di Costanza Miriano
A volte ho come l’impressione che siano rimasti solo truccatori, parrucchieri ed estetiste a credere che il giorno del matrimonio sia il giorno che fa nuove tutte le cose. Probabilmente fa nuovo soprattutto il loro conto in banca, perché anche se vai a farti le unghie, e dici che è per il tuo matrimonio, raddoppieranno il conto e ne approfitteranno, tanto che ci sono, per proporti come minimo un pacchetto di dieci sedute massaggio a una cifra esorbitante. Che diamine, non vorrai presentarti così al giorno più bello, ti squadrerà inorridita la signorina.
C’è un gran daffare anche negli atelier con le poltroncine di velluto per le amiche della sposa, e poi con le liste di nozze, i viaggi, gli wedding planners e i fiorai: tutto per cercare disperatamente di ammantare tutta la faccenda di un po’ di eccitazione e di emotività, per restituire quello che nella sostanza manca.
Il sindaco di Forte dei Marmi, appoggiato da colleghi degli scenari più suggestivi del paese, ha chiesto al ministro degli Interni una riforma del Codice civile che permetta la celebrazione di matrimoni sulla spiaggia o sul pontile. “Siamo sommersi di richieste in questo senso. D’altra parte la spiaggia è la cornice più adeguata, teatro del nascere di tanti amori”. Insomma, tanti promessi sposi chiedono di approfittare della scenografia romantica, e non solo a Forte, perché quello che succede in un banale locale del comune, l’unico al momento ammesso dalla legge, di per sé sembra non bastare.
Perché, diciamo la verità, in moltissimi casi il matrimonio non ha più alcun senso, se non quello di dare uno scossone al rapporto. O almeno non ha più il senso di un evento spartiacque: spesso i due convivono da tempo, hanno vissuto nella libertà, e sposarsi significa poco più che scambiarsi una promessa.
Si vive la sessualità con la massima libertà – e l’enorme significato che ha l’avere abbattuto ogni divieto, limite, cautela (grazie alla contraccezione di massa) non è stato neanche compreso a fondo, troppo recente il cambiamento – il divorzio è comunque sempre una possibilità, e così il matrimonio non è qualcosa che mette la sua impronta a fuoco su due anime, per tutta l’eternità.
Per noi cattolici, che sappiamo di essere un groviglio di contraddizioni e di peccato, che sappiamo di non poter neanche pensare un’impresa tanto ardua se Dio non ci mette il suo sigillo, che vediamo la sua potenza fare miracoli ogni volta che gli apriamo la porta, che cadiamo appena ce ne dimentichiamo, il matrimonio da solo basta. E’ una bomba che deflagra nella nostra vita, che da quel giorno non sarà mai più uguale a prima. E’ il sacramento da celebrare e scegliere ogni volta, nella consuetudine con Dio.
Allora non serve che la festa abbia gli effetti speciali, quelli sono per chi non conosce Dio. Ha senso, sì, una festa sobria con le persone vicine, perché anche loro insieme chiedano a Dio di benedire gli sposi; tutto il resto sono particolari irrilevanti, accidenti e non sostanza, inezie che servono solo ad arricchire qualcuno e a impoverire la celebrazione.
Infatti meno significato spirituale gli danno gli sposi, più la festa è cafona, esagerata, costosa, sguaiata. “Non sarà per tutta la vita, ma, cavolo, sono i miei quindici minuti di fama, e mi devo far notare: per un giorno sono io il protagonista”. Ho visto cose veramente inenarrabili a certe cerimonie, troupe per le riprese degne di un film di Scorsese, album fotografici che richiedono ore di posa (mentre il risotto si fredda), piedi gonfi come salsicce dopo un antipasto di due ore e scherzi esagerati. Ho visto poca preghiera, poca semplicità, poca vera gioia: non c’è niente di più triste, poi, di una allegria obbligata.
Dubito che in questi casi celebrare sulla spiaggia di Forte dei Marmi possa fare qualcosa per restituire senso. L’operazione è disperata.
da l’Avvenire del 4 agosto 2011
grazie alla contraccezione di massa…mah a me pare una bufala: se le interruzioni volonterie della gravidanza ammontano a 150.000 annue (trascurando i pochissimi casi veramente necessari) vuol dire che ci son150.000 gravidanze che non si è riuscito a “prevenire” . Per il resto concordo in pieno: sopratutto su certe scenografie e sulla nuova wavw che prevede anche l’anteprima.
Ps direi : primo
Come sempre: grande Costanza!!!
Oggi ero nel posto dove, nel maggio de 2000, io e mio marito abbiamo deciso di sposarci. Trattasi di una fraternità sacerdotale posta in Lunigiana ed eravamo li in veste di educatori dei ragazzi nell’ambito di un incontro per famiglie.
Vedendo quelle famiglie, quasi tutte numerosissime, ci siamo detti che era quella la nostra vocazione: volevamo essere una famiglia cristiana. Oggi mi ha fatto ridere D. Gianni, che frequentando le stesse famiglie ha maturato la sua vocazione (le ha viste e ha detto, ecco, non fa per me!!!).
Trovo che oggigiorno molto spesso si veda il matrimonio come un fine, una conquista a se stessa. In realtà lo vedo come l’inizio della strada, è La Scelta di stato, è o non è la tua vocazione…
Ho perso un sacco di discussioni interessanti nell’ultimo post di Cyrano, ho riflettuto su quanto detto da molti commentatori meno infuocati e invasivi di noi della sporca dozzina… Serbo tutte quelle cose nel cuore. A tutti quelli che si sono espressi, Paola in primis, volevo dire che non ignoro nessuno, mai. È che non sempre si ha il tempo di spiegassi bene, in quel caso ritengo meglio tacere prima di creare malintesi.
A Francesca Miriano, che di nuovo ha parlato della mia città, volevo confermare quello che dicevi. In Brasile la fede è piena di sincretismi strani e sregolati. Tuttavia esiste una grande apertura al soprannaturale che non è del tutto sbagliata. In Europa abverto un eccesso di razzionalismo, l’illuminismo ed il razionalismo imperano e le persone precludono la possibilità che il sopprannaturale possa irrompere nella vita di tutti i giorni.
Il cristianesimo non nega l’esistenza di demoni e di angeli che agiscono attivamente in una battaglia per la nostra dannazione o salvezza, non nega che i morti possano interferire nella nostra vita e intercedere per noi (santi), non nega che possiamo intercedere per loro (pregare per le anime nel purgatorio)…
Fede e ragione, in Brasile si sopravvaluta la prima a discapito della seconda ( e la fede diventa fideismo), in Europa si sopravvaluta la seconda…
Perdonami Raffaela, l’ultimo post era tuo!!!
Ohh! mia cara, sapessi quanti effetti speciali, cose inenarrabili siamo costretti a vedere e sentire ogni giorno..particolari irrilevanti, inezie che servono solo ad arricchire qualcuno e ad impoverirne altri. Credo anch’io che a Dio non interessino gli effetti speciali di una cerimonia nuziale, ma se questo rende felici gli sposi cattolici che decidono di condivedere il loro giorno perfetto:-) con fede,gioia e danze, bhè allora penso che anche Dio ne sarebbe felice..Mi permetto di dissentire dal tuo pensiero, troppo moralista e a tratti superficiale..Un abbraccio sincero Eleonora
Purtroppo anche i “cattolici” e alcuni “sacerdoti” ormai sono di questa fazione.
Quanti matrimoni celebrati senza alcun senso?!
Cmq per rimanere in tema post, a roma alle terme di caracalla usano una chiesa sconsacrata per celebrale matrimoni civili.
Com’è che si dice?
Il diavolo è la scimmia di Dio
“Per noi cattolici, che sappiamo di essere un groviglio di contraddizioni e di peccato, che sappiamo di non poter neanche pensare un’impresa tanto ardua se Dio non ci mette il suo sigillo, che vediamo la sua potenza fare miracoli ogni volta che gli apriamo la porta, che cadiamo appena ce ne dimentichiamo, il matrimonio da solo basta. E’ una bomba che deflagra nella nostra vita, che da quel giorno non sarà mai più uguale a prima. E’ il sacramento da celebrare e scegliere ogni volta, nella consuetudine con Dio.”
Per quegl’altri, invece, tutti, non cattolici, la vita invece continuerà, come sempre, di grado inferiore, di ottusa incoscienza, di inconsitenza mentale, di volgarità, senza un bricilolo, neanche , di buon gusto, da coatti di periferia, da Verdoni in vacanza, che poi alla fine trovano solo il vuoto…
😀
La sobria accoglienza fanese riservata ieri al Genio Cosmico
Matrimonio, roba vecchia. Come liberarsene, senza perdere il contenuto più profondo? Certo che se volessimo buttare via preti e sottane e riprenderci la comunicazione diretta con Dio sarebbe grande. Farlo in silenzio, però si può già e non sono questi i tempi per una rivoluzione spirituale. Ci manca solo che Alemanno si metta a pregare nella chiesa sconsacrata vicino alle terme di caracalla per rendere più intenso il suo ruolo da celebrante di matrimoni civili vip, non vorrei mai domani sentire Berlusconi che prega negli stadi per superare la crisi. (Leggete la notizia del politico che in Texas lo ha fatto e ora già ne parlano come di un possibile futuro presidente). Questo sì mi fa paura, una sposa che si concia da meringa e che sotto sotto è una iena, non può che farmi male per un istante. Appena il tempo per dire ognuno ha il suo percorso. E forse anche in questo è ancora il baluardo del sacramento l’unica nota stonata da bandire. Saluti a tutti
nerodichina
7 agosto 2011 a 11:42 #
Matrimonio, roba vecchia.
Se ti sentisse Jane Austen!
Come liberarsene, senza perdere il contenuto più profondo? Certo che se volessimo buttare via preti e sottane e riprenderci la comunicazione diretta con Dio sarebbe grande.
Non è un’idea proprio nuovissima -issima, c’è già da secoli e si chiama Protestantesimo
Farlo in silenzio, però si può già e non sono questi i tempi per una rivoluzione spirituale.
Sono sempre i tempi per una rivoluzione spirituale!
Ci manca solo che Alemanno si metta a pregare nella chiesa sconsacrata vicino alle terme di caracalla per rendere più intenso il suo ruolo da celebrante di matrimoni civili vip, non vorrei mai domani sentire Berlusconi che prega negli stadi per superare la crisi. (Leggete la notizia del politico che in Texas lo ha fatto e ora già ne parlano come di un possibile futuro presidente).
Pregare è un’ottima cosa, sempre ed ubicumque. Lo dice anche O.bama:
“Penso che sia un errore non riconoscere la forza della fede nella vita degli americani e non addentrarsi in un dibattito su come conciliare la fede e la nostra democrazia moderna e pluralistica. Il 90 per cento di noi crede in Dio, il 70 si inserisce in una religione organizzata, il 38 per cento si definisce “cristiano impegnato” e in sostanza ci sono più persone che credono negli angeli che non persone che credono nell’evoluzione.
Questa tendenza non è il risultato di una campagna pubblicitaria riuscita ad opera di predicatori capaci, né il traino di popolari megachiese.
In realtà, si rivolge a una fame più profonda, una fame che va oltre ogni questione o causa specifica.
Ogni giorno migliaia di americani affrontano la routine quotidiana e si rendono conto che manca qualcosa.
Decidono che il lavoro, quanto possiedono, gli svaghi, gli affari non bastano. Desiderano trovare uno scopo, un arco narrativo della propria vita.
Tentano di lenire una solitudine cronica. Perciò hanno bisogno di essere certi che qualcuno, là fuori, si preoccupa di loro, li ascolta; hanno bisogno di essere certi che non stanno discendendo una lunga autostrada verso il nulla. Parlo per esperienza.
Non sono stato cresciuto in una famiglia religiosa (…).
La chiesa mi ha offerto una seconda rivelazione: avere fede non significa non avere dubbi. Bisogna andare in chiesa proprio perché apparteniamo a questo mondo, non ne siamo esclusi; bisogna abbracciare Cristo proprio perché abbiamo peccati da cui mondarci. Perché siamo umani e abbiamo bisogno di un alleato nel nostro difficile viaggio.
Punto ancora più importante, la ritrosia di alcuni progressisti nei confronti di qualsivoglia accenno alla religione spesso ci ha impedito di affrontare efficacemente i problemi da un punto di vista morale. Alcuni di questi problemi sono retorici: se ripuliamo il linguaggio di ogni contenuto religioso, perdiamo automaticamente quel carico di immagini e termini che milioni di americani usano per figurarsi la propria moralità personale e la giustizia sociale. Provate a immaginare il secondo discorso inaugurale di Lincoln senza riferimenti ai “giudizi del Signore”, o il discorso di Martin Luther King “I have a dream” senza riferimento a “tutti i figli di Dio”. Queste evocazioni di verità più elevate hanno aiutato a ispirare quanto sembrava impossibile e hanno portato la nazione ad abbracciare un’identità comune.
Quello che vorrei dire invece è questo: i laicisti si sbagliano quando chiedono ai credenti di lasciare la religione fuori dalla porta prima di fare il proprio ingresso in pubblico. Frederick Douglas, Abraham Lincoln, Williams Jennings Bryant, Dorothy Day, Martin Luther King, e, in sostanza, la maggioranza dei grandi riformisti della storia americana non solo erano motivati dalla fede, ma hanno più volte usato un linguaggio religioso per sostenere la propria causa.
Dire che uomini e donne non dovrebbero far confluire la loro “morale personale” nei dibattiti pubblici è un assurdo pratico. Il nostro diritto è per definizione una codifica della morale, basato in larga misura sulla tradizione giudaico-cristiana. “
Sono d’accordo con te, Scriteriato.
Se una persona ha fede, come può prescinderne? Dà il senso a tutto quello che fa! Credo però che chi ha fede non dovrebbe permeare ogni discorso facendo riferimento a ciò in cui crede. Voglio dire che un cristiano si deve riconoscere da quello che fa, da come vive, più che da come parla. Insomma, più razzolamento che prediche.
Una delle cose che mi ha impressionato di più riguardo al matrimonio di una mia amica, anni fa, è stata che aveva scelto il servizio fotografico comprensivo di parte “pre-matrimonio”.
io non ne conoscevo l’esistenza, comunque consiste in foto fatte prima del matrimonio e che raccontano (si fa per dire) l’incontro dei due, l’innamoramento, il fidanzamento e la proposta. Tutto è finto, naturalmente, il fotografo sceglie l’ambiente romantico (il più gettonato, naturalmente, è il mare) e scatta le foto a due fantocci truccati e vestiti per l’occasione.
Ora, dato che lo sposo, il giorno scelto per tale servizio, aveva la febbre, il tutto è stato rimandato a dopo le nozze e il viaggio.
La mia amica mi ha raccontato che si sono tolti la fede per scattare le foto del “prima”!
Colmo dei colmi, lei è tornata dal viaggio di nozze incinta, quindi ora ha a casa un album pieno di foto bugiarde: i posti, i vestiti, i tempi, anche il suo corpo raccontano cose finte e inventate.
Mi chiedo: a che scopo?
Quando guardo una foto mi ricordo del momento in cui è stata scattata, delle persone che erano con me, di quello che provavo, a volte perfino degli odori che sentivo (ho delle foto fatte nelle ville fiorite del lago Maggiore e, giuro, quando le guardo sento il profumo di quei fiori!).
Cosa prova la mia amica quando guarda le foto del suo servizio prematrimoniale?
Forse è contenta di non aver buttato i soldi, in fondo dopo aver pagato ha in qualche modo ottenuto il servizio completo. Che tristezza.
“Matrimonio, roba vecchia. Come liberarsene, senza perdere il contenuto più profondo? Certo che se volessimo buttare via preti e sottane e riprenderci la comunicazione diretta con Dio sarebbe grande”
Un bel programmino massonico in piena regola. Il Gran Maestro (lo chiamano così) del Grande Oriente d’Italia dal 1885 al 1895, Adriano Lemmi, virulento anticlericale, diceva nel giugno 1892: “Nessuna religione deve insegnarsi alla scuola; ciascuno si faccia il culto a suo modo; lo Stato forma il cittadino, non il devoto. Niuna base sacramentale alla famiglia; unico sacramento l’amore. Ammesso il matrimonio civile, dobbiamo averne la conseguenza necessaria: il divorzio”.
Di questo programmino farneticante s’è pure realizzato qualcosa, purtroppo. Spero di cuore che il resto seguiti a rimanere solo sulla carta.
la signora (benemerita) che fa molte delle faccende di casa nostra viene dal Nicaragua, le raccontavo di un pio di recenti matrimoni a cui sono stata invitata e scuotendo la testa commentava: non capisco, da voi non si balla, da noi i matrimoni finiscono all’alba e tutti partecipano alle danze.
Io non sarei così severa con i matrimoni in spiaggia, ciascuno scelga come rendere bello il proprio, mi fa piu’ tristezza il fatto che nella quasi totalità dei casi non siano una vera festa, insomma non si partecipa.
In chiesa tutti zitti (tocca alzare la voce per non far sentire troppo solo il celebrante), in comune tutti seri, poi cibo da orgia e tutti a casa e la sensazione è che, laico o religioso che sia il matrimonio, il dopo sia un obbligo formale. Pensateci bene, siamo proprio noi italiani ad aver fatto diventare i matrimoni un affare per catering e ristoranti.
E allora viva i matrimoni allegri e danzanti che siano in spiaggia o in parrocchia 🙂
Salve Costanza,
sono uno dei tanti che ha letto il suo libro e ne ha discusso a lungo con i propri genitori.Si sono un 21 enne che suole parlare di temi importanti con le sue “guide”(come ama chiamarsi mio padre)alla vita.Mi piacerebbe discutere del tema da lei affrontato e di molto altro,con lei in maniera privata(per email magari).
Aspetto una sua risposta con fervida attesa 🙂
Mauro D’Amelio
COSTANZA:
“Mi permetto di dissentire dal tuo pensiero, troppo moralista e a tratti superficiale..”
Non si potrebbe dir meglio!!!
invece sì
Andrebbe detto “meglio” , ma la critica è giusta,
o invece è la critica “troppo moralista e a tratti superficiale” che non è giusta?
Sono d’accordo con Costanza, l’eccesso nel matrimonio è come indossare un tanga. Sa di forzatura e di cattivo gusto.
Insomma, ti ha traumatizzato questo tanga.
LUI non ti risponde, ha la fede!!!
Una cosa sono le nozze, una è il matrimonio… E forse bisognerebbe ricordarsi che si tratta della festa degli sposi e non degli invitati.
Ovvio? Se è così allora tutto il resto viene di conseguenza. In due dovrebbe essere facile mettersi d’accordo sul tipo di festa, soprattutto con la complicità che ci dovrebbe essere in una coppia. Non ci piace il pranzo formale? Allora barbecue! Il vestito bianco è uno spreco? Tailleur, da poter riciclare in ufficio! Le bomboniere sono inutili? Si cambia (c’è chi regala agli ospiti bottiglie di vino, chi vasi di fiori, chi vasetti di marmellata). “Sky’s the limit”.
Il problema è che ci sono le pressioni da parte dei parenti. E poi le convenzioni. E poi “chissà cosa penseranno di noi”. E poi ci sono le tradizioni di lei e quelle di lui (e se sono in conflitto, quali bisogna seguire?) Per cui anche molti sposi che considerano l’aspetto spirituale come essenziale si devono piegare a tutto questo, vuoi per tranquillizzare i genitori, vuoi per quieto vivere, vuoi perché semplicemente obbligati (con ricatti vari, per esempio).
Per cui sono convinto che non ci sia un rapporto inversamente proporzionale tra la cafonaggine delle nozze e la spiritualità degli sposi. Quindi
non vedo nulla di male, di per sé, se una coppia vuole maritarsi in spiaggia, come non vedo nulla di male nelle spose che scelgono un vestito che non sia bianco.
Quanto alla contraccezione e alla convivenza, francamente non vedo poi questo grande nesso…
Nozze sobrie ed eleganti sono una cosa, pauperiste e da pecionata sono un’altra.
… e dov’è il limite tra sobrio e pauperista?
E cosa significa “pecionata”?
pecionata: sf. romanesco [da pecione]. Cosa mal fatta; lavoro mal riuscito.
Faccio un esempio: i missionari sono sobri, i teologi della liberazione sono pauperisti
La moralità costruisce grandi civiltà.
ciao Luigi!!!! quanto mi sei mancatoooo!
l’Autrice scripsit: “Infatti meno significato spirituale gli danno gli sposi, più la festa è cafona, esagerata, costosa, sguaiata. “Non sarà per tutta la vita, ma, cavolo, sono i miei quindici minuti di fama, e mi devo far notare: per un giorno sono io il protagonista”. Ho visto cose veramente inenarrabili a certe cerimonie, troupe per le riprese degne di un film di Scorsese, album fotografici che richiedono ore di posa (mentre il risotto si fredda), piedi gonfi come salsicce dopo un antipasto di due ore e scherzi esagerati. Ho visto poca preghiera, poca semplicità, poca vera gioia: non c’è niente di più triste, poi, di una allegria obbligata”
Mi pare che il Genio Cosmico abbia ottimamente descritto la realtà delle cose, peraltro colta anche da altri Autori
Sì, infatti in questo consiste la superficialità, nella profusione dei soliti luoghi comuni sui matrimoni caciaroni, le salsicce ai piedi, il cattivo gusto (ddio, eccolo, la sobrietà, in primis!). Il MORALISMO nel certicare, di contrasto, i requisiti di certi valori, al solo matrimonio cattolico, riservato, silenzioso, spirituale, di Gesù d’amore acceso, e, invece, gli altri, fasulli.
Non voglio fare l’esegeta (non sarei all’altezza) del Genio Cosmico, ma non mi pare che abbia detto che TUTTI i matrimoni cattolici, e SOLO essi, siano compos sui.
GC dice come i matrimoni cattolici DOVREBBERO essere, dato che sono i soli (insieme agli Ortodossi) a considerare il matrimonio come un sacramento, e non come un contratto.
Se hai chiamato il Padre Eterno a testimone (come nel matrimonio cattolico), o addirittura a coautore (gli Ortodossi) del matrimonio, il minimo che Iddio possa poi fare sarà tenerti d’occhio, e non vorrai mica fare brutta figura!!
Ebbene sì, ieri sera a Fano: IO C’ERO!
E la nostra Costanza, semplicemente deliziosa, insomma proprio come appare a noi del blog, se l’è cavata benissimo rispondendo anche a domande francamente imbarazzanti. Oh poverina, pensavo, come risponderà a questo indiscreto maniaco sessuale? invece lei niente, neanche una piega nel suo luminoso sorriso. Non saprà cucinare, ma tutti eravamo cotti di lei, alla fine! E il messaggio era chiaro anche al mio orso e umbro marito. Farsi inseguire nella bellezza, sì, ma se non ce l’hai chi te la dà questa bellezza? Solo Colui che della Bellezza è il Creatore! Come ha detto lei: se non credi incroci le dita sperando che vada bene, se credi PREGHI!
“come risponderà a questo indiscreto maniaco sessuale?”
Alvi’, che ci facevi a Fano? 🙂
E le nozze di Cana, allora!?!? Dove avevano addirittura finito il vino e Gesù
ne procurò SEI GIARE!!!! (di quello buono, precisa Giovanni)
Le feste dei matrimoni, ora, io direi, che sono diventate sempre più modeste, quando una volta duravano, e durano, in altri paesi, anche due tre giorni e notti, con musiche balli e vino a scialo e promisquità tra gli invitati, perché fosse (sia) davvero una festa
bacchica priapesca come si conviene a un matrimonio VERO. Gesù aspetterà la fine dei balli!!!!
è vero, duravano di più, con canti, balli, musica e vino. Ma perchè si sapeva cosa si festeggiava! se anche oggi si fosse consapevoli di quale festeggiamento si parla, si ballerebbe eccome! tutto il tempo è festivo, se si sa Chi lo fa. Tutta la pacchianeria moderna non è altro che un esorcizzare cio’ che si fonda unicamente sulle nostre sole miserevoli capacità.
Il tanga no, la minigonna no, il culo in vista no, i pantaloni con lo scroto in mostra no, i libri senza dio no, i cinema contro il papa no, sì il Signore degli Anelli perché introduce valori magico sacerdotal positivi,
sì le novene, sì il rosario, meglio se recitato insieme a altri nelle lunghe serate d’inverno, sì i miracoli esitono, no alle nozze senza gesù, no alle scuole senza Gesù, no agli asili svedesi, sì allo tsunami (se possa servire a dare uno scossone ai musi gialli) sì a padre pio, sì al papa santo, a tempo di record, per acclamazione, come gli imperatori romani, no a Vasco Rossi, no ai giornali non cattolici, sì all’Avvenire e all’Osservatore Romano, no ai matrimoni di cattivo gusto, sì ai matrimoni a assisi, alla Verna, nella chiesetta piccina di Campagna con padre Emidi e pochi invitati catollici, no alla chiesa protestante, no agli animalisti, …
fin qui tutto bene
😀
Ciao Giuliana, anche a me mancano molto i tuoi interventi, qui si tende a buttare tutto in vacca.
E i tuoi, anche, mancano molto!!!
Non mi dire che sei aqnche te contro ai matrimoni orgiastici!!!
Quanto al cattivo gusto…chi ne è esente?
Grace Kelly, Audrey Hepburn, Cary Grant, proviamoci noi a fare come
essere loro per vedere….
Noi siamo tutti verdonizzati, Verdone ci potrebbe pigliare per il culo tutti,
e farebbe bbbene!!!!
Che bello rileggere le tue sintesi folgoranti quando sei in gran giornata, Alvise! 🙂
Dovrei ridedicarti la sigla di Alvin Superstar! Consideralo fatto!
nessuno dice d’esserne esente, ma il modello cui tendere dovrebbe essere la Hepburn, non la buzzicona coatta del film di V.erdone.
La maggior parte di noi vive nel fango, solo che alcuni lo fanno guardando le stelle, dice Wilde.
Non sono un festaiolo né un romanticone ma, forse anche perché abbiamo cercato di vivere cristianamente il fidanzamento, il matrimonio resta (a 15 anni di distanza) il giorno più bello della mia vita, e sono contento di averlo celebrato con tutti i nostri amici più cari. Una festa per noi bellissima, per qualcuno troppo veloce, ma che ancora oggi mi rallegra al solo ricordo.
Certo, dipende tutto da quello che c’è “dietro” e “sotto”, in questo Costanza ha (come sempre) ragione!
Sì, giusto, ma questo noi non si può saperlo delle ALTRE persone,
non si legge noi dentro alla gente, non si può giudicare dal difuori del sepolcro chi c’è dentro.
Verissimo: Nolite iudicare ut non iudicemini, e, con citazione più ognunista’,State contenti, umana gente, al quia;
ché, se potuto aveste veder tutto,
mestier non era parturir Maria;
Tutta la pacchianeria moderna siamo noi, tutti noi!!!!!
‘moderna’?
E le stelle stanno a guardare,,,,,
Io detesto i matrimoni, ho dovuto festeggiare il mio nel modo più classico per far contenti i genitori di entrambi, compreso vestito bianco, bouquet di orchidee, musica in chiesa, foto, aperitivo chilometrico, cena luculliana fino a tarda notte.
Troppo bello quando è finito tutto e mi sono tolta le scarpe 🙂
Poi si che comincia la parte difficile
“Si vive la sessualità con la massima libertà – e l’enorme significato che ha l’avere abbattuto ogni divieto, limite, cautela (grazie alla contraccezione di massa) non è stato neanche compreso a fondo, troppo recente il cambiamento – il divorzio è comunque sempre una possibilità, e così il matrimonio non è qualcosa che mette la sua impronta a fuoco su due anime, per tutta l’eternità.”
Sì, Costanza, forse, a volte.
Ma conosco persone che hanno vissuto il matrimonio come un momento per rimettersi in discussione davvero sui propri valori.
Io non sono così sfiduciata. In fondo non credo che questa sia un’epoca così tanto peggiore di altre in termini di moralità.
Ciao dal mareeeeee
Alviseeeee mettimi su una canzone che dall’iphone é complicato caricarla!!!!
http://users.libero.it/plastic/txt-acumba.html
Ora si comincia a ragionare!!!!!!
MORALISTA: scrittore che tratta particolarmente problemi morali; autore di riflessioni sui costumi, il carattere, le azioni degli uomini. Più com. chi per carattere, per educazione o per cultura è portato a esaminare e valutare l’aspetto morale di qualsiasi questione o situazione:pensare e giudicare da moralista; spesso con una connotazione negativa, soprattutto nella locuzione fare il moralista, ergersi a difensore intransigente della moralità comune oppure moraleggiare senza sincerità o convinzione o senza la necessaria autorità.
Da: Vocabolario della lingua italiana dell’Istituto della Enciclopedia italiana Treccani
Roma 1989
nella sezione FOTO ci sono nuove fotografie della presentazione di Fano.
Come ha già detto Marion, la presentazione è andata molto bene, molte persone e molto interessate (molti libri venduti!) ed è vero c’è stato anche un momento imbarazzante…
Vorremmo ringraziare ancora i frati della Basilica di San Paterniano e Gabriele Amadei.
Un’evviva all’Admin, che permette anche ai mirianidi lontani di seguire gli attimi epifanici del GC.
Grazie a te Scriteriato, la tua marcia trionfale dell’Aida mi ha fatto sganasciare…
Bello il post! Bella l’Aida! Belle le foto di Fano :-)…eravamo in tanti a fare il tifo e la ola per Costanza e mi sa che ha pure il dono dell’ubiquità 🙂 un’amica mi diceva di sentire la sua voce in una tv cattolica oggi…boh… pure la mia amica sta dando segni di squilibrio da quando conosce noi seguaci di Costanza ahahahaha
ABBASSO i matrimoni kitsch!!!
Quanto a location particolari, la spiaggia è quasi banale. Americanate a parte, ho letto di matrimoni in alta quota con il paracadute, altri subacquei, e via alla ricerca dell’originalità a tutti i costi.
Vero è che l’evento centrale è nella liturgia, dove si celebra l’alleanza (un po’ più che “gli sposi chiedono a Dio la benedizione”).
Altrettanto autentica è la gioia e il desiderio di condividerla con tutti: anche al più kitsch dei matrimoni, chi è che non si commuove pensando alla scintilla di eternità che è l’incontro tra un uomo e una donna? Tra quei 15 minuti e una vita di impegno forse ce ne corre, ma è da questa festa che tutto comincia.
Non ne farei troppo una questione di estetica, anche se apprezzo molto uno stile sobrio. Come quello raccontato qui, che mi ha fatto sorridere e ricordare i bei matrimoni cui ho partecipato.
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=233
D’accordo!
@ Scriteriato:
1) mi spieghi la differenza tra matrimonio cattolico e ortodosso? Per quel che mi hai detto, mi piace più il secondo..
2) visto la bravura come trova film a me paicerebbe rivedere “Un uomo per tutte le stagioni” se lo trovi……..
il matrimonio non ha senso in qunto creazione da parte del clero per spennare un pò di soldi ed inventare l’ ennesimo business. nessuno si sente a livello spirituale realmente meglio dopo essersi sposato.non avrebbe senso. è come dire che ami una persona solo perchè un cretino dice che siete sposi e mille spastici dietro della tua famiglia applaudono e sono costretti a sorbirsi ore di festività inutili, tremendamente inutili.
l’amore , in teoria, prescinde dalla fama,dalla gloria e dalla religione.
tuttavia immagino che finchè l umanità sarà chiamata umanità sarà sempre piu importante che una donna indosi un vestito bianco piuttosto che reali problemi. come dire godiamoci il matrimonio perchè è una nostra invenzione totalmente umana.
svegliatevi.
scusate,ho solo 23 anni.
Adam
chiudigliocchi.wordpress.com
Il tuo commento sarebbe un tantino più interessante (per certi versi condivisibile) se avessi fatto un’analisi un po’ meno grezza della fondazione dell’istituto matrimoniale. Umano, certo, ma quella dell’ennesimo business è proprio una fesseria. Intanto il matrimonio esiste fin da prima di ogni clero, e poi per larghissima parte della storia è stato “solo” una vicenda domestica (quindi nessuno ci guadagnava niente). La cosa interessante che dici, invece, è in merito alle tre cose da cui l’amore – teoricamente – prescinderebbe. La domanda che resta è se tutte queste cose non nascano invece proprio nell’amore e non mirino a tornare tutte là. I 23 anni te li scuso volentieri: ne ho pochissimi più di te.
Adam Trema
8 agosto 2011 a 12:11 #
se non ci si guadagnasse in termini legali e monetari, se il vestito bianco,che tra l altro significa verginità, fosse un sacco dell’ immondizzia nero e se non si svolgesse tutto in chiesa diretti da persone che vengono pagate per non fare nulla e più di quanto prende un poveretto che si rompe il culo in fabbrica per 8 ore al giorno allora si forse avrebbe senso.
il matrimonio si fa per gli altri e per piccoli benefici economici sociali della coppia. il resto solo cazzate per un’ umanità marcia dove si va vestiti bene la mattina per sposarsi e poi si ripone il vestito in uno scatolone in soffitta e non si usa più.
Adam
chiudigliocchi.wordpress.com
Se è come dici tu devo avere sbagliato qualcosa… In realtà non ho tratto alcun beneficio economico dal mio matrimonio, anzi… Però sposandomi in Chiesa, davanti a Dio, un guadagno l’ho avuto anch’io e bello grande… Perchè Dio ha tenuto insieme me e mio marito per 17 anni (tra alti e fragorosi bassi perchè di cazzate ne ho fatte davvero molte…). Si, ho ricevuto “gratuitamente” amore da Dio e perdono…
Ti auguro ogni bene!