere una moglie cristiana pienamente realizzata!!!

        1. E la Chiesa siamo tutti, Uomini e Donne… non vedo la giusta contrapposizione.
          (Di fatto Tommaso è simbolo e richiamo per OGNI credente – maschio o femmina che sia ;-))

        2. Giancarlo

          Siamo perfettamente d’accordo. E allora? Resta il fatto che Gesù ha voluto uomini per il sacerdozio, non donne.

    3. Cara aracne, ho la gioia di godere dell’amicizia fraterna di suor Elena Bosetti che oltre ad essere fine teologa, ha scritto decine di libri, viene continuamente invitata in ogni dove di questa terra a tenere conferenze e catechesi a folte platee di fedeli e anche durante gli esercizi spirituali di preti o Vescovi. Quindi forse potevi farti suora e “toglierti la soddisfazione”…

      Il problema semmai è un altro. Anch’io mi sono immaginato… Papa, ma grazie a Dio il servizio nella Chiesa è appunto servizio e vocazione e la vocazione è una chiamata e la chiamata viene da Dio, non da quello che la nostra testa si è immaginata di fare o poter fare… A volte le due cose possono coincidere, ma altre la vocazione è una scoperta o ci coglie di sorpresa inaspettata.
      Ad ogni modo la domanda è e rimane: “Cosa vuoi da me Padre mio?” e non “cosa mi piacerebbe fare?…”

      Infine,particolare non da poco: nello scoprire la chiamata di Dio e nel seguirla, sta la nostra felicità.

    4. Alessandro

      “il cambiamento purtroppo per chi cerca di resistere è inevitabile su tutti i fronti che sia questo o un nuovo Papa …tutto cambierà…”

      no, per quanto riguarda l’ammissione delle donne al sacerdozio ministeriale è ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE che cambi qualcosa, perché appartiene nientemeno che AL DEPOSITO DELLA FEDE che la Chiesa non ha la facoltà di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne.
      Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica “Ordinatio sacerdotalis” (1994), scrisse:
      “al fine di togliere OGNI DUBBIO su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, DICHIARO che la Chiesa non ha IN ALCUN MODO la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo DEFINITIVO da tutti i fedeli della Chiesa.”

      Inoltre nel 1995 la Congregazione per la dottrina della Fede, interrogata proprio su “Ordinatio sacerdotalis” in questo modo:

      “Se la dottrina, secondo la quale la Chiesa non ha la facoltà di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne, proposta nella Lettera Apostolica «Ordinatio Sacerdotalis», come da tenersi in modo definitivo, sia da considerarsi appartenente al deposito della fede”

      rispose:

      “Questa dottrina esige un assenso DEFINITIVO poiché, fondata nella Parola di Dio scritta e costantemente conservata e applicata nella Tradizione della Chiesa fin dall’inizio, è stata proposta INFALLIBILMENTE dal magistero ordinario e universale (cfr. Conc. Vaticano II, cost. dogm. Lumen Gentium, 25, 2). Pertanto, nelle presenti circostanze, il Sommo Pontefice, nell’esercizio del suo proprio ministero di confermare i fratelli (cfr. Lc, 22, 32) ha proposto la medesima dottrina con una dichiarazione formale, affermando esplicitamente ciò che si deve tenere SEMPRE, ovunque e da tutti i fedeli, in quanto APPARTENENTE AL DEPOSITO DELLA FEDE.”

    5. Alessandro

      …da quali fonti trae prove che racconterebbero dell’esistenza di sacerdotesse?..è vero, nei primissimi secoli i vescovi potevano avere moglie, tuttavia Gesù non si è mai sposato…e a chi vuole seguirlo dice di imitarlo…dunque…

  4. Aracne, mi indicherebbe per cortesia le fonti che documentano la presenza di “sacerdotesse cristiane“ nella “prima Chiesa”?
    Invece a Ritanna Armeni (ma anche ad Aracne in fondo…), suggerirei di leggere questa cosa qui
    ìhttp://www.catholicworldreport.com/Item/1559/listening_to_the_experts.aspx#.Uf9MUeAUkqY

  5. Qui c’è un piccolo equivoco: lo stesso in cui sono cadute Joan Morris e le studiose femministe che a partire dagli anni ’70 si sono interessate a questo argomento.
    Soprattutto nell’Alto Medioevo, e soprattutto nelle isole britanniche, le badesse avevano poteri enormi: avevano parrocchie alle dipendenze del monastero, di cui esse stesse sceglievano i sacerdoti (sceglievano, non consacravano, la cosa era di competenza del vescovo); nei casi dei monasteri doppi, esse gestivano anche comunità maschili che rispondevano direttamente a lei e giuravano nelle sue mani; nei casi delle “abbatiae nullius”, quelle che rispondevano direttamente al papa, le badesse avevano, nella pratica, sulle terre di loro competenza, la cosiddetta “giurisdizione quasi-episcopale”, avevano cioè i poteri civili e giudiziari di un vescovo, ad esclusione di quelli strettamente sacerdotali. Nelle tombe di diverse badesse sono state trovate in effetti dei simboli episcopali: mitra, pastorale, anello, dalmatica, casula (queste insegne sono ancora conservate, per esempio, nell’abbazia pugliese di Coversano). Per non parlare del fatto che, in alcuni documenti inglesi si parla di “sacerdotes utriusque sexus”, oppure si trova il titolo di “sacerdos maxima” riferito alla badessa. Ma, “sacerdotes”, all’epoca, può significare anche semplicemente “consacrati”, non soltanto “sacerdoti” così come li intendiamo noi. Inoltre, nei casi in cui si creava confusione in questo senso, la Chiesa non esitava a intervenire: ad esempio, quando nel XIII secolo, la badessa Sancia Garcia del monastero di Las Huelgas (Burgos) non si limitava più a fare direzione spirituale ma era arrivata ad amministrare la confessione sacramentale, intervenne direttamente papa Innocenzo III con una bolla in cui, pur riconoscendo tutti i suoi privilegi, metteva bene in chiaro i suoi limiti.
    Detto questo, da aspirante medievista, parlerei di “misoginia”, o di “misoginismo” non semplicemente nella Chiesa, ma nelle epoche che essa ha attraversato; il che, se mi si permette, è abbastanza diverso. I testi misogini sono già stati studiati a sufficienza, e indubbiamente rivelano l’esistenza di correnti misogine, nelle quali, bisogna dirlo, ha molta influenza il misoginismo degli autori classici più che quello biblico. Ma il problema è che devono esser prese per quel che sono, correnti appunto; vi sono altre correnti nelle quali troviamo altre affermazioni, come questa bellissima di Tommaso d’Aquino (che d’altronde la riprende da Agostino): la donna è stata convenientemente creata da una costola, non dalla testa perché fosse superiore né dai piedi perché fosse calpestata, ma dal fianco, perché fosse “sibi similis”, simile a lui.
    Un altro problema è che spesso le affermazioni, per esempio, dei Padri della Chiesa, vengono estrapolate dal contesto e una frase senza contesto può significare qualsiasi cosa. E bisogna anche tener conto dell’uditorio a cui egli si rivolge. Prendiamo ad esempio un San Girolamo, uomo di legge della tardoantichità che non avrebbe avuto niente da invidiare a Cicerone, che ne dice di cotte e di crude sulle donne quasi copiando pari pari la VI satira di Giovenale. Ma, quando si rivolge direttamente a donne, sia vergini che sposate, il tono cambia completamente. Si scopre un San Girolamo insospettato, capace di dolcezza, di espressioni tenere, e, soprattutto, convinto assertore della dignità della donna. Bellissima è, per esempio, la lettera alla matrona Leta, che gli chiede consigli su come educare sua figlia: in essa, San Girolamo consiglia per la bambina esattamente il tipo di istruzione che normalmente si consigliava per i futuri retori, e inoltre la definisce “un’anima destinata a essere un giorno il tempio del Signore”. Si veda poi l’epistola 77, nella quale critica come sono trattate le donne nella società tardoromana sua contemporanea. Dello stesso parere sono San Gregorio Nazianzeno, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino. San Basilio si spinge ancora oltre: “La donna non è da meno dell’uomo nell’essere stata creata a immagine e somiglianza di Dio. Entrambi i sessi hanno pari dignità e pari virtù, ad ambedue è promessa la stessa ricompensa, la risurrezione del corpo”.
    La stessa distinzione dev’essere fatta per quanto riguarda gli autori medievali: il tipo di uditorio cui si rivolgono. è chiarissimo che, quando si rivolgono a monaci per confermarli nella loro scelta, spesso finiscono col dire di tutto sulle donne. Ma si tratta appunto di un uditorio di monaci, cioé persone che avevano già fatto una scelta di castità, e il loro proposito è di aiutarli a mantenere l’impegno preso. C’è da dire però anche questo: scorrendo bene i testi, si nota come gran parte della fama di misoginia attribuita a molti autori come San Bernardo di Chiaravalle, sia del tutto gratuita. è impressionante il suo Commento alla Genesi, poiché, se è vero che interroga Eva con una punta di ironia, con Adamo ci va giù ben più pesante.

    1. Davide

      Mercuriade, sei stata sintetica e puntuale! Mi hai dato tanti spunti di riflessione. Grazie

  6. pietro abate (@abatepietro)

    Questa è la donna autentica: in casa, nel lavoro in Chiesa e sempre e ovunque nelle relazioni umane fa tanto bene a sé e a tutti quelli con cui ama entrare in comunicazione-comunione! “La donna ha il primato dell’Amore !” PioXI ha proprio ragione! Ma noi cattolici, maschi e femmine, abbiamo la Beata Vergine Maria, modello di perfezione di Donna! Madre di Dio, della Chiesa e di tutta la famiglia umana!!! Grazie, Costanza! Con gioia e fervore, sempre uniti nella preghiera e nel quotidiano servizio della Carità.Con la diversità di carismi, di ruoli. Ma sempre e ovunque impegnati a creare ponti di amicizia, dialogo e rispetto di tutti.Soprattutto con quelli/e che non sono docili alla Volontà di Dio! Buona giornata e buona Festa della Santa Madre di Dio: Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore! Grazie, Costanza il Signore benedica te e i tuoi cari !

  7. cinzia

    Grazie Costanza!
    Misogina non è la Chiesa, misogina (o misogino) è chi vuole trasformare la donna in uomo!!!

  8. “Dio è un numero di telefono, e se cambi una cifra, non c’è possibilità, chiami un altro.”
    Sei troppo forte, non c’è altro da dire! Grazie.

  9. ‘Io personalmente non conosco una sola donna cattolica, ma veramente neanche una, che si sia mai sentita emarginata, svalutata, addirittura odiata dalla Chiesa. La loro diversità nella Chiesa, che sentono madre accogliente, la vivono già, senza chiedersi come.’

    S. Teresa d’Avila e s. Giovanna d’Arco credo avrebbero qualcosa da ridire. … in vita hanno subito molte e molte prove dagli uomini di Chiesa salvo poi essere riconosciute dalla Chiesa stessa, ma dopo la loro morte per cui almeno due ci sono 

    1. Su Teresa d’Avila mi spiace ma ha cannato completamente, altro che riabilitazione dopo la morte!
      Su Giovanna d’Arco il suo ragionamento è capzioso. Fu condannata a morte da un tribunale diocesano, è vero, ma il vescovo Cauchon che lo guidava era un burattino della Corona inglese. La Chiesa sistemò le cose appena possibile, cioè appena sloggiati gli inglesi dalla Francia: papa Callisto III riaprì l’inchiesta, annullò il processo, riabilitò Giovanna e comminò la scomunica postuma al vescovo Cauchon.
      Quanto al suo pensiero in generale, ha mai sentito parlare di Caterina da Siena? Abbia la pazienza di leggersi l’articolo che citavo prima ( http://www.catholicworldreport.com/Item/1559/listening_to_the_experts.aspx)

      1. Sì lo so, ma la frase a cui mi riferivo è che non conosce alcuna donna emarginata etc dalla Chiesa, s. Teresa d’Avila per la cronaca a lungo fu considerata pazza e inquieta e pure incarcerata. quello che volevo contestare è che la Chiesa HA emarginato peseguitato etc le donne (e non solo loro), quindi mi suona leggermente enfatica una Chiesa così paladina della donna.
        Ringrazio per l’accoglienza della libertà di opinione (purchè sia esattamente conforme al club) e mi tolgo immediatamente dall’inadeguatezza scusandomi per avere un’opinione diversa al riguardo.
        Pace e Bene a tutti, comunque!

        1. “Ringrazio per l’accoglienza della libertà di opinione (purchè sia esattamente conforme al club)..”
          Mah (?!)

          Detto questo le incomprensioni e financo ingiuste persecuzioni venute “dal tempio”, nei secoli hanno riguardato sia Sante Donne che Santi Uomini… quindi non vedo il problema.

          1. Bariom:

            “Detto questo le incomprensioni e financo ingiuste persecuzioni venute “dal tempio”, nei secoli hanno riguardato sia Sante Donne che Santi Uomini… quindi non vedo il problema.”

            il “problema” (cui si riferiva leavemeaphoto) è la frase: “Io personalmente non conosco una sola donna cattolica, ma veramente neanche una, che si sia mai sentita emarginata, svalutata, addirittura odiata dalla Chiesa. La loro diversità nella Chiesa, che sentono madre accogliente, la vivono già, senza chiedersi come.”

            Ma sicuramente Costanza Miriano si riferisce al presente, immagino.

        2. fish

          Scusi ma mi sembra palese che qui si parlasse di non conoscere donne perseguitate dalla Chiesa in quanto donne, ovvero se ci sia nella Chiesa una posizione di preconcetto o giudizio negativo o discriminatorio nei confronti della donna in genere. Non vedo come c’entrino le vicende di santa Teresa d’Avila o Giovanna d’Arco che peraltro hanno avuto storie diversissime e le cui difficoltà niente avevano a che fare con il fatto specifico di essere donne. Di santi inizialmente giudicati pazzi o addirittura eretici dalla Chiesa, che hanno sofferto delle incomprensioni anche gravi ce ne sono diversi, ma questo dato non c’entra proprio niente con le discriminazione di genere. Forse bisognerebbe approfondire un pochino di più gli argomenti che si tirano fuori e cercare di capirli nel profondo prima di dare giudizi sommari…

          1. Non credo di aver giudicato nessuno e mi sono anche scusata per la mia inadeguatezza (tranquilli, mi sono già disiscritta e non oserò mai più offendere con la mia ignoranza) ma dalla quantità di riferimenti e segnalazioni ricevute credo di non essere stata l’unica a fraintenderne la portata, dal momento in cui scrive in modo così categorico che nessuna donna cattolica sia mai stata emarginata o non abbia percepito l’accoglienza della Chiesa come madre che vivono già senza chiedersi come.
            Solo filosofiazzero sembra aver colto l’incomprensione.
            Sono i toni che feriscono, ma ripeto sarà sicuramente merito esclusivo della mia inadeguatezza di cui, ripeto, mi sono già scusata.
            Se posso aggiungere una ‘percezione’ senza entrare nel merito di un giudizio, è che risulta strano che le repliche di chi risponde siano sempre portate avanti da altri interlocutori che sembrano (ho scritto sembrano) sempre sul piede di guerra contro il mondo (nessuno può essere in buona fede se non la pensa come noi?).
            Vi lascio il patentino di sapienza e cultura ed esatta comprensione di ciò che viene espresso nei commenti … magari bisognerebbe mettersi nell’ottica di capirli nel profondo prima di dare giudizi precisi sulle intenzioni del cuore altrui!
            Ogni benedizione, a prescindere … la Chiesa che punta il dito, non è certo quella che preferisco.
            Approvo la proposta pastorale del Santo Padre di riprogrammarla in funzione di tutti quelli che sono usciti, piuttosto che fare i boccoli all’unica rimasta nell’oville.
            E un ringraziamento a filosofiazzaro che ha osato cercare di capire quello che intendevo, riuscendoci.

            1. Ebbravo Alvise…

              Cara leavemeaphoto: “Vi lascio il patentino di sapienza e cultura ed esatta comprensione di ciò che viene espresso nei commenti …” nella sua sarcastica ironia (che per carità non è vietata) naconde, e nemmemo, un velato giudizio, per cui il correttissimo e condivisibie …magari bisognerebbe mettersi nell’ottica di capirli nel profondo prima di dare giudizi precisi sulle intenzioni del cuore altrui! potrebbe facilmente valere da ambo i lati.

              Di fatto personalmente mi sfugge la gravità di questa serie di scambi di opinioni che, come spesso può accadere, non si sono trovati perfettamente “allineati” o in sintonia.

              Quanto ai “toni”, non vi è nulla di più “distorcente” di un blog per poterli comprendere, salvo tra chi da un po’ lo frequenta e ha imparato a riconoscere (con tutti i limiti del caso), diciamo l’indole dei partecipanti.

            2. fish

              mi dispiace se ha percepito un astio nel mio commento, non era affatto un attacco personale a lei e alla sua persona, penso solo che abbia sbagliato il tiro, nel senso che l’argomento del post era appunto l’esistenza o meno di misoginia nella Chiesa e mi sembra che per vari motivi si possa affermare con cognizione di causa che una tale posizione non c’è e non può esserci nella Chiesa per i motivi espressi nel post e in vari commenti. mi sembrava che il suo commento avesse un po’ sbagliato il tiro perchè si è tirato in ballo cose che non c’entravano nulla con la misoginia, credo solo che buttare certe cose nel calderone indefinito della discriminazione delle donne sia un errore, una cosa che non c’entra nulla.
              mi sono irritata perchè è con questo tipo di meccanismo che si additano alla Chiesa le cose più assurde e varie, spesso senza che queste accuse abbiano nessun fondamento, perchè, non so per quale motivo, si tende a valutare superficialmente e “di pancia” notizie appena sentite, luoghi comuni etc. Questo mi fa spesso irritare e mi dispiace perchè credo sia un uso parziale dell’intelligenza che ci è data che provoca molti danni e molte calunnie infondate, in questo caso verso la Chiesa, ma capita in diversi ambiti.
              comunque, ripeto, mi sono irritata per questi motivi ma non volevo minimamente offendere lei personalmente nè penso debba disiscriversi o cose simili…capita che nelle discussioni ci si accalori se si pensa che l’altro sbagli, non mi sembra nulla di grave, se fossimo in una discussione faccia a faccia l’avrei finita con una battuta e amici come prima. non si preoccupi se si prendono toni accalorati, non credo che nessuno abbia intenzione di prendersela con lei personalmente…

              1. fish

                ah e inoltre non intendevo dire che avesse giudicato superficialmente “qualcuno”, ma “qualcosa”, nel senso che come dicevo credo abbia espresso un giudizio errato riguardo le vicende di santa Teresa e santa Giovanna d’Arco…tutto qui.

  10. vale

    a leavemeaphoto
    presumo non si stesse parlando di “Santi” o “martiri”. queste anime- come fu per Giobbe- o Padre Pio e chissa quanti altri e altre anche sconosciute, sono spesso messe alla prova.come Teresa di Calcutta che parlò del “silenzio” di Dio.
    suppongo si riferisse alle donne ,per così dire, di ogni giorno.

    1. Si stava parlando di ‘donne’ nella Chiesa e se tanto mi dà tanto … di cosa sta parlando allora?
      Quanti santi e sante ci sono che sono state donne di tutti i giorni? Non so …

      1. vale

        forse non mi sono spiegato e non voglio far polemica, ma gli esempi citati, non si riferivano alla questione donne. ma ala prova cui sono sottoposte determinate persone- uomini e donne-e che spesso sono state elevate agli altari.
        la sciùra Miriano non credo si riferisse a codeste persone nel suo dire sulle donne emarginate nella chiesa, ma alle persone “comuni”. poi se vogliamo farne una questione semantica….
        l’opinione non l’ho capita. ammesso e non concesso che si trattasse di un’opinione e non di una provocazione fine a sè stessa.d’altronde l’anticonformismo- presunto, di certi spiriti sedicenti-liberi è spesso frainteso. in special modo da quelli come me, che poco o nulla sono e sanno….

      2. Bisognerebbe nominare, per essere equi, anche Giuliana di Mont-Cornillon, Ildegarda di Bingen, Brigida di Svezia, e tutte le donne che furono prese dalla Chiesa così sul serio da lasciare tracce indelebili; ma anche semplici laiche, come Bettisia Gozzadini, lettrice di diritto all’Università di Bologna nel XIII secolo, la quale inviò una sua orazione a papa Innocenzo IV in occasione del suo concistoro, e ne ricevette un vitalizio piuttosto consistente.

        1. vale

          a mercuriade
          ho letto abbastanza di regine pernoud e consimilii per averne un’idea….se volessimo stilare un elenco di donne che non solo in ruoli istituzionali, ma anche nelle arti e mestieri fecero “storia” al tempo, altro che secoli bui – in generale- e per le donne in particolare, faremmo sera….
          gli è che qualche commento mi pareva un po’ troppo “femministeggiante” nel senso deteriore del termine.

  11. pietro abate (@abatepietro)

    Qui, del tutto vuoto di me mi lascio guidare dalla curiosità che non è solo femminile, e dal bisogno di testimoniare per dare Gloria a Dio! Ora, non è possibile pensare che il Signore faccia figli e figliastri. Uomini o donne! La storia ci dice che per nascere Gesù ha scelto la Donna, perché è Lei la sorgente della vita; l’uomo celibe, innamorato,conosce, sposa e ama la moglie,non una compagna! E se Dio vuole, nascono i figli: maschi e femmine! La famiglia è stata e sarà sempre fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna:religioso per noi credenti, e civile per i non credenti! Elena ed io,ci siamo sposati nel ’66,abbiamo tre figli e tre nipotini! La nostra famiglia la stiamo difendendo da allora, da una pseudo cultura, disordinata, che è passata sopra la legge morale naturale, la Volontà di Dio, i Dieci Comandamenti! Perdendo l’armonia interiore,e la gioia di vivere che conosce chi cerca sempre il bene comune!!!. Senza di Me non potete fare nulla! Senza l’Amore di Dio diventiamo schiavi di egoismo, relativismo,ideologie che creano muri di separazione,ansia, paura incomprensione, guerre, crisi economica,e finanziaria ma soprattutto disorientamento personale, famigliare, sociale e comunitario! L’uomo è relazione meravigliosa e infinita: con Dio,con il prossimo e con il creato! Relazioni autentiche, non ipocrite, sincere, oneste! Noi abbiamo un solo Maestro: Gesù di Nazareth ! La chiesa,il Papa Francesco,i vescovi i sacerdoti non mentono: ci trasmettono il Vangelo sine glossa! E noi “fedeli fedeli” discepoli di Cristo Risorto, lo portiamo pieni di entusiasmo nel mondo ai fratelli e alle sorelle che attendono di conoscere l’Amore che ci Ama da sempre, ed è nel cuore e nella mente di ogni persona umana dal cuore mite e umile! La Vergine Maria Regina della Pace, ci guiderà e ci proteggerà lungo il cammino verso la Civiltà dell’Amore!!! Senza di Lei esisteremmo ?… “Dobbiamo vivere una vita interiore.Non abbiamo nulla da dare se non viviamo questa vita interiore!” Grazie, Costanza.! Chiedo scusa per la prolissità ! Buona giornata in compagnia di Gesù, Giuseppe e Maria! Amen. Alleluia!

  12. Alessandro

    “Ci rimane, dunque, da considerare meglio la vera natura di questa eguaglianza dei battezzati, la quale è una delle grandi affermazioni del Cristianesimo: l’eguaglianza non è affatto identità, nel senso che la Chiesa è un corpo differenziato, nel quale ciascuno ha la sua funzione; i compiti sono distinti e non devono essere confusi. Essi non danno àdito alla superiorità degli uni sugli altri; non forniscono alcun pretesto alla gelosia; il solo carisma superiore, che può e deve essere desiderato, è la carità (cfr. 1 Cor 12-13).

    I più grandi nel Regno dei cieli non sono i ministri, ma i Santi.”

    Congregazione per la dottrina della Fede, Dichiarazione “Inter insigniores” circa la questione dell’ammissione delle donne al sacerdozio ministeriale, 1976, 6

  13. Pingback: Telefonia divina e la “vera” felicità delle donne – Al di là del Buco

  14. Ma te, Costanza, non ne conosci qualcheduna, almeno, di donne non credenti che hanno figli e che sono contente, e che non gliene importa nulla della misoginia (vera o presunta) della Chiesa? O te ti rivolgi solo alle donne che vivono con il cruccio della misoginia della Chiesa? E che stanno male per questa presupposta da loro misoginia? Perché se non ci fosse questa misoginia starebbero bene? Nessuna che sta bene di suo, di carattere suo, a prescindere?

    1. Oh Signur, libera nos…. (latinismo milanes)

      Se hai letto l’articolo Alvise, forse la domanda dovresti girarla alla Sig.ra Armeni…

      1. Bariom:

        …non so chi sia la Signora Armeni. Quello che volevo dire è che il mondo è molto più vario che persone preoccupate della misoginia della Chiesa vera o presunta. Questo doveva rispondere Costanza Miriano (non fare un elencazione delle donne realizzate come donne (sic!) che conosce lei, ma anche dire delle donne felici che non conosce lei e delle donne infelici, che conosce o che non conosce)
        Ma se avesse risposto così avrebbe dovuto anche ammettere che le genti non sono divise in due gruppi.

        1. @Alvise,

          1) se non sai chi è la Sig.ra Armeni è segno che o non hai letto l’articolo o non hai compreso da dove ha preso le mosse…

          2) Mi sai spiegare perché Costanza dovrebbe dire e fare le cose che pensi tu? (!!)

          Nel tuo blog (o quel che sia…) scrivi quel che ti passa dalla tua dura testaccia (in senso amichevole) o quello che qualcuno vorrebbe che tu dicessi, scrivessi, rispondessi…?

          Ma abbi pazienza!!!!!!!!

    1. SilviaB

      Spero che pubblichiate questo editoriale sul blog, che ne facciate dei manifesti, che si possa leggere il più possibile. Costanza ha veramente il dono di dire le cose con grande chiarezza e con quel “tocco” di verità e carità di chi cerca ogni giorno, in ogni ambito, di guardare all’uomo attraverso lo sguardo di Cristo.

    2. vale

      e che ce ne sia bisogno di prese di posizione come quello della Miriano: sul “Foglio” di oggi: Corte interamericana dei diritti umani 15 marzo, condanna il Costa Rica perché nel paese è vietata qualsiasi forma di fecondazione in vitro.
      al di là del merito della quaestio, il ricorso era stato presentato da molte coppie. ed al procedimento si sono unite attraverso uno strumento giuridico in uso in special modo neglistati uniti, l’associazione luca coscioni ed il partito radicale.
      la corte afferma che la fecondazione assistita è una cura( quindi un diritto) e che l’embrione non è giuridicamente tutelabile al pari della persona( è che sarà mai questo embrione?) e quindi lecito utilizzare gli embrioni a fini di ricerca.
      la corte interamericana è stata riconosciuta già da 25 stati e 35 ne hanno sottoscritto i principi.
      per questo bel risultato( a margine ,in argentina, la recente legge sulla procreazione assistita , dà accesso a tutti i tipi di coppie a tale “risorsa” a spese del contribuente. ed obbliga anche le strutture private-cattoliche?- a farlo: per la cronaca legge approvata con 204 voti a favore,10 astenuti, nessun voto contrario. i cattolici del parlamento argentino dov’erano?)

  15. 61Angeloextralarge

    Arrivare a questo punto nel blog è come entrare in un negozio di cristalli e romperli tutti…
    Grazie Costanza! Smack! 😀

  16. paulette

    Grazie Costanza, una lettera più bella non potevi scrivere , proprio ieri che era il compleanno della Madonna, giorno di grazia e l’hai dimostrato.

  17. fortebraccio

    Non c’è dubbio sulla devozione della nostra Ospite, l’articolo è preclaro! Ma è l’unico modo d’essere devoti?
    “Siamo diverse e ci piace così”
    Buon per voi, davvero – senza ironia, anzi (rosico)!
    Ma cosa succede a chi ha altre aspirazioni, a chi crede che ci si possa spingere oltre (e per piacere, non esageriamo con l’oltre – non intendo parlare di fanta-papesse)?
    Parto con una considerazione che in qualche maniera credo che abbia accomunato tutti, qui, e che riguarda il titolo del libro di Costanza.
    Chi di voi è stato incuriosito dal titolo, trovandolo allusivo o provocatorio?
    “Sposati e sii sottomessa” allude (e questo me lo passerete, spero) ad un preconcetto che riguarda la misoginia della Chiesa. Che sia solo presunta, mi sta bene; sicuramente è percepita come tale – e forse una ragione ci sarà. Forse è solo un retaggio dell’insegnamento della Storia. Certo, è tutto quel periodo ad essere misogino: anzi, direi che possiamo contare tranquillamente fino agli inizi degli anni 70: Stati, religioni, Imperi, isole del pacifico…
    Ma francamente non capisco dove sia lo scandalo: non possiamo semplicemente storicizzare certi eventi (e metterci una pietra sopra)? Credo si possa essere tutti d’accordo, no?
    Certo, questo ragionamento presenta un pericolo (o falla): portato indietro di duemila anni, può insinuare che gli evangelisti si siano autocensurati (su alcuni insegnamenti potenzialmente “scomodi”); interpretato alla luce del movimento di liberazione femminista, pone una domanda di/sul mancato “egualitarismo”.
    La risposta della Dottrina, come ricordato, è univoca.
    “Una donna che chieda gli stessi diritti degli uomini manca di ambizione, e di fantasia”, va bene, ma poi? Ambizione e fantasia sono pre-requisiti immancabili per guidare una diocesi o una parrocchia? Il club della crostata si, l’oratorio no?
    Eppure so che le donne sono delle ottime organizzatrici (lo vedo tutti i giorni).
    Ma soprattutto, quello che veramente mi stupisce sempre, è che sembra che una donna non poss’altro che realizzarsi che nella maternità (materiale o metaforica) e non possa volere altro. E francamente questo mi sembra proprio un preconcetto maschile, intendo l’esclusione di qualsiasi altra forma di autodeterminazione , anche solo per complemento.
    E ci può essere una “maternità” imprenditoriale, aziendale, astronautica, saldatrice, chirurga eccetera? Parrebbe di si, eppure.
    “Quindi non ruoli ma essenza”. Ma il sesso determina la categoria “essenza”? L’essenza è assimilabile alle discipline sportive, per cui maschi e femmine sono separati?
    Non so, francamente resto un po’ perplesso (da alcuni esempi, atteggiamenti, risposte). Ma forse mi lascio trasportare troppo da certe correnti di pensiero moderne.

    Ma giuro, questa vuole essere una nota (quasi personale), non uno spunto. Come avete ricordato, la Dottrina è chiara.

    Piuttosto: dopo aver letto quanto avete scritto mi pongo una domanda: ma voi, come la vedete ‘sta cosa del “femminicidio”?
    Ovverosia, esiste un peculiare violenza contro le donne in quanto tali? Esiste la necessità di proteggerle con un reato ad hoc?
    (Mi aspetto delle risposte negative)

    1. …senza dimenticare che un tempo esisteva le attenuanti per il delitto (cosiddetto) d’onore (i tempi cambiano?)
      Quanto al femminicidio…è una domanda trabocchetto? E le stragi dei cristiani sono stragi semplici o composte?

  18. fortebraccio

    “Cristiano” delimita, tra la pluralità delle persone altrimenti indifferenziate (o ciascuna singolarmente diversa), la caratteristica che li accomunava.
    Ma qualcuno uccide solo in quanto le proprie vittime sono genericamente donne? Cioè, questi omicidi sono frutto di un sentimento distruttivo verso le donne in generale (che si concretizza senza apparente ragione in quella vittima), o sono il culmine di una spirale di violenza che coinvolge quella donna ed il suo carnefice?
    Eppoi, indicare le donne come “naturalmente e/o strutturalmente indifese” (tanto da richiedere una protezione particolare) non è, in prospettiva, controproducente? Insomma, non valgono le stesse ragioni esposte contro l’omofobia?
    Aspetta, provo a rileggere Ostellino…

  19. FEMMINICIDIO:

    “Tante altre volte c’è solo un desiderio prevaricatore dell’uomo, e donne totalmente estranee, lo so.”

    Così, scrive la Miriano e anche io credo che tante volte così sia. E’ questione di possessività, di gelosia, di orgoglio maschile ferito eccetra eccetra…

    Se poi uno volesse specificare che si tratta, alla fine, di omicidio uguale nella sostanza a qualsiasi altro omicidio, un altro potrebbe rispondere che anche l’omicidio di un ebreo, alla fine, nella sostanza, per qualunque movente esso fosse compiuto, sempre un omicidio sarebbe, e amen. E chi saprebbe dargli torto? E così lo stesso per un cristiano o un musulmano o un indù o per un nero. Ergo, potrebbe insistere ancora qualcheduno sono una cazzata la legge Mancino, la (non ancora ) legge Scalfararotto e via discorrendo.

  20. Ho ascoltato stamani alla RADIO3 un dibattito su questo tema della legge in discussione a cui partecipava anche Ostellino. Il quale Ostellino ha detto all’incirca le stesse cose di cui parlavo sopra nel mio ultimo commento.
    Omicidio uguale a omicidio. non c’è bisogno di nuove leggi etc.Però non ha spiegato perché sulla legge Mancino, che è in vigore non mi ricordo da quanti anni, lui non abbia mai preso la stessa posizione che sta prendendo ora sul progetto di legge antiomofobia.

    1. JoeTurner

      Credo sia per la difficoltà (o impossibilità) nella definizione di ciò che può essere considerata omofobia (ben diverso il discorso per la definizione di razzismo e antisemitismo).

  21. …ma allora se non è nemmeno definibile cosa è la omofobia (parola orrenda ) non lo è nemmeno definibile cosa è la omosessualità (contro cui sarebbe l’omofobia) e allora non sarebbe più della non libertà di opinione che ci sarebbe da lamentarsi, ma della impossibilità di averci un’opinione su questa materia, e quindi sulla impossibilità di fare una legge su cosa nemmeno si riesce a definire, e quindi quale opinione?

    1. Come arrivi alla conclusione che non è definibile cosa sia l’omosessualità? (!)
      Non vedo proprio il parallelo…

  22. Dal commento di Joe Turner su quello che io dicevo di Ostellino.
    O invece è definibile l’omofobia come pre-giudizio nei confronti della immoralità dei comportamenti omosessuali?

  23. vale

    vedi,caro Alvise
    se non pensassi che in fondo, ma molto in fondo, sei un brav’uomo, oltreché colto e “studiato”, ti direi che sei un provocatore un po’ palloso.
    basterebbe leggersi,riguardo alle stragi semplici o composte( ma ci fai o ci sei?)http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/monsignor-tomasi-100-mila-cristiani-uccisi-nel-mondo.aspx
    e solo per esempio. con un po’ di buona volontà è sufficiente cercare su internet( senza il paraocchi) per trovare le risposte-o almeno una parte.

    a fortebraccio
    ( abbia la cortesia: quando parla di essere ed essenza. essere in potenza od in atto, chiarisca un tantino meglio le cose….)
    la domanda sul femminicidio è la classica “getto il sasso e ritiro la mano”. esiste il reato di omicidio.(uccidere un essere umano a prescindere dal sesso e razzaed età, embrione incluso) punto.
    ( per la cronaca include esseri umani di sesso femminile e maschile con le varie aggravanti e/o attenuanti.)
    se voleva essere una provocazione è semplicemente stupida. se voleva essere una domanda retorica( come si può non essere contro il femminicidio?) è peggio.
    posso anche capire che in giro vi siano persone che passano il loro tempo a “provocare” pensando di dire cose sensate.quel che mi stupisce è che tali persone non si pongano mai il quesito di essere loro a dire banalità.e che pensino che continuando a proporre inutili provocazioni pensino di essere degli spiriti liberi da ogni dogma -tranne il loro, quello di non credere a nulla-( o relativismo che è la stessa cosa.)
    la misoginia della chiesa la vede solo lei.prima di dire inesattezze si legga San Paolo-sperando di capirlo, anche poco-ed altro.
    di codesti “razionalismi” un tanto al chilo, alla lunga, ci si stanca.
    ma vi siete mai letti, non dico studiati e neppure capito la summa theologiae, la summa contra gentiles, le quaestiones disputatae,origene ,giovanni crisostomo, ma anche il bellarmino(sì, proprio lui il tanto vituperato bellarmino di galilei che, guarda caso, è un Dottore della Chiesa.)
    insomma : un conto è porre delle questioni sapendo che si scrive su un sito di persone che professa la fede cristiano cattolica apolstolica romana. un conto è perseverare in banalità e provocazioni che hanno avuto millanta risposte che, ovviamente, son servite a nulla. e non perché non abbiano risposto alle domande. ma perché , dall’altra parte c’è una pervicacia nel provocare senza costrutto come se vi fosse una sorta di organizzazione nell’ infiltrare i varii siti con persone che sistematicamente rompano i beneamati.
    non che , talvolta, non si dica alcunché di interessante.ma la maggior parte delle volte è noiosissimo autoerotismo intellettuale.(è la versione elegante di un’altra frase, per la cronaca…)
    e siccome, suppongo, nessun medico vi ha prescritto tale cura…..

  24. Nessuna provocazione, ma solo sviscerare le cose, per non fare affermazioni a babbo morto.
    Chiedevo, dal momento che il femminicidio è solo omicidio, non è anche il crsitianicidio solo omicidio, o strage (esiste anche il reato di strage)? E’ importante sapere come la pensate per metterlo in relazione coi discorsi sull’omofobia eccetra. non potrebbe essere, se non un reato di opinione, ma però un pensiero censurato anche sostenere che non esiste martiri cristiani, ma solo morti ammazzati per una ragione o per un’altra?
    100.000 cristiani morti nel mondo in quanti anni e in quali circostanze e quali cristiani?

      1. Cmq non capisco chi stai cercando di “menare per il naso”?

        Femminicidio (sempre facente parte di quegli orribili neologismi) avrebbe senso (a mio parere) se qualcuno (singolo o gruppo non meglio definito), iniziasse a sterminare donne solo e in quanto appunto femmine e solo per il fatto che lo sono… Così come gli Ebrei sono stati sterminati, senza differenza alcuna per sesso o età, solo per il fatto di essere Ebrei.

        Lo stesso si può dire per stragi o “omicidi di massa” di persone uccise solo per il fatto di essere Cristiani…

        Se poi tu vuoi negare questa evidenza (perchè il fine tuo ultimo è sempre quello di sostenere che non c’è differenza alcuna su alcunché…), perdonami se te lo dico francamente, ma sei al limite dell’idiozia. 😉

    1. 61Angeloextralarge

      Che roba bella! Così, invece della chestertonite saro malata di santachestertonite… vuoi mettere? 😀
      A parte la battuta, sono molto contenta che un’anima così bella sia innalzata agli onori degli altari. A quando Thibon?

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