Resa amara di un cattolico di minoranza al demente Zeitgeist, con whisky

murray

 

di Antonio Gurrado    Il Foglio

Ho letto e riletto più volte l’editoriale di Giuliano Ferrara sul Foglio rosa di lunedì scorso, trovandolo amaro ben oltre l’intenzione di stigmatizzare il diritto ad abortire rivendicato in copertina da Internazionale, settimanale di gran tendenza aduso a darsi ragione da sé. L’aborto è solo l’aspetto più cruento di una posta in gioco più alta che coinvolge tutto quello che abbiamo – noi che in senso lato possiamo dichiararci militanti di una minoranza conservatrice – detto e fatto in questi ultimi dieci anni.

Gli eventi ci hanno scalzato al punto che adesso il mantenimento di una posizione benché coerente non allineata al pensiero unico abortista, femminista, omosessualista, giustizialista, animalista, terzomondista, pacifista, accoglientista e sincretista ci interdice non solo il patentino di credibilità in un contesto intellettuale che ha smesso di ragionare da tempo perché troppo occupato ad autoalimentarsi creando sempre nuove mozioni d’impegno à la page alle quali tutti devono accostumarsi, foss’anche a costo di abdicare alla realtà dei fatti; ma ci pregiudica altresì il normale espletamento delle funzioni sociali, umane.

Oramai sostenere idee minoritarie benché assennate implica quest’alternativa: o venire presi per provocatori prima e scemi poi, se non istigatori al crimine, dagli abituali consessi all’interno dei quali si vede progressivamente svanire la concreta speranza di essere ascoltati e compresi, se non amati; oppure rinchiuderci in club diametralmente opposti e stagni, e da cattolico italiano so bene quanto i cattolici italiani riescano a essere noiosi e ottusi e ripetitivi oltre che codini quando non ipocriti e tiepidi.

Ho vissuto anni in Inghilterra vedendo erodere ogni settimana un po’ della libertà di dire ciò che si pensa, di puntare il dito contro il re nudo, di non negare l’evidenza più lampante. Per timore di offendere qualsiasi tipo di minoranza gli inglesi hanno sortito l’effetto di creare una nuova minoranza ammutolita e perseguitata, composta da tutti coloro i quali non fanno parte di nessuna di queste minoranze intersecate e sovrapposte che si sono trasformate in vacche sacre e scodinzolano dispoticamente.

Sono tornato a vivere in Italia e qui assisto all’identica differita, patrocinata da lenzuolate stucchevoli e dementi campagne di hashtag, giornate contro e giornate a favore di incommensurabili cazzate, acquiescenza all’idea che se un uomo uccide una donna compie un atto diverso e più grave rispetto alla donna che uccida un uomo; all’idea che si sia all’improvviso maturato il diritto di sposarsi a piacimento e di ottenere tutto ciò che si desidera; che abbia ragione una Boldrini per la quale le donne sono talmente uguali all’uomo da essergli superiori e non un Erdogan per il quale è sconsigliabile mettere nelle mani di una donna la stessa zappa dell’uomo e imporle di zappare egualitaristicamente; che la nostra civiltà e l’altrui sono consimili e interscambiabili, con le decapitazioni quale pittoresco incidente di percorso; che gli invasori siano migranti e quindi una risorsa, come lo furono i barbari per rinnovare l’Impero Romano; che un figlio sia un fastidio sulla strada della luminosa carriera della madre e della sua libertà di spendere denaro per fini più nobili; che Dio non esista perché non tutto va per il verso che vorremmo; che la fede sia una prospettiva privata, un occhiale colorato per vedere il mondo rosé; e infinite altre scempiaggini che si tengono l’un l’altra per mano come le fisarmoniche di giornali ritagliati a forma di omino, e che chissà quante altre se ne porteranno appresso in anni futuri e prossimi che non sono sicuro di voler vedere.

Non certo da militante. Per dieci anni abbiamo suonato il flauto per persone che non hanno ballato, abbiamo cantato un lamento per persone che non hanno pianto e che adesso si sono accodate alla dittatura del pensiero unico costituendo una massa critica di maggioranza bovina e insormontabile, almeno per le nostre forze residue. Nel Vangelo c’è scritto chiaro e tondo che non praevalebunt e quindi possiamo nutrire la ragionevole certezza che i secoli spazzeranno via queste cianfrusaglie con la stessa vigoria riservata a tutte le ideologie che le hanno precedute; ma è piuttosto evidente che non saremo noi. Coltiveremo il nostro giardino, anzi, vivremo asserragliati la vita nei boschi, ognuno per conto proprio aspettando che la peste si propaghi fino alla nostra soglia, cercando di mangiare bene, leggere qualche classico, oziare col caffè compulsivo e l’occasionale sigaretta. In camera ho un whisky canadese che scende con facilità insidiosa; arrendiamoci, sarà un successo.

 
(Questo articolo è stato pubblicato il 26-11 su Candido, il blog di Antonio Gurrado)

 

leggi anche Piccola ronda di pareri sull’amara resa dei cattolici

65 pensieri su “Resa amara di un cattolico di minoranza al demente Zeitgeist, con whisky

    1. Daniela

      …ma nessuno può scalzare l’istante..il mio..ora!!! Quello in cui, solo se io,proprio io dico il mio si…Lui comincia ad arrivare…
      Siamo nella prima settimana d’avvento! Non ci è chiesto di asserragliarci, ma di vegliare l’istante! Il resto viene da sé…. Lui viene, anzi è già qui!
      Non c’è un altro punto…vegliare l’istante e attendere affamati e assetati il Suo sorriso.

  1. E no, io vorrei che il Signore mi vedesse come una pecora, non come un caprone alla sua sinistra…d’altrondel differenza con gli animali, che placano l’istinto e bast, è proprio questa, essere protratti verso il domani.

  2. Mari

    Gesù ha detto “vi mando come agnelli” tra i lupi …ha fulminato Saulo sulla via di Damasco perché credesse e diffondesse a tutti la sua Parola e tutti gli Apostoli , rischiando la vita, hanno reso testimonianza alla Luce ,la Luce Vera che illumina il mondo …..dobbiamo dire ciò che pensiamo anche a costo di essere isolati o additati come “conservatori”
    Non possiamo tacere ne lasciarci intimidire …accogliamo , va bene, idee diverse ma esponiamo ciò che la nostra Fede e’ senza timori e senza paure .
    Gesù e’ con noi , non preoccupiamoci .
    Padre Nostro che sei nei Cieli sia Santificato il Tuo nome , sia fatta La Tua Volontà …..

  3. vale

    ot
    articolone sull’Adinolfi su Tempi. nella versione cartacea anche foto su copertina over size. la foto e la copertina.

  4. Visto che “C’è del buono in questo mondo, padron Frodo” l’ha già citato Notizie Pro Vita, mi limiterò a dire che “possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso” (al min. 2:40 circa)

  5. giuliana75

    non sono molto convinta del fatto che chi vive davvero l’incontro cristiano sia infine relegato in un angolo a fumarsi in pace la sigaretta e sorseggiare il bicchierino. Secondo me chi vive davvero la fede non sarà mai lasciato in pace, sarà perseguitato fino alla fine, fino al sangue.
    Anni fa incontrai una signora albanese, cattolica, che mi raccontava delle persecuzioni comuniste. I militanti le entrarono in casa e le distrussero tutte le sue bellissime icone. Piangendo lei rispose che non le avrebbero potuto mai togliere la fede in Cristo, perché quell’incontro era ormai nel suo cuore e nulla lo avrebbe spazzato via, mai più. La rinchiusero in carcere. Ci restò per oltre 10 anni, ma la sua fede non ha vacillato, malgrado la fame e le torture.
    Altro che whisky e sigaretta…. quelli se li godranno solo i cristiani che congeleranno la fede fino allo spuntare di tempi più clementi, in cui si sbrineranno e potranno metter fuori la testa e vedere se le buone idee attecchiranno di nuovo in un mondo devastato dall’atomica del pensiero unico.
    Il punto è che al pensiero unico non possiamo pensare di contrapporre una fede di “pensieri”. Ci vuole la vita, la carne, il sangue. L’irrilevanza dei cristiani oggi è tale perché la fede ha perso la sua carnalità. Le maree di questo mondo non si arresteranno a forza di idee. Neanche la nostra misera carne lo potrà fare, ma ci proveremo, seguendo Colui che l’ha fatto per primo. Anche dopo la Resurrezione non ci ha promesso che sarebbero state tutte rose e fiori e che non avremmo più sofferto, ma ci ha lasciato la Sua compagnia, la Chiesa, che si perpetua attraverso il sacrificio quotidiano sull’altare.
    La resa non è amara. Anzi non c’è una resa, per il semplice fatto che la Storia non è in mano nostra. E non ci lasceranno in pace neanche quando ci ritireremo nei boschi…..

    1. Daniela

      ….è vero! Ma la vita, la carne e il sangue ci sono anche lavando il ce##o al mattino ( x dona il francesismo )….quello è x me l’istante. Fatto fuori qs ogni attivismo diventa sterile, diventa “pensiero”. Non mi pare del resto che Maria e Giuseppe fossero attivisti o san Benedetto dopo e così via, eppure guarda un po che roba ne è venuta fuori!
      Il coraggio per un esserci che diventa anche sociale non può prescindere da questo.

    2. Elena Maffei

      Grazie Giuliana. No…i boschi no! Io voglio faticare qui, ogni ora e ogni giorno del mio cammino.

    3. PaulBrtatter

      Però Giuliana io la vedo un po’ come scuotere del single malt dai calzari

      “Se poi alcuni non vi ricevono e non vi ascoltano, andando via di là, scuotete la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro. In verità vi dico che nel giorno del giudizio Sodoma e Gomorra saranno trattate con più tolleranza che quella città”

  6. Elena Maffei

    La compagnia degli insegnanti oranti non si arrende… per questo avvento propongo la campagna “Facciamoci riconoscere”. Stupiamoli a colpi di ottimismo, gioia, disponibilita’ all’ascolto, modestia…ave maria quotidiana ed evangelizziamo con la vita. Se serve, useremo anche le parole… l’ha detto don Bosco, che di scuola ne sapeva qualcosa!

  7. Angelo

    E’ proprio come dice Giuliana. Chi crede, vive e testimonia la fede sarà perseguitato fino all’ultimo istante. E’ estremamente amaro per me avere a che fare con tanti (presunti) cristiani che vivono tranquilli perchè in realtà non testimoniano alcuna fede, assuefatti, ingannati e complici della deriva che stiamo vivendo, “cristiani” che si nascondono dietro un’aberrante falsa concezione di misericordia utile soltanto ad eclissarsi con tanto di autogiustificazione. Ciò che mi irrita e in parte spaventa non è la persecuzione degli “altri”: quella l’avevo messa in conto; è la persecuzione di chi dovrebbe condividere la stessa fede. Una persona di fede ha una responsabilità individuale, ma nel contempo ha bisogno di sentirsi parte di un popolo. Mi sembra che questo aspetto fondamentale oggi si stia perdendo. Io non sono affatto un santo, commetto costantemente errori anche gravi, ma so ancora discernere il bene dal male con l’aiuto di Dio. Mi sento, però, terribilmente solo. Mia moglie condivide la mia fede, ma ho l’impressione che non si sia resa conto del momento, rischia di far entrare nella nostra vita le profetesse e i profeti di morte, poichè arriva pur il momento in cui occorre rischiare, avere coraggio. “Non salutateli e non accoglieteli in casa”, scrive S.Giovanni. Ne abbiamo accolti troppi nelle nostre cose, ingannati dal fatto di poter condividere alcuni principi, che per loro sono serviti soltanto come cavallo di Troia. E’ triste questo momento, ed è di grande preoccupazione sia per chi non ha figli sia per chi, come me e mia moglie, ne ha. Elena e gli altri, non vorrei sembrarvi scoraggiato, ma ammetto di esserlo almeno in parte.Soltanto Dio può aiutarci, nessun altro, e lo sta già facendo. Me lo ripeto ogni giorno, ho bisogno di ricordarmelo, circondato come sono da tutti questi lupi affamati e crudeli, e – ciò che è ben peggio- da tanti lupi mascherati da agnelli.

  8. Dai, Angelo, non ti scoraggiare… siamo in tanti (anche se non si direbbe), nella stessa barca.

    E’ dura, facciamo comunque parte di una minoranza, un “corpo estraneo” a volta, in una società ormai allo sbando, con valori (?) completamente opposti ai nostri.

    Ma mi pare di ricordare anche che un nostro grande amico fraterno ci aveva avvisato, un po’ di tempo fa “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli “

    1. Elena Maffei

      Angelo, considera che ogni tuo scoraggiamento rinforza me, pensa un po’ a come il Padre organizza sapientemente le cose! Tu prega sempre e comunque insieme a noi. Siamo una compagnia, appunto!

  9. Angelo

    polisemantica ed elena, concordo con voi: avete ragione. Ma ogni giorno, da anni, subisco simili persecuzioni, che saranno sempre più dure, ad esempio nel mondo della scuola in cui lavoriamo, e tornare a casa e trovare mia moglie che, di fatto, non mi sostiene e dà adito ad altre campane, è troppo. Cosa devo aspettarmi ancora? La distruzione della mia famiglia? Di certo il demonio lavora per questo, e Gesu’ ci ha avvertito che la Sua Parola avrebbe portato la divisione nelle case, ma io non sono tanto forte nella fede e nel temperamento da poter affrontare tutto questo da solo.
    Comunque, capisco che siamo tanti, non così pochi come vorrebbero farci credere i nemici di Cristo. Grazie di cuore.

  10. Secondo me Elena dice bene: siamo si minoranza, ma siamo una minoranza di gente gioiosa, ottimista, grata (o almeno dovremmo esserlo). A noi possono togliere tutto, non dovrebbe scalfirci, perché noi abbiamo Cristo! Quando dico come la penso su certe tematiche come minimo vengo aggredita verbalmente. Ma quando la gente vede la gioia dei miei occhi, la salute dei miei rapporti affettivi, la capacitá di reagire ai piccoli e grandi dolori quotidiani mi chiede come faccia. E la mia risposta é sempre la stessa, Cristo! Io che fino a tre anni fa mi professavo agnostica! E non é con le chiacchiere che mi hanno “convinta” ma é stata l’invidia di quella gioia lí, la gioia di alcuni fratelli che Dio ha messo nel mio cammino. Questo attrae, e poi ci pensa lo Spirito a resettare mente e cuore! Ero un’abortista convinta, sostenitrice dei diritti gay, dei matrimoni per persone dello stesso sesso, adozione figli, ect.etc. Ma ero sola, triste, frustrata e misera. É stata la gioia negli occhi dei fratelli cristiani a conquistarmi, non le parole.
    Questo non significa che dobbiamo smettere di dire come la pensiamo, ma dobbiamo ricordarci che noi abbiamo incontrato, e siamo in cammino per ricongiungerci con Colui che ha vinto la morte! Lo si deve vedere dai nostri occhi! La nostra non é una guerra contro qualcuno, una minoranza contro una maggioranza. Ma é l’amore verso il fratello che ci spinge a correggerlo. Dobbiamo trovare un modo per farlo vedere quest’amore. Altrimenti sí che abbiamo perso in partenza.

    1. Elena Maffei

      Costanza! Dimmi che insegni o che almeno ti iscrivi ad honorem alla compagnia! I ragazzi hanno bisogno di quella gioia lì. ..una volta una ragazza mi ha detto “prof, la smetta di essere felice, mi dà fastidio”. Angelo, tua moglie sei tu e tu sei lei…niente e nessuno puo scalfire ciò che Dio ha unito. Quando mai, inoltre, siamo da soli…ringraziamo Dio già per questo blog! Preghiera sempre, il Diavolo ci tenta quando la nostra lingua smette di pregare. Per tutto questo avvento dedichero’ a te e tua moglie il Rosario del lunedì mattina; preghiamo 10 minuti, insieme ai ragazzi della parrocchia di s. Gerolamo, prima di andare ognuno per la sua strada. Voi sarete con noi…voglio vedere chi vince!

      1. Elena no, non insegno..anche se mi sarebbe piaciuto molto! Che grande responsabilitá peró! Comunque cercheró anch’io di “farmi riconoscere” soprattutto in questo tempo di Grazia prima del Natale 🙂

        1. Elena Maffei

          Si insegna anche aiutando con il catechismo in parrocchia, animando gruppi… la compagnia non c’entra con il miur! Coraggio, liberate l’insegnante che c’è in voi! È una vocazione, non un mestiere. Nelle parrocchie c’è bisogno di catechisti…fatevi avanti, non potrete più smettere. Pensaci, Costanza!

          1. Da un po’ ci sto pensando..ma ultimamente sono stata un pochino nomade. Appena mi stabilizzo comincio a pensarci piú seriamente! E grazie per il consiglio 😉

    2. maria elena

      bellissimo, la gente ha bisogno di sapere che ce la può fare a vivere felicemente, non c’è bisogno di arco e frecce contro le ideologie, c’è bisogno di vivere felicemente appoggiati a Cristo la nostra vita e le ideologie falliscono da sé…grazie

  11. Mic

    La “persecuzione” peggiore è l’incomprensione in famiglia. Il pensiero unico annacqua tutto, si vive nel terrore di essere isolati, tutti temono soprattutto di isolare i figli se non gli si compra questo o quello , se non gli si fa vedere quel cartone animato di moda, se li si porta a messa tutte le domeniche…se poi le donne lavorano ancora peggio perché con la scusa che manca il tempo, i bambini fanno i capricci e la casa è un disastro di molla la parte spirituale della famiglia che regge tutto! Il vero isolamento è non fare figli e vivere in funzione del denaro. Serve il pane quotidiano, ma Dio non ce lo farà mancare. Bisogna chiedere discernimento quotidiano per tenere duro e aprire occhi, cuore a noi stessi e a chi ci sta intorno soprattutto marito, moglie, figli, parenti stretti laddove non c’è comprensione, fede ma solo dubbio e paura…che poi è paura della morte. E’ diffiicilissimo vivere con fede quando intorno impazza la tempesta, ma se stiamo calmi la Sua presenza ci sostiene in ogni istante. La Madonna dice di pregare. E’ tutto lì. Bisogna pregare tutti insieme, forti di questo “risveglio”. Non è meraviglioso questo risveglio? Non mi ero mai accorta di essere circondata da anime con i miei stessi pensieri ed il mio stesso sentire. In tanti cerchiamo Dio e siamo “sintonizzati” con Lui. Continuiamo con fede e stiamo uniti ai perseguitati nel resto del mondo. Grazie a tutti e grazie Costanza per questo blog e per tutto il resto!!!

    1. Angelo

      Grazie di cuore Elena. Regalo più prezioso del Rosario non potevi farcelo.
      Anche io pregherò per tutti coloro che scrivono in questo Blog.

    2. Elena Maffei

      Allora? Non avevamo detto che siamo in pochi? Siamo zitti, non pochi… se cominciamo a parlare, abbatteremo le mura di Gerico!

  12. Vanni

    “Credo in Dio, amore infinito, / che esprime sovranamente il suo essere più profondo nell’evoluzione del cosmo e dell’umanità. / E in Gesù, nostro Messia, / immagine unica di Dio, / nato da genitori umani, / senza essere opera umana, / ma interamente frutto della grazia salvifica di Dio. / Egli percorse il cammino della sofferenza e della morte, / fu crocifisso per ordine di Ponzio Pilato, / morì e fu sepolto, / ma vive in pienezza, / perché si è aperto a Dio rimanendo interamente immerso in Lui, / diventando per questo una forza di guarigione, / in modo da poter condurre tutta l’umanità alla sua pienezza. / Credo nell’azione ispiratrice del soffio di vita di Dio / e nella comunità universale della Chiesa, / nella quale Gesù, il Cristo, continua a vivere con volto umano. / Credo nel dono di Dio, / che ci sana e fa di noi una nuova creazione, / per diventare, infine, esseri umani. / E credo nel futuro divino dell’umanità, / un futuro che significa la vita senza limiti. / Amen”.

    Voi ve la sentireste di fare i catechisti in una parrocchia dove il sacerdote propone un Credo come questo? E si inalbera pubblicamente se qualcuno gli fa notare qualche “incongruenza” rispetto alla fede di sempre?
    Anch’io sono tentato dal wisky canadese di Gurrado, ma le vostre parole mi scaldano il cuore, amici.

    1. Thelonious

      ma perché questo parroco propone questo “credo”? spero al di fuori della liturgia, almeno. In questo “credo” la cosa che mi colpisce di più (in negativo) è l’assenza della parola “Resurrezione”. Scrive un generico “vive in pienezza” ma evita di citare la Resurrezione reale. E, si sa, senza la Resurrezione di Cristo, la fede crolla

      1. Elena Maffei

        Parroco? Credo? Pensavo che la liturgia non fosse un fatto di creatività personale…mi sfugge qualcosa?

        1. Sara

          Concordo con la perplessità suscitata da questo… no, non riesco a dire che si tratti di un “Credo”! Oltre che mancare la parola “resurrezione”, mi pare sia pieno zeppo di affermazioni assurde, in certi passaggi persino molto new age!

  13. 1 Mi era sempre provenuta questa credenza (non solo dal Vangelo, ma anche da dichiarazioni di esperienze vostre, di voi medesimi, qui nel blog) che il cattolico avesse già trovato, con la fede ,la gioia di vivere (il centuplo) qui in terra (oltre che, poi, magari, inoltre, nel suo paradiso) a maggior ragione se perseguitato.
    2 Se così, ammettiamo, non fosse, egli vivrebbe, diciamo, uguale a tutti quanti i non cattolici, buoni e cattivi, coi quali si trovasse, suo malgrado, a dover convivere e a condivivere gioie e dolori..

    1. Thelonious

      Alvise, questa descrizione del centuplo è un pò, diciamo così, naif.
      Il centuplo è un centuplo di umanità nel senso che il cristiano partecipa della vita stessa di Cristo. Ora, nel tempo e nello spazio, condividendo quello che Cristo stesso ha condiviso, ossia le gioie e i dolori. In un modo più intenso, più vero e più “pacificato” che se non avesse la fede. Nell’eternità condividerà la condizione di Cristo risorto, che non conosce più il dolore e la morte. Lo spazio e il tempo saranno perciò pure possibilità espressive, come condizione dei corpi gloriosi, e non limitazioni come determinate dalla condizione terrestre.
      Tuttavia questo non significa che il dolore diventi gioia. Questa non è la condizione di un cristiano, ma di un ebete che non distingue più una cosa dal suo contrario. Cristo stesso ha sofferto, ha pianto, ha gioito, e ha veramente detto “Passi da me questo calice, ma sia fatta la Tua, non la mia volontà”. Solo che per chi appartiene a Cristo è riservata una pace anche nelle sofferenze, una pace non come la dà il mondo, ma come solo Cristo la può dare

      1. vale

        http://www.papalepapale.com/develop/a-dio-non-frega-niente-dei-nostri-peccati-apologia-cattolica-del-peccato/

        di don Marco Scandelli
        ….
        Una signora in lacrime mi supplica di essere ricevuta immediatamente. Un po’ preoccupato le dico di venire nel Collegio dove abito. Erano circa le 21. Quando arriva al cancello mi accorgo che è sconvolta. La faccio accomodare in una saletta e senza chiederle troppe cose mi rendo conto che ha bisogno di porre tutto sotto il sigillo della Confessione. E così faccio.

        Ad ogni modo, percepiva così tanto il male che aveva compiuto che sembrava quasi schiacciata da un giogo insopportabile. Pensai al Signore Gesù che ci invita a prendere il suo di giogo, che è leggero.

        Ho così cominciato a spiegarle che il Signore la perdonava, gratuitamente… non l’avessi mai fatto! Mi ferma quasi con rabbia dicendomi: “No, padre. Io ho da pagà!”. Sono rimasto di stucco, ma pareva che non ci fosse verso per farle cambiare idea: lei voleva pagare per il suo peccato. Doveva pagare. Si sentiva indegna del perdono gratis (qui salvando salvas gratis). E io non sapevo come farle capire che… che a Dio non gliene frega niente dei suoi peccati.


        Che cosa potremmo dare noi in cambio a Dio per ripagarlo dei nostri peccati? Forse i sacrifici? Forse tagliarci le vene? Strapparci i capelli e le unghie? Forse possiamo tentare con dell’oro? Forse c’è qualcosa che possa valere così tanto da azzerare il debito che noi abbiamo nei suoi confronti?
        ..
        Il cristianesimo propriamente parlando non è una religione, al massimo è proprio il contrario di una religione: il cristianesimo è Dio che viene verso l’uomo. Il cristianesimo è rivelazione. Il cristianesimo è Gesù che “va alla cassa” e paga per tutti. E questo è il motivo per cui a Dio non interessano i peccati: a Dio non gliene frega più niente dei peccati. Perché li ha già pagati. Tutti. Una sola volta. Per sempre, ci spiega la Lettera agli Ebrei (9,12). Stop!

        Molti cristiani purtroppo hanno sempre il volto sfigurato, triste, cupo, perché non hanno ancora capito che il cristianesimo non è una religione, ma “l’incontro con una persona viva” (Deus caritas est 1).

        Che evangelizzatori potranno essere mai dei cristiani che perdono tempo a pensare come ripagare Dio di un debito che non esiste più, almeno dal primo venerdì santo della storia!?

        Bisogna rendersi conto di questo moralismo puritano che non è cattolico, anzi è la morte del cattolicesimo e la tomba o la galera del cristiano… che però sta incancrenendo anche tanti uomini di Chiesa.

        Se Gesù ha già saldato il debito, dobbiamo però ricordarci che lo ha fatto ricevendo lui le frustate, lui è stato flagellato, lui è stato picchiato, lui è caduto sotto la Croce, lui è stato trapassato dai chiodi. Lui ha portato il peso (sustulit) del peccato del mondo.

        Perciò l’atteggiamento autenticamente cristiano è quello di chi, da una parte cerca di evitare il peccato esercitando le virtù. Dall’altro, qualora cadesse nell’errore, deve chiedere immediatamente perdono a Dio implorando: “Signore, abbi misericordia di me peccatore”.

        Se questo desiderio è sincero (contrizione perfetta), Dio dona subito il perdono dei peccati e la persona può accostarsi alla Santa Comunione senza commettere sacrilegio. Si pensi anche al caso di chi desideroso di accostarsi al confessionale morisse durante il tragitto.

        Poi è necessario confessarsi quanto prima, certo… ma perché la vera contrizione, dice san Tommaso nella Summa, «implica il proposito della confessione. Essa perciò libera i penitenti dalla colpa come il desiderio del battesimo ne libera i battezzandi».

      2. Ma te, Thelonius, sei davvero convinto che voi cattolici, diciamo italiani, siete perseguitati dal “pensiero unico”
        e che quindi ci sarebbero qui in Italia i pensanti il pensiero unico e persecutori (non cattolici) e i non pensanti quel pensiero e perseguitati (cattolici)?

        1. Vanni

          Io sì. Guarda a cosa succede, per esempio, alle Sentinelle in piedi e a Mario Adinolfi in giro per l’Italia a dire come la pensano. Non metto link perché non lo so fare, ma puoi leggere sul settimanale Tempi online.

  14. vale

    in effetti il Credo di Nicea-Costantinopoli è un po’ vecchiotto….
    questo è molto più adeguato ai tempi….

    1. vale

      adeguato ai tempi come questa notizia:

      http://www.dagospia.com/rubrica-5/cafonal/sfuggendo-delinquenzialmente-controllo-papa-francesco-avvenuta-89785.htm

      Sfuggendo delinquenzialmente al controllo del cardinal Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma, venerdì scorso, all’interno della basilica di San Giovanni in Laterano – la “madre di tutte le chiese” che dipende direttamente dal Vaticano -, è andato in scena ciò che persone timorate di Dio definirebbero “dissacrazione della chiesa madre della cristianità e cattedra del successore di Pietro”.

      Con la scusa della solita “male-ficenza’’ natalizia a favore dei ‘’bambini abbandonati di Porto Seguro nello stato di Bahia’’, è stato messo su il concerto di Natale ‘Pacem in terris’, con una cenona a seguire a Palazzo Brancaccio.

      ….

  15. Vanni

    Per Telonius, sempre sul Credo.
    E come fa Gesù a risorgere, e a far risorgere, se è “nato da genitori umani”? Poi, recentemente, il testo, frutto di un gesuita belga e entusiasticamente accolto dal parroco, è stato modificato, bontà sua, con “nato da madre umana” e i fedeli lo recitano durante la Messa in una parrocchia fiorentina.

    1. vale

      @vanni
      il parroco,il gesuita belga e chissà chi altro sarnno un seguaci di antonio spadaro che si fa le foto mentre concelebra in Turchia col Papa e la spara in diretta su facebook.
      molto moderno ed adeguato ai tempi.

    2. Thelonious

      infatti è tutto un guazzabuglio, diciamo la “scimmia” del Credo. Lo chiamerei piuttosto un “non-Credo”

  16. nami8

    “che gli invasori siano migranti e quindi una risorsa, come lo furono i barbari per rinnovare l’Impero Romano”… eeeehhhhh????? Per il resto articolo condivisibile e scritto molto bene.

      1. L’ironia è merce scottante al giorno d’oggi. Sono sempre meno quelli in grado di riconoscerla. E questa non è una bella cosa, specie se la si pensa come Kierkegaard (l’ironia è un momento fondamentale dell’esistenza, perché grazie a lei l’uomo si distacca dal mondo in cui è immerso l’esteta e si avvia verso lo stadio etico).
        P.S. Oh, non è mica farina del mio sacco. L’ho copiata da http://www.treccani.it/enciclopedia/ironia/
        😉

  17. fortebraccio

    Oh, finalmente: i barbari alle porte! Alzate il muro, fuoco ai ponti! Chiudeteli fuori! E a noi pochi, whisky e sigarette fino alla fine – che magari ci va bene, come successe a quegl’altri a Carcassonne.
    Il mondo là fuori è brutto-brutto, anzi, blutto e cattivo (anche questa è ironia, eh. Meno charmante, ci mancherebbe)

    Boh!
    Ma mai nessuno che si lamenti del fatto che si sia sprecato l’essere stati maggioranza? Ovvero, perché non lo siamo più? Mai che qualcuno osi pensare che per decenni ci siamo scelti i paladini sbagliati, abbiamo issato sugli scudi dei palloni gonfiati pieni di vanagloria e parlantina ma scevri di giudizio, di una visione, di capacità politiche…chissà se nella fisarmonica ci infiliamo anche le mutandate o l’irriverente libertà di poter dare della puttana a chicchessia? Oppure tutto si tiene in nome del fine? Anche gli smugolamenti, le giornate bigie, le idee non brillanti – tutt’al più schizzi di colore ai margini dell’impeccabile quadro… (Ma del resto non è una novità che si sia sempre più comprensivi con sé stessi che con gli altri)
    Francamente continuo a pensare che ci sia una certa differenza tra argomentare, insultare e, infine, incitare alla violenza (e che i confini non siano neanche così tanto labili come alle volte ci piaccia pensare).
    Ma sopraffino è dimostrare concretamente la propria vocazione – come molti han già sollecitato, incoraggiato e reso evidente.
    La felicità, la speranza, un sorriso convertono molto di più di “un ricordati che devi morire”, a parer mio.
    Si tratta di incarnare la buona novella, di mostrarla reale, di renderla viva, di convertire con la testimonianza, n una missione quotidiana.
    Siamo minoranza? Vuol solo dire che la predicazione deve essere essenziale e diretta, comprensibile ed efficace.

    Credersi per 10 anni un buon pifferaio e poi, voltatisi, scorgere il vuoto, non è piacevole. Dare colpa alla musica, al compositore, invece che alla tecnica, all’esecuzione, ecco, forse è un po’ infantile – e mi vien voglia di dire “in giardino vacci tu” (che ci volete fare, a Jim Croce preferisco Paolo Conte, zazzarazaz)

    1. “La felicità, la speranza, un sorriso convertono molto di più di “un ricordati che devi morire”, a parer mio.
      Si tratta di incarnare la buona novella, di mostrarla reale, di renderla viva, di convertire con la testimonianza, una missione quotidiana.”

      Sottoscrivo in toto 😉

      Siamo minoranza? Mi ricorda una situazione di un certo giorno di Pentecoste…
      Ah già, la Pentecoste… Forse centra anche un “spruzzo” di Spirito Santo? 😉

    2. Con tutto il rispetto per Benigni e Troisi (questi giganti dei tempi nostri) “ricordati che devi morire” è una frase che meriterebbe di essere considerata in modo un po’ meno epidermico…

      1. Se è per quello Viviana è UNA REALTA’ che sarebbe SEMPRE da tenere in giusta considerazione (epidermicamente o meno..).

        Ma certamente hai colto il senso in cui la intendeva FB (brutto FB sa di Facebook) 😐

  18. nami8

    No, no, vabbè che sono rimbambita di mio e per di più con stanchezza e troppo sonno arretrato, ma non posso credere di aver toppato così!! 😀 “…che abbia ragione una Boldrini per la quale le donne sono talmente uguali all’uomo da essergli superiori…” e non un Erdogan per il quale è sconsigliabile mettere nelle mani di una donna la stessa zappa dell’uomo e imporle di zappare egualitaristicamente (= in realtà donne e uomini NON sono uguali); che la nostra civiltà e l’altrui sono consimili e interscambiabili, con le decapitazioni quale pittoresco incidente di percorso (= le civiltà NON sono consimili); che gli invasori siano migranti e quindi una risorsa, come lo furono i barbari per rinnovare l’Impero Romano (= gli “invasori” NON sono migranti, NON sono una risorsa); che un figlio sia un fastidio sulla strada della luminosa carriera della madre e della sua libertà di spendere denaro per fini più nobili (= un figlio NON è ovviamente un fastidio etc.). Approvo tutto tranne la parte dei migranti, che non considero “invasori”, ma risorse. Amo la Chiesa anche per la sua cultura dell’accoglienza. Se non era questo il senso della frase, scusatemi, ma inserita in mezzo alle altre a me sembra proprio così.

  19. nami8

    A pensarci bene, anche l’esempio delle “decapitazioni” non è che mi convinca molto… Non mi piace questo implicito giudizio di superiorità rispetto alle altre culture (senz’altro non consimili e non interscambiabili). Sarò troppo buonista o anch’io troppo influenzata da questo “pensiero comune” che si sta diffondendo? Oppure così rintronata da non capire nessun senso ironico? 😉

    1. E’ lecito pensare che una raffinata cultura che considera indispensabile il sacrificio umano o la prostituzione rituale è inferiore a una magari meno raffinata ma che si astiene dal considerare lodevoli certe pratiche?

  20. nami8

    Sì, credo proprio che sia lecito. 🙂 Ma penso che si debba cercare comunque un dialogo con le altre culture e allora come facciamo a dialogare se mostriamo di considerarci superiori agli altri? Forse amando gli altri senza porsi troppi problemi, cercando di pensare a noi e non di giudicare loro…? Ma sto andando fuori tema…
    Approfitto per chiedere: ma cos’è questa “compagnia degli insegnanti oranti”? Se non sono troppo eretica o troppo poco ironica, aderirei volentieri anch’io! 🙂

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