Noi reagiremo

(1979 - foto Periodici San Paolo/G. Giuliani).
(1979 – foto Periodici San Paolo/G. Giuliani).

dall’ OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II  Washington, Capitol Mall. 7 ottobre 1979

Reagiremo ogni volta che la vita umana è minacciata.

Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita.

Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore.

Quando l’istituzione del matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi reagiremo affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale.

Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato.

Quando poi la libertà viene usata per dominare i deboli, per sperperare le ricchezze naturali e l’energia, e per negare agli uomini le necessità essenziali, noi reagiremo per riaffermare i principi della giustizia e dell’amore sociale.

Quando i malati, gli anziani o i moribondi sono abbandonati, noi reagiremo proclamando che essi sono degni di amore, di sollecitudine e di rispetto.

fonte: vatican.va

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43 pensieri su “Noi reagiremo

  1. Sara

    Amen! Alleluia!

    La Chiesa e il Papa sono davvero e sempre un dono incommensurabile! E’ bello dimorarvi!

  2. Alessandro

    “La Lettera agli Ebrei afferma: «Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città» (Eb 11,16). L’espressione “non vergognarsi” è associata a un riconoscimento pubblico. Si vuol dire che Dio confessa pubblicamente, con il suo agire concreto, la sua presenza tra noi, il suo desiderio di rendere saldi i rapporti tra gli uomini.

    Saremo forse noi a vergognarci di chiamare Dio il nostro Dio? Saremo noi a non confessarlo come tale nella nostra vita pubblica, a non proporre la grandezza della vita comune che Egli rende possibile?”

    (Lumen fidei, n. 55)

    1. A tal proposito sarà bene anche rammentare le parole di Cristo:

      Marco 8,38

      «Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

  3. il Professor Martinetti, di cui è indubbia la sagacia dialettica, nel suo intervento riportato non mi ricordo in che commento,sostiene che i contratti privati tra (conviventi) di qualsiasi sesso, sono tranquillamente opponibili a terzi e quindi non ci sarebbe bisogno di scomodare il negozio giuridico (come l’ha definito qualcuno sempre qui nel blog) del matrimonio.
    Ora, senza entrare nel merito morale e antropoligico eccetra della questione, io, da ignorante nelle scienze giuridiche, e non solo in quelle, vorrei sapere da qualcuno ben ferrato in legge se le cose stanno davvero così (ossia che un accordo privato basta a garantire sia la opponibilità sia gli altri diritti equiparabili a quelli che si acquistano nel matrimonio) o se invece ci siano delle differenze. Se i diritti fossero uguali, sarei anche io d’accordo col professor Martinetti, se invece no, credo che la cosa andrebbe ridiscussa, almeno dal punto di vista giuridico.

      1. Amedeo:

        “In altre parole il vero motivo per cui, col pretesto di diritti che – come abbiamo visto – in realtà negati non sono, si spinge in favore di un riconoscimento pubblico delle coppie di fatto anche omosessuali non è di giustizia ma di ideologia, ed ha il preciso scopo «di espropriare la famiglia dai diritti e dai privilegi che in molti paesi, come l’Italia, ancora vengono accordati a questa istituzione»

        Ma se i diritti in “realtà negati non sono”, come si spiega giuridicamente il fatto che “diritti e privilegi in molti paesi, come l’Italia, ancora vengono accordati a questa istituzione [la famiglia]”?

          1. …citavo dal link di Amedeo, il quale dice che anche “la repubblica” eccetra…
            Io ho virgolettato i punti dove invece dice (la repubblica) che al matrimonio vengano accordati privilegi

  4. vale

    aho, ma ci fai o ci sei? già l’altra volta ti si era detto che , in Francia, pur esistendo il patto di civile solidarietà( un modo come un altro per chiamare il matrimonio-di fatto- tranne l’adozione)o come lo chiamano in quelle lande desolate che stanno diventando la Francia e viciniori , è stata voluta comunque la legge “marriage pour tous”. proprio perché è una questione politica. di neolingua- non si può più neppure parlare “come se magna”-anzi, non si deve. per legge. e continui a quisquiliare sul sesso degli angeli?
    “giuridicamente” non significa nulla. quando il diritto è filiazione del positivismo giuridico( ma Kelsen l’hai mai letto? te ne dà un’idea) il diritto è tutto e niente. è solo l’espressione del gruppo di potere o della cultura dominante che il gruppo di potere vuole utilizzare. il diritto,la legge, la norma non significano più nulla.

    1. …giuridicamente, come l’ho usato io significa semplicemente secondo le legge che c’è, da cui ne consegue che secondo la legge che c’è non hanno automaticamnte gli stessi diritti i conviventi e gli sposi (che questo sia giusto o no)come anche traspare dai testi stati citati (con il grande tripudio delle Società di Assicurazioni in caso di polizze pensionistiche eccetra che potrebbero/dovrebbero sottoscrivere gli eventuali interessati). Quanto al Kelsen ci si avventurerebbe in diquisizioni senza fine nel campo della filosofia del diritto (positivo, naturale, e cosa voglia dire naturale, eccetra)

      1. vale

        ribadisco: giuridicamente non significa più nulla. giuridicamente erano e sono legali anche le sterilizzazioni di massa degli anni ’20 negli usa o la soluzione finale dei nazisti verso diverse etnie e comportamenti-per loro- devianti e/o deviati.
        so bene che di filosofia ne mastichi, e più di me-se non ricordo male sei laureato-, ma il voler puntualizzare il come hai usato “giuridicamente” mi fa venir in mente quello che tira il sasso e nasconde la mano. perché il diritto ha un senso se le basi etiche e morali su cui si fonda sono-orribile parola- condivise. quì ,di condiviso ,c’è più nulla.
        e non ho bisogno-perché lo sai già-di ricordarti che il diritto al quale ti riferisci, non ha tali basi se non nelle cosidette dichiarazioni universali( che poi universali non sono poiché molti stati non le hanno sottoscritte) o nelle costituzioni che ,perlappunto, sono l’emanazione di quel positivismo giuridico che ci ha portato dove siamo.
        l’errore è l’errore . e non ha nessun diritto.
        se lo ha, o avrà, come si vuol fare con le leggi alla francese o come già avviene in altri paesi e come, purtroppo, accadrà in Italia, avrà valore legale-forse- per chi crede ancora che le parole degli uomini possano derogare alla realtà.

        1. …ma io non parlavo di come dovrebbe essere (legalmente o rettamente o come vuoi te), ma di come la legge è ora a proposito della convivenza a paragone del matrimonio. E questo a proposito del grimaldello eccetra. C’è anche chi ha detto che in realtà abbiano addirittura più diritti i conviventi che i coniugi, la quale cosa sarebbe a favore della teoria del grimaldello (hanno già tutti i diritti, anche di farsi l’assicurazione, ma vogliono fare piazza pulita di ogni valore morale e civile e umano). Quanto alla filosofia, tutti siamo capaci di fare filosofia allo stesso modo, laureati o non laureati (che è anche meglio).

    2. angelina

      Comunque, filosofia del diritto o no, ci sono dati che smentiscono “l’emergenza omofobia”.
      “Ovviamente, non si tratta di difendere chi insulta, aggredisce o discrimina un omosessuale. Un fatto del genere – così come qualsiasi altro tipo di insulto, aggressione o discriminazione – va punito. Le leggi per farlo esistono. Basta applicarle. Ciò che con questo grafico si vuole smentire è “l’emergenza omofobia” così come è presentata dai media per spingere verso una legge che sarebbe discriminatoria al contrario.”

      http://www.tempi.it/italiani-sono-omofobi-cartina-legge-omofobia#.UeUujlRH7cs

      1. Alessandro

        A proposito di notizie rimaneggiate ad arte o semplicemente somministrate senza alcuna verifica per generare nella cosiddetta “opinione pubblica” la convinzione che in Italia esista un’emergenza-omofobia…

        Ricordate il recente rogo doloso nel Liceo Socrate di Roma?
        Il presidente della Regione Nicola Zingaretti era sicuro: «Colpendo il liceo Socrate si cerca di attaccare un simbolo che si è distinto per iniziative contro l’omofobia, vincendo a tal proposito, il concorso Niso, un progetto europeo studiato per combattere proprio questo tipo di discriminazioni – fa notare Zingaretti – Le scritte dei mesi scorsi e l’episodio odierno, non devono però fermare questi ragazzi nella loro battaglia per la legalità e per la valorizzazione delle diversità. Noi saremo al loro fianco senza abbassare la guardia».

        Si scopre invece che:

        http://www.tempi.it/rogo-liceo-socrate-non-per-omofobia-ma-per-vendetta-contro-bocciature

        “L’omofobia non c’entra nulla. Questa mattina quattro studenti si sono presentati negli uffici della Digos di Roma per spiegare di aver appiccato un incendio alle aule del Liceo Socrate come vendetta per le bocciature.
        I ragazzi, due minorenni e due maggiorenni, accompagnati da genitori e avvocati, hanno spiegato che il loro gesto non ha alcuna motivazione politica, ma di aver appiccato sabato notte 13 luglio un rogo nella scuola perché arrabbiati per i brutti risultati scolastici.”

    1. Alessandro

      L’ideologia omosessualista detesta la Chiesa Cattolica.
      Nel caso specifico, si è trattato probabilmente di uno squallido atto di ripicca nei confronti dell’Arcivescovo Romeo, che nell’Omelia del 13 luglio ha detto:

      ” Ci sono valori, come quelli della vita – in tutte le sue fasi, dal suo nascere al suo naturale tramontare –, e la famiglia, istituzione naturale basata sull’amore fecondo fra un uomo e una donna, che vanno chiaramente affermati e coerentemente sostenuti, e sui quali non sono ammesse confusioni, perché la verità appare in tutta la sua luminosa nitidezza.
      Promuovere e difendere con chiarezza questi valori, che non è fatto legato alla fede, ma alla retta ragione, può far perdere forse il consenso di alcuni gruppi, ma si eviterà di generare confusione e disorientamento in uomini e donne di buona volontà. Non è giusto, infatti, lasciare alle nuove generazioni orientamenti socio-culturali viziati, che portano “valori avariati”, secondo un’efficace espressione di Papa Francesco.
      La verità dell’uomo non può essere mai confusa o tradita. Una legislazione non serve solo a regolamentare comportamenti, ma possiede una forza pedagogica e culturale che crea stili ed abitudini. Per questo non può mai essere svincolata da un riferimento valoriale imposto dalla stessa natura delle cose.
      Padre Puglisi, anche lui – come San Benedetto il Moro e Santa Rosalia – fulgida gemma della nostra Chiesa e della nostra Città, pur non chiudendosi mai al dialogo con i singoli, e pur favorendolo sul terreno comune dell’uomo in situazione, puntò sempre a costruire o ricostruire la pienezza dell’umano. Il suo impegno formativo sia esempio anche per gli amministratori che hanno il grave dovere di educare attraverso iniziative legislative che siano sempre al servizio della vera identità dell’uomo. In base a questo, il “di più” che viene chiesto a chi amministra impone scelte precise a vantaggio dell’uomo così come inserito nel più vasto progetto della creazione e nel suo più autentico sviluppo integrale e comunitario.”

      http://www.diocesipa.it/?omelie=1&id_pagina=1

      1. Alessandro

        Incredibile la faccia di tolla dell’Assessore alla Cultura (si fa per dire):

        “Nessuna provocazione. Era un video sull’amore e sui diritti. Erano immagini sull’amore, non sul sesso. Non c’era nessun intento provocatorio. Il video è stato proiettato sulla cattedrale semplicemente perché era l’unico luogo su cui si potevano fare proiezioni. Forse sarebbe stato meglio proiettarlo altrove”

        C’è da ridere per non piangere.

        1. Giusi

          Non ho alcuna simpatia per Calderoli e trovo quello che ha detto cretino prima ancora che razzista. Non sopporto però i due pesi e le due misure. Queste scuse andranno sicuramente benissimo, quell’altro si deve dimettere (che per quel che mi riguarda potrebbero dimettersi tutti!)

          1. Alessandro

            E che dire del cattolico (si fa per dire) sindaco di Palermo Leoluca Orlando? E’ d’accordo col suo assessore?

  5. vale

    a contessa adel…
    ecco, questa mi mancava. e dovrebbe essere abbastanza chiaro dove si andrà a parare( poi uno dice che non dovrebbe trasferirsi in Russia…) in Italia e nel resto d’europa( volutamente minuscola).
    è c’è pure qualcuno che insiste a mettere i puntini sulle i( o le dieresi sulla u di wuber, se preferite) sulla libertà di espressione. a quanto pare vale per tutti. tranne che per la minoranza che crede che ancora un minimo di pudore e buongusto -che non vuol dire limitare nel privato determinati comportamenti- siano da mantenere in pubblico per un minimo di convivenza “civile”.

  6. …il vulnus e il grimaldello: il vulnus è già stato inferto più volte e in più modi nel corpo stesso del diritto naturale, il grimaldello sta per essere surrettiziamente adoprato per scardinare le istituzioni sane…

  7. Alessandro

    dal Discorso dell’Arcivescovo Romeo per il Festino di Santa Rosalia:

    “Al disagio sociale si aggiunge un degrado culturale senza precedenti, segnato da un pericoloso individualismo e da una vera e propria “dittatura del relativismo” – così la chiama Benedetto XVI – un relativismo che “non riconosce nulla come definitivo e lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie” (Missa pro eligendo Romano Pontifice, Omelia, “L’Osservatore Romano”, 19 aprile 2005, ripresa nell’Udienza Generale del 16 dicembre 2009).
    Chi, argomentando seriamente e serenamente, vuole affermare principi e valori validi perché inscritti nella realtà della natura umana e nel progetto di un autentico sviluppo integrale dei singoli e della comunità da costruire, viene spesso tacciato di arretratezza culturale, di irrispettosa inciviltà, di fobica discriminazione da punire persino con provvedimenti legislativi che minacciano la libertà di espressione. No! Così non si va molto lontano… Anzi, come dicevo due giorni fa al Palazzo delle Aquile, si segna la via per una convivenza che – secondo una bella espressione di papa Francesco – lascia alle nuove generazioni “valori avariati”.
    In questo clima sembra più facile vivere “al minimo”, puntando su regimi bassi, delegando – lo dico soprattutto ai fedeli laici! – sempre agli altri la responsabilità, anche culturale, del bene da compiere, accontentandosi del poco per sé e chiudendosi anche alla costruttività e alla condivisione con i fratelli di progetti nuovi, di vero futuro per tutti, di autentica rinascita.”

  8. …”un relativismo che non riconosce nulla come definitivo e lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”

    …ma “un” relativismo sta a significare che ne esistono anche altri tipi meno goderecci, oppure è questa la giusta definizione di relativismo?
    E quali sarebbero i progetti nuovi, di “vero” futuro? Abbracciare tutti la fede?

    1. Sara

      Alvise, penso sia il caso in cui l’uso dell’articolo indeterminativo serve a spiegare meglio il sostantivo appena espresso con l’articolo determinativo. Es.: “Ho comprato L’automobile, UNA automobile molto spaziosa e che consuma pochissimo”. Dunque, “la dittatura DEL relativismo, UN relativismo che…”

    2. Alessandro

      L’Arcivescovo, citando Ratzinger-Benedetto XVI, dice che relativismo è “non riconoscere nulla come definitivo e lasciare come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”

      Si oppone a questo relativismo, secondo l’insegnamento della Chiesa, non solo chi è cattolico, ma anche chi (credente in altre religioni o non credente) riconosce almeno i capisaldi, i fondamenti del diritto naturale, della legge morale naturale. La quale, secondo la Chiesa, è accessibile a tutti (anche se il peccato la vela e l’accoglienza della Grazia la svela, affinandone la conoscenza: chi si fa guidare dalla Grazia giunge a conoscere in profondità il valore e il senso autentico della persona, valore e senso che risiedono interamente in Cristo). Questa legge poggia sulla natura umana immutabile, in base alla quale si misura ciò che è bene e male per l’uomo (perciò, riconoscere questa legge è essere decisamente antirelativisti, cioè equivale a opporsi al mancato riconoscimento di alcunché definitivo e a rifiutare di lasciare come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie).

      Afferma al riguardo Benedetto XVI:

      “La legge morale naturale non è esclusivamente o prevalentemente confessionale, anche se la Rivelazione cristiana e il compimento dell’uomo nel mistero di Cristo ne illumina e sviluppa in pienezza la dottrina. Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, essa “indica le norme prime ed essenziali che regolano la vita morale” (n. 1955). Fondata nella stessa natura umana e accessibile ad ogni creatura razionale, la legge morale naturale costituisce così la base per entrare in dialogo con tutti gli uomini che cercano la verità e, più in generale, con la società civile e secolare. Questa legge, iscritta nel cuore di ogni uomo, tocca uno dei nodi essenziali della stessa riflessione sul diritto e interpella ugualmente la coscienza e la responsabilità dei legislatori.” (15 gennaio 2010)

      Non deve dunque meravigliare che la Chiesa insegni che l’immoralità dell’equiparazione del matrimonio all’unione di fatto (e del riconoscimento legale delle unioni di fatto) è conoscibile non esclusivamente tramite la Rivelazione, ma anche con la sola ragione (e quindi, da parte di ogni creatura razionale – pure di quella che non crede nella Rivelazione -, purché faccia retto uso della ragione su questa materia):

      “Poiché si tratta di una materia che riguarda la legge morale naturale, le seguenti argomentazioni sono proposte non soltanto ai credenti, ma a tutti coloro che sono impegnati nella promozione e nella difesa del bene comune della società…
      Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quanto è conforme alla legge morale naturale, riconosciuta dalla retta ragione… Le legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali sono contrarie alla retta ragione”

      (Congregazione per la Dottrina della Fede, “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali”, 3 giugno 2003)

  9. SilviaB

    In queste parole di papa Giovanni Paolo II si percepisce la grande sapienza della Chiesa, che dimostra tutto l’amore di Dio per l’uomo.
    Negli ultimi anni ho scoperto non solo l’immensità della Parola di Dio, ma anche la meraviglia del Magistero della Chiesa che purtroppo molti (anche cattolici) ignorano.

  10. …anche chi, per esempio, fosse favorevole al divorzio, sarebbe un relativista, e cioè sarebbe uno che si rifiuta di “lasciare come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”?

  11. …pensaci bene! Si potrebbe anche dire: “relativista è chi ha come misura di giudizio solo il proprio io e le sue voglie”.
    Faccio notare anche quel “solo”…

  12. …perché ha anche lui una misura di giudizio! come voi avete il giudizio relativo ai presupposti principii eterni lui ce l’ha relativo al suo “tornaconto” (non si può non essere relativisti)
    …e poi, nemmeno nel vangelo, per esempio, era condannata la schiavitù, che oggi è condannata, anche se subdolamente praticata, o oggi è assolutamente condannato, anche se praticato, l’uso di sterminare i popoli sconfitti,
    mentre ai tempi, per esempio della Bibbia lo sterminio era normale, anzi, quasi onorevole….

    1. Caro Alvise tu assomigli tanto a quegli scribi che con “sottili ragionamenti” cercavano di prendere in fallo Gesù… e a cui in realtà non premeva né capire, né ascoltare.

      Certo non mi paragonerò qui al Maestro, anche se un po’ di conoscenza delle Scritture (di cui tu sei massimo esponente ecc ecc al modo appunto degli scibi e dei Farisei…) e di Scienza, che non mi viene per meriti speciali, ma per il mio appartenere a Cristo e alla Sua Chiesa (si potrebbe anche dire in virtù del mio Battesimo, ma il Battesimo no basta se resta come seme lasciato seccare…), direi di averle, ma appunto non volendomi paragonare… ti lascerò ai tuoi dubbi, che dubbi non sono, ma “sottili ragionamenti” (sottili poi è da vedere…) che… ecc, ecc, come sopra. 😉

  13. …non può esistere il relativismo, può esistere la varietà dei modi di essere (e di pensare)
    Meglio allora dividere il mondo (come fa Giusy) in buoni: voi (umilmenete, si capisce!) e cattivi: gli altri, Danesi in primis, come disse l’ingegnere!

    1. Giusi

      Non cattivi, disperati….. Io buona non sono, non prego nemmeno per gli aguzzini della suora, prego sempre per te però che, secondo me, sei buono, comunque mai quanto Bariom, lui resta sempre il più buono del reame!

  14. Alessandro

    Aggiornamento sulla legge antiomofobia (chiamiamola così) che sarà in aula il 22 luglio.

    “Presentati 350 emendamenti, da parte di esponenti del Pdl (Roccella, Costa e altri), di Scelta Civica (Marazziti, Binetti e altri), della Lega e del Pd (Preziosi, Bobba, Fioroni e altri).

    Non si sa se gli emendamenti passeranno.
    Nonostante l’esistenza di un largo fronte trasversale e la contrarietà di quasi tutto il Pdl al testo, l’approvazione di questi «emendamenti di buon senso non è per nulla scontata», come afferma Beppe Fioroni, cattolico del Pd.

    Roccella propone di rinviare tutta dopo le ferie: “È davvero necessario spaccare il Parlamento e il Paese in un momento in cui la grave crisi economica dovrebbe farci concentrare in un impegno unitario?”

    http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/omofobia-.aspx

    Mio commento: questo ddl non va emendato, va affossato, semplicemente.
    Se (e sottolineo se) emendandolo si riuscisse a evitare che le modifiche alla legge Mancino consentano di perseguire penalmente chi professa le posizioni del Catechismo quanto all’omosessualità, e se anche si riuscisse a espungere dal testo il riferimento all’indifendibile teoria del “gender”, resterebbe il fatto che gli omosessuali sono già tutelati dal nostro ordinamento, il quale punisce con la debita severità ogni aggressione all’integrità fisica e morale delle persone (si può pure applicare l’aggravante dei “motivi abietti”). Quindi il ddl è perfettamente inutile sotto questo profilo, e serve solo a dare all’omosessuale uno status di particolare protezione al fine, più in là, di rendere difficile opporsi a un ddl di riconoscimento giuridico dell’unione di fatto tra omosessuali (per ragioni di coerenza interna all’ordinamento, sarebbe arduo negare una forma di riconoscimento giuridico della convivenza tra persone appartenenti a una categoria che nell’ordinamento stesso godesse di una speciale protezione, come quella di cui godrebbero gli omosessuali se passasse il ddl Scalfarotto).

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