di Piero Ostellino, da Il Corriere della Sera del 3 agosto 2013
Per quanto abbia cercato di individuare le (eventuali, ma assai recondite) ragioni eticamente immanenti al progetto di legge contro l’omofobia («avversità nei confronti dell’omosessualità»), non riesco a capire perché picchiare un omosessuale sarebbe un’aggravante, mentre picchiare me — che sono «solo» un essere umano senza particolari, selettive e distintive, qualificazioni sessuali — sarebbe meno grave. Picchiare qualcuno è un reato. Punto, basta e dovrebbe bastare.
Agli occhi di una persona dotata di normale senso comune, l’omosessualità non è, oggi, neppure «un vizio», come volevano, e in parte vogliono ancora, certi integralismi religiosi. La regolare frequentazione, la stessa amicizia, di omosessuali — senza il timore di apparire tali, che è, poi, l’altra faccia dell’omofobia — è qualcosa di più di una consuetudine diffusa. Del resto, la nostra stessa Costituzione, all’articolo 3, già esclude la discriminazione per ragioni di sesso, oltre che religiose, politiche e sociali. Mi pare, invece, che il progetto di legge sull’omofobia ripristini, alla rovescia, la discriminazione, creando un surreale, e inquietante, precedente. Poiché, in certi ambienti, la solidarietà omosessuale rasenta il (legittimo) lobbismo, che facciamo, allora? Approviamo una legge che tuteli gli eterosessuali contro questa forma indiretta di discriminazione omosessuale nei loro confronti?
Ma c’è anche un altro versante della proposta di legge contro l’omofobia che merita una riflessione. La cultura dell’espansione indiscriminata dei diritti rischia, di questo passo, di portare, prima o poi, a sostenere che il cittadino biondo, con gli occhi azzurri e di pura razza ariana — che, poi, sarebbe, oggi, il titolare del pensiero unico «politicamente corretto» — debba godere di uno statuto speciale rispetto a chi la pensa diversamente. La strada che porta all’inferno del totalitarismo è notoriamente costellata di buone intenzioni…
L’omosessualità non è un diritto. È un dato di fatto, uno spicchio della realtà; è un aspetto della libertà sessuale. Spremete la realtà quanto volete e — come ha insegnato lo scetticismo scozzese — non ne sortirà una sola goccia di un principio morale. Trasformarla, dunque, in un diritto giuridicamente protetto non ha alcun senso, dato che è già costituzionalmente tutelata e il costume, secolarizzato e generalizzato, ne sconsiglia l’avversione. Ad una persona di normale buon senso non verrebbe mai in mente, nel mondo in cui viviamo, non dico di picchiare, ma neppure di insultare e discriminare l’omosessuale.
In tutta evidenza, non c’è bisogno di una legge contro l’omofobia, e impegnarne il Parlamento è un anacronismo persino ridicolo e pericoloso. La smania iper legislativista non realizza la democrazia, ma ne è la patologia che distrugge le libertà liberali.
fonte: Il Corriere della Sera
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Da Alessandro ecco qualche aggiornamento all’iter del ddl Scalfatotto (omofobia) , esaminato giovedì 1 agosto in Commissione Affari costituzionali.
La Commissione ha proposto un “parere favorevole” al testo, ma ad alcune condizioni, tra le quali
– “si tenga conto che quanto stabilito dal testo potrebbe prefigurare una situazione normativamente differenziata rispetto ad altre situazioni analogamente meritevoli di tutela, in cui si commettono
delitti contro la persona in ragione delle condizioni personali, così violando il principio di uguaglianza e la giurisprudenza delle Corti europee”;
– “sia valutato con attenzione e ponderazione quanto stabilito dal testo in esame, tenendo conto di quanto evidenziato in premessa, con particolare riguardo al rispetto degli articoli 3, 21, 25 e
27 della Costituzione, relativamente alla necessità di dettagliare e specificare la condotta di istigazione, quale elemento discretivo della semplice opinione”.
In premessa al parere si notava infatti, tra l’altro, che
– “va valutato il rispetto del principio di tassatività e determinatezza della fattispecie penale poiché gli elementi previsti dal testo sono suscettibili di ricomprendere situazioni ampie e indeterminate e si fondano su situazioni e scelte soggettive –
anziché su posizioni oggettive – attenendo alla sfera individuale della persona e con carattere potenzialmente mutevole nel tempo e quindi di difficile verifica”
– “va assicurato il rispetto del principio di libertà di espressione di cui all’articolo 21 della Costituzione
evitando il rischio in particolare di scivolare sul delicato territorio dei reati di opinione e di introdurre nell’ordinamento illegittime violazioni delle libertà di manifestazione del pensiero”
– “va gli elementi previsti dal testo, avendo per oggetto moventi interiori il cui accertamento obiettivo non è univoco possono dar luogo alla presunzione di sussistenza ogni volta che la condotta illecita interessi soggetti di cui siano note l’omosessualità o la transessualità,e così introdurre una vera e propria inversione dell’onere probatorio”.
Insomma, la proposta è di parere favorevole, ma a molte e delicate condizioni. Tanto che, dopo l’illustrazione della proposta e un breve dibattito, “Francesco Paolo Sisto, presidente della Commissione, avverte che, a causa della delicatezza delle questioni implicate dalla proposta di parere della relatrice e dal provvedimento in esame, si rende necessario un rinvio dell’esame, in modo da permettere alla relatrice di disporre di altro tempo per definire una proposta di parere sulla quale i gruppi possano convergere”.
Venerdì 2 agosto, dopo che è stato modificato e dopo discussione, la Commissione Affari costituzionali ha espresso parere favorevole, ma “con condizione e osservazioni”
Le osservazioni sono queste:
“si tenga conto che quanto stabilito dal testo potrebbe prefigurare una situazione normativamente differenziata rispetto ad altre situazioni analogamente meritevoli di tutela, in cui si commettono
delitti contro la persona in ragione delle condizioni personali, così violando il principio di uguaglianza e la giurisprudenza delle Corti europee;
in tale percorso, si tenga conto dell’applicabilità agli elementi introdotti dell’aggravante generale « motivi abietti o futili » di cui all’articolo 61, n. 1, del codice penale”
la condizione è questa:
“1) valutato con attenzione e ponderazione quanto stabilito dal testo in esame, tenendo conto di quanto evidenziato in premessa, con particolare riguardo al rispetto degli articoli 3, 21, 25 e 27 della
Costituzione, relativamente alla necessità di dettagliare e specificare la condotta di istigazione, quale elemento discretivo della semplice opinione:
a) all’articolo 1, comma 1, prima della lettera a), sia aggiunta la seguente:
0a) al comma 1, alle lettere a) e b), le parole: « istiga a commettere o commette » sono sostituite con le seguenti: « apertamente istiga a commettere o commette »;
b) all’articolo 1, comma 1, dopo la lettera b), sia aggiunta la seguente:
b-bis) al comma 3, le parole: « l’incitamento » sono sostituite dalle seguenti:
« l’aperto incitamento »”
Commento del nostro Alessandro:
la Commissione Affari costituzionali, pur esprimendo parere favorevole, ha evidenziato una serie di pesanti criticità del ddl, non solo nelle osservazioni incluse nel parere favorevole, ma anche in quelle premesse del parere stesso.
l’introduzione, posta come condizione dalla Commissione per esprimere parere favorevole, di “aperto” e “apertamente” (perché il testo non reciti più “incitamento” ma “aperto incitamento”, non “istiga a commettere o commette” ma “apertamente istiga a commettere o commette”) non risolve alcuna criticità (al di là della buona volontà di chi ha introdotto questa condizione per “dettagliare e specificare la condotta di istigazione”), per almeno due motivi
a) la distinzione tra “istigazione” e “aperta istigazione” è quanto mai labile, e in definitiva il suo accertamento risulterebbe interamente rimesso alla soggettiva discrezionalità del giudice
b) non si vede perché debba sanzionarsi un’aperta istigazione e non un’istigazione.
Più in generale, rimangono in piedi tutte ma proprio tutte le note obiezione, su questo blog ripetutamente sollevate, connesse al fatto che il testo commina punizioni a chi “(apertamente) istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati su omofobia o transfobia”.
Il resoconto integrale si trova qua:
Sono d’accordo con Ostellino (a parte il fatto che per esempio picchiare un ebreo in quanto ebreo non credo sia considerato lo stesso che picchiare una persona)
grazie Admin per aver riportato le mie piccole “cronache dalla Commissione”! Spero possano essere utili.
Penso giovi richiamare gli interventi, già segnalati su questo blog, che, almeno a mio avviso, hanno espresso più chiaramente le obiezioni fondamentali da rivolgere al ddl sull’omofobia.
– Giancarlo Cerrelli ha enucleato gli elementi di incostituzionalità che affliggono il ddl:
http://www.tempi.it/omofobia-legge-incostituzionale#.Uf4GTZJQbu0
– Gianfranco Amato ha evidenziato le nefaste conseguenze della presenza nel ddl del vocabolo “omofobia”:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-testo-cambiato-ecco-perche-e-pericoloso-6953.htm
– Mauro Ronco ha mostrato come il testo del ddl non sia emendabile in modo accettabile:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-legge-omofobia-emendamenti-controproducenti-6991.htm
…e lo stesso picchiare un cristiano in quanto cristiano o un musulmano in quanto musulmano o un africano (orango, cosiddetto, da quell’imbecille di Calderoli, che è ancora al suo posto, mi sembra) in quanto africano negro o marocchino che dir si voglia…….
E’ lo stesso picchiare qualunque essere umano… qual’è il punto Alvise?
Bariom:
… a parte il fatto che non è lo stesso picchiare un ebreo o cristiano o musulmano e nero in quanto cristiano ebreo nero eccetra e picchiare una cristiano un musulmano un nero come reato comune, ma anche nella legge già esistente contro l’istigazione al razzismo all’odio di religione eccetra, chi giudicherà se l’istigazione è istigazione o non lo è? Il giudice, purtroppo per lui, (stipendio a parte) non è persona qualsiasi, è un giudice, e in quanto tale sarà lui che dovrà e potrà giudicare, come anche egli giudica su tutti gli altri reati.
(come anche non è lo stesso derubricare il reato di stupro a lesioni personali più o meno aggravate)
@Avise, a parte che il reato è lo stesso solo che può essere aggravato per “futili motivi” o “discriminazione per ecc, ecc.”, qui non si parla di aggravanti ma di reato in sé. Sostanzialmente un “reato di opinione” e se non vedi la differenza o se credi le sentenze dei giudici su un tema tanto delicato e non oggettivo, potranno essere sempre “giuste” solo perché sono giudici di professione (che sarebbe come dire che i medici, o i politici, o i poliziotti, come pure i ciabattini, essendo “professionisti” non sbagliano mai o le loro idee personali non influiscono sul loro lavoro – direi però con conseguenze diverse…) non starò qui a spiegartela.
Si parlava, mi sembra, della istigazione (aperta). Il giudice dovrebbe essere chiamato a giudicare 1 se i motivi della denuncia della istigazione sussistano, e cioè se egli ritenga si tratti di di stigazione o no (come per esempio succede nel caso della diffamazione) 2 ove egli giudichi che istigazione sia, a sanzionarla. 3 è fisiologico che i giudici siano esseri pensanti con i loro cervelli e che possano anche sbagliare 5 ma la legge è legge 6 quando fosse dimostrata la parzialità dei giudici andrebbe sanzionata.7 per quando riguarda il verbo “picchiare” l’ho preso da Ostellino quando dice (sopra)che “ad una persona di normale buon senso non verrebbe mai in mente, nel mondo in cui viviamo, non dico di picchiare, ma neppure di insultare e discriminare l’omosessuale.”
La “diffamazione” è ben altra cosa e chi sporge “querela” e direttamente il singolo che si ritiene diffamato, che peraltro incorre nel rischio di accusa di calunnia qualora il fatto non sussista.
Cmq ripeto Alvise se non vedi le differenze e non ne comprendi le implicazioni (o non voi vederle e comprenderle…) meglio lasciar perdere.
Di fatto non ho ancora capito quale siano le distinzioni che vorresti fare sul “picchiare” e a cosa queste portano o porterebbero.. e anche in questo caso, essendo io quello che non capisce, chiudiamola qui.
.Bariom:
…no, potrei benissimo essere io che non capisco, quello che però tutti, penso, si capisce è 1 voi siete contro questa legge perché la considerate contro la libertà di pensiero 2 altri sono a favore e non la considerano escogitata per essere contro la libertà di pensiero 3 voi dite che chi la vota lo fa solo per dimostrarsi “mentalmente aperto” 4 altri dicono che la votano allo stesso che è stata votata la legge contro le discriminazioni razziali e religiose 5 mi sembra che in questo blog TUTTI siano d’accordo nel considerare questa legge come contraria alla libertà di pensiero e quindi da avversare comunque.6 chi volesse provare a mettere in discussione questo punto di vista rientrerebbe automaticamente nelle categoria di chi si vuole mostrare al mondo e ovviamente agli elettori “mentalmente aperto”, “paladino delle minoranze”, “laico in modo adamantino”, “al passo coi tempi” eccetra 7 voi invece non avete paura di mostrarvi al mondo, e ovviamente agli elettori, come mentalmente chiusi, pervicacemente non laici, avversi alle minoranze, ultraconservatori eccetra…
@Alvise, punto 1 e 2 siamo d’accordo… Per buona parte dei seguenti c’è la solita stortura, non solo tua ma di molti altri che intervengono in senso critico… Citi esattamente le mie parole, allora perché usi sempre il plurale e assimili il mio pensiero a “TUTTI” di questo blog?
Intendimi, non che io voglia sentirmi unico e non “assimilabile”, ma certo non rappresento alcuno, né la linea “editoriale” di questo blog, né il pensiero di Costanza, né quello di admin, né rappresento tanto meno (Dio ci scampi) il “pensiero Cattolico”, seppure mi auguro di avere molti moltissimi punti in comune.
Quindi: 6 chi volesse provare a mettere in discussione questo punto di vista rientrerebbe automaticamente nelle categoria di chi si vuole mostrare al mondo e ovviamente agli elettori “mentalmente aperto”, “paladino delle minoranze”, “laico in modo adamantino”, “al passo coi tempi” ecc, non è esattamente quello che intendevo, ma in ogni caso sarebbe sempre e comunque un assioma da addebitare a me medesimo e non ad un indistinto e discutibile TUTTI.
Sul punto 7 infine, potrei accettare il “voi” perché di fatto si, il pensiero Cristiano (e in questo mi sento di essere accomunato e in comunione) anche se NON E’ le cose che citi, va, come si suol dire “contro corrente”, è spesso scomodo e impopolare, come lo è stato lo stesso Cristo (guarda caso) che per le Sue parole si e guadagnato l’odio dei Farisei, le calunnie, la persecuzione, l’ingiusta condanna e la morte di Croce.
Di fatto mi pare che in questa calda serata d’Agosto, ci siamo rimasti poco più che io e te a dibattere e discettare… e ritengo che abbiamo abusato anche troppo di questo spazio.
Proporrei una tregua 🙂
…proprio uguale a VOI !
See… Uguale uguale
…state passando dalla “ragione” al torto!
Grazie… sei sempre illuminante (!!)
I motivi di una legge siffatta sono da ricercarsi nella pretesa e nella prospettiva di chi la condivide in parlamento, di mostrarsi al mondo e ovviamente agli elettori come persone “mentalmente aperte” (sic), “democraticamente ineccepibili” (sic), “paladini delle minoranze” (sic), “laiche in modo adamantino” (sic), scevre da qualsivoglia forma di “……fobia”. In buona sostanza “al passo con i tempi…” (ultimo sic…).
Se da una parte è sempre stato questo tipo di atteggiamento (si badi atteggiamento…) prerogativa della sinistra, per molti (troppi) dei parlamentari “cattolici” (che si auto-definiscono tali), questo atteggiamento è la cartina di tornasole della debolezza delle loro idee, o meglio della personale convinzione su idee che si rifanno appunto alla Cattolicità e che dovrebbero vedere un comune pensiero ed un comune “sentire”.
Ciò detto, pur considerando i possibili emendamenti o “aggiustamento di tiro”, proposti e riportati dai preziosi commenti di Alessandro, resta un fatto:
Chi giudicherà cosa è “aperta istigazione” o “non aperta” (SIC) o se il fatto “non sussiste”? (!!)
Giudici… che non sono “dio in terra”, che hanno una loro opinione a riguardo e che potrebbero essere a loro volta omosessuali o “simpatizzanti” o semplicemente “anti-clericali”.
Ma prima ancora, CHIUNQUE potrà essere chiamato a giudizio perché tizio o caio, ascoltando un qualsivoglia discorso pubblico (e anche qui: quali sono il limiti di questo “discorso pubblico”?), ravviserà (a SUO giudizio) questo “reato” ed avviserà la cosiddetta “forza pubblica” o sporgerà denunzia. E’ ammissibile questo?
Vogliamo fare un po’ di “fantateoria” (e mica tanto “fanta..”)?
In Domeniche come quella scorsa (in cui è proclamata certa Parola “scomoda”), gruppi di attivisti di associazioni gay o pro-gay (che “attivi” lo sono soprattutto se hanno il cosiddetto “dentino avvelenato”), si sparpaglieranno per le parrocchie per ascoltare e possibilmente registrare le varie omelie, per poi far fioccare altrettante denunzie (fantateoria?).
Quand’anche tutte e dico tutte, le denunzie portassero alla dimostrazione che il fatto “non sussiste”, è ragionevole, democratico e civile che un fatto come questo possa avvenire?
E speriamo che le (ipotetiche) denunzie, non riguardino anche i Lettori che proclameranno determinati passi della Scrittura 😐
Ottimo! Smack! 😀
L’ha ribloggato su Il Guerriero della Luce.
Oggi una persona a cui voglio molto bene e che condivide la mia stessa fede mi ha detto che: “io e tanti altri facciamo più male che bene alla Chiesa, portando avanti questa battaglia ideologica contro la legge sull’omofobia”. Infatti, il mio amico sostiene che sarebbe meglio far andare le cose per il loro verso senza fare troppo baccano perché è poco cristiano in quanto , se non ho capito male, sarebbe una forma di resistenza al male, di mancanza di amore verso il prossimo.
Ora visto che questo tipo di ragionamento mi pare molto diffuso in alcuni che intervengono sul blog, vorrei dire un paio di cose che spero possano aiutare qualcuno, anche se non pretendo che sia così.
– Bene, io non so se questa è una battaglia ideologica o meno, a me appare come una “battaglia” di BUON SENSO su un tema di FONDAMENTALE importanza (come lo sono ABORTO, DIVORZIO e PMA) visto i risvolti a cui potrebbe portare l’approvazione di questa legge. Ormai da giorni i post di questo Blog e articoli di altri siti web mettono in evidenza tali rischi.
– Non credo che questa sia una battaglia a difesa della Dottrina della Chiesa Cattolica, ma piuttosto del DIRITTO DI TUTTI a poter esprimere liberamente il proprio pensiero.
– Premesso che posso sbagliarmi e che un giorno forse potrò pensarla diversamente, io non capisco cosa dovrebbe fare un cristiano o una persona qualsiasi, nel momento in cui capisce che sta per essere approvata (periodo di massima distrazione dell’opinione pubblica) una legge che per lui è gravemente sbagliata. L’ho già detto nel post dell’1 agosto ore 3:00. “non tutti abbiamo lo stesso modo di affrontare una questione” (http://costanzamiriano.com/2013/07/31/gridare-a-dio/#comment-60731). C’è chi combatte con la preghiera (che credo sia l’arma migliore) chi con una chiacchierata su un blog o con amici, chi con la politica, ed altro ancora, ma l’idea di non fare nulla, come sostenuto dal mio amico mi pare del tutto sbagliata. Oppure non ho capito bene cosa diceva il Beato Giovanni Paolo II quando a Roma nel 2000 durante la veglia del sabato della XV GMG ci ha rivolto queste parole: “Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” (cfr Is 21,11-12) in quest’alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. VOI NON VI RASSEGNERETE ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. VOI DIFENDERETE LA VITA IN OGNI MOMENTO DEL SUO SVILUPPO TERRENO, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.” (http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/documents/hf_jp-ii_spe_20000819_gmg-veglia_it.html).
E sempre lui nella magnifica Esortazione Apostolica post-sinodale CHRISTIFIDELES LAICI del 30/12/1988 () ci esortava con parole che a distanza di quasi 25 anni sono ancora attualissime riporto solo alcuni punti, ma consiglio a chi può di leggerla per intero: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_30121988_christifideles-laici_it.html.
“il Sinodo ha rilevato come il cammino postconciliare dei fedeli laici non sia stato esente da difficoltà e da pericoli. In particolare si possono ricordare due tentazioni alle quali non sempre essi hanno saputo sottrarsi: la tentazione di riservare un interesse così forte ai servizi e ai compiti ecclesiali, da giungere spesso a un pratico disimpegno nelle loro specifiche responsabilità nel mondo professionale, sociale, economico, culturale e politico; e la tentazione di legittimare l’indebita separazione tra la fede e la vita, tra l’accoglienza del Vangelo e l’azione concreta nelle più diverse realtà temporali e terrene.”
“Situazioni nuove, sia ecclesiali sia sociali, economiche, politiche e culturali, reclamano oggi, con una forza del tutto particolare, l’azione dei fedeli laici. Se il disimpegno è sempre stato inaccettabile, il tempo presente lo rende ancora più colpevole. NON È LECITO A NESSUNO RIMANERE IN OZIO.”
“Di nuovo ci troviamo di fronte a moltitudini di persone, nostri fratelli e sorelle, i cui diritti fondamentali sono violati, anche in seguito all’eccessiva tolleranza e persino alla palese ingiustizia di certe leggi civili: il diritto alla vita e all’integrità, il diritto alla casa e al lavoro, il diritto alla famiglia e alla procreazione responsabile, il diritto alla partecipazione alla vita pubblica e politica, IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI COSCIENZA E DI PROFESSIONE DI FEDE RELIGIOSA.”
“Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso detto di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla «politica», ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune. Come ripetutamente hanno affermato i Padri sinodali, tutti e ciascuno hanno diritto e dovere di partecipare alla politica, sia pure con diversità e complementarietà di forme, livelli, compiti e responsabilità. Le accuse di arrivismo, di idolatria del potere, di egoismo e di corruzione che non infrequentemente vengono rivolte agli uomini del governo, del parlamento, della classe dominante, del partito politico; come pure l’opinione non poco diffusa che la politica sia un luogo di necessario pericolo morale, non giustificano minimamente né lo scetticismo né l’assenteismo dei cristiani per la cosa pubblica.”
ed infine:
“Nello scoprire e nel vivere la propria vocazione e missione, i fedeli laici devono essere formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana. Nella loro esistenza non possono esserci due vite parallele: da una parte, la vita cosiddetta «spirituale», con i suoi valori e con le sue esigenze; e dall’altra, la vita cosiddetta «secolare», ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell’impegno politico e della cultura.”
Anche Benedetto XVI, lo scorso 22 settembre durante la Internazionale Democratico Cristiana a Castel Gandolfo il 22/09/2012 affermava: “Negli ultimi anni l’impegno dei cristiani nella società non ha cessato di essere vivace fermento per un miglioramento delle relazioni umane e delle condizioni di vita ed anche oggi non deve conoscere flessioni o ripiegamenti, ma al contrario va profuso con rinnovata vitalità, in considerazione del persistere e, per alcuni versi, dell’aggravarsi delle problematiche che abbiamo dinanzi” … “È nella famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, che la persona sperimenta la condivisione, il rispetto e l’amore gratuito, ricevendo al tempo stesso – dal bambino al malato, all’anziano – la solidarietà che gli occorre” (http://www.corriere.it/politica/12_settembre_22/papa-impegno-dei-cattolici-in-politica-non-ceda-sui-valori_b8297942-04a2-11e2-ab71-c3ed46be5e0b.shtml).
Infine segnalo anche la NOTA DOTTRINALE della CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html)
Io credo che sia importante che tutti facciamo nel nostro piccolo, e nel modo in cui ci sentiamo chiamati a farlo, qualcosa per non cedere ad una deriva che forse a volte ci sembra inevitabile, perché l’ingannatore sempre ci porta allo scoraggiamento facendoci credere che magari ormai è troppo tardi, ma lo stesso Card. Ruini in un intervista del 24 giugno scorso ha affermato: “I cattolici in politica ci sono anche oggi e sono tutt’altro che irrilevanti, e non sono soltanto i membri di una certa organizzazione, ma coloro che condividono e hanno il coraggio di sostenere pubblicamente certi contenuti. Non è vero che non contano: se non avessero contato l’evoluzione della legislazione italiana in questi ultimi vent’anni dalla fine della Dc sarebbe stata molto diversa…” (http://www.ilgiornale.it/news/interni/grazie-ai-cattolici-se-litalia-ha-evitato-deriva-sulletica-929889.html)
Scusate per la lunghezza dell’intervento, ma non sono riuscito ad essere più sintetico.
@Davide, lungo si, ma interessante e ricco di spunti…
Mi permetto di aggiungere una sola cosa: per quel che so, che ho inteso e cerco di vivere con l’aiuto do Dio, la “non resistenza al male”, che citi all’inizio come idea del tuo caro amico e fratello, è altra cosa…
Non resisteremo al male se e quando, in base ad una legge iniqua, saremo chiamati in giudizio. Se e quando verremo additati come “oscuri e razzisti omofobi”. Se e quando saremo multati o incarcerati. Se e quando in questo, saremo chiamati a ripercorrere le orme di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ma tutto quanto è possibile fare per opporre la Verità alla menzogna (che è anche un modo per proclamarla la Verità) il Bene ad un male che può ai più, non apparire neppure tale, va direi fatto… e perché sia fatto restando nella volontà di Dio, SEMPRE, ogni azione, sia accompagnata dalla preghiera, NON qualcuno faccia politica, altri tengano un blog, altri scendano in piazza e “qualcun altro” preghi…
Perché tutto sia fatto come piace a Dio, a scongiurare “battaglie ideologiche” o peggio odio, rancore e violenze.
Grazie per l’aggiunta che condivido! 🙂
Non ho la minima idea di cosa si successo, ma l’intervento delle 4 agosto 2013 alle 18:42 è mio!
Scusate devo aver commesso un pasticcio!!!
Bariom:
…il paragone con la diffamazione era solo per dire che anche nella diffamazione non è facile stabilire se si tratti di diffamazione o no. Per il resto il paragone coi primi cristiani il cui messaggi era “rivoluzionario” è anche vero, ma contro i sacerdoti di allora. Ma te potresti dire: “ecco, oggi i sacerdoti sono i giornalisti de “la repubblica” eccetra ergo i cristiani sono nuovamente “rivoluzionari “.
p,s, a me la repubblica e consimili mi danno noia quanto i discorsi del Papa.
…era rivoluzionario non solo perché era contro i sacerdoti di allora, ma perché comunque era contro, andava oltre.
1 – A vederla secondo le norme (o le ipotetiche norme nel caso della legge non ancora approvata) appare molto più facile stabilire cosa è diffamazione piuttosto che “aperta istigazione” ecc, ecc,
2 – Sì, il Cristianesimo è la vera RIVOLUZIONE oggi e sempre.
3 – Cosa in effetti non ti da noia (?!)
4 – Cristo non era “contro” (al Suo dire altri si sono messi contro, così come avviene ancora oggi) era ed è “per”. Certamente “andava oltre”, su questo hai perfettamente ragione. 🙂
…allora diciamo così:,quando si parla di Cristo e di cristianesimo, la parola ai Cattolici
…ma, lo ripeto.essendo uno dei massimi bbiblisti viventi, so benissimo quale era il messaggio di Cristo!
“…Misericordia voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”
Mt 9,13
a chiamare i peccatori perché si pentissero e ravvedessero. piccolo particolare….
…misericordia!
Quindi essendo uno dei “massimi biblisti viventi”, conoscerai anche queste parole pronunciate dallo stesso Cristo:
Matteo 8
11 Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12 mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti».
Matteo 13
40 Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità 42 e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.
Matteo 18,6
Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.
Matteo 26,24
Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
Matteo 23
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?
Marco 12
38 Diceva loro mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
Giovanni 12
48 Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno.
O sei anche tu uno di quei massimi biblisti o teologi viventi che amano annacquare la Parola di Dio per (e li messaggio di Cristo – che tu ben conosci – sic) per farLe dire ciò che più gli aggrada ? 😐
Va da sé che è buona cosa considerare queste Parole prima di tutto per sé stessi più che per additare altri… ma questo è un altro discorso.
…il pianto e stridor di denti sono tra i tuoi preferiti?
.Bariom:
..mi permetto una precisazione, non “che tu ben conosci (sic)” (la Bibbia). ma “di cui io sono uno dei massimi conoscitori viventi” senza (sic)… ammesso che io sia “vivente”!
Non confondiamo il conoscere con il capire. Sarai anche uno dei massimi conoscitori viventi della Bibbia, ma ne hai capito poco o niente, visto che sei ateo.
E comunque (Alessandro mi permetterai la precisazione) la Conoscenza comprende in una delle sue accezioni anche la “comprensione”, di qui il mio “SIC” per Alvise…
“SIC” che usa spesso, ma che a quanto pare non è a lui gradito, quando rivolto alla sua persona 😉
Alessandro:
…sagace argomentazione!
Questo è un tuo gratuito giudizio, sistema che usi quando sei a corto di argomenti.
I miei preferiti preferiti sono in realtà: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.”
Poi come già detto preferisco preoccuparmi che non abbiano a stridere i MIEI di denti!!
Stai in pace Alvise e pensa anche tu ai tuoi.
…di denti intendo 😉
e se anche usassi già la dentiera (mi auguro di no…) sappi che alla Fine dei Tempi con la Resurrezione della Carne, i nostri denti li avremo nuovamente tutti, per farli stridere o meno 😉
…non solo non ho la dentiera….ma nemmeno più i denti!!!
Allora attendi fiducioso il ritorno di Cristo (confidiamo che nella Sua Infinita Misericordia – di cui non dubito – l’attesa per i denti nuovi basti ;-))
Un grande!
http://eliseodeldeserto.blogspot.it/2013/08/lettera-al-presidente-del-consiglio.html
se continua così la prossima lettera è per Darth Vader
Magari gli risponde….. Proverò a scrivergli anch’io. Ho scritto alla redazione del tg di TV2000 chiedendogli come mai non parlano della legge liberticida ma come dicono a Napoli manco p’a capa…..
Stasera hanno detto qualche sillaba, hanno mostrato pure la Manif, sempre mantenedosi neutri per carità!
In Italia la giustizia è già macchinosamente lenta e complicata; questa legge non aiuterà a semplificare né tanto meno a garantire maggiore giustizia, semmai creerà nuove complicanze, rallentamenti, accuse e processi del cavolo: già adesso abbondano i casi fasulli di presunta omofobia, figuriamoci poi (e se poi ti ritrovi imputato davanti a un giudice gay?); comunque rimane l’ingiustizia inopportuna di una legge speciale che stabilisce che discriminare un omosessuale è più grave che discriminare un disabile, un obeso, una racchia, un depresso, uno sfigato, un vegano, una prostituta o ancora peggio: una vergine recidiva…
… o un credente.
…”una vergine recidiva”…geniale!!!
“A questo dunque serve la legge contro l’omofobia e la transfobia: a estendere a gay, lesbiche, bisessuali e trans un sacrosanto principio giuridico che già si applica a tutti i gruppi di minoranza (razziali, etnici, religiosi, nazionali, financo alle minoranza linguistiche!) grazie a una legge, la cosiddetta Legge Mancino, che vige da 1993 nel nostro ordinamento. Vent’anni di prudente applicazione nei nostri tribunali, senza che nessuno abbia sentito l’esigenza di metterne in discussione l’esistenza col candido stupore di Ostellino e di molti altri commentatori in questi giorni.”
Scenari prossimi venturi….
http://www.tempi.it/nozze-gay-coppia-inglese-prepara-prima-causa-contro-la-chiesa-che-si-rifiuta-di-celebrare-il-matrimonio#.UgCfy6yHmM0
Stralciando dall’articolo:
“Per il signor Dewitt-Barlow, in effetti, una legge che non impone le nozze gay alle denominazioni cristiane principali «è come uno che mi dà da succhiare una caramella incartata». Nell’intervista al quotidiano dell’Essex l’uomo ha anche specificato: «Sono un cristiano, un cristiano praticante, i miei figli sono tutti venuti su come cristiani e fanno parte della parrocchia di Danbury. Voglio entrare nella mia chiesa e sposare mio marito».
Peccato che il Sacramento del Matrimonio, come tutti gli altri Sacramenti, nonché l’appartenenza alla Chiesa – che significa, ricordiamolo bene, appartenere al corpo mistico di Cristo NON SIA “una caramella da succhiare” (SIC !!)
“Sono un cristiano…” L’essere cristiani è un’autodeterminazione?…
“…i miei figli sono tutti venuti su come cristiani”. Con quale insegnamento mi domando, rispetto anche solo la sessualità?
“Voglio entrare nella mia chiesa e sposare mio marito”. Questa frase si commenta da sola ed è sintomatico il “voglio” di apertura della frase.
Essendo poi il sig. Dewitt-Barlow, “praticante” e facente parte della parrocchia di Danbury, come lui stesso afferma, ci si può porre un serio interrogativo: che tipo di pastorale, insegnamento religioso, fedeltà alle norme giuridiche e morali della Chiesa, vengono trasmesse in quella parrocchia? (!)
Perché se è possibile con un certo sforzo di immedesimazione, comprendere le pretese del sig. Dewitt-Barlow, è molto più difficile comprendere, come queste idee possano essersi radicate nella sua mente, proprio partecipando alla vita di una Comunità Cristiana degna di tal nome.
Comunità dove forse lo stesso Pastore (permettetemi l’illazione non suffragata da certezza…) dà “normalmente” la Santissima Eucaristia a chi rischia seriamente, di assumerla come cibo per la sua condanna… (cosa ben inteso, che personalmente non mi rallegra affatto) e già questo, spiegherebbe molte cose. 😐
Scusate l’estesa parte in “grassetto” che non doveva essere tale…
Nell’articolo citato da Tempi si parla di «A MILLIONAIRE couple who made history as Britain’s first gay surrogate parents», che ha collezionato finora cinque figli da “madri surrogate” e ora si prepara a far causa alla Chiesa perché se ci si sposa ci si sposa in chiesa, sennò che GUSTO c’è? E non a caso si parla di gusto, perchè, dice il milionario Mr Drewitt-Barlow potersi sposare ma non in chiesa sarebbe come ciucciare una CARAMELLA INCARTATA («ilike someone giving me a sweetie with the wrapper on and telling me to suck it»).
Insomma… un vero e proprio paladino nella grande guerra patriottica in difesa dei diritti dei poveri e degli oppressi…
Non ho capito se Mr Barrie Drewitt-Barlow è nato milionario o lo è diventato. Forse la seconda, visto che viene definito la massima autorità in tema di industria della maternità surrogata in Europa («the industry expert in Surrogacy in Europe» http://www.britishsurrogacycentre.com/about-us)
Per farsi un’idea di quel che dovrebbe essere la famiglia da Mulino Bianco del XXI secolo. I piccoli Drewitt-Barlow comprendono: Saffron (Zafferana) e Aspen (Pioppa) nate insieme ma non gemelle nel 2001, Orlando (Orlando) gemello omozigote di Aspen congelato e recuperato nel 2005, Jasper (Diaspro) e Dallas (Dallas) nati nel 2011 nell’ambito della realizzazione del documentario «My weird and wonderful family» della premiata regista Daisy Asquith, la quale per un anno ha filmato the millionaire couple intenta a: 1) scegliere la donatrice di ovuli via catalogo online; 2) chiacchierare con la madre surrogata via skype; 3) recarsi negli USA per assistere al parto e 4) rientrare trionfante in Gran Bretagna con i due bebè. E’ allo studio un sesto parto, chissà che si inventeranno questa volta.
Ah, dimenticavo: «No mother figure has been involved in the children’s upbringing and Barrie and Tony want to keep it that way».
Scenari prossimi venturi 2…..
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-arriva-anche-la-maternita-surrogata-7024.htm
“La legge, fortemente voluta dal premier conservatore David Cameron, prevede infatti che i matrimoni omosessuali possano essere celebrati anche nei luoghi di culto (chiese o equivalenti), ma che non sia obbligatorio per una religione “garantire il servizio”.
Leggi di Più: Nozze gay, coppia inglese porta la Chiesa in tribunale | Tempi.it
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Grazie Alvise…
Meno male, si può “non garantire il servizio” (sic)
…Profezia:
Costanza Miriano in Parlamento. Si batterà a favore dei principi non negoziabili e della libertà di pensiero.
Aderirà a un nuovo partito guidato da Casini da Monti etc. che accoglierà tutti quei cittadini che credono nei valori cattolici.
Meglio se torni a fare muri a secco perché come profeta sei scarso; che Costanza si butti in politica già fa ridere che lo faccia con Monti e Casini fa sghignazzare.
…non è mica una cosa cattiva (in se stessa) “buttarsi in politica” (me escluso)!
Creare un nuovo partito, allora, per la difesa dei vostri principii e la promozione delle vostre idee…
…ora fare muri non è aria!!!
@Alvise: le “nostre idee e i nostri principii” li ha difesi e promossi UNO che 2000 anni fa l’è tornato dal cimitero più vivo di quando lo avevano ucciso, poi ci sono stati dei tizi che per testimoniare questo fatto si sono fatti ammazzare, poi ce ne sono altri che per aver creduto a tutto questo hanno affrontato calunnie e persecuzioni…
O che sulla tu’ Bibbia non c’è sta storia?
Non abbiamo bisogno di un partito.
Bontà vostra!
Ieri 5 agosto il ddl sull’omofobia è stato discusso “nelle linee generali” in aula alla Camera in tarda serata. Il Presidente al termine dichiara che “Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.”
Brutta è la notizia che la Commissione giustizia ha ritenuto di non accogliere le condizioni poste dalla Commissione affari costituzionali (che almeno avevano il pregio si segnalare le pesanti criticità del testo), sulle quali ho scritto qua (sotto l’articolo di Ostellino):
http://costanzamiriano.com/2013/08/04/gli-errori-della-legge-anti-omofobia/
Questo il resoconto stenografico, con tutti gli interventi (la discussione in oggetto parte da p. 85):
http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0065&tipo=stenografico
Segnalo che Eugenia Roccella ha detto tra l’altro (pp. 106-8):
“Signor Presidente, prima di tutto devo dire che sono molto dispiaciuta che questo dibattito sia stato confinato in notturna, su un provvedimento delicato come questo sull’omofobia, ma anche coinvolgente. Ricordo fra l’altro che c’è stata già una seduta notturna in Commissione giustizia, in cui si è liquidato velocemente il testo unificato senza neanche prendere in esame gli emendamenti proposti dai parlamentari: quindi non vorrei che diventasse un’abitudine, e che andassimo di notturna in notturna senza mai fare un dibattito veramente ampio, un dibattito che si rifletta anche nel Paese, non ideologico, dettagliato però, che entri nel merito del provvedimento.
Il tempo concesso dalla veloce liquidazione del testo nella Commissione referente, e dalla altrettanto rapida calendarizzazione della discussione in Aula, non ha invece certamente favorito quegli approfondimenti che le numerose ambiguità e zone grigie del testo unificato avrebbero richiesto. Al contrario, tutto questo sembra finalizzato ad eludere tali approfondimenti, facendo passare sulla testa dei cittadini norme che potrebbero mettere a rischio diritti e libertà fondamentali: prima fra tutte quella di opinione e di pensiero.
È dunque molto alto il rischio che la norma venga interpretata e applicata in modo da limitare fortemente la libertà di pensiero e di espressione, e non tanto per tutelare omosessuali e transessuali da violenze e discriminazioni più sostanziali. Se consideriamo la lettera del testo attuale e la giurisprudenza formatasi sulla discriminazione razziale, la possibilità che si arrivi a forme di dittatura del politicamente corretto tali da impedire la libera manifestazione di opinioni diverse, è molto concreta.”
Raffaelle Calabrò ha detto (pp. 117-8):
“Carissimi colleghi, che vi piaccia o no, sulla bontà del provvedimento che ci accingiamo a discutere, non è in atto una guerra tra guelfi e ghibellini, tra cattolici e laici. Sono tanti, infatti, i liberali d’antan che nutrono dubbi e perplessità sulla rapidità dell’iter e sulla necessità della legge. Ne cito alcuni come testimoni di un dibattito che, come dicevamo, meriterebbe un surplus di approfondimento. Piero Ostellino, Pierluigi Battista ecc.”
Come segnalavo qui sopra, la Commissione giustizia non s’è proprio filata le osservazioni della Commissione Affari costituzionali sul ddl-omofobia.
Se ne lamenta il presidente della Commissione Affari costituzionali, Sisto:
http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/sisto.aspx
«È inaccettabile che la commissione Giustizia non abbia tenuto conto del parere e dei rilievi della Commissione Affari Costituzionali», lamenta il presidente Francesco Paolo Sisto, del Pdl. «Più che fare presto, occorre fare bene. – avverte -. Su un tema così delicato, se si vuole evitare che un fenomeno discriminatorio rischi di sconfinare nel reato di opinione, bisogna stare attenti».
“Siamo stati investiti di un parere come prima commissione e dopo lunga discussione abbiamo concordato con i partiti della maggioranza una formula che sostituisce quella iniziale «istiga a commettere o commette» con un’altra che dice «apertamente istiga a commettere o commette». L’obiettivo è quello, appunto, di evitare che si sconfini nel reato di opinione.
Poi la commissione Giustizia, nonostante l’accordo, inspiegabilmente, non l’ha tenuta in alcuna considerazione. E questo lo ritengo molto grave, per la Commissione e per il rispetto degli accordi politici, faticosamente raggiunti , con reciproche concessioni, anche grazie all’impegno della relatrice on.le Centemero. Il nostro è un rilievo di natura tecnica, perché i giuristi sanno che le norme penali debbono rispondere a criteri di tassatività e tipicità, debbono cioè indicare le fattispecie con chiarezza. Inoltre fra le osservazioni c’era il suggerimento di inserire la nuova previsione nell’aggravante generale «per motivi abietti e futili» prevista dall’articolo 61 numero 1 del codice penale.”
la soluzione- come ho letto da qualche parte nel mio compulsivo zapping via internet- potrebbe essere che la chiesa rinunci al matrimonio concordatario.ufficialmente.( già, ovviamente, lo si può fare. è quello che viene definito matrimonio di coscienza.) ma come rinuncia “ufficiale” avrebbe trutt’altro peso.
uno , se va in chiesa, è sposato solo per la chiesa. nessun effetto civile.
so che non annullerebbe i danni prodotti dal matrimonio per tutti. ma almeno finirebbe la scusa per attacchi del tipo riportati da giusi quì sopra.
tanto la sequenza micidiale di fesserie, dal giudice di Rovereto che autorizza al cambiamento di sesso sulla carta d’identità ad un uomo che è rimasto uomo, ma psicologicamente vuol chiamarsi e ritenersi femmina, o dalla prossima legalizzazione dell’utero in affitto in Francia, per non parlare del papocchio che verrà fuori in Italia dalla legge antiomofobia che sarà né più né meno che la fine della libertà di opinione, procede in modo spedito in ogni stato.
almeno, se non ci si riesce ad opporre, non saremo complici…
@Vale il problema sorge (e rimane) quando (come puoi leggere nell’articolo proposto da Giusi sopra) chi porta la questione in tribunale è proprio chi pretende venga amministrato il Sacramento religioso…
Sono troppo ignorante in materia per dire se un tribunale civile, può pronunciarsi, sino ad obbligare un qualsiasi “ente religioso” (mi si passi il termine, ma è per comprendere ogni atra professione di fede) a che ciò avvenga.
Forse qualcuno qui, più preparato sulla materia (o con più tempo per fare una ricerca…) potrà dare una risposta.
a bariom,
mi rendo conto. il punto non è essere obbligati in forza di una sentenza basata su una legge . il punto è se c’è un prete che lo farebbe venendo meno alle leggi di Dio-se non lo credesse non si sarebbe fatto prete- per accondiscendere a quelle degli uomini.
che uno stato sovrano come il Vaticano possa denunciare parte, tutto o anche un solo articolo del concordato è fuor di dubbio.
resta da capire se si vorrà fare. oltretutto sarebbe-finalmente- una presa di posizione chiara nei fatti e non solo a chiacchere..
ah, la proposta l’ho trovata su radiosmith.it
@Vale, scusa il punto credo sia invece proprio essere “obbligati” da una sentenza… alla quale poi ciascuno sarebbe chiamato (prete o non prete) a non uniformarsi per una “legge” superiore – accettando poi anche di patire le conseguenze della scelta.
Il punto non è se prete tizio o laico caio lo farebbe venendo meno ecc, ecc, perché di questi è già pieno il mondo (e tutti potremmo ritrovarci a far parte della “allegra” compagnia…)
a bariom
p.s a diritto canonico presi 28…..
beh,appunto. visto che il matrimonio in chiesa lo celebrano i nubendi ed il prete è il teste qualificato, che con gli altri due testimoni, rende valida -davanti a Dio ed agli uomini- la promessa, e nel caso del concordatario fa anche le funzioni di ufficiale civile, direi proprio che se il prete( non: prete o non prete. uno fa tutte ‘ste storie proprio per la chiesa ed il prete-mi riferisco all’articolo, eh!) si rifiuta, anche a costo della galera, il matrimonio non si fa.
stiamo a dire la stessa cosa….
OK… 🙂
Quando dicevo “non prete”, estendevo il discorso a tutte le altre possibili situazioni 😉
Scenari prossimi venturi 3……..
http://www.prolifenews.it/filosofia-e-morale/legge-sullomofobia-e-pericolosa-lo-dimostra-il-caso-negri/
@Giusi
La Chiesa è indipendente e sovrana: se non vuole, non vuole… non credo si possa aggirare l’ostacolo, no? Del resto, basta guardare (e farsi rassicurare) dal precedente del divorzio. Francamente non mi preoccuperei.
Per quanto riguarda le “4 tappe”, la progressione è sicuramente quella: il che non vuol dire che sia inarrestabile in qualsiasi punto (qualsiasi punto, ripeto). Forse qualche argomentazione potrebbe anche risultare convincente (nel campo laico, dello Stato), è per questo che mi piace ragionarne punto per punto, piuttosto che “tutt’assieme”. In questa ottica, francamente, credo che sia molto più efficace un’opposizione che facesse muro su punti circostanziati e precisi, invece che “se passa questo, allora…”. Ad esempio: “che si sposino pure, ma in nome di un bene superiore, non si allarghi il riconoscimento all’istituto delle adozioni”. Quindi ignorare la prima istanza (“love is love”, finché si tratta di adulti consenzienti), ma diventare intransigenti sulla seconda questione – dove credo che si possano raggruppare molte altre persone, a prescindere dalla formazione religiosa.
Omofobia
Provo a chiarirmi le idee sostituendo alla parola “omofobia”, la parola “razzismo”. Tutto mi sembra più chiaro. Uso “sessismo”, “antisemitismo”; idem. Eppure resto titubante, principalmente perché mi sfugge la definizione di “transfobia”, credo… comunque ne percepisco le ragioni anche se faccio fatica a trasformarle in legge. E mi paiono motivazioni ragionevoli.
Questo testo renderà “illeggibili” alcuni passi delle “Sacre Scritture della religione cristiana (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10)”? Bene, non è la prima volta che succede: basterà storicizzarli, relativizzarli, come è successo per “la costola d’Adamo” o per lo sterminio delle popolazioni pre-esistenti nella Terra Promessa, o l’eliocentrismo.
Ed anche se per te resteranno atti di “grave depravazione”, non ci sarà comunque problema: il diritto d’opinione è un diritto “più alto” e quindi tutelato rispetto a certe “permalosaggini” (come può confermare qualsiasi giornalista) – ovviamente purché non si passi dall’opinione all’ingiuria, all’istigazione a commettere reato (posso anche pensare che qualcuna sia di facili costumi, ma altra cosa è dichiaralo in privata conversazione, oppure urlarlo dalla finestra, infine incitare alla lapidazione)
Relativizza e storicizza? La ricetta della Chiesa d’Inghilterra, che non mi sembra goda di ottima salute 🙂
Se poi lei si sente rassicurato dal precedente del divorzio, auguri. Ormai ci avviciniamo al mezzo secolo d’esperienza e se i risultati le sembrano rassicuranti…
sì, insomma, un po’ di stucco un ritocchino quì e là e si continua.
quanto al diritto d’opinione “più alto” non riesco a capacitarmi di come si possa essere così ingenui( o volutamente ingenui.)di giornalisti ne ho conosciuti e ne conosco. e tutte queste conferme non le sento.ma forse dipende da quali giornalisti s’interpellano…..
oltretutto la vaghezza del termine rende colpibile qualsiasi opinione spacciandola come istigazione o spregio.
e ti pareva che alvise non fosse d’accordo….
Che lo Stato introduca il divorzio e permetta a persone già divorziate di risposarsi, è nelle sue prerogative. Lo stesso vale per la Chiesa, nonostante le pressioni a cui, credo quotidianamente e da una “lobby” molto più numerosa, interna e “pesante”, viene sottoposta, per cui rifiuta separazione/divorzio/nuove nozze, comunione eccetera.
In questa fermezza, in questa resistenza, mi sento talvolta confortato, si.
Anche se provo una gran con-passione per chi subisce una separazione e si vede negato il conforto della comunione (anche se capisco che sia praticamente impossibile per qualsiasi sacerdote entrare nel merito di ciascuna storia e giudicarla e comportarsi di conseguenza); ma questo è veramente un discorso che non c’entra nulla…
http://filiaecclesiae.wordpress.com/2013/07/29/finche-morte-non-vi-separi/
CCC 1640 :
“Il vincolo matrimoniale è dunque stabilito da Dio stesso, così che il Matrimonio concluso e consumato tra battezzati non può mai essere sciolto. Questo vincolo, che risulta dall’atto umano libero degli sposi e dalla consumazione del matrimonio, è una realtà ormai irrevocabile e dà origine ad un’alleanza garantita dalla fedeltà di Dio. NON è in potere della Chiesa pronunciarsi contro questa disposizione della sapienza divina. (CIC Can. 1141: “Il matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte.”)”
Caro Fortebraccio, capisco e condivido la tua compassione per chi subisce una separazione, ma non è corretto dire che si vede “negato il conforto della Comunione”…
Mi perdonera se non sono in grado qui di citarti testi e documenti, ma per quello che so, il separato/divorziato (uomo o donna ovviamente) che subisce la separazione o il divorzio, cioè che rifiuta separazione o divorzio come idea e scelta ma non può impedire al matrito/moglie di mettere in atto la prima o ottenere il secondo, se rimane fedele al coniuge con il cuore e nella castità con il corpo, può assolutamente accostarsi alla Santa Comunione, non essendoci nulla che lo separi dalla comunione con Dio e con lo stesso coniuge che continua a rimenere tale per lui/lei nel suo cuore e davanti a Dio.
Come nota di “prudenza pastorale” chi vive questo “stato” con l’aiuto e la Grazia di Dio, è bene valuti di accostarsi alla Comunione Eucaristica in una comunità o parrocchia dove non sia conosciuta la sua vicenda personale, questo non per aggiungere un carico alla sua sofferenza, ma per evitare distorti giudizi in chi può non conosce la sua scelta di fedeltà e castità, ma solo lo stato oggettivo di separato o divorziato.
Bene
chiedo venia per l’erroraccio
Resta intatto quello scritto nelle righe superiori (spero si capisca)
Bariom, si può vedere il direttorio di pastorale familiare della CEI (1993), che al capitolo settimo
http://www.chiesacattolica.it/documenti/1999/08/00003598_la_pastorale_delle_famiglie_in_situazione.html
dice che:
“Nei confronti di chi ha subito il divorzio, l’ha accettato o vi ha fatto ricorso come costretto da gravi motivi, ma non si lascia coinvolgere in una nuova unione e si impegna nell’adempimento dei propri doveri familiari e delle proprie responsabilità di cristiano, circa l’ammissione ai sacramenti non esistono di per sé ostacoli…
Perché possa accedere ai sacramenti, il coniuge che è moralmente responsabile del divorzio ma non si è risposato deve pentirsi sinceramente e riparare concretamente il male compiuto. In particolare, «deve far consapevole il sacerdote che egli, pur avendo ottenuto il divorzio civile, si considera veramente legato davanti a Dio dal vincolo matrimoniale e che ormai vive da separato per motivi moralmente validi, in specie per l’inopportunità od anche l’impossibilità di una ripresa della convivenza coniugale» (cfr La pastorale dei divorziati risposati…, n. 48). In caso contrario, non potrà ricevere né l’assoluzione sacramentale, né la comunione eucaristica.”
“Perché possa accedere ai sacramenti, il coniuge che è moralmente responsabile del divorzio ma non si è risposato deve pentirsi sinceramente e riparare concretamente il male compiuto. In particolare, «deve far consapevole il sacerdote che egli, pur avendo ottenuto il divorzio civile, si considera veramente legato davanti a Dio dal vincolo matrimoniale e che ormai vive da separato per motivi moralmente validi, in specie per l’inopportunità od anche l’impossibilità di una ripresa della convivenza coniugale» (SIC!)
[ qualora accedesse ai sacramenti, vi accedesse in segreto(per non dare scandalo, immagino)]
SIC! cosa Alvise? (!!) SIC cosa?
Varrebbe da dire SIC per il solo fatto che intervieni, che apri bocca su cose sulle quali la tua comprensione è la metà di uno che non capisce nulla!
…e quello che tu immagini e tanto lontano dal vero come la notte profonda dista dal sole di mezzogiorno, che per quanto lo insegua sempre alla stessa distanza e nella stessa oscurità rimane, mio caro Alvise.
Alessandro grazie. E’ sempre bene ritornare a documenti ufficiali su tematiche tanto delicate.
Mia consolazione è che la memoria mia ancora trattiene il “succo” 😉
😉
Scusate, vorrei chiarire la frase sulla storicizzazione e relativizzazione: non voglio dire che la Chiesa dovrà rivedere la sua Dottrina per legge dello Stato, ci mancherebbe!
Intendo dire che forse certe frasi andrebbero ripesate, magari non prese alla lettera, ecco.
E senza andare troppo lontano, basta rileggere il Catechismo che parla di “rispetto, compassione e delicatezza” (CCC 2358). E ancora: “A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”.
Questo non toglie il fatto che siano “intrinsecamente disordinati”; ma non giustifica né l’ingiuria né tanto meno l’istigazione al reato.
Magari il confine potrà sembrare sottile, labile; ma c’è.
“anche se per te resteranno atti di “grave depravazione”, non ci sarà comunque problema: il diritto d’opinione è un diritto “più alto” e quindi tutelato rispetto a certe “permalosaggini”
tutelato da chi? Dal ddl-Scalfarotto?
Forse non hai chiaro di che si sta parlando.
Il testo del ddl dispone sia “punito con la reclusione sino a tre anni chi incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull’omofobia o transfobia”.
Prova a dire pubblicamente “l’atto omosessuale è un atto di grave depravazione”, e poi immaginati se non si troverà un giudice che in questa tua condotta ravviserà “incitazione a commetere atti di discriminazione per motivi fondati sull’omofobia o transfobia”, irrogandoti la pena prevista (reclusione fino a tre anni)!
E’ vero Alessandro, non riesco ad addentrarmi nel problema quanto vorrei (ho troppo da recuperare, e scarseggio di tempo per approfondire, chiedo venia; anzi, grazie per il tuo servizio!): mi limito a riflettere sul principio – sperando che si trovi un giusto modo per tradurlo eventualmente in legge, sempre che se ne riscontri l’impellente necessità.
Poi penso alla Dama Bianca, o quando da ragazzino mi soffermavo in quell’altra pratica “intrinsecamente disordinata”, e penso che chiunque oggi sotterrerebbe con una pernacchia chi definisse la prima “corruttrice” od i miei, “atti di depravazione”. Credo che certi atteggiamenti possano essere utili a stigmatizzare dei comportamenti in modo che i più deboli non vengano travolti; ma poi, seriamente, cosa vuoi dire a delle persone grandi e vaccinate? Davvero ti vuoi riferire a loro come “depravati”? In una discussione tra adulti? Anche il catechismo s’è aggiornato (vedi sopra)… forse è tempo di combattere certe nostre paure.
senza nulla togliere al dovere di denunciare certi abusi o esibizionismi o tentativi di corruzione, ecco.
E comunque affermare in pubblico: “l’atto omosessuale è un atto di grave depravazione”, credo che possa essere avvertito come offensivo, si. Perché mi sembra francamente eccessiva, come espressione, per rendere chiara la tua repulsione a certe pratiche.
un po’ come (agli inizi del secolo scorso) riferirsi ad un ebreo chiamandolo “nasone”, o “usuraio” o “deicida”.
vedi già non si distingue più tra l’atto omosessuale e la persona omosessuale, ma mi si vuole negare la libertà di esprimere un giudizio su un’azione (non una persona!!!).
CVD
Bravo JoeTurner!
La tua risposta mi ha ricordato quello che il predicatore di strada Tony Miano a risposto al poliziotto che lo interrogava, successivamente al suo arresto mentre commentava alcuni passi di S. Paolo ai Tessalonnicesi in una piazza londinese.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-gay-un-arresto-a-londra-per-avere-letto-san-paolo-6832.htm
Vorrei consigliarne la lettura a chi non l’avesse già fatto ed in modo particolare a fortebraccio, che mi sembra sia disposto ad approfondire l’argomento e per questo motivo ha la mia stima.
Questo episodio forse potrebbe aiutarlo a capire quali sono i timori di tanti di noi e se questi sono o meno fondati.
Per chi non ha tempo riporto solo i seguenti passaggi:
Police Interviewer (P), l’arrestato Tony Miano (T):
P: «D’accordo, ma Lei crede a causa della Sua religione che l’omosessualità sia un peccato?»
T: «Certamente»
P: «Come pensa che la gente possa percepire questo?»
T: «Io penso che sia assolutamente importante distinguere tra l’omosessualità come peccato e l’individuo come peccatore. Una persona che pecca contro di Dio è sottoposta alla giustizia divina indipendentemente dal tipo e dalla natura del peccato. Questo vale anche per una persona che mente, una che ruba, una che prova nel proprio cuore rancore, risentimento, odio, una persona scontenta dei doni che Dio gli ha regalato e invidia ciò che hanno gli altri, una persona che pronuncia il nome di Dio invano, che è egoista»
P: «Va bene»
T: «Vorrei tornare alla distinzione tra l’atto in sé e la persona che ha l’inclinazione a compiere l’atto. Non è la stessa cosa. Non si può dire che una persona è malvagia solo perché ha un’inclinazione all’omosessualità.(…) Il punto è che tutti noi siamo peccatori e indegni della gloria di Dio. Ecco perché quando oggi parlavo pubblicamente non lo facevo soltanto nei confronti dell’omosessualità ma di tutte le forme di fornicazione. Fornicazione eterosessuale, adulterio eterosessuale, desiderio concupiscente, e tante altre forme di sessualità immorale che rappresentano un peccato agli occhi di Dio»
e più avanti:
P: «Quindi se qualcuno che Lei sa essere un omosessuale venisse da Lei e Le chiedesse un favore, Lei sarebbe disposto a farglielo?»
T: «La parola di Dio mi dice di amare il mio prossimo come me stesso»
P: «Va bene»
T: «Questo vuol dire che se un omosessuale viene da me e mi dice: “Ho fame e ho bisogno di mangiare”, io lo porterei nel più vicino ristorante e gli darei da mangiare e condividerei con lui la parola del Vangelo, perché lo amo»
Spero aiuti a capire meglio perchè io (anche se da poco sul blog) e tanti altri prima di me e più di me (Giusy, Alessandro, Bariom, e gli “Altri”. – grazie per tutte le vostre segnalazioni!) spendiamo il nostro tempo nel confrontarci su questa legge.
P.S. Ovviamente il grazie più grande va a Costanza Miriano (mitica!), admin e tutti i bravissimi autori del blog.
Figuriamoci quando passa La legge!
http://www.prolifenews.it/notizie-dallitalia/arcigay-attacca-prete-perche-diffonde-appello-contro-la-legge-sullomofobia/
Ogni tanto qualcuno parla: Mons Crepaldi:
http://it.radiovaticana.va/storico/2013/01/26/osservatorio_van_thu%C3%A2n:_ideologia_gender_snatura_luomo._mons/it1-659279
“Nella legge sarà espressamente dichiarato che la Chiesa anglicana non può celebrare matrimoni omosessuali, per evitare rivendicazioni di singole congregazioni. Inoltre, il Parlamento dovrà modificare l’Equality Act del 2010 per impedire che coppie gay possano ricorrere alle corti nazionali od europee per obbligare la Chiesa anglicana a sposarli con rito religioso con l’argomento della discriminazione.”
Mi sono sembrate intelligenti e condivisibili le osservazioni di fortebraccio!
quindi tu sei contemporaneamente
1) d’accordo con Ostellino che è contrarissimo al ddl-omofobia (“Sono d’accordo con Ostellino”)
2) d’accordo con fortebraccio che non è contrario al ddl-omofobia
A questo punto ti consiglierei di cercare un accordo con te stesso
Dai, che se non ci fosse il signor Alvise bisognerebbe inventarlo!!!
Alessandro:
… hai ragione! Quando ho scritto che ero d’accordo con Ostellino credo che fosse per via della sua critica all’ipertrofia legislativa. Rileggendo ora il suo articolo, no, non sono d’accordo su nessun punto. In effetti, nonostante l’pertrofia di cui sopra, mi sembra 1 che picchiare un omosessuale in quanto omosessuale sia, anche giuridicamente, un azione diversa dal semplice fatto del picchiare, come lo stesso istigare a picchiarlo o svilirlo o emarginarlo o a bollare il suo comportamente (da omosessuale) come immorale.
Sarebbe come (si parva magnis comparare licetur) avere condannato i nazisti per omicidio per genocidio.
Eppure sempre uccidere era ( a parte la bestialità etc.)
Sono, invece, non solo d’accordo con fortebraccio, ma credo che tutti si potrebbe essere d’accordo con lui.
…per omicidio e non per genocidio (volevo scrivere)
Ciao Alvise.
Componere non comparare.
Licet non licetur.
Ubi Deus ibi pax:
…hai ragione! Un errore grossolano!
Di nulla.
Ma ricorda, a proposito di citazioni latine, che “in dubio” invece dell'”abstine” in questo caso molto meglio l’altra massima inglese: “Google is your best friend”!
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energie rinnovate e rinnovabilie ha commentato:
Riprendo dal blog di Costanza Miriano: Forse l’ho già postato, ma in questo caso repetita iuvant.
che poi ci si stà concentrando sugli omosessuali. ma la storia dell’omofobia riguarda tutti i gender.pertanto per ogni percezione soggettiva del sé esiste, di fatto, una discriminazione, offesa, o quant’altro.
un po’ lunghetta, ma chi se la vuol leggere:
Brescia 13 Aprile 2013
GLI EQUIVOCI DEL GENDER
Gli interventi dei relatori al convegno che si è svolto a Brescia il 13 Aprile presso il Centro pastorale “Paolo VI”, organizzato dall’ Ufficio per la famiglia e Ufficio per la salute della Diocesi di Brescia e la collaborazione di: AGAPO, Alleanza Cattolica, AMCI Brescia, Ass. Gruppo LOT, Ass. Obiettivo Chaire, CIC-RNF, FederVita Lombardia,MEC , Scienza & Vita Brescia , UGCI Brescia, e il sostegno di: Forum Associazioni Familiari Lombardia, Ass. Nuove Onde, Scienza & Vita Milano, Il Timone – Milano. La giornata era destinata ad operatori di pastorale, educatori della comunità ecclesiale e membri delle organizzazioni promotrici coinvolte. Sono intervenuti: Dale O’Leary, Laura Palazzoni, Walt Heyer.
La teoria Gender, alienata dalla realtà . di Dale O’Leary
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=5642
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-omofobia-incubodi-una-nottedi-mezza-estate-7032.htm
Quindi sul ddl:
A settembre si vota. Prima le pregiudiziali di costituzionalità: ne sono state depositate tre, a firma degli on. Pagano e altri, Meloni e altri, e Giancarlo Giorgetti e altri. Poi, se dovessero essere respinte, il merito.
Grazie per il continuo aggiornamento!
Figurati, grazie a te!
Il punto della situazione
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-omofobia-incubodi-una-nottedi-mezza-estate-7032.htm#.UgIFsnAsBEY.facebook
Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici:
“- Cattolico impegnato e psichiatra. Nello specifico, quali ricadute potrebbe avere questa legge sullo svolgimento della sua professione?
– Vi sono alcune condizioni, legate all’orientamento sessuale, di interesse clinico, come ad esempio l’orientamento sessuale egodistonico o problematiche di disagio adolescenziale collegate, o ancora incertezze identitarie connesse a problematiche traumatiche o infine alla richiesta di persone bisessuali di indagare la loro condizione.
Nella sua attuale formulazione, questa legge potrebbe impedire un approccio clinico-terapeutico, ledendo la libertà di cura del medico e dello psicologo (fatte salve le prescrizioni già previste nell’ordinamento deontologico delle professioni interessate), e soprattutto del paziente stesso. Qualunque intervento valutativo o critico potrebbe infatti configurare il reato di omofobia.
La ricerca clinica, inoltre, ne sarebbe gravemente limitata: uno studio clinico che intendesse, ad esempio, rilevare il disagio emotivo di figli adottati da coppie omoparentali potrebbe essere tacciato di omofobia. Dall’analisi di questo ddl si evincono quindi, a mio parere, anche gravi questioni inerenti la libertà costituzionale di cura, ricerca e insegnamento”.
http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/08/00267780_a_rischio_liberta_di_cura_ricerca_e_inseg.html
Come spesso succede per leggi messe assieme alla “meno peggio” (non solo su questa questione ed in questo campo) e senza una approfondita analisi, più ci si addentra nello specifico e ci si confronta con chi “opera sul campo”, più si scoprono gravi limiti se non addirittura vere e proprie storture…
In Gran Bretagna: Ovetti Kinder rosa per lei, azzurri per lui. «Ritirateli subito, quegli snack sono sessisti»
http://www.tempi.it/ovetti-kinder-rosa-azzurri-femmine-maschi-sessisti-let-toys-be-toys#.UgP4c9IqySo
E’ GIUSTO! Arancione per TUTTI… (arancione? Boh… :-|)
Se ad una delle mie nipoti compro l’ovetto kinder e dentro non ci trova un regalo “da femmina”… capace che mi dice: “Ma zia!!!!! Lo sai che non sono un maschietto, no?”…
E si offende pure… OMOFOBO!!
No scusa, è una femmina, quindi OMOFOBA (o femmofoba, no aspetta deve essere un’altra cosa :-|)
NON FA UNA PIEGA!
Piero Ostellino sul Corriere della Sera del10-8-2013
Stabilire per legge ciò che è «politicamente corretto» e ciò che non lo è significa teorizzare, e codificare, il reato di opinione. È quello che ho cercato di spiegare nell’articolo in cui ho definito inutile la legge contro l’omofobia. Pare, però, abbia sollevato la critica dei soliti «laici, democratici, antifascisti» in servizio permanente ed effettivo; che sono, poi, col fascismo storico — detto ironicamente, ma perspicuamente — l’altra forma di fascismo instauratasi dopo la caduta del primo e a seguito di una malintesa idea di democrazia. Insomma, che piaccia o no, molti italiani sono rimasti fascisti anche se non lo sanno e credono di essere progressisti.
Ho scritto che, per me, picchiare qualcuno è un reato. Punto e basta. Per i promotori del progetto di legge contro l’omofobia, picchiare un omosessuale è, invece, un’aggravante perché rivela un’«intenzione omofobica».
Mi rendo conto che sarebbe pretendere troppo che certi nostri parlamentari conoscano la crociana «distinzione» fra Etica e Politica e Etica e Diritto. Ma se, almeno, capissero che l’«intenzione omofobica» è un’opzione morale, che riguarda la soggettività delle coscienze, e picchiare qualcuno è un reato che riguarda, oggettivamente, il Diritto e che, confondendo l’una con l’altro, ci sia avvia su una china pericolosa, non mi parrebbe chiedere troppo da parte loro. Così, insisto.
L’«avversione per l’omosessualità» — ciò che chiamiamo omofobia — è un’opinione eticamente sbagliata e moralmente censurabile, ma non è un reato. Giuridicizzarla significa confondere Etica e Diritto e creare le condizioni del reato d’opinione. Una volta approvata la proposta di legge contro l’omofobia, salterebbe fuori, prima o poi, qualche Procuratore della repubblica troppo zelante che si sentirebbe in dovere di «raddrizzare il legno storto dell’umanità» incriminando per omofobia chi dicesse che non si farebbe mai vedere in giro con un omosessuale.
Una opinione stupida, ma pur sempre, e solo, un’opinione. Se, inoltre, ciò comportasse anche il rischio di incriminazione dei credenti di religioni per i quali l’omosessualità è «un vizio», è una pratica «contro natura», saremmo nello Stato teocratico che assimila il peccato al reato. Sparirebbe la separazione fra Chiesa e Stato.
L’eccessiva regolamentazione dei comportamenti sociali, per non dire delle convinzioni morali, non è una virtù della democrazia, bensì è il vizio di ogni totalitarismo e di ogni autoritarismo. Non è neppure buona prassi democratica ritenerne l’indiscutibile applicazione del «governo della legge».
Nella democrazia liberale, tutto è permesso, salvo ciò che è espressamente proibito, e ciò che è, a sua volta, proibito, non dovrebbe essere la conseguenza di una cieca adesione al positivismo giuridico. Così ragionavano i giuristi nazisti e comunisti. La legge, se non è temperata dal Diritto naturale — le libertà individuali e i diritti soggettivi che conferiscono all’Uomo la sacralità di Persona — minaccia facilmente di diventare liberticida. I nostri legislatori dovrebbero saperlo e darsi una regolata…….
…d’accordissimo, ma non è scomparsa la parola “istigazione”.
…volevo scrivere: è scomparsa…
…comunque, perché, allora, qualcheduno non potrebbe esprimere alla radio, o in rete, o a scuola, la sua libera opinione che i neri dovrebbero (ancora) stare separati dai bianchi? Mica è passato tanto tempo che era così e tanti pensano ancora che sarebbe giusto…
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito:
a) con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, o fondati sull’omofobia o transfobia.”
Questo oggi il testo Scalfarotto.
Faccio una previsione.
I cattolici che vogliono emendare questo testo (ad esempio i 26 di Pd e Sc che hanno scritto ad Avvenire), e quindi non ritengono che il testo vada affossato per il semplice fatto che è imperniato sulla legge Mancino (come invece ritengono Roccella, Sacconi e altri), finiranno per convergere nel sostenere un emendamento come questo:
“Non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente”.
Si veda al riguardo quanto dice Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione giustizia:
http://www.asca.it/news-Omofobia__Verini__ora_condizioni_per_prova_di_grande_maturita__civile-1304518-POL.html
Emendamento siffatto dovrebbe mettere al riparo dall’incriminazione chi – per intenderci – difende le posizioni del Magistero cattolico sull’omosessualità, in quanto difendere queste posizioni è una condotta “conforme al diritto vigente” (chi oggi cita e approva la dottrina cattolica al riguardo non è incriminabile, poiché esercita il diritto alla libera professione del proprio credo religioso) ed è una condotta qualificabile come “libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee”.
Ammesso che questa “clausola di garanzia” introdotta da tale emendamento impedisca l’incriminazione di un cattolico che professa la dottrina cattolica sull’omosessualità, il ddl così emendato genererebbe una buona legge?
A mio avviso, certamente no, in quanto
1) gli atti di discriminazione “per motivi fondati sull’omofobia o transfobia” assumerebbero una gravità pari agli atti di discriminazione “per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Come dice Eugenia Roccella, “si può applicare un criterio come la discriminazione razziale, che ha una storia e dei contorni chiari, anche a nuovi reati non ancora definiti come l’omofobia e la transfobia?”. Insomma: si può equiparare il razzismo all’omofobia? Inoltre: se gli “atti di discriminazione fondati sull’omofobia o transfobia” assumono la stessa gravità (e quindi sono puniti con la stessa pena) degli “atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, perché non dovrebbe essere riconosciuta la stessa gravità degli “atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” agli atti di discriminazione dettati dall’odio per il disabile, o dell’anziano? Perché punire con la stessa severità gli atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e quelli fondati sull’omofobia o transfobia ma non quelli motivati dal disprezzo per il disabile, o per l’anziano? Istigare all’odio contro un omosessuale in quanto omosessuale è moralmente più grave che istigare all’odio contro un disabile in quanto disabile o contro un anziano in quanto anziano?
2) Equiparando gli atti di discriminazione su base omofobica/transfobica agli atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, si introduce nell’ordinamento giuridico una speciale protezione nei confronti della categoria “omosessuali”, stimata particolarmente vulnerabile e quindi meritevole di particolare tutela, tanto particolare da essere la stessa di cui gode chi è oggetto di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Una domanda e una considerazione:
a) gli omosessuali apprezzano di essere considerati una categoria particolarmente vulnerabile e quindi meritevole di particolare tutela? Questa “etichetattura” dell’omosessuale è gradita a tutti gli omosessuali?
b) è evidente che, introducendo nell’ordinamento giuridico una speciale protezione nei confronti della categoria “omosessuali”, sarà domani agevole introdurre nel nostro ordinamento un riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, proprio per ragioni di coerenza intrinseca dell’ordinamento: poiché i soggetti di queste unioni beneficerebbero già di una speciale protezione legale, s’indebolirebbe la giustificazione giuridica del diniego di un riconoscimento alle unioni che questi soggetti allacciassero.
Si accorgono, i cattolici favorevoli a estendere la Mancino agli atti di discriminazione su base omofobica/transfobica, che ciò spalancherebbe le porte a quanto esplicitamente vietato dalla dottrina della Chiesa, cioè al riconoscimento legale delle unioni omosessuali? Cfr. “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali”, 3 giugno 2003, n. 5: “In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all’applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo.”
Inoltre, una osservazione.
Se siffatta “clausola di garanzia” fosse introdotta e funzionasse, la legge Mancino così modificata “sancirebbe” che chi difende il Magistero cattolico sull’omosessualità esprime un legittimo “convincimento” (o una legittima “opinione”). Gli attivisti LGBT gradiscono che una legge dello Stato – nientemeno – riconosca di fatto alle posizioni della Chiesa sull’omosessualità lo status di posizioni legittime, “riconducibili al pluralismo delle idee”? Non sarà domani più difficile contestare la posizione cattolica, se addirittura una legge dello Stato ne “consacrasse” la legittimità (al pari di altre posizioni)?
…mi sembra, a me, che in questi ultimi tempi essere cottolici voglia dire, principalmente (vedi anche i temi di questo blog):
opporsi alle convivenze senza matrimonio, opporsi al divorzio, opporsi all’aborto, opporsi al matrimonio gay, opporsi alle adozioni da parte di coppie gay, opporsi,opporsi alle adozioni da parte di coppie non sposate, opporsi (pregiudizialemnte) a una legge sulla non discriminazione delle coppie gay, opporsi alla fecondazione artificiale eterologa, opporsi al sesso fuori del matrimonio, opporsi al preservativo, opporsi alla pillola del giorno prima, opporsi alla pillola del giorno dopo, opporsi al non mantenimento in vita in eterno di persone in stato vegetativo…
Sono i “no” necessari per vivere il grande “sì” all’amore autentico, cioè a Cristo:
“La visione cristiana dell’uomo infatti è un grande SI’ alla dignità della persona chiamata all’intima comunione con Dio, una comunione filiale, umile e fiduciosa. L’essere umano non è né individuo a sé stante né elemento anonimo nella collettività, bensì persona singolare e irripetibile, intrinsecamente ordinata alla relazione e alla socialità. Perciò la Chiesa ribadisce il suo grande SI’ alla dignità e bellezza del matrimonio come espressione di fedele e feconda alleanza tra uomo e donna, e il NO a filosofie come quella del gender si motiva per il fatto che la reciprocità tra maschile e femminile è espressione della bellezza della natura voluta dal Creatore.”
(Benedetto XVI, Ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio Cor Unum”, 19 gennaio 2013)
E Papa Francesco il 3 maggio nell’omelia a Santa Marta:
«“Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”. E questa è la comunità cristiana del “sì”: dall’annuncio di Gesù Cristo rimane nel suo amore e, come conseguenza di questo amore, compie i comandamenti e dice dei “no”». Ma si tratta di “no” che discendono dal primo “sì”, ha precisato: dall’aver accolto, cioè, la «grazia di Gesù che è amore».
E «quando una comunità cristiana vive nell’amore, confessa i suoi peccati, adora il Signore, perdona le offese, ha carità con gli altri ed è manifestazione dell’amore, poi sente l’obbligo di fedeltà al Signore di seguire i comandamenti. È una comunità del “sì” e i “no” sono conseguenza di questo “sì”».
Tutto torna, ovviamente.
Pensa quanti sono i “no” (sotto forma di riprovazione, divieti, rimproveri) che Gesù pronuncia nel Vangelo… e ciò gli impedisce di essere Amore perfetto?
Certo, quando perde di vista il fatto che ogni “no” deve essere un servizio reso al più grande sì, è dettato dall’amore e ad esso finalizzato, allora il cattolico è a rischio di tradire la sequela di Cristo. Ma ciò non significa che si debba rinunciare ai “no”. L’amore vero è esigente, deve dire dei no. L’amore lassista non è vero amore.
Gli applicatori del vero amore, voi siete, senza batter ciglio.
“In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?» . Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» .
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?» .
Ed essa rispose: «Nessuno, Signore» . E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più» .
Donde si evince che Gesù deplora il peccato, dice “no” al peccato (“d’ora in poi non peccare più”!) e vuole che il peccatore si salvi (“Neanch’io ti condanno”).
Ma il peccatore può anche non pentirsi, e allora perirà. Non si salvano tutti.
“In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola, Gesù rispose: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. (Lc 13, 1-5)
“Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.
Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! […]
Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. ” (Mt 13, 37-50)
“Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”. (Mt 25, 41-46)
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».
Ecco, appunto. E le citazioni si potrebbero moltiplicare.
…proprio così!
Dal Terni Magazine (senza commento)
Papa Francesco ha firmato personalmente il messaggio ai musulmani di tutto il mondo che dal 1967 il Vaticano rivolge loro per la fine del Ramadan.
”Siamo chiamati a rispettare la religione dell’altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori. Uno speciale rispetto – afferma – è dovuto ai capi religiosi e ai luoghi di culto. Quanto dolore arrecano gli attacchi all’uno o all’altro di questi”.
”Cerchiamo semplicemente di condividerne la gioia”, aggiunge il Papa nel messaggio. Il capo dello stato vaticano omaggia l’impero islamico tradendo nuovamente la parola di Dio: Lettera di San Paolo ai Galati, capitolo 1, versetti 6-10: “6 Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. 7 Ché poi non c’è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
8 Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. 9 Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.
10 Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo. I fautori del cosiddetto “diaologo religioso” e del tanto forsennato
laicismo in Italia forse non sanno che per l’Islam stato e religione sono la stessa cosa. Non solo, esiste solo apparentemente un Islam moderato e un Islam integralista fino alla jaad e al terrorismo. Quello moderato lo fa solo per convenienza, ma si sa benissimo che loro giudicano la tolleranza e l’accoglienza del mondo occidentale e più precipuamente una parte del mondo cristiano (prevalentemente quello cattolico, ma non tutto, non certo quello evangelico), aperta al dialogo, come una debolezza, rispetto alla forza che può esprimere la religione di Allah. Non c’è un Islam moderato. Mentre infatti nella Bibbia composta dall’Antico e Nuovo Testamento, si passa dal veterotestamentario “Occhio per occhio, dente per dente” (Libro del Deuteronomio, capitolo 19, versetto 21), al Vangelo di Gesù Cristo che è tutto all’impronta del perdono, dell’amore fino a dare la vita per l’amico: “Vangelo di Giovanni, capitolo 15 versetto 13 e seguenti), e : “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico, ( ma io vi dico (Cristo ndr), amate i vostri nemici, e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del vostri Padre celeste che fa sorgere il suo sole sopra i giusti e sopra gli ingiusti (Vangelo di Matteo, capitolo 5, versetti 43-45). Tutta la Sacra Scrittura è infatti in funzione della Buona Novella e dell’Amore di Cristo che offre la propria vita per il riscatto dei peccati. Nel Corano non vi è alcun evoluzione in questo senso. Il profeta è Maometto (qui poi c’è una lunga storia da dover raccontare sull’originalità del Corano stesso, che da studi ormai acclarati sembra siano addirittura stato riscritto più volte, con “Sure” diverse dall’originale), e non è vero che l’Islam è una religione di pace. Non vi è rispetto per la donna, il Corano è pieno zeppo di versetti che indicano la donna come soggetto da sottomettere e contro i cristiani. Integrazione significa che un extracomunitario deve sottostare alle regole, alle leggi, ai dettami costituzionali del nostro Paese e non tentare di imporre elementi culturali e religiosi che sono in antitesi con quelli da noi praticati, come la poligamia, ad esempio. Ma per quanto riguarda Islam religione di pace, ecco alcune sure: “Combatti quelli che non credono in Dio..combattete finchè non paghino con umiliazione il tributo. “Corano capitolo 9 versetto 9; “Vi è prescritta la guerra anche se non vi piace”, (Corano Capitolo 2, versetto 216); “Uccidete gli idolatri ovunque li troviate, fateli prigionieri, assediateli e combatteteli con ogni genere di tranelli” (Corano, capitolo 9 versetto 5); “Non siate deboli con il nemico, né invitatelo a far la pace, mentre avete il sopravvento!” (Corano, capitolo 47, versetto 35). “La ricompensa di coloro che si oppongono ad Allah e al suo Messaggero (Maometto), dedicandosi a corrompere la terra, sarà nel fatto che verranno massacrati o crocifissi o amputati delle mani o dei piedi o banditi dalla terra, a loro infamia in questo mondo” (Cirano, capitolo 5, versetto 33). “Fate la guerra a coloro delle Scritture (ebrei e cristiani, ndr), che noj professano la credenza della verità. Combatteteli fino a quando non paghino il tributo, tutti senza eccezione e siamo umiliati: Sura 11. “Quando incontrate infedeli, uccideteli con grande spargimento si sangue e stringete forte le catene dei prigionieri”: Sura XL VIII. “Se qualcuno non ama il Signore Gesù Cristo sia anatema”! (Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, capitolo 16, versetto 22)
…qualcuno sa chi sono questi del Terni Magazine?