Gridare a Dio

preghiera-intercessione

Caro amico omosessuale,

ho letto il tuo post sulla bacheca di Costanza Miriano e già mi pento di avertelo detto perché penserai di sapere già dove andrò a parare – e forse hai ragione, però vorrei raccontarti lo stesso la mia storia, che è molto molto simile alla tua. Non sono omosessuale ma sono nata con una grave e complessa malformazione che, oltre a darmi considerevoli problemi di salute, mi fa convivere con quello che io ho sempre considerato il mio terribile segreto: sono incontinente.

E ti sto parlando dell’incontinenza fecale, quella che puzza, che ti imbratta i vestiti, che suscita la repulsione e le risa delle persone. Mi parli del tuo inferno a scuola, lo conosco benissimo: non mi avranno chiamato “frocio”, ma ricordo tutti i “cacona” e “cacasotto”, i commenti maligni e le risatine. Alle medie tenevo una borsa per il ricambio nell’armadio dei bidelli; un bel giorno la professoressa di lettere ha pensato bene di dirlo a tutta la classe (e in mia presenza, poi). Anche io, come te, sapevo che le gite scolastiche erano un momento difficilissimo, tanto è vero che quella di terza media l’ho saltata in pieno, grazie alla saggezza di mia madre che sapeva benissimo come sarebbe andata a finire. Un anno si era anche creato una specie di comitato di genitori che sono andati a protestare con gli insegnanti perché puzzavo. Vogliamo parlare dell’amore? Conosco molto bene lo stato di sofferenza che attraversavi quando ti capitava di innamorarti di qualcuno: chi avrebbe mai baciato una “cacona”? La paura della derisione e del rifiuto è un terrore che ti divora l’anima, che ti paralizza e ti costringere a vivere una vita falsa, una facciata che devi mantenere con quasi tutti.

Al culmine della sofferenza, ho cominciato a gridare a Dio, e non solo metaforicamente nella preghiera. L’ho fatto per sette lunghi anni, perché con Lui è così, ti risponde quando Gli pare… ma lo fa, sempre. Te la faccio breve: dopo tanto piangere e gridare, finalmente è arrivato nella mia vita un ragazzone che, nel pieno delle sue facoltà, si è innamorato di me e mi ha sposata. Ho avuto la certezza che il Signore lo aveva creato e pensato per me quando, il quarto giorno nel nostro viaggio di nozze, è andato alla lavanderia a gettoni e ha fatto il mio bucato. Il bucato delle mie mutande sporche, capisci?

Con tutto questo lungo discorso, non voglio dirti “prega e vedrai che tutto si sistema”, perché non so qual è il disegno di Dio Padre su di te, però ti invito a fare come me, a gridare, tanto e forte, perché solo così, alla fine, Lo “conoscerai”. Solo così inizierai a parlare a un Dio vivo, una persona e non uno di cui hai solo sentito parlare. E questa relazione vera con Lui è un regalo enorme, gigantesco, che io non cambierei con niente al mondo, neanche con un sedere che funziona, perché è grazie al mio sedere che io sono la persona che sono (lo so, fa ridere ma è proprio così), che sto qui a testimoniarti che Lui fa bene tutte le cose, anche i “caconi” e chi, come te, soffre per la propria sessualità. Perché noi siamo un dono.  Nel grandissimo mistero che sono le nostre sofferenze, noi siamo un dono, per noi stessi e per gli altri. Mio marito me lo dice in continuazione (altro segno che Lui lo ha pensato per me, perché io ho bisogno di sentirmi ripetere le cose cento e più volte): “Non so dove sarei adesso senza di te”.

Non cadere nell’inganno di credere che tu sia “diverso”, che per te sia “più difficile”: la maggioranza delle persone si porta dentro delle sofferenze atroci, solo che alcuni sono più bravi a nasconderle. Cammina a testa alta, come un figlio di Dio, un Padre che ti ha pensato e voluto esattamente come sei: un grande dono. E se vorrai chiedergli qual è il Suo disegno su di te, lascia stare la bacheca di Fb e grida direttamente a Lui. Ma fallo a lungo e fallo forte, è un po’ duro d’orecchi.

57 pensieri su “Gridare a Dio

  1. Elisabetta

    questa sì che mi ha fatto piangere!!!!! Grazie Signore di donarci le “tue” perle preziose che a volte nascondi al mondo perchè Le vuoi tutte per Te!!!!

  2. “E’ un po’ duro d’orecchi… però ti invito a fare come me, a gridare, tanto e forte, perché solo così, alla fine, Lo “conoscerai”. Solo così inizierai a parlare a un Dio vivo, una persona e non uno di cui hai solo sentito parlare….”

    “Io ti conoscevo per sentito dire,
    ma ora i miei occhi ti vedono.”

    E’ il versetto 5 dell’ultimo capitolo del Libro di Giobbe, non credo ci sia molto da aggiungere…

  3. ignazio

    Grazie per la forza che viene dall’esperienza vera, concreta e indubitabile dell’amore del Padre.

  4. “Non cadere nell’inganno di credere che tu sia “diverso”, che per te sia “più difficile”: la maggioranza delle persone si porta dentro delle sofferenze atroci, solo che alcuni sono più bravi a nasconderle. Cammina a testa alta, come un figlio di Dio, un Padre che ti ha pensato e voluto esattamente come sei: un grande dono.”

    Verissimo, solo chi ha sofferto, o chi sta soffrendo, riconosce la profonda sofferenza negli altri e può dare sostegno con semplicità e senza mettere a disagio la persona. Già questo è un dono grande.

  5. Davide

    Bellissima esprerienza, resa ancora più forte dall’aver condiviso con noi una sofferenza così grande. Conferma un po’ quello che sottolineavo nel commento al post di Eliseo. Grazie

  6. “Verissimo, solo chi ha sofferto, o chi sta soffrendo, riconosce la profonda sofferenza negli altri e può dare sostegno con semplicità e senza mettere a disagio la persona. Già questo è un dono grande.”

    Sì, è così, come dici. Senza però che il discorso abbia come significato quella di una sofferenza per così dire obbligatoria, necessaria, per essere in grado di capire anche la sofferenza degli altri. La sofferenza si impara anche a capirla negli altri. Altrimenti si sarebbe tutti condannati a un’ esistenza di patimento (la quale in effetti non manca mai per nessuno, basti solo pensare alla morte che ci affligge nella sparizione delle nostre persone care).
    Auguriamoci dunque di patire il meno possibile, stando sicuri che se uno vuole capire e aiutare gli altri, il modo lo troverà. Sennò come potrebbe mai un non-omosessuale riuscire a capire e a dare conforto (se richiesto) a un omosessuale?

    1. E a quanto pare l’hai avuta…

      Anche perché quando ci metti un po’ d’impegno delle buone cose le sai tirare fuori. 😉
      Sono piuttosto d’accordo con quanto dici, ma aggiungerei che il “comune patire” (senza che questo sia obbligatorio…) è quello che aiuta non solo e non tanto a comprendere e con-patire il medesimo dolore altrui, ma soprattutto, fa si che chi questo dolore (o sofferenza) sta vivendo, accetti più facilmente il tuo aiuto.

      Mi spiego: se uno ha un tumore, non sarà così ben disposto (non per cattiveria) a sentir discorsi da chi gli dice “eh si, ti capisco, anch’io ho avuto un gran… mal di denti” (!! :-|). Così dicasi per la perdita di affetti e via discorrendo…

      In ciò si comprende come la Croce, vissuta in Cristo, che diviene esperienza di Resurrezione e (come si usa dire) “Croce Gloriosa”, contenga in sé l’invito e, se vogliamo, l’invio ad andare verso l’altro a con-patire e portare conforto a chi, sotto quella stessa croce, sta soffrendo.

      Va da sé che comunque l’esperienza e l’annuncio di resurrezione dalla Croce, ha un valore salvifico e di Speranza in sé, al di là della esperienza di ogni singola sofferenza.

  7. Carlo

    Un non-omosessuale capisce e conforta un omosessuale, ad esempio, se è…una cacona. Il dolore, anche se di diversa natura, diventa via di comunicazione. Non si tratta di augurarsi di soffrire (questa è più che altro una patologia), però non si può non constatare che le persone “felici” in senso mondano, sono abbastanza sorde alle sofferenze che gli stanno intorno. Anzi, proprio per essere “felici” devono avere una energia, direi, prevaricatrice; da un punto di vista “pagano” si potrebbe chiamare un sano e vitale egoismo. Anche la sofferenza, comunque, può prendere strade tristi e portare a non amare la vita.

  8. Alessandro

    Lc 8, 43-8:

    Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire,

    gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò.

    Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Mentre tutti negavano, Pietro disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”.

    [46] Ma Gesù disse: “Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me”.

    Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l’aveva toccato, e come era stata subito guarita.

    Egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata, va’ in pace!”.

    1. E potremmo aggiungere: Matteo 8

      5 Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: 6 «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». 7 Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». 8 Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa».

      13 E Gesù disse al centurione: «Va’, e sia fatto secondo la tua fede». In quell’istante il servo guarì.

      1. Federica

        Scusate, Bariom e Alessandro, però io non credo stiate facendo citazioni “calzanti”. La persona che ha scritto non dice di essere guarita, infatti afferma di non voler cambiare l’altro dono che ha ricevuto con la salute. Credo che il miracolo sia riuscire ad amare la croce.

        1. Alessandro

          Per parte mia quella citazione nasce dall’immaginare la nostra amica gridare cercare bussare piangere pregare anelare per sette anni come è verosimile figurarsi che l’emorroissa per dodici anni gridò cercò pianse bussò pregò anelò. E una guarigione è sopraggiunta anche per la nostra amica: se non una restituzione fisica, una svolta spirituale che è qualcosa più di un sollievo passeggero. “Dopo tanto piangere e gridare, finalmente è arrivato nella mia vita un ragazzone”: niente più pianti e grida, Dio l’ha abbondantemente consolata donandole un ragazzone (del quale possiamo perfino ipotizzare lo stesso: niente più pianti e grida, Dio l’ha abbondantemente consolato donandogli una disabile, senza la quale – assicura – non saprebbe dove sarebbe andato a finire).
          Come per l’emorroissa, per la nostra amica è accaduto che, dopo tanto desiderarlo e invocarlo nella sofferenza, Dio si sia manifestato, si sia fatto conoscere non solo per sentito dire, ma con un volto vivo e un corpo da toccare (“Lo “conoscerai”. Solo così inizierai a parlare a un Dio vivo, una persona e non uno di cui hai solo sentito parlare”).

          “Figlia, la tua fede ti ha salvata!” E dopo aver inteso queste parole benedette, che la guarigione fisica ci sia o meno non è neppure più la questione essenziale. Con l’augurio – va da sé – che anche la piena salute del corpo giunga presto!

        2. E’ non è forse la “guarigione” più alta che si possa raggiungere (e anche la più duratura…)?
          Ma in senso strettamente letterale, hai ragione 😉

          1. La risposta qui sopra era a Federica, ma Alessandro stava rispondendo quasi in contemporanea (guarda la coincidenza), in modo più esteso e in un senso che condivido pienamente 😉

    1. Davide

      Ho letto l’articolo (grazie per la segnalazione) e l’ho trovato abbastanza “inquietante”. Anche io nel mio piccolo noto che c’è una sorta di silenzio generale a partire dalle parrocchie che è un ambiente che conosco bene. Ti segnalo però una eccezione a questo link: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-negri-legge-omofobia-si-va-verso-il-totalitarismo-6952.htm. Se ne conosci altre, credo che sarebbe il caso di condividerle, giusto per sentirci un po’ incoraggiati! Anche perchè credo che se ci fosse una maggiore organizzazione ci sarebbero tante persone che sarebbero disposte a spendersi per la difesa della FAMIGLIA e della VITA.

      1. Giusi

        Si Davide lo conoscevo. Mons. Negri è un vero uomo di Dio. Ti segnalo questa testimonianza. Se non vivessimo in un mondo alla rovescia dovrebbero invitarlo dappertutto perchè è veramente eclatante. Poi c’è chi si lamenta che postiamo solo da determinate fonti. Che ci possiamo fare se non si dà rilevanza al fatto che il fondatore di young gay america sia diventato etero e racconti (lui che lo conosce bene) com’è veramente il mondo omosessuale? Stessa sorte è toccata al nostro Luca Di Tolve, costretto ad agire nelle catacombe….

        http://www.losai.eu/usa-il-fondatore-di-young-gay-america-diventa-etero/

      2. Giusi

        Forse ho sbagliato a cliccare, ti avevo risposto, mi scuso se esce doppio. Conosco la posizione di Mons. Negri che non ha certo paura di parlare chiaro. Volevo segnalare questa importantissima testimonianza del fondatore di young gay america che è diventato etero e spiega dall’interno com’è veramente il mondo gay. Nessuno gli darà spazio, come è avvenuto al nostro Luca Di Tolve. Eppure una bella intervista su Avvenire ci starebbe! O no?

        http://www.losai.eu/usa-il-fondatore-di-young-gay-america-diventa-etero/

        1. Davide

          ” Se non vivessimo in un mondo alla rovescia dovrebbero invitarlo dappertutto perchè è veramente eclatante.”
          Hai ragione da vendere … COMPLETAMENTE ALLA ROVESCIA!
          Grazie per la segnalazione.

    1. admin

      Però la cosa più bella è che questa notizia sul “frequentatissimo” blog di Scalfarotto ha un solo commento, questo:

      insomma prima di esprimere un’opinione sull’universo mondo si dovrà avere il nulla osta da un sinedrio composto da Paola Concia, Conchita De Gregorio, la ministra Kienge e questo piddino col pizzetto alla Italo Balbo….

  9. 61Angeloextralarge

    In questo periodo, non so perché, ma sto “rilassandomi” stando “alla finestra a guardare”, ogni volta che entro nel blog. Leggo, condivido mentalmente e spiritualmente i testi…
    Ho trovato molto veri ed interessanti quelli sul gioco di lettere omo, ottima la risposta di Andreas ed infine questa testionianza che purtroppo mi ricorda altre storie di “crudeltà mentale scolaresca”. Quante cattiverie anche solo sul “banale” apparecchio dentale, per esempio? E quante sugli eventuali difetti fisici di qualche compagno di classe? Potrei fare un elenco lunghissimo ma tanto li conoscete tutti, vuoi perché subiti o perché fatti subire. Grazie per questa testimonianza!
    La cosa che mi rattrista maggiormente è l’atteggiamento dell’insegnante.Ne ho conosciuti tanti e raramente ho trovato quello che prendeva le parti del malcapitato di turno. Non ho mai sentito in classe l’insegnante che spiegava il comportamento umano e logico da tenere. Questa è la mia tristezza! Non mi si venga a dire del bullismo… aveva un altro nome ma c’era anche ai miei tempi… ed i prof se ne fregavano altamente. Quelli che ho conosciuto io… Altri non so. 🙁

  10. Davide

    Per scrivere ai nostri cari senatori e deputati e far sapere loro che noi li teniamo d’occhio, c’è un po’ di lavoro preliminare da fare e per facilitare chi di voi non è pratico di queste cose vi segnalo alcuni link che vi faciliteranno il lavoro.
    Potete trovare l’elenco dei deputati e dei senatori eletti nella vostra circoscrizione ai seguenti link:
    http://www.senato.it/1064 e
    http://www.camera.it/leg17/28,
    mentre potete consultare l’elenco dei deputati che ha firmato il proggetto di legge su omofobia e transfobia al seguente:
    http://www.camera.it/leg17/126?tab=&leg=17&idDocumento=245&sede=&tipo=.
    Infine, se volete un idea anche sul testo da inviare potete far riferimento a quello proposto dalla Nuova Bussola Quotidiana al seguente:
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-testo-da-inviare-ai-parlamentari-6976.htm.
    Spero di esservi stato d’aiuto. Saluti

  11. Daniele

    Giusi il link http://www.tempi.it/omosessualita-omofobia-papa-francesco-premessa-fondamentale-discorso#.UflGVKx8AuJ e’ davvero interessante. Ho letto “Quello che gli uomini non dicono: la crisi della viritlia'” del dott. Roberto Marchesini, ed e davvero interessante. E’ uno psicoterapeuta con esperienza e sa bene cosa significhi aiutare senza giudicare.
    Marchesini dice nell articolo:
    “Papa Francesco ha fatto benissimo a non cadere nella trappola dei giornali laicisti che vorrebbero inchiodare i cattolici come cattivi perché nemici dei gay, ricordando che, proprio a norma di Catechismo, i cattolici sono tenuti ad accoglierli come persone che subiscono una tendenza disordinata, e di fatto li aiutano come nessuno fa. Sarebbe auspicabile che noi cattolici ci ricordassimo di rileggere tutto il paragrafo del Catechismo”.

    Verissimo, tuttavia mi chiedo: sono solo i giornali laicisti che vorrebbero inchiodare i cattolici come nemici dei gay? Siamo proprio sicuri che alcuni testate online cattoliche, pur opponendosi legittimamente e con dovere a leggi ingiuste, non finiscano col dare l’mpressione che appartenere alla chiesa significa appartenere a un partito di militanza attivista che deve fare di tutto per combattere leggi ingiuste? Ben vengano le iniziative ci mancherebbe, ma a volte si da’ l’impressione che quel passaggio del catechismo sull’ omosessualita’ non sia letto nella sua interezza neanche da certi cattolici

    “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.”

    (Benedetto XVI lo ha sottolineato anche nel libro intervista Luce Del Mondo).

    Non metto in dubbia la buona fede di questi cattolici, ma forse i modi andrebbero cambiati. L’impegno sociale dei laici cattolici non puo’ essere separato da quello pastorale e della compassione, che non spetta esclusivamente ai preti.
    Papa Francesco ha dichiarato di non avere voluto parlare di aborto e nozze gay in Brasile perche la posizione della Chiesa e’ chiara, ha voluto piuttosto concentrarsi sulla positivita del messaggio del vangelo, e anche parlando dei gay ha detto che non se la sente di giudicare ( ci sara’ sempre chi intende quello che vuole intendere, ma non tutte le testate laiche hanno travisato. Il New York Times ad esempio ha dedicato la prima pagina all’intervista sui gay plaudendola per i toni, ma allo stesso tempo con titolo in neretto, “la dottrina della chiesa cmq non cambia”. Cristo non ha avuto paura di strumentalizzazioni e ha proclamato la verita’ tutta, sia la parte positiva che quella “proibitiva” diciamo cosi, e se il Papa sceglie di proclamare solo quella positiva adesso, vuol dire che ha acutamente e da buon gesuita capito che e’ piu efficace per l’attuale tempo storico.

    La Bussola Quotidiana e’ un ottima fonte di articoli e riflessioni, con autori validi e analisi lucide. Ma un articolo del genere http://www.lanuovabq.it/it/articoli-omofobia-lincomprensibile-silenzio-della-chiesa–6989.htm dimostra che non si e’ capito nullo di quello che il Papa sta cercando di fare, e contraddice la sua stessa strategia pastorale, che con tutto rispetto per il sig. Cascioli, sembra stare dando piu frutti spirituali delle “crociate” contro questa o quella legge.

    1. Roberto

      Forse bisognerebbe essere un po’ più cauti anche nel vantare la certezza di aver compreso quale sia la “strategia pastorale” del Papa. Il quale Papa ha ricordato ai Vescovi (e non solo a loro) che hanno il dovere di interagire con l’ambito politico della propria Nazione, e quindi anche opporsi a leggi ingiuste. Perciò, ha sottolineato una preziosa diversità nelle vocazioni. Ammesso e niente affatto concesso che il Papa ritenga in questo momento di doversi tenere le mani più libere sui principi non negoziabili, mi pare indebito dedurne l’intenzione da parte del Pontefice di farne una linea d’azione valida per tutta la Gerarchia e per i laici. Anzi. Il discorso del Papa che ricordavo può benissimo venire inteso, e così l’ho inteso io, con un “anche se adesso non lo faccio io, fatelo voi”.

      No, il mondo cattolico non reagisce per inerzia, confusione, pavidità di molti pastori; non certo per conformarsi a una presunta nuova pastorale di Papa Francesco.

    2. JoeTurner

      Lo sai Daniele mi piacerebbe molto che tu avessi ragione.
      Sarebbe tutto molto piú semplice.

  12. Daniele

    Io credo che in genere il Papa, qualsiasi Papa cerchi sempre di dare l’esempio per tutta la Chiesa, quindi non so quanto sia possibile interpretare il suo discorso come “anche se adesso non lo faccio io, fatelo voi”. Intendo invece il suo approccio piu’ come : “interagite con l’ambito politico e usate i mezzi a disposizioni per opporvi a leggi ingiuste ma senza che questo diventi il filo-conduttore del vostro impegno evangelizzatore nel mondo, che non puo’ limitarsi ad un andare contro, ma ad un andare “incontro”.

    1. Senza entrare nella (garbata) polemica su quale sia la chiave di lettura delle parole del Santo Padre – credo che quando non sono una chiara esortazione – siano “da serbare nel cuore”… condivido il “succo” dell’intervento di Daniele delle 19:32.

      Su “La Bussola” poi, si possono certamente trovare articoli interessanti, ma non tutto è “scienza infusa” o, diciamo “ispirato dallo Spirito Santo”… vale sempre la saggia regola di non prendere ogni singola posizione (o articolo), come “oro colato”.

      1. Davide

        Bariom, quello che dici mi sembra molto saggio … di buon senso.
        Aggiungo che anch’io mi sono posto il problema su cosa pensi o no il Papa e sul perché dica o non dica alcune cose, affronti o meno determinate questioni, infatti questo mi faciliterebbe il compito nel rispondere ad un altra domanda, ancora più importante per me (e credo per ognuno di noi) che é: “cosa vuole Dio da me?”, “come devo comportarmi in questa situazione?”. Certo sarebbe piú semplice avere parole inequivocabili del Papa in merito a tali questioni. Come fece da cardinale di Buenos Aires, nell’estate 2010 (potete vedere http://ascoltarepapafrancesco.blogspot.it/2013/03/card-jorge-bergoglio-messaggio-sui.html e http://www.tempi.it/cosa-pensa-papa-francesco-di-matrimoni-e-adozioni-gay-e-linvidia-del-demonio) e personalmente non credo che in soli tre anni abbia cambiato idea!
        Però, alla fine il Papa sa quello che fa, “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” – Mt 16,18, e può avere 1000 motivi che io non intuisco o comunque non potrò mai conoscere (soprattutto per mezzo stampa) per cui dica o non dica certe cose.
        Quindi devo metterci un po’ più di impegno e cercare di capire cosa ritengo sia giusto fare in base alla mia coscienza, e poi farlo senza timore, perchè so che sto facendo la Sua volontà. Poi è chiaro che il modo in cui si combattono certe battaglie è un po’ a discrezione nostra, si può essere più o meno aggressivi, andare troppo “CONTRO” e poco “INCONTRO”, come faceva notare Daniele nell’ intervento delle 22:42, però anche se non tutti abbiamo lo stesso modo di affrontare una questione spero che tutti abbiamo a cuore gli stessi valori (FAMIGLIA, VITA, LIBERTÁ RELIGIOSA, etc) e abbiamo il coraggio di fare ciò che dobbiamo anche se questo ci sembra difficile o ci procura problemi o odio da parte degli altri (E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. – Mt 10,22). A riguardo vi rimando al mio intervento delle 17:28 del 31 luglio. Grazie

        1. Roberto

          Davide, ti ringrazio pei i link, intanto.
          Io non prendo mai nulla per oro colato, men che mai quel che scrive il pur buon Cascioli 😉

          Cerchiamo però, allora, di non essere neppure “papolatri”: il Papa si segue anzitutto attraverso l’espressione del suo Magistero. Sono certo che Papa Francesco per primo non vorrebbe mai “uccidere in culla” le diverse vocazioni all’interno della Chiesa, facendo del suo approccio pastorale e del suo modo di vivere la Fede, l’unico possibile (purché tali vocazioni siano veramente tali e perciò rispettino la fedeltà al Magistero).
          Per mia parte, diffido molto di coloro (non mi riferisco ad alcuno dei presenti) che, dentro e fuori la Chiesa, vogliono procedere a un “disarmo”, giustificandolo con lo stile di Papa Francesco.
          C’è chi può anche pensare che il Vescovo Negri, per fare un esempio, abbia di recente sbagliato nell’assumere certe sue recenti posizioni. Io al contrario penso che siano molti altri Vescovi a sbagliare con la loro inerzia. Inerzia che, diciamocelo, è molto “comoda” per non avere scocciature dal “mondo”, che è e resta realtà evangelica a cui abbiamo il dovere di opporci.

          1. Davide

            Daccordo con te. Vedo che ci siamo intesi benissimo, cosa che di questi tempi non è affatto scontata! 🙂

            1. @Davide, “animale notturno” (animale in senso buono… ;-)) vedo. “Posti” alle 3 e alle 9 sei dinuovo qui 🙂
              Cmq condivido le ultime conclusioni di Roberto e tue.

              Andare avanti sempre con un occhio al Papa ed uno a Cristo (intendendo anche il nostro dialogo interiore con Lui), non ci renderà mai “strabici”, anzi affinerà la visione in prospettiva.

    1. Alessandro

      La penetrante analisi del prof. Ronco conferma quanto, tra gli altri, va sostenedo anche il sottoscritto: non esiste emendamento che possa rendere accettabile il ddl Scalfarotto, il quale duqnque va affossato:

      “Come si può constatare dall’esame degli emendamenti, nessuno di essi potrebbe incidere veramente sugli effetti negativi della legge, tanto meno sul loro rilievo “simbolico”. Una opposizione ferma e completa deve mirare a convincere la gran parte degli uomini e delle donne di buon senso presenti in Parlamento che è bene abbandonare le ideologie che intendono far tabula rasa delle istituzioni che per secoli hanno alimentato la civiltà e favorito il progresso economico e sociale”.

  13. Loredana

    Grazie.

    è due giorni che leggo e rileggo, sorrido e mi rattristo.
    nella mia vita senza problemi, passata camminando come un caterpillar sulla pelle degli altri,
    ed -in aggiunta- con una buona dose di vittimismo: l’altro mi doveva sempre qualcosa.

    poi la curiosità, la domanda, l’interesse, l’attenzione, la ricerca, l’osservazione e -forse- il silenzio e l’ascolto
    e poi, ancora, lo svelamento della finzione, della menzogna, della piccineria, della piccolezza,
    del debito di amore e di sofferenza che ho nei confronti di chi ha pagato per me

    Ricambiare la cortesia: potrò?

    “Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso.
    E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto.
    Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso.
    Per non dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso! ” Fil 1,17-19

    Un abbraccio
    grazie ancora

I commenti sono chiusi.