La salvezza ci interessa, eccome!

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di Costanza Miriano

Grazie a Dio non sono teologa, per cui non ci provo neanche a pesare col bilancino le parole che sono state dette dalle due parti in Svezia. Siccome sono cattolica, mi fido del Papa, e finché non cambia il Catechismo dormo come un bimbo svezzato in braccio a mia madre, la Chiesa. Una. Santa. Cattolica. Apostolica. Se cambia il Catechismo, avvisatemi (citofonate ore pasti).

Ma dire che non mi preoccupo, anzi mi fido delle scelte pastorali del Papa, non significa dire che non mi interessa ogni singolo iota del patrimonio che mi è stato tramandato. Non mi riconosco pertanto nell’incredibile articolo uscito sul Corriere della Sera a firma di Lucetta Scaraffia:

“oggi molti dei profondi dissensi che hanno causato la scissione della Chiesa non hanno più ragion d’essere: il problema della salvezza non assilla più nessuno”.

Io non so quali cattolici frequenti Lucetta, ma quelli che conosco io della salvezza si preoccupano eccome.

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La madre non c’è, la madre è un concetto antropologico

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“Un bel giorno il Partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l’eresia delle eresie. Continua a leggere “La madre non c’è, la madre è un concetto antropologico”

A piccoli colpi

0bc79d1cc2-Emanuele Samek Lodovici“Un attacco microstrutturale rivolto non tanto ai temi fondamentali della visione religiosa, ma alla prassi concreta del comportamento cristiano. E’ una rivoluzione culturale nel senso ampio del termine cultura, perché tende a ricostruire un nuovo modo di vivere, di parlare e di comunicare, di essere genitori e di essere figli, di essere marito e di essere moglie, di essere uomo e di essere donna fatto penetrare lentamente come atmosfera nel vissuto quotidiano. (…) La lotta è andata dai grandi principi alle cose quotidiane, facendo in modo che la gente lentamente si abituasse, per quanto riguarda la propria vita ordinaria, a vivere, nella pratica, come se non credesse ai principi che sostiene.”


Emanuele Samek Lodovici (1941-1981) – L’origine e la meta, Edizioni Ares

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Tra Socrate e Santippe non mettere il dito

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di Claudia Mancini      LaPorzione.it

Nietzsche, nella Genealogia della Morale, dice che il filosofo non deve in alcun modo sposarsi e che Socrate ha sposato Santippe proprio per dimostrare, con ironia, ciò che il filosofo non deve fare. Come ogni animale tende istintivamente ad evitare qualsiasi impedimento che gli intralci o gli possa intralciare il cammino verso l’optimum, così anche il filosofo (bête philosophe) ha in orrore il matrimonio come ostacolo e calamità sul suo cammino verso l’optimum. Eraclito, Platone, Cartesio, Spinoza, Leibniz, Kant e Schopenhauer – aggiunge Nietzsche – «non si sposarono, e più ancora: non li possiamo pensare sposati». Continua a leggere “Tra Socrate e Santippe non mettere il dito”

Difesa della giusta differenza

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di Vittorio Possenti*

Nel movimento verso la globalizzazione svolge un ruolo primario il progetto dei diritti umani, uscito dalla Dichiarazione universale del 1948 e ormai diffuso a livello mondiale. Si tratta di rendere universalmente effettivi i diritti (e i doveri) a partire da quelli più fondamentali, garantendo il rispetto dell’essere umano in ogni momento della sua esistenza. Continua a leggere “Difesa della giusta differenza”

Questa è una mela

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“Un confratello mi raccontava un aneddoto riferito a S. Tommaso d’Aquino. Pare che all’inizio dei suoi corsi universitari, il santo mostrasse ai suoi allievi una mela, dicendo “questa è una mela. Chi non è d’accordo può andar via”. L’orgoglio, la superbia intellettuale non è il pensare e l’argomentare ma il presumere di determinare, con il pensiero, l’essere. Continua a leggere “Questa è una mela”

I limiti della moderna concezione della realtà – parte seconda

di Joseph Ratzinger

Secondo stadio: la svolta verso il pensiero tecnico

[Dopo la nascita dello storicismo apparve chiaro che] la storia come luogo della verità non poteva ovviamente da sola bastare. Si arrivò quindi al principio di Karl Marx: “Sinora i filosofi hanno soltanto diversamente contemplato il mondo, si tratta ora di trasformarlo.”

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I limiti della moderna concezione della realtà – parte prima

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di Joseph Ratzinger

Primo stadio: la nascita dello storicismo.

Per la concezione antica e medievale ogni essere è un essere pensato, un pensiero dello Spirito assoluto,[…] mentre l’opera dell’uomo appare come un mero accessorio effimero. […] Vico (invece) enuncia la tesi diametralmente opposta: se nella vera scienza rientra la conoscenza delle cause, allora noi siamo in grado di conoscere soltanto ciò che noi stessi abbiamo fatto, perché noi conosciamo unicamente noi stessi. […] In mezzo all’oceano del dubbio che, dopo il crollo dell’antica metafisica, incombe minaccioso sull’umanità sin dagli inizi dell’era moderna, si riscopre però nel factum la terraferma su cui l’uomo può tentare di ricostruirsi un’esistenza. Incomincia il dominio del factum, cioè la radicale polarizzazione dell’uomo sulla sua stessa opera, l’unica che può conoscere. Continua a leggere “I limiti della moderna concezione della realtà – parte prima”

I piedi di Ognuno

di Alessandro

Lo pensavo da un po’. Sì, lo ammetto, suona bene, è accattivante. Mi riferisco al manifesto dell’ognunismo. Ne è autore (del manifesto, non dell’ognunismo) il nostro paulbratter. Accattivante lo è, l’ognunismo.

Perché (perdoni paul se lo tratteggio a modo mio) il manifesto recita più o meno così: “è bene che ognuno si comporti come meglio ritiene”.

Alzi la mano chi non è d’accordo con questo… apoftegma. Ressa di mani alzate, e padroni delle mani a rimproverarmi. “Ma questo è l’elogio della licenza, dell’individualismo sfrenato!”, lamentano taluni. continua a leggere