di Costanza Miriano
È cominciata la preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi (ottobre 2018), che sarà sul tema dei giovani e del discernimento vocazionale. Ho letto il documento preparatorio, ho letto la lettera del Papa, ho assistito alla conferenza stampa di presentazione, ma più che in qualità di giornalista vorrei dire qualche cosa ai nostri pastori in qualità di mamma di giovani, e anche da ex giovane che ha fatto, pur se a tentoni, il suo cammino di discernimento vocazionale, con catechismo, corsi e direttori spirituali.
Ho notato nel documento, e nel questionario lanciato (che presto sarà online) un grande e sincero desiderio di ascoltare i giovani, di capire cosa è nel loro cuore. Mi è sembrato di cogliere un tentativo di entrare in sintonia, di ascoltare, di seguire. È bello, davvero, ma c’è un rischio. Non penso che ci sia tanto bisogno di ascoltare, se inteso come tentativo di inseguire i giovani sul loro terreno, perché lì saremo sempre perdenti, saremo ridicoli se proveremo a parlare la loro lingua a noi giustamente impenetrabile. Mi sembra invece che manchi una cosa, che è quella che fa funzionare le esperienze vocazionali di cui so.
Queste esperienze sono quelle in cui veri pastori, uomini virili, dicono ai ragazzi che devono buttare via tutto quello su cui hanno fondato le loro certezze prima di incontrare Cristo, devono fare un’esperienza personale e radicale di incontro con l’unico buono, perché l’uomo da sé non è capace di bene, devono partire come Abramo – che è l’immagine da cui parte il Papa – alla ricerca dell’amicizia vera con Dio, quella che i ragazzi forse hanno solo annusato da lontano. Bisogna far capire loro che quello è un grosso affare, e che conviene investirci tutto, buttare il resto, e che non si può salvare qualcosa della vita di prima, perché in questa caccia al tesoro non ti devi distrarre.
I giovani hanno sete di radicalità, di assoluto, di cose grandi. I giovani, i migliori di loro, non tollerano le ingiustizie, le falsità, l’incoerenza, hanno un radar potentissimo contro le falsità. I sacerdoti che hanno il maggior seguito di ragazzi sono quelli che più che stare ad ascoltarli, annunciano loro la radicalità di Cristo: senza di me non potete far nulla. Non cercano di lisciare loro il pelo, come si dice, non li assecondano. Non fanno concerti o balletti per cercare di attrarli. Ricordo che da ragazza questa era una cosa che mi irritava un sacco. Io dalla Chiesa non volevo proposte di pizzate o iniziative conviviali. Se avessi voluto quello sarei andata a cercare i ragazzi più di moda, quelli fighi veri (che negli anni ’80 erano i paninari, a Perugia “quelli della Jeans West”, casta da me inavvicinabile in quanto sprovvista della divisa di ordinanza, Timberland e Moncler). Va be’, mi piacevano, ma non tanto come quella cosa che avevo intuito. Invece a 16 anni partii e andai col treno all’altro capo di Italia, solo per sentire ancora parlare Suor Elvira della comunità Cenacolo di Saluzzo, una suora che, per prima, mi parlava di castità, della mia grandezza in quanto donna, delle mie potenzialità di futura madre, e mi faceva battere il cuore dicendomi che una donna consegnata a Dio poteva cambiare il mondo. ma che tutto sarebbe partito dalle ginocchia. Dalla preghiera. Dal digiuno. Quanti sacerdoti hanno ancora il coraggio di proporre queste cose? Quanti fanno sconti temendo di allontanare la gente, e invece che far crescere vocazioni creano parcheggi (molte parrocchie sono parcheggi)?Non c’è bisogno di convincere le folle, basta qualcuno, qualche giovane santo, che attrarrà gli altri a frotte (come Chiara Corbella Petrillo, come san Jose Sanchez Del Rio, come Carlo Acutis).
Non si può sperare in una società più giusta se non si parte dalla verità: noi siamo mendicanti. Noi siamo feriti dal peccato originale. Noi siamo destinati a morire, e con questo dobbiamo fare i conti. Perché c’è una speranza. Dicono che uno sia risorto, e possiamo decidere se scommetterci su tutto, oppure no. Ma non si può proporre un cristianesimo a base di concertini o di concorsi sul presepe più bello, un cristianesimo che assomiglia al mondo migliore che vogliono tutti, con in più Cristo, così, come accessorio, una specie di ciliegina sulla torta. La Chiesa tornerà a sedurre – magari pochi, pochissimi, il piccolo gregge, d’altra parte il lievito è un pizzico rispetto alla farina – quando avrà il coraggio di dire che i nostri matrimoni sono diversi, che la nostra ecologia è diversa, che la nostra giustizia è diversa, perché noi supplichiamo a Dio la grazia di mantenerci giusti, ecologisti e sposati solo perché abbiamo incontrato Cristo. E allora sembriamo sposati come gli altri, mettiamo le bottiglie nella differenziata come gli altri, ma per noi tutto parte da un incontro che cambia le cose in modo sostanziale.
Senza Cristo siamo dei poveracci, dei miserabili. I giovani vogliono qualcuno che dica loro la verità, senza sconti. Venite e vedrete, scrive il Papa ai giovani. La meta ultima di questo viaggio è il nostro cuore, quello nel quale avviene l’incontro che ci salva, che ci definisce. Non credo che servano pastorali, tecniche, strategie comunicative. Serve che noi guide – anche io mi ci metto, da mamma – ci convertiamo seriamente. Che chiediamo al Signore di farsi carico delle nostre povertà. Che (ri)cominciamo a pregare seriamente. Che chiediamo a Dio di farci santi, cioè totalmente abbandonati al suo amore, totalmente confidenti nella sua iniziativa, veramente figli. I giovani non ci seguono quando non siamo credibili, quando non vedono che ci facciamo carico gli uni dei pesi degli altri, perdendoci qualcosa di tasca nostra. I giovani vogliono roba forte (non è un caso che Mein Kampf sia risultato nella classifica dei libri più amati indetta dal Miur: vogliamo lasciare che sia quella roba lì a rispondere alla sete di radicalità dei giovani? Vogliamo lasciare che chi cerca roba forte trovi quello? In un’epoca in cui tutto è sempre più fluido e relativo, noi che sappiamo chi è la Verità vogliamo addomesticare le cose per renderle meno spigolose?). I giovani , i migliori di loro, sono pieni di energie, vogliono spaccare il mondo, vogliono qualcosa per cui combattere. Bisogna dire loro chi è il vero nemico: è il diavolo, è il peccato, e il campo di battaglia il nostro cuore, e la meta la vita eterna. Non servono tanti sondaggi per capire che solo questo infiamma i cuori, solo questo li attrarrà più del mondo. Sennò, se dobbiamo scimmiottare il mondo, preferiranno l’originale (che il principe del mondo le sue cose le sa fare meglio di noi).
Grazie carissima Costanza! È così consolante e vivificante leggerti, e pensare che altri ti leggono, e che insieme gioiamo
per questa verità che ci è donata! Facciamoci l’invito, ogni giorno, cerchiamo di esserlo, Lui ci aiuterà. Grazie ancora.
Facciamoci lievito!
L’ha ribloggato su noncerosasenzaspinee ha commentato:
…
http://ilnestrosesansespine.blogspot.com/2017/01/i-giovani-hanno-sete-di-radicalita-di.html
Sono scettica che avverrà. Già ci sono segnali sinistri….. Ci vorrebbe un San Giovanni Bosco, un Enrico Medi, un Cardinale Biffi e tanti altri che ci sono anche oggi per fortuna ma gli tocca quasi fare i carbonari……..
SINODO SUI GIOVANI. PRESENTATO IL DOCUMENTO. LA SANTITÀ NON È MAI NOMINATA. FORSE INTERESSA POCO…
http://www.marcotosatti.com/2017/01/13/sinodo-sui-giovani-presentato-il-documento-la-santita-non-e-mai-nominata-forse-interessa-poco/
Parole sante Costanza… Parole sante!
veramente toccante…grazie Costanza…
L’ha ribloggato su maurostabile.
Grazie, carissima Costanza, per queste parole lucide e concrete. Il discernimento vocazionale si può fare solo dopo aver incontrato profondamente Dio. Smack! 😀
Questa volta, cara Costanza, sono assolutamente d’accordo con te!!!
Ritorna la Costanza che conosciamo da sempre.
C’è uno scollamento che sempre più si approfondisce tra la mia idea di Chiesa cattolica e la Chiesa di papa Francesco. Anche sull’argomento delle vocazioni, la Chiesa di papa Francesco non punta affatto sulla radicalità che cercano i giovani, anzi: cerca di smussare, di rendere più facile la vocazione al sacerdozio e pensa ai “viri probati”. Pensa ai preti sposati. Come se la mancanza di vocazioni non dipendesse dalla mancanza di fede.
https://anticattocomunismo.wordpress.com/2017/01/16/il-vescovo-oreilly-si-ai-preti-sposati-ne-parlero-con-papa-francesco/
Bisogna ripartire dalla fede:
1) Mettersi in ginocchio di fonte a Gesù Eucarestia. Ma papa Francesco si inginocchia davanti al Santissimo?
2) Preghiera.
3) Sacramenti, primo fra tutti la confessione.
Se non c’è fede non c’è niente.
esatto
Beh, fra100, adesso non esageriamo! Dire che il papa attuale non si inginocchi mai davanti al SS.mo, mi sembra veramente grossa………e penso che, anche se nel modo che tu non trovi “ortodosso”, praticherà la preghiera e e la confessione…perbacco!
Papa Francesco si inginocchia di fronte all’ eucarestia? Sembra di no. Questo anche quando era vescovo. Strano… molto strano…i giovani da cosa dovrebbero essere attratti?
Sempre sul pezzo la nostra mitica Costanza!
L’ha ribloggato su kos64.
Questa è al Costanza che adoro!
Cara Costanza, come sempre la sua riflessione è chiara, ricca, convincente. E perciò sconsolante: perché nelle omelie, nelle catechesi, nei documenti papali di tutto si parla meno che di questo? Perché si complicano le cose, che sono di una chiarezza cristallina, anziché semplificarle? Perché si fanno della sociologia e della psicologia d’accatto anziché proporre di seguire Gesù come la Chiesa ce lo ha annunciato per trovare la felicità?!
Perché di nuovo (è gia accaduto), si è persa (non sempre non per tutti), la forza dell’Annuncio del Kerigma, che è a forza della Testimonianza stessa.
Il fascino della Verità in tutta la sua radicalità.
L’idea che la Vita è Cristo (che non è un salto carpiato con avvitamento triplo o una pallosissima bigotta idea d’altri tempi!).
Così ci si ripiega su ragionamenti o proposte psico-socio-ludiche, condite con una buona dose di volontariato… per la paura che qualcuno si allontani per una proposta troppo radicale ed esigente, si ricorre alla compagnia del “gnocco fritto” (della pizza per chi non conosce il gnocco fritto) e lo si fa, si badi bene, con giovani e meno giovani.
Ma sto dicendo cose già dette…
Allora dico che tanti di quei “nostri” giovani che partono come “foreign fighter”, che si convertono all’islam, lo fanno proprio perche affascinati da una – perversa in questo caso – proposta radicale e totalizzante.
Credete che siano solo tutti degli “spostati di mente”?
Io credo invece che se avessero incontrato CRISTO in una proposta totalizzante ed esaltante (non da “esaltati”…), sarebbero un bel passo avanti verso un cammino di santità.
Ma chi deve fare loro questa proposta? La Chiesa certo… ma nella Chiesa ci siamo dentro tutti (tutti quelli che dicono di esserci).
L’ha ribloggato su Dialoghi con Dio.
tutto vero.
I giovani vogliono qualcuno che dica loro la verità, senza sconti.
dubito seriamente che parleranno di cose grandi o la verità.
me lo conferma :
…Paul R. Ehrlich, il biologo americano che divenne famoso nel 1968 con il libro “The Population Bomb”
invitato dalle Pontificie Accademie di Scienze e Scienze sociali guidate da monsignor Marcelo Sanchez Sorondo.
L’occasione è un simposio sull’estinzione biologica: «Come salvare il mondo naturale da cui dipendiamo» è il titolo, e si svolgerà dal 27 febbraio al 1° marzo.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-scandalo-in-vaticano-sale-in-cattedra-il-teoricodella-bomba-demografica-e-dell-aborto-forzato-18669.htm
( ne volevo già scrivere ieri ma mi son trattenuto.no volevo rattristare gli animi.)
se il metodo è riproporre vecchi tromboni che non ne hanno azzeccata una, oltre a servire il principe di questo mondo, son certo – quasi – che dopo tale sinodo le vocazioni caleranno ulteriormente.
Non è che io voglia fare polemiche ma mi aspetterei che un Padre chiamasse Silvana De Mari e Benedetta Frigerio ingiustamente perseguitate dalle forze del male per aver detto la Verità. Ha chiamato cani e porci (vedi alle voci Pannella, Bonino…), ha definito quell’assassina una grande d’Italia, nessuna solidarietà per due cattoliche? Sarà più grande la De Mari della Bonino almeno per il Papa o no?
Credo lo sia certamente…
Poi bisogna vedere se la conosce, se conosce la situazione… se qualcuno dei suoi collaboratori si prende la briga di parlagliene. Se penserà di chiamarla e farne cosa pubblica. Se la stessa De Mari ne darebbe notizia pubblica a meno.
Di certo Silvana De Mari non sta ad aspettare una chiamata del Papa… fa quello che fa (come dovremmo tutti) per amore a Cristo e alla Verità.
Guarda che la De Mari ha fatto il botto. Io ho sentito non cattolici dire: però ha ragione. Certo che lo sa. Sa tutto non è mica fuori dal mondo. E’ che dovrebbe mettersi contro il mondo. E questo a lui non piace….. Repubblica non approverebbe….
Va bene Giusi, questa é la tua visione (meno male non volevi far polemica…). Il Papa dovrebbe chiamare chi pensiamo bene noi e se non lo fa é perché giudica alcuni meno meritevoli di altri…
Si Bariom, hai ragione, Silvana fa quello che deve come tutti dovremmo cercare di fare. C’è qualcun altro che invece non fa quello che dovrebbe… però fa e dice, spesso e volentieri, quello che non dovrebbe. E questo è un grosso problema.
E già… siamo in tanti in quelle condizioni 😉
@Bariom “E già… siamo in tanti in quelle condizioni 😉”
E’ verissimo Bariom, ognuno di noi ha le proprie responsabilità. Ma tu capirai che le responsabilità mie, tue, e quelle del Vicario di Cristo…. sono un po’ diverse e le nostre azioni e parole hanno delle conseguenze diverse!
E’ fuor di dubbio…
Ma tu converrai che se fossimo un popolo di convertiti (di fatto non a chiacchiere), non ci sarebbe Papa disastroso che tenga!
“( ne volevo già scrivere ieri ma mi son trattenuto.no volevo rattristare gli animi.)”
Se non l’avessi scritto tu stamani, ce l’avevo già in canna io. 🙂 Da quando Francesco ha imposto mons. Sorondo, l’Accademia è diventata una passerella di cialtroni.
Ma vi pare un vescovo cattolico questo Sorondo? Certo che Francesco li sceglie col lanternino!
Sorondo, il testamento biologico ha il suo vescovo
di Tommaso Scandroglio
Chi è l’organizzatore del convegno in Vaticano in cui sarà protagonista il teorico dell’aborto forzato Ehrlich? E’ il Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, Sanchez Sorondo. Vescovo e cattedratico di fama internazionale, è membro del comitato etico della Fondazione Veronesi. Che ha votato all’unanimità un documento sul testamento biologico. Mentre su maternità surrogata ed eutanasia la sua posizione è l’astensione.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sorondo-il-testamento-biologico-ha-il-suo-vescovo-18684.htm
come volevasi dimostrare:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-quante-falsita-scientifiche-nel-convegno-in-vaticano-18720.htm
Quante falsità scientifiche nel convegno in Vaticano
di Luigi Mariani
e, siccome dalle parti del vaticano, si voleva abbondare:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-effetto-paglia-alla-pontificia-accademia-per-la-vitasi-cancellano-le-tracce-di-san-giovanni-paolo-ii-18726.htm
Emblematica questa ultima mossa. Il 22 febbraio prossimo ricorrono i trenta anni dalla promulgazione dell’Istruzione Donum Vitae, a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata da papa Giovanni Paolo II .
. Sviluppo dell’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae (1968) – aggiornata alle ultime scoperte scientifiche e alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia – e fondamento di successive encicliche, la Donum Vitae è una pietra miliare nella costruzione di quella “cultura della vita” a cui Giovanni Paolo II teneva moltissimo per contrastare quella che lui definiva “cultura della morte”, ormai maggioritaria in Occidente.
il 13 gennaio scorso i moderatori delle varie sessioni del workshop si sono visti arrivare una lettera in cui il cancelliere dell’Accademia, monsignor Renzo Pegoraro, annuncia la definitiva cancellazione del seminario, con parole da cui si evince che il vero problema è che si preferisce evitare il tema.
non ho ancora capito se ci stanno facendo.
Tanti anni fa andai in vacanza all’Isola d’Elba, a Capoliveri. In albergo la domenica veniva un sacerdote (non aspettava che andassimo a messa, veniva lui, girava vari alberghi non si sa mai in vacanza ci si sentisse in ferie pure da Cristo). Disse messa in giardino. Io non sono santa ora, lo ero molto meno allora, ma ricordo che rimasi a bocca aperta. Non faceva niente di eccezionale, non si metteva in mostra ma era come se aprisse una porticina e facesse intravedere il Paradiso. Eravamo tutti incantati come trasportati per un attimo in cielo. Era veneto. Ricordo che parlò anche delle apparizioni di Schio, quelle della Regina dell’Amore. Il veggente allora era vivo. Disse che i frutti erano buoni, che lì si pregava e c’erano conversioni. Mi ricordo che pensai: per fortuna che sto due settimane così becco un’altra messa. A distanza di oltre vent’anni una mia amica mi disse che a Padova c’era un sacerdote che faceva i primi sabati del mese, quelli chiesti dalla Madonna a Suor Lucia di Fatima che non li ricorda praticamente nessuno a parte i FFI commissariati, quelli del MSM di don Stefano Gobbi e forse qualche altro sacerdote per iniziativa personale. Ci andai e vidi una grande statua della Madonna di Fatima (ho poi saputo che era stata fatta arrivare proprio da lì), il sacerdote guidò il Rosario meditato di fronte a Gesù sacramentato, la Messa, poi passò tra i banchi con Gesù. La Chiesa era piena di giovani. Seppi che il sacerdote era malato. Aveva cinquant’anni ma ne dimostrava meno. Di lì a poco sarebbe stato Capodanno. Mi dissero che Don Gino (era questo il nome del sacerdote) lo avrebbe fatto di preghiera. Non avevo mai fatto questa esperienza né quell’anno era in programma che andassi da qualche parte in vacanza e allora decisi di andare. Con mia somma sorpresa trovai la chiesa gremita di giovani, fu un capodanno bellissimo, allo scoccare dell mezzanotte dopo Rosari meditati e Adorazione cominciò la Messa, poi seguì in uno spazio chiuso antistante alla chiesa un momento di convivialità. Don Gino, che pochi mesi dopo sarebbe andato in cielo, era lì sorridente, salutò tutti ad uno ad uno. Continuai a seguire i primi sabati e anche i primi venerdì, ricordo che l’ultimo sabato non parlava più, passava i fogliettini a un altro sacerdote. Pochi giorni prima che morisse andai in ospedale anche se mi avevano detto che ormai non poteva più ricevere nessuno. Nel corridoio trovai la sorella che non conoscevo (ora siamo amiche) ma era uguale a lui: lo stesso sguardo di cielo e le dissi: mi piacerebbe vedere Don Gino, lei mi portò in camera, era lucido, io provai a dire qualcosa, quello che mi aveva dato ma lui mi fermò e mi disse preghiamo, si tirò su a sedere e dicemmo insieme un Ave Maria, piangevo come una fontana ma lui mi disse che non dovevo piangere perché andava da Gesù, dovevo essere contenta. Dopo due giorni morì. Solo allora ebbi un flash e mi dissi: ma Don Gino è il sacerdote dell’Isola d’Elba! Andai in ospedale vicino alla chiesa: è un’opera dove mettono i malati terminali con parrocchia annessa (proprio quella di Don Gino) e trovai la salma esposta con una processione interminabile, tanti giovani in lacrime. Vidi la sorella. “Paola, ma Don Gino è stato all’Isola d’Elba?” “Si tanti anni a Capoliveri!” Al funerale c’era una delegazione con i gonfaloni dell’isola dell’Elba non lo hanno mai dimenticato. C’erano gli striscioni: santo subito che il vescovo fece togliere…, c’era la gente fin fuori la porta. Cosa faceva Don Gino? Niente di particolare. Era un prete. Portava la talare. Credo non si sia mai posto il problema di essere tradizionalista o progressista, non aveva tempo per queste sciocchezze. Adorava, confessava e non faceva sconti ma aveva la fila. Non ho mai sentito nessuno dire che non fosse misericordioso. I giovani lo amavano. Mentre vegliavo la salma ho letto il librone a fianco. Quante testimonianze di ragazzi che, come dice Costanza, avevano trovato qualcuno che gli aveva parlato della radicalità di Cristo e si erano convertiti! Quanti ringraziamenti, quanto amore puro per un padre, un padre vero che gli aveva insegnato l’unica strada per la salvezza. Ecco perché a capodanno lo avevano preferito ad una discoteca: perché non c’era paragone! Mi ricordo che il sabato successivo sarebbe stato il quinto primo sabato del mese e allora, incaricata da un gruppo di persone, telefonai in parrocchia: “mi scusi continuerete a fare quello che faceva Don Gino”? Risposta: “perché che faceva Don Gino”? “Beh onorava la devozione dei primi sabati del mese”… Silenzio di tomba. “Scusi, poiché parlo a nome di un gruppo di persone che verrebbero di sera da varie parti del Veneto, potrebbe cortesemente rispondermi”? “Attenda un attimo”…. Dopo un cinque minuti di attesa..: “Si venite qualcuno ci sarà…” Andiamo. Porte sbarrate. C’erano alcune donne che avevano le chiavi perché preparavano la chiesa: avevano cambiato la serratura…. Ci avevano preso in giro. Scrivemmo al vescovo con molte firme per raccontare questo vergognoso episodio e per chiedergli se per favore poteva mandare in quella parrocchia un sacerdote che non disperdesse i frutti spirituali di Don Gino…. Mai avuta una risposta……
Bella testimonianza Giusi!
Un po’ meno la conclusione… ma non bisogna disperare. Io sono convinto che il Signore attraverso Don Gino ha saputo bene seminare e far fruttificare tanti doni (e perché no anche vocazioni) che non possiamo conoscere.
Poi, Volontà Sua, se l’è preso in Cielo… poteve lasciarcelo ancora un po’, ma così ha disposto.
Il succo della questione è, per i preti, apparentemente nulla di straordinario (apparentemente): essere preti, ma preti innamorati di Cristo e quindi della loro Missione, della Chiesa, dell’Uomo (al di là di particolari devozioni che possano avere).
Ma soprattutto per le vocazioni, il primo humus è la Famiglia!
Da Famiglie sante (non straordinarie, ma come Dio le vuole), nascono Vocazioni Sante.
In quante delle nostre famiglie si parla e si alimenta ancora la Vocazione (non di “cosa farai da grande”…)?
O addirittura si contempla la Vocazione alla vita Religiosa??
Mamma che palle, Bariom.. è, lo so che la famiglia dovrebbe essere l’humus favorevole per le vocazioni, ma le famiglie sono sfasciate, non te ne sei accorto? Io, ad esempio, solo da poco più di un anno ho cominciato a dire il rosario tutti i giorni (una sola volta al giorno e faccio pure fatica), ma in famiglia mia nessuno mi segue, neppure mia moglie. In famiglia mia si prega pochissimo (quasi niente!) e non è facile cambiare questo stato di cose, che credi? Una volta le donne andavano tutte le sere alla messa e dopo, a casa, si diceva il rosario tutti insieme, ecco perché c’erano tante vocazioni. Siamo sempre lì: abbiamo perso la fede e per riconquistarla, ora, ci vuole tanta fatica e tempo. Ci vorrebbe la pratica delle devozioni, come insegnava a fare quel santo sacerdote che ha conosciuto Giusi, ci vorrebbe l’adorazione eucaristica, la messa tutti i giorni (almeno quelli che possono), la pratica dei sacramenti, in primis la confessione… B E N E ! Cosa fa la Chiesa per ritornare a queste antiche tradizioni e doveri di ogni cristiano? E’ vero che la Chiesa siamo tutti, ma è vero pure che la Chiesa ha una gerarchia e che certe indicazioni dovrebbero partire dall’alto. E’ di questo che stiamo parlando: perché su in alto pensano ad altro?
E quindi dove starebbero ‘ste “che palle”?
Che palle tutte le giustificazioni (anche le tue)… che poi siccome non riesci a fare quel che sarebbe da fare, cosa vuoi? Il Papa salvatore che venga a casa tua ? Un Santo almeno oleografico tutto per te, che faccia obbedire tua moglie dove non ti obbedisce (men che meno lo faranno i figli)?
Che vai cercando? Sei tu no quello che ha le palle (a sentire te), ma in casa non riesci a farti rispettare e vai a fare la voce grossa nei blog??
Scendi in campo e combatti! (questa l’avevo già sentita)
(Poi qualcuno dice che a guardare troppo in casa propria non si vedono i problemi fuori… per me è proprio il contrario.)
Sia ben inteso io ho gli stessi problemi tuoi (non con mia moglie grazie a Dio), ma non sto a dire che è perché su in alto pensano ad altro?
Perché poi qui si fa un gran parlare delle responsabilità personali, soprattutto quando si parla del peccato altrui, ma quando si tratta di noi, siamo scusati perché le colpe sono altrove: in alto, in basso, a destra, a manca…
Solo che il signore chiederà conto a NOI personalmente e a chi più avrà dato, più sarà chiesto.
E se non troverà frutti, non si potrà dare colpa al tempo o al contadino, perché il Tempo Lui ce lo ha dato e Lui è il contadino (come il seminatore e il mietitore) e se il Tempo fosse stato di carestia piuttosto che di abbondanza, Lui lo sa e saprà valutare, anzi sarà più meritevole chi avrà pochi frutti in periodo di carestia o precarietà.
Le altre sono scuse!
Bariom, qui stiamo facendo una riflessione sulle vocazioni e su chi deve fare cosa. Le famiglie c’entrano è vero, ma bisognerebbe che si reggessero almeno in piedi prima di formare l’humus per le nuove vocazioni. Oggi la famiglia cattolica media, se va alla messa la domenica, sempre che non ci siano altri impedimenti, è già parecchio sopra la media. La preghiera in famiglia non esiste, per quanto ne so. La messa quotidiana non è neanche un’ipotesi lontana. La prima cosa che si fa quando si entra in casa è accendere il televisore. Non c’è un momento riservato alle relazioni familiari. Questo è lo stato della famiglia cattolica media, oggi. La fede ormai è poco più che un residuo, un intralcio.
Ora abbiamo un problema: le vocazioni. Che fa la Chiesa? Gioca al ribasso, si mette in ascolto, organizza il concertino in parrocchia, la festa della mamma, la compagnia teatrale, la festa di hallowin, quella di carnevale. B E N E ! Manca qualcosa però. E’ di questo che stiamo parlando, Bariom: posto che le famiglie sono azzerate, che fa la Chiesa? Perché non ricomincia a parlare di Eternità? Perché ripiega sulla gita a Gardaland? Bisogna insegnare alla gente a pregare, a confessarsi tutte le settimane, a fare adorazione, a seguire le devozioni come il rosario, ad offrire sacrifici, ad andare alla messa ogni volta che è possibile. Altro che humus familiare. Quello tornerà forse, un giorno. Ma ora bisogna ritornare alla fede.
E chi glielo dice, alle famiglie cattoliche, oggi, che bisogna tornare alla fede? Dovrebbe dirglielo il papa, prima di tutti. E poi i vescovi, i parroci. Invece si pensa a commemorare la Riforma.
Il problema lo vediamo tutti (vocazioni), l’approccio e il cuore del problema è disallineato.
Le vocazioni nascono (per lo più dovrebbero) nelle Famiglie. Almeno quelle che io conosco (perché ancora grazie a Dio ce e sono), nascono in Famiglia. La Famiglia è piccola Chiesa Domestica, la Famiglia Cristiana vive nella Chiesa e da Lei prende alimento.
Io non parlo di famiglie che fanno fatica ad andare anche solo a Messa la Domenica (si posso dire Cristiane?), parlo di tutte quelle che ad esempio sembrano qui rappresentate da tanti che sanno tutto di cosa la Chiesa dovrebbe fare e non fare. A queste cosa impedisce di essere Chiesa Domestica.
Qualcuno impedisce loro la preghiera, l’adorazione Eucaristica, insegnare la Fede ai figli?
Sono impediti dal fatto che il Papa non li chiama per ricordarglielo tutti i giorni? Che il parroco parla di soldi e non di Vita Eterna?
C’è qualcosa che non mi torna in tutti questi piagnistei.
Se in un condominio c’è una famiglia Cristiana, tutto il condominio lo sa stai sicuro.. non è detto avranno solo applausi, avranno anche tante persecuzioni, ma tutti in quel condominio si interrogheranno sul perché quella famiglia vive in modo diverso e gli interesserà il giusto di cosa dice il Papa quando avranno la loro famiglia nella prova… andranno a bussare alla porta di quella famiglia, che magari hanno sbeffeggiato per tanto tempo.
Perché? Perché, quella famiglia che ha la loro stessa vita di tutti giorni, senza tanti proclami ha mostrato loro che la morte è stata vinta, che la loro vita non dipende dai soldi o dalla salute o se piove governo ladro!
Ormai è il Tempo per cui non si può stare ad aspettare solo la “gerarchia”, che certo problemi ne ha tanti a tanti livelli o a blaterare dei suoi problemi come se potessimo cambiare qualcosa.
Quello che possiamo cambiare è – con l’aiuto di Dio – solo il nostro cuore e decidere (tu parli sempre di volontà giusto?) se essere caldi o freddi – che tiepidi sappiamo non è gran cosa…
Io mi sento Chiesa, con tutti i miei limiti e mi sento coinvolto in prima persona e so che non posso dire “abbiamo perso la fede”… Abbiamo chi? Semmai io avrò perso la mia, e perché, per chi? Posso sostenere che qualcuno è venuto e me l’ha portata via? Allora semplicemente non l’ho difesa…
Oppure ho avuto il mio talento e come uno stolto sono andato a sotterrarlo.
Quindi cosa fare per la vocazioni?
Tu sinceramente cosa pensi, che sia più facile che tuo figlio/a decida di donare tutta la sua vita a Dio perché ha avuto un padre santo (santo come di ci vuole tutti giorni, non un “fenomeno”), un padre che quando non lo vedi e sai che è in casa è perché è chiuso nel segreto della sua stanza a pregare o perché ha avuto un parroco “straordinario” che gli fa catechismo quando è previsto?
Poi è chiaro che Dio può far nascere “figli di Abramo” anche dalle pietre, ma questo è un altro discorso.
Noi ci riempiamo tanto la bocca del valore dei Sacramenti, ma il nostro Battesimo fa di noi Re, Sacerdoti e Profeti… è vero o non è ero? E se è vero, pur con tutti i nostri limiti (che tutta la gerarchia cattolica ha), cosa ci manca?
Se Dio è con noi – e soprattuto noi siamo con Lui – cosa non sarà possibile? Cosa renderà impossibile che il Suo Regno venga e che Cristo tornando trovi ancora la Fede?
Bariom, qui stiamo parlando del prossimo sinodo dei vescovi che avrà per tema il discernimento vocazionale. Bene! Le famiglie c’entrano con la vocazione, certamente. Ma, a parte il fatto che le famiglie cattoliche non esistono quasi più, e, di conseguenza non esistono quasi più le vocazioni /e questo a causa della perdita della fede!), ma qui stiamo parlando della Chiesa, del papa e dei suoi vescovi, di quello che vogliono dire ai giovani sulla vocazione. Quindi le famiglie qui sono OT.
Si può fare una critica alla Chiesa, in particolare al modo di affrontare il problema della mancanza di vocazioni? E’ di questo che stiamo parlando, Bariom. Se poi vuoi parlare delle famiglie o del fatto che le vocazioni nascono in famiglia, bene, io sono d’accordo, ma dobbiamo scegliere un altro post. Qui siamo fuori tema.
Qui il tema è: cosa propone la Chiesa ai giovani per farli riflettere sulla vocazione? Ecco! Secondo me propone cose sbagliate. Tu che ne pensi?
Oh scusa sono OT (quado parlavo io a ragione di commenti OT apriti cielo…), io avrei detto mica tanto.
Cosa ne penso, l’ho già detto commentando lo scritto di Costanza con “parole sante”.
Io non azzardo a dire la Chiesa propone “cose sbagliate”, io dico e confermo quello che dice Costanza: sbaglia l’approccio.
Sbaglia l’approccio anche con gli adulti quando fa proposte da pastorale “non vorremmo disturbare”, giusto per dirne un’altra… o sono di nuovo OT??
diciamo pure che i tempi sono molto cambiati, che la conoscenza scientifica, economica, politica e sociale ha risposto o tenta di rispondere a un bel po’ di quesiti che prima erano qua risolti come un mistero. Insomma, chi va a scuola per apprendere scopre nuove situazioni di conoscenza, come la biologia, la matematica, la fisica, la medicina, l’astronomia etc etc per cui gli studenti/tesse scoprono le loro future vocazioni nel proseguimento degli studi e della loro vita.
L’ha ribloggato su Centro Culturale L'Arca .
Fortuna c’è Don Fabio Rosini ..ma basterà??
L’ha ribloggato su Leonida & Co..
L articolo mi è piaciuto perchè, come al solito , dà buoni spunti di riflessione..sono però rimasta sconvolta dai numerosi commenti contro papa Francesco. Non penso che questo sia l effetto desiderato da Costanza e mi piacerebbe sentire una sua risposta a riguardo!! grazie , paola
@ Bariom
Sottoscrivo ogni tua parola.
Per quanto riguarda la proposta ai ragazzi (io ho 5 figli, e come dice Costanza, un errore al giorno….), mi sembra che un conto sia assecondarli, un conto sia (come ho sentito spesso dire da Franco Nembrini) partire da dove sono, come Gesù che parte dal bisogno di pane, per spingere il desiderio sempre più in là…
In questo, tutti abbiamo la grande responsabilità, non di essere perfetti, non di dare il buon esempio, ma di essere noi stessi assetati di Verità, aperti a un desiderio di infinito e non borghese…e questo dentro tutta la nostra umanità…e tutta la Chiesa (Papa compreso) è fatta di uomini….ho appena riletto questo pezzetto di don Giussani : ” …il divino si incarna VERAMENTE, usa veramente l’umano come suo strumento, non ne vanifica i fattori contingenti (temperamento, mentalità, fattori ambientali e storico-culturali), ma usa anche quelli come strumenti di salvezza…non ci si può attardare sul fascino di grandi personalità nè sui loro limiti. Si aderisce o si rifiuta qualcosa per il suo contenuto, per la sua verità risolutrice del problema umano. Se uno desidero l’oro, non si scandalizza di trovarlo nel magma, deve sporcarsi e faticare per estrarlo”(“Perchè la Chiesa” p. 175 segg.)
Ecco, penso che i ragazzi siano affascinati da questa tensione che vedono in noi….
Sempre grande Don Giussani… 😉
Già, appunto da giovane mi ha affascinato, ma con queste parole lui per primo mette in guardia dal legare l’esperienza della fede solo al fascino della personalità…ognuno è diverso, ma la Storia va avanti…ed è bellissima…
Come ebbe a dire Giovanni: “Egli deve crescere e io invece diminuire.”
Grazie Costanza……i nostri ragazzi hanno bisogno di sentirsi amati, per amare la loro vita, che oggi è per loro una grande confusione, vuoi per tutte le difficoltà che incontrano, in un mondo materialistico……ci vuole un risveglio serio da parte di tutti…..chi siamo ?? perché viviamo, e dove andiamo……ci vuole un forte Kerigma ……grazie….
L’ha ribloggato su Matrimonio Cristianoe ha commentato:
Non si può sperare in una società più giusta se non si parte dalla verità: noi siamo mendicanti. Noi siamo feriti dal peccato originale. Noi siamo destinati a morire, e con questo dobbiamo fare i conti. Perché c’è una speranza. Dicono che uno sia risorto, e possiamo decidere se scommetterci su tutto, oppure no. Ma non si può proporre un cristianesimo a base di concertini o di concorsi sul presepe più bello, un cristianesimo che assomiglia al mondo migliore che vogliono tutti, con in più Cristo, così, come accessorio, una specie di ciliegina sulla torta. La Chiesa tornerà a sedurre – magari pochi, pochissimi, il piccolo gregge, d’altra parte il lievito è un pizzico rispetto alla farina – quando avrà il coraggio di dire che i nostri matrimoni sono diversi, che la nostra ecologia è diversa, che la nostra giustizia è diversa, perché noi supplichiamo a Dio la grazia di mantenerci giusti, ecologisti e sposati solo perché abbiamo incontrato Cristo. E allora sembriamo sposati come gli altri, mettiamo le bottiglie nella differenziata come gli altri, ma per noi tutto parte da un incontro che cambia le cose in modo sostanziale.
Cara Costanza, condivido molte delle cose che dici ma, fossi in te, mi asterrei dal giudicare chi fa le gare di presepi o le pizzate… è Gesù a decidere dove incontrare i giovani, non tu!
Concordo con Bariom che anche nella vocazione la famiglia è fondamentale. Ma vi propongo due esempi di come la Chiesa (in questo caso una parrocchia malconcia di un parroco criticato e abbandonato da tanti, con tanti difetti ma di sicuro uno che segue la retta dottrina, uno che ha il “coraggio” di dire che l’inferno esiste e non è vuoto) può dare il suo contributo.
1. Mamma regolare nella Messa domenicale, babbo no (forse a Natale e a Pasqua). La bambina più grande fa la Prima Comunione, e alle riunioni che il Parroco organizza per i genitori (nelle quali coglie l’occasione di fare un po’ di catechesi ai genitori…. giusto le basi) per questioni logistiche familiari ci partecipa il babbo. Sono passati due anni, e il babbo ha ripreso ad andare a Messa tutte le domeniche.
2. Mamma single buddista, forse per fare un piacere alla nonna manda a catechismo la bambina per fare la Prima Comunione, dichiarando che lei non ci crede, e che sua figlia sceglierà da grande… ma per poter scegliere ovviamente deve conoscere qualcosa! Dopo la Prima Comunione della figlia, la mamma è tornata all’Ovile, frequenta regolarmente la Messa e ha ripreso a confessarsi e fare la Comunione.
Con questo non voglio dire che la famiglia in cui si cresce non conta, ma conta anche (e tanto) quello che offre la Chiesa.
E benediciamo Dio…
Questo conferma quanto raccontava Giusi a proposito dei preti che fanno il prete (né più, né meno) e che la 2pastorale del non dsturbare” che ho citato da qualche parte è un fesseria!
E lo dico a ragion veduta perché mi sono trovato coinvolto in corsi di preparazione dei genitori dove il dictat (cioè la linea non era discutibile – anche se l’ho messa in discussione), era veloci e senza entrare troppo nei “dettagli”. 😦
Però ancora una volta si nota la precisa demarcazione tra famiglie che debbono essere ri-evangelizzate (anche fosse solo uno dei due genitori) e famiglie che sono – dovrebbero essere – quelle che vivono in pienezza, con tutti i loro limiti, il loro Battesimo (prete “buono e meno “buono”).
OT 1: sono stato inTerra Santa (è vero, almeno una volta nella vita ogni cristiano DEVE andarci) in un pellegrinaggio con una trentina di laici, un centinaio di sacerdoti e un paio di vescovi e ne ho viste e sentite di tutti i colori dell’arcobaleno o dell’arco costituzionale. Altro che pluralità! Come fa a non smarrirsi uno se non ha una solida formazione spirituale alle spalle? E’ vero che multae sunt mansiones (pizzate e adorazioni eucaristiche, Don Bosco e Giovanni della Croce) ma se non si hanno chiare meta e obiettivo si rischia di ingannare e ingannarci. Per me (fuori OT, almeno spero) l’azione deriva dalla preghiera e non viceversa.
OT 2: Non perdetevi l’articolo Sulla Nuova Bussola quotidiana di oggi sul femminicidio (secondo me glie lo ha dettato Costanza) e anche quello su Renzi e il voto cattolico per le unioni civili.
Grazie, Costanza, concordo. Sto vivendo, insieme ad altri 3 adulti (2 sposati e 1 consacrata) un’esperienza di accompagnamento di ragazzi (16-17 anni) nella gioia della vita cristiana, nel matrimonio o nella vita consacrata, per “mostrare” che ognuno può fare di se stesso un capolavoro, scoprendo in sè la chiamata ad esserlo. Scoprire la “possibilità” di vita piena in Gesù significa sbaragliare qualsiasi altra alternativa!
E’ il Signore che ci ha chiesto questo, dopo il Giubileo dei ragazzi dell’anno scorso. Stiamo lasciando fare a Lui la “parte grossa”, rinunciando ad avere aspettative e a “raccogliere” frutti che solo il Seminatore raccoglierà. Lode a Dio per quanto sta operando in questo nostro “tempo favorevole”!
E nel frattempo qualcun altro pensa a cosa proporre ai nostri figli:
http://www.bolognatoday.it/cronaca/fa-afafine-spettacolo-gender-scuole-castel-argile.html
FA’AFAFINE – il “terzo sesso” a teatro per le scuole – se ne parlava già qui:
http://comitatoarticolo26.it/faafafine-il-terzo-sesso-a-teatro-per-le-scuole-medie/
Da notare che: “Lo spettacolo si è aggiudicato il ‘Premio scenario infanzia’ 2014. il Premio Infogiovani’ 2015 e ‘Eolo award’ 2016. Con testo e regia di Giuliano Scarpinato, ha ricevuto anche il patrocinio ufficiale di Amnesty International – Italia “Per aver affrontato in modo significativo un tema particolarmente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresentando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani”. E’ la storia di Alez, un adolescente alla scoperta della sua identità sessuale. “ (SIC!)
@Barion, qualche commento fa parlavi di “Incontrare Cristo”: hai detto niente!
Perché il problema è: QUALE Cristo viene fatto incontrare.
A migliaia nelle terre di Galilea L’hanno incontrato di persona e non L’hanno riconosciuto, non L’hanno capito e infine L’hanno abbandonato. Cercavano vedevano e volevano solo l’uomo, il maestro, non il Figlio di Dio. Con la Sua morte, moriva un uomo buono benedetto da Dio, della sua resurrezione nessuna vera prova.
Oggi è lo stesso, per cui l’annuncio del kerigma da parte dei testimoni, non dev’essere ritenuto che una metafora per la quale il Cristo morto, risorge realmente tramite i suoi testimoni, nel popolo dei credenti. Questo è il Cristo che da sempre pensa il mondo, e questo è diventato il Cristo che sempre più apertamente viene oggi di fatto creduto vero e divulgato (oserei dire, satanicamente) all’interno del cattolicesimo, da un ampio gruppo di teologi, di ecclesiastici a tutti i livelli, di catechisti e di famiglie cristiane.
Impantanati in una realtà dove conta solo la materia, e dove Dio, quando c’è, resta un concetto filosofico, potrebbe sembrare perfetto questo Cristo storico, un rivoluzionario radicale immolatosi per liberarci non proprio dalla morte fisica, ma dalla morte della speranza in un mondo finalmente giusto dove il male sarà sconfitto. Questo Cristo chiede di combattere non il male in sé, non satana che ci inganna e ci tenta in ogni istante, ma l’ingiustizia, la mafia, l’inquinamento, il razzismo, le armi, magari anche l’omofobia, e via dicendo. Le uniche cose che si presume contino veramente, guarda caso, riguardano sempre gli altri o la società.
Questo Cristo svilito, in competizione con altri personaggi magari anche più ricchi di storia e di gloria, che non parla di paradiso e inferno, di grazia e di giudizio, di conversione, di vita eterna come REALTA’ misteriosa, non ha nulla da dire ai giovani, è destinato alla scomparsa.
@Antonio, naturalmente il Cristo di cui io parlo, non è quello che un po’ mestamente dipingi come tanti lo dipingono o lo credono e quando penso a testimoni, non penso ad alcuna metafora, penso a Cristo che si fa presente e vivo nelle persone.
Non penso a “racconti per sentito dire” ma ad esperienze concrete.
Cosa annunciavano gli Apostoli? Ciò di cui erano stati testimoni!
Mi spiace di leggerti così “dimesso” e (quasi) abbattuto, pessimista… Io ho incontrato questi “testimoni”.
Io ho incontrato Cristo e Cristo Risorto… lo posso dire, perché non ne ho alcun merito e non dicendolo farei torto alla grazia che mi è stata concessa, come è concessa a chiunque la cerca con cuore sincero (io non sono meglio di nessuno).
Non lasciamoci impantanare “in una realtà dove conta solo la materia”, perché è questa materia che in realtà è apparente:
“…ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è”.
1Giovanni 3:2
@Bariom, hai ragione, di testimoni veri (=della Verità) ce ne sono, tu ne hai incontrati, e qualcuno anch’io, ma altri ci vengono additati. Ho lavorato per trentanni nel mondo cattolico giovanile, ma molte cose nella vita delle nostre comunità negli ultimi tempi mi preoccupano. Non sono pessimista, perché so che non finisce qui.
Ti faccio un esempio concreto.
La parrocchia nella quale mio figlio ha ricevuto il sacramento della confermazione è dedicata alla Risurrezione. Il parroco però a fatto modificare i cartelli stradali aggiungendovi un “nel popolo”. Perché, qual’è il messaggio? mi sono chiesto, boh!. Poi mi sono ricordato della famosa frase dell’arcivescovo Oscar Romero (vilmente assassinato, come sappiamo): “Sono stato frequentemente minacciato di morte. Come cristiano, non credo nella morte senza resurrezione: se mi uccideranno, risorgerò nel popolo salvadoregno”. Un testimone?
Se il messaggio è quello che intendo, questo non mi pare sia cristianesimo, mi sono detto. Perché, se dovessi rendermi conto che il cristianesimo è questa neo-religione senza cieli, tempo trenta secondi me ne scapperei via a gambe levate.
PS: anche se poi dovrei chiedermi: da chi andrò, Lui solo…
Mi pare Antonio tu ti sia risposto da solo…
In più sai anche bene un’altra cosa: Cristo, nella Sua intierezza, nella Sua Verità, lo trovi solo nella Chiesa e per brutta o malandata si dipinga o tu veda questa Chiesa, conosciuto Cristo, non puoi andare a cercartelo da un’altra parte o farti la “tua” chiesa.
Puoi solo chiedere a Dio di mostrarti il tuo posto in questa Chiesa e lì lavorare come a Lui piace.
Buona notte.
A proposito dello spettacolo Fa’afafine segnalato da Bariom ieri.
Sta riscuotendo moltissime adesioni la petizione rivolta al Ministero dell’Istruzione che Generazione Famiglia ha promosso tramite CitizenGO:
http://www.citizengo.org/it/ed/40268-stop-gender-scuola-no-allo-spettacolo-faafaine
con la quale petizione si chiede al Ministro Fedeli che “emani immediatamente un decreto urgente per impedire che le scuole portino gli alunni a vedere lo spettacolo “Fa’afafine” sul bambino-bambina transgender, che sta girando per tutto il Paese in queste settimane.”
Non so che ne farà della petizione il/la ministro/a Fedeli.
Per il direttore di Avvenire, comunque, è un’ottima occasione per verificare l’attendibilità delle rassicurazioni fornite da Fedeli sull’indottrinamento gender nelle scuole:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/fedeli-il-mio-impegno-per-educare-alla-parita-tra-uomo-e-donna
Pingback: Parlate ai ragazzi di cose grandi | Sopra La Notizia
La Chiesa, “santa meretrix”….per fortuna, così ci sto anch’io!…ci sto non perché la chiesa è perfetta, nè perchè io sono perfetta, ma proprio perché ho bisogno del centuplo quaggiù e della vita eterna…e finora non ho trovato altro luogo che questo…
M. Cristina
Attenzione a non fraintendere che significa “casta meretrix”, locuzione la quale non vuol dire affatto che la Chiesa non è perfetta:
http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=1789
“Nel suo significato originario, dunque, l’espressione «casta meretrix», lungi dall’alludere a qualcosa di peccaminoso e di riprovevole, vuole indicare – non solo nell’aggettivo ma anche nel sostantivo – la santità della Chiesa; santità che consiste tanto nell’adesione senza tentennamenti e senza incoerenze al suo Sposo («casta») quanto nella volontà di raggiungere tutti (secondo il compito che le è stato affidato dal suo Signore) per portare tutti a salvezza («meretrix»).
E non appartiene «ai Padri» ma al solo Ambrogio, che nella spregiudicata libertà del suo animo credente l’ha coniata con l’unico intento di esaltare la Sposa di Cristo.”
La Chiesa non è in alcun modo peccatrice, macchiata, contaminata, ma è totalmente santa, immacolata, e incontaminata come lo Sposo Suo e proprio in forza della sua intrinseca e indefettibile connessione allo Sposo suo innocentissimo e santissimo, Gesù Cristo.
Perciò la Chiesa è “immaculata ex maculatis”, ossia totalmente e santa e per nulla peccatrice, ma accoglie nel suo grembo santo e santificante figli “maculati”, peccatori (noi tutti battezzati). E questa accoglienza tuttavia non La lorda del benché minimo peccato, la lascia intemerata e illibata:
“Al termine degli esercizi di Quaresima del 2007 Benedetto XVI ringraziò il predicatore – che quell’anno era il cardinale Giacomo Biffi – “per averci aiutato ad amare di più la Chiesa, la ‘immaculata ex maculatis’, come lei ci ha insegnato con sant’Ambrogio”.
L’espressione “immaculata ex maculatis” è in effetti in un passaggio del commento di sant’Ambrogio al Vangelo di Luca. L’espressione sta a significare che la Chiesa è santa e senza macchia pur accogliendo in sé uomini macchiati di peccato.”
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1343027
Sulla stessa linea interessante qui:
http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=print&sid=23
Se non è un azzardo per analogia mi sovvengono le parole di Paolo:
1Corinzi 9:
20 mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. 21 Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. 22 Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. 23 Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.
E con questa Silvana De Mari si è messa definitivamente contro il mondo perché il mondo (e questo dovrebbe far pensare) ama Papa Francesco……..
Lettera a Papa Francesco: noi abbiamo bisogno di un Papa pronto al martirio per salvare i cristiani perseguitati nel mondo, non dedito alla ricerca della popolarità persino tra i tifosi del calcio
http://www.magdicristianoallam.it/blogs/verita-e-rivoluzione/lettera-a-papa-francesco-noi-abbiamo-bisogno-di-un-papa-pronto-al-martirio-per-salvare-i-cristiani-perseguitati-nel-mondo-non-dedito-alla-ricerca-della-popolarita-persino-tra-i-tifosi-del-calcio.html
Ah, caso mai non si fosse capito: io sto con Silvana De Mari.
Sempre nel suo stile… Diretta e senza peli sulla lingua.
@giusi
Solo per dire che mi pare una lettera del 2013
Si ma ora ne parlano i siti gay. Come volevasi dimostrare.
@giusi
Ah, ok, son quasi lieto di averti dato occasione di chiarire che, ricordando un suo relativamente “vecchio” pensiero su Papa Francesco a 5 mesi dalla sua “elezione”, intendevi in realtà denunciare il fatto che oggi siti di parte si stanno organizzando contro la DeMari a ragione delle sue posizioni
Non devo chiarire nulla. Ci sono scritti recenti della De Mari su Papa Francesco dello stesso tenore. I siti gay li stanno usando tutti adesso vecchi e nuovi cosa che non accadrebbe senza la nota (e forse voluta) ambiguità.
Questi sono preti di Colonia che essendosi accorti della mancanza di vocazioni (ZERO seminaristi nel 2016 nella “cattolica” Baviera) propongono come soluzione quote rosa e preti sposati, cioè alla “luterana” e non importa che i luterani sono praticamente spariti…
http://www.settimananews.it/educazione-scuola/7-segnavia-futuro-lettera-11-sacerdoti-colonia/